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Autore: eliseCS    13/08/2017    1 recensioni
(Il titolo è provvisorio al 39,4%)
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A 15 anni Eltanin Narcissa Malfoy scatena un incendio nell’aula di Pozioni e si ritrova a dover frequentare una scuola completamente nuova per imparare a controllare quei poteri speciali che hanno causato lo scottante incidente.
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A 15 anni anche Ella inizia a frequentare una nuova e strana scuola e scopre di essere quella che viene chiamata Quintessenza.
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In sintesi:
un rancore covato per anni, un Potter (volete indovinare voi quale?), veri amici e vecchie conoscenze; ed Eltanin ed Ella capiranno che alla fine sono più simili di quanto pensassero.
Ah, e non dimentichiamo il salto temporale, ma siccome l’autrice vuole fare la misteriosa non vi dice dov’è collocato e dovrete capirlo da soli...
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Nell'introduzione è stato nominato un salto temporale di cui non verrà specificata la collocazione.
Leggere attentamente il capitolo :)
 

Capitolo 6


 
Ella camminava a passo spedito al fianco di Cristal mentre Zephyr volava placido sopra le loro teste.
Avevano stabilito la nuova Barriera la settimana prima e sembrava che tutto stesse andando bene.
La Preside aveva comunque suggerito che sarebbe stato opportuno se di tanto in tanto fossero riusciti a fare un giro lungo il perimetro – ovviamente mettendosi d’accordo anche con gli altri insegnanti -  giusto per controllare che tutto andasse bene e che effettivamente nessuno stesse cercando di localizzare Antiques visto che non aveva più ricevuto notizie dal Ministro della Magia.
 
E questo era quello che stavano facendo: come l’aveva chiamato Zephyr, un giro di ricognizione.
In realtà Ella era abbastanza sicura che nessuno di loro tre stesse prestando veramente attenzione a quello che li circondava, sembravano tutti abbastanza persi nei loro pensieri.
Forse un po’ si sentiva in colpa, ma d'altronde non era la prima volta che lo facevano in quei giorni e non avevano mai notato nulla di strano, a cosa serviva continuare?
 
Ovviamente aveva parlato troppo presto…
 
“Credo che stia succedendo qualcosa laggiù…” Zephyr interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Le due ragazze alzarono lo sguardo che fino a quel momento avevano tenuto pressochè puntato sulle punte delle loro scarpe.
Prima che avessero tempo di assimilare bene la notizia delle grida e il rumore di uno scontro giunsero fino a loro.
Zephyr partì in quarta precedendole, mentre Ella si limitò a correre normalmente per non lasciare indietro Cristal.
Arrivarono ad uno spiazzo libero dagli alberi, la Barriera lo attraversava esattamente a metà.
Le due ragazze si fermarono ad osservare la scena mentre riprendevano fiato dopo la corsa.
 
Dall’altra parte della barriera c’erano due ragazzi, avrebbero potuto avere la loro età.
Il primo era inginocchiato affianco all’altro, una bacchetta in mano: aveva i capelli castani e lisci e per il momento era tutto quello che potevano vedere visto che era voltato di spalle.
Il secondo invece era seduto a terra, i capelli sempre lisci ma più scuri gli ricadevano in ciuffi spettinati sulla fronte mentre il suo visto era contratto in un’espressione di dolore.
In effetti aveva il respiro accelerato e superficiale di chi sta soffrendo e cerca di trattenersi dall’urlare a pieni polmoni, e il fatto che con entrambe le mani si stesse tenendo la gamba sinistra faceva ben intuire dove fosse situato il problema.
 
“Portami in ospedale, subito!” lo sentirono sibilare nonostante la sua evidente difficoltà nel parlare.
“Non essere stupido James, non posso smaterializzarti, peggiorerei solo la situazione” ribattè l’altro.
“Ben…”
“Troveremo qualcuno che ci aiuti”
“Siamo nel bel mezzo del nulla! Smaterializzati e portami un Medimago… tanto io non vado da nessuna parte
“Ecco, visto, ti stai comportando da stupido. Non ti lascio qui con il pericolo che quello torni indietro”
 
I tre ragazzi ascoltarono con attenzione: c’era una altra persona oltre a quei due?
Non poteva essere una coincidenza.
“Non possiamo lasciarli lì” cominciò Cristal. “E poi guarda quello per terra, la sua gamba sembra ridotta davvero male”
“Ma non eri fidanzata tu?”
“Taci Zeph…
“Non possiamo farli entrare se prima non giurano”
 
“Zephyr… devi letteralmente volare all’Accademia e spiegare alla Dheòra come stanno le cose. Subito” ordinò Ella.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e in una frazione di secondo era sparito.
“E noi intanto che facciamo?” domandò a quel punto Cristal.
“Beh, aspet…”
Ella non riuscì a completare la risposta che un urlo squarciò l’aria: “Fai qualcosa, porco Salazar!”
A urlare era stato ovviamente il ragazzo infortunato.
 
Ora, tralasciando la singolarità dell’imprecazione, era evidente che non avesse gridato tanto per fare.
Come aveva detto Cristal la gamba era messa davvero male – era un pezzo di osso quello che aveva tagliato i pantaloni? – ed Ella non voleva neanche pensare a quanto stesse soffrendo in quel momento.
Il fatto che avesse il viso rigato di lacrime poteva essere un buon indicatore.
 
Poi però accadde una cosa.
 
Ben sembrava ancora impegnato a guardarsi intorno concentrato, quasi sperasse che qualcuno potesse saltare fuori dal nulla per aiutarli – cosa alla fine dei conti non troppo inverosimile viste le circostanze.
Spostò quindi la sua attenzione sull’altro: mentre lei lo guardava il ragazzo alzò a sua volta lo sguardo.
Le iridi scure della strega incontrarono quelle più chiare, di un caldo color nocciola, dell’altro.
Ed Ella lo sapeva che di mezzo c’era la Barriera e che James non avrebbe neanche potuto sospettare della sua presenza, ma in quel momento le era sembrato che il ragazzo avesse ricambiato lo sguardo.
Si irrigidì.
Ben si mosse rischiando di inciampare in una radice sporgente dal terreno ed Ella cambiò nuovamente soggetto mentre scuoteva la testa.
 
“Tutto bene?” chiese la strega dell’Acqua avendo notato il cambiamento dell’amica.
L’altra rispose con una scrollata di spalle.
“Non sono sicura che dovremo farli entrare” aggiunse a bassa voce.
“Cosa? Perché?” la voce di Cristal suonò, a ragione, incredula.
Ella non rispose, aveva una brutta sensazione al riguardo: quella faccenda non sarebbe andata a finire bene.
“Ella senti…”
“La Dheòra ha dato il permesso” Zephyr la interruppe prima che potesse finire.
Entrambe lo guardarono ammirate: era andato e tornato davvero in fretta.
“Ha detto di guarire come possibile quello a terra e poi di portarli dentro tutti e due. In questo momento sta contattando il Ministro Shacklebolt: verrà qui, così anche lui sentirà direttamente cos’è successo”
Ella strinse i pugni.
 
“Bene allora…” prima che riuscisse a fermarla Cristal aveva oltrepassato la Barriera diventando finalmente visibile ai due ragazzi dall’altra parte.
Le facce che i due fecero furono esilaranti.
Per un istante persino in James la sorpresa prese il posto del dolore. Ma solo per un istante.
“Ci era sembrato di sentire qualcuno che chiedeva aiuto…” aveva intanto proseguito la ragazza.
Ben si era imbambolato al punto da non alzare neanche la bacchetta.
Ci?” domandò soltanto, realizzando che quella ragazza apparsa dal nulla aveva parlato al plurale.
Zephyr scelse quel momento per fare la sua entrata.
“Salve!” salutò, appena meno allegro del solito riconoscendo che forse quello non era il momento migliore per fare battute.
Impallidì vistosamente nel momento in cui il suo sguardo si posò sulla gamba del ragazzo a terra: un medico l’avrebbe chiamata frattura esposta pluriscomposta, lui molto più semplicemente meglio che la smetta di guardare se non voglio svenire.
“Cri, non puoi fare qualcosa?” la supplicò quasi.
La ragazza si chinò vicino a James storcendo le labbra: “Temo che questo sia troppo anche per Liam, Zeph…” commentò.
 
Acqua e Terra sono i due Elementi più portati alla Guarigione, ma Cristal dubitava che per com’era la situazione persino Liam, che era più esperto di lei, potesse riuscire a fare qualcosa.
Probabilmente in quel caso ci sarebbe voluto l’intervento combinato della professoressa Alice e della professoressa Laureen.
Oppure…
 
“Ella, finalmente!” all’esclamazione di Zephyr lei e i ragazzi alzarono la testa a osservare l’ultima arrivata.
Se i due erano sorpresi dalla sua entrata non lo diedero a vedere.
 
 “Ehm, Ella? Cosa stai…?”
La domanda di Zephyr si perse nel vuoto.
A passo deciso Ella aveva raggiunto James inginocchiandosi accanto a lui e non senza una leggera smorfia aveva avvicinato quanto più possibile la sua mano alla ferita.
Capitava che giovani stregoni dell’Aria cadessero e si rompessero qualcosa durante le prime esercitazioni di volo e non era quindi la prima volta che guariva qualche osso; doveva ammettere che però una frattura così brutta non l’aveva mai vista: nei casi più gravi, molto pochi per fortuna, aveva sempre portato lo sfortunato studente in Infermeria preferendo non rischiare.
 
Si udirono un paio di schiocchi poco rassicuranti che strapparono al ragazzo altrettanti gemiti di dolore, ma quando alla fine la ragazza tolse la mano la ferita era scomparsa.
Nel punto la pelle era appena arrossata intorno a una sottile cicatrice che aveva buone probabilità di non lasciare segno una volta guarita.
Una volta constatato che la guarigione fosse completamente riuscita Ella si rialzò di scatto.
“Andiamo, forza” li esortò soltanto, girando sui tacchi e cominciando ad incamminarsi finchè non fu inghiottita dalla Barriera.
Zephyr diede una mano a Ben a tirare su James, dopodichè il gruppo si affrettò a seguire la ragazza.
 
 
 
 
L’incontro con il Primo Ministro era finalmente terminato e i ragazzi furono lasciati liberi di andare.
Eccetto ovviamente James e Ben che invece furono trattenuti per il Giuramento.
Sotto i loro sguardi attoniti gli era stato sommariamente spiegato cos’era quel posto e come funzionavano le cose.
A loro bastava ricordare che non avrebbero mai potuto parlarne con nessuno.
 
I due ragazzi, entrambi al secondo anno di specializzazione dell’Accademia per Auror, stavano ritornando alla sede principale per fare rapporto sul giro di ronda che avevano appena terminato quando si erano imbattuti in un individuo mascherato che era sbucato fuori praticamente dal nulla, travolgendoli, e che stava clamorosamente scappando dal Ministero.
Erano autorizzati a notificare cose del genere e procedere con l’inseguimento dall’ultimo anno dell’accademia di base.
Avevano appena fatto in tempo ad attaccarsi al mantello dell’individuo quando quello si era smaterializzato portandoseli appresso.
All’arrivo si era ingaggiata una breve lotta, James era stato sbalzato di diversi metri da un incantesimo che non aveva visto arrivare visto che era stato colpito subito dopo l’atterraggio e cadendo male si era rotto la gamba.
Approfittando del momento di distrazione l’uomo di era smaterializzato di nuovo lasciandoli soli.
Una fortuna che Zephyr, Cristal ed Ella fossero lì vicino.
Ora tutto quello che dovevano fare era dimenticarsi dell’intera faccenda: era già stata decisa anche la versione che avrebbero dato al loro responsabile.
 
James però non accettò di andare via subito, prima doveva fare una cosa…
Seguendo le indicazioni raccolte durante il tragitto da studenti che lo guardavano incuriositi raggiunse il cortile della scuola nel momento in cui Ella stava salutando i suoi amici, ai quali si erano aggiunti altri due ragazzi, per poi andare via.
Osservandola da lontano poteva vedere quanto fosse diversa da come si era mostrata nella radura poco prima: adesso sembrava completamente rilassata e a suo agio.
 
“Aspetta!” la raggiunse che aveva già superato i cancelli.
La vide irrigidirsi mentre si fermava.
Cosa le aveva fatto?
“Io… volevo ringraziarti. Per prima, sai…” cominciò incerto, un po’ intimorito dall’atteggiamento distaccato della ragazza.
Quella sembrò presa alla sprovvista dall’inaspettato ringraziamento.
“Oh, beh, prego” rispose lei vagamente impacciata pur senza abbassare del tutto la guardia.
“Ecco, sono James Sirius Potter” si presentò alla fine, tutto pur di continuare a parlarle.
“Ma solo James va più che bene” terminò porgendole la mano.
La ragazza alzò un sopracciglio – o erano tutti e due? Perché non riusciva a mettere bene a fuoco il suo viso? Che stesse iniziando ad avere problemi di vista come suo padre? – guardandolo con sospetto.
“Ella” disse alla fine, e il ragazzo si rassegnò ad abbassare la mano consapevole che lei non l’avrebbe stretta.
“Solo Ella?” domandò invece senza riuscire a fermarsi prima.
Le labbra di lei si piegarono in una leggera smorfia prima che ribattesse: “Solo James va bene ma solo Ella no?” lo sfidò.
E aveva ragione, era stato un idiota.
Forse era il caso che la smettesse di rendersi ridicolo, non ci voleva un genio per capire che con quella ragazza non aveva speranze: era decisamente al di fuori della sua portata.
Soprattutto dopo che gli avevano spiegato, seppur molto brevemente, chi era e cos’era in grado di fare.
Per Merlino! Gli aveva aggiustato la gamba in dieci secondi netti!
 
“Ok, allora… grazie ancora per prima, per la gamba…” ribadì con l’intento di congedarsi.
“Spero davvero che non si ripeta più, ci vediamo” salutò poi cominciando ad allontanarsi per tornare indietro.
“No, non succederà” la voce dura della ragazza gli arrivò da dietro lasciandolo ad interrogarsi se stesse facendo riferimento alla guarigione o al rivedersi.
Poteva comunque mentire a se stesso quanto voleva, ma quella ragazza lo aveva stregato.
 
 
 
§
 
 
 
Eltanin ricontrollò un’ultima volta di aver messo in borsa tutto il necessario.
Era alla fine arrivato il giorno dell’anniversario dei suoi e lei aveva già pranzato ed era pronta ad andare.
Erano stati giorni un po’ pesanti: l’avvicinarsi della fine delle lezioni cominciava a farsi sentire da tutti, studenti e professori, e forse non sarebbe stato poi così male staccare anche solo per un giorno.
Per non parlare poi di tutte le voci e i pettegolezzi che erano girati per il fatto che due maghi portatori di bacchetta erano stati fatti entrare ad Antiques.
La Preside ancora si ostinava a non voler far sapere agli studenti quello che stava succedendo, ma probabilmente era solo questione di tempo prima che l’intero paese riuscisse a venire a sapere di cosa si trattava.
Se poi pensava che Potter - proprio lui tra tutti doveva capitare? - avrebbe potuto riconoscerla per sbaglio… no, non doveva pensarci.
 
Aveva già avvertito i suoi amici del fatto che si sarebbe assentata da Antiques per motivi familiari, adesso non le restava che decidersi ad attivare la passaporta che era appoggiata sulla sua scrivania e farsi portare a casa.
 
 
 
Il Manor era nel pieno dei preparativi, come se tutte le cose importanti e i dettagli da sistemare fossero saltati fuori all’ultimo secondo con grande disappunto dell’organizzatrice: sua madre.
Come sempre era stata accolta in modo molto caloroso al suo arrivo, specialmente da Scorpius che, parole sue, sarebbe uscito di testa a stare a sentire per un altro secondo la madre che si lamentava della sfumatura sbagliata dei fiori da mettere in sala da pranzo.
La trascinò in giardino dove invece si sarebbe tenuta la festa dedicata ai ragazzi.
Lì trovò ad accoglierla una Rose Weasley su di giri e un Albus Potter molto più annoiato.
 
Dopo discussioni e litigi le famiglie Weasley e Malfoy sembravano finalmente aver accettato - cioè si erano rassegnate - che Rose e Scorpius si fossero messi insieme.
Eltanin sapeva, dalle lettere che le spediva il fratello, che la storia andava avanti già dalla fine del loro sesto anno a Hogwarts, ma i due l’avevano resa ufficiale solo alla fine della scuola.
Il fatto che stesse andando avanti da allora faceva ben sperare per il futuro.
 
Albus invece era sempre il solito migliore amico - nonché quello che aveva minacciato il giovane Malfoy di spezzargli le gambe se avesse osato ferire la cugina - ed Eltanin era stata contenta che le sue paturnie mentali riguardo l’essere la causa di una possibile lite tra i due non si fossero avverate.
Vederli lì, tutti e tre insieme nonostante la scuola fosse finita da un pezzo e avessero preso tre strade diverse le faceva venire voglia di sorridere.
Voglia che scemò rapidamente nel momento in cui la misero al corrente delle idee che Rose aveva avuto per tenere allegra la serata.
Voglia che le passò del tutto quando Albus le annunciò che quella sera ci sarebbe stato anche suo fratello James.
Adesso voleva solo rompere qualcosa.
 
 
 
 
Tutto sommato la serata stava procedendo bene.
Per loro non era prevista una vera e propria cena come per i grandi, ma un fornitissimo buffet disposto su grandi tavolate montate in giardino.
Su una pedana uno degli ultimi gruppi del momento era stato invitato - ovvero pagato profumatamente - per suonare e i ragazzi potevano ballare sulla pista che c’era subito davanti.
Per il momento tutti sembravano divertirsi.
 
Nonostante il vestito – ok, poteva ammetterlo, non era poi così male come aveva inizialmente temuto, aveva solo dovuto cambiarci il colore anche se sua madre non era stata molto d’accordo – Eltanin riusciva a muoversi a suo agio tra la folla che consisteva in figli di vecchi amici di famiglia, quasi tutto il clan Potter-Weasley (ebbene sì, anche loro erano stati invitati e per di più avevano risposto all’invito), e vecchi – molto vecchi – compagni di Hogwarts.
Il fatto di indossare una maschera che le copriva buona parte della faccia contribuiva di certo: nessuno avrebbe saputo dire chi fosse eccetto suo fratello, Albus e Rose.
 
“Stai ancora scappando?” l’arrivo di Scorpius alle sue spalle la fece trasalire.
Per il nervosismo si mise a giocherellare con la finta bacchetta che teneva riposta in una tasca abilmente nascosta nelle pieghe della gonna.
“Non so di cosa tu stia parlando” replicò lei con indifferenza allungando appena il collo per guardarsi attorno circospetta.
Scorpius rise.
Lo sapevano benissimo tutti e due che era dall’inizio della festa che la ragazza cercava di evitare in tutti i modi qualsiasi situazione che avrebbe potuto rischiare di farle incontrare James Sirius Potter.
 
“Andiamo Eltanin, sono sette anni che non vi vedete…”
“Quindi sono sicura che un giorno in più non farà alcuna differenza”
“Ma smettila! Pensa che prima mi ha chiesto chi fosse la ragazza affascinante con cui mi fermo spesso a parlare, e si stava riferendo a te!”
“No” disse secca lei pur sapendo che la sua affermazione non aveva nemmeno senso.
Ma ne aveva per lei: non avrebbe parlato con Potter, chiuso il discorso.
“Dai, guarda, sta pure venendo da questa parte” le parole del fratello le giunsero come un eco lontano.
Girò appena la testa per verificare che sì, effettivamente Potter stava proprio puntando verso di lei, il completo scuro che lo vestiva in modo impeccabile e una semplice maschera nera sul viso che di certo non serviva molto a nascondere la sua identità.
 
Non perse tempo: girò sui tacchi e si immerse di nuovo nella folla di persone che stavano occupando la pista da ballo.
A quanto pareva però James doveva essere davvero intenzionato a parlarle perché a nulla sembrarono valere i suoi tentativi di confonderlo e seminarlo.
 
E proprio quando pensava di essere finalmente fuori pericolo, accadde quello che Eltanin aveva cercato con tutta se stessa di evitare per tutta la serata.
 
 
James la raggiunse.













Sono tornata (e credo di essere riuscita a rispettare la promessa di pubblicare entro un mese dall'ultima volta).
Finalmente quaclun'altro dei personaggi "classici" ha fatto la sua comparsa... con la buona possibilità che non se ne vada più via tra l'altro XD
Ora, volevo spendere due paroline sul disclaimer del salto temporale che è apparso fino ad ora all'inizio di ogni capitolo...
Avete notato la descrizione di cosa fa attualmente il nostro caro James? (Fate conto che per me l'Accademia per diventare Auror sono 3 anni + 2 di "specializzazione").
Ecco, avete fatto i vostri conti? Molto bene.
Quindi non c'è bisogno di esplicitare dove stia questo salto perchè ormai lo avete capito vero? (Vero?)
E adesso fatevi avanti con le supposizioni!
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sabato prossimo ho l'esame di inglese e poi torno in Italia per due settimane di vacanza, quindi di sicuro non riuscirò ad aggiornare in tempi brevi.
Altra cosa: sono davvero spiacente, ma apparentemente sembra che la mia ispirazione per questa storia sia andata a farsi un giro... anche per questo motivo cercherò di lasciare più tempo tra un capitolo e l'altro almeno finchè non mi verrà qualche idea buona per andare avanti.
Mi scuso per questo ma non voglio affrettarmi troppo con i capitoli che sono già quasi pronti perchè potrei avere la necessità di fare modifiche, e non mi piace cambiare quando il capitolo è già stato pubblicato.
Credo di aver detto tutto, alla prossima!
E.

 
   
 
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