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Autore: paige95    05/08/2017    1 recensioni
Protagonisti di questa mia prima FF ambientata nel mondo di Harry Potter sono Hermione e Ron. I due giovani sono sposati e da poco è nata la loro piccola Rose, ma purtroppo la loro vita insieme non proseguirà nel migliore dei modi.
Il narratore è interno, infatti sarà proprio Hermione a raccontarci le vicende e i suoi stati d'animo.
Spero possa piacervi. Fatemi sapere. Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Pentimenti
 
Pur essendo il Ministro della Magia, non vengo sempre messa al corrente di tutto, tanto meno vengo informata sulle ordinarie ronde che vengono assegnate agli Auror. Non voglio far partire Ron senza sapere prima qualcosa di più su questo incarico e nessuno può rispondermi meglio di Harry.
Cerco mio cognato nel suo ufficio, ma non lo trovo. Mi ricordo che è ora di pranzo solo quando me lo trovo davanti e sono mortificata per doverlo disturbare.
“Ciao, Hermione” lui mi accoglie cordialmente
“Harry, so che sei in pausa, ma ho urgenza di parlarti”
“Va bene. Sto andando a pranzare, ti unisci a me? Così parliamo con calma” mi guarda preoccupato
Accetto il suo invito, anche se non credo di riuscire a mandare giù qualcosa.
 
La mensa del Ministero non è molto diversa dalla Sala Grande di Hogwarts. Ci accomodiamo un po’ in disparte, non sono dell’umore per fare conversazione con altri. Di solito vengo a pranzare con mio marito, ma oggi non sarà così, perché siamo ben lontani dalla normalità.
“Allora, Hermione, cosa dovevi dirmi?” Harry rompe il ghiaccio, ma nota la mia esitazione “Non mangi?”
“Non ho fame” giocherello con la forchetta
Mi fissa con lo sguardo amorevole di un padre “Da quanto non mangi?”
Prima di rispondergli lo guardo “Non mi ricordo”
Harry posa una mano sulla mia, ha uno sguardo di rimprovero “Non puoi andare avanti così. Anche se ti lasci morire, la situazione non cambia, anzi, peggiora solo. Io cosa racconto poi a Rose?!” è estremamente serio “Se non mangi, non ti ascolto”
Sorrido a quelle dimostrazioni di affetto e mi sforzo di ingurgitare quello che ho nel piatto.
“Brava. Ora spiegami cosa ti turba”
Esito un momento “Mi sai dire qualcosa di più sull’incarico che è stato assegnato a Ron?”
Harry mi guarda perplesso “Di quale incarico stiamo parlando?”
Non capisco, com’è possibile che lui non sappia niente? È a capo di quel dipartimento, è lui che gestisce tutti i turni.
“Ron mi ha fatto firmare un foglio proprio oggi, c’era scritto che si sarebbe assentato per un mese”
Mio cognato è interdetto, non sa nemmeno di cosa io stia parlando.
“Hermione, io non gli ho dato alcun incarico. Non lo avrei mai allontanato da casa per un periodo così lungo, ha appena avuto una figlia”
Ogni ora che passa sono sempre più sconvolta. Mi ha mentito spudoratamente.
Sono agitata, mi alzo di scatto.
“Hermione, dove vai?” anche lui si alza nel tentativo di fermarmi
“Giuro che lo uccido quel cretino!”
Harry mi prende per la manica della giacca “No, ferma. Non essere impulsiva, ci deve essere una spiegazione”
Scosto delicatamente la sua mano “È quello che intendo scoprire”
Sono davvero determinata a far luce su questa storia. Lo lascio solo con un’espressione al limite della preoccupazione, ma io non mi volto più verso di lui e mi dirigo verso l’ufficio di mio marito.
 
Non faccio in tempo ad arrivare a destinazione che lo trovo nel corridoio. Mi avvicino a passo veloce, lui non fiata, mi guarda mentre lo spazio tra noi rapidamente diminuisce e gli tiro uno schiaffo con tutta la forza che mi è rimasta.
Tutti i presenti si voltano a guardarci, ma non mi importa un accidente di dove siamo o di chi siamo noi. Non ci riesco più a sopportare tutte queste bugie, sono arrivata alla massima sopportazione ed ora sto esplodendo.
“Spiegami immediatamente che cosa stai combinando!”
Ho il fiato corto e lacrime desiderose di scorrere, ma gli grido comunque in faccia.
Non mi risponde, si limita solo a guardarmi come se fossi impazzita.
“Ron! Rispondimi, altrimenti ti giuro che prendo Rose e non mi vedi più!”
Non lo capisco, ma che razza di reazione sta avendo?! Non si difende.
“Ron” abbasso i toni, sono esterrefatta “parlami”
Rivolge lo sguardo a terra. Non capisco se è offeso per lo schiaffo o per essere stato scoperto.
Provo a proseguire “Harry non ti ha dato alcun incarico. Cosa mi hai fatto firmare?”
“Mi dispiace” solo due parole riesce a dirmi
“Per cosa?” mi sto spaventando
Non mi risponde e riprende il suo cammino.
Lo blocco per un braccio “Eh no, Ronald Weasley, basta menzogne, ora mi spieghi, perché sono tua moglie e ho il diritto di sapere in che guaio ti sei cacciato”
“Hermione, ti prego, sto facendo la cosa giusta” non mi guarda negli occhi
“La cosa giusta?” forse ora inizio a capire e questa consapevolezza mi spaventa a morte “Tu mi stai lasciando” gli mollo il braccio con ribrezzo “Era tutta una messinscena. Perché mi pregavi di non divorziare allora??”
Si gira verso di me, ma continua a non avere il coraggio di guardarmi “Mi è tornato tutto in mente, Hermione” fa una pausa, capisco che gli sta venendo da piange, perché alza gli occhi verso il soffitto per evitare che le lacrime scorrano “S-stamattina, dopo che ti ho lasciato i miei ricordi, sono tornato nel mio ufficio. Ero stanco di non sapere quello che era successo veramente, avevo bisogno anch’io di risposte, così ho cercato un incantesimo che mi permettesse di ricordare”
“Allora è vero, mi hai tradita” lo interrompo, mi mancano le forze, mi porto entrambe le mani davanti alla bocca per soffocare il pianto
Non conferma né smentisce, ma dalla sua reazione è tutto fin troppo chiaro.
Prosegue “Dopo quello che avevo fatto, non me la sentivo di starti accanto. Non riuscivo a dirti la verità, ma nemmeno vederti ogni giorno con questo peso sul cuore, sapendo che prima o poi sarebbe finita per davvero non appena ti avessi svelato i miei ricordi. Così non ho visto altra soluzione”
 “Mi hai riempita di bugie” quel poco di fiducia che era rimasta nei suoi confronti si è del tutto dissolta “Te ne saresti andato per te, non per me”
“No, aspetta!” cerca di rimediare avvicinandosi, ma io mi scosto “Ero sincero quando ti dicevo che ti amavo, che mi sei mancata da quando hai lasciato la nostra casa. Sarei tornato, contavo davvero di stare via solo un mese”
“E poi mi avresti detto la verità?!” mi sembra di vivere un incubo, sono certa di svegliarmi da un momento all’altro, mi rifiuto di credere che questa sia la realtà “Ma non ti rendi conto che in questo modo mi hai solo ferita ancora?!”
Non riconosco più l’uomo che ho davanti. Aveva ragione mio padre a chiedermi di lasciarlo.
“Non mi avresti mai concesso di allontanarmi da te senza una motivazione. Al solo pensiero di dirvi addio mi si struggeva il cuore, ma ti ho disonorata, Hermione, se ti resto accanto ti faccio solo altro male”
“Tu non avresti nemmeno dovuto pensare di andartene. Ti avrei perdonato, Ron, avevo solo bisogno di un po’ di tempo. Se solo fossi stato sincero con me, se solo non avessi messo in piedi tutto questo per allontanarti da noi. Saresti partito lasciandomi con il pensiero che ti potesse succedere qualcosa?!” lo guardo infuriata “Ma che razza di padre sei?! Avresti abbandonato tua figlia?!” mi placo, tanto non serve più a nulla urlargli contro “Ti do un consiglio, Ronald: la prossima volta non scappare e risolvi i problemi”
Mi volto, non ho più nulla da dirgli.
Ron mi corre davanti per evitare che faccia altri passi.
“No, ferma! Io non voglio perderti” sta piangendo silenziosamente, gli scorrono lacrime lungo il viso “Ti prego, dammi un’altra possibilità. Ho sbagliato, ma non lasciarmi. N-non credo di poter vivere senza di te” mi guarda con occhi rossi
Lo scosto con il braccio, non riesco ad avere pietà “Levati. Vattene se pensi sia la cosa giusta, ma dimenticami, perché quando tornerai io non ci sarò”
Riprendo il mio cammino, ma un dolore lancinante mi impedisce di proseguire. Non è un dolore interiore, ma fisico.
“Hermione” si accorge della mia incertezza
Mi porto le mani al ventre, è da lì che proviene. Sento come se fossero delle coltellate.
Ron mi si avvicina con l’intento di aiutarmi, ma io lo spingo via “N-non ho bisogno del tuo aiuto”
“Hermione, stai male, devo portarti in infermeria”
“È colpa tua se sto male!” lui mi regge, ma io ho solo parole pungenti
Non riesce a rispondermi.
Un’altra fortissima fitta, l’ultima cosa che sento sono le braccia di mio marito che mi avvolgono prudentemente, poi il vuoto davanti a me.
 
Continua…
   
 
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