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Autore: Nejisfan    14/06/2009    1 recensioni
Sono passati tanti anni da quella famosa cena che Shikamaru dovette affrontare a casa di Ino per via di suo padre, ed il Nara si ritrova a pensare nello stesso modo nei confrontri del suo povero-quasi-futuro-cognato che sta per cenare a casa sua.
Ma Shikkan ce la farà a comportarsi male nei confronti del suddetto cognato? è tutto da vedere!
Sequel di Una piccola Mendokuse, di Hilly89.
A Leti, Lee ed Ele.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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USS

UNA SERATA SPECIALE

[Sequel di “a cena dai suoi” & “ una piccola mendokuse” ]


A Kaho, per il suo compleanno qualche settimana fa,


A Lee, per il suo compleanno qualche mese fa,


A Ele, per il suo compleanno circa un secolo fa.


Scusate il ritardo.



È domenica mattina, un'altra domenica mattina.

Sono le nove, ma me ne sto beatamente a letto, fino a che Ino non inizia saggiamente (questo è il suo punto di vista) ad urlare come un'ossessa.

“Shika! Che ore sono?” mi sbraita nelle orecchie, mentre mi chiedo se per guardare l'orologio ha bisogno di me.

No.

Infatti dopo tre, e dico tre, secondi, si rimette ad urlare più forte.

“Sono quasi le nove! Cazzo, mi devo alzare, devo cucinare!” ah, tutto bene fin qui...

“E ti alzi anche tu, mister Nara, accidenti! Devi darmi una mano!”

Ecco, finita la fase del “Tutto bene”, inizia quella del “Perché non ho sposato Hinata?”.

Ho sonno, ma non c'è niente da fare, mi alzo titubante e seguo Ino in cucina, mentre lei inizia a preparare il cibo per stasera.

“Yukiko?” chiedo, sbadigliando.

“Shikamaru! Possibile che non ti ricordi mai niente? È a dormire da Tomoko, era troppo agitata per il grande giorno.”

Il grande che...?

Apro la bocca e la richiudo, creando così l'effetto pesce-palla-sveglio-da-poco.

“Dimmi che almeno sai di cosa parlo, Nara!” urla mia moglie, e, prima che gli venga un esaurimento, penso a che cosa potrebbe trattarsi, e l'idea improvvisa e giusta (sono o non sono quello-più-intelligente-degli-altri da una vita?) mi balena nel cervello.

“C'è quel tizio a cena?”

Ino annuisce e storce la bocca: l'appellativo quel tizio non le piace molto, ma almeno su come esprimermi posso decidere io.

Credo.


X


Busso alla porta di mio figlio e, senza aspettare la sua risposta, la apro.

“Papà, che cazzo bussi a fare, se poi apri senza che ti dica niente?” sbuffa.

Ma non stava dormendo, era di nuovo al computer.

Teddy ha quindici anni ed è un genio dell'informatica, riesce infatti a fare qualsiasi cosa al computer, ed adesso sta montando un video, facendo una nuova grafica per un forum e parlando su Facebook con una decina di persone.

“Papà?” sbuffa, scocciato, mentre tamburella le dita sulla scrivania , ed io mi stupisco ancora del suo essere così autoritario.

“Sì, scusa” borbotto; so che non ama che io guardi i suoi lavori.

“Ehm, Ted?” riesco a chiedergli, cercando di non sbirciare di nuovo il suo schermo.

“Mmh?”

“Stasera viene a mangiare quel tizio e...”

Lo so, sono sleale, ma volevo l'appoggio di mio figlio per boicottare quello là; comunque, non faccio in tempo a dirglielo...

“Chi, Mito? Evvai! È troppo figo, quello! Adoro i suoi modi di fare, e suona una musica troppo rock! Ti piacerà sicuramente!”

“Mmh” lo imito, rispondendo così, e chiudendomi la porta alle spalle.


X


È l'una e quaranta, ed io, Ino e Ted mangiamo il nostro pranzo preconfezionato mentre le sfarzose lasagne per stasera giacciono nel frigo.

La mia cosiddetta metà e il cosiddetto sangue del mio sangue parlano di qualcosa che non riesco a seguire (scuola, amici, compiti in classe, malattie, le solite cose).

Io continuo a pensare a cosa dirò stasera al famigerato Mito e sulla faccia mi si forma un ghigno: è la prima volta che, nella mia vita, stimo il padre di Ino che mi fece passare la più brutta cena della mia vita, e lo capisco.


X


Sono le tre e dieci ed il mio caro figlioletto ha appena cambiato canale, mettendo uno di quei rumorosissimi programmi su Mtv dove qualche ragazzetto stupido decide di fare l'attore, il cantante o il modello (ancora peggio!) distraendomi così dalla mia amata partita.

“Papà!” urla Ted “Il calcio è proprio out! Come fa a piacerti? È così scialbo... senza senso, tutti corrono dietro a una palla... mah”

Guardo Ino, che a sua volta mi guarda (male), poi mi alzo.

“Vado da Choji”

“Si, è meglio”.


X


Mentre esco di casa mi viene in mente quando è nato Teddy e dovevamo decidere il suo nome.

Io volevo chiamarlo Asuma, in omaggio al mio vicino di casa a cui io ed i miei amici eravamo molto legati, che era morto troppo prima del previsto per via di un incidente di moto in cui aveva pure ragione.

Yukiko aveva solo tre anni ma anche la determinazione più incredibile che avessi mai visto, ed è entrata nella stanza d'ospedale mentre mia moglie partoriva, berciando a volume massimo e fregandosene dei richiami delle infermiere.

“Si chiamerà Teddy! TEDDY!”

Il nome le era venuto guardando il suo orsacchiotto preferito, Teddy, appunto, che portava con sé da tutte le parti.

Quando poi il bambino nacque lo diedero ad Ino ed un'infermiera ci chiese, così, per sapere, il nome; Yuki allora ripartì con la sua litania ed io e la Yamanaka ci guardammo negli occhi e poi fissammo il bimbo sorridendo, e mormorando a bassa voce un Teddy che non ci sembrava più un nome tanto ostile, adatto ad un orsetto di peluche.


A ripensarci mi spunta un sorriso, e mi accorgo che sono quasi arrivato da Choji.


X


Cho è il mio migliore amico da una vita, ed ha fatto tutto quello che voleva: è realizzato, gli manca solo un figlio.

Fa il cuoco in un ristorante che con il tempo è diventato suo, ma nonostante là dentro sia il padrone continua a cucinare per il piacere di farlo.

E non solo questo lavoro è quello che vuole e nessuno potrà mai licenziarlo (il capo, in fondo, è lui), ma si è pure trovato una donna!.

Sta con Temari solo da due anni e mezzo ma sono piuttosto affiatati, ed a me, tutte le volte che li vedo, scappa da ridere.

Lei, manager e stilista, donna in carriera sempre indaffarata, precedentemente cotta di me, ha l'aria fredda e altezzosa tipica delle donne di successo.

Lui, ristoratore e cuoco, uomo dal sorriso sempre aperto e troppi chili da perdere, ha l'aria spensierata e simpatica tipica degli amici su cui puoi contare sempre.

Loro, insieme, sono incredibili; ma, contro ad ogni previsione, sopravvivono.


X


Il mio amico mi apre in grembiule blu e con le mani sporche di farina, in casa c'è odore di dolce diffuso.

“Hei” lo saluto.

“Yo!” risponde lui, mentre mi abbraccia.

“Temari?” chiedo, sperando che non ci sia (è un po' imbarazzante pensare che, quando le piacevo io, me la stavo spassando con Ino, e magari le fa male, sentirselo dire)
È a Tokyo per lavoro” sorrido e mi chiudo la porta alle spalle.


X


Quando saluto l'Akimichi sono le sei e mezza circa, ed è incredibile quante cose è riuscito a dirmi:

mi ha detto che io e Ino siamo la coppia perfetta, che lui e Temari invidiano il nostro rapporto che mio figlio è un genio e che mia figlia è uno schianto.

Mi ha detto che Mito è uno che mi piace, uno a cui, secondo lui, non riuscirò mai a “fare il culo”,

e mi ha anche sorriso mentre diceva che ammirerò Inochi, sì, ma non sarò mai come lui.

Alla fine di questa lunga conversazione, Cho mi dà un pacchetto pieno di biscotti alla crema, quelli che mia moglie e mio figlio finiscono sempre, ed uno di quelli al cioccolato, per me e per Yuki che in cucina abbiamo gli stessi gusti.

Lo saluto e mi sento meglio di prima, lo abbraccio e per un istante penso che è veramente triste che non abbia ancora figli: il mio amico, infatti, è il padre perfetto, molto più di quanto lo sia io.


X


Alle sei e quaranta sono a casa e, quando entro, Ino mi corre incontro e mi abbraccia, come se si sia dimenticata che abbiamo quasi litigato, prima.

Io sorrido e mi stacco, timoroso che Ted possa sbucare da qualche parte ed inorridire: a quell'età, vedere i propri genitori che pomiciano, fa piuttosto schifo.

Mia moglie ha apparecchiato in grande stile, con la tovaglia nera ed impeccabile ed i piatti bianchi e pulitissimi.

“Wow” dico, e lei annuisce, canticchiando.

Poi si avvicina al mio orecchio e, sorridendo, sussurra: “Sai, Shika, ho riflettuto. Non farai niente, a Mito. Tu non sarai mai come mio padre. Ti ho sposato anche per questo”.

Ed io inizio a chiedermi perché tutti mi conoscono meglio di quanto mi conosco io, che fino ad un'oretta fa credevo di farlo nero.


X


Yukiko bussa alla porta alle otto, in leggero ritardo, ma piuttosto in orario per i suoi standard;

è fasciata in un tubino blu scuro, ed è stupenda.

Dietro di lei, il famoso ragazzo la segue, senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso. Credo abbiano appena fatto sesso, si vede dalla sua espressione beata.

Mito ha i capelli scuri del padre, ma sono tagliati corti e leggermente mossi; ha gli occhi nocciola e rassicuranti di Tenten, che gli danno un aspetto un po' più umano di quel che credevo; è sei-sette centimetri più alto di Yuki ed indossa una maglietta bianca con disegnato il sottomarino giallo* della canzone dei Beatles; sorride, e trascina la sua chitarra dietro di sé.

“Salve, signor Nara. Lei fa il fotografo, vero?” mi chiede, mentre mi stringe la mano, ed io rivedo talmente tanto me in lui che non riesco a non sorridere: si è già costruito una conversazione, in mente ha sicuramente le mie varie risposte e sa cosa mi risponderà se dirò questo, o se dirò quello.

Ino e Cho mi conoscono bene: non gli farò mai il culo.


X


“Come vi siete conosciuti?” parte Ino, classica, mentre porta il vino in tavola.

“Beh...a un corso di musica, che io ho interrotto dopo poco” risponde Yukiko.

Mito ride, divertito da un pensiero, mentre si passa una mano fra i capelli, ed a me viene in mente la faccia di Kiba quando gli avevo detto che stavo con Ino.

In sincronia con i miei pensieri, parla.

“Non mi chiedete se l'ho drogata per convincerla?” chiede, facendo ridere tutti.

“Nah. C'è chi ha vissuto situazioni simili” rispondo io, tirando un occhiata di straforo alla Yamanaka.

Ridono tutti di nuovo ed io scopro di essere davvero in sintonia (troppo) con il ragazzo che doveva passare “la peggiore serata della sua vita” e, mentre Teddy gli parla di computer, voglio capire fino in fondo se mi assomiglia davvero così tanto.

“Mito” borbotto, interrompendo il mio figlio minore “Tu preferisci la birra, vero?”.

Conto fino a tre e poi inizia a ridere, mentre annuisce.

“Seh. Il vino, a dire la verità... Mi inquieta. Mi sembra sempre che...” si interrompe, cercando qualcosa di appropriato da dire, e, chissà perché, decido di aiutarlo.

“Tutti lo bevano per forza” dico, e lui mi guarda e annuisce di nuovo, con gli occhi sbarrati.

È sorpreso quanto me.


X


Quando Mito se ne va, Yukiko mi abbraccia forte e scoppia a piangere.

“Grazie, papà” mugola, ed io le accarezzo i capelli, e, dentro di me, fingo che lei abbia ancora cinque anni, e che debba ancora portarla in un asilo dove è la bambina più intelligente.

Ino mi sorride talmente tanto che penso si farà male alle mascelle, e Ted mi chiama in corridoio.

“Papà” inizia “visto che il ragazzo di Yuki ti è piaciuto, magari... se io mi mettessi con una ragazza... beh...” è imbarazzato, ed è buffo vedere il genio autoritario tutto rosso, che balbetta: è cotto.

“Chi è?” domando, senza giri di parole.

È... ehm... beh... la sorella di Mito” sbuffa velocemente, e poi mi guarda, aspettando la mia reazione.

Io vorrei dirgli tante cose, ma mi viene da ridere, e quindi rido, rido, rido.

“Beh,” gli spiego, quando vedo l'espressione interrogativa che ha “quando ti presenterai alla famiglia, tieni conto che suo padre è Neji Hyuga, che già sarà incazzato perché suo figlio è pigro e cazzone come lo ero io, e come lo sono un po' ancora, e che ti farà un culo che parte da qui e va a finire...”

“Va a finire?”

“Mmh... Non finisce. Magari, quando ti presenti a loro, porta la videocamera, e fai un filmino: mi piacerebbe vedere come reagisci”.



A letto, sorrido ancora, di più, mentre Ino si distende al mio fianco e dice: “Temari mi ha chiamata. È incinta. Fa' le congratulazioni a Cho, io gliele ho fatte adesso per telefono”



A Shogi, contro Inochi, stravinco, e lui si stufa dopo poco.

Allora?” domanda “L'hai trattato male, alla fine?”

Macchè” sbuffo “Ti ho ammirato per come hai trattato me, ma io non ci sono riuscito.”

Tsk. Ci avrei scommesso”

Tutti ci avrebbero scommesso tranne io?”

Sì. Sei prevedibile, Nara, e Mito, accanto a Yukiko, fa la stessa identica figura dello sfigato che tu fai accanto ad Ino”

Secondo me si sposeranno, un giorno”

Sicuramente.”






Buongiorno gente, quanto tempo...

come va? io...mmh...beh...ho conosciuto tempi migliori...

mi preparo per latino/greco a settembre e cerco di riprendermi dallo stress, per il resto, sto bene XD.


Mi scuso per il ritardo che ho avuto con i regali (immenso, riguardo Ele specialmente) e ringrazio infinite volte Rancia che mi ha betato ( e non sei affatto fuori allenamento) ed Hily che mi ha fatto usare la sua fic.


Grazie.


Adesso io vado, e voi commentate, se ce la fate.



Francy

  
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