Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Altair13Sirio    08/08/2017    4 recensioni
***ATTENZIONE SPOILER MANGA***
"Sai, la tua determinazione mi ricorda una storia... Narra di quando i Giganti raggiunsero l'ultima città rimasta ancora in piedi nel regno di Mahle e come questi furono respinti da un semplice bambino armato di una fionda. Un bambino solo, con una fionda! E’ una storiella per bambini, una favola... Ma l'essenza del racconto rimane: Mahle è superiore agli sporchi Giganti di Eldia, e il popolo di Eldia deve essere sottomesso a Mahle! La tua determinazione mi ricorda tanto quel bambino del racconto..."
In una mattina grigia e coperta dalle nubi, due vecchi amici si incontreranno inaspettatamente sul campo di battaglia. In questo scontro alcuni lotteranno per la propria vita e la patria, altri per espiare le proprie colpe; qualcuno lotterà per l'amicizia e l'amore, qualcun altro perché non ha scelta.
"Non farmi pentire di aver fatto quella promessa!"
Il nemico dell'umanità e un eroe improbabile... La battaglia per la difesa dell'umanità e la rivincita contro secoli di persecuzioni... Il futuro del mondo intero...
"Non mi aspettavo di vedere proprio te, tra tutti quanti..."
Tutto sarà deciso da una casualità.
"Non importa come, io tornerò da lei!"
Genere: Angst, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Conny Springer, Jean Kirshtein, Levi Ackerman, Reiner Braun, Sasha Braus
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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<< R… Reiner…? >> Esalò Connie incredulo di vedere il suo vecchio amico proprio lì di fronte a lui. Non riusciva a credere che lo stesse rivedendo dopo tutto quel tempo; non sapeva nemmeno perché, ma si sarebbe aspettato di non vederlo mai più del tutto. Era passato troppo tempo, loro erano cambiati, ma non troppo…
Connie portava sempre i capelli cortissimi ed era sempre basso come uno gnomo, era ancora stupido come pochi, ma si era responsabilizzato un po' dopo tutte le loro battaglie… Reiner invece sembrava più vecchio, con quel pizzetto inaspettato che lo rendeva così diverso da quel ragazzone che si preoccupava di tutti, e triste…
<< Sì… >> Rispose quello muovendo piano la testa, simulando un cenno mentre Connie ancora non credeva ai suoi occhi. << Sono proprio io. >>
Con ancora il respiro irregolare, Connie cercò di ricomporsi e cominciò a studiare la figura di Reiner di fronte a sé: indossava un mantello verde e con il cappuccio alzato sarebbe stato irriconoscibile in mezzo a tanti altri soldati vestiti allo stesso modo; ai fianchi portava l'equipaggiamento per la manovra tridimensionale, ma si trattava di qualcosa che aveva sicuramente rubato una volta arrivato lì perché mancavano diverse lame dai suoi foderi laterali, e lo stesso equipaggiamento era macchiato di sangue. Quella vista, con quel Reiner tanto calmo nel rivolgergli la parola a quel modo, fece veramente infuriare Connie.
<< Reiner! >> Esclamò assumendo un cipiglio rabbioso, prima di far sibilare le sue spade e cominciare a correre in direzione del traditore.
Reiner estrasse a sua volta due spade e impugnò saldamente i suoi manici, un po' sorpreso dalla reazione di Connie, e si preparò a ricevere l'attacco del ragazzo. Connie accelerò la sua corsa una volta avvicinatosi considerevolmente al suo avversario per poterlo prendere alla sprovvista, poi levò entrambe le spade a destra e vibrò un colpo orizzontale che venne parato dalle spade di Reiner. Il ragazzo però tirò indietro la spada che impugnava nella mano sinistra per poterla sollevare alle spalle di Reiner e colpirlo così dall'alto; a questo punto Reiner dovette spingere via il braccio del ragazzo che gli impediva di spostarsi e indietreggiò roteando ampiamente per mulinare colpi con l'intenzione di deviare l'attacco di Connie.
La spada sinistra di Connie si spezzò quando incontrò la lama di quelle di Reiner: una lama così sottile non era adatta a cozzare tanto violentemente con un'altra arma dello stesso calibro, non era studiata per combattimenti tra umani… Ma Reiner per Connie non era più un umano. Non era un uomo da quando aveva deciso di usarli come semplici pedine, ridendo alle loro spalle della loro ingenuità e della loro stupidità. Connie non avrebbe permesso a quel suo vecchio "amico" di portare altra distruzione al loro mondo!
Carico di rabbia, Connie lasciò cadere la lama della spada sinistra per sostituirla con una più nuova e in questo istante Reiner lanciò il suo attacco, come era prevedibile da un codardo come lui: il ragazzone si spinse in avanti a testa bassa, portando le spade ai fianchi e cercando di puntare le lame al ventre di Connie, che indietreggiò scivolando giù dal cumulo di macerie e poi eseguì un salto all'indietro con tanto di capriola allontanandosi ancora di più e continuando a saltare al suo atterraggio. Reiner però non arrestò la sua avanzata, tenendo gli occhi fissi sul suo obiettivo; stava aspettando una mossa falsa da parte del ragazzo della squadra Levi, ma lui non gliel'avrebbe concessa.
Connie sapeva che alle sue spalle si trovavano ancora i resti del Gigante abbattuto poco prima, quindi una volta raggiunto il suo corpo riverso per terra, invece di provare a cambiare direzione per essere quasi sicuramente intercettato da Reiner, decise di saltarvi sopra e voltarsi per puntare i suoi rampini alla casa più vicina, uscendo così dal raggio d'azione del suo avversario.
Appendendosi alla parete della casa ai margini dell'area in cui si trovavano, uno spiazzo pieno di macerie e rocce crollate dalle case che si trovavano ancora lì quella mattina, Connie rivolse uno sguardo pieno di rabbia al ragazzo che se n'era rimasto a terra a guardarlo con aria avvilita, dubbioso se seguirlo per aria oppure aspettare che scendesse di nuovo a terra. Era lì: il più grande nemico dell'umanità era di fronte a lui!
Il traditore, colui che avevano accettato come un fratello e che aveva deciso di voltar loro le spalle senza alcun rimorso. Quello era Reiner, il più malvagio tra i nemici che avessero mai affrontato; lui era quello che aveva giocato con i loro sentimenti, che aveva voluto entrare tanto nei cuori di alcuni di loro per poterli spezzare nel modo più devastante al momento giusto.
Quella era la sua occasione per estirpare il male su quella terra una volta per tutte: morto Reiner, sarebbe morto anche il Gigante Corazzato e con quello la vittoria sarebbe stata ancora più vicina! Morto Reiner, Connie non si sarebbe più tormentato con quei pensieri di amicizia e tradimenti che avevano riempito le sue notti, quei ricordi di falso dolore condiviso da parte del ragazzo biondo; avrebbe finalmente dimostrato a tutti il proprio valore!
Non poteva chiamare aiuto, era da solo, e se lo avesse lasciato scappare chissà dove sarebbe finito… Ammesso che Reiner volesse fuggire senza ucciderlo, Connie doveva chiudere la questione lì, subito!
Sollevò la spada e la arrestò proprio di fronte al proprio viso, a coprire parte di esso. Rivolse uno sguardo minaccioso a Reiner e alzando la voce disse:<< Reiner! Oggi tu morirai qui! >> Puntò contro il ragazzo l'altra spada e continuò:<< Oggi vendicherò tutte le morti causate da te e dal tuo amico Bertholdt; dovrai pagare per i tuoi crimini! >>
Reiner non si mosse ricevendo quelle accuse; rispose dopo, alzando la voce più forte di Connie e dicendo:<< Allora dovrai assicurarti di farmi a pezzi, in modo che non possa rigenerarmi! >> Poi piegò un po' la schiena in avanti e ghignò divertito. << Amico… >> Concluse provocando una reazione furiosa da parte di Connie, che si lanciò via dalla parete a cui si era aggrappato e scagliò i suoi ganci verso di lui per raggiungerlo istantaneamente.
I rampini si conficcarono nelle rocce sotto ai piedi di Reiner e Connie cominciò a scorrere rapidamente lungo i suoi cavi tirando indietro le sue spade, preparandosi ad attaccare. Da parte sua, Reiner non si mosse, preparando la sua risposta che si sarebbe basata sulla sua fermezza e fisicità.
L'impatto fu forte, ma il colpo fu parato senza troppe difficoltà dalle lame di Reiner, che non si mosse più di tanto: unite le braccia per coprirsi il viso e levate le spade a formare uno scudo, il ragazzo biondo bloccò la rapida avanzata delle lame di Connie e riuscì anche a contrattaccare assestandogli un sinistro facendo ruotare l'intero busto e spedendo il piccolo avversario con la faccia nei detriti.
Connie cercò di rialzarsi da terra mentre intanto il naso gli pizzicava forte per l'impatto con il terreno e scosse la testa per mantenere la concentrazione. Si voltò pur rimanendo in ginocchio e rivolse uno sguardo pieno di odio a Reiner, che però non sembrava preoccupato da quello.
<< Sei sempre stato troppo irruento, Connie… >> Commentò sul suo ultimo attacco, che era riuscito a parare troppo facilmente.
Connie non aveva alcun motivo per rispondere, ma lo fece comunque:<< Io non sono mai stato irruento! >> Sembrava quasi che volesse solo avere qualcosa per ribattere a ogni provocazione del suo avversario, anche se in quel caso avrebbe potuto contraddirsi. Connie era un tipo irruento, lo aveva dimostrato spesso; questo era dato dalla sua poca intelligenza, ma era anche vero che con il tempo aveva saputo maturare ed era diventato più forte di una volta…
Le labbra di Reiner si piegarono in un mezzo sorriso divertito, quasi nostalgico. << E non hai mai nemmeno saputo nascondere le bugie! >>
Quella frase lasciò di stucco Connie, che rimase con un ginocchio a terra mentre cercava di rialzarsi e fissò con occhi esterrefatti il viso di quello che un tempo aveva definito "suo amico", chiedendosi cosa volesse dire. Forse aveva paura di quello che avrebbe potuto dire, per questo si rialzò rapidamente e cercò di colpirlo con le sue spade, ma Reiner parò l'attacco con una mano sola.
<< Esattamente quello che intendo… >> Mormorò avvicinando il viso al suo. << La verità è dura da accettare, e tu sembri non volerne proprio sapere… >>
Connie si liberò dalla parata di Reiner e indietreggiò giusto quanto bastava per tentare un altro attacco: prima levò la spada di destra e poi tentò un fendente laterale con quella sinistra, ma entrambi i colpi furono parati da Reiner con grande facilità, accompagnati da uno stridore insopportabile che fece gridare di dolore le orecchie di Connie. Reiner allargò poi le braccia spingendo via Connie e costringendolo a indietreggiare ancora, mettendosi a distanza di sicurezza; un attimo dopo il ragazzo si rese conto di essere stato graffiato leggermente a una spalla.
<< I tuoi colpi non sono mai stati particolarmente forti… Ma non ricordavo che fossi così incompetente. Ti sei forse rammollito, in questi anni passati nella pace? Voi demoni vi siete goduti la vostra prosperità, senza più Giganti a tenervi a bada come i cani che siete? >> La domanda di Reiner passò attraverso il cuore di Connie come una lama affilata, gelida. Credeva veramente che quegli anni fossero stati solo un lungo ozio per tutti loro? Non aveva idea di cosa avesse passato Connie, da quando lui aveva deciso di tradirli a quel modo tanto brutale e disonesto; non aveva il diritto di accusarlo così di qualcosa che non poteva conoscere!
Connie alzò una mano con l'intera spada ancora stretta saldamente e la portò al cuore con solennità. << Da quando tu e Bertholdt vi siete rivelati per ciò che eravate… >> Disse respirando profondamente, in tensione. << Non c'è stato giorno in cui ho pensato di lasciare andare quel dolore che avete causato a tutti noi! Mi sono sempre tenuto stretto a quella rabbia e alla delusione di una falsa amicizia, allenandomi duramente tutti i giorni dalla mattina alla sera per poter arrivare qui, in questo preciso punto… >> E puntò i propri piedi con un dito dell'altra mano, sbattendo uno stivale per terra con rabbia. << Pronto a combattere contro il "nemico dell'umanità", pronto a sconfiggerlo! >>
Connie lasciò andare la mano sul cuore e levò lentamente la punta della spada verso Reiner, guardandolo di sbieco. << Quindi, no: non mi sono rammollito neanche un po'! Semmai, il mio animo e il mio corpo si sono rafforzati! >>
Il discorso di Connie non sembrava aver colpito minimamente il grande Reiner, che lo fissò con una mano poggiata sul fianco e un sopracciglio inarcato. L'unica reazione che suscitarono le parole del ragazzo nel suo avversario fu uno scuotere della testa falsamente esasperato:<< E allora immagino che sia la seconda opzione… >>
<< Cosa? >> Chiese Connie non capendo a cosa i riferisse Reiner con quel commento.
Reiner tornò a guardarlo, divertito dalla confusione del ragazzo. << Vuol dire che il vero motivo perché i tuoi colpi sono così pessimi è che non vuoi veramente farmi del male. >> Sembrava che Reiner stesse prendendo in giro Connie, che stesse cercando un modo per farlo vacillare nelle sue convinzioni, ma i suoi occhi erano seri quando pronunciò quelle parole.
Connie reagì lentamente e diede uno strattone con il braccio, come per scacciare via le parole appena uscite dalla bocca di Reiner. << Come se me ne importasse qualcosa! >> Disse con tono scontroso prima di ricomporsi e prepararsi a un altro attacco. << Il mio unico obiettivo è eliminarti, così da porre fine a questa maledetta guerra! >>
Connie unì le spade e le punto entrambe contro Reiner. La sua voce tremava debolmente mentre pronunciava quelle parole; forse i dubbi che lo avevano tormentato per tutta la mattina stavano tornando a farsi sentire? Era un pessimo momento per tutto quello, Reiner non avrebbe avuto pietà con lui se avesse mostrato una qualunque incertezza…
Il Guerriero abbassò lo sguardo stringendo con più forza le sue spade. << Se dici così… Mi rincuora il pensiero di non dovermi trattenere! >>
Ancora prima che Connie potesse capire il senso di quelle parole, si vide venire addosso la mole di Reiner a grande velocità. Il ragazzo più piccolo si spostò agilmente per schivare il colpo, ma non vide i cavi della manovra tridimensionale di Reiner, che lo urtarono e lo fecero cadere a terra. Reiner gli passò di sopra e, atterrato, si voltò rapidamente per non dargli le spalle mai nemmeno per un istante.
<< Dove diavolo hai preso quell'attrezzatura? >> Chiese Connie rialzandosi e saltando con grande coraggio giù dalla cima del mucchio di detriti, lanciandosi addosso a Reiner con le spade levate. C'era del sangue sull'equipaggiamento di Reiner, e dato che non era evaporato doveva trattarsi sicuramente di sangue umano, come quello che aveva imbrattato gli abiti di Connie piovendo dal cielo.
Il ragazzo incrociò le sue lame e parò il primo colpo di Connie, ma dovette essere rapido per impedirgli di attaccare con la sua seconda spada e quindi lo spinse lateralmente, facendogli perdere l'equilibrio e scivolando giù dalla montagna di macerie assieme a lui. Connie atterrò con gran controllo del proprio equilibrio e rimase a fissare Reiner con sguardo torvo, pronto a saltargli addosso al momento giusto. << L'ho presa da un soldato morto nella zona dove sono atterrato. >> Rispose con calma Reiner mantenendo le spade levate di fronte a sé, pronto a difendersi da un altro attacco di Connie.
Connie non si fece attendere: saltò in avanti prima che la discesa dalla montagna potesse finire e puntò in avanti una delle due spade per prendere Reiner alla sprovvista e colpirlo più velocemente. In risposta al suo attacco, Reiner chiuse le sue lame sulla spada di Connie incrociandole, ma il ragazzo si era aspettato una difesa simile e sfruttando ancora lo slancio del suo salto sollevò con forza la lama che era stata intrappolata dalle spade di Reiner, spezzando così la sua guardia. Quella mossa gli fece sacrificare un po' della spinta che gli aveva dato il suo attacco, ma gli concesse di poter finalmente colpire un Reiner scoperto con l'altra spada, che dovette solamente sollevare con rapidità per ferirlo a un fianco.
Sfortunatamente, con la sua mossa Connie non era riuscito ad avvicinarsi a sufficienza a Reiner, e così la lama non taglio tanto profondamente nella carne del suo avversario. La sua spinta si era completamente esaurita dopo il secondo attacco; Connie poté solo controllare il suo atterraggio per non perdere l'equilibrio dopo un grande spostamento del suo baricentro come quello. << Avvoltoio! >> Lo provocò ghignando con l'adrenalina che cominciava a crescere dentro di lui.
Reiner rispose al ghigno con un sorrisetto sicuro di sé:<< E tu sei sempre il solito che approfitta del lavoro di altri per prenderti tutto il merito! >>
<< Almeno io lo faccio per una buona causa! >> Ribatté prontamente Connie senza stare a sentire le parole di Reiner, che si riferiva ai vecchi tempi, quando si allenavano assieme agli altri ragazzi del "Centoquattresimo". Era vero, aveva cercato di distrarre Reiner per prenderlo alla sprovvista, ma anche lui avrebbe fatto lo stesso per farlo perdere quindi non doveva avere pietà con quel traditore.
Reiner rise di gusto alla risposta di Connie. << E la vostra sarebbe una buona causa? >> Chiese inasprendo improvvisamente la voce e lo sguardo. << Voi, popolo di dannati, avete causato questa guerra dal giorno in cui avete deciso di rinchiudervi in quel paradiso circoscritto dalle vostre care Mura… La vostra indolenza è quello che ha fatto sì che noi, sopravvissuti del popolo di Eldia, venissimo mandati a uccidervi! >>
Connie scosse la testa alzando la voce nel tentativo di sovrastare le urla di Reiner, che sembrava star riversando tutto il suo odio verso di lui:<< Tutto questo non c'entra niente! Non siamo stati noi a decidere cento anni fa! Non volevamo la guerra, il nostro re ci ha portati via con sé e ci ha tolto la possibilità di scegliere! Mahle ha deciso di perseverare in questa politica di odio verso noi che non abbiamo fatto niente: la loro persecuzione nasce dalla loro incapacità di perdonare! >>
<< E tu puoi perdonare chi ti ha fatto tanto soffrire? >> Chiese a un certo punto Reiner, ritrovando inaspettatamente la calma. Il suo sguardo non era più adirato, e nemmeno la sua voce era sforzata dalle urla; Reiner era calmo, i muscoli rilassati e le vene nuovamente nascoste sotto la pelle. Sembrava non essersi appena messo a urlare con Connie.
Quella domanda era stata tanto inaspettata quanto enigmatica: che cosa voleva intendere con una cosa del genere? Quali erano gli obiettivi di Reiner? Che cosa era andato a fare lì, e perché non aveva tentato di sfuggirgli né si era trasformato in un Gigante?
Pensando ancora un po' alla domanda del suo vecchio compagno, Connie abbassò lo sguardo abbattuto e dichiarò con voce roca:<< Forse… Ma non potrei mai dimenticare tutto il dolore. >> Alzò lo sguardo vedendo negli occhi di Reiner il fuoco ardente della rabbia, della vendetta. Vide sé stesso in quel fuoco, e poi vide le immagini della loro ultima battaglia con il Gigante Corazzato, quando questo deviò una delle loro lance fulminanti e colpì Sasha senza alcuna pietà, rischiando di ucciderla. Reiner avrebbe anche potuto prendersi gioco di lui di fronte al Gigante di sua madre, avrebbe potuto sfruttare le sue debolezze per arrivare al suo obiettivo… Ma il suo più grosso errore era stato fare del male alla sua amica, quel giorno. Connie non avrebbe mai dimenticato quel gesto!
Reiner sorrise come se si stesse liberando da un peso e sospirò profondamente. << Allora capisci ciò che prova Mahle? Capisci perché dobbiamo espiare le colpe dei nostri antenati? A nessuno interessa ciò che pensi e fai tu, tutti vedranno il tuo passato! >> Avanzò di qualche passo poggiandosi una mano al petto. << Siamo figli di un demone che non avrebbero dovuto esistere! Il nostro destino è quello di redimere i nostri peccati dando la vita per… >>
Connie era stufo di sentire quelle idiozie. Si mise a urlare come non aveva mai fatto prima e cominciò a parlare a ruota libera, fuori di sé:<< NO!!! IL NOSTRO PASSATO NON C'ENTRA NIENTE! >> La sua reazione sembrò spaventare Reiner, che indietreggiò fissandolo incredulo. Connie approfittò della sua attenzione per abbassare un po' il tono, ma continuò a gridare esternando tutto il suo odio verso quel sistema che non capiva:<< Nelle nostre vene potrà anche scorrere il sangue di un demone, ma non siamo dei mostri! Tutto quello che facciamo è dettato solo dal nostro volere, sono le nostre decisioni che ci portano dove siamo e solo noi possiamo decidere della nostra vita! Anche se la gente ci dipinge come dei mostri, non dobbiamo esserlo per forza! >>
Reiner aveva lo sguardo basso, se ne stava in silenzio forse ad osservare il filo scintillante di una delle sue spade. Non aveva fatto altro che restare in silenzio dopo la sfuriata di Connie, e ora sembrava pronto a rispondere, ma invece continuava a restare in silenzio… A un certo punto alzò lentamente lo sguardo, mostrando i suoi occhi infossati in quel viso così magro e così diverso da quello che Connie era abituato a vedere, e rispose lentamente:<< A che serve cercare di mostrare il contrario, quando agli occhi di tutto il mondo sei già un mostro? >>
Connie lo guardò incredulo. Aveva ascoltato quello che aveva detto, oppure si era tappato le orecchie prima di arrivare lì? << Sei… Sei forse stupido?! >> Gli urlò contro, cercando di farlo reagire.
<< Non ha senso provare a ragionare con questa gente! Non ha senso provare a ragionare con voi! >> Dopo un attimo di incertezza, Reiner puntò la sua spada contro Connie. Ormai il ragazzo non capiva più nemmeno a cosa si riferisse, di chi stesse parlando… << Se nasci come mostro, sei destinato ad esserlo per sempre… >>
Connie tagliò l'aria con la spada nella mano destra e digrignò i denti con disprezzo. << E allora sei dannato! Dannato ad essere sempre un fantoccio incapace di vedere la realtà! >>
<< IO SONO GIA' DANNATO, CONNIE! >> Gridò fuori di sé Reiner agitando violentemente le braccia come per far vedere il suo punto di vista al ragazzo. << Non lo sai che presto morirò a causa del mio potere? >> Stava sudando copiosamente in quel momento; sembrava che anche solo pronunciare quelle parole fosse un peso per lui. Si vedeva che non volesse morire, eppure non poteva farci niente.
Connie puntò le spade contro di lui, tirando indietro le braccia:<< E allora fammi un piacere e muori oggi!!! >> Detto questo, si scagliò contro Reiner per attaccarlo con tutta la sua forza. Il Guerriero però si spostò lateralmente e parò ancora una volta il colpo di Connie con una delle sue spade, tenendo pronta l'altra per rispondere a un eventuale secondo attacco, ma invece il ragazzo sfilò davanti a lui senza conseguenze, lasciando andare la spinta sulla lama di Reiner.
Connie atterrò scivolando di qualche centimetro per terra e si voltò rapidamente verso il suo avversario, preparando un altro scatto: si lanciò con tutta la sua forza addosso a Reiner, contando di poter anticipare la sua difesa. Calò con rapidità la spada che teneva nella destra, ma Reiner parò l'attacco prontamente, e allora tentò di colpirlo con l'altra spada che gli era rimasta. Anche il secondo colpo fu parato e, spazientito, Connie diede un forte strattone per liberarsi dalla situazione intricata in cui si era cacciato, cominciando a roteare con le lame ben puntate verso l'esterno. Reiner indietreggiò e si preparò subito ad attaccare: adesso aveva smesso di difendersi.
Il ragazzo biondo passò subito all'attacco una volta che Connie fu con i piedi per terra e cercò di disarmarlo più in fretta possibile attaccando dal basso e sollevando con forza la spada di destra. Connie riuscì a parare con difficoltà il colpo, ma la sua spada fu spinta indietro dalla forza di Reiner e portò con sé il suo braccio lasciandolo scoperto e vulnerabile. La spada di sinistra del Guerriero si levò ancora più velocemente di quella di destra e Connie fu colpito al fianco dalla punta della lama, che tagliò la sua carne facendosi strada tra i suoi vestiti fino alle sue costole più inferiori. Connie strinse i denti e sopportò il dolore, concentrandosi sul non perdere l'occasione che si era creata, e diede un calcio in faccia a Reiner per allontanarlo da sé.
Connie sentì una scossa attraversargli tutto il corpo lungo lo scheletro quando il suo stivale impattò violentemente con il viso del suo avversario e per un attimo perse l'equilibrio in quel frangente tanto delicato. Cadde a terra mentre Reiner si schiacciava la mano sul naso, dolorante e col sangue che gli colava da una ferita al labbro.
Il ragazzo riprese fiato e cercò di stimare la gravità della ferita tastandosi il fianco con una mano, ma si rese conto di non essere stato colpito troppo gravemente; se avesse avuto del tempo, si sarebbe potuto bendare con calma, ma Reiner non sembrava disposto a lasciargli un attimo di tregua: si era già rimesso in piedi e il labbro era come nuovo.
Quello era un bel problema: il potere rigenerativo di Reiner gli permetteva di affrontare uno scontro mortale senza rischiare veramente la vita. Pur provando ancora dolore, Reiner poteva ignorare alcune accortezze che gli avrebbero, per esempio, permesso di mantenere il fiato o evitare alcune ferite che avrebbero condizionato il suo rendimento nello scontro. Non era giusto così! Connie era nettamente in svantaggio…
Per non mostrare segni di debolezza, il ragazzo si rimise in piedi pur con grande impaccio e strinse nelle mani le spade, rivolgendo uno sguardo omicida all'avversario. Reiner sembrava meravigliato dalla grinta mostrata fino a quel momento da Connie, ma per qualche motivo non sembrò prenderlo sul serio.
<< Proprio come pensavo… >> Disse continuando a  guardarlo dall'alto verso il basso. Connie sbuffava come un bue al lavoro nei campi, mentre cercava di ignorare il bruciore che gli causava distendere i muscoli attorno alla sua ferita; per fortuna gli abiti lo avevano protetto un po' dalla lama di Reiner, altrimenti avrebbe potuto trovarsi in una situazione ben peggiore. Doveva considerarsi fortunato a potersi ancora reggere in piedi… Non gli interessavano le sue parole: non gli avrebbe permesso di guardarlo in quel modo!
Senza preoccuparsi di essere prevedibile, Connie caricò Reiner a testa bassa nella speranza di colpirlo in qualsiasi modo; non alzò nemmeno le spade, che rimasero ai suoi fianchi pronte ad essere usate nel caso dovesse presentarsene l'occasione. Reiner si fece da parte lasciando che Connie gli passasse davanti come prima e lo vide continuare a correre per fermarsi istantaneamente pochi metri dopo, quando si voltò infuriato e cercò di prenderlo un'altra volta.
Ancora, Reiner si spostò dalla traiettoria di Connie, che continuò ad andare dritto per la sua strada anche dopo del salto dell'avversario. Stava cercando di confonderlo o affaticarlo, ma in realtà la sua tattica era insensata…
<< Non stai dando tutto te stesso in questa battaglia! >> Continuò Reiner guardandolo ora con disprezzo, mentre faceva volteggiare le sue spade nell'aria.
Connie si voltò infuriato al sentire quelle parole e decise di tentare qualcosa di ancora più inaspettato, anche se folle e pericoloso: sparò i rampini della sua manovra tridimensionale che andarono a conficcarsi in un muro alle spalle di Reiner, bloccandogli la via di fuga con i cavi, e si lasciò trainare mentre dava gas con il propulsore posteriore senza curarsi degli sprechi. Lanciò un urlo per darsi la carica in quel frangente, levando le spade e preparandosi a colpire in pieno il suo avversario, ma non era abbastanza concentrato e rapido: pur cogliendo di sorpresa Reiner, questo sembrò riuscire a prevedere la sua mossa e si buttò a terra per lasciarlo sfilare sopra di sé a grande velocità.
Mentre passava, Connie fu afferrato alla caviglia per un istante e questo lo portò a perdere l'equilibrio nel suo spostamento e a rovinare per terra mentre i ganci della sua attrezzatura si staccavano dalla parete di roccia in cui si erano conficcati e i cavi ricadevano flosci attorno al suo corpo prima di essere ritirati dai meccanismi dell'equipaggiamento.
Il ragazzo lasciò andare una mezza imprecazione quando si ritrovò a terra e sputò della saliva che gli si era accumulata sul fondo della gola e che gli impediva di respirare bene. Si voltò di nuovo verso Reiner e questa volta gli rivolse uno sguardo sofferente, affaticato, mentre quello si rialzava da terra e fingeva di togliersi la polvere di dosso con dei colpetti sulle spalle. Il suo atteggiamento gli stava dando seriamente ai nervi!
<< C'è qualcosa che ti frena, Connie? >> Quella domanda risuonò sorda nell'aria per alcuni secondi, accompagnata dal respiro affannoso di Connie e dalle grida dei soldati che, lontano da lì, affrontavano i Giganti con tutto il loro coraggio. Che stava facendo lì? Aveva intenzione di perdere tempo con Reiner, mentre i suoi compagni davano la vita per proteggere i civili e impedire che Mahle conquistasse l'avamposto Gloria? Ma lui non stava perdendo tempo: se qualcuno fosse arrivato e avesse assistito allo scontro, avrebbe potuto chiamare i rinforzi e tutti insieme avrebbero potuto sconfiggere – o quantomeno fermare – il Gigante Corazzato e respingere l'assalto militare di Mahle. Connie stava prendendo tempo con un avversario oltre la sua portata.
Ma era quello che voleva veramente? Era così che voleva chiudere il lungo rapporto che aveva avuto con Reiner, durante l'allenamento per diventare dei soldati e poi, successivamente, nel Corpo di Ricerca? Si era trattato di bugie nonostante tutto, ma Connie non si sentiva pronto a chiudere tutto quanto a quel modo…
Il ragazzo strinse nuovamente le else delle spade nelle mani e poggiati i gomiti nel terreno cosparso di detriti cercò di rialzarsi. << Che cosa intendi…? >> Chiese mentre la sua schiena si sollevava e lui cercava di rimettere una gamba in posizione.
Reiner sembrò sorpreso da quella domanda. << Intendo dire che non sembri voler combattere contro di me. >> Rispose con grande semplicità. << Se stai pensando di farmi perdere tempo qui, nella speranza che qualcuno venga in tuo aiuto, allora ti eliminerò subito senza fare altre storie… E poi riprenderò la mia missione. >>
Connie grugnì prima di rimettersi in piedi, lasciando veleggiare nell'aria ancora per qualche secondo le parole del suo avversario; poi alzò lo sguardo infuocato e rispose:<< E allora perché non mi hai già ucciso? >> Rimase a fissare Reiner per qualche istante, in attesa di una qualunque risposta o reazione da parte sua, ma i suoi occhi rimasero inespressivi come sempre dal giorno del suo tradimento. << Se la tua missione è così importante, perché sei rimasto qui ad affrontarmi? >>
Reiner abbassò lo sguardo pensieroso, cercando la risposta giusta a quella domanda. << E tu? Perché sei venuto a cercarmi, nonostante la tua inferiorità? >>
Aveva ribaltato il discorso. Non aveva alcun senso come risposta, aveva completamente ignorato la domanda di Connie per uscire da una situazione scomoda, ma il ragazzo lasciò correre e cercò la risposta dentro di sé…
Perché voleva essere lui a sconfiggere il Corazzato? No, era troppo scontata e inverosimile come risposta, date le sue poche possibilità di vittoria contro il Gigante… Perché voleva vendicarsi? Forse era così, ma Connie non si sentì spinto dalla vendetta come magari avrebbe potuto essere Eren in quelle circostanze… Quella ricerca improvvisa, quella lotta insensata e disperata contro un avversario oltre la sua portata, erano derivate tutte da un solo desiderio che non era mai stato avverato dopo il tradimento di Reiner:<< Io volevo farti delle domande. >> Disse rassegnato.
Era così: Connie non aveva altro motivo per andare a cercare Reiner da solo, sapendo che questo lo avrebbe ingaggiato in uno scontro mortale da cui difficilmente sarebbe uscito vivo. E tuttavia, una volta avvistato il traditore, Connie aveva dimenticato tutte quelle domande che aveva voluto rivolgergli da tempo, tutti quei pensieri che lo avevano tormentato nella notte e quella stessa mattina, e si era lanciato all'attacco perché quello era il suo dovere… Non c'era possibilità di parlare con i loro nemici, lo aveva visto quando Armin aveva tentato di trattare con Bertholdt.
Reiner sembrò sorpreso dalla risposta del ragazzo, che rimase a fissarlo con sguardo deluso adesso, stanco. Probabilmente non si aspettava una reazione del genere, ma per qualche motivo non mostrava il desiderio di farla finita ancora e Connie avrebbe dovuto approfittare di quell'occasione per recuperare le forze e rivolgere le sue domande al Guerriero. << E che domande avevi intenzione di rivolgermi? >> Chiese distogliendo per un attimo lo sguardo. Le sue spade erano ancora sguainate, ma le lame non erano più minacciose come prima, distanti da Connie e immobili a proteggere lateralmente le gambe di Reiner.
Connie rimase in silenzio per alcuni secondi, poi cominciò a rovistare instancabilmente nella propria mente, alla ricerca delle tante domande che aveva avuto quel giorno del tradimento e che aveva finito per seppellire sotto i suoi pensieri. << Quel giorno che siete scappati ho provato a parlare con Bertholdt… >> Trovata la prima domanda, si mise a parlare, ma Reiner sembrò non apprezzare che lui nominasse il suo vecchio amico morto. << Ma lui non mi ha risposto chiaramente. Si è messo a urlare evitando di rispondere, poi sono arrivati i Giganti… Ma tu, Reiner, che cosa hai provato in quegli anni? >>
Reiner rimase in silenzio per alcuni secondi a fissarlo con curiosità. << Stai dicendo… >> Cominciò dopo la sua breve pausa. << Che vorresti sapere quali fossero i miei sentimenti durante il nostro addestramento? >>
Connie annuì deciso, sperando in una risposta che chiarisse la faccenda.
Reiner però sembrò volersi rifiutare di rispondere:<< A che servirebbe risponderti? >> Disse agitando un braccio. La sua espressione si era improvvisamente accesa. << Anche se io avessi provato qualcosa di positivo verso di voi, cambierebbe ciò che siamo in questo momento? La mia risposta avrebbe un impatto positivo su questa guerra tanto da fermarla, oppure sarebbe solo un'altra goccia in un mare di parole inutili? >> In pochi istanti il tono di Reiner era cambiato completamente, si era infuriato come mai Connie lo aveva visto fare prima e aveva preso a urlare come se stesse esternando tutto il suo odio grazie a quelle parole… Ma verso chi era rivolto quell'odio?
Connie non aveva una risposta per la furia di Reiner. A malapena ricordava le sue domande, come poteva trovare risposte a quelle di Reiner, vaghe, confuse, e oltre la sua portata?
<< Credi che servirebbe rispondere, con una prospettiva del genere? >> Chiese il Guerriero una volta ritrovata la calma, vedendo che Connie non riusciva ad aprire bocca. Sembrava essersi stancato di quel discorso, ma Connie non gli avrebbe permesso di riprendere a combattere.
<< Sì! >> Esclamò a un certo punto, spiazzando il ragazzo biondo che rimase a fissarlo incredulo. I suoi occhi determinati mostravano la decisione del ragazzo a mantenere una posizione di superiorità almeno in quel dialogo, mentre la sua fronte sudata lasciava visibile la totale insicurezza su cosa stesse per dire. Lo sguardo gelido di Reiner fisso su di sé gli intimava di andare avanti e spiegare perché secondo lui, una risposta avrebbe fatto la differenza. << Io credo che la tua risposta avrebbe un significato… In tutto questo. Sarebbe importante, anche se pensi che nessuno la ascolterebbe. >> Disse balbettando, sperando di non perdere il filo del discorso. << Ecco, io vorrei sapere veramente se in quegli anni in cui siamo cresciuti assieme tu ti sia veramente preoccupato per i tuoi compagni, oppure si sia trattato solo di una recita… >>
Reiner lo guardò in silenzio, aspettando che concludesse.
<< Anche se in realtà non so neanche io come dovrei reagire… Se tu dovessi rispondere di sì, e quindi ammettere di aver provato qualcosa per noi, allora credo che dovrei sentirmi ancora più tradito e preso in giro… Mentre se invece dovessi dire di no… Bé, sarebbe più facile accettare il tradimento di una persona che non ha mai tenuto a te, no? >> Alzò lo sguardo quasi sorridendo, nonostante non ci fosse niente per cui sorridere. << Forse non so nemmeno io cosa voglio veramente… >>
Gli occhi di Reiner si rilassarono un attimo. Non era meno sorpreso di prima, solo che adesso alla sorpresa era sopraggiunta una certa indifferenza, come se il ragazzo avesse smesso di ascoltare le parole di Connie e non volesse più farsi colpire come prima. Distogliendo lo sguardo, Reiner rilassò i muscoli delle braccia. << Forse… >> Disse sospirando. << Ma ciò non significa che io abbia dimenticato la mia missione! >>
Improvvisamente, Reiner si mise a correre incontro a Connie levando le spade con aria minacciosa. Il ragazzo non si aspettava una mossa del genere, essendo Reiner rimasto sempre sulla difensiva fino a quel momento; cosa era cambiato da fargli passare a una tattica così aggressiva?
Connie scattò indietro per evitare i fendenti di Reiner e alzò le spade per prepararsi a parare gli attacchi: il primo colpo andò a vuoto tagliando l'aria, poi Reiner fece un altro passo e la sua lama cozzò con quella di Connie, spezzandosi dalla violenza del colpo. Reiner non rallentò solo perché la sua spada era stata distrutta e avanzò ancora cambiando la lama mentre con l'altra mano attaccava nuovamente Connie: questa volta il ragazzo dovette rispondere all'attacco e mosse dal basso verso l'alto la sua spada di destra, facendola scontrare violentemente con quella di Reiner; subito dopo, vedendo che l'avversario si era fermato, per evitare che lo attaccasse nuovamente con la spada sostituita, Connie provò un altro attacco dal basso con la spada di sinistra che andò ad unirsi all'incrocio di lame che si era creato prima. Questa volta però, dopo aver parato il colpo, Reiner saltò in aria eseguendo una capriola sopra la testa di Connie e atterrando alle sue spalle con perfetto equilibrio.
Il ragazzo dai capelli rasati si voltò rapidamente e cercò di capire quale sarebbe stata la prossima mossa del suo avversario, quindi decise di tentare un azzardo e sganciò entrambe le lame delle sue spade, che si erano rovinate con gli ultimi attacchi e temeva che si spezzassero in un momento cruciale. Ovviamente, Reiner approfittò di quel momento di vulnerabilità per attaccare, ma Connie riuscì a difendersi bene: all'avanzata del Guerriero, che levò le spade pronto a colpire il suo avversario in punti vitali, Connie alzò le else delle sue armi per bloccare i colpi, pregando che queste non si rompessero e che le spade di Reiner non tranciassero di netto le sue dita. Un colpo in alto e uno in basso, Connie non ebbe il tempo di recuperare le spade; un attacco al fianco e uno nello stesso punto un istante dopo, appena parati il ragazzo cercò di raggiungere una delle lame alla sua destra per agganciarle al suo manico, ma dovette alzare subito il braccio per parare un altro attacco dall'altro lato. Reiner lo stava tempestando di colpi nella speranza che a un certo punto lui commettesse qualche errore rendendosi vulnerabile, perdendo così definitivamente lo scontro, ma Connie non sembrava distrarsi neanche un istante e rispondeva sempre a ogni colpo con una parata incredibile.
Dall'altro lato, Reiner stava anche cercando di non esagerare per evitare di ricevere qualche colpo a sorpresa da parte di Connie, che pur disarmato rimaneva un avversario da cui guardarsi. Nonostante la sua rapidità, comunque, Connie riuscì a trovare un varco per dare un calcio a Reiner, dopo aver spinto via le lame del suo avversario agganciandole alle leve dei suoi manici, e riuscì così a trovare il tempo per agganciare una spada alla sua elsa; subito dopo aver fatto scattare l'innesto dell'elsa nella mano sinistra, Connie si vide arrivare Reiner addosso e cominciò a roteare in senso orario per respingerlo e allo stesso tempo agganciare l'altra spada alla sua elsa sfruttando l’inerzia del suo braccio. Concluse il giro dando un forte strattone alla sua spada appena montata e facendo tintinnare violentemente la sua lama con quelle di Reiner.
Il ragazzo si lasciò sfuggire un sorrisetto nervoso prima di lanciare uno sguardo di sfida a Reiner. Probabilmente il suo avversario sarebbe riuscito a fare molto più di lui nella sua stessa situazione, ma almeno gli aveva dimostrato di non essere completamente inetto…
<< Va bene… >> Ansimò una volta riuscito a convincere Reiner a restare calmo. << Altra domanda: perché volete ucciderci tutti? A cosa vi servono le nostre vite? >>
Reiner respirava profondamente, ma non era stanco. Alzò lo sguardo perplesso prima di rispondere:<< E' il nostro compito. Voi siete i nostri nemici e noi dobbiamo eliminavi prima che voi veniate a ucciderci! >>
Connie fece una smorfia irritata e sbatté i piedi a terra. << Non ha alcun senso! >> Esclamò agitando le braccia con le spade tenute ben salde. << Noi non sappiamo niente di questa storia! Il nostro desiderio è solo quello di vivere liberi, fuori dalle Mura! Perché dovrebbe interessarci di Mahle? >>
Reiner aveva la risposta pronta a quella domanda:<< Perché la gente è avida, Connie! Prima o poi qualcuno capirebbe la grande possibilità di guidare un esercito di Giganti e la userebbe a suo favore per distruggere il regno di Mahle e guidare così Eldia verso una nuova era di terrore! >>
<< Ma perché qualcuno dovrebbe fare una cosa del genere?! >> Gridò infuriato Connie, credendo di star discutendo con un muro. << Non ci interessa niente di loro! Noi non abbiamo fatto niente di male, basta serbare tutto questo rancore per nulla! >>
Alle sue parole, Reiner reagì con veemenza e cominciò a sbraitare in direzione di Connie:<< IL NOSTRO POPOLO HA FATTO ABBASTANZA!!! Credi che non dobbiamo pagare per i nostri crimini del passato? Pensi che i gruppi di ribelli che serpeggiano nei ghetti Eldiani sarebbero tanto felici della tanto agognata "pace", o approfitterebbero della debolezza di Mahle per distruggere quelli che li hanno puniti?! >>
<< Con questa mentalità non ci si staccherà mai dal passato! >> Esclamò infastidito Connie, che non riusciva a credere che Reiner non fosse in grado di comprendere il suo punto di vista. Reiner mostrò ancora una volta di non volerlo ascoltare alzando una spada.
<< Non ci si può staccare dal passato! >> Disse con il suo sguardo duro negli occhi. << Dobbiamo pagare per le colpe dei nostri antenati. >>
<< E chi ti dice che queste colpe siano veramente esistite? >> Ribatté subito Connie senza nemmeno lasciargli il tempo di finire la frase. << Per quanto ne sai, potrebbero aver cancellato la memoria a voi, come è successo a noi cento anni fa! >>
Adesso Reiner era combattuto: non sembrava voler ascoltare le parole di Connie, tuttavia questo era riuscito a instillare il dubbio nelle sue convinzioni che, in realtà, sembravano essere poco salde. Il suo sguardo quasi impaurito era fisso sul volto di Connie, mentre il sudore colava copiosamente dalla sua fronte rossa. << E'… E' la verità! E' così e basta! >> Cercò di ribattere, non riuscendo però a dare l'impatto sperato alle sue parole.
Connie approfittò dell'incertezza di Reiner per attaccarlo ancora con le sue domande:<< E chi è che decide quale sia la verità? >>
A questo punto Reiner non sapeva più cosa rispondere. Si guardò intorno sudato, respirava affannosamente mentre i suoi occhi sfuggivano da tutte le parti alla ricerca di qualcosa che potesse far tornare in lui la fede che aveva sempre tenuto stretta a sé. Connie non aveva idea di cosa avessero detto a Reiner e agli altri Guerrieri, ma non era sicuro che si trattasse della verità pura: quella nessuno poteva più recuperarla, per lui i popoli avrebbero dovuto semplicemente smettere di guardare al passato e superare l'odio che c'era stato tra loro un tempo.
<< Basta così! >> Esclamò Reiner stringendo i denti e tagliando l'aria con la spada. << Sono stufo di queste domande. >>
Connie lo vide mentre si preparava ad attaccarlo, ma alzò una mano in segno di resa. << Aspetta! >> Esclamò nello stesso istante in cui Reiner scattava verso di lui.
Il Guerriero attaccò subito aprendo con forza le sue spade e Connie dovette incrociare le sue lame verso il basso per pararle. Indietreggiò istantaneamente, deciso a non rispondere agli attacchi finché Reiner non avrebbe risposto alla sua ultima domanda.
Vide il suo avversario tirare indietro le braccia e portare entrambe le spade dal lato destro del suo corpo: Reiner sferrò un colpo trasversale con la spada impugnata nella sinistra che Connie schivò per un pelo piegandosi indietro. Il secondo attacco di Reiner arrivò subito e Connie non ebbe il tempo per recuperare l'equilibrio e parare con cura quel colpo: cadde a terra e piantò nel terreno la sua spada per fare in modo che la lama bloccasse almeno in parte l'arma dell'avversario; subito dopo aver cozzato con la sua spada, però, Reiner si lanciò addosso a Connie e tentò di puntargli le spade alla gola mentre lo schiacciava con il suo peso. Connie riuscì a sollevare chissà come le sue spade e a incrociarle davanti al proprio petto per bloccare quelle di Reiner, che rimase a fissarlo con una smorfia infuriata dipinta in faccia.
<< Non ho ancora finito! >> Esclamò Connie cercando chiamare una pausa al loro scontro.
<< Non mi importa! >> Rispose adirato Reiner, stufo di perdere tempo. Sembrava deciso a farla finita in quel momento, ma Connie non glielo avrebbe lasciato fare tanto facilmente.
<< No! >> Fu l'urlo di Connie a quella risposta da parte di Reiner, che il ragazzo percepì come fastidiosa e menefreghista. Non gli interessava se Reiner aveva una missione e voleva ucciderlo, lui aveva delle domande che erano rimaste prive di risposta per troppo tempo; adesso voleva le sue spiegazioni!
Con uno sforzo sovrumano, tale che nemmeno lui riuscì a capire come lo avesse fatto, Connie riuscì a sollevare le gambe e usarle per spingere Reiner facendolo capitolare oltre il suo stesso corpo. Si rialzò rapidamente allontanandosi dal corpo disteso e dolorante del Guerriero, che doveva aver sbattuto violentemente con la schiena per reagire a quel modo. << Bene, Reiner… >> Disse riprendendo fiato, pensando di essersela vista brutta in quel frangente. Il ragazzo biondo si voltò con una smorfia in viso e cominciò a rialzarsi da terra mentre lui lo guardava dall'alto con superiorità e le spade sguainate. << Ultima domanda. >>
Reiner lo fissò rimanendo inginocchiato a terra, forse riprendendo fiato dopo il colpo di pochi attimi prima, che nonostante potesse sembrare qualcosa di poco conto doveva essere stato in realtà una botta molto violenta.
Connie aspettò ancora qualche secondo, indeciso se continuare a mantenere quella posizione di superiorità nei confronti di Reiner o ammorbidire i toni. << La tua missione è ucciderci… Sei stato per anni con noi fingendo di essere nostro amico… Ma tu… Tu ci odi davvero? >>
Reiner smise di ansimare e rimase a squadrare Connie con il suo sguardo intimidatorio che non serviva a niente in quel momento. Un po' combattuto per come rispondere, il Guerriero si rimise in piedi e rilassò i muscoli del viso. << Prima che io risponda… Dimmi: e tu? >> Chiese rimanendo a fissarlo con serietà.
Tutta la rabbia era scomparsa dal suo volto, non c'era più sofferenza, solo uno strano senso di malinconia. Che fosse quella la svolta del loro scontro? Reiner voleva veramente avere una conferma dell'odio delle persone dentro le Mura verso di lui, così che potesse convincersi a odiarle a sua volta? Oppure era solo una domanda fatta per soddisfare la sua cinica curiosità? Connie non aveva idea del proposito di quella domanda, ma non poté negare di aver sempre desiderato, da quel giorno, di poter rimediare a tutto quello che era successo e rimettere insieme i pezzi delle loro vite mandati in frantumi dal tradimento di Reiner e Bertholdt.
<< No… >> Sussurrò abbattuto, pensando di non poter mentire a sé stesso. << Nonostante ci abbia provato, ho sempre sperato che tu non fossi malvagio… Ho sempre sperato che avremmo potuto discuterne civilmente, un giorno, e trovare una soluzione a questo macello. Sarebbe bello, no Reiner? Tornare ai vecchi tempi, quando la vita era semplice e tutto quello di cui dovevamo preoccuparci era procurarci del cibo, non far arrabbiare l'istruttore Shadis… >> Sulle sue labbra affiorò un sorriso nostalgico. << Non ti odio. Potremmo ancora fare la cosa giusta, se solo tutti quanti si fermassero a discutere per un momento… >>
Alzò lo sguardo speranzoso verso Reiner, che era rimasto ad ascoltarlo allibito, mentre intanto le urla e i ruggiti riempivano l'aria e scuotevano la terra. La battaglia era lontana da loro, due vecchi amici che si erano scontrati in quel luogo vuoto e silenzioso, nella speranza di poter sistemare tutto…
Reiner abbassò lo sguardo e alzò una sua spada, fissando con attenzione la sua elsa. << Accidenti… >> Mormorò quasi deluso mentre i suoi occhi mesti evitavano a tutti i costi lo sguardo di quelli di Connie. A un tratto strinse con forza l'impugnatura della sua spada e alzò di scatto lo sguardo, rivelando degli occhi furiosi. << E allora fai davvero male! >> Urlò scattando verso il ragazzo, che ormai non era che un nemico da eliminare per lui.
Vedendo tutte le sue speranze di poter ragionare ancora con Reiner andare in frantumi, Connie non fece in tempo a reagire che si ritrovò subito a ricevere una spallata dal suo vecchio compagno di corso. Fu spinto a terra e vide le lame alzarsi minacciose puntando verso di lui, prima che Reiner le bloccasse a pochi centimetri dal suo petto e gli rivolgesse uno sguardo tetro. << Forse non hai capito bene… >> Sussurrò tremando, squadrandolo con gli occhi spalancati. << Questa è una guerra, e non c’è tempo per mettersi a discutere amabilmente dei propri sentimenti! Voi siete i demoni che hanno portato a Mahle tanto dolore, se sarete sterminati la pace tornerà finalmente a regnare! >> Cominciò ad alzare una spada, pronto a calarla per l’ultima volta sul corpo di Connie. << Io… Devo eliminarvi! >>
Vedendo il pericolo e la morte avanzare pericolosamente verso di sé, Connie puntò contro le spalle di Reiner i grilletti delle sue spade e li premette facendo partire i rampini della sua attrezzatura per la manovra tridimensionale: i ganci si conficcarono nella carne del Guerriero facendolo urlare dal dolore e Reiner perse la concentrazione necessaria per colpire Connie. Quando la sua spada calò sul ragazzo, la lama si conficcò nel terreno e si piegò tanto da spezzarsi come un rametto di legno su cui era stata esercitata troppa forza.
Vedendo che era riuscito a salvarsi, Connie approfittò della distrazione di Reiner per colpirlo con una spada e ferirlo così orizzontalmente al petto. Il ragazzo urlò mentre il sangue schizzava sul viso di Connie e lui si raggomitolava per scagliare un calcio potente al petto dell’avversario per spingerlo via.
Reiner fu sbalzato indietro dall’attacco di Connie e cadde nuovamente per terra con la schiena. Il ragazzo dai capelli rasati si rialzò da terra respirando convulsamente, sapendo di aver sfiorato la morte per un pelo, e si mise in posizione per affrontare Reiner, che già si stava rimettendo in piedi.
La ferita al petto si era già quasi rimarginata, anche se i suoi vestiti laceri erano ormai da buttare. Il Guerriero aveva un grande vantaggio dalla sua parte grazie a quel potere, ma per fortuna non aveva deciso di trasformarsi in un Gigante durante lo scontro, altrimenti Connie non avrebbe avuto speranze contro di lui. Forse Reiner aveva deciso di rimanere umano per non attirare un nugolo di soldati su di sé, una volta diventato il famigerato Gigante Corazzato…
E così Connie faceva male a non odiarlo, eh? Doveva significare che Reiner lo odiasse senza alcun rimorso? Era davvero così poco importante la loro amicizia, per lui? Glielo avrebbe fatto vedere, non avrebbe mollato neanche per un istante!
Gli occhi di Connie non erano spaventati, non c’era rabbia in essi né incertezza: era oltraggiato, si sentiva tradito, ma era calmo. Sapeva che avrebbe lottato fino all’ultimo per fermare Reiner, qualunque cosa fosse accaduta.
Da parte sua, invece, il Guerriero di Mahle sembrava essere molto infastidito; forse il fatto che non fosse ancora riuscito ad ucciderlo lo metteva in difficoltà? Lo vide cambiare la lama della sua spada e rimettersi in posizione, pronto a difendersi; aveva cambiato tattica un’altra volta, ora era tornato sulla difensiva. Connie non avrebbe commesso gli stessi errori di prima.
Ignorando il sangue che gli si incrostava sulla fronte, Connie cominciò a muoversi lentamente in cerchio, costringendo Reiner a spostarsi a sua volta. Rimanevano a distanza di sicurezza l’uno dall’altro, anche se sarebbe bastato poco per rendere insicura quella loro distanza in ogni momento. Si lanciavano sguardi di sfida in attesa che uno dei due perdesse la pazienza e attaccasse per primo; Connie provò una finta a destra accelerando il passo, ma tornando subito indietro vedendo il rapido movimento di Reiner per allontanarsi da lui. Piegò un labbro divertito dal constatare che Reiner avesse in qualche modo paura di lui.
Reiner invece non era divertito. Con una smorfia, sparò i suoi rampini contro Connie, che si spostò dalla traiettoria e levò una spada per colpirlo al suo avvicinamento; Reiner parò l’attacco incrociando le lame davanti a sé e fermò la sua avanzata subito dopo aver sorpassato Connie per poterlo attaccare alle spalle. Il ragazzo si voltò ruotando dall’altro lato per avvistare subito Reiner che tentava di colpirlo dall’alto con una spada e intercettò la lama con la sua accompagnandola verso il basso e deviando così la sua traiettoria. Il braccio di Reiner calò trasversalmente e il ragazzo non poté attaccare con l’altra spada per questo, e subito si ritrovò a doversi difendere dalla spada di Connie, che dopo aver bloccato il suo attacco fu alzata per ferirlo assieme all’altra che serviva per tenere bloccato il braccio di Reiner e impedirgli di contrattaccare.
La spada di Connie ferì una spalla di Reiner, che per non essere ferito più gravemente sganciò la lama della sua spada così da essere libero e indietreggiò barcollando, tenendosi una mano sulla spalla ferita.
Subito Reiner sostituì la lama senza perdere di vista Connie e lasciò andare la ferita alla spalla; in pochi istanti, il taglio scomparve dalla sua carne lasciando solo il tessuto strappato del suo mantello a testimoniare l’esistenza di quella ferita. Connie gli rivolse uno sguardo di sfida e abbassò le spade, puntandogliele contro: facendo un piccolo scatto, tentò di attaccarlo con la spada di sinistra, che venne respinta con un rapido colpo. Come una molla, Connie tornò indietro e attaccò nuovamente con l’altra spada, questa volta alzando il braccio: la lama passò senza causare troppi danni strisciando su un lato della spada sinistra di Reiner e tornò indietro seguendo lo stesso tragitto di prima, sempre senza lasciare segni visibili.
Prima che Reiner potesse approfittare del varco che si era creato quando Connie aveva allargato le braccia, il ragazzo chiuse rapidamente le spade in una croce, incastrando tra di esse la lama del Guerriero. Sfruttò poi le spade come una leva per sollevare l’arma dell’avversario e spezzare la sua guardia, ma il suo seguente attacco non ebbe alcun effetto: affondò la spada di destra nell’aria, sperando di colpire Reiner in qualche punto vitale, ma il ragazzo biondo approfittò della spinta che lo aveva mandato indietro per eseguire una capriola e sfuggire così all’attacco di Connie, per poi lanciarsi contro di lui subito dopo brandendo le sue spade con sicurezza.
Vedendoselo arrivare addosso così velocemente, Connie non fece in tempo a organizzare una difesa efficace e tentò di muovere la spada che era già in avanti per deviare il suo attacco in qualche modo; la punta della lama si piegò prima che l’intero braccio del ragazzo fosse spinto indietro, senza riuscire a opporre alcuna resistenza al peso di Reiner che dopo aver deviato la spada di Connie si preparava a colpirlo con l’altra spada.
La lama di Connie si spezzò e il ragazzo vide il proprio riflesso nell’acciaio prima che questo potesse ferirlo a una spalla schizzando via da lì. Connie era ferito e disarmato, ma il fatto che la sua spada si fosse accorciata adesso gli permetteva di muoversi liberamente e parare così l’altro attacco dall’alto di Reiner, che pensava di aver già vinto quello scontro; così sollevò con grande intraprendenza il braccio che impugnava la spada spezzata e lo parò per bloccare l’arma di Reiner, che emise un forte clangore quando si scontrò con quella. Sperando che l’arma che impugnava nella destra non cedesse definitivamente, Connie alzò la spada a sinistra per spostare la spada che Reiner aveva alzato per prima e riuscì ad aprire un varco nella sua difesa.
Conficcò in profondità la lama sinistra nel fianco del Guerriero, che sentendo il freddo metallo penetrare nella sua carne lanciò un verso di dolore simile a un ululato sordo e gorgogliante. Quello stesso urlo fu smorzato dal ringhio che emise la gola di Reiner quando questo assunse una smorfia di dolore che sembrò dargli ancora di più la carica per quello scontro. Senza perdere lo slancio, Reiner diede una testata a Connie, che per un attimo perse l’orientamento, e una volta rimessi i piedi a terra spinse il ragazzo dalle spalle cercando di staccarsi da lui.
Il sangue si versò a terra quando la lama uscì dal corpo di Reiner e lui si fu allontanato per pochi istanti dal suo avversario. Tossì, sputò per terra e riprese fiato; il Guerriero rivolse poi il suo sguardo furioso verso il piccolo soldato; non aveva intenzione di mollare proprio in quel momento, e Connie lo sapeva.
Noncurante della ferita al fianco che andava rimarginandosi, Reiner avanzò nuovamente per attaccare Connie, questa volta con meno slancio. Il ragazzo era ancora equipaggiato con una spada spezzata e non ebbe il tempo di sostituirla: dovette parare il primo colpo con quella, come se stesse combattendo con un coltello, e poi tentò un affondo con l’altra spada, a confronto meno maneggevole, ma più letale. Reiner si spostò subito colpendo la spada di Connie con la sua e ruotò in senso orario per sferrare un altro attacco laterale al ragazzo, che questa volta dovette parare con entrambe le armi. Sfruttando la sua altezza, Connie si abbassò poi facendo leva sulle spade di Reiner con i propri manici e cercò di colpirlo dal basso con entrambe le lame; Reiner però schivò agilmente le spade piegando la schiena indietro e diede un calcio nello stomaco al piccolo Connie, che venne spinto indietro di un paio di metri.
Ignorando il dolore, Connie si lanciò all’attacco spinto dall’adrenalina del momento e fece finta di colpire Reiner da destra sollevando molto esageratamente la sua spada; all’ultimo momento, però, cambiò la direzione della lama e fece sì che Reiner non riuscisse a parare con precisione il colpo, venendo chiuso dalle sue stesse spade e impossibilitato dal rispondere con un attacco. Connie saltò aggrappandosi alla spalla di Reiner e si  agganciò al suo collo chiudendolo in una morsa con le proprie gambe. Tirò poi con forza per far cadere Reiner ed entrambi si ritrovarono a sbattere violentemente nel terreno. Nonostante Reiner fosse in difficoltà, riuscì a liberarsi dalla stretta di Connie e si voltò per afferrarlo: prima che quello potesse rialzarsi, gli piantò le mani nel collo e cercò di soffocarlo per chiudere lì la faccenda. Ma Connie non aveva ancora finito di lottare…
Pur avendo ancora nelle mani le sue spade, il ragazzo pensò che anche se avesse trapassato il ventre di Reiner con queste, il Guerriero avrebbe comunque ignorato il dolore contando sul suo potere di rigenerazione, quindi decise che era più sicuro attaccare Reiner in un altro modo: raccolse le gambe per sferrare un doppio calcio sul viso del suo avversario, che lasciò andare la sua presa e cadde indietro. Connie si rialzò rapidamente ansimando e si allontanò da Reiner per riprendere le energie.
A un tratto, inaspettatamente, Reiner cominciò a ridere senza alcuna apparente ragione. Connie non capiva, eppure sembrava che lo stesse riuscendo a battere: perché adesso rideva tanto, sapendo di essere in una situazione così delicata?
<< E’ proprio come pensavo! >> Disse un’altra volta con tono sguaiato, continuando a ridere senza fermarsi. Batté i pugni per terra prima di mettersi a sedere per poi rialzarsi.
Rivolse un ghigno a Connie, mostrando il sangue che gli colava dal naso e la ferita al labbro che i suoi stivali avevano causato. Si pulì il muso con una manica e si rialzò da terra, raccogliendo le sue spade con calma. Al momento di tornare a guardare Connie con il suo sguardo stranamente sicuro di sé, Reiner era tornato come nuovo.
<< Continui a non volermi fare del male, vero? >> Chiese suscitando lo sconcerto nell’animo di Connie, che pensava di aver messo da parte quella discussione.
<< Che stai…? >>
<< In questo scontro hai avuto la possibilità di colpirmi mortalmente già un paio di volte… >> Lo interruppe Reiner cominciando a parlare con un tono più pensieroso. << Hai preferito usare attacchi non letali, continuando a sperare che io non morissi, vero? >>
Connie non capiva perché stesse tirando fuori quell’argomento proprio in quel momento. Eppure lui era sicuro di aver dato il massimo, era esausto; cosa faceva pensare a Reiner che stesse facendo finta di combattere?
<< Lo stai facendo perché non riesci ancora ad accettare la realtà, vero? >> Chiese Reiner alzando la voce e allargando le braccia come se volesse apparire ancora più grosso di quanto non fosse. << Non ti è neanche passato per la testa il fatto che io sia un nemico e che vada eliminato! Tu speri ancora di poter vivere felice nel tuo mondo delle favole, dove tutti sono amici e la guerra non esiste… >>
Le parole di Reiner sembravano venire dal profondo del suo cuore, colme di odio e avversione verso quel ragazzo che voleva solamente vivere in pace. Era tanto difficile da capire che da una simile guerra non sarebbe venuto fuori niente di buono? Era così inaccettabile che Connie desiderasse tutto ciò? << No… >> Mormorava mentre Reiner continuava a urlargli contro, mentre continuava ad andare sempre più sul personale e lo attaccava chiamandolo stupido e disperato.
<< Sei uno stupido, Connie! Un debole stupido che non è in grado di fare il suo dovere… >> Sembrava che non volesse nemmeno parlare con lui, non gli lasciava prendere la parola e continuava a urlargli contro.
<< Non è vero… >> Sussurrò Connie sul punto di scoppiare. Reiner lo chiamava stupido per desiderare qualcosa di impossibile, ma chi aveva detto che quel suo desiderio fosse veramente impossibile? Chi gli dava il diritto di considerarlo uno stupido, quando lui neanche aveva provato a cambiare le cose? << NON E’ VERO! >>
Reiner non aveva ragione di parlargli a quel modo.
In preda alla rabbia, Connie dimenticò il dolore delle ferite e si lanciò di corsa contro il suo avversario a pochi metri di distanza da lui. Alzò un braccio stringendo con forza l’elsa della spada, contando di colpire Reiner trasversalmente senza dargli l’opportunità di contrattaccare: il Guerriero però riuscì a prevedere la sua mossa molto facilmente e sollevò la sua spada di sinistra per parare il colpo.
Connie non aveva preparato un attacco da sinistra, quindi Reiner ebbe campo libero per alzare il braccio e dare una gomitata al ragazzo sul muso, colpendolo violentemente al mento e facendogli sputare sangue. Di scatto, Connie tornò indietro scuotendo la testa come un cane bagnato e rivolse uno sguardo furioso al suo avversario; senza nemmeno riprendere fiato o pulirsi il sangue colatogli sul mento, scattò nuovamente verso Reiner questa volta tentando un approccio più estremo.
Connie saltò più in alto che poté e sparò i suoi rampini per scavalcare Reiner e contemplare il campo di battaglia dall’alto; pochi metri dopo aver superato il Guerriero, Connie si voltò mentre ancora volteggiava e saliva verso l’alto e sganciò i rampini per poter cominciare a spostarsi più rapidamente, seguendo il perimetro dell’area. Saltò da un appiglio all’altro, dando gas a tratti e facendo così fischiare violentemente il propulsore alle sue spalle, mentre a terra Reiner lo fissava con occhi poco impressionati e si limitava a ruotare sul posto senza mai rivolgergli le spalle.
A un tratto, dopo aver preso un buono slancio ed essere salito di quota altri quattro metri, Connie puntò i grilletti contro il suo bersaglio, Reiner: calcolò in un istante la distanza, la traiettoria più efficace e il punto dove avrebbe dovuto sparare per potersi avvicinare a lui, e scagliò i suoi ganci verso l’obiettivo. << STO ARRIVANDO!!! >> Urlò per darsi una spinta morale mentre scendeva di quota a grande velocità verso il ragazzo che non si era mosso dal suo posto.
Connie aveva ancora una spada spezzata mentre Reiner poteva contare su due armi in condizioni quasi perfette; nonostante ciò, il ragazzo non aveva alcuna intenzione di mollare. Non aveva avuto il tempo di sostituire la lama rovinata, ma con quel ritmo si sarebbe ritrovato presto disarmato: doveva limitare i danni!
Connie vide lo sguardo duro di Reiner farsi sempre più vicino nella sua discesa verso terra; lo vide anche spostarsi leggermente alla sua destra mentre lui si avvicinava e quando lo ebbe attaccato con la sua spada più corta, Reiner parò il colpo con un secco movimento del braccio.
La spada di Connie si spezzò definitivamente e volò lontano da lì mentre il ragazzo, incredulo, arrestava la sua avanzata staccando i suoi ganci dalla parete lontana da lì e trovava appoggio a un’altra alla sua sinistra per contrastare la sua avanzata. Sfruttando questa brusca frenata a mezz’aria, Connie diede un colpo alla cieca voltandosi in senso antiorario e riuscì a far scontrare la sua lama con quella di Reiner ancora una volta, che però sembrò non avere alcun problema a parare quell’attacco.
Furioso, Connie sganciò i rampini un’altra volta e, finito il giro, li sparò di nuovo davanti a sé, con l’intento di passare davanti a Reiner e allontanarsi da lui per preparare un altro attacco. Quando fu tirato dalle corde, il ragazzo parò davanti a sé le sue spade per farsi strada con la forza, ma Reiner si fece da parte con leggerezza e lo lasciò passare senza alcun problema.
Mentre si allontanava dal centro dello scontro, Connie sostituì rapidamente la spada destra e si voltò per osservare Reiner che continuava a starsene calmo al suo posto. Deviando la sua traiettoria ancora una volta, Connie tornò a puntare l’avversario e riprese la sua rapida discesa con entrambe le spade sguainate, pronto a colpire.
Chiuse le braccia e parò le spade attorno a sé come per proteggersi in quel frangente, poi quando fu vicino a Reiner allargò di colpo i suoi arti superiori nella speranza di colpire il ragazzo, ma fu tutto inutile ancora una volta: Reiner deviò l’attacco sollevando una spada e spostandosi con un piccolo passo laterale. Dopo di quello, Connie si sganciò dalla parete lontana che aveva agganciato ai suoi rampini e trovò appoggio in un palo che, stranamente, non era stato sradicato dai Giganti al loro arrivo. Vi girò attorno a velocità moderata e poi sfruttò la spinta per avvicinarsi più velocemente possibile a Reiner: Connie gridò ancora e prima di arrivare molto vicino a Reiner, sparò i suoi rampini alle sue spalle, tornando a salire di quota e attaccandolo dal basso roteando in verticale.
Reiner parò quel colpo con un po’ di difficoltà in più, ma non sembrò per niente teso in quei pochi istanti. Connie volò via un’altra volta per ritrovarsi quasi senza più gas nelle bombole; come era possibile che lo avesse già consumato tutto? Stava attaccando senza alcun criterio, sfruttando la potenza e la velocità che la sua attrezzatura per la manovra tridimensionale gli offriva, ma sacrificando così lo studio nei suoi attacchi e l’effetto sorpresa che fino a pochi momenti fa lo avevano quasi messo in posizione di vantaggio…
Il ragazzo tornò indietro lasciando che le corde lo facessero dondolare una volta finita la spinta del gas e si voltò per dare un ultimo attacco disperato a Reiner: alzò la spada sinistra e parò quella destra davanti a sé per proteggersi dai colpi dell’avversario, quindi abbassò entrambe le lame al momento giusto per cercare di colpire Reiner e poterlo così fermare per alcuni istanti, giusto il tempo di recuperare le energie che i rapidi movimenti con la manovra tridimensionale gli avevano ormai prosciugato. Questa volta, però, Reiner rispose all’attacco con un rapido taglio orizzontale di una sola spada: quel colpo, con la sua letale fermezza e aggiunto alla velocità raggiunta da Connie in quel momento, fece spezzare nuovamente la spada del ragazzo di Ragako, che perso l’equilibrio cadde a terra e rovinò nella polvere ferendosi le mani.
Reiner si voltò dopo esserselo visto passare a un millimetro dal viso e cominciò ad avanzare verso di lui. Sapendo di non avere tempo per riposare, Connie fece uno sforzo per rialzarsi da terra e sganciò la lama sinistra per sostituirla nuovamente con una più forte. Barcollando, il ragazzo fece la prima mossa per mostrare di avere ancora la grinta di prima, ma era evidente che mancasse ormai la sua concentrazione: si lanciò urlando contro di Reiner, le spade strette vicino ai fianchi e puntate contro di lui, ma il ragazzo dai capelli dorati riuscì a schivare la carica di Connie con un semplicissimo movimento laterale. Tornò a muoversi verso di lui quando quello si fu fermato con difficoltà, scivolando tra i detriti.
Connie si voltò e tornò a urlare per cercare di intimidirlo in qualche modo e colpirlo con una delle sue spade: tirò entrambe le braccia a destra e le rilasciò con violenza descrivendo una curva trasversale che però non sembrò causare nessun danno a Reiner, che parò ancora l’attacco con entrambe le sue spade levate di fronte a sé. Subito dopo il suo attacco, Connie abbassò nuovamente il braccio destro per prendere alla sprovvista Reiner, ma una semplice correzione nella posizione delle spade del Guerriero fu sufficiente a bloccare l’attacco e far spezzare nuovamente l’arma di Connie, che non era abituata a colpi di quella violenza su superfici così dure.
<< Maledetto…! >> Connie soffocò un’imprecazione quando vide la sua spada volare via ancora una volta e cercò di sfruttare ancora una volta il fattore sorpresa, contando sul fatto che Reiner non si sarebbe aspettato un attacco subito dopo la perdita della sua arma. Il ragazzo abbassò anche l’altro braccio, seguendo la stessa traiettoria della prima e colpendo nello stesso punto la spada di Reiner, senza perdere la sua lama questa volta; subito dopo affondò la lama spezzata nel tentativo di colpire il suo avversario a un fianco, ma questo saltò via e la lunghezza ridotta della spada non fu di aiuto a Connie, che però sferrò subito un altro attacco orizzontale ruotando completamente su sé stesso in senso antiorario.
La parata di Reiner fu poco salda questa volta e il Guerriero, che non fece bene attenzione, vide la sua spada spezzarsi davanti ai suoi occhi proprio come era successo a Connie, che finalmente poté vedere uno spiraglio della vittoria. Cercando di impedire a Reiner di sostituire la spada, Connie si spinse in avanti e tagliò di netto la mano destra di Reiner con la lama spezzata della sua spada destra. A quel punto avrebbe potuto costringerlo facilmente alla resa, se fosse riuscito a disarmarlo anche della sua spada sinistra.
Con un rapido avvitamento, Connie continuò a muoversi e attaccò nuovamente Reiner al suo braccio sinistro, sferrando un colpo deciso prima con la spada intera e poi rincarando la dose con quella spezzata, ma qualcosa andò diversamente: Reiner parò l’attacco con l’impugnatura della sua spada e spinse con forza le braccia di Connie, rendendolo vulnerabile per qualche secondo; era incredibile come, nonostante quel dolore immane che doveva recargli la ferita al braccio, Reiner riuscisse a mantenere una freddezza tale da permettergli di rispondere a quel modo agli attacchi del suo avversario.
Reiner aveva dipinta in volto un’espressione sofferente, una smorfia ringhiante che sembrava portare nient’altro che odio verso il piccolo soldato che lo aveva appena messo in quella condizione. Il Guerriero vide lo spazio e decise di non indugiare oltre; Connie capì un millisecondo più tardi cosa volesse fare e cercò di abbassare le sue lame per parare l’attacco, ma nonostante le sue spade incrociate fossero riuscite ad arrestare in parte l’avanzata della spada di Reiner, quella riuscì comunque ad affondare di svariati centimetri dentro il suo ventre, macchiando i suoi vestiti di sangue e facendogli girare la testa per il dolore lancinante.
Connie tirò indietro la testa digrignando violentemente i denti dal dolore, mordendosi le labbra e la lingua per soffocare le urla che per qualche motivo non risuonarono e i suoi polmoni carichi di grida rimasero pieni, come se non fossero riusciti a liberarsi. Non doveva mollare proprio ora che era così vicino a Reiner e aveva la possibilità di colpirlo!
Tornò a guardarlo con tutto il suo disprezzo negli occhi e, disfacendo per un attimo la difesa che gli aveva permesso di bloccare l’attacco di Reiner, Connie assestò un pugno in faccia a Reiner, che perse per un attimo la presa sulla sua spada: approfittò di quello Connie che, abbassata nuovamente l’arma sulla lama del suo avversario, fece quello che aveva fatto lui fino a quel momento e spezzò la lama alla sua base, lasciando meno di dieci centimetri della spada attaccati alla sua elsa.
Subito Connie indietreggiò e si tirò via dal fianco la spada di Reiner per buttarla a terra, lontano da sé. Tossì violentemente, cercando allo stesso tempo di trattenere i conati di vomito che lo spingevano a liberarsi di quel poco che aveva mangiato quella mattina a colazione, poco meno di due ore addietro, dopo una ferita che sicuramente aveva intaccato il suo apparato digerente.
Stringendosi con forza un braccio sulla ferita, Connie alzò lo sguardo verso Reiner, che aveva fatto qualche passo indietro, e cercò di decifrare il suo sguardo. Non riusciva più a leggere alcuna emozione nei suoi occhi: Reiner lo fissava come se davanti a lui ci fosse un ostacolo che gli impediva di raggiungere il suo obiettivo e dovesse sbarazzarsene il più in fretta possibile. Vide parte della sua mano ricrearsi tra scintille che scaturivano dalla sua carne e allora capì di non avere tempo da perdere: lo aveva disarmato, Reiner era ferito, Connie doveva sfruttare quel momento per porre fine a quello scontro con una sua vittoria!
Urlò. Quell’urlo fu il più disperato di tutti, in quanto carico di dolore, rassegnazione e riluttanza. Connie non voleva che Reiner morisse, ma sembrava che quello scontro fosse destinato a durare per sempre, se non ci fosse stata la morte di uno dei due combattenti. Gli faceva male, non voleva che finisse così, ma avrebbe preferito ucciderlo da sé che vederlo impiccato o decapitato su un palco, con la folla che gli urlava contro e invocava la sua esecuzione.
Sì, Connie aveva preso per scontata la sua vittoria.
Questa volta però Reiner non lo lasciò fare come aveva fatto fino a quel momento; non lo prese alla leggera solo perché non stava “facendo sul serio” e scattò in avanti anticipando Connie, che fu preso alla sprovvista e ricevette una violenta spallata nello stomaco.
Mentre il ragazzo cercava di capire che cosa fosse successo, Reiner afferrò il suo polso destro e lo strinse con tutta la sua forza, costringendolo a mollare la presa sulla spada. << Ti ho dato tante possibilità, Connie… >> Mormorò mentre la spada del ragazzo cadeva a terra sollevando un rumore cristallino. Stringendo ancora il polso di Connie, Reiner gli assestò un pugno in un occhio e per un attimo il ragazzo non vide più niente dal lato destro del suo viso. Connie cadde a terra come se fosse morto, incapace di reggersi dopo un pugno del genere, e Reiner gli piantò un ginocchio sul torace mentre lui ansimava e lanciava grida di dolore. << Ho sperato che abbandonassi la lotta prima che fosse troppo tardi… >> Reiner allungò poi l’altro braccio, che si era appena rigenerato, per afferrare il polso sinistro di Connie e fargli perdere così anche l’altra spada.
Questa volta però Connie reagì e sollevò rapidamente la spada puntandola al viso del suo avversario: non fu abbastanza preciso né veloce, e Reiner riuscì ad arrestare l’avanzata della lama con la sua mano, pur facendosela trafiggere da questa. Rimasero a ringhiarsi contro come due cani randagi, gli occhi spalancati dal dolore e l’odio, mentre Reiner spingeva lentamente verso il basso la sua mano in cui era conficcata la spada di Connie e raggiungeva la sua elsa.
<< Ma non c’è niente da fare… >> Disse chiudendo le dita attorno all’elsa della spada e cominciando a spostarla lentamente con grande sforzo, costringendo anche Connie a piegare al contrario il suo avambraccio contro la propria volontà. << Sei sempre il solito testardo, stupido, ragazzino incosciente! >>
Connie vide lo sguardo quasi disperato di Reiner, che in quella situazione era al limite delle sue capacità e stava cercando di soffocare il dolore della lama che trafiggeva la sua mano, o forse semplicemente non voleva andare fino in fondo a quella storia e quello che stava facendo gli faceva più male di quanto desse a vedere… Lui invece il suo limite lo aveva raggiunto da un pezzo e non se n’era accorto: non aveva le capacità di Reiner, lui non era niente in confronto a lui e perseverando nell’affrontarlo da solo aveva condannato sé e – in una visione più ampia del futuro – anche i suoi amici.
Sentendo un dolore insopportabile al petto e uno stimolo sulla sua faccia che subito si tramutò in una impossibilità di respirare, anche i muscoli di Connie cedettero definitivamente a quella pressione e il suo braccio si piegò drasticamente fino a schiacciarsi a terra, su un soffice tappeto di erba cosparso di detriti. Ora non riusciva più nemmeno a guardarlo negli occhi, sapendo di essere arrivato alla fine…
<< E adesso che cosa fai, piangi? Ora che siamo arrivati a questo punto? >> Chiese Reiner con tono sprezzante. La pressione sul polso di Connie era diventata tale che ormai il ragazzo pensava di aver perso la mano. Con uno strattone, Reiner riuscì a strappargli la spada dall’altra mano, che aveva ormai smesso di opporre resistenza, e sfilò con calma la lama dal proprio palmo. Come vide il taglio sulla sua mano che andava rapidamente rimarginandosi, provò un senso di disgusto e dei brividi attraversarono la sua spina dorsale.
Reiner rimase qualche secondo ad osservare la sua mano rigenerarsi e poi la ruotò per osservare il lavoro fatto dal suo organismo modificato per riportarla allo stato originale. Dopo aver chiuso e riaperto le dita un paio di volte, Reiner strinse con fermezza il pugno della sua mano destra e colpì con forza il viso di Connie, che in quel momento era caratterizzato da un’espressione sconfitta e impassibile.
L’espressione di Connie cambiò radicalmente quando percepì l’impatto del pugno di Reiner con la sua guancia e la sua testa girò inerte di lato: il ragazzo sembrò quasi non credere a ciò che gli era appena capitato, sentendo la sua testa venire colpita così violentemente. Si era ormai arreso all’ineluttabilità del destino e aveva capito di non avere speranze…
<< Mi metti una rabbia… >> Mormorò Reiner staccando finalmente il suo ginocchio dal petto di Connie e rialzandosi in piedi. Finalmente il ragazzo fu libero di respirare, ma non ebbe molto tempo per farlo, in quanto sentì subito qualcosa afferrarlo dal colletto e trascinarlo da terra. In un attimo vide il viso di Reiner comparirgli davanti e capì che era stato lui a sollevarlo. << Sempre così testardo e incosciente, ma poi quando capisci di non avere speranze perdi tutta la tua forza… >> Gli assestò un pugno nello stomaco. << Coraggio! Fammi vedere quella determinazione che hai mostrato fino ad ora! >>
Reiner cominciò a colpire con tutta la sua rabbia il corpo inerte di Connie, che ormai sembrava aver abbandonato l’idea di combattere. Andò avanti picchiandolo con forza fino a fargli sputare sangue e a bloccargli il respiro. Mentre le ferite di Connie continuavano a sanguinare, il ragazzo semplicemente incassava i colpi senza nessuna reazione a parte gli ovvi gemiti di dolore che portava ricevere dei colpi simili. A un tratto il Guerriero lo scagliò con rabbia a terra.
<< ANDIAMO! >> Esclamò fuori di sé. << Vuoi dirmi che vuoi lasciare che sia tutto vano? >> Afferrò la sua testa con una mano e la tirò indietro per allontanargli la faccia dal terreno. << Vuoi far morire i tuoi amici? >>
No… Ripensando agli amici che aveva lasciato indietro, prima di andare a cercare Reiner per conto suo, Connie si sentì veramente uno stupido: aveva abbandonato la formazione quando il capitano Levi gli aveva detto di restare a controllare il perimetro e tenere lontani i Giganti da lui e dal Gigante Bestiale; aveva mentito a Sasha, persino dopo averle promesso che sarebbe tornato da lei… Cosa poteva fare, se non continuare a lottare? Non poteva mollare tutto così.
Connie sbatté violentemente con la faccia a terra quando Reiner lo lasciò andare spingendolo con forza verso il basso. Cercando di allontanare il viso dal terreno, Connie tossì violentemente e sputò un grumo di sangue mentre ormai le sue ferite erano aperte e grondanti di sangue, e bruciavano come se avessero letteralmente preso fuoco a contatto con la terra e l’aria intrisa di morte di quella mattina. << No… >> Sussurrò rauco mentre Reiner se ne stava accovacciato accanto a lui ad osservarlo.
Il ragazzo poggiò i palmi delle mani a terra e cercò di mettere forza nelle braccia per sollevare il suo busto da terra, che ora gli sembrava pesante come un macigno. Le braccia avevano perso tutta la loro forza, ma Connie riuscì comunque a muovere le gambe in modo da potersi inginocchiare, e poi da lì fu facile rimettersi in piedi anche se il suo equilibrio era ancora precario. Vedendolo alzarsi, Reiner si mise in piedi a sua volta e fece qualche passo indietro sorridendo soddisfatto.
Il ragazzo assunse la posa di combattimento corpo a corpo e fissò con i suoi occhi vuoti e stanchi quelli duri e opachi del suo avversario. Quasi inciampando mentre cercava di fare un passo in avanti, Connie liberò un innocuo pugno sul petto di Reiner, che sembrò non sentirlo nemmeno.
Rimase ad ansimare a lungo con le nocche piantate negli abiti strappati del Guerriero, fissando il terreno sotto ai propri piedi; poi, Connie tirò indietro il braccio e scagliò un altro attacco, colpendo nuovamente il pettorale di Reiner e non ottenendo alcun risultato concreto. Reiner doveva starsi scompisciando a vedere l’impotenza di quel piccolo uomo, ma la sua figura rimaneva statuaria in quel frangente.
Disperato, sul punto di scoppiare in lacrime di fronte alla sua impotenza, Connie diede un altro pugno a Reiner; il colpo fu più violento rispetto ai due precedenti, ma si trattava comunque di un niente in confronto a quello che aveva dimostrato prima il soldato e sicuramente Reiner non lo aveva avvertito minimamente… Prima che potesse fare qualsiasi cosa, Connie vide la mano di Reiner afferrargli il viso e spingerlo con forza a terra.
Connie sbatté con la testa per terra e sentì qualcosa colpirlo violentemente sulla nuca; anche dopo essersi raggomitolato schiacciandosi i polpastrelli sulla nuca per alleviare in qualche modo il dolore, Connie poté sentire chiaramente il bruciore nel punto in cui la sua testa aveva sbattuto con quella che forse era una roccia… Dopo alcuni secondi avvertì anche del sangue colare dalla ferita.
<< Puoi fare di meglio! >> Gli urlò contro Reiner deluso. << Hai voluto metterti in mostra fino ad ora e adesso non hai più forze! Ti sei arreso, Connie? Vuoi davvero che questa sia la tua fine? >> Quelle parole sembravano scelte appositamente per risvegliare in lui il suo spirito combattivo. Connie non poteva arrendersi, ma non aveva nemmeno la forza di competere con Reiner…
Nonostante il dolore e i suoi muscoli urlanti, Connie si costrinse a prendere un gran respiro e si mise su di un fianco per poi rialzarsi da terra. Una volta tornato in piedi, si voltò verso il Guerriero che gli aveva appena parlato.
Gli occhi di Connie, esausti, erano fissi sul volto di Reiner, quel traditore che aveva abbandonato tutti i suoi amici e che poi aveva cercato di ucciderli; quello era il suo obiettivo in quel preciso istante, non aveva intenzione di arrendersi! << Tutti quanti stanno facendo la loro parte… >> Mormorò Connie mentre la sua schiena ancora faticava a restare eretta. Il sangue sul suo volto gli conferiva un aspetto cadaverico, in più tutto il colore della sua pelle sembrava essere svanito… << Jean, Levi, Eren, Mikasa, Sasha… >> Pensò anche a quei soldati incontrati per strada assieme alla sua amica, il giovane e coraggioso soldato dai capelli neri che aveva abbattuto un Gigante con il loro gioco di squadra, e poi nella sua mente tornarono a echeggiare i singhiozzi della giovane sottoposta di Jean, Briest: anche lei aveva accettato di fare il suo dovere. << Non posso… Restarmene con le mani in mano… E lasciare che il lavoro di tutti quanti venga vanificato per colpa mia… >>
Reiner annuì soddisfatto, mentre il sorriso sul suo volto si allargava e diventava più spavaldo. << Ben detto, Connie! >> Rispose fingendo di applaudire. Il confronto tra loro due era quasi ridicolo: Connie era ferito, il suo volto era gonfio e ferito, perdeva sangue da una spalla e nel suo fianco era aperto un taglio che chissà come non lo aveva ancora ucciso; il corpo di Reiner, invece, era in perfette condizioni, e solo i suoi vestiti strappati e macchiati di sangue potevano testimoniare che era stato ferito in alcune occasioni. Chi avrebbe potuto fronteggiare una persona simile, nelle condizioni di Connie?
Fomentato dalle parole di Reiner, che sembravano solo volerlo deridere, Connie si mise a correre verso di lui ringhiando furiosamente. Alzò un braccio e tentò di colpire al viso Reiner, ma questo si spostò dalla sua traiettoria e lo lasciò sfilare di fronte a sé senza alcuna difficoltà.
Connie frenò non appena vide di aver mancato il bersaglio, ma continuò a scivolare sul terreno franoso per qualche metro prima di voltarsi e tornare ad attaccare Reiner: questa volta il suo avversario non si fece da parte e aspettò che Connie fosse abbastanza vicino per schivare con rapidità il primo pugno, diretto al suo volto. Dopo aver tirato indietro la testa, Reiner fece un piccolo balzo indietreggiando specialmente col bacino per evitare il secondo pugno di Connie; il ragazzo ruotò su sé stesso per sfruttare la forza centrifuga e colpire con più impeto il costato di Reiner dopo il secondo colpo a vuoto, ma nonostante i suoi sforzi il Guerriero riuscì ancora a schivarlo.
Infuriato dalla poca considerazione che stava ricevendo, Connie spiccò un balzo e tentò di dare un calcio a Reiner, ma questo sollevò un braccio e accompagnò delicatamente la gamba di Connie nella sua discesa, dopo essersi fatto da parte con la testa. << Smettila! >> Urlò Connie quando fu tornato a terra ed ebbe sferrato un altro calcio a Reiner. Questo si spostò ancora e riuscì ad anticipare la seguente mossa del ragazzo, che fu un pugno rotante diretto proprio nel punto in cui si era spostato il Guerriero. << Smettila di giocare!!! >> Gridò dopo aver visto la mano di Reiner chiudersi attorno alle nocche del suo pugno e respingerlo con decisione con un semplice movimento.
Nonostante il suo braccio destro fosse stato appena spinto indietro, Connie attaccò nuovamente con quel braccio e corresse un po’ la mira per tentare di colpire il volto di Reiner; questo parò ancora una volta l’attacco e rimase a fissarlo inespressivo, stringendo il suo pugno nella sua grande mano. Un ultimo tentativo disperato fu quello di colpire allo stesso modo con l’altra mano, ma Connie ricevette lo stesso trattamento per il pugno sinistro e rimase a ringhiare contro a Reiner, immobilizzato e furioso.
Reiner osservò per alcuni istanti la furia negli occhi di Connie e cercò di capire se fosse tale sentimento fosse reale o meno. Dopo un po’, spinse indietro i pugni di Connie, facendolo colpire in viso da solo e mollando quindi la presa sulle sue mani. Il soldato indietreggiò tenendosi le mani sul viso, dolorante, mentre intanto cercava di trattenere un urlo di frustrazione per non essere abbastanza forte.
Dopo il suo sfogo attutito dalle mani che aveva parato di fronte a sé, Connie tornò a guardare con odio Reiner e si lanciò ancora una volta all’attacco urlando con tutta la forza che aveva ancora in corpo.
Questa volta però Reiner sembrò stancarsi di quello spettacolino che avevano messo su senza alcun motivo e, dopo aver schivato ancora una volta l’attacco di Connie – che per il troppo slancio quasi cadde in avanti – gli assestò un pugno tremendamente potente nello stomaco, facendolo sollevare da terra e bloccandogli il respiro per due secondi netti. Dopo un attimo che rimasero fermi, Reiner con un piede davanti all’altro e Connie inerte appeso al pugno chiuso del Guerriero, il ragazzo biondo diede un altro colpo al soldato con l’altra mano e lo fece schiantare a terra.
Connie si raggomitolò dolorante, cercando di ritrovare il controllo del proprio corpo in preda alle convulsioni, e rimase lì a gemere silenziosamente con gli occhi delusi e superbi di Reiner che lo fissavano dall’alto.
<< Certo che sei una vera delusione, Connie… >> Commentò con tono abbattuto Reiner, che fece qualche passo girando attorno al corpo di Connie. << Sei tanto ostinato da continuare a lottare, pur sapendo di non avere alcuna possibilità di vincere… E in più, è incredibile come tu non riesca ancora ad accettare il fatto che io sia un obiettivo da eliminare e non un amico da far redimere. >>
Connie si contorceva per terra, spostandosi da un fianco all’altro e cercando di ribattere in qualche modo ai commenti di Reiner, ma ogni parola che cercava di far uscire dalla sua gola si trasformava in un rantolo rauco e privo di spessore.
<< Vuol dire che preferiresti morire, piuttosto che uccidere me? >> Chiese il ragazzo fermandosi davanti alla testa abbassata di Connie, che non riusciva a rialzarsi ancora. A quelle parole, ancora una volta, Connie sentì qualcosa che lo spinse a trovare la forza per muoversi e non rimanere lì fermo ad aspettare: si mosse lentamente e cominciò a cercare appigli nei detriti attorno a sé che fossero abbastanza solidi da poterlo sorreggere e farlo così rimettere in piedi.
Si riuscì a mettere in ginocchio, rimanendo qualche secondo a fissare esausto il grande Reiner, che gli lanciava uno sguardo intrigato con le mani ai fianchi e un piede poggiato su una piccola roccia. Poi Connie si alzò barcollando visibilmente e riuscì a trovare l’equilibrio solo dopo alcuni secondi che ebbe tirato su la schiena, anche se non riuscì mai a rimanere immobile.
Infuriato, ringhiando come una animale selvaggio, Connie strinse i pugni e cercò di caricare Reiner, ma questo si piegò in avanti e sferrò un altro pugno allo stomaco del ragazzo che, spinto indietro dalla potenza del colpo, cadde nuovamente a terra, questa volta atterrando di schiena.
<< Sarebbe un sì? >> Chiese Reiner passandogli accanto e rimanendo a fissarlo con sguardo interrogativo. Connie si stava ancora tenendo la pancia con una mano quando tentò di allungare un braccio e afferrare la gamba del Guerriero per farlo cadere. A Reiner bastò muovere rapidamente il piede e dare un calcio sullo sterno a Connie per liberarsi della sua presa alquanto precaria.
Connie urlò dal dolore. Sentì le lacrime affiorare dai suoi bulbi oculari e cominciare a rigare il suo volto, scendendo lateralmente dal suo viso. Era ostinato, vero, ma Reiner non aveva il diritto di dire che lui si stesse trattenendo. Alzò le braccia con grande fatica, come se stesse sollevando un macigno con grande difficoltà e afferrò la caviglia di Reiner, che aveva poggiato il piede sul suo petto e stava pressando con forza su di esso: non lo avrebbe lasciato andare!
L’obiettivo di Connie era sempre lo stesso: fermare Reiner e capire perché avesse tradito i suoi amici. Aveva ancora bisogno delle sue risposte; non lo avrebbe lasciato andare tanto facilmente…
<< Ancora resisti? >> Fece Reiner scuotendo un po’ la gamba e liberandosi nuovamente dalla presa di Connie, che questa volta rimase inerte a fissarlo con la sua impotenza. Reiner poi poggiò il suo stivale sul fianco di Connie e lo fece rotolare su di un lato, mettendolo faccia in giù. Pressò con forza sulla schiena del ragazzo e questo reagì con un gemito dolorante, ormai incapace di reagire in alcun modo. Aveva perso…
Reiner continuò a spingere per un po’ il suo piede sulla schiena irrigidita di Connie, prima di lasciar perdere il ragazzo e fare qualche passo accanto a lui. Tornò a posizionarsi sopra alla sua testa e questa volta si accovacciò davanti a lui per cercare di intercettare il suo sguardo. << Sai, la tua determinazione mi ricorda una storia… >> Disse pensieroso. << E’ un vecchio racconto che ci narravano quando eravamo bambini, a Mahle: è la storia di come il popolo Mahleiano si sia ribellato al potere di Eldia e abbia quindi ricacciato nelle tenebre i Giganti, piaga del mondo. >>
Connie ascoltava nonostante sembrasse non importargli niente di tutto quello; stava ancora cercando un modo per rialzarsi, ma le sue braccia e le sue gambe erano come incollate per terra e non ne volevano sapere di muoversi.
<< I Giganti erano ormai alle porte dell’ultima città rimasta da conquistare; i civili scappavano per cercare di mettersi in salvo, i soldati andavano inutilmente incontro ai mostri del nostro popolo, nella speranza di almeno rallentarne l’avanzata per proteggere quelli che ancora non erano riusciti a scappare. >> Cominciò Reiner mettendosi a fissare il vuoto di fronte a sé, con Connie ai suoi piedi che aveva smesso di muoversi e ascoltava in silenzio. << I soldati di Eldia se ne stavano vigliaccamente ad osservare i valorosi uomini di Mahle mentre i loro Giganti li facevano a pezzi e divoravano aprendo loro la strada nelle vie della città. La battaglia era finita; non c’era nemmeno mai stata a dire il vero, essendo le forze di Mahle molto inferiori rispetto a quelle dei Giganti… Ormai i Giganti marciavano per le strade della città senza incontrare alcun soldato, né civili che, per la paura, se non erano riusciti a fuggire si erano rintanati nelle loro case nella speranza di non essere scovati. >>
Reiner sospirò profondamente, osservando la polvere per terra che vorticava impetuosamente una volta spinta dal suo respiro e abbassò per un attimo lo sguardo su Connie. << Arrivati al centro della città, nei pressi di una grande piazza dove si ergeva una statua raffigurante la libertà, i Giganti fecero un incontro inaspettato: un ragazzino di appena dieci anni si era messo tra loro e la grande statua che si accingevano a distruggere, simbolo di prosperità e speranza della città. Ovviamente, le menti vuote dei Giganti non videro altro che una preda da divorare senza fare storie, ma dei mostri stupidi come loro non erano in grado di prevedere cosa sarebbe successo lì: il bambino, armato solo di una fionda, riuscì a uccidere il Gigante più grosso di quelli che guidavano l’esercito. Un bambino da solo, con una semplicissima fionda! >> Reiner diede qualche colpetto sulla testa rasata di Connie per vedere se potesse ancora reagire. << Quello è stato l’evento che ha scosso tremendamente l’esercito di Eldia e ha fatto sì che il popolo di Mahle ritrovasse il coraggio che aveva perso con l’avvento dei Giganti. Il coraggio di quel bambino fece insorgere l’intera popolazione che, prese le armi, diede inizio a una rivoluzione che portò alla vittoria di Mahle sulla guerra. >>
Reiner borbottò qualcosa ridendo con poca convinzione. << Ovviamente, si tratta di una storiella per bambini… Una favola creata per mostrare ai piccoli Eldiani la potenza del popolo di Mahle, e a convincerli a non mettere mai in discussione quella potenza. >> Agitò una mano come per mostrare qualcosa che non c’era. << E’ un racconto di propaganda, e come tale è piuttosto gonfiato nei particolari, specialmente quelli impossibili… La guerra finì diversamente per il popolo di Mahle e solo molto tempo dopo ci fu una insurrezione che portò al ribaltamento della situazione politica e sociale. Però l’essenza del racconto rimane: Mahle è una nazione potente e superiore agli sporchi Giganti di Eldia, e il popolo di Eldia deve essere sottomesso a Mahle! La tua determinazione mi ricorda tanto quel bambino del racconto, “l’eroe di Mahle”… >>
Reiner sorrise concludendo così il suo racconto. Rimase a fissare per qualche secondo il corpo immobile di Connie, studiandolo e aspettandosi una qualsiasi risposta. Non ricevendo alcuna reazione dal soldato, decise di rialzarsi e stirarsi un po’ le gambe prima di voltarsi dall’altra parte. << Bé, visto che sei così determinato e hai combattuto fino all’esaurimento, penso che ti lascerò lì… Il nostro scontro è finito, e io ho altro da fare. >> Disse pensieroso, guardando l’orizzonte in alto nel cielo e le viuzze che si diramavano in mezzo alle abitazioni dell’avamposto Gloria.
Reiner cominciò a  passi rapidi, affondando i piedi nei detriti che si facevano da parte al suo passaggio, ma a un certo punto si arrestò voltando lo sguardo. << Ah, sì… >> Disse distrattamente. << Volevi sapere perché non ti ho ucciso subito? >>
Connie mosse piano la testa, forse cercando di alzare lo sguardo e incrociare quello degli occhi perfidi di Reiner; se ci fosse riuscito, avrebbe visto qualcosa che mai prima di allora aveva visto negli occhi di un compagno.
<< E’ perché così potrò farti vedere come distruggerò tutto ciò a cui tieni! >>
Quelle parole sembrarono attraversare il petto di Connie come coltelli affilati e progettati esclusivamente per fare del male. Il ragazzo ricevette una scossa attraverso tutto il corpo e cercò di muoversi e poter così tornare a lanciare sguardi di odio verso Reiner.
<<  Ti darò la possibilità di vedere il mondo una volta che Mahle avrà prevalso… >> Continuò Reiner ghignando compiaciuto. << Eren, Armin, Mikasa… Gli faremo pagare tutto quello che hanno fatto. Così Bertholdt, Annie e tutti gli altri che avete ucciso saranno vendicati! E poi toccherà a Jean, Levi, Hanji… >> Reiner allargò il suo sorriso con malizia. << Sasha… >>
Appena ebbe sentito quel nome, Connie sembrò non capire più niente. Quel nome lo aveva accecato, qualunque cosa detta da Reiner da quel momento in poi sarebbe stata inascoltata: perché Reiner avrebbe potuto fare qualsiasi cosa a lui, avrebbe potuto picchiarlo a sangue, avrebbe potuto portarlo fino al limite e ucciderlo senza alcuna pietà, ma Reiner non avrebbe mai dovuto pronunciare quel nome!
<< A proposito di Sasha… >> Mormorò Reiner voltandosi leggermente. << Forse avrei fatto bene ad ucciderla quel giorno, quando ne ebbi l’occasione… Adesso non l’avresti condannata a una simile sofferenza… >> Si stava riferendo a quando avevano riconquistato il Wall Maria, e lui aveva colpito Sasha portandola a rischiare la morte. Non gli interessava; qualunque cosa dicesse, non gli interessava! Sasha non era un suo giocattolo, non le avrebbe fatto niente! << Bé, così imparerai la punizione per non aver svolto il tuo lavoro. >> Mormorò il Guerriero facendo qualche passo allontanandosi da Connie, disteso per terra.
Mentre si allontanava dal punto dove stava Connie, Reiner adocchiò un riflesso per terra, coperto dalla polvere e dai detriti che vi si erano posati sopra; vi si avvicinò e raccolse l’elsa della sua spada che Connie gli aveva strappato di mano prima, con quei dieci centimetri di lama rimanenti. La osservò con disappunto, pensando che, nonostante tutto, Connie si era fatto valere in quello scontro. Ma a parer suo il giovane soldato non era in grado di porre fine a quella guerra, né voleva provarci viste le sue azioni che lo avevano portato a rifiutarsi di eliminare Reiner quando ne aveva avuta la possibilità.
Una voce alle sue spalle attirò la sua attenzione, facendogli venire i brividi:<< Ehi, Reiner… >> Si voltò di scatto reagendo forse in modo troppo esagerato, vista la sua posizione di vantaggio su chiunque avesse parlato. Connie era ancora lì, per terra, ma questa volta aveva i gomiti ben piantati nel terreno, così come le ginocchia, e la testa pendeva pesantemente dalle spalle. I muscoli di tutto il corpo erano decisamente in tensione per lo sforzo.
La testa di Connie si mosse e il suo sguardo furioso tornò a guardare il volto sorpreso di Reiner. In quegli occhi verdi c’era un fuoco che il Guerriero non aveva mai visto prima, e per la prima volta ebbe paura di quel ragazzo.
<< Dimmi un po’… >> Continuò il ragazzo poggiando un piede per terra, saldamente, e trovando appoggio sul suo ginocchio per un braccio. << Come hai detto che finiva quella storiella? >> Respirava profondamente, ansimava come se l’aria non arrivasse direttamente ai suoi polmoni e avesse bisogno di uno sforzo maggiore per sostentare al fabbisogno di ossigeno del suo corpo. << Andiamo… >> Mormorò mettendo più forza nei muscoli delle gambe cercando di alzarsi; tremava, il suo corpo era scosso da una moltitudine di tremiti e stava in equilibrio per miracolo. Vedendolo, ci si chiedeva come potesse ancora solo muoversi, con tutte le ferite che aveva subito. << Quella favola del Gigante e del bambino… >>
Gli occhi di Connie brillarono per un momento quando il ragazzo fu riuscito a raddrizzare la schiena e a mettersi in piedi su tutte e due le gambe. Il sangue che macchiava il suo viso gli conferiva un aspetto ancora più minaccioso e la smorfia per il dolore e la fatica che mostravano i suoi denti risaltava sul rosso di quello stesso sangue. << Come finiva? >>
Le parole di Connie vibrarono pesantemente nell’aria, mostrando quanto fosse infuriato in quel momento. Reiner lo vide ergersi in tutta la sua rabbia e rivolgergli uno sguardo che non avrebbe dimenticato mai: per la prima volta, Connie aveva dimenticato tutti quegli anni passati assieme, ad addestrarsi per diventare dei soldati; aveva dimenticato quei sentimenti di riluttanza nei confronti dei Guerriero, di fronte a sé non c’era altro che un nemico da uccidere. L’odio aveva preso il posto della sua determinazione a non ucciderlo, la paura di perdere Sasha aveva risvegliato quella forza che lo aveva abbandonato già da tempo in quello scontro: Connie adesso capiva quale fosse il suo dovere e perché non potesse fare più nulla per convincere Reiner.
<< Tutti quanti, in questo momento… >> Mormorò muovendo piano le braccia. << Tutti stanno lottando per difendere la nostra gente dentro le Mura. Anche io… Anche io sto lottando per proteggerli dai mostri come te, che vogliono distruggerci. >> Allungò il braccio destro e puntò l’indice contro Reiner con grande intensità, come se potesse fargli qualcosa con quel gesto. << Questa non è più una guerra per la difesa dell’umanità, questa è una guerra per eliminare i demoni come voi, che odiate noi per nessun motivo in particolare! E questa… E’ diventata una questione personale! >>
Reiner sbuffò divertito. << “Questione personale”? Chi ti credi di essere per pensare di essere tanto speciale…? >>
<< TU NON HAI DIRITTO DI VENIRE A FARE COME TI PARE! >> Gridò irritato Connie zittendo all’istante Reiner, che si imbronciò curioso di vedere fino a dove si sarebbe spinto il ragazzo. << Tu non hai più il diritto di dire e fare nulla in questo posto, dopo ciò che hai fatto! >> Connie scosse la testa vigorosamente mentre intanto Reiner lo osservava con occhi spalancati, sempre più sorpreso dalla veemenza del soldato. << Ci hai mentito, fatto credere di essere nostro amico e poi te ne sei andato ridendo di noi, dopo averci sfruttati fino all’osso: non ti dobbiamo niente! >>
La sicurezza di Reiner vacillò. << Non è così! >> Esclamò cercando di ribattere alle dure parole di Connie, ma questo lo zittì.
<< Hai cercato di ucciderci innumerevoli volte, ci hai fatto del male, hai provato ad annientarci… Ma noi siamo ancora qua! >> Disse Connie tirando indietro il braccio e schiacciandosi la mano al petto. << Ora che abbiamo finalmente trovato la libertà che cercavamo, ora che abbiamo raggiunto la prosperità nonostante la nostra grande ignoranza, non ti lasceremo venire qua e distruggere tutto a tuo piacimento! Non ti lascerò distruggere la felicità delle persone che abbiamo tanto faticato a costruire! Non ti lascerò fare del male ai miei amici! >>
Questa volta fu Reiner ad alzare la voce:<< Credi che per me sia stato facile? Credi che mi sia piaciuto veramente raggirarvi tutti quanti a quel modo?! >>
<< Dimmelo tu, idiota! >> Rispose ad alta voce Connie.
Reiner diede uno strattone al braccio e digrignò i denti, incredulo del fatto che Connie non volesse vedere il suo punto di vista. << Eravamo dei bambini quando siamo stati spediti qui. Eravamo stati addestrati ad uccidere, pensavamo che dietro queste mura non ci fossero altro che mostri! >> Si guardò le mani con aria di chi non ci capiva più nulla. << Ma più tempo passavamo dentro queste mura, più ci rendevamo conto che forse le cose non erano come ci era stato detto… Forse questa gente non meritava pienamente di morire. >>
<< E allora perché diavolo avete continuato con la vostra stupida guerra?! >> Gridò infuriato e incredulo Connie allo stesso tempo, pensando che sarebbe stato tutto più semplice se solo Reiner, Bertholdt ed Annie avessero aperto i loro cuori molto tempo prima.
Reiner alzò lo sguardo spaventato per tramutarlo poi in uno furioso:<< Perché non avevamo altra scelta! Anche se avessimo detto qualcosa del genere, saremmo semplicemente stati rimpiazzati per far continuare la missione a qualcun altro! Non avevamo altra scelta se non accettare tutto questo e far finta che non fosse vero! >>
<< Ma tu hai fatto di più… >> Lo incalzò Connie alzando un braccio. << Tu ti sei integrato. Hai dimenticato la tua vera missione e hai creato una vita in cui tu eri felice, eri amato da tutti… Non ti bastava tutto quello?! >>
Reiner mosse il braccio lateralmente come per chiudere quella discussione. << E’ inutile! >> Disse. << Era tutto falso! Io appartengo a un mondo diverso dal vostro, e voi siete i miei nemici! Tu, Connie, sei il mio nemico! Ed è incredibile come la tua stupidità non te lo abbia fatto comprendere ancora… >>
Connie lo fissò intensamente negli occhi, deciso a chiudere quello scontro una volta per tutte; non solo aveva ritrovato le forze, ma aveva anche la fiducia necessaria a fargli pensare che avrebbe vinto lui quello scontro. Un’idea gli balenò in mente e il ragazzo cominciò a muovere le braccia, ricordandosi improvvisamente della sua “ultima spiaggia”:<< Hai ragione… Sarò anche uno stupido… Ma ora ho capito tutto quanto. >> Sollevò il braccio destro e incurvando il polso poggiò il dorso della mano sul petto, sopra al cuore; il braccio sinistro invece lo fece passare dietro la schiena e lo fissò saldamente dietro ai suoi fianchi, rivolgendo il palmo chiuso dietro di sé. Connie inspirò per gonfiare il petto e raddrizzò la schiena più che poté per assumere un aspetto marziale: i suoi occhi brucianti di determinazione completarono l’opera.
<< Io sono un soldato! E’ mio dovere difendere le Mura e tutti coloro che vivono al loro interno. I nostri nemici sono tutti coloro che potrebbero attentare alla pace all’interno delle Mura e alla loro sicurezza stessa, come i Giganti, i cospiratori e l’esercito di Mahle. Tu sei parte di quest’ultimo e oltre a voler distruggere le Mura ed eliminare l’intera popolazione delle Mura, hai dichiarato apertamente di voler uccidere anche i soldati miei commilitoni e amici: questo fa di te un nemico del popolo e mio personale! Non ti lascerò andare oltre: la tua missione termina qui, Reiner Braun! >>
Reiner osservò Connie con uno sguardo di sfida, facendo un piccolo passo in avanti e piegando le labbra in un sorriso divertito. << E come vorresti fare per fermarmi, quando non hai più nemmeno le tue spade? >>
Connie rivolse sempre il suo sguardo deciso contro Reiner, ma dovette trattenersi dal lasciar sfuggire un sorrisetto compiaciuto: dietro la sua schiena, intanto, la sua mano sinistra aveva afferrato il manico del coltello che gli aveva donato Sasha. << Ho fatto una promessa a una persona molto importante… >> Disse senza muoversi dalla sua posizione. << Non importa come, io tornerò da lei! Tu non sei altro che un ostacolo tra me e lei! >>
Reiner sorrise irritato, facendo un altro passo in avanti. << E allora faresti meglio a darti una mossa! >> Reiner cominciò a correre e sollevò il braccio che stringeva l’elsa della sua spada spezzata; urlò pieno di rabbia, questa volta prendendo il posto di quello irruento che aveva ricoperto Connie per forse tutto il tempo del loro scontro.
Connie piegò in avanti la schiena e lo osservò mentre si avvicinava: prima che fosse troppo vicino, fu lui ad anticiparlo e cominciò a corrergli incontro tenendo ancora la mano sinistra nascosta dietro la schiena. << TU MORIRAI QUI, OGGI! >> Gridò scoprendo all’improvviso la sua ultima carta e sciogliendo la posa di saluto dell’esercito che aveva assunto fino a quel momento.
Connie saltò e sollevò il coltello più in alto che poté, mentre con la mano destra afferrava la sinistra di un Reiner confuso e sorpreso e gli impediva di colpirlo in qualche modo. Aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per non usare quell’arma, e finalmente aveva capito il significato delle parole di Sasha: gli aveva detto che quello avrebbe dovuto essere l’ultima spiaggia, la sua ultima possibilità di salvezza, e che avrebbe dovuto usarlo solo in casi di estrema emergenza; quindi Sasha, facendogli promettere una cosa simile, voleva intendere che Connie avrebbe dovuto fare di tutto per non cacciarsi in una situazione come quella. Era stato stupido, irruento, e aveva completamente mal interpretato ciò che voleva dirgli Sasha, ma a quel punto non poteva certo guardarsi indietro! Si scusò mentalmente con la ragazza per essere arrivato ad usare quel suo coltello ma, come aveva detto lei, quel coltello “avrebbe potuto essere la cosa che gli avrebbe salvato la vita”.
Affondò la lama del coltello nella spalla destra di Reiner, mentre con il piede sinistro dava un calcio al fianco del Guerriero e gli faceva perdere l’equilibrio. Il sangue schizzò con forza via dalla ferita che Connie aveva aperto nella spalla di Reiner, ma il Guerriero non si lasciò sopraffare dal dolore: mentre cadeva all’indietro, Reiner riuscì a muovere il braccio in modo da poter colpire Connie con la sua spada, che però era ridotta a una misera lama di dieci centimetri.
Sentendo il freddo metallo affondare ancora nel suo fianco, Connie ricevette una scarica di adrenalina che gli diede ancora più forza e, con un potente urlo simile quasi al ruggito di una bestia feroce e contraendo i muscoli della faccia come se fosse un selvaggio, estrasse il coltello dalla spalla di Reiner e lo affondò un’altra volta nella sua carne, questa volta più vicino al collo. Con poca precisione, Connie tirò via la lama un’altra volta e colpì il petto del Guerriero, mentre lo stesso processo veniva ripetuto come uno specchio da Reiner, che con meno forza estraeva e affondava la sua sottile lama nel fianco di Connie; il dolore era forte, pungente, e tagliava il respiro, ma la rabbia era ancora più forte e spingeva il ragazzo a ignorare quel bruciore e a colpire con tutte le sue forze il corpo del nemico.
<< Tu…! >> Biascicò Reiner digrignando i denti, incapacitato a parlare correttamente con il sangue che gli riempiva la gola. << Non puoi… Uccidermi…! >>
<< Tu! >> Ribatté Connie con più forza lanciandogli uno sguardo infuocato, fissando il volto a pochi centimetri dal suo. << Non le farai del male! >> E detto questo infilzò un’altra volta Reiner con il coltello di Sasha.
<< Io tornerò da lei! >> Gridò prima di estrarre la lama e affondarla nuovamente nel petto del nemico. << Io tornerò da lei! >> Il sangue volava nell’aria a grandi spruzzi ogni volta che Connie estraeva il coltello dal corpo di Reiner; piccole gocce e grandi macchie uniformi si disperdevano nel grigiore del cielo di quella mattina, facendo sembrare i loro corpi uno sopra all’altro la intricata e astratta sagoma della statua di una fontana. << IO TORNERO’ DA LEI!!! >>
Un altro colpo, altro sangue. Poi Connie cominciò a sentire venir meno gli effetti dell’adrenalina, le ferite tornarono a far male e anche la lama di Reiner tornò a farsi sentire con insistenza, mentre intanto il Guerriero aveva già perso gran parte della sua forza e il suo sguardo si era spento, come se fosse sul punto di perdere conoscenza. Entrambi erano esausti, a pezzi: Connie abbassò un’ultima volta il coltello sul petto di Reiner, poi la sua schiena si fece sempre più pesante fino a che non riuscì più a sostenersi e cadde di lato, portando con sé il coltello che aveva infilzato nella carne del suo vecchio amico. La spada di Reiner, invece, rimase conficcata nel fianco di Connie, dove era stata piantata ripetutamente dal ragazzo nel tentativo disperato e poco efficace di difendersi; Reiner non era riuscito a trattenerla e aveva perso così l’ultima possibilità di colpire ancora il suo avversario. La furia di Connie questa volta lo aveva sopraffatto…
<< Sei proprio… Un idiota, Connie… >> Ansimò con voce roca Reiner, soffocando le parole nel sangue che continuava a tossire. Rimase alcuni secondi con le braccia distese e lo sguardo rivolto al cielo, esausto, mentre la sua mano destra non rispondeva più ai suoi comandi, intorpidita e dolorante; poi chiuse gli occhi, abbandonando il proprio corpo alla culla dei pensieri scaturiti dal torpore della morte, incapace di muovere più un muscolo. Forse nemmeno lui voleva fare del male, forse era stato costretto a farlo, e quello era l’unico modo per potersi sottrarre a quel tremendo destino da carnefice che gli era stato assegnato…
Connie, accovacciato accanto a lui e con la spada spezzata conficcata in un fianco, era ancora sveglio anche se la sua mente ormai bloccata su un pensiero fisso non finiva più di fargli ripetere la stessa frase:<< Io… Tornerò… Da lei… >> E proprio mentre sussurrava quelle parole, gli occhi stanchi e fissi di Connie cominciarono a chiudersi e la sua vista si fece sempre più offuscata, finché i suoni della battaglia attorno a loro non furono che un vago ricordo, e il dolore scomparve lasciando posto a un grande vuoto e un buio profondo.
   
 
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