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Autore: Matthw883    07/08/2017    2 recensioni
Questa storia è ambientata nel futuro. Un futuro dove Warren è ricco ma che non riesce ad avere una storia soddisfacente con una donna perchè nonostante tutto prova ancora amore per Max, nonostante lei sia scomparsa da anni.Visto che uno dei più grandi desideri di Warren è diventare padre, nonostante non trovi l'anima gemella egli decide di adottare una bambina. La storia ci concentra su questo rapporto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Max Caulfield, Nuovo personaggio, Warren Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7  UNA SORPRESA DI NATALE

Sono passati alcuni mesi da quando ho adottato Rose, e per la prima volta dalla morte di Max mi sento felice, mi sento come se la mia vita avesse finalmente uno scopo, come se finalmente tutto andasse per il verso giusto. Questa bambina ha cambiato radicalmente la mia vita, mai, mai avrei pensato che sarebbe stato tornare ad essere cosi felice e sereno, e soprattutto mai avrei pensato che sarei riuscito a provare un amore cosi grande e sconfinato per quella piccola. Certo, non è stato facile, non sempre sono sicuro di prendere le decisioni giuste per lei ma sono felice.
Lei è riuscita a farsi benvolere da tutti, ora siamo qui e stiamo quasi per festeggiare il nostro primo Natale insieme, noi due da soli, purtroppo mia madre è rimasta nella mia città Natale e Luke passerà il Natale dalla sua famiglia, non importa, bastiamo noi due da soli. La cena di Natale è quasi pronta, tra poco io e Rose mangeremo un bel tacchino e poi passeremo la serata a guardare i classici Disney, almeno finchè lei non si addormenterà. Mi riposo un attimo sul divano e intanto ripenso a tutti i bei momenti che io e Rose abbiamo passato insieme in questi mesi:

FLASHBACK

Rose è caduta per l'ennesima volta dalla bicicletta, sto cercando di insegnarle ad andare in bici, ma la cosa è più difficile di quanto pensassi, la stessa Rose sfiduciata mi dice in lacrime:
-E' inutile papà, non sono capace, non ce la farò mai.-
-Si che ce la farai tesoro, ce l'hanno fatta tutti, non vedo perchè tu non ci debba riuscire.-
-M-ma io...-
-Ascoltami Rose, tu devi soltanto credere in te stessa, devi essere convinta di potercela fare. Deve essere sicura di potercela fare, se lo sarai, niente ti sarà precluso, questa regola non vale solo per la bici, ma anche per la vita. Ora che ne dici, vuoi riprovare un'altra volta -
Rose annuisce e decisa si rimette sul sellino, io la tengo la dietro:
-Rose, ricorda, per rimanere in equilibrio sulla bicicletta devi continuare a pedalare, e cosa più importante....-
-Devo credere in me stessa.-
-Esatto. Ora vai.-
Le dò una spinta e Rose inizia a pedalare e finalmente riesce a non cadere:
-Guarda Papà, ce l'ho fatta, so andare in bici, so andare in bici.-
-E' fantastico tesoro, sapevo che ce l'avresti fatta.-
Lei viene verso di me e una volta scesa dalla bici mi abbraccia e mi da un bacino sulla guancia:
-Grazie papà di avermi insegnato ad andare in bici.-
-Io non ho fatto niente tesoro, hai fatto tutto tu, ricorda se credi in te stessa potrai fare qualsiasi cosa.-
Sono molto contento di essere riuscito a insegnare a Rose ad andare in bici, ma ancora di più sono contento di essere riuscito a darle questa lezione di vita.


Il mio pensiero viene interrotto dall'arrivo del nostro gattino arancione che mi sale sulle gambe alla ricerca di coccole, io inizio ad accarezzarlo e ripenso a come l'abbiamo avuto. Me lo ricordo bene, io e Rose stavamo camminando per le vie della città, quando ad un tratto Rose sentì un miagolio molto triste...

 

FLASHBACK

 

-Papà, sento qualcosa provenire da la dietro.-
Proviene da dietro un cassonetto, mi avvicino e vedo un micio di poche settimane che ha una zampa ferita, infatti zoppica vistosamente:
-Oooh, è un gattino papà.-
-Si è un gatto.-
Il micio avanzò verso di noi con un miagolio che sembrava una richiesta di aiuto:
-Dobbiamo portarlo dal veterinario Rose, ha la zampa ferita.-
-Papà,  una volta che verrà curata possiamo portarlo a casa con noi ?-
-Ecco, i-io non lo so Rose.-
-Ti prego papà, non vedi com'è piccolo ? Ha bisogno di una casa, non ha nessuno, ed è anche ferito non possiamo lasciarlo qui o in un canile.-
Non voglio accollarmi un gatto, ma Rose mi fà una faccia implorante e triste, inoltre appare molto felice all'idea di avere un animaletto domestico, cosa che mi  impedisce di dirgli di no:
-Va bene, ma prima bisogna portarlo dal veterinario.-
-Siiii.-
Ora guardo il gatto e gli dico in maniera scherzosa.-:
-Sei stato davvero fortunato Felix, se non ti avessimo visto ora probabilmente saresti morto, ringrazia sopratutto Rose, è merito suo se sei qui, Io non ero contentissimo all'idea di prenderti.-

Il gatto fa uno sbadiglio e poi si dirige verso il suo cuscino per dormire, mentre lo guardo penso che dopotutto è bello avere questa palla di pelo in giro per casa.

 

Mi viene in mente poi la visita dell'assistente sociale in casa, ero teso e nervoso, avevo paura che potevo aver fatto qualcosa che avrebbe costretto la signora a portarmi via la bambina.


FLASHBACK

Sto cercando di aiutare Rose nella lettura di un testo per bambini quando sento suonare il campanello, vado ad aprire e mi ritrovo davanti alla porta una ragazza dai lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo, porta gli occhiali, indossa una giacca nera sopra una camicia bianca:

-Si buongiorno, desidera ?-

-Mi chiamo Jane Malloy, sono l'assistente sociale, sono venuta qui per la consueta visita di controllo. Devo verificare che la bambina stia bene, che viva in un ambiente sano e stimolante e che sopratutto sia trattata con tutti i riguardi.-

Stupito la invito ad entrare

-Si, certo entri pure, ma mi aspettavo la sua per domani.-

-Si, è vero, ma l'ho fatto per un ottimo motivo, chi mi dice che lei non ha niente da nascondere ?-

-Che intende dire ?-

-Intendo dire, che se fossi arrivata all'ora prefissata lei avrebbe potuto nascondere qualcosa di compromettente, e invece in questo modo, venendo da lei un giorno prima posso fare un analisi veritiera.-

-Capisco, entri pure, non ho niente da nascondere.-

Jane entra in casa e comincia a guardarsi intorno:

-Prego mi segua signorina, io e Rose ci trovavamo di la, le stavo insegnando a leggere.-

Per prima cosa la conduco nella stanza dove mi trovavo con Rose, Jane saluta amorevolmente Rose:

-Ciao Rosemary, io sono Jane, sono persona che è venuta qui a vedere come ti trovi con il tuo papà, se sei a posto e ti tratta bene.-

-Il mio nome è Rose, mai Rosemary, e papà è la persona più buona del mondo.-

-Ne sono certa, ma devo comunque farti delle domande in privata, sempre se sei d'accordo.-

-Uh va bene.-

Io mi allontano e aspetto che abbia finito, dopodichè ,le faccio visitare la casa, una volta finito, mi si avvicina e mi dice:

-Beh che dirle signor Graham, sta facendo un ottimo lavoro, la bambina è pulita, educata, ben nutrita e vive in un ottimo ambiente, stia tranquillo. nessuno le porterà via sua figlia.-

Tiro un sospiro di sollievo:

-Bene, ora mi perdoni, ma c'è una cosa importante che devo dirle.-

-Mi dica.-

-Ecco...io credo che l'orfanotrofio Sacro Cuore maltratti i bambini che ospita.-

Mi guarda in modo 

-Beh ecco vede, quando ho preso Rose con me, lei era molto magra, i medici hanno detto che era denutrita. Inoltre Rose mi ha accennato a delle punizioni che vengono inflitte ai bambini, non ha voluto dirmi di che tipo di punizioni si trattano. Era troppo spaventata, ma io ho paura che siano punizioni corporali.-

Lei sospira e mi dice:

-Si, anch'io ho il sospetto che quel posto non sia a norma, può stare tranquillo, ci penso io, farò le opportune verifiche e se necessario farò chiudere quella struttura.-

-Benissimo, la ringrazio moltissimo, spero di rivederle presto.-

-Anch'io.-

 

Non ho mai più visto quell'assistente sociale, eppure ero convinto che sarebbe tornata. Beh forse in fondo è meglio così, almeno io e Rose non dovremo più preoccuparci ciò e vivremo più tranquilli.

Ammetto che quel giorno ho avuto una paura matta e immotivata che l'assistente sociale l'avrebbe portata via, per fortuna cosi non è stato. La paura più grande che ho avuto è stata qualche sera fa, era notte e stavo camminando con Rose in braccio che dormiva, l'auto si era guastata...

 

FLASHBACK

 

Solo a me, solo a me poteva andare in panne la macchina nel cuore della notte, solo a me, ora mi tocca farmela tutta a piedi, e con Rose in braccio. Per fortuna la nostra casa non  molto lontano da qui, purtroppo però devo passare attraverso una brutta strada, in una zona molto malfamata. Cammino molto velocemente cercando di evitare possibili problemi, ma ad un tratto mi ritrovo davanti un barbone con un coltello di fronte a me, è piuttosto corpulento, e ha una lunga barba nera, porta dei vestiti pesanti ma logori:

-Bene, bene bene, guarda un pò chi abbiamo qui stasera ? Un damerino sicuramente imbottito di denaro, beh è meglio se svuoti le tasche, altrimenti potrei fare del male a te e a lei.-

Io spaventato gli dico:

-D-d'accordo, o-ora ti do tutto quello che vuoi, m-ma per favore, non fare del male alla bambina. Aspetta solo un attimo, la appoggio li -

Appoggio Rose ancora profondamente addormentata in un panchina proprio vicino a noi, e subito dopo tiro fuori il portafoglio e glielo lancio:

-Ecco, prendi pure tutti i soldi  che ci sono dentro, ma ora lasciaci andare.-

-Mmmh bene, ma sai che mi piace anche la tua giacca e le tue scarpe ? Perchè non mi consegni anche quelle ?-

-Stai scherzando vero ?-

-No, ascolta, a me che non ho niente quelle cose fanno molto comodo.-

Non ho scelta, mi tolgo la giacca e la poso per terra quando a un certo punto sentiamo un urlo, una persona esce da un vicolo buio, è cosi imbacuccato che non si riesco a vedere il suo volto, vedo che ha solo un paio di occhi azzurri che esprimono bontà:

-No.-

E' una voce molto rauca, probabilmente è dovuta a un raffreddore:

-L-lascialo stare.-

-Scherzi ? Ma l'hai visto quanti soldi ha questo ? Ci mangeremo per almeno due settimane.-

-S-si, m-ma ragiona, lui ti ha visto in faccia, s-se va alla polizia ci metteranno pochissimo tempo a prenderti, è meglio se gli restituisci le sue cose.-

Lui convinto dalle parole dell'amico mi restituisce le cose:

-Ecco a lei, m-mi voglia scusare, m-ma s-sa la fame e il freddo ci fa fare cose che non faremmo mai.-

Lui fugge immediatamente e io dopo aver preso Rose in braccio voglio ringraziare il signore che mi ha aiutato, ma non appena rialzo lo sguardo vedo che se n'è andato, è sparito, volatilizzato nel nulla, non sono riuscito nemmeno a ringraziare come si deve quella persona, volevo dargli dei soldi, ma nulla è scomparsa. Quella persona mi sembrava familiare, sono abbastanza convinto di aver già visto quella persona, anche se non mi ricordo ne dove ne quando.

 

 

Per quanto riguarda le donne, beh lasciamo perdere, tanto lo so che non amerò mai più nessuna come Max, ma a volte vorrei tanto avere una compagna accanto a me, una persona che ami me e Rose. Grazie a Rose il dolore per la perdita di Max si è molto attenuato, ma non è stato sufficiente. E' bastata una sola foto per mettermi in difficoltà...

 

FLASHBACK

 

Sento Rose venire giù dalle scale e chiamarmi a gran voce:

-Papà, papà.-

-Che c'è tesoro ?-

-Ho trovato questa foto di sopra, ci sei tu e un altra ragazza, mi puoi dire chi è lei ? Sono curiosa.-

E' una foto dei tempi del liceo, una foto scattata da Max, uno nostro selfie, che ritrae me e lei:

-Questa tesoro è una foto scattata dalla mia amica Max, ti ho parlato di lei ricordi ? E' la mia amica che ora sta in cielo.-

Rose la indica nella foto:

-Era lei ?-

Annuisco:

-Era molto bella, eravate molto amici ?-

-S-si lo eravamo.-

In quel momento io scoppio in lacrime, ripenso a tutti i momenti che abbiamo trascorso insieme, hai momenti passati  insieme a cazzeggiare, pochi, ne abbiamo trascorsi insieme troppo pochi.

Preoccupata Rose mi chiede:

-Perchè piangi papà ?-

-Perchè io ne ero innamorato tesoro, l'amavo come un marito che ama sua moglie, come un papà che ama una mamma. Avevo un sogno, avevo il sogno di sposarla, di avere dei bambini come te, di vivere insieme, ma tutto questo non si è mai realizzato perchè lei se n'è andata molto presto.-

-Ma lei ti voleva bene come tu ne volevi a lei ?-

-Non lo so tesoro, non gliel'ho mai chiesto, non gli ho mai detto quello che provavo per lei, ma non credo che mi amasse.-

Rose mi abbraccia:

-Mi dispiace papà, i-io non volevo farti piangere, t-ti chiedo scusa.-

-Non devi preoccuparti Rose, non è colpa tua, mia semmai. E' colpa mia se non riesco a dimenticare una ragazza morta, è colpa mia se penso sempre a lei, è colpa mia se non riesco a innamorarmi delle altre donne.-

-E' questo il motivo per cui non hai una moglie ?-

-Esatto tesoro, però sai, non ho bisogno di una moglie finchè ho te, finchè tu riempi le mie giornata io non sentirò il bisogno di avere qualcun'altro. E tu, non vorresti una mamma ?-

Rose è titubante ma poi risponde:

-S-si, ma finchè sono con te sono felice, non devi trovarmi per forza una mamma, finchè siamo insieme noi due io sono felice.-

-Vieni qui tesoro.-

Ci abbracciamo stretti, convinti che nonostante tutti noi due insieme siamo comunque felici.

 

I miei pensieri vengono interrotti da Rose che mi urla:

-Papà, papà, guarda, nevica.-

-Nevica ?-

Mi avvicino subito alla finestra, è strano che qui ad Arcadia Bay nevichi:

-Non ho mai visto la neve prima d'ora. Posso andare fuori a giocarci papà ?-

-No Rose, fa molto freddo, può venirti un brutto malanno, andremo a giocare fuori, ovvero sarà più caldo. Ma ora vai a lavarti le mani, che tra poco si mangia.-

Io e Rose mangiamo tranquillamente e poi una volta finito ci mettiamo a guardare i film della Disney finchè a un certo punto io e Rose cadiamo entrambi in un sonno profondo.

Vengo risvegliato dal rumore di un tonfo proveniente da fuori:

-Ma cosa...-

Mi alzo e vedo a vedere cosa è accaduto, apro la porta e vedo una persona sdraiata a terra, proprio davanti al mio cancello. Mi abbasso per vederlo in viso, ha la faccia completamente bardata, guardando i suoi vestite noto che è la stessa persona che mi ha salvato dal furto avvenuto poco tempo fa:

-Ehi, si sente bene ?-

-I-io...-

Capendo che adesso non è in grado di rispondere decido di portarlo al caldo in casa mia:

-Non si sforzi, la porto in casa mia, li dentro starà al caldo.-

-G-grazie W-Warren.-

Ma come conosce il mio nome ? Non ci siamo mai visti prima di quella sera, o almeno credo. Lo accompagno in casa e lo aiuto a sdraiarsi delicatamente in uno dei divani. Ha perso conoscenza, deve assere rimasto senza forze a causa del freddo e della fame. prendo una coperta dall'armadio e gliela metto sopra. Una volta fatto ciò gli tolgo la sciarpa e il cappello dalla sua testa, voglio vedere il volto della persona che mi ha salvato.

Quello che vedo mi sbalordisce, è una ragazza, ha dei corti capelli marroni, dei bellissimi occhi azzurri e un nasino grazioso contornato da delle lentiggini. Nonostante i segni del tempo e una lunga è profonda cicatrice che le attraversa la parte destra della faccia non ho dubbi su chi sia questa persona Riconoscere questo volto tra mille, per questo non rimango sbalordito, non riesco a crederci, questa persona dovrebbe essere morta, ma invece è qui, davanti a me:

-Oh mio Dio, i-io sto sognando, non ci posso credere q-questo è-è-è impossibile, q-questa persona è Max, Max Caulfield, la mia amica Max.-




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco, finalmente la svolta a questa storia, probabilmente molti di voi se lo aspettavano, ho deciso di dare un' accellerata alla storia riassumendo alcune scene qui. Cosa è accaduto a Max ? Come si evolverà il rapporto tra lei e Warren  ?

Lo scoprirete forse nel prossimo capitolo. Commenti e critiche (se giustificate) sono sempre accettate perchè aiutano a migliorarsi.

   
 
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