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Autore: Justice Gundam    07/08/2017    3 recensioni
Tre anni dopo la distruzione di Lucemon, i Leggendari Guerrieri saranno costretti a tornare in scena: numerosi Digimon ostili stanno infatti iniziando ad apparire nel Mondo Reale, e Takuya e i suoi compagni saranno costretti a scendere di nuovo in campo... ma che cos'è quella misteriosa organizzazione, la DATS, che sta cercando di tenere i Digimon sotto controllo? Chi è che sta dietro a questa invasione? Forse qualcuno, tra le file di una delle fazioni, sta complottando qualcosa di ancora più terrificante? I Leggendari Guerrieri, assieme a nuovi alleati e ai giovani agenti della DATS Masaru, Touma e Yoshino, dovranno venire a capo del mistero, prima che sia troppo tardi per entrambi i mondi! Riusciranno nella loro impresa? Quali incredibili segreti li attendono?
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Digimon Frontier & Savers: Record of Digital Wars

Una fanfiction crossover (Digimon Frontier & Savers) scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 52 - Ritrovo nella Città Sacra

Visto da vicino, ElDoradimon sembrava ancora più impressionante di quanto già non fosse dalla distanza. Era talmente immenso che l'intero gruppo di Masaru avrebbe potuto stare benissimo nella sua bocca, e gli sarebbe ancora rimasto posto per qualche altro boccone. I suoi enormi occhi da rettile erano rossi con la pupilla nera, il che dava al suo sguardo ancora maggiore intensità, e la città fortificata che sorgeva sul suo guscio era uno spettacolo che nessuno di loro - Digimon compresi - avrebbe mai pensato di vedere.

Con un grugnito tonante, ElDoradimon abbassò la testa verso Masaru e i suoi compagni, e la piccola Chika emise una breve esclamazione di paura e andò a nascondersi dietro la schiena di suo fratello, con Dorumon che cercava di starle accanto e farle un po' di coraggio.

"Va tutto bene, Chika." disse Masaru. "Sono sicuro che ElDoradimon non ci farà del male."

"Sembrerebbe tranquillo... speriamo che lo sia per davvero!" commentò Agumon, non nascondendo un po' di nervosismo. Solo quando l'immensa testa di ElDoradimon ebbe quasi toccato terra i ragazzi riuscirono a vedere che c'era qualcuno là sopra... per l'esattezza, si trattava di Baronmon, il Digimon mascherato che faceva da storico ed archivista del Mondo Digitale, accompagnato da un paio di graziosi Piximon che svolazzavano al suo fianco. Da come si stava presentando, dava l'impressione di essere amichevole.

"Benvenuti ad ElDoradimon, la Città Sacra di noi Digimon." esordì il Digimon di livello Armor, dando un'attenta occhiata al quintetto di umani. Tre ragazzi adolescenti e due bambini, ognuno con un Digimon al suo seguito... proprio come gli era stato detto, e anche le descrizioni dei Digimon corrispondevano. "Io sono Baronmon, archivista del Mondo Digitale e umile servo dei Tre Grandi Angeli. Il vostro arrivo mi era stato già annunciato da dei vostri amici."

"Nostri amici?" chiese Tohma, non del tutto sicuro. "Immagino che questo voglia dire che qualcuno dei Leggendari Guerrieri è già arrivato."

"Sono arrivati tutti, in realtà. Alcuni dei Leggendari Guerrieri sono arrivati qui qualche giorno fa... e gli altri, soltanto qualche ora fa." affermò Baronmon, mentre Chika si azzardava a farsi avanti. "Tranquilli, ElDoradimon non ha nessuna intenzione di mangiarvi. Sa già che voi siete qui per aiutarlo e per fermare coloro che vogliono trascinare il nostro mondo nell'anarchia."

"Meno male..." Raramon tirò un sospiro di sollievo.

"Heh, ve lo dicevo, io, che non c'era niente di cui avere paura!" esordì Masaru, con un modo di fare che per qualche motivo fece provare a Tohma una punta di fastidio. C'era qualcosa che non gli piaceva, in tutto questo... "Bene! Se i nostri compagni della DATS sono qui, allora la compagnia è riunita! Puoi portarci da loro, Baronmon?"

Il Digimon mascherato fece un cenno accomodante con la testa. "Certamente. Ne sarò molto lieto." affermò. "Prego, se voleste seguire me e i miei compagni, vi porterò là dove si trovano i vostri amici."

"Grazie mille, apprezziamo molto!" esclaamò il piccolo Falcomon. Masaru ed Agumon furono i primi a salire sull'immensa testa di ElDoradimon, mettendoci giusto un attimo a prendere confidenza e mantenere l'equilibrio... poi, una volta superati i loro timori iniziali, anche gli altri agenti della DATS salirono sul Digimon-città, seguendo Baronmon e i suoi compagni Piximon verso il centro abitato vero e proprio. Numerosi Digimon di vari livelli, soprattutto In-Training e Rookie, si erano riuniti per dare loro il benvenuto, accogliendoli con calore.

"Guardate! Sono finalmente arrivati!" esclamò una Palmon.

"Sono i compagni dei Leggendari Guerrieri..." disse sollevato un Armadillomon, sollevando poi una delle sue zampette artigliate per salutare. "Ehilà! Salve a tutti! Benvenuti ad ElDoradimon!"

"Salve! Salve! Grazie mille!" esclamò Agumon, contento di aver finalmente trovato un luogo dove le loro imprese venivano celebrate. "Il capo ed io siamo felici di conoscervi!"

"Certo che sono venuti in pompa magna per accoglierci." commentò Yoshino, ricambiando il saluto di un nutrito gruppetto di Biyomon ed Hawkmon. "Se non altro, almeno questa parte del viaggio non ci darà problemi."

"Quello che mi preoccupa è il fatto che un Digimon così grande è un ovvio bersaglio per i Gizumon di Kurata." rispose Tohma. Il giovane prodigio non aveva smesso nemmeno per un attimo di guardarsi attorno, in modo da farsi una buona idea della situazione in cui si trovavano, e soprattutto di quanto poteva essere sicuro quel posto nel caso fossero stati attaccati da qualche nemico. A guardarlo così, doveva ammetterlo, poteva anche sembrare sicuro... ma Tohma non era tipo da sottovalutare alcuna evenienza. "Una volta che Kurata e Gallantmon lo avranno individuato, ElDoradimon sarà sotto attacco da parte di tutti i nostri nemici. Non soltanto perchè noi ci troviamo qui, ma anche perchè ElDoradimon finirà per essere una sorta di simbolo della resistenza."

"Non sono sicuro di comprendere del tutto, signore..." affermò Gaomon.

Tohma spiegò quello che voleva dire con tutta calma.  "E' abbastanza semplice, in realtà. Questo è il luogo in cui si è raccolta la più grande concentrazione a noi conosciuta di Digimon che si oppongono sia a Kurata che a Gallantmon. E' un potente simbolo di libertà e speranza, e i nostri nemici lo sanno... per questo cercheranno di intensificare i loro attacchi. Sanno fin troppo bene che se riuscissero ad espugnare ElDoradimon, sferrerebbero un colpo decisivo a tutti coloro che anche tentano di opporsi a loro, sia dal punto di vista delle risorse che del morale. Mai sottovalutare la componente emotiva, Gaomon."
Il lupacchiotto pugile fece un'espressione pensierosa. "Sì... capisco cosa volete dire, signore." affermò. "Ora più che mai è necessario concentrarci sulla difesa, finchè non saremo sicuri di poter sferrare un colpo decisivo a Kurata e a Gallantmon."

"E ancora non sappiamo abbastanza di Gallantmon e delle sue risorse per poter muovere contro di lui." affermò Tohma "Spero solo che gli altri si rendano conto di questo problema e prendano abbastanza sul serio la difesa di ElDoradimon."

Gaomon storse il naso e guardò in direzione di Masaru ed Agumon... che in quel momento erano nel bel mezzo di una vivace celebrazione! Numerosi Digimon si erano riuniti attorno al giovane street fighter e al suo partner digitale, esultando ed acclamandolo.

"E' arrivato il figlio del nostro salvatore!"

"Lunga vita al figlio di Daimon!"

"Con voi siamo sicuri che ce la faremo!"

Anche Masaru ed Agumon sembravano imbarazzati da come gli abitanti di ElDoradimon li acclamavano... e soprattutto, la loro attenzione era stata attirata da quel nome che era stato fatto... Daimon, il cosiddetto salvatore. "Hey, hey, gente! Un momento!" esclamò Masaru. "Come... come sarebbe a dire, il vostro salvatore? State... state parlando di mio padre, Suguru Daimon?"

"Più esattamente, del nostro salvatore, ragazzo mio." affermò Baronmon con un cenno della testa. "E' stato lui il primo di voi umani a raggiungere ElDoradimon e stabilire un contatto con noi Digimon. Lui per primo ci ha insegnato che ci poteva essere tolleranza ed amicizia tra di noi, e se non fosse stato per la follia di qualcun altro, forse al giorno d'oggi la situazione sarebbe molto migliore."

"Quindi... papà è venuto qui!" esclamò Chika, passando rapidamente della sua iniziale titubanza ad una cauta eccitazione. "E... e poi, dov'è andato? Lo sapete, per caso?"

"Vorrei saperlo anch'io..." affermò Masaru. "E' da più di tre anni ormai che non abbiamo più sue notizie, e... se potessimo saperne di più, la cosa ci farebbe molto piacere."

Baronmon scosse la testa. "Siamo spiacenti, ragazzo... vi daremo volentieri tutte le informazioni che volete, ma da quando il nostro salvatore se n'è andato per cercare il dio del Mondo Digitale, Huanglongmon-sama, non abbiamo più avuto notizie di lui." affermò. "Nessuno di noi ha mai visto Huanglongmon-sama, quindi... non ho idea di come potrebbe aver fatto a raggiungerlo."

"Capisco... beh, in effetti è proprio da lui fare una cosa del genere!" affermò Masaru con una risata divertita. Lui stesso era un po' sorpreso... si aspettava che sarebbe stato più arrabbiato verso suo padre per il modo in cui se n'era andato in giro per Digiworld, e invece non lo biasimava per niente. Sapeva fin da quando era molto piccolo che suo padre amava l'avventura e la scoperta, e sua madre non era mai stata insofferente verso questo suo modo di fare. "Comunque... è già qualcosa. Adesso almeno so che papà stava bene quando è partito da qui."

"Ma adesso non è il caso di perdere altro tempo... meglio che andiamo a vedere di Takuya e gli altri." affermò Raramon con la sua vocetta acuta. "E poi, dobbiamo sfruttare ogni momento a nostra disposizione per addestrarci con le nostre nuove forme Mega."

"Giusto... prego, seguitemi. Vi porterò dai Leggendari Guerrieri." affermò Baronmon, riprendendo a guidare gli agenti della DATS attraverso le vie della grande capitale itinerante di DigiWorld, mentre la festa attorno a loro non accennava a smorzarsi...

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Takuya Kanbara e i suoi compagni non avevano dovuto attendere a lungo. Non appena ElDoradimon si era fermato, i Leggendari Guerrieri erano stati convocati in una stanza delle riunioni, assieme a numerosi altri Digimon che facevano parte del nucleo governativo della città viaggiante, e solo qualche minuto dopo, le porte della sala si aprirono e fecero entrare il gruppo di agenti della DATS, accompagnati dai loro Digimon! Masaru ed Agumon furono i primi a seguire Baronmon attraverso le enormi doppie porte, e Takuya si alzò dal gradino di pietra dove era seduto per andare ad accogliere il suo amico.

"Ehilà, Masaru-kun!" esclamò il giovane Leggendario Guerriero del Fuoco, andando ad accogliere Masaru con una stretta di mano e una pacca sulla spalla. Masaru ghignò e ricambiò il gesto, per poi guardare in direzione dei seggi e notare che c'erano, effettivamente, tutti e dieci i Leggendari Guerrieri, Bokomon e Neemon... oltre che qualcuno che era sicuro di non aver mai visto prima, una Digimon simile ad una ragazzina con una strana armatura addosso, un elmo che ricordava la testa di un serpente dal quale spuntavano le sue lunghe trecce, e uno scudo rotondo montato su un braccio, oltre che una enorme spada appesa alla schiena. "Vedo che siete arrivati qui tutti sani e salvi! Allora, come vanno le cose?"

"Possiamo dire che stanno andando abbastanza bene, per il momento." affermò Yoshino, facendosi vanti accompagnata da Ikuto, Falcomon, Chika e Dorumon. Il bambino selvaggio e il misterioso Digimon violetto sembravano non essere molto a loro agio in quel posto così inusuale per loro... Dorumon in particolare si sentiva come se gli sguardi di tutti fossero puntati su di lui. "Siamo riusciti a trovare il dojo di BanchouLeomon, e i nostri compagni hanno raggiunto le loro forme Mega!"

"Hahahaaaa! Dovevate vedermi! Li ho stesi come panni, quei tre buffoni!" si vantò Agumon, sferrando una raffica di pugni in aria e poi eseguendo un calcio rotante che voleva essere spettacolare, ma riuscì soltanto a sembrare ridicolo! Il piccolo Digimon dinosauro perse l'equilibrio e finì per sedersi per terra con espressione imbarazzata, e Masaru ridacchiò nervosamente mettendosi una mano dietro la nuca. "Ehm... scusate, non è andata molto bene, questa volta... ma vi garantisco che è andata molto meglio quando abbiamo affrontato gli uomini di Kurata!"

"Agu-chan... per favore, non prendere certe abitudini da mio fratello..." mormorò Chika, portandosi una mano alla faccia con espressione desolata.

"A proposito degli uomini di Kurata... ne abbiamo affrontato un altro quando siamo andati a ricevere gli A-Spirit." affermò Junpei aggiustandosi gli occhiali. "E non credo che vi stupirà più di tanto sapere che si tratta del generale Akameshi. Anche lui si è fatto trasformare in un Bio-Ibrido da quel pazzoide."

"Hai perfettamente ragione, Junpei-san, non mi stupisce per niente. Non mi ha mai dato fiducia quell'uomo, fin dalla prima volta che l'ho visto." affermò Tohma. "Ed era abbastanza ovvio che stesse complottando con Kurata..."

"Se non altro, la missione si è conclusa con successo." affermò la misteriosa Digimon bambina, scendendo con un agile balzo dal seggio di pietra scolpita sulla quale era seduta. Le sue trecce svolazzarono per un attimo come un paio di serpenti, e la Digimon si presentò davanti ai ragazzi della DATS che la osservarono stupiti. "Da quello che mi hanno detto Takuya e i suoi compagni, voi siete gli agenti della DATS. E avete avuto degli incontri... alquanto travagliati, mi sembra di capire... con Lord Mercurimon."

"Sì... essere vero... ma tu chi essere? Come tu conoscere Mercurimon-sama?" chiese Ikuto, che fino a quel momento era stato in silenzio. Quel nome, a lui più che a chiunque altro, provocava una comprensibile reazione emotiva.   

"Prima di tutto, lasciate che io mi presenti." affermò la Digimon. "Io sono Minervamon, e sono una delle Dodici Divinità Olimpie che servono Huanglongmon-sama e Iupitermon-sama. Lord Mercurimon... o meglio, lo zietto Mercurimon... era tra noi Divinità Olimpie quella con cui lavoravo assieme più spesso..."

La dea-bambina guardò tristemente verso il terreno, muovendo nervosamente le dita sull'impugnatura del suo scudo... ed Ikuto sgranò gli occhi, rivivendo per un momento l'istante in cui il Digimon che più di tutti era stato un padre per lui era stato annientato dai diabolici Gizumon di Kurata...
"Quando si è saputa la notizia... beh, noi delle Divinità Olimpie abbiamo saputo soltanto che erano stati degli esseri umani ad uccidere Lord Mercurimon..." continuò Minervamon trattenendo le lacrime. "Iupitermon-sama ci ha invitato alla calma... ma io non potevo lasciar correre! Dovevo vendicare lo zietto Mercurimon! E così, sono scesa qui a DigiWorld, senza badare alle regole di non interferenza che proibiscono a noi Divinità Olimpie di scendere nel Mondo Digitale della Frontiera senza un esplicito permesso... l'unica cosa che volevo fare era distruggere tutti gli umani che avevano osato mettere piede a DigiWorld!"

"E per poco non ci riuscivi..." mormorò Junpei con un sorrisetto imbarazzato, massaggiandosi una spalla. "Cavolo, devo dire che questa volta ce la siamo davvero vista brutta!"

"I Leggendari Guerrieri del Fuoco e della Luce sono riusciti ad allontanarmi la prima volta... e la seconda, anche gli altri avevano ottenuto i loro Advanced Spirits e sono riusciti a confrontarsi con me." continuò Minervamon. "Sono riusciti ad indurmi a più miti consigli... e mi hanno spiegato chi era il vero responsabile della morte di zietto Mercurimon e della minaccia che incombe sul Mondo Digitale."

"E' stata comunque una battaglia ardua... ma alla fine, l'importante è che siamo riusciti a capirci, giusto? E adesso... abbiamo una nuova alleata contro Kurata e Gallantmon." affermò Izumi, raggiungendo Minervamon e mettendole una mano sulla spalla in segno di supporto. "Adesso possiamo combattere ad armi pari con Kurata e i suoi uomini. Li fermeremo, e salveremo il Mondo Digitale."

"Vendicheremo con le nostre mani tutti i Digimon che sono morti per colpa di quel pazzo furioso!" affermò Takuya, stringendo una mano a pugno e guardando poi in direzione del resto dell'assemblea. Incrociò per primo lo sguardo del suo fratellino Shinya, poi quello di Sophie, Kaoru, Katsuhiro, Kouichi... e quello dei Digimon che li avevano accompagnato, in particolare Ebidramon e Persiamon. La Digimon felina avva un'espressione molto seria e decisa... una cosa che Kouichi e i suoi compagni di viaggio non erano abituati a vedere sul suo volto, dal momento che l'avevano quasi sempre vista allegra e scherzosa. "E impediremo a Gallantmon di diffondere l'odio per l'umanità. Riusciremo ad impedire che DigiWorld venga spazzato via."

"E ce la faremo, se ci mettiamo tutti assieme e facciamo del nostro meglio!" affermò Masaru con convinzione, una mano stretta a pugno. "Vedrete, daremo tanti di quei calci in culo a Kurata e a quel Gallantmon, che chiunque pensi di poterli imitare cambierà idea!"

"Hey, un momento. Non mi sembra che tu abbia idea di quanto è forte quel Gallantmon! Noi lo abbiamo incontrato, e lascia che te lo dica, non so come abbiamo fatto ad uscirne vivi!" esclamò Sophie, ricordando fin troppo bene il giorno in cui lei e i suoi compagni erano stati attaccati dal misterioso leader dei Digimon ribelli. Se non fosse stato per l'improvviso arrivo di BanchouLeomon, nessuno di loro sarebbe probabilmente stato lì.

"E'... è vero, purtroppo." disse Kaoru, meno veemente ma altrettanto sicura che un secondo incontro con Gallantmon non sarebbe andato meglio. "Come... come facciamo ad affrontare Gallantmon e i suoi uomini? Abbiamo già visto di cosa sono capaci... e anche Kurata..."

"Insomma, cos'è questo disfattismo?" esclamò Agumon, per nulla deciso a lasciarsi spegnere così l'entusiasmo. "Andiamo, un po' più di sicurezza! Abbiamo detto che proteggeremo il Mondo Digitale e tutti i Digimon che ci abitano, ed è esattamente quello che faremo!"

"In realtà, penso che le signorine abbiano detto qualcosa di molto sensato..." cercò di far notare Tohma. "E' vero che siamo riusciti a fermare gli uomini di Kurata, per adesso. Ma correranno ai ripari e saranno meglio preparati, la prossima volta..."

Sfortunatamente, i suoi avvertimenti caddero nel vuoto, in quanto i Digimon presenti all'assemblea erano tutti troppo impegnati a festeggiare le parole di Masaru ed Agumon, condividendo la sua sicurezza che quella guerra sarebbe finita rapidamente e con la vittoria di ElDoradimon e dei suoi difensori. I due in questione stavano ricevendo gli applausi e le ovazioni della maggior parte dei Digimon lì presenti, evidentemente anche loro convinti che ormai fosse solo questione di tempo... e Tohma provò ancora una volta quell'odiosa sensazione di prima: la sensazione che nessuno gli stesse dando retta e che il suo compagno di squadra si stesse prendendo tutti gli onori.         

Per sua fortuna, non era il solo. Anche Kouji e Kouichi stavano guardando con un po' di preoccupazione la scena, e il giovane Digiprescelto degli Spiriti delle Tenebre non si fece problemi a dirlo.

"Kouji... non so te, ma ho l'impressione che molti stiano prendendo sottogamba l'intera situazione." affermò il ragazzo, ricevendo un cenno di assenso dal fratello gemello.

"Non siete i soli, ragazzi... qui mi sa tanto che si sono lasciati prendere la mano." affermò Sophie. "E noi non siamo ancora riusciti ad impadronirci totalmente dei nostri Beast Spirits. Dobbiamo fare qualcosa per rimediare a tutto questo."

"Sophie-chan? Ragazzi, va tutto bene?" chiese Takuya, notando la loro inquietudine.

Kouji chiamò a sè il leader non ufficiale del gruppo con un cenno della mano. "Takuya-kun, è meglio se chiamiamo anche gli altri e andiamo a parlare con i Tre Grandi Angeli." affermò il Digiprescelto degli Spirits della Luce. "Ci sono delle domande a cui dovremmo cercare risposte..."

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Restare fermo ad attendere all'interno di un cilindro di vetro antiproiettile, quasi nudo, immerso in un liquido indefinibile, e collegato a degli inquietanti cavi, non era esattamente il modo in cui Kouki avrebbe voluto passare il tempo. L'umiliazione per la sconfitta subita per mano di Masaru e ShineGreymon bruciava ancora, più delle ferite che non si erano ancora rimarginate del tutto. Se fosse dipeso unicamente da lui, si sarebbe già messo alla ricerca di quel dannato Masaru Daimon per farlo fuori con le sue stesse mani... ma sfortunatamente per lui, era Kurata ad avere il coltello dalla parte del manico. Lo scienziatopazzo aveva preso ogni possibile precauzione per evitare che qualcuno dei suoi Bio-Ibridi gli si ribellasse.

"Buongiorno, mio giovane amico!" sentì la voce di Kurata parlare da un altoparlante, con quel tono falsamente affabile che gli dava sui nervi. "Spero che tu abbia dormito bene. Che te ne pare del mio trattamento? Grazie a questo composto, possiamo accelerare di molto la tua naturale guarigione, in modo che tu e i tuoi compagni possiate tornare a dare la caccia ai nostri amici della DATS! Penso che dovresti essermi riconoscente, no?"

"Ugh... smettila di prendermi in giro, vecchio!" ringhiò Kouki, sbattendo un pugno contro il vetro senza alcun apprezzabile risultato. "E sbrigati con il tuo dannatissimo esperimento! Non posso più aspettare! Devo rendere la pariglia a Masaru Daimon! Gliela devo far pagare per l'umiliazione che mi ha inflitto!"

"Un po' di calma, ragazzo mio. Non vedo i tuoi compagni fare tutte le scenate che fai tu." rispose Kurata, la cui voce si era fatta di colpo più fredda. "Prima di tutto, voglio ricordarti che non hai molta scelta se non obbedire ai miei ordini. Se tu cercassi di ribellarti, io potrei farti morire semplicemente premendo un pulsante. Non credere di essere indispensabile, posso sempre trovare qualcun altro da trasformare in un Bio-Ibrido."

"Tsk..." grugnì il ragazzo biondo, masticando amaro ma rendendosi conto che Kurata aveva ragione.

"E poi, devo essere sicuro che il tuo corpo reggerà all'infusione di ulteriori dati. Cosa credi, che sia facile assorbire il potere di un Digimon di livello Mega?" continuò Kurata, quasi beffardo. "Se il tuo corpo non fosse in forma perfetta, il sovraccarico di dati potrebbe farti impazzire o ucciderti, e ti assicuro che non sarebbe una bella fine." Dal tono in cui Kurata aveva pronunciato l'ultima parte della frase, era fin troppo chiaro che l'eventualità non avrebbe scosso nemmeno per un istante quello spregevole individuo.

Kouki rimase in silenzio mentre il livello del liquido verdino e semitrasparente si innalzava, immergendolo fino alle spalle. La sensazione di quella sostanza che filtrava attraverso la sua pelle, riparando i lividi e i tagli che aveva riportato nella lotta con ShineGreymon, era effettivamente abbastanza piacevole, questo Kouki lo doveva ammettere... ma non serviva a rendergli la sconfitta più facile da digerire.

"E va bene... allora, quanto a luno dovrò aspettare, prima che l'esperimento possa andare avanti?" chiese Kouki, ingoiando l'orgoglio.

"Qualche oretta al massimo. In fondo, ti senti già meglio, no? Il liquido rigenerante sta già facendo il suo lavoro." affermò Kurata. "Non ti preoccupare, ho scelto un Digimon di livello Mega che non ti deluderà! Quando affronterai nuovamente Masaru Daimon, per lui non ci sarà scampo davanti alla potenza di Darkdramon!"

"Heh... questo mi rende più facile l'attesa!" affermò Kouki. Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, pensando alla tremenda vendetta che presto si sarebbe preso sui suoi nemici...

"Sinceramente, io ho i miei dubbi." affermò Ivan, seduto vicino al cilindro nel quale era rinchiuso il suo aggressivo compagno. "Non so se modificare ulteriormente i nostri corpi sia una buona idea. Ma, ovviamente, non potrei mai dirlo ad alta voce, neanche sotto tortura."

"Lo hai appena detto." disse con tono piatto Nanami, seduta accanto a lui con un'espressione completamente annoiata sul viso. Ivan si schiarì la voce, cercando di non attirare troppo l'attenzione sulla sua ormai tipica gaffe! "Ma non hai tutti i torti, è effettivamente un rischio. Non che abbiamo molta scelta, a questo punto."

"Posso farti una domanda?" chiese Ivan, guardando verso il soffitto.

Nanami si stiracchiò un po' pigramente e si aggiustò il cappellino sulla testa. "Spara."

"Come mai hai deciso di lavorare per il professor Kurata?" chiese Ivan, sinceramente incuriosito.

Nanami sbattè gli occhi, senza cambiare granchè la propria espressione ma facendo comunque capire che la domanda l'aveva un po' colta di sorpresa. "Hm? E' una domanda un po' inusuale, fatta da te." affermò la bionda Bio-Ibrida. "Come mai così all'improvviso? Pensavo che ognuno di noi facesse i propri affari, e via."

"Sì, in effetti non sono uno che è abituato a curiosare... non sono mai stato un gran pensatore, preferisco eseguire gli ordini." affermò Ivan alzando le spalle. "Però... diciamo che stando in squadra con voi, mi è venuta questa curiosità. Non sei obbligata a rispondere, se non vuoi..."

"A dire la verità... avrei proprio voglia di parlarne." rispose Nanami. "Lo so che è strano, ma... che ti devo dire, io sono una che fa un po' come le pare!"
Ivan fece un sorriso appena accennato, stando attento che la ragazza bionda non lo vedesse. Non voleva che Nanami pensasse che lui voleva prenderla in giro... ma sì, si era accorto che Nanami era una che andava per la sua strada.

"Non c'è molto da dire, in realtà." spiegò Nanami, le mani dietro la nuca. "Fino a pochi mesi fa, io ero una studentessa all'università Waseda, dove Kurata-hakase insegna. Ho partecipato a diversi suoi corsi, e l'ho sempre trovato una persona rimarchevole. Se non altro, molto più intelligente di tanti pecoroni che si incontrano ogni giorno per la strada."

Ivan annuì, senza commentare. Certo, lui non avrebbe definito Kurata una persona da ammirare, ma non era lì per giudicare i criteri della sua compagna.

"Dicevo, ho partecipato a molte sue lezioni, e ho avuto modo di conoscerlo personalmente." continuò Nanami, i cui modi ora si erano fatti un attimo più vivaci. Adesso la conversazione cominciava davvero ad interessarla. "E' stato lui a dimostrarmi l'esistenza di questo nuovo mondo... DigiWorld. E anche se... non sono esattamente d'accordo con lui sul fatto che i Digimon siano una minaccia per l'umanità, la sua idea di manipolare i dati del Mondo Digitale per trarne vantaggio mi è sembrata molto interessante!"

"In che senso?" chiese Ivan.

Nanami sospirò e rispose con il tono di una maestrina che spiega una lezione ad un alunno diligente ma non troppo sveglio. "Ah, Ivan, Ivan... bisogna sempre spiegarti tutto?" chiese. "Pensaci un po'. Noi siamo dei Bio-Ibridi, degli esseri a metà tra umani e Digimon dotati di un grande potere. E come siamo nati, esattamente? Quando Kurata-hakase ha infuso in noi del codice digitale... ovvero dati che compongono una sequenza logica."

Non era esattamente il campo in cui Ivan si muoveva con più disinvoltura, ma l'omone dai capelli bianchi si sfregò il mento e annuì, comprendendo per sommi capi quello che stava dicendo la geniale biondina. "Sì... certo, penso di capire, più o meno. Prego, vai avanti."

Nanami si schiarì la voce, ricordando a sè stesse di tenere un po' a freno l'entusiasmo. "Come stavo dicendo... il fatto che questi dati possano essere manipolati a piacimento, a patto che si sappia come fare... vuol dire che davanti a noi si aprono delle possibilità che non riesco nemmeno ad immaginare, al momento! Finora... ho sempre imparato ogni materia con cui avevo a che fare con facilità. Hai idea... di quanto ogni cosa possa diventare noiosa quando non si riesce più a trovare alcuna sfida, alcuno stimolo al nostro intelletto?" chiese, con sempre maggiore confidenza. "Quando Kurata-hakase mi ha parlato di questo argomento... finalmente ho provato la sensazione che un mondo nuovo mi si fosse aperto! Puoi immaginare cosa si può fare con tutti questi dati? Non potevo certo rifiutare questa opportunità! Finalmente, qualcosa che mi impegnerà sul serio! Qualcosa che mi permetterà davvero di elevarmi al di sopra di tutte quelle persone banali e sciocche che mi stavano attorno... Lavorando per Kurata-hakase, potrò realizzare le mie ambizioni... e finalmente, trovare qualcosa per cui abbia davvero senso impegnarsi."

"Per questo ti sei unita a Kurata-hakase. Capisco." rispose Ivan. "Beh, se queste sono le tue ragioni, non sarò io a giudicarti."

"Hm? Ma come, tutta qui la tua reazione, Ivan?" chiese Nanami, un po' delusa. Si era aspettata una reazione un po' più eclatante... ma del resto, si trattava di Ivan, che non era esattamente conosciuto per la sua emotività.

"Sì, tutta qui. In fondo, hai il diritto di fare le tue scelte. Anch'io ho i miei motivi per aver accettato di modificare il mio corpo." affermò Ivan.

Nanami accettò la spiegazione di Ivan con un'alzata di spalla. "Per me non fa nessuna differenza, ragazzone. Ma comunque... grazie per essere stato ad ascoltare." affermò. "Ora... è il caso di prepararci. Non appena Akameshi-san e quel buffone di Kouki saranno in forma, sarà il momento di sottoporci al nuovo esperimento di Kurata-hakase."   

Ivan annuì senza dire una parola, e i due Bio-Ibridi si alzarono dal loro posto e uscirono dalla sala, per attendere con pazienza il successivo atto del copione scritto da Kurata...

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Anche da un'altra parte i preparativi fervevano. Nella base segreta di ChaosGallantmon e dei suoi seguaci, il cavaliere oscuro stava cominciando a pianificare le sue prossime mosse.

"Molto bene... Astamon, la tua idea si sta rivelando produttiva. Grazie a te, abbiamo individuato ElDoradimon senza possibilità di errore e senza la possibilità che sospettino qualcosa." affermò ChaosGallantmon, mentre osservava una grande mappa sullo schermo di uno dei terminali della sua base. Assieme a lui si trovavano i suoi diretti servitori, BlackMegaGargomon, Kuzuhamon e WarDevidramon, e appena davanti allo schermo gigante, Astamon e Watchmon stavano armeggiando con le console, assistiti da un gruppo di indaffarati Searchmon.

"Sì, dobbiamo ammettere che l'idea si è rivelata valida..." affermò Watchmon, a malincuore. Gli seccava non poco che uno dei suoi colleghi fosse riuscito a mettersi in mostra agli occhi del suo signore mentre lui non aveva ancora nessun vero e proprio successo al suo attivo - doveva pensare ad un modo per segnare qualche punto a suo favore. "Tuttavia, questo ci dà un'idea di dove si trova ElDoradimon e di quali difese è dotato... ma il problema è che dobbiamo pensare ad un modo di attaccarlo. Dopotutto, non è un caso se ElDoradimon è conosciuto come la città più inespugnabile di tutto il Mondo Digitale."

"Effettivamente, un attacco diretto sarebbe estremamente rischioso." affermò ChaosGallantmon, approvando la prudenza dei suoi generali. "Non abbiamo modo di sapere per certo quali difese abbiano dalla loro, a parte il fatto che i Leggendari Guerrieri e gli agenti della DATS si trovano in città. Ma questo vuol dire anche che, se pianifichiamo bene la nostra offensiva, saremo in grado di risolvere un bel po' di problemi tutti insieme. Ci vuole solo la strategia giusta."

"Certo, i Leggendari Guerrieri e la DATS non hanno soltanto noi come nemici." affermò Kuzuhamon. "Ricordiamoci che ci sono anche quell'umano di nome Kurata e i suoi Gizumon. In effetti, ho l'impressione che in questo momento, la loro attenzione sia attratta più da questi ultimi che da noi."

ChaosGallantmon restò per qualche istante a pensare. Effettivamente, le variabili in gioco erano molte, e sarebbe stato folle pensare che sarebbero stati in grado di controllarle tutte. Ma anche così, ci doveva per forza essere qualche elemento che potevano sfruttare per guadagnarsi qualche vantaggio.
"Astamon, Watchmon. Datemi una visuale dell'area in cui si trova ElDoradimon in questo momento." affermò ChaosGallantmon dopo aver valutato attentamente i pro e i contro di diverse strategie che gli erano venute in mente. Astamon rispose con un educato inchino e mosse le mani sui pulsanti, mostrando una mappa sulla quale lampeggiava una spia rossa, che chiaramente indicava il punto in cui si trovava ElDoradimon.

"Si trova qui, mio signore... nelle pianure che una volta erano il feudo del Cavaliere Reale conosciuto come Craniummon." affermò il Digimon demoniaco. "E' un luogo che permette ampia libertà di movimento, e consentirà ai nostri nemici di sfuggire ad ogni accerchiamento noi potremmo tentare."

"Capisco..." affermò ChaosGallantmon, gli occhi che si spostavano verso la zona a nord-ovest della mappa. Notò che in quella zona si trovavano degli elementi che potevano tornargli utili... "Beh, non importa. Accerchiarli non era comunque mia intenzione." continuò. "Al momento, si trovano in una posizione difensiva formidabile. Non credo che sarà facile espugnarla, e ci costerebbe troppo in termini di risorse. No, l'attacco diretto è fuori discussione."

"COSA SUGGERISCE DUNQUE, CHAOSGALLANTMON-SAMA?" chiese WarDevidramon incuriosito.

Il cavaliere nero sorrise leggermente dietro il cimiero del suo inquietante elmo. "Quello che dovremmo fare, a mio parere, è spingere i nostri nemici verso una posizione in cui avranno più difficoltà a difendersi. E non dovremmo nemmeno essere noi a spingere i nostri nemici verso una posizione sfavorevole. Dopotutto... abbiamo dei concorrenti, no?"

"Questo è vero... ma non credo possiamo affidarci unicamente a loro per raggiungere il nostro scopo, mio signore." affermò Watchmon. "Non credo che Kurata e i suoi uomini sappiano per certo quali sono le nostre capacità, ma certo non possiamo contare su di loro per fare sì che le sorti di questa guerra volgano a nostro favore."

"Oh, per quello, non sarò certo io a contare su di loro, Watchmon. Quello che noi dobbiamo fare... è dare una prima spinta alla situazione. Fare in modo che lo stallo si sblocchi." rispose ChaosGallantmon con confidenza. "Entro qualche giorno, organizzeremo un attacco ad ElDoradimon. Non dovrà essere un attacco serio, dobbiamo semplicemente far credere ai nostri nemici che le nostre postazioni a DigiWorld siano molto più solide di quanto abbiano previsto. In questo modo, li spingeremo verso nord-ovest..."

Il cavaliere oscuro indicò un lago nella regione nord-occidentale, non troppo distante da dove la città digitale si trovava in quel momento. "Esattamente in direzione del Lago Sourcode, in questa direzione. Kurata e i suoi uomini dovrebbero accorgersi presto dell'occasione che gli stiamo dando."

"Kurata non è uno sciocco, mio signore. Non darei per scontato che sospetti che noi stiamo cercando di ingannarlo per farlo uscire allo scoperto." affermò Kuzuhamon.

Era un punto sul quale ChaosGallantmon non poteva certo darle torto... ma l'intraprendente Astamon stava già pensando a qualche idea su come fare. "Certo. Questa è sicuramente una possibilità da non sottovalutare, Lady Kuzuhamon." disse il misterioso Digimon ammantato. "Per questo, dovremo fare in modo che l'attacco sembri essere stato sferrato da una fazione indipendente. Ci sono un sacco di Digimon che non si sono schierati con noi, eppure non attenderebbero che la possibilità di sfogare il proprio odio sugli esseri umani."

"Ovviamente, non abbiamo bisogno di dire loro che ad ElDoradimon ci sono i Leggendari Guerrieri." affermò ChaosGallantmon. "Molto bene. In tal caso... WarDevidramon, fai preparare subito un gruppo d'attacco. Mi raccomando, deve sembrare un attacco serio. Il nostro scopo non è travolgerli, ma costringerli a cambiare direzione. Se tutto va come spero, non dovremo esporci più di tanto per erodere le difese di ElDoradimon e renderlo un bersaglio più facile."

"Kurata e i suoi uomini faranno il lavoro per noi." affermò Astamon, concludendo il pensiero del suo signore.

ChaosGallantmon fece un cenno con la testa, poi iniziò a dare le direttive ai suoi uomini perchè tutti fossero pronti alla fase successiva del piano. "Tuttavia, dobbiamo stare attenti e preparare tutto in maniera impeccabile. Il nostro piano è rischioso, e se dovesse andare male... ci ritroveremmo con l'acqua alla gola." affermò. "Che tutte le nostre truppe nella zona sappiano quello che devono fare e siano pronti ad attaccare al momento giusto. WarDevidramon, affido a te il comando di questa operazione. E' un compito molto importante quello che ti sto affidando. Non deludermi. Watchmon, tu con lui."

"PUO' CONTARE SU DI ME, CHAOSGALLANTMON-SAMA." rispose il dragone cibernetico. "MI DIRIGERO' IMMEDIATAMENTE SUL POSTO, E DARO' TUTTE LE DIRETTIVE NECESSARIE."

"Sarà mia premura affiancare WarDevidramon in questa missione." affermò Watchmon, soddisfatto di avere finalmente una possibilità di dare prova di sè.

Senza apporre altri indugi, WarDevidramon chinò la testa davanti al suo signore e cominciò a dirigersi verso l'uscita della base segreta, e Watchmon fece una reverenza e seguì il suo superiore. Una volta raggiunto l'esterno, WarDevidramon spiegò le sue ali metalliche e attivò i reattori montati sul proprio corpo, si accertò che Watchmon gli stesse dietro... poi, i due Digimon presero il volo e si sollevarono nel cielo di DigiWorld. In breve tempo, si confusero tra le nuvole mentre si dirigevano verso la posizione che il loro signore aveva indicato, deciso a fare tutto quello che era in loro potere per compiere la sua missione e portare il loro signore alla vittoria.

 

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La notte era finalmente calata su ElDoradimon. Dopo una giornata decisamente intensa, piena di festeggiamenti, ritrovi e scambi di notizie, il consiglio della grande città digitale si era sciolto, con la promessa che si sarebbero ritrovati il giorno dopo per decidere su una strategia. Sapevano che avevano di fronte le forze di Gallantmon e le mostruosità digitali create da Kurata, e che avrebbero avuto bisogno di tutta la loro abilità e di ogni tattica a loro disposizione per uscire indenni da quell'accerchiamento.

Tuttavia, un misto di eccitazione e nervosismo faceva sì che non tutti riuscissero a godersi un po' di meritato riposo, e che alcuni stessero invece passeggiando per le vie di ElDoradimon, cercando di scaricare un po' il loro nervosismo.

Uno di questi era il piccolo Ikuto. Mentre tutti i suoi compagni di squadra dormivano, il bambino selvaggio aveva preso con sè il suo inseparabile boomerang e, stando attento a non svegliare Falcomon - anche lui aveva il diritto di riposarsi senza doversi preoccupare per il suo partner umano ad ogni momento - era sgattaiolato fuori dalla torre che era stata assegnata come quartier generale alla DATS e ai Leggendari Guerrieri... e dopo essersi agilmente arrampicato giù per una delle pareti, atterrò con un balzo su una delle strade principali di ElDoradimon, una grande via pavimentata in pietra levigata, sulla quale si vedevano le tracce accumulate nel corso dei secoli di numerosi Digimon che vi erano passati. La notte era tanto tranquilla e silenziosa quanto la città era stata rumorosa ed indaffarata di giorno, e quel senso di solitudine e quiete fece venire una grande malinconia ad Ikuto.

Dopo aver camminato per un po', il piccolo guerriero di DigiWorld raggiunse quello che sembrava essere un piccolo giardino attraversato da un canale e decorato con delle alte palme. Silenziosamente, si avvicinò ad uno degli alberi, deciso a sedersi un po' ai suoi piedi per meditare... ma mentre si incamminava, il suo udito fine colse delle voci familiari che provenivano dalla base di una delle palme. Era troppo lontano per sentire cosa si stessero dicendo, e non conosceva troppo bene le due persone in questione, ma le conosceva abbastanza per dire che si trattava di Junpei e Kaoru. Anche loro avevano avuto la sua stessa idea?

Ikuto si avvicinò con prudenza, ascoltando quello che stavano dicendo. Sembrava non si fossero accorti di lui...

"E così, eccoci ad ElDoradimon... tutti assieme, e con un po' di alleati dalla nostra parte." affermò Kaoru con fare rassegnato. "Adesso dovrei sentirmi tranquilla, e invece... non faccio altro che temere per quello che potrebbe accadere più avanti."

Il ragazzino selvaggio guardò verso il terreno, non sapendo se intervenire o meno. Era una sensazine che lui stava provando già da molto tempo... non sapere cosa sarebbe successo, e temere che da un momento all'altro tutto quello che lui dava per certo si sarebbe rivelato un'illusione. Era successo tutto così rapidamente... non erano passati che pochi giorni da quando aveva incontrato la DATS, e in particolare Masaru... e tutto quello che lui riteneva una sicurezza era crollato come un castello di sabbia. La verità sul suo arrivo a DigiWorld... i suoi veri genitori... la verità sul massacro di DigiWorld... e poi, la morte di Mercurimon. E adesso, la minaccia che incombeva sul Mondo Digitale...

Ikuto guardò in direzione di Junpei e Kaoru, e vide i due ragazzi seduti su una panchina scolpita nella roccia, uno vicino all'altra. Per qualche motivo, gli davano l'impressione di essere molto in confidenza, da come restavano accanto e si guardavano...

"Non c'è nulla di sbagliato a preoccuparsi... non nella situazione in cui ci troviamo in questo momento." affermò Junpei, cercando di mostrarsi quanto più vicino possibile alla sua compagna. "Effettivamente, siamo in una posizione difficile. ElDoradimon rappresenta per noi una fortezza e una base sicura.. ma con Kurata e Gallantmon, temo che anche la fortificazione più sicura potrebbe non essere abbastanza per tenerli a bada. Ma... guardiamo un po' il lato positivo, no? Abbiamo una Divinità Olimpia dalla nostra, sappiamo più o meno cosa aspettarci dai nostri nemici, e soprattutto, siamo riusciti a ritrovarci. Abbiamo anche noi i nostri vantaggi, a questo punto."

Kaoru restò in silenzio e si guardò le mani, muovendo nervosamente le dita. "Sì, è vero... ma da quanto tutto questo è iniziato, io non so più cosa aspettarmi, se devo essere sincera." affermò la ragazzina dai capelli blu. "Abbiamo affrontato mostri terrificanti, complotti spietati... tutte cose che dei ragazzi come noi non dovrebbero dover affrontare... alcuni di noi sono ancora dei bambini, e ciò nonostante... quanti anni avevate, tu e i tuoi compagni, quando siete stati chiamati a DigiWorld la prima volta?"

"Io ero il più grande del gruppo, e avevo dodici anni all'epoca." affermò Junpei, perdendosi per un attimo nei ricordi di quei giorni ormai lontani. "Takuya-kun, Kouji-kun, Izumi-chan e Kouichi-kun avevano undici anni... e Tomoki-chan era il più piccolo, e ne aveva soltanto sette. Purtroppo... non abbiamo avuto la possibilità di scegliere. E' stata una responsabilità che abbiamo dovuto prenderci, sapendo che cosa sarebbe accaduto se non ce l'avessimo fatta."

"E adesso... la stessa cosa è successa a me e ai miei amici." concluse Kaoru. "Non so che dire... farò tutto quello che posso per impedire a Kurata di distruggere il Mondo Digitale, e a Gallantmon di conquistarlo, ma... sto anche pensando a mia mamma, che adesso è nel Mondo Reale e pensa ancora che Kurata sia un rispettabile professore della Waseda che cerca di proteggere la razza umana."

"Kurata ha ingannato un po' tutti, lì sulla Terra... anche il ministro Hashiba pensa che ci si possa fidare di uno come lui, per qualche strano motivo..." disse il ragazzone con gli occhiali, sorriidendo sarcastico e mettendosi le mani dietro la nuca. "Ma noi... dobbiamo arrangiarci con quello che abbiamo. Non possiamo sperare di cambiare l'opinione che gli abitanti di Tokyo si sono fatti dei Digimon, almeno, non così in fretta, quindi... tutto quello che possiamo fare è portare avanti qui la nostra battaglia, e cercare di erodere man mano le risorse dei nostri nemici. E a questo proposito..."

Kaoru sbattè gli occhi incuriosita. "A questo proposito...?"

"Kouichi-kun mi ha parlato di alcuni suoi sospetti. Lui pensa che Gallantmon... potrebbe non essere chi dice di essere, bensì un impostore che usa il nome di uno dei Cavalieri Reali per dare credito alle proprie parole." disse Junpei. "Questa è... un'altra cosa su cui dovremo investigare, ma prima... è necessaeio che voi impariate a controllare i vostri B-Spirit. So che non è facile, ma senza i B-Spirit... temo che non potrete fare molto quando si arriverà al momento del dunque."

Ikuto ebbe come l'impressione che Kaoru avesse sorriso in quel momento. "Sì, lo immagino. Beh, mi sono lamentata abbastanza per adesso, oserei dire." affermò. "Scusa se ti ho fatto alzare... per ascoltare le mie lamentele."

"Ma figurati... se non ci aiutiamo tra noi Digiprescelti, allora cosa dovremmo fare?" scherzò Junpei. "Anzi, sai che ti dico? Domani facciamo tutti un allenamento speciale! Vi aiuterà a controllare i vostri B-Spirit, e a prepararvi a quando riceverete i vostri Advanced Spirits."

"Mi sembra una buona idea..." disse Kaoru. I due si alzarono e si incamminarono nuovamente verso le stanze riservate ai Digiprescelti e agli agenti della DATS, anccora inconsapevoli di Ikuto che li aveva tenuti d'occhio ed ascoltati dalla sua posizione. Il bambino selvaggio restò qualche istante dov'era, riflettendo su quello che aveva sentito... e poi, sentendosi in qualche modo rassicurato da quello che Junpei aveva detto, cominciò ad incamminarsi nuovamente verso i dormitori. Adesso era più tranquillo - sentiva che le possibilità di salvare DigiWorld e i loro cari erano concrete, e che non si sarebbero fatti fermare tanto facilmente...     
                

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CONTINUA...

 
   

                

  
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