Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: Blablia87    05/08/2017    7 recensioni
Piccola raccolta di one shot e flash a tema Johnlock.
Poco più che brevi barlumi, senza una precisa collocazione temporale.
(Il rating può variare)
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt
: “Getting lost somewhere” (Perdersi da qualche parte)
Tipo di coppia: Slash (Johnlock, accenni Mystrade)
Rating: Verde

 
 
 


Lost
 
 

«Non mi sembra una buona idea.»
John - chino in avanti, le mani sulle ginocchia e la bocca socchiusa – scosse la testa, cercando di riprendere fiato dopo la corsa.
«È l’unica cosa da fare, invece» ribatté Sherlock, un ricciolo scuro attaccato alla fronte imperlata di sudore. «Dividersi.»
«Non ho nessuna intenzione di perderti di vista. Usciremo insieme da questa situazione, e lo faremo rimanendo l’uno nel campo visivo dell’altro.» Il medico si riportò in posizione eretta, appoggiando le mani sui fianchi per aiutarsi a distendere completamente la schiena.
«Sono ore che non usciamo l’uno dal campo visivo dell’altro, John. Non sta funzionando. Dobbiamo cambiare approccio al problema.» Sherlock fece una veloce piroetta su se stesso, in cerca di ogni percorso visibile. «Io proseguo verso sud. Tu puoi andare di là» consigliò, indicando con un rapido gesto della mano un bivio alle spalle dell’altro.
«Non riuscirò mai a convincerti a tentare ancora una volta insieme, vero?» sospirò John.
«Neanche se tu fossi dotato – cosa che risulterebbe, a ben pensarci, piuttosto bizzarra – di una pianta accurata di questo posto» confermò il detective, annuendo con forza.
«E va bene. Dividiamoci. Ma se nessuno dei due trova una soluzione entro dieci minuti faremo come dico io. Lo tireremo giù.»
«Il tuo metodo risolutivo è semplicemente barbaro» protestò Sherlock, con fare oltraggiato.
«La tua idea è barbara! Lo è stata fin dal principio! Fanno quasi quaranta gradi, il sole è a picco sulle nostre teste e non hai la più pallida idea di dove siamo!» ribatté John, esasperato, muovendo in modo concitato le mani di fronte a sé.
«Però devi ammettere che quando ho proposto questo come luogo per trovare un po’ di frescura hai condiviso il mio pensiero…» provò il detective, con voce incerta.
«È stato tre ore fa!» esplose il medico. «Tre ore, Sherlock! Ed entrambi ci stavamo annoiando a morte!»
«Va bene, va bene!» si arrese l’altro, alzando le mani in segno di rinuncia. «Dieci minuti. Poi, se non troveremo una soluzione, faremo a modo tuo.»
«Bene. Ottimo» annuì John. «Perfetto» continuò, iniziando a muoversi con passo marziale nella direzione che gli era stata assegnata.
Sherlock lo osservò allontanarsi con la testa leggermente inclinata da un lato. Poi, in silenzio, si incamminò a sua volta.
 
«JOHN!»
La voce del detective, ovattata da rami e foglie, colse il medico di sorpresa.
Spaventato si voltò indietro, non riuscendo a scorgere altro che vegetazione.
«Sherlock?» rispose, titubante.
«JOHN!» urlò di nuovo l’altro, con maggior foga. «JOHN!»
«SHERLOCK!» gridò a sua volta il medico, iniziando a correre. «SHERLOCK!» riprovò, più forte, svoltando a destra e trovandosi in un vicolo cieco. «Maledizione…» imprecò a mezza voce, ingoiando una grossa boccata d’aria prima di riprendere a correre, ostacolato dalla stoffa pesante e rigida dei pantaloni. «SHERLOCK!» tentò ancora, continuando a imboccare percorsi senza una precisa logica. Alla fine, dopo aver svoltato l’ennesimo angolo, il profilo del detective – seduto a terra, la testa contro una siepe - comparve sul fondo del passaggio. «Sono qui…» riuscì a dire Sherlock, agitando stancamente una mano.
«Dio del cielo, mi hai fatto morire di paura!» lo sgridò John, usando gli ultimi sprazzi di energia per compiere i pochi metri che lo separavano dall’altro. «Perché diamine urlavi così?» ansimò, lasciandosi cadere di fianco al detective.
«Non ero sicuro che riuscissi a sentirmi…» boccheggiò lui, abbozzando un sorriso stanco. «Avevo paura ti fossi perso.»
«Ci siamo persi» precisò John, allungando una mano per sfiorare il volto di Sherlock.
«Non è del tutto vero» sussurrò il detective, avvicinandosi in modo che le loro fronti potessero sfiorarsi. «Ma ho capito perché preferissi non uscissimo l’uno dal campo visivo dell’altro.»
«Sì?» domandò il medico, sorpreso.
«Sì» annuì Sherlock, facendo scorrere i suoi capelli su quelli dell’altro. «Anche uno stupido gioco come questo fa paura, se non sai dove si trova la persona che-»
 
«Ah, ecco dove eravate finiti! Il pranzo sta per essere servito» esclamò Lestrade, comparendo all'improvviso alla loro sinistra. «Visto? Abbiamo ritrovato i testimoni» rise poi, girandosi verso Mycroft – immobile davanti all’ingresso di foglie e siepi - con uno sguardo divertito.
«Solo tu potevi scegliere per il ricevimento di nozze una magione con un labirinto, Mycroft» soffiò Sherlock, staccando la testa da quella di John e girandosi in direzione dei due.
«E solo tu, o forse dovrei dire voi, potevate perdervici dentro» commentò il maggiore, serafico, alzando le spalle.
«Ad ogni modo, come vedi, non è propriamente esatto affermare che “ci siamo persi”» commentò il detective, rivolto a John. «Ho trovato l’uscita.»
«Hai…» balbettò il medico. «Perché non lo hai detto subito?!» domandò, esterrefatto.
Sherlock si voltò verso Lestrade, rimanendo in silenzio. In risposta l’ispettore alzò un sopracciglio, confuso.
«Andiamo, Greg. Gli invitati si staranno chiedendo dove siano gli sposi» intervenne Mycroft, con voce pacata. «Sono certo che siano in grado di raggiungere la sala anche da soli, adesso» terminò, lanciando un’occhiata al fratello.
«Forse dovremmo raggiungerli» disse John poco dopo, quando i due – in abito da cerimonia, affiancati – scomparvero oltre l’ingresso del dedalo.
«Concordo» annuì il detective. «Ma, prima, vorrei dirti cosa mi ha impedito di comunicarti semplicemente che avevo trovato l’uscita» sussurrò, appoggiando le labbra, stremato, su quelle dell’altro.
«Mi sono reso conte che non mi piace perderti di vista. Neanche in uno stupido gioco» soffiò fuori, gli occhi chiusi e il respiro superficiale. «Quindi non andare da nessuna parte, senza di me. Okay?»
«Okay» acconsentì il medico, quasi commosso, sorridendo sulla bocca del detective. «Però, al prossimo attacco di noia da cerimonia, cerchiamo un passatempo meno… a rischio di morte per sopraggiunto colpo di calore, va bene?»
«Qualche idea?» ribatté Sherlock, socchiudendo gli occhi.
«Almeno un paio» bisbigliò John, morbido, staccandosi dall’altro e preparandosi ad alzarsi. «E cominciano tutte con un “ti amo”.»
 
 



Angolo dell’autrice:
 
il 29 agosto, dopo quasi 11 mesi, tornerò in Italia.
La nostra esperienza marsigliese è quasi terminata e non so bene come sentirmi, a riguardo.
Sono felice, chiaramente, ma ho da sempre qualche problema (come forse avrete capito! XD) con i cambiamenti.
Ad ogni modo manca davvero poco e stavo pensando che, forse, mi sarebbe d’aiuto - per “ingannare” un po’ il tempo e tenere sotto controllo il nervosismo crescente - scrivere di John e Sherlock come non ho, alla fine, mai fatto (per chiari e manifesti limiti nel trattare il "genere"): con leggerezza.
L’idea sarebbe quella di pubblicare una serie di OS o flash seguendo l’elenco che vi allego qui sotto.
Spero solo non sia un'idea troppo balzana, e che i risultati non siano del tutto disastrosi. ^_^''
 
Intanto, come sempre e di cuore, grazie a chiunque abbia letto fin qui.
 
A presto,
B.
 
 
 
   
 
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