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Autore: paige95    06/08/2017    1 recensioni
Protagonisti di questa mia prima FF ambientata nel mondo di Harry Potter sono Hermione e Ron. I due giovani sono sposati e da poco è nata la loro piccola Rose, ma purtroppo la loro vita insieme non proseguirà nel migliore dei modi.
Il narratore è interno, infatti sarà proprio Hermione a raccontarci le vicende e i suoi stati d'animo.
Spero possa piacervi. Fatemi sapere. Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Indugi
 
È orribile il tragitto dall’infermeria verso il mio ufficio: tutti mi rivolgono un silenzioso sguardo di diffidenza. Ho esagerato con il mio comportamento, sono stata impulsiva e per giunta in pubblico, ma vorrei vedere loro al mio posto come avrebbero reagito. Li fulmino tutti al mio passaggio, mantengo un portamento autoritario, non faccio trapelare alcun segno di debolezza, nonostante sia palesemente sfinita dentro e fuori. Probabilmente a quest’ora tutto il Ministero sarà al corrente che io e Ron siamo in crisi. Mi vedo già sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta nell’edizione di domani.
 
|Il Ministro della Magia e il temerario Auror Ronald Weasley sembra che stiano calando il sipario sul loro matrimonio|
 
Che disastro!
Mi lascio cadere sulla mia poltrona. Non ho modo di evitare di farmi travolgere dagli eventi. Avevano ragione i miei genitori, non era il caso di tornare al lavoro, ma non potevo di certo prevedere tutto questo.
E non è nemmeno tutto, anzi forse è il minimo, perché il peggio è il dolore che devo vivere vedendo la mia famiglia distrutta.
Devo chiamare un avvocato e da quanto ho capito si prospetta anche la vendita della casa.
Per una donna che ha appena vissuto un aborto si chiede veramente troppo. Non mi ero nemmeno accorta di essere incinta, altrimenti mi sarei riguardata sicuramente di più. Ma ormai è tardi per questi pensieri, non ci posso più fare niente ed è meglio evitare di aggiungere ulteriore sofferenza a quella che già c’è. Sono sicura che un altro figlio non ci avrebbe tenuti uniti, forse avrebbe reso ancora più difficile il distacco.
 
Purtroppo per me la giornata tra i miei mille fascicoli passa velocemente e in un attimo cala la sera. Grazie al mio lavoro sono riuscita a distrarmi per qualche ora dai problemi, ma ora tutto ritorna prepotentemente nella mia mente. L’unica cosa che mi spinge ad uscire dal mio ufficio è il pensiero di riabbracciare Rose. Ma prima di concludere questa giornata infernale, ho annunciato a Ron che sarei passata a casa per recuperare i miei effetti personali.
 
È estate, quindi anche l’imbrunire assume caratteristiche piacevoli: l’aria è tiepida e in cielo, essendo sereno, cominciano timidamente a mostrarsi le prime stelle. La stessa scena di ieri sera, quando sono uscita da quella casa con l’intenzione di non rimetterci piede così presto.
Eppure sono qui, difronte alla soglia. Prendo le chiavi con mano tremante e le inserisco nella serratura. La chiave non gira, questo significa che è in casa e non ha ascoltato il mio sottile invito di non farsi trovare.
Mi tocca suonare. Attendo fino a che non mi sente. Quando apre la porta, mi guarda stupito.
“Ron, che c’è?”
“Niente” ha incantato lo sguardo su di me, ma poi ritorna presente e si scosta per lasciarmi lo spazio “Entra. Ti stavo aspettando”
È uscito dal Ministero prima del solito orario, ecco perché non l’ho visto. Forse aveva l’esplicito desiderio di rientrare in tempo per quando sarei arrivata.
Mi fa un certo effetto ritornare qui, dopo quello che è successo, ma cerco di essere forte ed uscire il prima possibile.
Mi avvio verso le scale, non faccio soste, ma la sua voce mi richiama indietro.
“Hermione, aspetta” una supplica implicita 
“Ron, ti prego, non ricominciare, perdiamo solo tempo e ritardiamo l’inevitabile”
Salgo le scale e mi avvio nella cameretta di Rose per prendere i suoi vestitini. Apro le ante dell’armadio e inizio quell’esodo.
Mio marito mi raggiunge quasi subito. Non lo degno di uno sguardo e proseguo nella mia attività. Non mi lascio distrarre, almeno fino a che non mi mette davanti agli occhi un oggetto, a quel punto mi blocco con una tutina a mezz’aria. Lo fisso, è un orecchino, ed arrivo alle mie conclusioni.
“Non è mio”
Appoggio l’indumento che avevo in mano sulla scrivania e proseguo con gli altri vestiti nella medesima azione.
“Lo so che non è tuo”
Mi guarda, forse spera di provocare in me qualche reazione, ma io non mi scompongo.
“E allora?! Sappiamo già di chi è. Nulla di nuovo, Ronald”
È pensieroso.
“Eppure è strano” scruta l’oggetto avvicinandolo agli occhi per analizzarlo meglio
Si inventerebbe qualsiasi cosa pur di farmi tornare con lui. Mi spazientisce, mi sento presa in giro per l’ennesima volta.
“È un orecchino! È semplicemente l’orecchino di una” mi blocco, non sono venuta per litigare ancora e non ne ho nemmeno voglia
Ron ignora questo mio sfogo e prosegue pacatamente.
“Sicura di non averlo mai visto?” attende una risposta che non arriva “Era vicino al mio comodino. Conoscendoti da sabato avrai pulito quella stanza almeno una decina di volte e non te ne sei accorta?”
Mi sta esasperando.
“No, Ron, credimi che se lo avessi trovato prima della camicia, non mi sarebbe passato inosservato” però inizia a lasciarmi qualche dubbio la sua osservazione “Devo averlo tirato fuori nel pulire, forse era nascosto da qualche parte”
“Sai, potrei rintracciare questa donna”
“Cosa vuoi fare??”
La sua considerazione mi pietrifica. Lui si accorge dopo di quello che gli è appena uscito dalla bocca e della mia conseguente reazione.
“No, ma che hai capito! Voglio chiederle spiegazioni” si affretta a correggersi
“Bene, allora, se ti sbrighi, sei fortunato e la trovi ancora libera”
Prendo in mano i vestiti scelti e mi avvio verso la camera da letto. Lui mi segue.
“Hermione, non sto scherzando”
“Neppure io, credimi” inizio a svuotare il mio armadio “L’ultima cosa che ho voglia di fare in questo momento è scherzare”
Mi sento osservata, mentre piego i miei vestiti sul letto.
“Anche se lasci qualcosa, giuro che non te lo vendo”
Cerca di allentare la tensione. Odio quando fa così, sminuisce ogni situazione.
“Dacci un taglio, Ronald!”
Si siede sul letto vicino a dove sto trafficando.
“Vuoi una mano?”
Lo ignoro e proseguo.
“Hermione, ti fermi un momento?”
“Prima finisco e prima me ne vado, così non ti disturbo”
“Ma secondo te mi disturbi??”
Mi ferma le mani, ma io non alzo gli occhi su di lui “Che vuoi ancora, Ron?” ora lo guardo “Non ho più la forza di discutere. Lasciami stare, ti prego” ora sono io a supplicarlo
“Ho intenzione di scoprire a chi appartiene questo orecchino” provo a divincolarmi, ma lui mi blocca “No, ascolta! C’è qualcosa che non mi quadra. Ti chiedo solo di aspettare a chiamare qualsiasi avvocato” mi lascia stupita la sua ingenuità, non troverà alcun fraintendimento, gli eventi sono molto chiari “Hermione, promettimelo. Se non vuoi tornare a casa lo capisco. Ma ho bisogno di certezze prima di distruggere il nostro matrimonio” è sincero, lo leggo nei suoi occhi “Per favore, se fallisco, non perdiamo nulla di più e potrai prendere la tua bacchetta e farmi quello che vuoi”
Attende con ansia una mia risposta. Scosto le mani dalle sue, lui guarda con disappunto quel gesto “Va bene, Ronald” anche io voglio salvare il nostro rapporto, non solo lui e se davvero c’è anche solo un piccolo spiraglio di luce, io non lo voglio cementare “Incluso il punto in cui posso colpirti con qualsiasi incantesimo”
“D-d’accordo”
Credo che temi più me che una lettera di divorzio e questo mi fa scappare un leggero sorriso di compiacimento.
 
Continua…
   
 
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