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Autore: ThestralDawn    06/08/2017    3 recensioni
Severus Piton è sopravvissuto all'attacco di Nagini e è assunto la carica di preside ad Hogwarts. Tra gli studenti di cui si deve occupare ci sono suo figlio, Albus Potter e una nuova studentessa venuta da lontano, con un passato oscuro alle spalle. I tre Serpeverde, al di là delle nuove amicizie e vecchi rancori, dovranno affrontare qualcosa che metterà a repentaglio l'intero mondo magico.
-*-
.."Le forze mi stanno abbandonando, poso lo sguardo sul mio braccio, qualcosa di nero ora ha invaso la mia visuale. Sembra chiedermi aiuto, sembra voler uscire dalla ferita. Non so se quello che vedo è reale o frutto degli spasmi ma qualcosa di enorme e nero sta prendendo vita sul mio braccio: è un teschio, dalla cui bocca esce un serpente come una lunga lingua. Il mio cuore batte all'impazzata e penso possa uscirmi fuori dal petto in questo istante. I miei occhi restano incatenati alla vista del serpente, un istinto che non ho mai provato mi rassicura, non mi accadrà nulla di male finché lui è con me".
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Ho espiato le mie colpe a sufficienza! Sono stato morso da un serpente, ho combattuto affinché il prescelto rimanesse in vita, ho fatto la spia esponendomi ogni giorno per gran parte del mio tempo, sono quasi morto, ho subito un intervento doloroso e mi sono persino unito in matrimonio con una grifondoro, quindi perché ora il destino continua a prendersi gioco di me? Perché ogni giorno continuano ad accadere situazioni potenzialmente pericolose?

Sbuffo, sembra che io non mi possa permettere neanche un anno tranquillo, dove non succede nulla, dove gli studenti si limitano a studiare, dove la mia famiglia non si caccia nei guai, dove un professore non tenta di aggredire una studentessa, la stessa ragazza il cui passato è segnato fin dall’infanzia. Dannazione!

Sbatto frustrato le mani sulla scrivania, ancora non sono venuto a capo della causa che ha portato alla mancanza di Silente; la scelta di invitare Potter qua, a parlare con il figlio, è stata pessima, la peggior decisione che io abbia mai preso. Non solo non sono riuscito a capire che incantesimo abbia evocato Albus, ma il ragazzo ha avuto anche la brillante idea di svenire nel mio studio, probabilmente sovrastato dalle domande e dal peso che si sta portando addosso. Incosciente, degno figlio di suo padre. Speravo davvero di salvarne almeno uno in famiglia. È difficile da ammettere ma in questa circostanza, ho bisogno di Silente e dei suoi consigli.

Mi passo incurante le mani sul volto, sono stanco e questa situazione non mi permette di dormire, l’idea che quel mostro di Berger abbia attaccato una mia studentessa mi fa ribollire dalla rabbia. Sarebbe potuto capitare a chiunque ed è solo colpa mia, l’ennesima che mi viene attribuita. Per mia fortuna, ci sono abituato, sono ormai destinato ad assumermi la responsabilità degli errori altrui.

Il patronus di Madama McFlurry m’informa del risveglio del pozionista e non esito a farlo venire qua, davanti a me, in modo che io possa avercelo difronte un’ultima volta prima di schiantarlo direttamente fuori da questa scuola. Respiro profondamente, è necessario che io mantenga il controllo, quel mostro mi deve servire intatto e cosciente per rispondere alle mie domande; sono dell’opinione che la Guant sia stata solo che fortunata, era predestinata fin dall’inizio a cadere tra le grinfie di Berger, ora devo solo capirne il perché. Avrei dovuto avere maggiore riguardo nei suoi confronti, farla sorvegliare, magari metterle una spia al seguito, almeno così non le sarebbe accaduto nulla di tutto ciò.

Non riesco a fare a meno di domandarmi cosa Berger possa volere da lei; non si tratta solo del sangue, ci sono moltissimi studenti provenienti da altrettante famiglie purosangue di antico lignaggio, sicuramente molto più abbordabili di lei. Ci dev’essere dell’altro. Quando l’ho rinvenuto in corridoio, non c’era traccia della sua trasformazione e ciò può voler dire che ha attaccato la Guant nelle sue piene facoltà mentali, per quanto qualcuno posa credere che le abbia. Per non parlare di Adrien.. ci mancava solo lui e la sua reazione contro il professore. Se non lo avessi spedito a lezione, avrebbe senza dubbia aggredito l’uomo steso a terra, ma per quanto quella stessa voglia abbia pervaso anche me, non potevo certo permettergli una scenata in corridoio. Continua a sfuggirmi la sua reazione. Almeno che..
No. Non può essere, me ne sarei accorto se mio figlio.. Adrien sorride, accanto a lui la Guant gli cinge il braccio, il loro ingresso in Sala Grande, il tavolo condiviso in biblioteca, i pasti consumati sempre assieme..
Le immagini di mio figlio, un’espressione felice sul volto, mi scorrono davanti agli occhi e mi do mentalmente dello stupido, non mi ero reso conto di nulla se non adesso, davanti all’evidenza dei fatti. Tutto rimanda a lei, Clara Guant, a questa ragazza che sembra aver migliorato l’esistenza di Adrien.
“Non posso permetterlo. Non..”
“La porta, Preside”.
Phinneas interrompe il flusso dei miei pensieri. Sfodero la bacchetta e la porta viene spalancata velocemente, dimostrando la presenza di Adenophulus Berger. La tunica è stropicciata, gli occhi spenti, due occhiaie che concorrono con le mie; il volto turbato e Merlino solo sa quanto gli conviene esserlo perché quando avrò finito con lui, non avrà neanche la forza di pensare di poterlo essere.

“Siediti”.
La porta si chiude con un tonfo dietro di lui, mentre sussulta, avvicinandosi lentamente alla sedia nel centro della stanza. Lo sguardo vaga furtivo in ogni direzione, come se si aspettasse l’arrivo degli Auror da un istante all’altro. Oh no, per lui ho riservato il meglio, non ci sarà bisogno di avvisare il ministero, non ancora.
Si siede, il coraggio di guardarmi negli occhi scomparso giorni fa. Sudicio codardo.
“C’è qualcosa di sbagliato.. qualcosa..”
“Non ti ho detto di parlare”.
Apre la bocca ma non dice nulla. Boccheggia, non sembra stabile.
“Ti chiarisco la situazione Berger. Hai aggredito una studentessa, la medesima che ti avevo detto di lasciare in pace”.
Resta in silenzio, ma finalmente i suoi occhi incrociano i miei e quello che scorgo non mi piace. Le pupille sono dilatate, le labbra secche e livide. È in procinto di trasformarsi.
Rapido sono su di lui, la bacchetta puntata al collo, rendendogli ogni movimento impossibile. Perché diavolo mi osserva sorridente? Imprimo più forte la bacchetta nella carne, a quale gioco malato sta giocando?
“Ho sempre dubitato della tua sanità mentale, ora ne ho la conferma”.
La sua risata riecheggia tetra nella stanza.
“Non dovevi tenerla chiusa qua. No, no caro preside. Grosso errore”.
Continua a ridere, incurante del fatto che posso procurargli una ferita mortale in qualsiasi istante.
“Finirai ad Azkaban, ma non senza avermi dato una spiegazione Berger”.
E come se gli avessi annunciato la morte, volta il capo nella mia direzione, alzando le mani in segno di resa, senza più nessuna traccia di divertimento sul volto. La sua espressione è cambiata fin troppo velocemente, non riesce a controllare la trasformazione, il suo alter ego sta prendendo possesso di quel corpo e lui non sembra neanche rendersene conto.
“Az..Azkaban, Severus? Perché.. perchè mi vuoi punire in questo modo? Io.. Ho solo ascoltato ciò che stava dicendo, non capisco”.
Ma di che diamine sta farneticando? Un istante prima ride forsennato come solo un pazzo si comporterebbe e il secondo dopo assume la più incosciente delle espressioni. È riuscito a cavarsela con questo trucchetto per tutta la vita? Lo fisso intensamente, prima di gettare uno sguardo al ritratto di Silente, inconsapevole per un istante della sua inutilità.
“Non ho intenzione di stare a questo tuo squilibrato gioco. Ora dimmi, perché hai aggredito la Guant?”
Spaesato scuote la testa.
“Io.. Io non capisco. Ho solo ascoltato quello che Potter diceva in infermeria. Non so di cosa..”
“ORA BASTA!”
Schianto l’uomo contro il muro, la mia pazienza ha raggiunto il limite. Se non vuole dirmi la verità, lo scoprirò a modo mio. Con la bacchetta che freme tra le mie mani, mi avvicino a lui, steso a terra, tirandolo per il colletto della tunica. Quando scorgo l’ennesimo sorriso sul suo volto, gli occhi spalancati nella mia direzione, i canini prominenti, lo faccio ricadere nel angolo dove l’avevo spedito.
“Sta per accadere Severus, e tu non puoi farci proprio niente. Fermare me non ti servirà”.
Canticchia fuori di sé, nonostante la situazione mi appaia chiara, la sua pazzia è ormai definitiva, perché quello che appare più sconvolto dei due, sembro io? Non ho nemmeno il tempo di pronunciare una maledizione che ecco ricomparire la stessa innocenza nei suoi occhi lucidi.
“Severus non mi fare del male, ti prego!”
Piagnucola come un infante, mi sta facendo impazzire. Qualche istante mentre abbassa la guardia mi è sufficiente per stringerli il collo, bloccargli il respiro e fargli ingoiare una fiala di Veritaserum. Ora parlerà, che lo voglia o meno.

Mi ricompongo, sistemando la tunica e allontanandomi da lui, braccia conserte, spalle girate in attesa di sentire le sue ragioni.
“Dimmi. Perché hai attaccato la Guant”.
Quando non sento alcun suono fuoriuscire dalla sua bocca, mi volto cercando di capire perché la pozione non stia facendo effetto. Quello che vedo mi lascia sconvolto: Berger si contorce sul pavimento, mani alla gola nel vano tentativo di fermare le parole. È uno spettacolo agghiacciante che non credevo di poter rivivere al di fuori delle linee del Oscuro Signore, eppure una forza che facilmente riconosco mi tiene inchiodato dove sono, voglioso di sapere fin dove quel mostro possa spingersi. 
“Profezia. Potter”.
Nel mare di singulti e sussulti riesco a percepire solo questo, prima di issarsi contro la parete e sussurrare una cantilena per me priva di senso.
Non c’è dato sapere quando accadrà, ma in nuova luce e potente aura il discendente comparirà. Portatore di luce pura, tenuto all’oscuro verrà, finché i seguaci dell’oscuro sveleranno la sua natura e mai più sul mondo il sole risplenderà” .
Ricominciando a contorcersi, si strappa le vesti, si graffia il volto e lacera il petto, costringendomi a immobilizzarlo. Non gli concedo il privilegio di farsi del male, quel compito spetta a me.
“Incarceramus”.
Funi spesse lo inchiodano a terra, incapace di muoversi e farsi del male; lo osservo qualche istante prima di schiantarlo un’ultima volta contro la parete, alcuni libri cadono dalle mensole, un mormorio si alza dai quadri appesi. Non ho intenzione di giustificare il mio operato, quell’essere non si merita un briciolo in più della mia misericordia. Gli prendo i ricordi nella speranza di fare chiarezza nel marasma di parole pronunciate, avvisando poi il ministero dell’accaduto.
Nel giro di poco tempo, tre Auror si presentano nel mio studio, prendendo in custodia l’uomo e ponendomi qualche breve domanda, prima di smaterializzarsi in direzione del San Mungo.

*

Vago pensieroso per lo studio, una voce petulante nella mia testa mi ricorda di assomigliare a Silente più di quanto vorrei. Mi siedo, rifletto senza giungere a una conclusione, purtroppo la forza di gravità non sembra dalla mia parte in questa giornata infernale, perciò decido di alzarmi e continuare il mio cammino pensieroso.
Le parole di Berger, o di qualsiasi essere si fosse impossessato di lui, continuano a non avere senso per me. Mi sono immerso nei suoi ricordi, più volte senza trarne nulla di comprensibile. Fa riferimento a qualcosa che sta per accadere, qualcosa di oscuro, si lamenta di aver solo ascoltato delle frasi in infermeria, che abbia avuto un incubo forse? Sbuffo mentre la mia attenzione viene attirata dalle fiale sulla scrivania. Perché il Veritaserum non ha fatto effetto?
Ripenso all’infermeria; Madama McFlurry mi aveva avvisato immediatamente del risveglio di Berger, perciò è impossibile che abbia ascoltato qualcosa, giacché la Guant è stata dimessa quella mattina stessa. Qualcosa mi sta sfuggendo ma più ci penso, meno riesco a fare chiarezza. Profezia.. Potter..

“ALBUS!” 
è stato Potter a pronunciare quelle parole, perché non ci ho pensato prima? Anche lui si trova in infermeria, in questa preciso istante. Mi sono concentrato sulla Guant perché è lei la diretta discendente di..
Mi volto a osservare il ritratto scarno di Silente. Possibile che avesse previsto anche questo? Potter è ovviamente collegato alla mancanza del vecchio preside e allo stesso tempo alla presenza di un nuovo ritratto. A questo punto, non dubito che sia stato lui stesso a ripetere le parole che il nuovo inquilino di questa scuola gli ha riferito, incurante della loro portata.
Se Berger non ha vaneggiato perciò, la stoia sta per ripetersi, Potter è il discendente tenuto all’oscuro che getterà il mondo magico nel caos.
  
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