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Autore: SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate    15/06/2009    3 recensioni
Bella convive con la matrigna che la costringe a una vita di duro lavoro. Edward è la promessa nazionale del baseball con un sogno segreto a tutti. Si innamorano e iniziano a frequentarsi segretamente. Tutto va bene, finché Bella non si stanca dei segreti ed Edward è costretto a scegliere tra l'amore e l'amicizia. Riusciranno alla fine a stare insieme?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Storia Di Un Amore 

Capitolo Tre: Kelly & Jacob

La mattina quando mi svegliai mi sentivo malissimo. Quella notte non dormii affatto bene, anzi, continuai ad agitarmi nel sonno, svegliandomi continuamente.

Quando scesi per fare colazione Jennifer – ovviamente – era ancora a letto. Chissà se si sarebbe ricordata che Kelly sarebbe arrivata quello stesso giorno. Purtroppo i suoi docenti l’avevano rispedita a casa per il suo comportamento indisciplinato, anche se ovviamente sua madre riteneva fossero le regole del collegio ad essere inadatte ad un ‘animo libero e spensierato’ come quello della mia sorellastra. Sbuffai. Nelle poche volte che ci vedevamo non facevamo altro che lanciarci occhiate avvelenate e insulti, litigando per ogni minima cosa.

Terrorizzata dal poterla vedere arrivare prima del previsto uscii di casa con enorme anticipo, raggiungendo la scuola a piedi. Per Jennifer non valeva la pena spendere soldi per comprarmi un’auto, e di certo non mi avrebbe permesso di andare a scuola con la sua costosissima Mercedes.

Il cortile della scuola era ancora deserto e le auto nel parcheggio erano quasi sicuramente degli impiegati. Mi fermai quando notai una di esse che mi era tremendamente famigliare. O no…

Cercai di allontanarmi il più velocemente possibile, dirigendomi verso il capanno degli attrezzi.

“Ehi, Bella!” Una voce mi costrinse a fermarmi. Presi un profondo respiro e mi voltai.

“Ehi, Jacob!” Sorrisi. Un ragazzo dai capelli neri cortissimi e la pelle bronzea mi raggiunse correndo. Il bianco dei denti risaltava sulla sua pelle scura.

“Come mai già qui?” Mi chiese, fermandosi a pochi centimetri da me. Scrollai le spalle.

“Mi sono svegliata presto.” Sorrise. “E tu?”

“Pensavo di dare una controllata al campo, stasera c’è la semifinale, e oggi pomeriggio devo prepararmi per una verifica, quindi non ho tempo…” Iniziammo a dirigerci verso il campo da baseball, camminando lentamente. “Vieni stasera a vedermi?”

“Non so…” Mormorai.

“E dai… Solo per due orette!” Il suo sguardo da cucciolo bastonato spezzò tutte le mie difese. Mi lasciai andare a un sospiro.

“D’accordo.” Sperai solo che Kelly non si accollasse a me.

“Evviva!” Esultò Jacob Black, raggiante. “Così non avrai più modo di dubitare della mia bravura!” Rise e mi unii a lui.

“Da quando in qua saresti bravo?” Una voce mi fece sussultare. Improvvisamente smisi di ridere, mentre Jacob si voltava verso il proprietario di quella voce melodiosa.

“Ehi Edward! Indovina un po’ chi verrà a vederci questa sera?” Mi voltai lentamente, incontrando il suo sguardo verde.

“Isabella?” Chiese il suo migliore amico, inarcando un sopracciglio, evidentemente sorpreso.

“Bella.” Lo corresse Jacob, rivolgendogli un’occhiataccia. “Sono appena riuscito a convincerla, quindi vedi di non farle cambiare idea, chiaro?” L’ammonì, assottigliando gli occhi.

Un sorriso comparve spontaneo sulle mie labbra. Quando voleva Jacob sapeva essere estremamente buffo.

Edward rimase impassibile, limitandosi a scrollare le spalle.

Il suono della campanella rimbombò fino allo stadio di baseball.

“Dobbiamo andare.” Disse Edward, apatico.

“Sì… Allora ci vediamo stasera Bella, d’accordo?” Annuii, mentre loro si dirigevano verso l’entrata dello stadio. Edward rimase fermo a guardarmi, accennando un sorriso a cui risposi immediatamente. Subito dopo si voltò raggiungendo l’amico. Rimasi a fissarli mentre si allontanavano. Edward Cullen e Jacob Black. Come potevano quei due ragazzi essere amici? Anzi, migliori amici?

Velocemente mi diressi verso la scuola, pronta ad affrontare un’altra noiosa mattinata chiusa in aula.



Appena entrai in casa quattro grosse valigie rosse rischiarono di farmi rovinare a terra. Irritata le spostai dall’ingresso. Entrai in salotto, dove trovai la mia matrigna e la mia sorellastra sedute sul divano che conversavano di abiti, sfogliando alcune riviste di moda.

“Ciao…” Mormorai, passando vicino a loro.

“Bella, perché non saluti tua sorella come si deve? Del resto è da Natale che non vi vedete!” Mi richiamò Jennifer. Mi voltai lentamente, giusto in tempo per notare la faccia schifata di Kelly.

“Bella, potresti portarmi su le valigie? Sono troppo pesanti per me…” Kelly alzò appena gli occhi, per poi riportarli velocemente alla rivista che teneva fra le mani.

Non era affatto cambiata. I lunghi capelli biondi le ricadevano lungo la schiena e le labbra carnose erano piegate nella solita smorfia che la caratterizzava. Nonostante tutto non si poteva dire che fosse una brutta ragazza, anzi.

“Dopo dovresti accompagnare Kelly a scuola, io ho un impegno e non posso proprio rimandarlo.” Io e la mia sorellastra ci voltammo a fissare senza parole Jennifer.

“Cosa?!” Urlammo all’unisono. Lei ci lanciò un’occhiataccia, facendoci zittire.

Infuriata salii al piano di sopra. Le valigie di quella vipera potevano anche aspettare.

Mi chiusi in camera, sdraiandomi sul letto. Ci mancava solo un pomeriggio in compagnia di una delle persone che meno sopportavo al mondo! Non poteva andarsene in un altro collegio invece che dover frequentare la mia stessa scuola?!

Afferrai il cellulare, che aveva iniziato a vibrare.

‘Lo sai che dovrai stare sugli spalti stasera?’ Sorrisi.

‘Purtroppo sì… Infatti sto pensando a una scusa da dare a Jacob, così non sono costretta a restare in mezzo a tutta quella gente.’ Appena finii di rispondere attesi trepidante la sua risposta. Avrei tanto voluto che provasse a convincermi ad andare per potermi vedere.

‘Ma se non vieni poi non ci possiamo vedere… Sicura di non voler venire?’ Il mio cuore batteva come impazzito.

‘Mmm… Ci ho ripensato, ma solo se mi prometti che ci vediamo.’

‘Promesso, però tu vieni, d’accordo?’ Sorrisi nuovamente.

‘D’accordo.’ Riposi il cellulare sul comodino, e mi alzai dal letto, scendendo le scale.

Andai in cucina e presi dal davanzale il libretto degli assegni di Jennifer. Agguantai una penna e mi diressi in salotto. Kelly non c’era.

“Jennifer, devi firmare l’assegno.” Le porsi la penna e il libretto.

“Mi raccomando Bella, voglio che Kelly si trovi bene nella tua scuola, quindi vedi di non darle noie.” Disse firmando con la sua grafia illeggibile. Aggrottai le sopracciglia. Piuttosto era lei che non doveva darmi noie!

“Kelly!” Richiamai la mia sorellastra, che scese le scale agitata. Il cellulare!

“Aspetta, ho dimenticato una cosa… Inizia ad andare in auto, arrivo subito.” Corsi su per le scale, raggiungendo la mia camera e afferrando il cellulare dal comodino.

Una volta in auto Kelly iniziò a chiedermi informazioni sulla scuola. Il solo pensiero di doverla sopportare anche là mi rendeva insofferente.

Il mio più grande timore però era un altro: come avrei fatto a nasconderle che mi vedevo di nascosto con Edward? Nessuno sapeva dei nostri incontri nel capanno degli attrezzi oppure delle sue entrate nella mia stanza la sera… Nemmeno Angela Weber, che potevo considerare come la mia unica vera amica. Più volte ero sul punto di confessarle il mio piccolo segreto, ma il timore di ricevere giudizi mi aveva sempre fermata.

Fortunatamente non avremmo di certo avuto lezione insieme, essendo lei al primo anno mentre io ero già al terzo. Mi costrinse a farle fare un giro turistico della scuola, e questo occupò mio malgrado quasi un’ora, in quanto volle ispezionare da cima a fondo il campo da baseball e gli spogliatoi. Ovviamente non le riferii che quella stessa sera si sarebbe tenuta una partita e che io sarei andata a vederla…

“Allora Bellina…” Digrignai i denti. Odiavo quello stupido diminutivo che mi aveva affibbiata. “Ce l’hai il ragazzo?” Chiese, maliziosa.

“N-No.” Esitai un attimo, presa alla sprovvista. In fondo però dissi la verità…mio malgrado. Non avevo ancora capito cosa potevamo considerarci io ed Edward…

“Ah.” Disse solo, rimuginando su qualcosa. “Non c’è nessuno che ti piace?”

Perché tutta questa curiosità? “Non credo.” Meglio restare vaghe…

Per il resto del pomeriggio sembrò meditare sulle mie risposte scarne, senza però chiedermi altro, anche se a volte sembrava sul punto di farlo.

La sera mi preparai ad uscire, dicendo a tutti che sarei andata a casa di Angela, così che Jennifer non mi desse noie. Fortunatamente convinsi Kelly a restare a casa.

Quando uscii però non mi accorsi di essere inseguita dalla mia sorellastra.

   
 
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