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Autore: iaia_86    16/06/2009    2 recensioni
Raccolta di Fanfic Partecipanti al "Piramidy Contest" indetto da ShiIta.
1° One-shot:
Shikamaru ed Ino si rendono finalmente conto della loro posizione nel mondo ninja e di ciò che va fatto per riscattare la morte di Asuma. E' un'introspezione, il ricordo di un maestro che rimarrà indelebile nelle menti dei suoi allievi ed una crescita personale (ShikaIno).
2° One-shot:
Una storia d'amore che non sembr destinata al lieto fine; sogni, illusioni di cui i protagonisti non riescono a dare conto. Cosa succederà nel momento in cui si sveglieranno? (ShinoKiba).
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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ShinoKiba

Come immaginavo questa sfida è stata vinta da RotaXD Quindi la prossima storia sarà quella partecipante allo scontro per decidere il terzo e quarto posto tra me ed Erin_Ino. 
Scritta in un periodo leggermente nero(XD) rispecchia perfettamente la confusione e l'umore altalenante che mi soffocava alloraXD
Sono ugualmente orgogliosa della mia storia perché rileggendola mi piace*__*
Spero che possa piacere anche a voi.
Un bacione,

iaia.

Nick Autore: iaia (13d08c81).

Titolo: ~Svegliati. Voltati, Alzati, Guardami.

Pairing principale: ShinoKiba.

Altri personaggi/pairing: Hinata, Naruto, Akamaru, Neji.

Genere: Drammatico, Song-fic, Suspence.

Raiting: Arancione.

Avvertimenti: Alternative Universe, Non per stomaci delicati, One-shot, What if...?, Yaoi, Nonsense.

Numero Scelto: 7

Note dell'Autore: Come al solito impaginazione particolare, come particolare considero questa storia. Probabilmente rispecchia il mio stato d'animo in questo momento. Tra l'altro non riesco a capire perché per questo contest mi vengano in mente solamente song-fic. Procediamo con ordine. Ci sono ben tre narrazioni differenti nella storia, che si intrecciano tra loro. Hanno font ed impaginazione differente, quindi dovrebbero essere facilmente distinguibili. Con simmetria nella prima parte, questi punti di vista vengono intervallati dal testo della canzone ("Animal I have Become" dei Three Days Grace) in inglese, di cui metto la traduzione a fine storia per non rovinare l'impatto visivo. Le parole isolate hanno un loro significato particolare, che si capirà alla fine e sono anche il titolo della fanfic. Le traduzioni delle parole e frasi in Giapponese sono in fondo alla storia.




~Svegliati.
Voltati, Alzati, Guardami.



Voltati.


Seduto sotto il tronco di un ciliegio, osservava il monte degli Hokage.
I loro volti di pietra sembravano volerlo intimidire e convincere della stupidità della sua azione.
Non aveva potuto reprimere ciò che provava per Shino, ed anche Akamaru se n'era reso conto.


Correvano veloci attraverso la foresta. Il loro obiettivo? Raggiungere Naruto il prima possibile, ed evitare così che perdesse il controllo. Tutti e tre avevano percepito il suo chakra mutare e fondersi con quello della volpe e non avevano potuto fare niente di più che aumentare l'andatura per affiancarglisi rapidi e tentare di fermarlo.


I can't escape this hell,
so many times I've tried.


Nel momento in cui vide il suo compagno di squadra avvicinarsi, il suo cuore iniziò a battere con una velocità incredibile.
Non pensava sarebbe mai arrivato il momento in cui avrebbe provato simili emozioni per qualcuno.
Questo gli faceva paura, più dello sguardo ammonitore degli Hokage.
- Kiba. -
- Ciao Shino. -
Aveva tentato di mantenere la sua solita aria spensierata ed allegra.
- Perché mi cercavi? -
- Ho bisogno di parlarti. Siediti qui. -
Dicendolo, aveva battuto con la mano sull'erba fresca accanto alla sua gamba.
Nessun movimento da parte dell'altro. Comprese che sarebbe stato più difficile di quanto avesse previsto.
Con l'altra mano accarezzò dolcemente il pelo bianco del cane, prima di alzarsi e mormorare qualcosa.
- Vorrà dire che verrò io da te. -


Lo spettacolo che si presentò davanti ai loro occhi, li lasciò basiti. Ben sette code spuntavano dalla schiena del loro compagno, ma la cosa più sconcertante era la persona contro cui stava combattendo. Hinata lasciò fuoriuscire un singulto che assomigliava ad un grido strozzato. Davanti a Naruto, un altro Kiba, del tutto simile al ragazzo che era con loro.
- Kiba, chi è quello? -
Non rispose, non sapeva cosa dire. Chi era quella persona? Si voltò in direzione di Akamaru, chiedendogli se avesse idea di cosa stesse accadendo.
- Shino... -
Non riuscì a terminare la frase, poiché un kunai lo colpì di striscio sul braccio destro. Imprecò voltandosi in direzione del punto da cui era arrivata l'arma.
Ringhiò furioso, ma tentennò quando davanti a sé trovò Shino, un altro Shino, con un ghigno sadico stampato sul viso.
Inorridì.


But I'm still caged inside,
Somebody get me through this Nightmare,
I can't control myself.


Alzati.


- Shino... -
Ora si trovava di fronte a lui e riusciva a specchiarsi nelle lenti scure degli occhiali che indossava.
Non aveva mai visto i suoi occhi; come aveva potuto innamorarsi di una persona che pur conoscendo da anni, non conosceva realmente?
- ...potrei guardare i tuoi occhi? -
Si sentiva così stupido.
Abbassò lo sguardo, che si era fatto triste, e diede le spalle al ragazzo.
Non immaginava che questo potesse strattonargli una manica, voltandolo rapidamente, tanto da fargli perdere l'equilibrio.
Si ritrovò fra le braccia di Shino, incapace di allontanarsi come di stringerlo a sé.
Era sicuro di essere arrossito per l'imbarazzo.
Registrò solo superficialmente il movimento del braccio del compagno che correva al viso andando a rimuovere quella barriera che da sempre lo difendeva dal mondo esterno.
Non riuscì ad alzare subito lo sguardo, ma ad una leggera pressione di due dita sul suo mento fu costretto ad osservare l'altro.
 Rimase stupito immergendosi in due iridi color ardesia scuro.
Mai avrebbe pensato che i suoi occhi potessero essere così espressivi.
Rabbrividì, mentre la distanza tra le loro labbra si accorciava.
Poteva percepire il lieve respiro del ragazzo sulla pelle sensibile e non anelava ad altro che non fosse sentire la consistenza del corpo di Shino contro il suo.


Lo Shino contro cui doveva combattere non era reale. Cercava di convincersi di questo per riuscire a sconfiggerlo. Quello che gli stava accanto lo era. Poteva ancora percepire il suo calore, il chakra che conosceva così bene e che si era abituato a sentire vicino. Deglutì pesantemente, ma delle dita che cercavano le sue lo fecero voltare. Hinata era corsa ad aiutare Naruto; il suo compagno lo aveva preso per mano, infondendogli la giusta tranquillità che gli serviva per svolgere al meglio la missione. Come al solito, tra loro non c'era bisogno di parole. I gesti che Shino gli regalava erano più che sufficienti.


So what if you can see the darkest side of me?
No one will ever change this animal I've become.
Help me believe it's not the real me,
Somebody help me tame this animal.


Guardami.


Corpi che si intrecciavano in una danza primordiale.
Due animali che si rincorrevano con movimenti appaganti.
Adorava la sensazione di avere la pelle chiara di Shino a contatto con la sua.
I loro odori che si mischiavano creando una nuova essenza di vita.
Avrebbe voluto che non finisse più, avrebbe voluto sentire per sempre la presenza del suo corpo, che lento spingeva in lui liberandolo dal peso della solitudine.
Quel miscuglio di istinto e godimento, di amore e passione che li univa, era il motivo per cui continuavano a cercarsi.
E si incontravano sempre lì, sotto quel ciliegio che aveva visto il loro primo bacio.
Sotto lo sguardo ammonitore degli Hokage che gli ricordavano quanto fosse sbagliato il loro amore.
Ma non gli importava, perché in quei momenti erano sicuri che sarebbero stati insieme per sempre.


Le lacrime uscivano da sole ad ogni affondo che infliggeva allo Shino fasullo. Ben presto si era accorto che qualunque ferita riuscisse a lasciare su quel fantoccio, automaticamente la stessa appariva anche sul corpo dello Shino accanto a sé.
- Kiba, non pensare a me. Devi sconfiggere il nemico. -
- La fai facile...non pensi a quello che provo? - disse mentre spingeva la lama di un kunai nello stomaco dell'avversario.
Sentì un colpo di tosse alle proprie spalle, e non riuscì a fare a meno di pensare che stava uccidendo la persona che amava e che si era ripromesso di proteggere.
Era perfettamente conscio del fatto che un ninja non può lasciarsi trascinare dalle emozioni, ma lui era sempre stato in primo luogo un animale, istinto e rabbia.
Fu con questa consapevolezza che si lasciò andare, sfogando tutta la frustrazione della situazione e la sua paura su quella bambola voodoo, incurante di ciò che avrebbe causato all'altro. Era ovviamente impossibile riuscire a salvarlo, per questo una furia cieca lo fece accanire ancora maggiormente su Shino.
- E' colpa tua. Tua. Io ti amavo, ma non era abbastanza, vero? Cosa pretendevi da me? Io...avrei voluto salvarti, se avessi potuto l'avrei fatto! Non è colpa mia, non è colpa mia! -
Colpiva ripetutamente, incapace di fermarsi a riflettere su ciò che stava facendo, la mente annebbiata dal dolore.
Nel momento in cui uno shuriken si conficcò in un'iride ardesia, un urlo terrificante si levò dal suo compagno di squadra. La copia si accasciò a terra esanime.
Si voltò con una lentezza esasperante, ma quando incrociò la figura di Shino, non resistette alle lacrime che copiose premevano per liberarsi dalle sue palpebre.
Giaceva lì, sdraiato in una pozza di sangue, del suo stesso sangue. Ferite erano visibili su tutto il corpo, lacerato da quel combattimento. Ma la cosa che lo fece stare peggio, fu vedere il profondo squarcio che albergava nel punto in cui prima si trovava l'occhio del ragazzo.
Gli occhiali in frantumi giacevano vicino al suo viso ed una lacrima gli solcava la guancia.
- Fa...male. -
- Perdonami, Shino. -
Nella sua furia non si era nemmeno accorto di tutte le ferite che non riusciva a capire come si fosse procurato. Un rumore gli fece guardare oltre i pochi alberi che lo dividevano dall'altro scontro che si stava combattendo. Osservò Naruto liberare il Sigillo del Demone, facendo scorrere tutto il suo chakra all'interno del proprio corpo. Poi si accorse di un particolare che aveva dimenticato. La sua copia, quella che aveva visto appena arrivato, lo scrutava ghignando beffardo. Si rese conto solo in quel momento del fatto che probabilmente anche quella era una bambola voodoo; in quel modo si sarebbero potuti spiegare i tagli e le abrasioni che non ricordava di aver ricevuto.
La presa di coscienza di ciò che stava accadendo lo fece rabbrividire. Kyuubi, ormai libero, si stava dirigendo verso il Kiba fasullo, con l'intento di ucciderlo.
Sentì un lieve sussurro che lo fece voltare, attirando nuovamente la sua attenzione.
- Perdonami, Kiba. Non permetterò che tu muoia. Vivi per tutti noi. -
Mille insetti circondarono il corpo di Shino, prima di correre verso Hinata che, colto al volo il segnale, si gettò sul fantoccio, esattamente nello stesso istante in cui il colpo del Demone si scagliava sui due.


I can't escape myself,
How many times I've lied.
But there's still rage inside.
Somebody get me through this Nightmare,
I can't control myself.


Svegliati.


Mosse con lentezza una mano, senza riuscire a capire. Fino ad un istante prima si trovava nella macchina di Naruto, insieme a Shino ed Hinata. L'attimo dopo, tutto era diventato nero.
Poi, quell'incubo.
Non si azzardò ad aprire gli occhi, ma percepiva qualcosa di morbido sotto il corpo. Si trovava su un letto, ma non era il suo. Quello l'avrebbe riconosciuto.
La coperta era ruvida e la sua sensibilità tattile leggermente alterata. Inoltre, un pungente odore di disinfettante gli irritava le narici, facendole fremere.
Provò a muovere ancora la stessa mano, ma sentì una fitta al polso. Forse avrebbe dovuto guardarsi intorno per capire meglio la situazione, ma l'istinto gli diceva di non farlo.
Sentì un lieve uggiolare, ed il suo cuore accelerò di qualche battito.
Akamaru.
Fece forza sulle palpebre per riuscire a farle muovere, ma dei rumori concitati intorno a lui lo fecero fermare. Un lieve singulto arrivò alle sue orecchie e si domandò di chi potesse essere.
Poi quelle voci.
- Inuzuka-san, dovrebbe tornare a casa e cercare di riposare un poco, in previsione del risveglio di Kiba-kun. -
- No. -
Questa era la voce di sua madre, sembrava spenta e triste.
Una nuova voce, femminile, si intromise nella discussione.
- Sarutobi-san, che succede qui? -
- Tsunade-hime*[1], questo ragazzo è l'unico superstite dell'incidente che è avvenuto due settimane fa sull'Autostrada per Kyoto. Presenta gravi ustioni su buona parte del corpo, trentacinque fratture in varie ossa del corpo, trauma cranico con conseguente coma da cui sembra essersi svegliato solo adesso. Milza spappolata e polmone perforato. -
- Un momento. Si è svegliato, dici? -
- Si, oggi le sue funzioni vitali si sono smosse. Ha alzato ripetutamente il braccio destro, e sentendo l'uggiolio del suo cane ha aumentato il battito cardiaco. -
Era rimasto in ascolto fino a quel momento. Non poteva credere a ciò che quei due sconosciuti, probabilmente medici, avevano detto. Unico superstite di un incidente? Ricordava di essere in macchina con Shino, Hinata e Naruto. Un forte dolore al petto gli fece contrarre i muscoli facciali e percepì una goccia scivolare lungo la sua guancia.
- Kiba-kun, mi senti? Se sì, prova ad aprire gli occhi. -
Fece forza sulla sua disperazione e con lentezza schiuse le palpebre.
- Allora ci sei! -
La prima cosa che vide, furono due grandi occhi nocciola che lo fissavano. Poi riuscì ad inquadrarli sul volto di quella che doveva essere una donna abbastanza giovane.
Provò a parlare ma si accorse presto di avere la lingua bloccata da qualcosa. Un respiratore.
Una lieve ansia si impossessò di lui, lo fece agitare leggermente, ma un fastidio diffuso a tutto il corpo lo portò a desistere dai suoi tentativi.
Poteva percepire le stecche che tenevano fermi gli arti fratturati, come le garze che ricoprivano la maggior parte della sua pelle.
- Stai tranquillo. Hai bisogno dell'intubazione perché hai qualche problema a respirare da solo, ma sono sicura che in qualche giorno potremo levare tutto. Ora farò un piccolo controllo, non preoccuparti. -
Annuì flebilmente, per evitare di sentire dolore.
Rimase immobile mentre la donna gli puntava una luce negli occhi, ascoltava con lo stetoscopio i battiti del suo cuore e dava uno sguardo veloce alle ferite sotto le fasciature.
Fu quando la dottoressa se ne fu andata che ricordò la presenza della madre. La cercò nel suo ristretto campo visivo, andandosi a scontrare con una figura accucciata su una seggiola lì vicino. Quella non era la persona forte che aveva imparato a conoscere da quando era nato. Sembrava fragile, il volto scavato e provato, lacrime secche sulle guance.
Smosse la mano per attirare la sua attenzione.
Quando lei se ne accorse, si avvicinò e, senza dire una parola, strinse le sue dita iniziando a piangere sommessamente.


So what if you can see the darkest side of me?
No one will ever change this animal I've become.
Help me believe it's not the real me,
Somebody help me tame this animal I've become.
Help me believe it's not the real me,
Somebody help me tame this animal.


Seduto sul letto, nella sua casa di periferia, osservava una fotografia. Lo ritraeva insieme a Shino, qualche mese prima dell'incidente.
Da quel giorno non era più riuscito a salire su una macchina; ogni volta che ci provava un dolore al petto lo faceva fermare e declinare l'offerta.
Le cicatrici ancora evidenti sul suo corpo, somigliavano terribilmente a quelle che avevano sfigurato Shino nel suo incubo post-trauma.
Ancora adesso, ad un anno di distanza dall'accaduto, non poteva fare a meno di chiedersi il significato di quel sogno; come un tarlo che logora un mobile questi pensieri lo stavano sfibrando nel profondo, senza dargli tregua.
Scrutò l'immagine di loro due abbracciati, o meglio, ricordava di essere saltato addosso a Shino abbracciandolo e rischiando di far sbilanciare entrambi. I loro occhi erano fissi nell'obiettivo: i suoi gioiosi e spensierati, quelli della persona che amava profondi ed penetranti.
'Perdonami Kiba. Non permetterò che tu muoia. Vivi per tutti noi.'
Queste parole continuavano a vorticare nella sua mente. Cos'era successo veramente quella sera? Perché non riusciva a ricordare?
Il lieve bussare alla porta lo fece voltare. Con qualche difficoltà riuscì a tirarsi su e a dare il permesso a chiunque fosse per entrare.
Sull'uscio apparve sua sorella, che sorrise dolcemente.
- Kiba, hai bisogno di qualcosa? -
Un lieve cenno di diniego; a parte un cuore nuovo era sicuro di non necessitare di null'altro.
- Ah, c'è Neji al piano di sotto. Ha detto di prepararti perché dovete uscire il prima possibile. -
Sospirò pesantemente. Da quando era stato dimesso dall'Ospedale, Neji gli era stato molto vicino. Poteva solamente ringraziarlo per quello che faceva per lui.
Entrambi condividevano il dolore della perdita, anche se in modi diversi.
Si alzò con lentezza; fortunatamente si era già vestito, sicuro dell'arrivo dell'amico. Prese la cornice che aveva guardato fino a quel momento e si diresse verso il salone.
- Ohayou*[2], Neji-san. -
- Ohayou, Kiba-kun. Genki ka*[3]? -
- Hai*[4], hai. -
- Hayaku*[5], ikimashou*[6]. -
- Doko e*[7]? -
Non ricevette risposta. Neji si alzò e si diresse verso la porta, poi attese il suo arrivo e quando entrambi ebbero varcato la soglia di casa, richiuse l'uscio dietro di loro.


Somebody help me through this Nightmare,
I can't control myself.


Era lì, davanti alla sua tomba, senza sapere cosa fare. Passava lo sguardo da Neji alla lapide di marmo bianco, su cui era inciso il nome della persona che aveva amato con tutto se stesso.
- Perché mi hai portato qui? -
L'altro non rispose, semplicemente si avvicinò ad una grande tomba di famiglia che si trovava a qualche centinaio di metri. Era lì che riposava Hinata; era lì che anche Naruto era stato seppellito, non avendo una famiglia.
Tornò a portare la sua attenzione a Shino, che gli stava davanti. Sulla lapide c'era una sua fotografia, ma preferì parlargli attraverso quella che ancora teneva nella tasca.
La tirò fuori e l'osservò ancora una volta. Erano felici, si vedeva dalle loro espressioni rilassate.
- Cosa è successo quel giorno, Shino? Aiutami a comprendere perché da solo non ci riesco. -
Lacrime lasciarono inaspettate i suoi occhi, come ricordò ciò che era accaduto nell'incubo. Quelle parole, che sembravano sussurrate dal vento.
Voltati, Alzati, Guardami, Svegliati.
Svegliati.
Svegliati.


Somebody wake me from this Nightmare,
I can't escape this hell.


Sentì un tocco gentile che lo smosse.
- Solo altri cinque minuti. - mugugnò, ancora assonnato.
- Kiba, sbrigati. Dobbiamo andare da Kurenai-sensei*[8]. -
Aprì gli occhi di scatto, trovandosi nudo in un letto. Accanto a lui Shino, altrettanto nudo.
Arrossì leggermente, prima di parlare.
- Sei...vivo? Cosa è successo? -
Il ragazzo lo osservava con un'espressione tra lo stupito ed il preoccupato.
- Di cosa stai parlando, Kiba? -
- Tu non sei...insomma...l'incidente automobilistico, Naruto, Hinata... -
- Incidente automobilistico? Kiba, sei sicuro di stare bene? -
Si guardò il corpo, ogni cicatrice scomparsa dalla sua pelle, poi osservò Shino.
I suoi occhi penetranti lo scrutavano insistentemente.
Improvvisamente, fu proprio quest'ultimo a rompere il silenzio che si era creato.
- Hai fatto anche tu il sogno in cui combattevamo contro noi stessi? -
- Tu...come? -
- La Sensei dice che probabilmente nello scontro con il Demone dalle tre code siamo venuti in contatto con la sua nebbia. Questa contiene un potere particolare che mostra a chi vi si avvicina ciò di cui si ha più paura. Probabilmente per una questione di empatia sei entrato nel mio incubo personale, anche se io non sono riuscito ad entrare nel tuo. -
- Non ti ho mai sentito parlare così tanto. Ma se ciò che hai detto è vero, cosa ci facciamo nudi nel nostro letto? -
- La missione è terminata due settimane fa, e da allora hai avuto dei brevi momenti di coscienza in cui... -
- Non c'è bisogno che continui la frase. - disse sorridendo malizioso.
Lo baciò dolcemente sulle labbra prima di trascinarlo in una lotta di corpi in cui l'unica vincitrice sarebbe stata la passione che ormai li divorava da tempo.
Neanche i volti degli Hokage gli facevano più paura, poiché ora sapeva cosa voleva dire perdere la cosa più importante che avesse mai avuto e non lo avrebbe più permesso.
Al diavolo i dogmi ninja e tutto ciò che aveva imparato in Accademia e poi nelle missioni.
Era felice, poiché Shino lo aveva aiutato ad uscire dal suo incubo più grande.




Traduzione delle Parole e Frasi in Giapponese:
 
*[1]: hime=principessa, usato spesso da Jiraiya nei confronti di Tsunade.
*[2]: Ohayou=Buongiorno.
*[3]: Genki ka?=Stai bene?
*[4]: Hai=Sì.
*[5]: Hayaku=Sbrigati.
*[6]: ikimashou=andiamo.
*[7]: Doko e?=Dove?
*[8]: Sensei=Maestro/a.




Traduzione della Canzone:

L'Animale che sono diventato.

Non posso fuggire da questo inferno
Ho provato così tante volte
Ma sono ancora rinchiuso dentro
Qualcuno mi tiri fuori da quest'incubo
Non posso controllarmi

Che importa se tu vedrai il mio lato più oscuro?
Nessuno cambierà mai questo animale che sono diventato
Aiutami a credere che non sia il vero me

Non posso fuggire da me stesso
Ho mentito così tante volte
Ma c’è ancora furia dentro
Qualcuno mi tiri fuori da quest'incubo
Non posso controllarmi

Che importa se tu vedrai il mio lato più oscuro?
Nessuno cambierà mai questo animale che sono diventato
Aiutami a credere che non sia il vero me
Qualcuno mi aiuti a domare questo animale che sono diventato
Aiutami a credere che non sia il vero me
Qualcuno mi aiuti a domare questo animale

Qualcuno mi aiuti ad attraversare quest'incubo
Non posso controllarmi
Qualcuno mi svegli da quest'incubo
Non posso fuggire da questo inferno

   
 
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