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Autore: Always_Always    04/08/2017    2 recensioni
Raccolta di momenti e stralci di vita che avvengono alla luce della luna. Perché la notte è splendida ed è molto loro, da Bulma e Vegeta.
Spero che possa piacervi :D
···
01—Darkness. "L'oscurità mastica ricordi, ingoia sogni e rigurgita incubi."
02—Opposites. "L'amore è una convergenza di opposti dai confini sbiaditi."
03—Pain(ting) at midnight. "Il dolore è un pittore con un'innata passione per il sadismo."
04—Bedtime story. "La felicità di Bulma è capricciosa e incoerente come il suo stesso cuore". Guest!Bra
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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N.B: Dragon Ball Super mi sta influenzando più di quanto dovrebbe, me ne rendo conto. Solo che la piccola Bra è troppo tenera. Non sono riuscita a levarmela dalla testa e così, alla fine, è diventata l'ospite speciale di questa storia, che doveva essere tutta un'altra cosa.
Grazie a tutti voi che passate di qua. 
Always_Always


 
 
Bedtime story


 
Che cos’è la felicità? Una casa con dentro le persone che ami.
(Amy Bratley)


 
La felicità di Bulma è capricciosa e incoerente come il suo stesso cuore.

Le sue fondamenta sono fatte di carte che si ammucchiano alla rinfusa e sorreggono un traballante castello di nuvole e sogni.
Sarebbe così facile - così facile - soffiare via le carte e buttarlo giù.

«Papà papà, raccontami la storia di mister scimmia!»

Così facile. Come guardare una bambina di cinque anni in quei grandissimi occhi azzurri e calpestare le sue speranze fino a frantumarle tutte - e dirle che no, mister scimmia non è uno di quei cartoni animati da strapazzo che la fanno tanto ridere ma un simbolo di morte e disperazione, una ghigliottina tagliente che si è abbattuta con ferocia sulle teste di milioni di vite innocenti, persino sugli amici della sua stessa madre.

Vegeta sbuffa, serio. «Tua madre non te l'ha già raccontata?», è la semplice risposta e Bulma lo intuisce con chiarezza che è il suo modo gentile per far cadere la conversazione, perché anche a lui non piace ricordare quei tempi andati: la rabbia è ancora lì che brucia, incandescente come lava, mischiata al sapore amaro di quella schiavitù che l'ha costretto a schiacciare il suo infinito orgoglio per piegarsi ai voleri di quella stessa lucertola che ha causato la morte di tutta la sua specie.

Nessuno dei due ha messo in conto che Bra non è una bambina normale - Bra è un batuffolo celeste che sprizza tenerezza e furia a seconda del momento, è il connubio perfetto di due razze agli antipodi - la parte migliore di entrambi.

«È più bello quando la racconti tu», ribatte, furba - Bulma si specchia in quegli occhi così simili ai suoi ma è la determinazione rovente di Vegeta che vi scorge dentro.

Vegeta sbuffa di nuovo. Bulma, dietro la porta socchiusa, lo osserva sedersi sul letto di Bra - che si è prontamente sistemata le coperte addosso, conscia che papà non è la mamma e certe cose non le fa - e incrocia le mani davanti al petto.

«Un guerriero venuto dallo spazio—».
«No, papà, così non va bene, devi dire "C'era una volta". Tutte le storie cominciano così».
«La storia è mia e decido io come raccontarla».

Bra si acciglia proprio come fa lui, con le stesse rughe sulla fronte e la stessa smorfia insoddisfatta - Bulma soffoca una risata cercando di non farsi scoprire e li guarda scambiarsi occhiatacce ostinate. Alla fine Vegeta brontola sottovoce e riprende a parlare.

«C'era una volta», sottolinea, «un guerriero venuto dallo spazio che stava cercando un degno avversario con cui misurare la sua incredibile forza. Tutti gli altri che avevano combattuto contro di lui non erano stati alla sua altezza, facendogli solo perdere del tempo prezioso. Così sperava che, arrivando sulla Terra, le cose potessero cambiare».
«Quanto era forte questo guerriero, papà?»
«Era molto forte».
«Forte fortissimo?»
«Anche di più».

Bra spalanca gli occhi dallo stupore, si lascia trasportare da quel racconto che ormai conosce a memoria ma che ogni volta è in grado di rapirla. Pende dalle labbra del padre, innocente ma al tempo stesso consapevole, e sogna di incontrare, un giorno, un principe valoroso tanto quanto il suo papà - poco importa se Vegeta sia tutto meno che un principe azzurro.
Bulma ricorda quando anche il suo sogno era quello di trovare il principe perfetto e non può che sorridere di fronte alla sua stessa ingenuità - bisogna andare molto, molto indietro con la memoria, al tempo in cui Goku era solo un bambino su una nuvola gialla e lei non era altro che una ragazzina pronta a dominare il mondo. Non sa dire quando tutto sia cambiato ma un giorno Goku è cresciuto e lei si è scontrata con la violenza cruda di una realtà che non concede principi azzurri, nemmeno con le sfere del drago.

«Sulla Terra», riprende Vegeta, «il guerriero venuto dallo spazio incontrò un altro combattente che, sebbene fosse di una classe inferiore alla sua, era in grado di tenergli testa. Il guerriero venuto dallo spazio, finalmente contento, si impegnò a fondo per vincere quell'ennesima battaglia. Lo scontro fu intenso e feroce, senza esclusione di colpi. Entrambi i guerrieri erano al limite delle loro forze e nessuno sembrava avere la meglio. Ma il guerriero venuto dallo spazio aveva un'asso nella manica, un'abilità che lo differenziava dall'altro: la trasformazione oozaru».
«Mister scimmia!» trilla Bra entusiasta.
Vegeta annuisce. «Grazie alla coda che caratterizzava tutti quelli della sua razza, il guerriero aveva l'abilità di usare la luce della luna per diventare più forte e gigantesco, praticamente imbattibile. Certo, se fosse stato un combattente di terza classe non avrebbe potuto trasformarsi in pieno giorno, dovendo aspettare per forza la luna piena; ma il guerriero faceva parte della stirpe reale, era il migliore, quindi era in grado di creare una luna artificiale per trasformarsi ogni volta che voleva».
«E l'altro guerriero non poteva farlo?»
«No, perché era debole e senza coda. E anche un po' stupido».

Bra ridacchia e Vegeta sogghigna - Bulma sente un tuffo al cuore.

«Ripresa la lotta, il guerriero della Terra non poté nulla contro la potenza inarrestabile del guerriero venuto dallo spazio e fu sul punto di morire nello scontro; ma poi…».
Bra stringe le lenzuola, trattiene il fiato. «Poi? Poi cos'è successo?»
Vegeta la guarda, severo - risponde solenne, come se stesse proclamando una condanna a morte.

«Poi, Bra, hanno imbrogliato».

Bulma deve soffocare un'altra risata per non rivelare la sua presenza che, ne è certa, desterebbe risentimenti da parte di entrambi - è un momento esclusivo, soltanto loro, e lei non dovrebbe immischiarsi; tuttavia c'è così tanto calore tra quei due - ruvido e impacciato, ma innocente e spontaneo - che non riesce a schiodarsi dalla porta.

«In aiuto del guerriero terrestre arrivarono altri tre combattenti. Non erano forti quanto il guerriero venuto dallo spazio - in verità, non erano nemmeno degni di essere chiamati combattenti - ma lo scontro aveva costretto il guerriero venuto dallo spazio a consumare molta energia; inoltre, quei tre lo attaccarono alle spalle, come dei veri codardi».
«Il guerriero dello spazio non lo avrebbe mai fatto, vero?» chiede Bra. «Lui non era un codardo».
«Certo che no. Lui sarebbe morto con onore, come un vero soldato. Ma loro erano dei pidocchi di infimo livello, per questo dovettero ricorrere all'inganno. Mentre il guerriero venuto dallo spazio era distratto, uno di loro gli tagliò la coda e scappò via senza guardarsi indietro».

Bulma ancora ricorda la piena crisi d'isterismo in cui avevano trovato Jirobai, dopo. Ancora oggi, se si fa cenno a quella brutta faccenda, viene scosso da profondi brividi.

«Gli ha fatto male?» domanda timida Bra, catturando di nuovo la sua attenzione.
«Che cosa?» chiede Vegeta.
«Gli ha fatto male quando gli hanno tagliato la coda?»
Vegeta non parla subito. La osserva per alcuni istanti senza muovere un muscolo, poi volta la testa dall'altra parte e risponde: «Questo la storia non lo dice».

E Bulma sa che la risposta è una sola ma sa anche che lui non la rivelerà mai, neppure sotto tortura.

«Comunque, alla fine quei quattro riuscirono ad avere la meglio. Il guerriero della Terra, però, ammise la sconfitta e lasciò andare il guerriero venuto dallo spazio con la promessa che, un giorno, lo avrebbe sfidato di nuovo, e avrebbe vinto senza l'aiuto di nessuno. Fine della storia».

Tra i due cala il silenzio. Vegeta osserva la bimba di sottecchi, con le mani ancora incrociate davanti al petto - la guarda stropicciare la faccia paffuta, la guarda intrecciare le manine tra loro; poi Bra fissa Vegeta con occhi irremovibili e, con la vocina morbida, abbozza un sorriso.

«Se non avessero imbrogliato, avresti vinto tu!»
Vegeta le scocca un'occhiata in tralice. «Non ci senti? La storia non parla di me», si affretta a dire, ma Bra non lo ascolta neppure.
«Che cosa avresti fatto se avessi sconfitto il guerriero, papà?»

Un altro istante di silenzio. Vegeta accantona le scuse e pondera la risposta, poi squadra la figlia e accenna un ghigno - Bulma ha la netta sensazione di dover interrompere i due prima che lui dica qualcosa di irreparabile che per niente si addice alla psiche di una bambina di cinque anni, e sta quasi per entrare nella stanza quando…

«Avrei distrutto la Terra, è ovvio».

Maledizione, pensa Bulma, sulla soglia. Questa me la paghi.
Inaspettatamente, però, Bra scoppia a ridere di gusto, lasciando entrambi di sasso.

«Non dire bugie, papà! Se avessi distrutto la Terra non avresti mai incontrato la mamma!»

Una semplicità spiazzante - la logica di una bambina che vede il mondo solo in bianco e nero, e non come un infinito pastrocchio di sfumature in perenne contrasto tra loro. Vegeta arrossisce di un poco, sotto le guance, e si affretta a voltare la faccia dall'altra parte.

«Sai che liberazione?» ribatte. «Tua madre è una vera rompiscatole. Tu e Trunks siete come lei».
Bra libera un'altra risata leggera. «La mamma dice che questo è il tuo modo per dirci che ci vuoi bene».

Bulma avverte un altro tuffo al cuore, non tanto per le veridicità delle parole di Bra - di cui lei stessa è sempre stata e sempre sarà convinta - quanto piuttosto per lo sguardo di Vegeta, che sebbene resti categoricamente nascosto agli occhi della figlia appare ammorbidito e accondiscendente, quasi docile.

«Visto? Una vera rompiscatole».

Bulma si addentra nel corridoio con la risata cristallina di Bra che entra dalle orecchie e arriva dritta al petto. Pensa che dovrebbe negare a se stessa di sentirsi così bene dopo aver permesso a Vegeta di raccontare alla loro figlia di come ha quasi conquistato il pianeta, rischiando di ucciderli tutti quanti - perché nonostante nelle sue vene scorra il sangue sayan, Bra ha pur sempre cinque anni; eppure…

«Grazie per la storia, papà».
«Adesso dormi».

Eppure sente che ne vale la pena. Che l'incoerenza è diventata parte integrante del gioco nel momento in cui ha dato ospitalità ad un rabbioso principe dei sayan che non voleva altro che morte e distruzione; e che si è perpetrata, negli anni seguenti, concedendole emozioni così forti che non proverebbe mai in nessun altra circostanza, fino a concederle una famiglia che non vorrebbe sostituire per niente al mondo. Nemmeno per il principe azzurro.


 
Ogni famiglia ha un segreto, e il segreto è che non è come le altre famiglie.
(Alan Bennett)



 
   
 
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