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Autore: paige95    07/08/2017    1 recensioni
Protagonisti di questa mia prima FF ambientata nel mondo di Harry Potter sono Hermione e Ron. I due giovani sono sposati e da poco è nata la loro piccola Rose, ma purtroppo la loro vita insieme non proseguirà nel migliore dei modi.
Il narratore è interno, infatti sarà proprio Hermione a raccontarci le vicende e i suoi stati d'animo.
Spero possa piacervi. Fatemi sapere. Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Incontri indesiderati
 
Camminare per i corridoi del Ministero oggi è una missione suicida. Ormai non c’è mago o strega che non sia al corrente dei miei problemi coniugali.
Mi sento davvero una stupida, la situazione mi è sfuggita di mano; questa non sono io, cerco sempre di essere riservata, autorevole in linea con la mia posizione, ma ora questa situazione ha messo in discussione persino il mio ruolo; non è una buona cosa che il Ministro della Magia si guadagni la prima pagina sulla Gazzetta del Profeta per motivi così squallidi. Nonostante tutto non riesco proprio a pentirmi per lo schiaffo che gli ho tirato e comunque la figura l’ha fatta anche lui, non solo io, anzi forse di più, perché il giornale allude chiaramente ad una relazione extraconiugale. Provo nel vano intento di consolarmi con questi pensieri, ma è davvero difficile riscoprire quella sicurezza che mi contraddistingue anche nelle situazioni più difficili.
Hanno tutti uno sguardo compassionevole nei miei confronti, come se mi dovesse succedere una disgrazia da un momento all’altro e non sanno nemmeno che la disgrazia si è già consumata. Provo ad ignorarli e a comportarmi come di consueto, ma mi rendo conto di avere un aspetto orribile: il mio viso è sbattuto e pallido, avrei dovuto passare questi giorni a riposo per via della gravidanza, ma ormai la mia vita è diventata un caos, nulla va come dovrebbe.
Odio sentirmi compatita. Ma forse ho parlato troppo presto. Una voce mi chiama alle spalle.
“Ministro!”
Sento passi rapidi. A quel suono mi volto. Qualcuno mi corre incontro. È un collega di Ron.
“Gabriel, come posso aiutarti?” non sono proprio in vena di dialogo, ma devo comunque svolgere il mio lavoro come di consueto, se smetto anche di occupare la mente con gli affari del Ministero, rischio sul serio di impazzire
Ha la stessa aria con cui mi guardano tutti gli altri, ma se si è preso il disturbo di venirmi a parlare, un motivo ci sarà. Peccato non abbia il coraggio di proferire parola.
“Devi dirmi qualcosa?” provo ad incoraggiarlo “Su, forza, non ti tiro alcuno schiaffo” battuta che potevo benissimo risparmiarmi, ma tanto presumo che abbia letto la Gazzetta, ormai sarà diventato il mio segno distintivo
“Mi dispiace per quello che è successo”
È strano il suo comportamento, non siamo amici e nemmeno lui e mio marito lo sono.
“Per l’articolo?”
Mi sto spazientendo, è incerto su quello che deve comunicarmi.
“Ecco vede” mantiene una posizione di distacco “so che non sono affari miei” tanto ormai sono diventati fatti di tutti “ma volevo chiederle se quello che ho letto sul giornale riguarda veramente una questione di tradimento”
Cerco di mantenere un tono educato, ma la domanda mi ha molto infastidita “Perché me lo chiedi? Il Profeta non è stato abbastanza chiaro?”
Cerca di recuperare, probabilmente si è reso conto di essere stato invadente e sfacciato con questa domanda.
“Non è mia intenzione mancarle di rispetto, ma”
Lo interrompo “Senti, Gabriel, sarò sincera, già la conversazione mi mette a disagio, quindi se potessi usare toni informali te ne sarei grata”
“Va bene” acconsente alla mia richiesta “Hermione, non so se tu ne sia già al corrente, non voglio complicare ulteriormente la situazione dandoti questa informazione e non è nemmeno per voltare le spalle a Ron, ma sabato scorso l’ho visto in compagnia di una donna, stava passeggiando con lei e scherzavano tranquillamente”
Nulla di nuovo, ma Ron mi aveva detto di non essere totalmente in lui quella sera, che la sua volontà era stata annebbiata da qualcosa e con essa erano stati cancellati anche i suoi ricordi.
“E stava bene? Voglio dire, aveva l’aria di essere alterato?” mi rendo conto che questa domanda metta in discussione la parola di mio marito, ma avere una prospettiva esterna può aiutare a fare chiarezza
“Era in uno stato normale”
Non ha senso, non può essersi inventato la storia dei ricordi solo per farla franca. Non posso dubitare così tanto di lui, non arriverebbe mai fino a questo punto, su questo mi giocherei la bacchetta, ma Gabriel mi ha insinuato dei dubbi.
 
Nonostante la notizia che ho appena ricevuto, sono stranamente tranquilla, probabilmente non ho nemmeno più la forza di pensare a qualche suo subdolo piano per ingannarmi, anche se ultimamente non è così raro che capiti.
Mi dirigo verso l’ufficio di mio marito e busso.
La sua voce mi invita ad entrare ed io apro la porta.
“Hermione, cosa bussi a fare?!”
Appena mi vede si alza dalla scrivania e mi viene incontro con uno dei suoi soliti sorrisi.
“Andiamo a pranzo”
Questo turbinio di eventi mi ha fatto totalmente perdere la cognizione del tempo.
Sta per aprire la porta, ma la mia voce blocca la maniglia a metà strada.
“Sì, ma prima ti devo chiedere una cosa”
Ho un tono pacato, ma profondo e questo lo allarma.
“Che c’è?”
Vorrai dire cos’altro c’è.
Mi vergogno per quello che sto per chiedergli, vorrei tanto non farlo, ma almeno evitiamo altri fraintendimenti, che al momento non ci servono.
“Se io ti chiedessi” esito, non ci riesco, in questo momento mi sento più colpevole di lui
“Che cosa vuoi chiedermi?” mi guarda con aria interrogativa e ha ragione ad avere questa espressione, lo sto tenendo sulle spine con la mia incertezza
Non riesco a guardarlo negli occhi “T-ti posso chiedere di vedere i ricordi di sabato?”
L’ho preso letteralmente alla sprovvista, indugia a rispondermi.
“Hai detto che hai fatto un incantesimo per farli affiorare, giusto?”
Continua a guardarmi, ma il suo sguardo parla da sé, si sta arrabbiando a quella richiesta.
“So che sono incoerente. Ieri volevi mostrarmeli e mi sono rifiutata”
Finalmente si decide a reagire.
“Perché mai vorresti sottoporti ad una tortura simile?”
“Perché, se entrambi sappiamo cos’è successo, abbiamo una base comune da cui partire per avere delle spiegazioni”
Non gli sto mentendo. Anche se so che sarà peggio della morte, è essenziale che io lo faccia.
“Non ti fidi, vero?” è normale che arrivi ad una tale conclusione e forse ha ragione
“Come?” mi vergogno sempre di più della mia richiesta
“Hermione, è chiaro che hai dei dubbi. Li vuoi condividere con me?”
Ora mi tocca raccontargli dell’incontro che ho appena avuto.
“Ron, premetto che non dubito di te”
Ma se l’ho fatto dall’inizio. Ora sono io a mentirgli, solo che faccio fatica persino ad ammetterlo.
“E di chi allora?” sento rabbia e rimprovero nella sua voce
Prendo un respiro “Gabriel”
A quel nome si agita “Che c’entra con noi?”
“Ti ha visto sabato con quella donna e ha detto che gli sei sembrato in ottima forma”
“Quindi ti avrei tradita perché mi andava di farlo, giusto?” sta alzando la voce
“Ron, ti prego, calmati” cerco di avvicinarmi a lui, ma si scosta con disappunto “Non sto dicendo questo, magari non ricordi quel dettaglio”
Queste mie parole lo fanno infuriare.
“Come faccio a calmarmi se ti fidi più di un estraneo che di tuo marito?!” inizia a gesticolare dall’agitazione “Hermione, quello non è un dettaglio! Per quale altra ragione allora non avrei ricordato quello che era successo?!”
“Ron, mi stai spaventando” non aveva mai alzato la voce in questo modo rivolgendosi a me, lo guardo sconcertata
“Tranquilla, tolgo il disturbo, così non ti spavento più”
Apre la porta, ma io trovo il coraggio di riprendermi e di richiuderla, facendo pressione contro la sua forza.
“Ronald! Finiscila di comportarti come un bambino”
Abbassa finalmente la voce, ma è affannato dall’ira.
“Stasera pensavo di cercare quella donna” fa una pausa “Vuoi venire con me?”
Mi prende alla sprovvista. Prova a spiegarmi il motivo di questa richiesta.
“Così avremo tutte le risposte che stiamo cercando”
“E cosa ti fa pensare che la voglia incontrare??”
“È peggio che vedere quello che ho fatto con lei??”
Non andiamo più d’accordo, non riusciamo a costruire un dialogo civile, non siamo in grado di comprendere le nostre ragioni. Qualcuno o qualcosa ha tirato il freno sul nostro rapporto e noi non riusciamo più a farlo ripartire.
“Basta, Ron, sono sfinita. Non riesco più a sostenere questa situazione. Non mi importa più sapere per quale ragione mi hai tradita. Lo hai fatto e questo non lo smentisci nemmeno tu. Scusami, ma non posso più mantenere la promessa che ti ho fatto”
“Il tempo a mia disposizione è già terminato? Vuoi divorziare?”
“Sì” la mia risposta è decisa, non indugio nemmeno un momento e questa mia prontezza lo lascia senza fiato, non se lo aspettava
“E il pensiero di perdonarmi non ti sfiora più, vero?”
“Ron, non è più questa la questione”
Si offende per questa mia considerazione.
“Quindi deduco tu non sia mai stata felice con me!” mi fissa negli occhi per avere la risposta “Hermione, mandami tutti i documenti che vuoi, ma non riuscirai mai a farmi firmare il nostro divorzio. Il tempo lo impiego per salvarlo. Io, ma non tu a quanto pare. Sembra tu abbia una gran voglia di liberarti di me”
Cerco di mantenere la calma, ma queste insinuazioni sono sconvolgenti per me.
“Sei ingiusto, Ronald, ora fai passare me per la cattiva, quando io sto solo subendo. Perché mai vorrei liberarmi di te, quando avrei trascorso il resto della mia vita al tuo fianco?? Sarei stata persino felice di avere un altro figlio, nonostante Rose sia ancora molto piccola, perché era il nostro bambino. Quindi se non sai più cosa dire, taci che è molto meglio”
Apre la porta nuovamente.
“E adesso dove vai?”
Mi risponde con ovvietà “Trovo la donna con cui ti ho tradita. È lei l’artefice di tutto questo e dovrà rispondere alle mie domande. Ha manipolato la mia mente ed io scoprirò il motivo. Mi sta facendo credere di averti tradita, ma troppe cose non tornano, i ricordi non corrispondono alla realtà”
“Credi abbia simulato tutto??”
Non mi risponde.
“Ron, non puoi assentarti dal lavoro”
“Licenziami, fa come ti pare. Ma senza te e Rose io non ci sto. Quindi non torno finché non l’ho trovata”
Mi sta spaventando la sua determinazione, pur di conoscere la verità andrebbe contro tutto e tutti.
Prima di richiudere la porta, si riaffaccia dentro l’ufficio.
“E per la cronaca, anche io volevo quel bambino”
Stavolta se ne va davvero.
Esito un attimo, ma poi gli corro dietro. Faccio appena in tempo a sfiorargli il braccio prima che si smaterializzi.
 
Continua…
 
   
 
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