Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Just a Shapeshifter    09/08/2017    1 recensioni
Licantropi e Lupi Mannari... Da sempre creature avvolte da uno strato di mistero, così fitto che non se ne intravede neanche la differenza.
Figli del diavolo. Dannati per l'eternità. Figli della più buia delle notti, illuminata solo da una lucente luna piena, che si rispecchia in un piccolo ruscello, solo la sua immagine è mossa dall'acqua.
Due Clan, due capi, due Immortali, e una continua lotta per trovare la luce, la liberazione.
Ma è veramente tutto come sembra?
----------------------------------------------
Personaggi: TUTTI :D (Sarebbe troppo lungo scriverli)
Genere: Guerra, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, B, Blaineley, Courtney, Dawn, Duncan, Heather, Scott | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Che sapore ha la libertà? Per Scott la libertà sa dell’amaro che ha in bocca, il sangue non era dolce per i Wolv, bruciato dalle tossine del virus esso aveva perduto la sua strana dolcezza metallica.
Eppure per il ragazzo dai capelli ramati esso aveva il sapore della libertà, quella che però non poteva avere vita con la debolezza della Iena. Sentiva ogni forza difettare, il passo rallentava appesantito da tutte quelle palline colorate che annebbiavano gli occhi.
Non poteva permettere di essere rintracciato e successivamente ucciso da IoSonoAlLeaderDalleManiMutaforma, lui era un Trādo marchiato con la stessa parola sul retro del collo per l’eternità.
L’ardere delle ferite faceva digrignare i denti in un sonoro sospiro di sofferenza, Scott annaspava cercando ossigeno ma, più prendeva aria con la bocca più le sue fitte dolenti lo rallentavano. Quante frustate aveva? Ormai i numeri erano solo rivoli di sangue sulla sua pelle lentigginosa, addio costellazioni e benvenute ferite da prigionia.
Quanto aveva patito la Iena sotto le torture dello spietato animo di Alejandro, e adesso era così debilitato che il solo riempire i polmoni gli risultava estremamente tormentante, di camminare non se ne parlava proprio. Si era allontanato quanto bastava dalla base del suo Clan e conosceva i posti dove essi si tenevano alla larga, evitarli sarebbe stato semplice ma comunque temporaneo, erano passate circa due ore da quando quella svampita di Lindsay lo aveva svincolato da quelle catene d’argento e la caccia sicuramente era già iniziata… o almeno così credeva lui.
Si era appostato dietro la stazione dei treni ove si trovava il deposito dei container, appoggiato a una lastra metallica in penombra si domandava quanti intervalli di vento i primi ululati in lontananza avrebbero tagliato il traguardo del suo udito. Ansante per la paura Scott utilizzava tutte le particelle del suo corpo per controllare quell’emozione che si faceva spazio tra il suo petto, un grosso grumo che non saliva ne scendeva procurandogli la gola secca e l’annebbiamento della vista. Questo era un problema.
<< Merda. >> sussurrò facendo cedere le gambe e accasciandosi al suolo. Doveva trovare un rifugio, scappare il più veloce possibile e lui che faceva? Rimaneva seduto a piangersi addosso. Digrignò i denti, le unghie tracciarono solchi nel terreno. Nossignore, Scott non si sarebbe arreso così facilmente.
La mente tracciò una mappa della città, bene o male se la sarebbe cavata. Raccolse le ultime energie e si issò nel container del treno. Conosceva a menadito le destinazioni e, quel binario quasi morto faceva al caso suo... ora doveva solo aspettare, leccarsi le ferite e pregare di non essere scoperto prima del tempo.

****

Duncan digrignò i denti, mentre i capelli si allungavano sul collo e quel poco di calma che aveva cominciò a trasparire, diventare cupo e scuro come il suo manto ispido, il pelo si rizzò come gli aculei di un riccio. Fiutò l'odore, fiondandosi verso la porta che separava la palestra, ovvero il campo addestramento, dal resto del quartier generale.
Già trasformato non aveva tempo di uscire dalla porta diroccata e spezzata. Fece un salto flettendo le zampe anteriori per scappare attraverso la finestra del secondo piano... << D'oh! >> Fu il verso che si fuse tra le sue corde vocali una volta capito. Aveva tanta frenesia nel corpo, il cuore pulsava da impazzire e tutto ciò lo rendeva iperattivo e ansioso, un nemico era li e non poteva sfuggirgli. Era talmente tanta la voglia di conficcare i canini in quella carne nemica che si dimenticò del campo di forza intorno all'edificio, sbattendo il grande muso contro uno strano vetro trasparente, rimbalzando indietro come una pallina di pelo.

<< D-Duncan no! >> Zoey lo fermò appena in tempo, era scesa subito, appena aveva visto una massa di capelli rossi.
Il capo staccò i denti dalla carne di Scott, inaspettato, bellissimo, beato sollievo. Poteva respirare ancora per un po'.
Duncan la squadrò, per nulla convinto, mentre guardava la Iena ridotta più o meno in fin di vita. << E perché, sentiamo omega >> a Zoey venne un colpo al cuore. Cosa stava facendo? Era nella forma umana, davanti a lei c'era il boss e lei provava a discutere? Abbassò lo sguardo.
<< É dei nostri, Duncan. >> i due si girarono all'unisono, scorgendo Dawn. << Portalo dentro, per favore... >> il leader non ci stava capendo più nulla, ma si ritrasformò, ubbidendo alla zia e portando il nemico dentro.
<< A-arriveranno... arriveranno dopodomani, con la luna piena. Sanno dove siete, u-uno dei vostri v-vi ha tradito. >> Sussurrò il rosso, prima di svenire definitivamente.

Duncan camminava avanti indietro per la grande sala, tutti i Lican quieti intorno a lui, salvo Jo e Brick che stavano facendo da guardia a Scott. Dawn l'aveva medicato e ora il rosso stava riposando in una delle stanze libere; polsi e caviglie erano adornati da luccicanti gadget d'argento... così, per sicurezza.
Nell'aria c'era tensione, così come tra i propri fratelli. Zoey deglutì, gli occhi oscillarono sulla coda di uno dei Lican, arricciata e all'erta. Duncan intanto continuava quella marcia personale, lasciando libera la mente di organizzare a proprio piacimento i pensieri.
Nessuno parlava eppure, tutti riuscivano a dialogare.
Certo, quando erano in forma umana era tutto più semplice, almeno a livello mentale: i pensieri erano propri e basta, si poteva scegliere liberamente di non condividerli con gli altri ma, una volta che il pelo si era impossessato del derma e scintillanti ma letali denti avevano modificato le proprie fauci, tenere i pensieri per sé era tutto fuorché facile. Era come essere immersi in un'immensa chat globale solo, al posto dei messaggi su uno smartphone, le ambizioni di tutti venivano visualizzate direttamente nella mente.
Nonostante Duncan fosse umano e i Lican nella stanza fossero solo trasformati a pezzi -chi una coda, chi le orecchie- quella trama di pensieri giungeva nelle menti di ognuno, attuando un tacito botta e risposta.
Si parlava della sorte di Scott, del pericolo imminente e della battaglia. Insomma, un fottuto casino.
Duncan ringhiò e le spalle gli si gonfiarono, i capelli si rizzarono minacciosi, crescendo un poco. Guardò male uno dei Lican e poi Heather, la quale assisteva alla conversazione comodamente seduta. La malvagia genitrice del moro riusciva a leggere la mente di tutti così, comoda, ascoltava semplicemente i pensieri di Duncan. Era l'unica a parlare con labbra e lingua ma, quando lo faceva, tutti s'immobilizzavano ad ascoltarla.
Zoey tirò un lungo sospiro di sollievo quando, dopo minuti che parvero ore, la scelta fu presa: Scott sarebbe rimasto li solo se avesse collaborato. Una scelta quasi neutra ma, sempre meglio dell'idea iniziale, la morte.

****

Alejandro si pulì le zampe scarlatte in un soffice asciugamano immacolato. Le iridi osservarono per l'ultima volta quella ragazza, il ventre completamente svuotato, le viscere che colavano insieme al sangue sul pavimento, la testa mozzata.
<< Peccato, querida. >> sussurrò gettando l'asciugamano alle proprie spalle e voltando i tacchi. << Eri stupida come poche ma avevi uno scopo. >> Alejandro si fermò un istante, girando di tre quarti il viso e guardando la smorfia deforme sul volto oramai inanimato di Lindsay. << Suppongo tu ti sia giocata male le carte, bambolina. >> sussurrò, ritrasformando gli arti in mani umane ed uscendo dalla stanza.
Lindsay era utile solo per scaricare la tensione sotto le coperte, per il resto lo infastidiva e basta... aveva perso un componente si: un componente altamente stupido. Ringhiò tra sé e sé per aver permesso tutto ciò e si diresse da Noah, nelle segrete.
<< Ho bisogno di sapere ogni cosa su quella base: angoli ciechi, punti deboli, eventuali gallerie. >> la voce ferma ma allo stesso tempo vibrante di tensione di Alejandro giunse all'udito dell'indiano, il quale lo fissò da oltre le sbarre.
<< Temo dovrai fermarti qui un paio d'ore... c'è tanto da spiegare. >>

<< Forza! >> Gwen ruggì, mettendo tutti sull'attenti. << Non abbiamo molto tempo, perciò chiudete quelle fogne e preparatevi ad ascoltare. >> Tutti i Wolv erano adunati tra quelle larghe gallerie. Un ologramma sbucò dal centro della grotta più ampia, ben visibile da tutti. La base dei Lican diede il proprio saluto agli occhi dei nemici, flebile e sotto una lucina azzurra.
Gwen spiegò per filo e per segno ogni punto debole e sperò in cuor suo che avessero capito. Appena Alejandro mise piede nella stanza lasciò la parola a lui, rifugiandosi nei propri pensieri.
Scott era sparito, Lindsay morta -non che le fregasse- ma, con Scott aveva legato fin da subito e, non aveva ancora capito che cosa avesse spinto il rosso a fare tutto quel casino.
Stava ancora pensando quando avvertì un piacevole formicolio tra le dita. Da li alla notte successiva la luna piena sarebbe sorta, guidandoli verso la vittoria. Sogghignò e ogni pensieri razionale venne assopito. Al suo posto l'euforia per quella nuova, eccitante battaglia.
Si leccò le labbra e assaporò il discorso di Alejandro. Da li a ventiquattr'ore ci sarebbe stato un fiume di sangue, già ne sentiva il ferroso odore.


♣ Angolo Autrici ♦

M: Buon quasi mattina! Sono le 04:30 e si, stiamo finalmente aggiornando NIENTE POPO' DI MENO CHE la nostra prima Long!
P: *Sbadiglia*
M: Se, ehm, come dicevo non aggiorniamo da...
Scott: dal Cristo di 2013! Sono quasi quattro anni che "scappo"... ma vi svegliate?!
P: *dopo una notte passata a essere svegliata ogni 3x2 da M, senza poter riposare... si gira verso Scott con delle occhiaie da L e l'omocidio nello sguardo* Senti tu. Devi andare subito su un sito perché se compri le cialde del caffé ti regalano la macchinetta, hai capito?
Scott: *alza un sopracciglio* ma che problemi hai, per intenderci?
M: È solo molto stanca Scott, lasciala in pace e ringrazia che non ti abbiamo fatto sbranare.
Scott: Voi due avete dei problemi, cià. *finalmente Rotoloni Regina Scottex non finiscono mai leva le tende*

Facendo le serie per un attimo: dopo anni abbiamo deciso di riprendere la Long, con l'intenzione di finirla. Sarebbe stupendo rianimarla e rianimare il piccolo fandom che c'era dietro.
Noi due ci impegneremo al massimo il resto, beh, il resto spetta a voi, lettori silenziosi o meno.
Sono le 04:35. Qui M, e P, che vi danno la buonanotte e il quasi buon giorno.

Siamo tornate in sella!

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Just a Shapeshifter