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Autore: paige95    08/08/2017    1 recensioni
Protagonisti di questa mia prima FF ambientata nel mondo di Harry Potter sono Hermione e Ron. I due giovani sono sposati e da poco è nata la loro piccola Rose, ma purtroppo la loro vita insieme non proseguirà nel migliore dei modi.
Il narratore è interno, infatti sarà proprio Hermione a raccontarci le vicende e i suoi stati d'animo.
Spero possa piacervi. Fatemi sapere. Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Oscuri sospetti
 
Compariamo in un luogo a me sconosciuto. È cupo, nonostante sia pieno giorno. Ho solo voglia di andarmene.
Nuvoloni neri minacciano un temporale. Infatti un tuono non tarda a farsi sentire e rompe il silenzio tra me e Ron: finalmente il cielo inizia ad assecondare il mio stato d’animo, così inizio davvero a sentirmi meno sola. Alzo gli occhi verso quella tormenta. Sento qualche goccia di pioggia tra i capelli e sul viso, questa sensazione di bagnato porta le mie palpebre a chiudersi, ma cerco di trattenere le lacrime, anche se vengono inesorabilmente stimolate dal clima.
Un contatto mi fa sussultare e riscuotere dai pensieri. Mio marito ha appoggiato la sua giaccia sulle mie spalle.
“Ron, che fai?” la mia voce è un sussurro, la domanda è scontata
“Tesoro, sta piovendo. Così non ti bagni”
Lo guardo con tenerezza per quel suo inaspettato gesto. Mi tolgo la giaccia sorridendo e gliela porgo “Piove anche per te, non solo per me” mi guarda con rassegnazione “Ron, apprezzo, ma rimettila” finalmente segue il mio consiglio
Torno seria e mi concentro sul motivo che ci ha portati qui.
“Allora, dove si trova?”
Indica un locale lontano qualche metro da noi.
“Ci vieni spesso da queste parti?”
Dall’aspetto non deve essere propriamente un posto frequentato da uomini sposati.
“Veramente no. Era la prima volta che io ed Harry venivamo”
Forse era meglio se non ci mettevano proprio piede.
“Ron, perché quella sera non sei andato via con Harry, invece di rimanere lì dentro da solo?” è una domanda che mi porto dentro da un po’ e non sono mai riuscita a trovare una spiegazione; se fosse uscito, tutto questo non sarebbe mai successo
Indugia a rispondere, probabilmente è una delle cose di cui si pente.
“Non lo so, ma sono stato uno stupido”
 
Entriamo. All’interno è anche peggio. C’è un muro di fumo davanti a me e mi vieni immediatamente da tossire. Mio marito invece sembra non farci caso.
“Da quando fumi, Ron?”
Si sorprende dalla mia domanda “Io non fumo”
“E allora perché non ti dà fastidio quest’aria?” è qualche giorno che faccio fatica a riconoscerlo
Ignora la mia domanda e guarda di fronte a sé “È lei”
Anche io guardo nella sua stessa direzione e la vedo, i miei occhi si sono gradualmente abituati a quella nebbia: è davvero molto bella ed anche più giovane di me, ha lunghi capelli biondi raccolti in una treccia appoggiata sul decolté, accentuato da un’ampia scollatura, una corta gonna aderente copre le sue esili gambe fino al ginocchio e tacchi vertiginosi le calzano i piedi; è seduta su un divanetto e sta sorseggiando un drink.
Come donna mi sento davvero umiliata. Ron nota la mia frustrazione.
“Sei molto più bella, amore”
Bel tentativo il suo di tirarmi su di morale, ma sabato non gli è dispiaciuta poi così tanto. Mio marito si meriterebbe un altro bello schiaffo, ma non voglio dare spettacolo anche lì.
Lo ignoro e mi avvio nella direzione di quella ragazza. Un braccio mi impedisce di proseguire.
“No, ferma! Che vuoi fare?”
Sono già alterata, quindi non gradisco molto quel contatto.
“Ron, fai viaggiare l’immaginazione. Di certo non voglio prendere con lei un caffè” in questo momento non riesco a guardarlo senza un pizzico di disgusto “Hai paura che le faccia del male?”
Si affretta a rispondermi “Per te, non per lei”
Tira fuori dalla tasca quell’orecchino e me lo porge. Lo guardo con ribrezzo ed esito a prenderlo, ma alla fine cedo.
“Hermione, sei sicura? Forse è meglio se le parli io”
Scosto il suo braccio davanti a me, il quale mi impediva ulteriori passi “Aspettami qui”
Mi allontano con grinta, forse l’ultimo grammo che mi è rimasto.
 
C’è d’aver paura anche solo a camminare qui dentro, figuriamoci a sedersi comodamente e prendersi da bere. È peggio dei sotterranei di Hogwarts. D’impulso mi accerto della presenza della bacchetta sotto i vestiti e il suo contatto mi tranquillizza un po’. Tanto so che Ron mi sta tenendo d’occhio, quindi sono certa che non possa succedermi nulla.
In un attimo mi trovo davanti a lei. Quando si degna a rivolgermi lo sguardo, le porgo l’orecchino. Il miglior modo per annunciarmi, a mio parere.
“Credo che questo sia tuo”
Lei mi guarda con aria interrogativa dal basso verso l’alto “Ci conosciamo?”
Non è una strega, altrimenti avrebbe dovuto riconoscermi.
“Indirettamente”
Prende l’oggetto dalle mie mani ed io mi siedo difronte a lei.
Ho talmente tante domande per la testa che non so da dove iniziare.
“Credo che sabato tu abbia conosciuto mio marito”
Cerca di far affiorare i ricordi. Ha un’aria menefreghista e sfrontata, per lei è un gioco, ma per me no.
“Sei il Ministro della Magia, vero?”
La sua domanda mi prende alla sprovvista. Non le rispondo, tanto la risposta la conosce già.
“Se tu marito è quello laggiù” lo indica con un cenno del capo, anche io mi volto a guardarlo e intravedo, sempre per via del fumo, che sta parlando con qualcuno “allora sì, lo conosco”
Già a quella certezza, il mio cuore perde un battito.
C’è un dubbio che mi balena nella testa da un po’, ma ho paura di una conferma.
“Ti ha cercata lui o sei stata tu ad avvicinarti?”
“Se hai trovato l’orecchino significa che sai già tutto. Allora mi spieghi che ti importa di chi è stato a fare il primo passo?”
Ho una gran voglia di prenderla per i capelli in questo momento.
“Rispondi semplicemente alle domande” le parlo tra i denti
La sua tranquillità mi dà sui nervi “Bè, dunque,” si sforza a ricordare, come se fosse una cosa naturale “ricordo che è entrato con un altro tizio. Poi è rimasto solo, così mi sono avvicinata a lui e gli ho offerto da bere. Lui ha accettato di buon grado”
Impossibile, mi sta mentendo sicuramente.
“E non ti sei accorta che era sposato??” alzo la voce dalla rabbia
“Veramente no. E come avrei potuto? Non portava la fede”
Come non portava la fede!
Prosegue, ma io non l’ascolto più.
Faceva tante storie a me per la fede e poi lui entra in questo inferno di posto e la toglie?
Mi alzo senza nemmeno più guardarla e mi avvio verso l’uscita.
 
Ogni minuto che passa, mi rendo conto di non averlo mai conosciuto. Avevo un’immagine distorta di lui ed ora quella rappresentazione angelica che la mia mente aveva creato si sta sporcando tutto ad un tratto di menzogne e di squallore. Ci frequentiamo da una vita, ma non sono mai riuscita a vedere oltre quello che c’era difronte a me. Sono estremamente delusa, più da me che da lui, mi sono lasciata ingannare come una stupida. Ora però basta farmi prendere in giro, non credo proprio di meritarlo. Voglio chiudere con questa storia e riprendere in mano la mia vita, che ho troppo accantonato ultimamente. Non mi lascerò più fuorviare dalle sue parole o dall’amore che provo per lui, quello non svanisce in un batter di ciglia.
Arrivo difronte a lui, ma non lo guardo negli occhi, tengo lo sguardo basso.
“Hermione?”
Non gli rispondo e mi avvio verso la porta.
Ron mi piomba alle spalle. Non capisce la mia reazione. E come potrebbe, se non gli ho proferito parola.
Scendono lacrime amare dai miei occhi. Cerca un contatto visivo, ma io non riesco proprio in questo momento.
“Hermione, che ti ha detto?” c’è preoccupazione nella sua voce
Intuisce qualcosa, ma non è del tutto certo.
“Qualsiasi cosa ti abbia detto, è una bugia”
Cerco di proseguire il mio cammino, ma lui me lo impedisce, prendendomi per le spalle.
“So la verità. Ho parlato con”
Lo interrompo “Voglio vedere quei dannati ricordi, Ronald. Subito!” lo guardo dritto negli occhi
“Ma sono quasi sicuro siano falsi. La verità è un’altra”
“Non mi importa. Sono l’unica certezza che ho!”
Sono furiosa e quella mia reazione, per lui inaspettata, lo zittisce, forse pensava non ci fosse più nulla da sapere su questa storia. E invece più il tempo passa, più scopro dettagli inquietanti.
Si rassegna dal convincermi, apre la porta e mi invita a passare.
Appena fuori tenta di prendermi la mano, ma io la tiro indietro.
“Come pensi di tornare al Ministero?!”
Riprova, con più attenzione, nel tuo intento ed un attimo dopo scompariamo.
 
Siamo davanti al pensatoio.
Ron non dice una parola. È estremamente serio. Estrae la bacchetta e la posa sulla sua tempia. Lentamente vengono alla luce i suoi ricordi. In questa stanza così buia, risplendono, fluttuando nell’aria. Mio marito lì getta nel pensatoio e mi rivolge uno sguardo.
“Prego, accomodati”
Ha un tono deluso, come se il nostro rapporto dipendesse dal gesto che sto per compiere.
Ho davvero paura di quello a cui dovrò assistere, ma arrivati a questo punto, non posso più tornare indietro.
Anche io lo guardo prima dell’estremo gesto, probabilmente dopo lo vedrò sotto un’altra luce, sicuramente molto più cupa e inquietante.
Non indugio più, chiudo gli occhi e mi immergo.
 
Una scena prende forma intorno a me.
Sono sull’ Hogwarts Express. Davanti a me tre ragazzini seduti in uno dei numerosi vagoni.
“Per tutte le cavallette, tu sei Harry Potter! Io sono Hermione Granger. E tu sei?”  ha un’aria spocchiosa la ragazza
“Ron Weasley” il ragazzo ha un’aria impacciata
“Piacere” gli concede solo un repentino sguardo, prima di avviarsi verso l'uscita
 
La scena intorno a me cambia.
Ora mi trovo ad Hogwarts invece, nella Sala Comune dei Grifondoro.
Due adolescenti mi sfilano davanti.
“Dai, non ti chiedo tutto”
“No, Ron”
“Dai, ti prego” la sta supplicando, è davvero disperato
“Ti scriverò l’introduzione, nient’altro”
“Hermione, sei la persona più grande che io conosca e se sarò di nuovo sgarbato”
“Saprai che sei tornato in te” un sorrisetto sul viso della ragazza
 
Di nuovo l’ambientazione cambia.
Mi trovo in un grande giardino. È addobbato ovunque di rose bianche. Un grande altare difronte a me, sovrastato da un arco floreale.
Due sposi si stanno scambiando le promesse.
“Hermione, ti prometto di esserti sempre fedele, nella buona e nella cattiva sorte, di onorarti ogni giorno della mia vita. Ti proteggerò da qualsiasi pericolo, perché sei la cosa più bella e preziosa che io abbia. Non so ancora come abbia fatto a meritarti, ma se tu mi sei accanto riscopro una forza che non credevo nemmeno di avere”
 
Un’altra scena intorno a me.
Sono al San Mungo. Uno strillo invade l’atmosfera. Poi un pianto di neonato.
Mi avvicino a quel dolce rumore e davanti a me una felice famiglia. La nascita della nostra piccola Rose.
“Ron, ti assomiglia tantissimo”
Lacrime di gioia scorrono sulle guance di entrambi i neogenitori.
“Ti sbagli, è bellissima come te”

 
In un attimo ritorno alla realtà, il mio viso è rigato da rivoli di sale. Mi fermo a guardare il pensatoio e a riflettere su quello che ho appena rivissuto.
La sua voce rompe il silenzio.
“Questi saranno gli unici ricordi che ti farò vedere, Hermione. E sono anche i ricordi più sinceri che io abbia, perché sono la nostra vita, tutto quello che abbiamo vissuto insieme”
Mi volto verso di lui.
Prosegue “Erano oneste le promesse che ti ho rivolto al nostro matrimonio, non le infrangerei per nulla al mondo di mia spontanea volontà”
Rimango senza parole, ho la gola secca.
Mi prende la mano sinistra, un gesto che aveva già compiuto quel giorno che ci ha uniti per sempre “Ma ora ho bisogno che tu mi creda”
Guardo il suo gesto, non riesco a fissarlo negli occhi. Una lacrima si stacca dalle mie guance.
“R-Ron ti sei tolto la fede, prima di”
Non riesco nemmeno a finire la frase, che lui si affretta a smentire “Non ho mai fatto nulla di simile in tutta la mia vita. Da quando mi hai infilato questo anello, io non l’ho più tolto”
Fa una pausa per scrutare le mie reazioni.
“So la verità”
Lo fisso in attesa di scoprirla.
“Non è solita frequentare quel posto. Ha seguito me ed Harry quella sera e ha aspettato che rimanessi solo”
“Perché dovrebbe avercela con te?”
“Non ero io l’obiettivo, ma tu. O meglio, il Ministro”
Non mi aspettavo di certo una rivelazione simile.
 
Continua…
   
 
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