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Autore: hazelnocciola    04/08/2017    6 recensioni
[FANFICTION INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE]
Chi ha detto che senza un Signore Oscuro da combattere i giovani maghi e le giovani streghe di Hogwarts possono vivere tranquillamente? Qui, i ragazzi della Scuola di Magia e Stregoneria si trovano ad affrontare un nemico ancora più temibile: l'adolescenza. Fra amori, amicizie, compiti in classe, gite ad Hogsmeade, burrobirre e il decidere che cosa fare del proprio futuro, i ragazzi di Hogwarts dovranno affrontare sfide molto più grandi.
In questa storia i vostri OC non affronteranno cani a tre teste o maghi senza naso, ma qualcosa di più spaventoso: la vita.
Spero di vedervi partecipare in tanti, ogni informazione si trova all'interno del capitolo.
Con questo vi saluto,
HN
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Tredici personaggi in cerca d’autore

 

Capitolo 2 - (I Can’t Get No) Satisfaction

 

 

 

 

 

 

 

Help me if you can, I'm feeling down

And I do appreciate you being 'round

Help me get my feet back on the ground

Won't you please, please help me?

 

 

 

 

 

 

 

2 settembre, 2017

 

7:30

 

Effy si svegliò stanca. Non aveva dormito tanto quella notte, era quel tipo di persona che se non si addormentava con il proprio cuscino non si addormentava affatto. Di solito se lo metteva nel baule per portarselo a Hogwarts, ma quell’anno lo aveva dimenticato. Aveva già scritto ai suoi genitori perché glielo inviassero per posta.

 

Si alzò dal letto vedendo le sue compagne di stanza che dormivano ancora.

 

Prese la divisa e si diresse verso il bagno ancora deserto. Si infilò nella doccia e fece iniziare l’acqua a scorrere. L’acqua riusciva ad entrare a contatto con ogni singola parte del suo corpo, il suo piccolo, piccolo corpo. Il suo corpo piccolo. Il suo piccolo corpo. Un corpo non abbastanza piccolo. Un corpo non abbastanza, per una persona che non è abbastanza. Abbastanza.

 

 

·•·•·•·

 

 

8:10

 

Carter arrivò nella Sala Grande molto prima di tutti gli altri. C’erano ancora poche persone sedute al tavolo dei Grifondoro e ancora nessuno fra i suoi amici. Si sedette lontano dagli altri ragazzi ed iniziò a mangiare, tirando fuori il foglio con il nuovo orario delle lezioni. Il sesto anno non sarebbe stato affatto facile, soprattutto per uno come lui.

 

Rimpiangeva i primi anni, nei quali quasi ogni pomeriggio era libero. Ora, invece, vedendo tutte le ore che doveva fare gli veniva quasi voglia di tornarsene a casa.

 

«Buongiorno, ragazzi!» tuonò una voce dal fondo della Sala Grande.

 

Carter si voltò di scatto e vide il professor Mortemore entrare dalla porta e camminare spedito verso il tavolo dei professori.

 

«Mi scuso del mio ritardo, ma ho avuto qualche problema con il risveglio» disse, una volta arrivato a destinazione. Poi, si guardò intorno e vedendo solo una manciata di studenti fece: «Dove sono tutti? Le lezioni iniziano fra quaranta…» guardò l’orologio, «quarantasette minuti! Oh, be’. Comunicherete loro ciò che sto per annunciare.»

Carter aggrottò la fronte. Comunicare? Voleva fare un annuncio in quel momento? Con solo una manciata di studenti ad ascoltarlo?

 

«D’ora in poi, vi consiglio di venire molto presto nella Sala Grande, dal momento che potrebbe capitare che io faccia degli annunci. Oggi, il primo è che ci saranno dei Cambiamenti nei vostri orari scolastici.

«Era a tempi molto precedenti ai miei che Hogwarts era solita ad instaurare dei Club che permettessero a voi studenti di approfondire le vostre conoscenze, accrescere la vostra cultura e darvi un po’ di svago. Dalla prossima settimana, voi studenti avrete il piacere di scrivere nel vostro giornale personale che mi sono permesso di battezzare La Gazzetta dello Studente. Nessun professore avrà il diritto di mettere piede nella redazione o di censurare qualche argomento. Naturalmente vi chiedo di non scatenare un putiferio» Silvanus rise sotto i baffi.

 

Be’, di certo era qualcosa di nuovo, ma Carter non era mai stato appassionato di scrittura.

 

«Per gli altri di voi che non sono interessati al giornale, ci sono altre scelte: il Club di Alchimia, il Club dei Duellanti, il Club di Musica ed il Club di Recitazione avranno anche questi inizio dalla prossima settimana. Potrete unirvi a due Club al massimo e per iscrivervi dovete comunicare le vostre decisioni alla professoressa Ogden. Buona giornata e buon proseguimento.»

 

Detto questo, Mortemore fece un profondo inchino e tornò da dove era venuto, ripercorrendo velocemente la Sala Grande e salutando con la mano ogni studente che incontrava per il suo cammino.

 

Poteva non essere così noioso quell’anno, pensò Carter, pensando già al Club dei Duellanti. Almeno avrebbe potuto fare il culo a qualcuno.

 

 

·•·•·•·

 

 

8:20

 

 

Non appena Andy si fu svegliato, si sentì come rinato. Quella tremenda giornata era finita ed era più che deciso a lasciarsela alle spalle.

 

Si alzò con i suoi compagni di stanza che si stavano già vestendo, si mise la divisa per poi fissare la spilla di Caposcuola. Logan Hawks, uno dei compagni di Casa con cui Andy aveva stretto più amicizia, lo prese in giro dicendo come solo il giorno prima si stesse lamentando di essere il nuovo Caposcuola ed ora se ne andasse in giro tutto orgoglioso.

 

I ragazzi si misero tutti a ridere, ma niente poteva scalfire il buon umore di Andy quella mattina.

 

Uscì di corsa dal dormitorio, facendo gli scalini a due a due, sperando di fare abbastanza in fretta da trovare Holly e Ben.

 

Una volta arrivato alla soglia, incrociò il professor Mortemore, il quale gli fece un saluto toccando il capello (quel giorno rosso a strisce bianche). Andy rimase lì impalato, talmente sorpreso dai brillanti occhi verdi del preside.

 

Un volta riscosso iniziò a vagare con lo sguardo per osservare chi fosse già lì delle sue conoscenze.

 

Con lo sguardo riuscì a distinguere Cecilia Nott che era seduta in braccio a Josh Bailey, mentre rideva ad una sua probabile battuta.

 

Lì accanto Carter Dallas stava parlando con una Tassorosso dai capelli ricci e scuri, mentre indicava agitato un foglio di pergamena.

 

Poi vide finalmente Ben e Holly parlare con Malorie Waverly. Andò verso di loro e vide che anche Malorie aveva messo in bella vista la nuova spilla.

 

«Ciao, Grier» lo salutò Ben.

 

Andy fece un cenno con il capo per poi sedersi accanto a Malorie. «Ho appena incrociato Mortemore e mi ha fatto un mini-inchino» fece Andy, prendendo una fetta di pane per imburrarla.

 

«Quel tipo è un grande» fece Holly, con gli occhi fissi su un foglio ed una mano che portava vicino alle labbra quello Andy sapeva essere caffè nero.

 

«Che hai lì?» domandò Andy, nello stesso momento in cui Ben disse: «Quel pazzo?».

 

Holly alzò lo sguardo, come scocciata di dover rispondere a due domande così presto. Si girò verso Andy: «L’orario delle lezioni. Ce lo hai in tasca, presumo sia un incantesimo della Ogden», e poi verso Ben: «È ancora troppo presto per discutere con te.»

 

Andy si infilò una mano in tasca e vide Malorie fare lo stesso.

 

«Ehi, Grier, abbiamo doppia Trasfigurazione insieme» gli disse, guardando la pergamena.

 

Andy si sentì mancare la terra sotto ai piedi. Iniziare l’anno con due ore di professoressa Ogden non era affatto il massimo per continuare il suo proposito di rimanere ottimisti.

 

«Tu vai bene in Trasfigurazione, perché fai quella faccia?» gli domandò Ben, praticamente azzannando un croissant.

 

«Perché il mio Molliccio è la Ogden?» E perché dovrò rivedere Reece Waldegrave.

 

 

·•·•·•·

 

 

9:30

 

Bebe era in ritardo. In tremendo ritardo. Il primo giorno! Non era stata colpa sua: le sue compagne di stanza non l’avevano svegliata e lei si era ritrovata alle nove meno cinque ancora in pigiama. Si era alzata di scatto dal letto, iniziando a mettersi la divisa come veniva, dimenticando il mantello in camera. Il problema? Non sapeva dove andare! Gli altri anni gli orari venivano appesi in bacheca, ma quest’anno nooooo. Facciamo un incantesimo così che gli studenti lo trovino direttamente nelle tasche della divisa!

 

Ora stava correndo per il corridoio, diretta all’aula di Storia della Magia, con le pergamene che continuavano a scappare dalla sua borsa e lei che cercava di mettersi la cravatta con - i denti?

 

Non sapeva neanche che ore fossero quando riuscì finalmente ad entrare nella stanza.

 

Tutti gli occhi volarono verso di lei, tra i quelli c’erano anche quelli di un uomo sulla cinquantina, con i capelli chiari tagliati corti e lo sguardo decisamente scocciato.

 

«Berenice Llyod-Carter, presumo» disse il professore, mentre Bebe iniziava ad entrare nella stanza e a sedersi accanto a Carter, che le aveva tenuto il posto.

«Sissignore» rispose Bebe, lanciando occhiatacce ai suoi compagni quando il professore non stava guardando.

 

«Sono il professor Brubaker. Ora posso sapere il motivo di tale ritardo?»

 

Bebe sentì le risatine delle sue compagne di stanza dietro di lei. «Ho dimenticato di fissare la sveglia, professore.»

 

«Confido sul fatto che non succeda più, signorina. Ora apra il suo libro, stavo dicendo ai suoi compagni che dal momento che siete rimasti molto indietro con il programma l’anno scorso, ora dovremmo recuperare le ultime lezioni del quinto anno. Andate alla pagine quattrocento e due, capitolo dodici, la Resistenza ed i Ghirmidori.»

 

Bebe si accasciò sulla sedia, iniziando a tirare fuori il libro dell’anno precedente.

 

Si girò e vide Carter che la stava guardando come addormentato.

 

La Serpeverde inarcò le sopracciglia in attesa di sapere cosa avesse da fissare il ragazzo. Carter sembrò svegliarsi dal suo stato di trance.

 

«Be’?» fece Bebe. «Nessuna battuta sul mio essere arrivata con trenta minuti di ritardo? Stai bene?»

 

Carter fece un ghigno. «Non dirmi che le tue compagne di stanza ce l’hanno ancora con te per lo scherzetto che abbiamo fatto a Pasqua.»

 

Bebe dovette trattenere una risata, pensando a come con un Incantesimo di Illusione fossero riusciti a far comparire un Thestral in mezzo alla stanza. Tutte le ragazze erano corse via dalla stanza urlando, chi in pigiama, chi con l’accappatoio e chi con le maschere di bellezza alle alghe brune. «Un classico» disse con un sospiro.

 

«Un classico che è costato cinquanta punti alla Casa Serpeverde» le ricordò Carter.

 

«Solo perché avete vinto non vuol dire che me lo devi continuare a rinfacciare!» Bebe si accorse di aver urlato solo quando Brubaker si girò con i freddissimi occhi azzurri infuriati… per la seconda volta.

 

«Posso sapere il motivo di tale eccitazione, signorina?»

 

 

·•·•·•·

 

 

9:45

 

«È troppo complicato per te, Waldegrace?»

 

Dire che Reece odiava Trasfigurazione era poco, la disprezzava con tutto il suo cuore e provava lo stesso per la professoressa Ogden, che non si perdeva un momento per umiliarlo.

 

Quel giorno la Ogden aveva deciso di riprende gli argomenti dell’anno passato, per vedere quanto avevano effettivamente studiato e Reece non riusciva ad evocare quello stupidissimo Demone Stalker.

 

La Ogden continuò a guardarlo per qualche istante, prima di stancarsi e girarsi dalla parte opposta. «Grier» chiamò la prof e Reece vide il ragazzo quasi saltare in aria. «Perché non ci dà una prova di come si deve fare?»

 

Il ragazzo, completamente rosso in volto agitò la bacchetta e recitò la formula: «Stalker Convocàtus», dopodiché la professoressa disse: «Aparecium» ed una creaturina gialla ricoperta di occhi comparve sul banco del Tassorosso.

 

La Ogden si girò verso Reece. «Potresti aver bisogno dell’aiuto di Grier, Waldegrace, sempre che  tu voglia ottenere il M.A.G.O. in Trasfigurazione, si intende.»

 

La donna si girò di scatto, facendo ondeggiare i capelli scuri legati in una coda alta.

 

Tornò alla cattedra, per poi chiedere a Josh Bailey di provare un altro incantesimo, al quale il ragazzo fallì completamente.

 

Reece si sentì sollevato dal sapere che non era l’unico a non riuscire a fare gli Incantesimi dell’anno precedente al suo.

 

Effy gli afferrò la mano sorridendogli per rassicurarlo.

 

Il ragazzo ricambiò il sorriso anche se comunque insicuro.

 

«Ce la farai, Reece» gli assicurò la ragazza. «Non devi mica prendere per forza questo M.A.G.O.»

 

No, certo che non doveva, ma per lavorare al Ministero della Magia era più che necessario il diploma in Trasfigurazione. Fosse stata una qualsiasi altra materia o un qualsiasi altro insegnate, forse Reece si sarebbe sentito più sicuro delle sue possibilità di farcela, ma così com’era messo non credeva ce l’avrebbe fatta.

 

Si girò verso Andy Grier e si accorse che il ragazzo lo stava già guardando. Il Tassorosso diventò più rosso della divisa dei Grifondoro per poi inchiodare gli occhi sul suo banco.

 

Forse gli conveniva davvero chiedere il suo aiuto.

 

 

·•·•·•·

 

 

10:03

 

Holly era affascinata dal professor Lonely. Era l’insegnante più attraente di tutta Hogwarts ed uno dei più brillanti. Cosa c’era di meglio?

 

Ormai stava rispiegando da più di un’ora i Rituali Runici e nonostante Holly avesse preso il massimo nella pergamena che aveva consegnato su quello, continuava a prendere appunti, mentre dalle labbra di Sebastian Lonely le parole uscivano come se fosse musica.

 

Il professore aveva una quarantina d’anni, i capelli scuri e la barbetta ben curata, gli occhi erano di un castano quasi dorato. Girava voce che non fosse completamente umano, ma in piccola parte Veela, ma Holly aveva imparato a non credere a certe voci di corridoio. No, secondo lei la sua bellezza era qualcosa di assolutamente umano e reale (così come lo erano i muscoli che stringevano la camicia che indossava quel giorno).

 

Holly era seduta in mezzo a Ben Carrow e Malorie Waverly, che a sua volto guardava il professore ammaliata.

 

Ad Holly era sempre piaciuta Malorie, anche se non riusciva a capire perché li frequentasse così tanto, dal momento che era una delle persone più popolari della scuola, mentre loro tre stavano abbastanza bene nell’anonimato (anche se c’era da dire che con il nuovo ruolo di Andy, quando passava per i corridoi le capitava di sentire bisbigliare il suo nome).

 

«Quindi, ragazzi, è molto più semplice di quello che potrebbe sembrarvi» disse Lonely, sfoderando un incredibile sorriso.

 

Holly riuscì a percepire qualche sospiro in giro per l’aula, con annesso lo sbuffo da parte di Ben.

 

Holly si girò un istante per guardarlo. I capelli scuri gli ricadevano sugli occhi, che erano persi da  qualche parte nella stanza. Sentendosi osservato, Ben si girò e Holly sentì le gote colorarsi leggermente di rosa.

 

«Devi tagliarti i capelli» gli disse, prima di tornare a prestare la sua attenzione al professor Lonely (un oggetto molto più interessante da osservare, a dir la verità).

 

Le scappò un piccolo sorriso, a vedere con la coda dell’occhio Ben che si prendeva in mano una ciocca di capelli per esaminarla.

 

·•·•·••

 

 

11:15

 

«Fatti avanti, Waverly.»

 

«Non ti conviene sfidarmi, Nott. Non hai presente come finisce ogni volta o devo ricordartelo? Ci sei tu, sconfitta, che mi guardi dal basso verso l’alto.»

 

Malorie non poté fare a meno che un sorrisetto spuntasse sulle sue labbra quando vide il volto di Cecilia Nott che si dipingeva lentamente di rabbia.

 

Il professore di Difesa aveva detto agli studenti di dividersi in coppie e di provare qualche Incantesimo di Attacco e di Difesa, ma non aveva tenuto in considerazione il fatto che alcuni di loro si potessero fare effettivamente male.

 

L’insegnate era Atthil Malew, un uomo sulla trentina molto impostato, ma leggermente svampito alle volte. A Malorie piaceva: si vedeva che era appassionato del suo lavoro e sembrava averla presa sotto la sua ala sin dal primo anno, specialmente perché Malorie aveva fin da subito mostrato un grande talento per la materia.

 

Ora Malew stava passando da coppia a coppia per vedere come se la stavano cavando. La maggior parte di loro usava semplici incantesimi come Expelliarmus e Protego, ma né Malorie né Cecilia avevano intenzione di essere prevedibili.

 

Cecilia si stava tirando su le maniche della camicia e aveva iniziato a mettersi in posizione d’attacco, Malorie fece lo stesso, ma in posizione di difesa.

 

Fu probabilmente dovuto ad un attimo di distrazione dovuto a tutto il movimento che si percepiva in quella stanza che costrinse Malorie a cadere sconfitta del primo Incantesimo.

 

Cecilia infatti, aveva approfittato della situazione e dell’elemento sorpresa per dire: «Poùsikus». Ruotò la bacchetta in aria qualche volta prima di puntarla verso Malorie e fu così che questa si ritrovò schiantata contro la parete del muro a causa di un’improvvisa raffica di vento.

 

Malorie si tirò su a fatica, sotto lo sguardo vincitore di Cecilia. Le facevano male il sedere e la spalla destra, ma non sarebbe stato abbastanza per fermarla. «Non ti conviene continuare a sorridere, Nott» fece, gli occhi azzurri che bruciavano. Malorie puntò la bacchetta contro quella di Cecilia e disse: «Chalèur batòn».

 

La bacchetta di Cecilia si riscaldò al punto che questa fu costretta a lasciarla cadere per evitare che si scottasse.

 

«Evertestàtim». Malorie fece fare un giro orario alla bacchetta puntata verso Cecilia, con l’intento di farla cadere a terra come lei aveva fatto con la Serpeverde, ma questa fu più veloce e si gettò sul pavimento a pancia in giù, evitando l’incantesimo e afferrando di nuovo la bacchetta.

 

Le due ragazze si guardarono negli occhi per qualche secondo, probabilmente cercando di capire quale mossa era meglio eseguire.

 

Intanto nella stanza, tutti i ragazzi si erano fermati e il professore guardava le ragazze senza parole.

 

«Impedimènta!» gridò Malorie, ma l’Incantesimo non ebbe effetto dal momento che pronunciò la parole nello stesso istante in cui Cecilia disse: «Glacius!».

 

Prima che una di loro potesse fare qualche altro attacco, Malew portò le mani alla bacchetta che teneva nella tasca della giacca e disse con tono fermo: «Deste Congluti». Malew puntò la bacchetta prima verso Cecilia poi verso Malorie, formando un segmento immaginario.

 

In un secondo, le due ragazze si ritrovarono incollate per le spalle, incapaci di muoversi in alcun modo.

 

«La lezione finisce qua, ragazzi» disse il professore. Dite che Cecilia Nott e Malorie Waverly sono con me.»

 

Si sentì qualche risatina prima che tutti i ragazzi uscissero velocemente dall’aula, lasciandoci solamente le due ragazze e l’insegnante.

 

«Voi due, siete in punizione. A cominciare da ora.»

 

·•·•·•·

11:20

 

Cura delle Creature Magiche non era di certo la materia preferita di Ofélia, anche la professoressa Faunya Florent era una delle più simpatiche.

 

Era una donna sulla trentina, con i lisci capelli rosso scuro che spesso e volentieri tirava su con delle matite. Era molto alta, più di gran parte dei suoi colleghi e portava sempre degli occhiali neri molto spessi.

 

Insegnava ad Hogwarts da quasi cinque anni e in tutto quel tempo continuava a non stancarsi mai della sua materia: ogni volta che iniziava a spiegare, si faceva prendere così tanto dall’emozione che sembrava dimenticarsi di star parlando davanti a degli studenti e non a degli amici.

 

Era questo che piaceva così tanto a Ofélia di lei: che preferiva pensare che i suoi studenti fosse in realtà degli amici, appassionati quanto lei della materia.

 

Come in questo momento: nonostante fosse solo la prima lezione dell’anno, era già partita spedita e stava spiegando i Fiammagranchio al centro dell’aula, con tutti gli studenti attorno. Era talmente eccitata all’idea di iniziare che non aveva nemmeno fatto l’appello, cosa di cui Ofélia era grata, anche perché… Be’, perché Carter era scomparso.

 

La lezione era iniziata da dieci minuti buoni ed il Grifondoro non era ancora arrivato, cosa strana data la sua fissa con l’arrivare sempre in anticipo, oltre che in orario.

 

Ofélia aveva chiesto agli altri ragazzi di Grifondoro, ma nessuno aveva idea di dove fosse, finché Ofélia non se lo trovò accanto e quasi saltò in aria dallo spavento.

 

«Per la barba di Merlino, Carter!» sussurrò rimproverandolo. «Dove ti eri cacciato?»

 

Quando si fermò a guardarlo vide che aveva il volto completamente rosso e il fiatone, come se avesse appena finito di giocare a Quidditch. «Bebe…» fece annaspando.

 

«Cos’è successo? Sta bene?» domandò Ofélia tutta preoccupata.

 

«Be… Bebe…»

 

«Carter, ti prego parla! Cosa è successo?»

 

Carter le fece segno di fermarsi un attimo, per poi riprendere fiato. «Stai calma» disse, una volta che si fu ripreso dalla probabile corsa. «Sta bene, Burbaker l’ha tenuta alla fine della lezione perché è arrivata con mezz’ora di ritardo.»

 

«Brubaker?» domandò Ofélia, confusa.

 

«Il nuovo prof di Storia della Magia. Insegnava ad Ilvermorny, ieri sera non ce l’hanno presentato perché è arrivato stanotte» spiegò Carter, ben attento a non farsi vedere dalla Florent: non era mai piaciuto particolarmente a quell’insegnante.

 

Ofélia aggrottò la fronte. «E tu sei rimasto lì perché…?»

 

Forse era solo una sua impressione, ma le sembrò che Carter stesse arrossendo un poco. «Nessun motivo» disse piano, evitando lo sguardo della Tassorosso.

 

Poi, una lampadina si accese nella mente di Ofélia. «Capisco…» disse sorridendo tutta soddisfatta.

 

In quel momento, Carter diventò davvero rosso. «Lìa!» gridò piano, prima che l’amica scoppiasse a ridere.

 

 

·•·•·•·

 

 

12:10

 

Josh adorava Erbologia, così come adorava la professoressa.

 

Hesperis Morea Trelawney era molto giovane, ma dimostrava ancora meno della sua età dato il viso rotondo, spesso, quando fu appena arrivata, veniva scambiata per una studentessa in mezzo ai corridoi. Non passava di certo inosservata: i capelli bianchi, la pelle pallidissima, gli occhi di ghiaccio… Giravano tantissime voci sull’insegnante, tra le quali, la più famosa, era che fosse per metà fantasma (cosa naturalmente impossibile).

 

C’era chi diceva che una donna, innamoratasi di uno dei fantasmi di Hogwarts, lo rese con un potente incantesimo, mortale per una notte e che rimase incinta.

 

A Josh dispiaceva pensare che voci così ridicole girassero e che la Trelawney ne venisse a conoscenza.

 

Aveva legato molto con la professoressa, quando le aveva detto che la sua intenzione era quella di insegnare Erbologia. L’insegnante gli aveva così rivelato che no, non era completamente umana, ma in parte ninfa dei boschi, cosa che l’aveva portata ad avere le orecchie leggermente a punta.

 

Josh era entrato nella Serra numero quattro, dove si andò a sedere accanto ad Andy Grier, il quale era seduto, con i libri sul banco mentre fissava il pavimento. «Ehi, Grier» lo salutò. «Come stai?»

 

Grier si girò verso di lui, gli occhi completamente sbarrati e l’espressione assente. Poi tornò a guardare in basso, Josh riuscì a decifrare qualche sua parola fra quelle che stava borbottando, ma tra “mi odierà”, “l’ho messo in imbarazzo” e “uccidetemi” Josh non riuscì a capire il contesto di tale turbamento.

 

Josh iniziò a guardarsi intorno, aspettando che Cecilia si facesse vedere, ma anche quando tutti gli altri Grifondoro furono entrati, la ragazza era assente.

 

Dopo qualche minuto fece il suo ingresso anche la Trelawney e iniziò a fare l’appello. Arrivata al nome di Cecilia, un Grifondoro che Josh non riconobbe disse che era stata fermata dal professore di Difesa e che sarebbe entrata più tardi.

 

Dopo che ebbe finito con i Grifondoro, passò ai Tassorosso. Quando Josh alzò la mano per far vedere la sua presenza, la prof gli rivolse un caloroso sorriso, trattamento che riservò anche a Grier, il quale continuava a borbottare le stesse parole.

 

Josh temeva davvero che il ragazzo fosse impazzito. Forse il ruolo di Caposcuola gli metteva troppa responsabilità sulle spalle.

 

«Bene ragazzi, direi che possiamo iniziare subito con il nuovo programma» disse la Trelawney. «Quindi vi chiedo di iniziare a prendere appunti, dato che questo argomento potrà risultare un po’ spinoso quando arriveremo alla pratica.»

 

Josh tirò fuori la pergamena ed intinse la piuma.

 

L’argomento di quella lezione furono le piante Pericolose e Josh non poteva essere più felice di spendere quelle due ore in modo, a suo parere, così emozionante.

 

·•·•·•·

 

 

12:20

 

Freyja non rimase molto colpita dal nuovo insegnante di Storia della Magia. La materia non l’aveva mai appassionata particolarmente, nonostante avesse ottimi voti. La verità era che non c’era alcuna materia, nemmeno fra quelle che le piacevano, per le quali avesse piacere nello studiare.

 

La sua idea era quella di entrare in classe, conoscere il nuovo professore, prendere appunti e finita lì. Ma l’insegnante, Burbaker se non si sbagliava, aveva altri piani a quanto pareva.

 

«Vi dividerò a gruppi di tre, che sceglierò io in base alle vostre medie dell’anno scorso e insieme ai vostri compagni lavorerete sulla scheda che vi consegnerò.»

 

Freyja abbassò lo sguardo. Dover lavorare con due persone che non conosceva proprio non le andava, anzi, avrebbe fatto di tutto perché ciò non accadesse.

 

Quanto desiderava che Laertes fosse lì con lei. Almeno sapeva di poter lavorare con qualcuno che conosceva bene.

 

Aspettò che i vari ragazzi venissero divisi. Brubaker a quanto pareva non si faceva scrupoli nel dire i voti delle persone pubblicamente, dal momento che iniziò a dividere i ragazzi partendo dai Troll (ce n’era solo uno, in realtà, un compagno della Casa di Freyja che si chiamava Benjamin Carrow).

 

Freyja vide con la coda dell’occhio tutti che andavano a sedersi finché non rimasero lei e una Serpeverde che non conosceva. La ragazza era magrissima, era la prima cosa che Freyja notò di lei. Riusciva a vedere il collo sottile e i polsi minuscoli.

 

«F… Fre… Freyja…» A quanto pareva Brubaker aveva difficoltà con i nomi Islandesi.

 

«Freyja Árna Wellington» lo aiutò Freyja arrossendo.

 

Brubaker storse il naso. Non gli piaceva nemmeno essere corretto, evidentemente. «Grazie» disse infine. «Sei con Effy Gaunt.»

 

La Serpeverde si girò verso Freyja e le rivolse un largo sorriso.

 

«Sono molto deluso dal vedere che solo due di voi hanno Eccezionale in Storia della Magia, ma provvederò io a far ritornare queste classi agli albori della Storia Magica, non temete.»

 

Freyja non credeva che qualcuno sarebbe mai riuscito a fare ciò.

 

«Ci sediamo lì?» domandò Effy, indicando una coppia di banchi nell’angolo della stanza che erano rimasti vuoti.

 

Freyja annuì e le due ragazze andarono a sedersi.

 

«Io sono Effy» le disse la Serpeverde, allungando la mano. Freyja la strinse. «Piacere.»

 

Effy fece per dire qualcosa, ma in quel momento, Brubaker iniziò a passare fra i banchi lasciando le pergamene con le domande. «Ogni gruppo ha delle domande diverse quindi è inutile che cerchiate di copiarvi l’un l’altro. Verrete valutati e vi assicurò che non sarò clemente. Avete quaranta minuti da adesso.»

 

Si sentì un vociare di disappunto in giro per l’aula al quale Brubaker rispose silenziando tutti quanti.

 

Freyja abbassò lo sguardo sulla pergamena. Merda! Non ricordava assolutamente niente della Disputa sul Sangue Puro! Era un’argomento che avevano fatto all’inizio dell’anno passato!

 

«Oh, che bello!» Freyja alzò lo sguardo sconvolta, nel vedere che a dire quelle parole era stata proprio la Serpeverde. «Adoro questo argomento, me lo sono riguardato quest’estate.»

 

Freyja, incredibilmente sorrise. Quella ragazza era strana, sì, ma forse neanche più tanto di lei.

 

«Ti dispiace aiutarmi?» domandò indicando la pergamena con un dito.

 

Le due ragazze si guardarono qualche istante, prima di scoppiare entrambe a ridere.

 

 

·•·•·•·

 

 

13:20

 

Laertes arrivò nella Sala Grande dopo essere passato per il Dormitorio dei Grifondoro a lasciare i libri delle ore già fatte.

 

Quando entrò vide Freyja che parlava con una ragazza che non riconobbe. Aveva la divisa dei Serpeverde, i capelli biondi rovinati lunghi tenuti lisci sulla schiena. Avvicinandosi, Laertes riuscì a distinguere un viso magrissimo, carnagione pallida e grandi occhi verdi. La Serpeverde stava ridendo con Freyja, la quale, sorprendentemente, rispondeva con un largo sorriso.

 

«Ragazze» salutò Laertes, sedendosi accanto a Freyja.

 

La Corvonero gli rivolse un largo sorriso. «Ciao, ‘Ras. Questa è Effy Gaunt, di Serpeverde.»

 

Laertes le fece un cenno che presto si tramutò in uno sguardo confuso, quando vide la ragazza guardarlo spaesata per qualche istante prima di dire: «Oh, ciao.»

 

«Oh, ciao a te» rispose Laertes, allungando la mano verso i maccheroni davanti a sé. Spostò di nuovo lo sguardo verso la nuova conoscenza, prima di avere l’illuminazione. «Tu sei l’amica di Reece Waldegrave!»

 

Effy sorrise. «Sì.»

 

Lartes iniziò a mangiare, soddisfatto di essere riuscito ad indovinare. Non aveva mai avuto una qualsiasi grande conversazione con Reece Waldegrave, ma era uno dei ragazzi più in vista ad Hogwarts, nonostante non sembrasse ci tenesse tanto (cosa che Laertes non riusciva a capire). Ma era senza dubbio tutto grazie al suo aspetto.

 

«A Storia della Magia il nuovo prof ci ha divisi in coppie per scrivere una pergamena sull’argomento dello scorso anno» iniziò a dire Freyja, «Effy è riuscita a salvarmi, non mi ricordavo assolutamente niente della “Disputa sul Sangue Puro”.»

 

Le due ragazze si sorrisero complici.

 

«Il nuovo prof, eh? Com’è?» chiese Laertes, sentendosi escluso dalla loro complicità.

 

Freyja prese un cucchiaio della sua zuppa di zucca e lasciò che fosse Effy a rispondere al posto suo. «Oh, è… Americano» disse infine, come se non le venisse nessun aggettivo positivo in mente.

 

«Americano, eh?» ridacchiò Laertes, prima che il suo sguardo cadesse sul piatto completamente intatto che era davanti ad Effy, eppure dovevano essere lì da un po’ se Freyja stava già finendo il suo. «Non lo mangi quello?» domandò Laertes, indicando l’insalata russa.

 

Effy sorrise, forzatamente a parere di Laertes. «Oh, ho avuto una colazione abbondante» rispose la Serpeverde continuando a mantenere la stessa espressione.

 

Laertes provò a scambiare uno sguardo con Freyja, ma la ragazza guardava d’altra parte.

 

·•·•·•·

 

 

14:00

 

Cecilia non stava mangiando: stava infilzando il suo pezzo di carne con tanta forza che Josh temeva avrebbe finito con il rompere il piatto.

 

«E ha osato Schiantarmi!» gridò, azzannando un pezzo di pane. «Ti rendi conto? Come osa quella brutta figlia di una….»

 

«Okay, okay» la fermò Josh prendendole la mano, prima che la ragazza potesse andare oltre con le parole.

 

Cecilia sembrò calmarsi ed iniziò a respirare di nuovo, quando si fermò a guardare il volto del suo ragazzo. «Ti amo» gli disse dal nulla.

 

«Ti amo anche io» rispose lui, schioccandole un bacio veloce al sapore di dolce alla menta e limone. «Ora, vuoi raccontarmi cosa è successo senza dover insultare nessuno?»

 

Cecilia storse il naso, ma si rassegnò per poi raccontare cos’era avvenuto durante la lezione di Difesa ed il motivo per cui ora era costretta a passare una settimana di punizione con Malorie Waverly e pulire l’aula di Pozioni dopo cena.

 

«Ci hanno accusato del fatto che fosse colpa nostra se c’è ancora rivalità fra le Case e che non ci portiamo rispetto a vicenda. Ti rendi conto? Non è affatto vero!»

 

Josh fece spallucce. «Hai effettivamente chiamato il tuo rospo Salazar per un motivo, non mi sembra porti molto rispetto al fondatore di Serpeverde.»

 

La Grifondoro sorrise maliziosa. «Non metter in mezzo Sal, è un bravissimo rospo.»

 

Josh non poté evitare di ridere mentre alzava gli occhi al cielo. Di una cosa era certissimo: Cecilia Caterina Nott non sarebbe mai e poi mai cambiata.

 

Il Tassorosso decise di cambiare argomento ed iniziò a raccontarle delle sue sventure accadute a Trasfigurazione, ma qualcosa gli diceva che Cecilia era rimasta a rimuginare su Malorie Waverly.

 

Il dubbio risultò fondato nel momento in cui la Grifondoro vide qualcosa che la interessava più di quanto avrebbe dovuto: Elliot Waverly, ragazzone tanto grosso quanto riservato di Serpeverde e niente poco di meno che fratellino di Malorie Waverly, si alzò dal tavolo dei Serpeverde e fece per andarsene dalla Sala Grande.

 

Cecilia ci mise un attimo prima di pararsi davanti a lui e a bloccargli la strada. «Elliot Waverly, cercavo proprio te» gli disse. «Io sono—»

 

«Cecilia Nott» la interruppe il piccolo Waverly. «Lo so.»

 

Cecilia si morse l’interno della guancia per bloccarsi dal dire cose compromettenti. «Ascoltami caro, volevo sapere se qualcosa preoccupa tua sorella. L’ho vista molto giù di morale oggi e mi piacerebbe sapere se posso aiutare in qualche modo» disse con uno dei suoi sorrisi migliori.

 

Elliot Waverly non si scompose affatto, piuttosto si avvicinò piano a Cecilia, con l’intento di incuterle almeno un po’ di paura. Sorprendentemente, ci riuscì. «So chi sei e anche se ci fosse qualcosa che preoccupa mia sorella, ti assicuro che saresti l’ultima persona a cui lo direi.»

 

Detto questo si girò e uscì dalla Sala Grande.

 

Cecilia sentì le orecchie fumare. Si voltò di scatto, andando a sbattere contro Laertes Charrington-Abbey, che iniziò a ridere. «Te l’ha fatta, eh?» disse.

 

L’altra Grifondoro si scostò. «Non ho tempo per le tue cazzate, Charrington» rimbeccò Cecilia, allontanandosi con le scarpe che sbattevano contro il pavimento in pietra.

 

·•·•·•·

 

 

14:55

 

Durward Emery Ormerond era l’insegnante più strano di Hogwarts a parere di Ben. C’erano senza dubbio diversi personaggi strani e il preside ne era la prova lampante.

 

Ormerond insegnava in quella scuola da talmente tanto tempo che nessun professore riusciva a ricordare quando fosse esattamente arrivato, girava voce che dopo aver studiato lì non se ne fosse mai andato e che anche durante le vacanze estive, si aggirasse ogni tanto per il castello.

 

Era incredibilmente vecchio, era difficile dargli un’età esatta a causa della lunghissima barba bianca e la pelle talmente piena di rughe che sembrava avesse dei crateri in volto.

 

Ma a Ben piaceva, forse anche perché andava bene in Pozioni, ma soprattutto perché lo faceva ridere, anche se involontariamente (e Ben non si sarebbe mai fatto beccare a ridacchiare ad una delle sue ore).

 

Dunque, nonostante quella fosse l’ultima ora di una prima giornata incredibilmente lunga, Ben si sentiva abbastanza eccitato all’idea di andare in classe.

 

Holly non era esattamente della stessa opinione, dal momento che si stava trascinando per il corridoio appoggiata al braccio di Ben. «Potremmo saltare la lezione» propose la ragazza, mentre scendevano le scale che portavano nell’aula.

 

«Scherzi? E perderci la prima lezione? Non dirmi che non vedi l’ora di vedere chi decide di prendere di mira Ormerond quest’anno.»

 

Holly fece spallucce. Era già stata nel mirino di Ormerond durante la prima metà del suo secondo anno, ma dopo qualche tempo, Ormerond si rese conto che era meglio passare a qualcun altro, dal momento che con Holly i suoi scherzetti non funzionavano. «Non ti conviene ridere così tanto» lo avvertì Holly.

 

Ben inarcò le sopracciglia. «E perché scusa?»

 

«Perché potresti essere proprio tu la sua nuova vittima» spiegò con un sorrisetto.

 

Ben emise un verso di scherno. «Non succederà, Ormerond mi ama.»

 

Holly lo guardò arricciando il naso. «Benjamin… non è vero.»

 

Il Corvonero alzò gli occhi al cielo, prima di entrare nella classe.

 

Molti degli studenti erano già lì, ma il professore non era ancora arrivato.

 

Ben e Holly andarono a sedersi al centro dell’aula, uno accanto all’altra, come avveniva da ormai sette anni.

 

Ben salutò Malorie Waverly, che andò furbamente a sedersi in fondo. La ragazza era abbastanza furba da non essere ancora stata vittima delle grinfie di Ormerond, e intendeva continuare così.

 

«Guarda chi c’è lì» gli disse Holly all’orecchio, indicando uno dei primi banchi, dove, Ben vide, Reece Waldegrave si stava sedendo accanto ad Elizabeth Gaunt.

 

Un sorrise si formò sulle labbra del Corvonero. «Ma tu guarda…» disse, prima di accorgersi che Holly si stava alzando e si stava dirigendo verso i due Serpeverde.

 

Ben scattò in piedi e seguì la ragazza, convinto di poter evitare il guaio che l’amica stava sicuramente architettando. «Ciao, Reece» fece Holly, appoggiandosi al banco.

 

Da quando in qua lo conosce?, pensò Ben, non potendo evitare di sentire un po’ di fastidio.

 

«Holly» disse Waldegrace sorridendo. Holly fece per dire qualcosa, prima che il Serpeverde la fermasse dicendo: «Volevo chiederti una cosa».

 

La Corvonero sembrò essere presa in contropiede, ma continuò a sorridere ammaliante. «Certamente.»

 

Waldegrace arrossì leggermente. «È un po’ imbarazzante, in realtà.»

 

«Oh, non farti problemi.»

 

Waldegrace evitò di guardare la ragazza. «Ecco, dopo Trasfigurazione avrei voluto parlare con Andy Grier, ma lui è scappato via appena è suonata la campanella…»

 

Che diavolo era? Una telenovela? Perché mai Reece Wladegrave voleva improvvisamente parlare con il suo migliore amico? E perché Holly continuava a sorridergli in quel modo?!

 

«Potresti chiedergli se gli va di aiutarmi in Trasfigurazione per il mio M.A.G.O.?» sputò fuori Waldegrace, sempre evitando lo sguardo di Holly.

 

Per fortuna Holly era più capace di mascherare le emozioni di Ben, dal momento che questo sbarrò completamente gli occhi, mentre lei riuscì a mantenere un’espressione tranquilla (anche se a Ben, sembrò che le tremasse un po’ la voce quando disse: «Figurati, nessun problema»).

 

Sembrò che il Serpeverde si fosse tolto un peso enorme dalla schiena e fu lì che le porte dell’aula si spalancarono e il professor Ormerond entrò marciando pesantemente verso la cattedra.

 

Purtroppo per Ben, questi si accorse troppo tardi che Holly insieme a tutti gli altri studenti erano scappati alle loro sedie, mentre lui era l’unico ancora in piedi e in mezzo all’aula e con il viso di Ormerond praticamente appiccicato al suo.

 

Ormerond sorrise malignamente, scoprendo i denti marci.

 

Ben deglutì a fatica. «Oh no.»

 

«Oh invece sì, Carrow.»

 

 

·•·•·•·

 

 

15:05

 

Elliot era eccitato all’idea di ricominciare le lezioni di Volo, quella era di sicuro una materia nella quale non poteva fallire. L’idea che fosse anche con Grifondoro lo portava a voler vincere ancora di più.

 

Se qualcuno credeva che la rivalità fra le due Case era andata via con il passare dei secoli, si sbagliava di grosso e la faida fra sua sorella e Cecilia Nott ne era la prova vincente.

 

Elliot si chiedeva quale tipo di informazione si aspettava di ricevere da lui la Grifondoro.

 

Non c’era niente che preoccupava Malorie, o forse sì? Poteva essere che Elliot aveva passato tanto di quel tempo a preoccuparsi di se stesso da non accorgersi che c’era qualcosa che turbava la ragazza?

 

Elliot scosse la testa mentre si dirigeva verso l’entrata del Campo di Quidditch, dove gran parte degli studenti era già lì.

 

Con un gesto della mano ricambiò il saluto di Berenice Lloyd-Carter, una sua compagna di Casa. Elliot non aveva mai stretto dei grandi rapporti con nessuno ad Hogwarts, preferendo sempre rimanere nella sua bolla, dove nessuno poteva provare a fargli del male.

 

«Bene! Ragazzi tutti qui in cerchio!» gridò una voce dall’alto. Elliot alzò lo sguardo e vide Carmela Mendez, l’insegnante di Volo che si calava già dalla scopa.

 

La donna andava per la trentina. Aveva i capelli biondi legati in una solida treccia, la pelle abbronzata e gli occhi azzurro ghiaccio. Era una vecchia giocatrice di Quidditch, che aveva appena iniziato a riportare prestigio alla sua squadra quando a causa di un infortunio al braccio sinistro fu costretta a ritirarsi. Elliot era venuto a conoscenza di tutte quelle cose dal momento che era un grande fan di suo padre, Rodrigo Mendez, il miglior allenatore di tutti i tempi, a suo parere.

 

Elliot si avvicinò come da ordini, stringendo intanto la sua scopa.

 

«Perfetto» disse la Mendez. «Ora sarete divisi in coppie, che sceglierò io» e lì si sentirono diversi sbuffi, ai quali la Mendez rispose con delle occhiatacce, «poi vi alzerete a cinque metri da terra e inizierete a fare dei passaggi con le Pluffe, quando ne avrete fatti cinquanta di seguito, vi alzerete a dieci metri e ne farete altri cinquanta, a quel punto uno di voi andrà davanti a un anello e dovrete riuscire a segnare almeno cinque punti a testa. Dopodiché, se rimane tempo, vedremo di fare una piccola partitina.»

 

Elliot ascoltò ogni parola, stando attento a non perdersi neanche un’indicazione, col cazzo che evitava di giocare davvero, avrebbe finito per primo.

 

«Dunque. Charles Beck con Antoine Blanch, Berenice Lloyd-Carter con Caterina Marsh…» La Mendez continuò a dividere le coppie, che a turno andavano a prendere le palle per poi alzarsi in volo. «Elliot Waverly con Carter Dallas, Kyle Stone con…»

 

Elliot si girò verso Carter Dallas, il quale sembrò essere preso in contropiede all’idea di fare coppia con lui.

 

I due si avvicinarono e si fecero un piccolo saluto muovendo il capo per poi dirigersi verso i palloni. A Elliot non dispiacevano i silenzi imbarazzanti, ma a quanto pareva Carter Dallas non riusciva a sopportarli.

 

«Dunque… Sei il fratello di Malorie Waverly, no?» fece Dallas.

 

Complimenti per la scelta di argomento, pensò Elliot, ma rispose con un semplice: «E tu il fratello di Cecilia Nott», mentre prendeva la Pluffa.

 

«Fratellastro» lo corresse Dallas. «A proposito, mi dispiace se mia sorella ti ha infastidito prima nella Sala Grande, fa sempre così quando è arrabbiata con la tua.»

 

Elliot si girò sorpreso. Non si aspettava che Dallas si scusasse per quello che aveva fatto la sua sorellastra. Accennò un piccolo sorriso. «Nessun problema. Mia sorella è uguale alla tua in queste situazioni.»

 

Dallas scoppiò a ridere, cosa che per un momento sorprese Elliot, prima che anche lui si mettesse a ridere. «Sono talmente simili che potrebbero anche essere migliori amiche, se ci pensi» fece Carter, dopo qualche secondo.

 

A questo punto Elliot Waverly, indecifrabile ragazzone senza sentimenti di Serpeverde, sorrise anche lui. «Sei a posto, Dallas» gli disse, mentre si alzavano in volo.

 

Carter gli fece l’occhiolino (o almeno così gli sembrò da lontano) prima di lanciargli il pallone con una forza di cui Elliot non lo credeva capace, ma il rosso riuscì comunque a prenderlo senza scomporsi troppo. A quel punto, Carter rispose con un: «Anche tu, Waverly».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

 

Chi è Ofélia? Ma Gloriana ovviamente! Mi scuso tantissimo con l’autrice per aver usato nello scorso capitolo il secondo nome invece che il primo. *si inchina umilmente per chiedere perdono*

 

(Ma Hazel, gli studenti di diverse Case non si possono sedere insieme! Provate fermarmi.)

 

Comunque ecco a voi il secondo capitolo! Fatemi sempre sapere che cosa ne pensate. Questo capitolo è ancora di presentazione, per così dire. Non ha infatti una vera e propria conclusione, dal momento che ho provato a scriverne una più e più volte, ma non veniva fuori niente che mi soddisfacesse, ho dunque preferito concludere con un semplice POV.

 

Credo infatti che inizialmente questa storia si dividerà in slice of life, mentre andando avanti i capitoli dovrebbero risultare più concludenti. Spero che vi piaccia come idea!

 

Dal prossimo capitolo i personaggi dovrebbero iniziare ad interagire ancora di più uno con l’altro, iniziando a fare nuove conoscenze e a stringere nuove relazioni. Ditemi anche cosa ne pensate dei professori, mi sono divertita tantissimo a scrivere di loro!

 

Mi raccomando, ditemi se non ho reso bene i vostri OC, così che possa migliorarmi per i prossimi capitoli!

 

Ora, le richieste! E vi prego, vi imploro, mandate per messaggio privato, con come oggetto il nome dell’OC e “Risposte capitolo 2” (es. Andy Grier - Risposte Capitolo 2). Non è per scassarvi la vita (passatemi l’espressione), ma per una questione di ordine e dover andare a cercare ogni volta è uno spreco di tempo allucinante.

 

Detto questo, passiamo (questa volta davvero) alle richieste.

 

Infatti come detto dal nostro caro Silvanus ad inizio capitolo, la prossima settimana (quindi nostro prossimo capitolo) apriranno i Club ai quali i vostri OC potranno iscriversi.

 

I Club sono i seguenti:

 

Giornalino scolastico o Gazzetta dello Studente, dove i vostri OC potranno scrivere articoli in diverse rubriche, tra le quali attualità nel mondo magico, recensioni di libri, novità sportive per gli interessati e, fra le altre, una rubrica di Gossip! Giusto per aggiungere un po’ di pepe alla storia.

Club di Duellanti, dove i vostri OC potranno sfidarsi in incontri magici.

Club di Musica, nel quale i vostri OC potranno suonare a livello esperto uno fra i seguenti strumenti: violino, viola, violoncello, contrabbasso, sassofono, clarinetto, arpa, pianoforte e flauto traverso.

Club di Alchimia, dove potranno conoscere questa scienza a livello molto avanzato.

Club di Teatro, che metterà in scena un’opera teatrale alla fine dell’anno. Dovete dirmi se il vostro OC intende lavorare nella troupe (luci, suono, regia, costumi ecc.) o come attore.

 

Ogni personaggio potrà iscriversi ad un massimo di 2 Club.

 

Dovete comunicarmi la vostra scelta assolutamente via messaggio privato e non per recensione. Naturalmente non è obbligatorio iscriversi ad alcun Club, ma vi assicuro che ne varrà la pena perché socializzi con gli altri OC e, chi lo sa, anche con il suo interesse amoroso.

 

A proposito di interessi amorosi! Come vedete, ho già iniziato a giocare con i personaggi (e a seminare un po’ di zizzania in giro ;)), ma se preferite che il vostro stia con un personaggio piuttosto che con un altro, dovete solo dirmelo (naturalmente per messaggio privato).

 

Mi sono fatta un mini-schema per organizzare i capitoli, questo per dirvi che programmo di fare all’incirca 15 capitoli in totale, esclusi Prologo ed Epilogo e qualche sorpresa che ho in serbo per poi (ma niente spoiler, suvvia). Vorrei anche riuscire a far uscire i capitolo a distanza di due settimane.

 

Un’ultima cosa, non so se qualcuno di voi lo ha notato, ma ho modificato il capitolo in cui inserisco la scelta degli OC per una semplice ragione: ho deciso di non dividere tra personaggi principali e secondari, ma di dare lo stesso spazio a tutti i personaggi, come forse avrete già capito da questo capitolo.

 

HN

 

 

 

Riferimenti: Questo capitolo è dedicato al caro ’65!

Il titolo del capitolo è preso dalla famosissima canzone dei The Rolling Stones (I Can’t Get No) Satisfaction del 1965.

L’intro ad inizio capitolo è invece preso da una canzone dei Beatles, del 1965, chiamata Help!.

 

Nuovi personaggi:

 

 

Sebastian Christopher Lonely, 45 anni, insegnante di Incantesimi, ex-Grifondoro. (PV Robert Downey Junior)

Hesperis Morea Trelawney, 26 anni, insegnante di Erbologia, ex-Tassorosso. (PV Aurora Aksens)

Leroy Brubaker, 59 anni, insegnante di Storia della Magia, ex-Corvonero. (PV Mark Harmon)

Faunya Florent, 38 anni, insegnate di Cura delle Creature Magiche, ex-Corvonero. (PV Sara Rue)

Durward Emery Ormerond, età ignota, insegnante di Pozioni, ex-Casa ignota. (PV Colin Morgan... più o meno)

Carmela Mendez, 29 anni, insegnante di Volo, ex-Serpeverde. (PV Kate Winslet)

Atthil Malew, 39 anni, insegnante di Difesa  Contro le Arti Oscure, ex-Grifondoro. (PV Mark Ruffalo)










 

  
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