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Autore: Irene_Violet    07/08/2017    3 recensioni
Voglio riprovarci: Sono tornata con una nuova storia, su questo bellissimo fandom! Una storia, completa, in modo da non rischiare di avere dubbi, che mi spingano a cancellarla. Questa storia mi ha veramente reso felice, quindi spero vivamente che possa piacervi. Vi auguro buona lettura. -Irene_Violet.
[Magic Kaitō/Detective Conan]
Cosa accadrebbe, se a causa di varie vicissitudini e circostanze indipendenti dalla sua volontà, il giovane Kaito Kuroba in arte Kaitō Kid, si ritrovasse costretto a rivolgersi all'Agenzia del Detective Mori, in veste di se stesso, per risolvere un caso di rapimento, riportante la sua firma? Il Detective e il Ladro, saranno costretti a collaborare per la risoluzione di un caso fatto d'inganni e sottotterfugi, con l'unico obbittivo di salvare la vita della ragazza in ostaggio. Il tutto con il costante pericolo per Kaito, di venir scoperto, dalla geniale mente del piccolo Detective in miniatura.
Genere: Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Aoko nello scantinato

 

POV Aoko Nakamori.

Aoko, riprese conoscenza dopo diverse ore, grazie allo squillo del suo cellulare, ed alla voce di Kaito, proveniente dalla segreteria telefonica. Fu quando il tempo di registrazione fu concluso, che la ragazza, riprese totalmente i sensi e cominciò a guardarsi intorno spaesata. Realizzò, che quella non era affatto la sua stanza e che Kaito non aveva lasciato quel messaggio, perché era tardi e dovevano correre a scuola. La situazione, era completamente differente, da quella che in un primo momento, la giovane Nakamori, aveva ipotizzato.

«Dove mi trovo? Che posto è questo?» - si chiese, ad alta voce, facendo vagare lo sguardo da una parte all'altra della stanza - «Un seminterrato?» - domandò, come se le pareti della stanza, potessero in qualche modo risponderle - «Come ci sono fini quaggiù? E soprattutto, dov'è esattamente, questo quaggiù?»

Fece per alzarsi, ma subito venne trattenuta da qualcosa, fu solo quando abbassò lo sguardo, che notò che le sue spalle ed il suo busto, erano stati incatenati ad un pilastro - «Eh? Che significa?!» - alla vista di quelle catene, un terrore immane, pervase la ragazza. Ma cosa stava succedendo? In che razza di pasticcio si era ficcata? Poi, mentre impaurita, come non mai, delle immagini le tornarono alla mente. Stava camminando, con dei sacchetti in mano, per la via di casa, quando si fermò nei pressi del parco attirata da delle voci. Delle quali ricordò un paio di frasi.

«Ed ora cosa facciamo, Fuyuki? E' bello che andato e non possiamo mica lasciarlo qui?» - disse una voce.

«Ci inventeremo qualcosa. Forza, andiamo alla macchina, carichiamolo su e portiamolo nel nostro rifugio. Poi, decideremo che fare di lui.» - rispose dopo un po un'altra.

Spaventata, Aoko indietreggiò, calpestando un rametto e finendo per essere scoperta - «Maledizione, una ragazzina! Vieni qui svelto!» - uno dei due disse ciò afferrandola e da allora in poi, non ricordava più nulla.

Non può essere, mi hanno rapita?” - intimorita, Aoko era prossima al panico, ed a scoppiare in un pianto disperato, quando gli ritornò alla mente la voce di Kaito - “Ma certo!” - pensò, allungando il braccio, verso la tasca della gonna della sua divisa scolastica. Per fortuna le avevano immobilizzato solo busto e spalle, quindi poteva ancora benissimo muovere le braccia, con un po di fatica, sarebbe comunque riuscita a prendere l'apparecchio dalla tasca - “se prendo il cellulare e lo metto in vivavoce, potrò riuscire a chiamare aiuto!” - si disse, era prossima ad afferrarlo, quando sentì la porta del seminterrato aprirsi e dei passi scendere per la scala.

«Bene, bene. Diamo un po una controllata, alla nostra “bella addormentata sotto terra”» - disse maliziosamente e con una risata secca, la voce dell'uomo con il codino, mentre raggiungeva a passo tranquillo il pilastro al quale Aoko, era legata - «Molto bene, vedo che sei già sveglia. Hai riposato bene? Mia cara Signorina, Nakamori Aoko?» - chiese in tono malevolo lui, con un rivoltante ghigno sul volto.

Non ci credo, questo tizio, conosce il nome di Aoko?” - tremò lei spaventata, non avendo idea che la sera prima, i malviventi avessero preso i suoi dati, dalla sua tessera scolastica.

«Ehi, vacci piano, così la spaventerai» - un uomo corpulento con occhialetti rotondi, intervenne in difesa della ragazza, avvicinandosi al compagno.

«Fa silenzio!» - sbraitò il ragazzo, con un tono talmente alto che spaventò Aoko, che chiuse gli occhi d'istinto - «Ricorda che se fosse stato per te, saremmo già entrambi dietro le sbarre, razza di Idiota!» - ringhiò - «Ora mettiti al lavoro, altrimenti non arriverà in tempo per la ronda mattutina del postino!»

L'uomo corpulento annuì e si avvicinò ad un tavolo di legno massello, presente sul fondo dello scantinato, portando con sé una matita, una penna, una gomma, un foglio bianco ed un paio di forbici. Il ragazzo con il codino, dopo qualche minuto, salì nuovamente le scale - «Adesso ti porto qualcosa da mangiare Signorina. Dopotutto, dobbiamo trattarti bene, finché sei qui, dico bene? Almeno fintanto che non farai la sua stessa fine» - disse, dando un calcio a qualcosa, lasciato in terra, poi tornò al piano di sopra ridendo spensierato, mentre Aoko, rimase sola assieme all'uomo con gli occhialetti. Egli non parlò molto durante il tempo in cui realizzò qualcosa con quegli oggetti, ma quando ebbe finito, sembrò molto soddisfatto ed affermò - «Ci sono riuscito!».

Non molto tempo dopo, l'altro ragazzo scese nuovamente con un vassoio in mano, chiedendo al compare - «Come va? Hai finito?» - chiese. Quello annuì, mostrandogli un piccolo rettangolino di carta bianco con dell'inchiostro nero sul retro - «Sì, sembra a posto» - disse guardandolo attentamente, per poi notare un particolare, che lo fece infuriare - «Razza di idiota, cambia la parte finale! Non “parco”, “cesto”!» - sbraitò.

L'occhialuto, tremò e riprendendo il biglietto in mano, balbettò - «M-Ma se non diciamo dove portare i soldi, come faranno a-» - l'uomo venne interrotto dal ringhiante compagno.

«Sono problemi loro! Muoviti e finisci!» - intimidito, l'occhialuto corresse il suo errore, riconsegnandolo poi al compare - «Ecco, perfetto, non per niente, ti chiamano “il Mago dei Tratti”.» - rise il ragazzo con il codino, posando il vassoio sul tavolo e coprendosi la mano sinistra con un guanto in lattice per prendere in mano il biglietto d'avvertimento, realizzato dall'amico - «Grazie all'aiuto del nostro compare, dal mantello bianco, metteremo insieme un bel po di grana, molto presto.» - detto questo, il ragazzo prese con se il biglietto e si diresse ancora una volta per le scale - «Vado a spedire questo al tuo paparino, tu intanto prenditi cura della nostra ospite,okay?» - e così dicendo, tornò ancora una volta al piano di sopra, ma prima di chiudere dietro di sé la porta, aggiunse - «Ah, già e prepara anche la macchina, quando torno andiamo a farci un bel giretto!»

Il ragazzo grassoccio ed occhialuto, dopo che l'amico salì di sopra con l'intenzione di uscire, si avvicinò alla ragazza, con un lieve sorriso - «Perdonalo, se ti ha spaventato con le sue urla. Il mio amico è piuttosto irritabile» - disse, togliendo della pellicola trasparente, da un piatto di riso in bianco, una ciotola di zuppa e del salmone fresco - «Perdonami, ma dovrò imboccarti. Fuy- No, volevo dire... il mio amico, mi ha detto che non si fida. Non crede sia una buona idea liberarti per farti mangiare con le tue mani, quindi, mi spiace, ma dovremmo fare così» - disse con estrema gentilezza.

Aoko annuì, intimorita, nonostante la gentilezza del ragazzo. Era affamata, quindi decide di accettare, quindi grazie al suo aiuto, riuscì a mettere qualcosa sotto i denti. Quando ebbe finito, il ragazzo poggiò le stoviglie sul tavolo di legno e mostrò ad Aoko, il biglietto da lui realizzato, con la firma del Ladro Kid - «Che te ne pare? E' un'opera d'arte, non credi? Come figlia dell'ispettore, dovresti riconoscere questo simbolo, giusto?»

Effettivamente, Aoko riconobbe il simbolo del ladro, a cui suo padre continuava a dare ossessivamente la caccia, non capiva cosa avesse a che fare il ladro con questa storia, ma stando alle parole dell'altro rapitore, era complice in questo rapimento, cosa che nel profondo, intristì la ragazza. Perché un ladro, avrebbe dovuto prender parte ad un rapimento, Aoko, non se lo spiegava proprio. I due non ebbero chissà quale conversazione, anzi lui si limitava a parlare a ruota libera, senza aspettarsi sa parte di lei, alcuna risposta. Circa una ventina di minuti dopo, quando ebbe finito di darle da mangiare, il ragazzo con gli occhialetti, salì anch'egli al piano di sopra, con le stoviglie vuote, rischiando però mentre andava verso le scale, di inciampare in qualcosa, ad Aoko, ignoto.

Nel silenzio dello scantinato, ella poté sentire il rumore di acqua corrente e di stoviglie mosse e riposte in una credenza, dopo quella che sembrò una buona mezz'ora un nuovo aprirsi di porta - «Yo, ho preso delle sigarette, se sei pronto, possiamo andare» - disse la voce di Fuyuki, l'altro rispose qualcosa, che la ragazza non capì, dopo un altro po di tempo sentì il rumore del motore di una macchina mettersi in moto e lasciare il vialetto. I due dovevano essersene andati entrambi,dall'abitazione. Aoko tirò un sospiro di sollievo, spossata dalla tensione che aveva provato, in quelli che le erano sembrati, si e no, tre quarti d'ora scarsi. Era così provata, che non poté far altro che chiudere gli occhi ed appisolarsi per un po, giusto il tempo necessario per riprendersi, per poi tornare al piano originale: prendere il cellulare che aveva in tasca e chiamare aiuto.

Aoko si risvegliò dopo un lasso di tempo imprecisato e rimase in ascolto: ancora nessuno in casa. Bene, era la sua occasione! Riuscì a prendere il cellulare dalla tasca della gonna della sua divisa e guardò l'orario sul display del cellulare: le 11:00 esatte. Aoko ripensò alle parole del ragazzo con il codino – che ricordava chiamarsi Fuyuki – disse che doveva spedire il biglietto di Kid, prima della ronda mattutina del postino, che solitamente avviene verso le otto del mattino, quindi doveva essere presto, quando si era svegliata. Forse le sette. Il tempo durante il quale il ragazzo corpulento era stato a lavorare nel seminterrato, le parve circa una mezz'ora, che sì sommava a più o meno quarantacinque minuti, all'interno dei quali le era stata fatta mangiare la colazione ed il ragazzo era salito a lavare i piatti. Quindi almeno apparentemente, dovevano aver lasciato la casa verso le 8:20 massimo. Aveva dormito circa 3 ore!

Che sciocca!” - si rimproverò Aoko, aveva perso tempo prezioso, nel quale aveva solo avuto fortuna che i due rapitori non fossero tornati. Decisa a non mandare a monte quell'occasione, Aoko estrasse velocemente il cellulare e compose il primo numero tra i suoi “Preferiti”, inserendo il vivavoce, poggiando il cellulare al suo fianco, in modo da poterlo nascondere, velocemente dietro la sua schiena in caso di ritorno dei rapitori. Il cellulare, cominciò a squillare, ripetutamente e Aoko, d'istinto giunse le mani, supplicando.

«Ti prego. Presto, rispondi, Kaito!» - dopo un paio di squilli ancora, la chiamata venne accettata ed una voce indifferente, dall'altro capo del dispositivo rispose:

«”Pronto?”» - allora Aoko, che aveva le lacrime agli occhi per la paura della sua situazione, affermò con voce rotta - «Aiutami, per favore, Kaito!»

Dall'altra parte del ricevitore, giunse la voce sconvolta del ragazzo che esclamò - «Aoko!» - la ragazzina cominciò a piagnucolare, sentendo la voce del ragazzo al telefono, che seguitò poco dopo - «”Ehi, non piangere! Ascolta, sono con l'Ispettore Nakamori e con il Detective Privato Kogoro Mori, vedrai grazie al suo aiuto riusciremo sicuramente a trovarti, Aoko. Ah, aspetta un attimo ti metto in vivavoce”» - disse. Aoko si asciugò le lacrime dalle lacrime dal viso ed annuì. Qualche istante dopo, si sentì Kaito affermare - «”Ecco fatto, ora ti sentono tutti”».

Allora dal dispositivo, una voce famigliare urlò in tono disperato - «”Aoko, sono Papà, stai bene? Ti hanno fatto qualcosa?” Sta tranquilla piccola mia, farò tutto quello che è in mio potere è ti riporterò a casa sana e salva!”»

– Aoko non poteva saperlo, ma per urlarle tutto ciò Nakamori aveva quasi praticamente spiaccicato Kaito contro il divanetto, mettendogli una mano in faccia e spingendo, in modo da sporgersi, per avvicinarsi maggiormente al cellulare che era posto di fronte al ragazzo –, infatti si poté sentire un sussurrato: «”E' doloroso, Ispettore”» - da parte del povero Kaito, che in quel momento, stava subendo quella situazione.

«Ciao Papà!» - affermò la ragazza, felice di sentire un altra voce famigliare dall'altro capo del telefono - «Tranquillo sto bene, mi hanno solo legato ad un pilastro in quella che sembra la cantina di un appartamento.» - riferì Aoko, perlustrando ancora una volta, la stanza con occhio attento.

Subito dopo, intervenne Kogoro, presentandosi - «”Molto Piacere, Aoko-kun, io sono Il Detective Kogoro Mori, non preoccuparti, ti troveremo, arresteremo quei mascalzoni e ti porteremo in salvo!”» - affermò con tono positivo, l'uomo.

Quando, il Detective si presentò ad Aoko venne, spontaneo rispondere cordialmente - «Oh, salve, piacere di conoscerla» - emulando un piccolo inchino, ovviamente non visibile dal diretto interessato.

«”Ti pare il momento per le formalità!? Scema! Sbrigati e dacci qualche altro dettaglio, così riusciremo a trovarti più in fretta!”» - sbraitò Kaito, in tono d'impazienza.

«Va bene» - disse Aoko, che prima che potesse aggiungere altro, venne intercettata dalla voce di Kogoro.

«”Dimmi un po Aoko-kun, ricordi per caso cos'è successo ieri, prima di venire catturata da quei manigoldi ed essere portata in quel luogo?”» - chiese.

Aoko, rispose in modo affermativo - «Ricordo cosa è successo ieri sera, ma non come sono arrivata qui, per questo non so dire dove mi trovo» - cominciò a raccontare la ragazza, nel silenzio degli ascoltatori dall'altro lato - «Ieri sera, mentre stavo tornando a casa con Kaito, mi sono ricordata di non avere l'occorrente per la cena, quindi ho deciso di andare a prendere ciò che serviva, in un Mini-Market poco lontano. Quindi mi sono separata da Kaito, dicendogli di tornare a casa. Quando sono uscita dal negozietto, il sole aveva già finito di calare e mi sono affrettata a tornare a casa, perché cominciava a fare freddo. Ad un certo punto, passando accanto al parco Beika, poco lontano da casa, ho sentito delle voci e mi sono incuriosita. Ho sentito due uomini parlare di “liberarsi di qualcuno” o qualcosa del genere, ho avuto paura, uno di loro mi ha notata ed ha richiamato il suo complice, poi da qui in poi non ricordo più niente. Ora che ci penso, riferito a quella frase, quando uno dei rapitori mi ha portato del cibo questa mattina, ha aggiunto qualcos'altro, rimanendo sullo stesso tono. Qualcosa come: “Dobbiamo trattarti bene finché sei qui, fintanto che non farai la sua stessa fine”» - così Aoko concluse il suo racconto.

Dall'altra parte, ci furono varie affermazioni d'incredulità, ed il Detective domandò - «”Ma che cosa significa? Di che “fine” parlava?”»

«Non ne ho idea, ma sono piuttosto sicura, che dopo averlo detto, abbia dato un calcio a qualcosa.» - riferì Aoko.

«”E' ancora lì?”» - chiese Kaito, con un tono calmo - «”Se così fosse, riesci a voltarti per guardarlo e dirci cos'è?”»

«Ci provo» - replicò lei, cercando di girare attorno al pilastro, usando la catena. Non si mosse di molto, se non qualche centimetro, che fu però sufficiente a darle lo spazio per voltare leggermente il capo verso l'esterno, per osservare l'oggetto. Quando vide cos'era, Aoko, sbarrò gli occhi terrorizzata, ed emise un forte e prolungato, urlo di terrore.


 

POV Kaito/Conan

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«Aaaaaaaaaaah!» - un urlo lungo e prolungato venne trasmesso, attraverso il cellulare, posto sul tavolino dell'Agenzia investigativa, propagandosi per tutto la stanza, e suscitando il panico di tutti quelli al suo interno.

Nakamori, si alzò dal divano su cui si era seduto – dopo essere stato spinto via da Kaito, che veniva oppresso dall'Ispettore – , allungandosi verso il cellulare, con un movimento rozzo e scimmiesco - «Aoko, cos-» - provò a dire il padre della ragazza, la cui voce, però venne sovrastata da un'altra, quella di Kaito.

Anche Kaito si alzò e d'istinto, sbatté i palmi di entrambe le mani sul tavolino, gridando - «Aoko! Cosa è successo!?» - estremamente scosso il mago, che non ottenendo un'immediata risposta, continuò ad invocare il nome della ragazza - «Rispondi! Ehi! Aoko!!»

Un piagnucolio sommesso, fu quello che si poté sentire per circa trenta secondi, poi con la voce nuovamente rotta dai singhiozzi, la ragazza pronunciò - «”Kaito... c'è...”» - singhiozzò - «”C'è...”» - ripeté esitante - «”C'è il cadavere di un uomo sul pavimento!!”» - gridò infine Aoko, tutto d'un fiato, esplodendo in un pianto disperato.

««««Cosa?!»»»» - esclamarono all'unisono Conan, Kaito, il Detective Kogoro e l'Ispettore Nakamori, con un'espressione stralunata e colma di terrore, alle parole della ragazza.

«Oddio, ma è terribile!» - affermò una Ran tremante, che si era addossata al muro, per la paura provata, sia per l'urlo di Aoko, che per la sua ultima frase. Seppur terrorizzata Ran corre in cucina, affermando - «Vado a chiamare l'Ispettore Megure»

Dannazione! Allora intendeva questo con “farai la sua stessa fine”” - Conan digrignò i denti, anche lui preoccupato per la sorte della ragazza.

Tutti nella stanza, attesero che la giovane cessasse di piangere. Quando ebbe finito, Kaito, richiamò di nuovo Aoko con voce pacata - «Ti senti bene Aoko?» - domandò.

«”Sto un po meglio. Vi chiedo scusa.”» - disse cercando di frenare in gola ancora, un paio di singhiozzi.

«Non preoccuparti Aoko-kun» - disse Kogoro, tentando di rassicurare la giovane - «A dire il vero, avrei ancora un paio di domande, ma se non te la senti, dopo quello che hai appena visto, per me è sufficiente, lasceremo che la polizia si occupi del resto. Quindi possiamo anche fare una pausa o chiuderla qui.»

«”No, non c'è tempo: I rapitori in questo momento sono fuori, ma non so quando torneranno. Quindi, mi chieda pure tutto quello che serve, Detective Mori”» - disse la ragazza, attendendo la nuova domanda del Detective.

«D'accordo, come preferisci» - pronunciò Kogoro - «A quanto ci hai raccontato tu hai visto i tuoi rapitori, giusto?» - Aoko, rispose in modo affermativo - «Puoi descriverli? Hai sentito qualcosa che ti è sembrato strano o particolare nei loro discorsi? Ricorda: qualunque dettaglio, può essere rilevante» - disse in tono autorevole, l'investigatore.

«”Certo”» - disse la ragazza - «”Sono in due: il primo è giovane, credo abbia più di 25 anni, è molto aitante e muscoloso, ha capelli castani legati in un codino e sembra essere il cervello dei due. Ho sentito, che l'altro rapitore, lo ha chiamato “Fuyuki”. Il secondo invece sembra di poco più giovane, è un uomo imponente e corpulento, con capelli oleosi neri ed occhialetti rotondi. Il ragazzo chiamato Fuyuki, lo ha chiamato “Il Mago dei Tratti”, credo sia un soprannome, riferito al disegno.» - Conan ricevute quelle informazioni, digitò l'ultima frase della ragazza, ovvero “Il Mago dei Tratti”,ed ottenne subito dei risultati, che mostrò a Kogoro.

«Zietto, l'ho trovato! Guarda!» - disse l piccolo, che venne raggiunto da Ran – che aveva allertato la polizia – Kaito e l'Ispettore Nakamori - «Si chiama Niji Sakata, ed a quanto pare, è un'impiegato di un piccolo negozio, che ha come hobby il disegno. E' molto bravo a riprodurre diversi stili di disegni, creando opere originali, mai viste prima, ed è per questo noto con il soprannome di “Mago dei Tratti”» - disse Conan, mentre scorreva la pagina di un sito, pieno di illustrazioni da lui fatte e postate poi rete. Arrivato a fondo pagina, Conan esclamò - «Ah, c'è il numero di telefono del suo posto di lavoro, nel box “Contattami”. Proviamo a chiamare. Se, per qualche strana fatalità, dovesse mancare dal lavoro quest'oggi, potremmo avere un indizio per capire se abbiamo seguito la pista giusta oppure no.»

Strano” - pensò Conan, osservando meglio le varie immagini di disegni scannerizzati - “Eppure, alcuni di questi disegni, sono sicuro di averli già visti da qualche parte” - ponendo l'indice ed il pollice sul mento, nell'atto di riflettere.

Kaito, si sporse dietro Conan, mettendosi a sua volta a fissare le immagini, tra le altre, alcune le riconobbe chiaramente - ”Ma questi sono...” - un sorriso leggero solcò le labbra del ragazzo - “A quanto pare, il sequestro e l'omicidio, non sono i soli crimini, in cui è implicato quel signor Sakata”

Nakamori allora, prese nota del numero e si allontanò, chiamandolo, ritornò dopo qualche minuto e disse al gruppo - «Il titolare di Sakata, era a dir poco furibondo, mi ha confermato che manca dal lavoro da due giorni, senza neppure aver fatto una telefonata per scusarsi. E' probabilmente lui, uno dei nostri uomini»

«Siamo risaliti ad uno dei due, ma per quello di nome “Fuyuki”, con solo il nome proprio è difficile trovare qualcosa di attendibile» - commentò Kogoro, mentre Conan scrisse il nome su internet, ma tra le decine di risultati anche solo osservando le immagini, vi erano come minimo una ventina di risultati diversi ed era impossibile comprovarli tutti, insomma, non ci sarebbe stata nessuna certezza di incappare nel “nostro uomo”, in poco tempo e senza commettere errori.

«”Scusate...”» - Aoko, irruppe in un attimo di silenzio del gruppo, aggiungendo qualcosa, al suo precedente racconto - «”Riguardo a quell'uomo di nome Fuyuki, ha detto qualcos'altro e quel Sakata, ha fatto qualcosa di strano correlato a quella frase.”»

«Cosa? Cosa ha detto? E cos'ha fatto l'altro?» - domandò subito Kogoro, alla frase della ragazza.

«”E' successo questa mattina, ha detto: “Grazie all'aiuto del nostro compare, dal mantello bianco, metteremo insieme un bel po di grana, molto presto” e il signor Sakata, dopo ciò mi ha mostrato un biglietto di Kaitō Kid, dovrebbe essere arrivato a Papà, questa mattina, con il primo giro di ronda del postino» - disse la ragazza.

«Già, infatti è qui» - confermò Kogoro - «C'è altro?» - chiese.

«”Sì, è stato il signor Sakata a realizzare il biglietto”» - Kogoro ebbe un sussulto.

«Davvero?» - esclamò, l'Ispettore.

«”Sì, quindi ho pensato che magari... quel “Fuyuki”, sia Ladro Kid!"»

««Cosa?!»» - esclamarono, i due adulti all'unisono.

Conan, subito decise di chiedere spiegazioni - «E perché?»

«”Perché?”» - ripeté Aoko - «”Bé, per cominciare, il signor Sakata e troppo robusto per essere agile come quel ladro, inoltre non sembra essere capace di comportarsi da arrogante, come quel ladruncolo da strapazzo. Mentre quel “Fuyuki”, ha il tipo di corporatura giusta ed il temperamento sprezzante adatto, ha fatto l''arrogante ed il superiore praticamente per tutto il tempo. Quindi, ho pensato che, “Fuyuki” possa essere Kid, mentre Sakata, il responsabile degli annunci, visto che ha composto il biglietto, poi lo ha sottoposto alla revisione del suo compare ed infina ha chiesto anche ad Aoko, se andasse bene, in qualità di figlia dell'Ispettore che si occupa del caso»

Conan, soppesò bene le parole della giovane Nakamori, il biglietto era stato composto davanti a lei, tuttavia lo stile del messaggio era completamente diverso, dai soliti avvisi di Kid, nonostante la firma stilizzata fosse perfettamente identica. Qualcosa, proprio non gli quadrava, questa storia del coinvolgimento del Ladro, a Conan, proprio non andava giù.

«Ma certo! E' chiaro, quel “Fuyuki”, dev'essere sicuramente quel dannato Kid» - esclamò Nakamori, auto convincendosi di ciò che aveva appena pronunciato, seguito da Kogoro, che come un pecorone, decise che aveva ragione.

No, no, ti assicuro che io non centro proprio niente” - pensò Kaito muovendo la mano da sinistra a destra, di fronte al suo volto, per dissentire.

«Kaito-niichan, che stai facendo?» - chiese Conan, che accortosi del gesto, si voltò a fissarlo.

«Huh?» - l'espressione di Kaito, per qualche secondo fu stranita, ma subito dopo si mise a ridacchiare, cominciando ad agitare entrambe le braccia in aria - «N-Niente, è che c'è una mosca che continua a ronzarmi attorno, è così fastidiosa»

«Ah, capito» - sorrise il bambino, e Kaito poté tirare un lieve sospiro di sollievo.

Conan continuò a rimuginare in silenzio, con lo sguardo fisso sulle immagini dei disegni, cercando di capire dove gli avesse visti, prima di allora, e fissando anche il bigliettino di Kid, posto poco distante, per tentare riordinale le idee.

Dopo quel piccolo, attimo di disattenzione, Kaito tornò a rivolgersi con Aoko, che era rimasta in silenzio, in quel frangente - «Aoko, ricordi qualcos'altro che hai notato, che potrebbe essere utile?» - domandò.

«”No, purtroppo, non mi viene altro, Kaito”» - disse con voce flebile, Aoko.

«Va tutto bene Aoko» - disse in tono comprensivo suo padre, verso il dispositivo - «Ci hai dato molte informazioni, in fondo abbiamo trovato il nome di uno dei responsabili, dopotutto. Sono fiero di te.»

«”Grazie, Papà”» - rispose lei.

Il piccolo Conan, ad un certo punto, staccò lo sguardo dallo schermo del cellulare, attirato da un suono acustico. Kaito, nell'udirlo a sua volta, esclamò agitato - «Maledizione!»

«”Che c'è Kaito?”» - domandò la ragazza, in tono confuso

«Ah! Non preoccuparti, è solo il mio cellulare, che si sta per scaricare» - confessò lui ridacchiando, grattandosi la nuca, imbarazzato.

«”Cavoli, Kaito, sei proprio senza speranza!”» - sbuffò come era solita fare Aoko - «”E dire che Aoko ti dice sempre di metterlo a caricare, prima di andare a dormire!”» -lo rimproverò con dolcezza. Quella frase suscitò un sorriso sul volto di tutti i presenti nella stanza, inteneriti dalla discussione semplice, che evidenziava la confidenza ed il profondo rapporto, presente tra i due. Sia Ran che Conan, riesumarono episodi simili, dai propri ricordi. Anche loro battibeccavano così, di tanto in tanto.

Kaito reagì stizzito all'affermazione di Aoko, quasi come se lei fosse di fronte a lei, in un luogo famigliare, completamente diverso da quello attuale - «Scusami tanto, se avevo altri pensieri per la testa!»

«”Davvero? Di che tipo?”»

«Nulla che ti riguardi Ahoko!» - disse con un ghigno divertito sul viso il mago, consapevole, che lei si sarebbe arrabbiata, se l'avesse chiamata in quel modo.

«”Sta un po zitto, sei proprio insopportabile! Bakaito!”» - ringhiò la ragazza, proprio com'era nel suo stile.

Kaito sorrise, sentendo quelle parole ed aggiunse in coda a lei - «Hai ragione» - disse - «Ma è un sollievo, sapere che, anche in situazioni come queste, Aoko rimanga sempre Aoko.» - lei, non rispose a quell'affermazione, non c'è n'era bisogno. Ci furono diversi attimi di silenzio. Kaito non poteva vedere Aoko in quegli attimi, ma era sicuro, che stesse sorridendo. In questo breve lasso di tempo, mentre fissava il ragazzo parlare, Conan ricordò il suono acustico e gli venne un importante intuizione, semplice ma essenziale, che avrebbe potuto aiutarli in questo caso. Dunque, si vide costretto ad interrompere l'atmosfera “magica”, creatasi tra i due.

«Scusa, Onēchan!» - proruppe Conan improvvisamente.

«”S-sì?”» - rispose subito Aoko, alla voce del bambino - «”Dimmi”

Kaito gli rivolse uno sguardo scocciato, infatti pensò - “Che vuoi ancora, Moccioso guastafeste?”

«Onēchan, quanta batteria è rimasta nel tuo telefono?» - domandò, Conan.

«Che c'entra adesso la batteria del cellulare, ragazzino, non intrometterti in affari che non ti riguardano! Chiudi il becco e basta!» - ringhiò Kogoro, infastidito.

«Però Zietto, se il suo cellulare ha abbastanza batteria ed il GPS attivo, la polizia potrebbe localizzarla con facilità non credi?» - lo imbeccò, Conan

«Bé, in effetti...» - ammise lui.

«Sentito Aoko? Quanta batteria ti resta?» - gli ribadì, il giovane Kuroba.

«”Sì, ho capito. Controllo subito.”» - disse e dopo qualche minuto di silenzio, rispose alla domanda del piccolo Conan - «”Ho il 57% di batteria. Ah, ed ho anche attivato il GPS.”»

Perfetto” - pensò il piccolo Detective con gli occhiali - «Benissimo. Onēchan, quando riattaccherai da questa telefonata, continua a tenere il telefono acceso, magari azionando la modalità “Risparmio Energetico”, per consumare meno batteria e impostando il profilo del suono su “Silenzioso”, così che non possa essere sentito, in caso qualcuno dovesse chiamarti o mandarti una mail. A quanto pare non devono essere stati molto accurati, nel cercare qualcosa che potesse identificarti, perché se così fosse, avrebbero trovato anche il tuo cellulare. Questo significa, che finché non si accorgono di dove lo tieni e che sia acceso, non potranno liberarsene, in modo da evitare di essere localizzati, non credi?» - domandò fermandosi.

Si sentì un lieve rumore di qualcosa di ferro che veniva smosso, probabilmente la catena e poco dopo, Aoko esclamò - «”Ah, è vero! La mia tessera scolastica non c'è più!”» - aggiunse - «”Devono averla presa loro”» - detto questo, concordò con l'idea del piccolo Conan - «”Sì, hai perfettamente ragione. Farò così”» - rispose Aoko con convinzione, era un ottimo piano d'azione, che condivise in pieno.

«Ottima pensata ragazzino» - disse Nakamori, scompigliando i capelli di Conan, ridacchiando - «Dopotutto, vivi a casa di un grande Detective»

Kogoro, si unì alla risata, intuendo il complimento, rivolto a lui - «E' vero, è assolutamente vero, ben fatto Conan!»

““Ma non hai urlato, “chiudi il becco”, giusto poco fa?”” - pensarono nuovamente all'unisono Kuroba e Kudo.

Qualche istante dopo, la voce di Aoko, si sentì nuovamente - «”Una macchina, sembra essersi fermata davanti alla casa. Devono essere tornati”» - comunicò loro.

«Cosa?!» - disse Kaito, perdendo il lieve sorriso.

«Sul serio?» - chiese, Conan, al sentire quelle parole - «Onēchan, riattacca immediatamente e fa quello che abbiamo detto. Vedrai che andrà tutto, bene!» - gli disse ad alta voce, parlando frettolosamente Conan, per risparmiare secondi preziosi.

«Aoko, vedrai che li arresteremo quei maledetti!» - affermò l'Ispettore Nakamori, prossimo a scoppiare in lacrime

«Presto ti riporteremo a casa, vedrai!» - disse Kogoro, in tono rassicurante.

«Resisti ancora un po, Aoko» - concluse Kaito

Aoko, rispose a tutte le affermazioni, in fila, prima di riagganciare - «”Ricevuto! Grazie Papà. Grazie mille anche a lei, Signor Mori.» - disse in tono tranquillo e fermo, la ragazza, l'ultima frase, fu flebile, quasi sussurrata, ma a causa del vivavoce ed il volume del dispositivo al massimo, comunque ben udibile - «Sì... credo in te, Kaito”» - dopo quella frase, la linea fu chiusa, ed il silenzio, piombò nell'Agenzia Investigativa, del Detective Mori.

 

Il silenzio, durò diversi minuti, prima di venire rotto dalla voce di Ran - «E' proprio coraggiosa vero...» - disse con un sorriso - «...la ragazza di Kuroba-kun.» -aggiunse poi - «Credo sia meglio spostarsi al Poirot, dopotutto è quasi ora di pranzo!» - disse allontanandosi verso la cucina, con un ampio sorriso in viso.

I tre “adulti” presenti nella stanza affermarono all'unisono, confusi - «««Eh?»»» - Kaito con un leggero imbarazzo, l'Ispettore con un tono di disappunto e Kogoro palesemente confuso. Conan sorrise, comprendendo cosa frullasse nel cervello Ran, mentre l'orologio a parete, posizionato nella stanza, continuava a ticchettare.

 

12:05, circa 4 ore e 55 minuti, all'ora fissata, per il riscatto.

















L'Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti! Benvenuti in questo 3° capitolo. Non ho molto da dire sul capitolo in realtà, preferisco lasciare la parola a voi. Voglio sono fare una precisazione - inutile, ma voglio farla!-
Come avrete sicuramente notato, il POV di Aoko, non si svolge contemporaneamente a quello di Kaito e Conan ed è per questo che ho dovuto ripetermi, altrimenti mi sarebbe stato impossibile descrivere le situazioni che la riguardavano, rendendo difficile,esporre i passaggi della storia ed i relativi indizi che serviranno per la ricostruzione finale del caso. Detto questo vi saluto, e vi rimando al prossimo capitolo: Riusciranno Conan e Kaito a liberare Aoko?






Riferimenti:
Immagini
•Aoko, EP n° 8, Magic Kaito 1412 (Modificata)
   
 
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