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Autore: Miss Simple    15/08/2017    1 recensioni
Avrebbe perso le ali.
Avrebbe vissuto una vita da umano.
Avrebbe lottato per ciò che gli era più caro.
Avrebbe ricordato in un modo o nell'altro?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lay, Lay, Suho, Suho
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Fallen for love 8.

Le dita picchettavano con rapidità, le parole venivano digitate senza sosta come se in realtà fossero sempre state lì, pronte ad essere rivelate al mondo. L’estensione dell’opera sembrava non avere nessun intoppo.
Joonmyeon picchiettava in quei tasti inconsapevolmente con un sorriso sulle labbra, era ormai da tempo che non succedeva questo.
Il fansign aveva sbloccato quel blocco dello scrittore che Joonmyeon si portava da tempo, come se quella presenza che gli aveva permesso di scrivere durante gli anni si era ripresentata, ma adesso era più forte.
Più vera.
Oltre a Joonmyeon, ovviamente qualcun altro era felice che il lavoro stava andando bene. Ryeowook nonostante fosse impegnato a Seoul non mancava mai di accettarsi che il suo autore perdesse quell’ispirazione. Il tempo stava per volgere al termine, Settembre sarebbe stato alle porte nel minor tempo possibile, non potevano permettersi di rischiare adesso.
Quindi qualsiasi cosa fosse successa a Joonmyeon, Ryeowook non mancava di dirgli di alimentare questa ispirazione in un modo o nell’altro.
Il ricordo di quelle chiamate o messaggi pieni di ansia da parte del suo editore divertivano lo scrittore, a volte lo prendeva in giro facendogli credere che non riusciva più a scrivere, di nuovo, oppure che aveva perso tutto il suo lavoro per colpa di un virus nel suo PC.
“Kim Joonmyeon non è divertente. Jeju ti sta facendo male, non eri così prima. Che fine ha fatto il mio autore calmo e pacato? Non mi piace questo.” si lamentò imbronciandosi durante una telefonata.
Jeju lo ha cambiato?
No, non la pensava in quel modo. Era certo che era qualcos’altro.
Mentre scriveva lo sguardo si spostò sull’orologio che aveva al polso, le lancette puntavano le 21:30. Aveva scritto per tutto il pomeriggio, senza una sosta, non rendendosi conto che il sole aveva lasciato l’orizzonte dando spazio alla luna che splendeva su’ nel cielo stellato.
Realizzando l’ora incredibilmente sentì la stanchezza. Si alzò stirando un po’ i muscoli della schiena per scaricare un po’ la tensione che aveva accumulato rimanendo seduto per quelle ore. Si avvicinò al balcone della sua camera d’albergo e ammirò il panorama.
Era tutto così calmo e sereno, Joonmyeon chiuse gli occhi tirando un lungo respiro di quell’aria di mare e la prima immagine che si presentò nella sua mente era quella di Yixing.
Quel viso puro, quelle labbra che si tiravano in uno dei sorrisi più celestiali che avesse mai visto dando vita a quella adorabile fossetta.
Adorava quelle sensazioni che gli dava quel sorriso soprattutto quando era rivolto a lui o causato da lui. I due avevano passato del tempo insieme dopo l’inaspettato incontro di qualche settimana prima, Yixing sembrava essere molto più a suo agio in presenza dello scrittore e Joonmyeon ne fu felice. Perché questo per lui voleva dire tanto, aveva capito che il biondo non era una persona facile da scoprire, forse tutto questo era causa dell’incidente.
Avrebbe tanto voluto conoscerlo prima.
I suoi pensieri vennero interrotti da un brontolio del suo stomaco, era da un po’ che non metteva del cibo nello stomaco. Così decise di andare a prendere qualcosa in qualche street food.
Le bancherelle erano stracolme di turisti affamati, Joonmyeon sospirò a tale vista, non voleva di certo fare una fila infinita solo per mangiar qualcosa, ma del cibo da strada era ciò che voleva.
Quando fu il suo turno, ordinò il suo cibo da portare via, ma quando si voltò, all’improvvisto la folla cominciò a calcassi, qualcuno si scontrò contro il suo torace facendo in modo che del sugo del suo cibo traboccasse bruciando leggermente il petto, e la maglia era ormai macchiata. Joonmyeon si ritrovò a ringhiare a causa di quel pasticcio.
“Mi dispiace”  
Quella delicata voce richiamò l’attenzione dello scrittore lasciandosi alle spalle qualsiasi fastidio stesse provando per tutta quella sensazione.
Quella voce l’avrebbe riconosciuta tra tanti. Il ragazzo teneva il capo piegato in segno di scuse, con coraggio Joonmyeon afferrò delicatamente il volto del ragazzo e lo issò.
Eccolo lì in tutta la sua bellezza ultraterrena.
“J-Joonmyeon!”
“Ciao anche a te” sorrise.
Per un attimo il ragazzo rimase stordito, di certo non poteva immaginare che l’uomo che aveva urtato fosse proprio l’uomo che ormai invadeva giornalmente i suoi pensieri e talvolta le sue giornate.
Si beò di quel calore che le delicate mani stavo emanando sul suo volto.
Una macchia all’altezza del petto attirò la sua attenzione distogliendo lo sguardo dallo scrittore. Una smorfia di disappunto si dipinse sul suo volto.
“Mi dispiace…Non volevo, ti sei macchiato. Oddio ma era anche caldo? Ti sei bruciato?”
Le parole uscirono con tanta fretta e preoccupazione.
“Yixing, non preoccuparti non è nulla. Beh si ha bruciato un po’ ma non lo fa più” disse le ultime parole di fretta quando vide lo sguardo di preoccupazione sul quel volto del cinese.
“Sicuro?”
“Si, sicuro. Senti facciamo che per non sentirti in colpa, ceni con me. Facciamo il tuo ordine e ceniamo insieme!”
E così, dopo aver fatto l’ordine, Joonmyeon fece incartare il tutto da portare via, insieme si incamminarono.
“Joon, dove stiamo andando?” domandò quando vide che lo scrittore oltrepasso ben due panchine vuote.
“Dato che sei qui…e con me. Voglio portarti in un posto che avevo voglia di farti vedere.”
Erano vicino al resort dove Joonmyeon alloggiava, e proprio li vicino c’era un posto dove avrebbe tanto voluto portare Yixing. Gli era venuto in mente proprio quella sera quando osservava il panorama dalla sua stanza.
Yixing si fermò sui suoi passi quando arrivarono, osservava lo scenario con meraviglia. Aveva tanto desiderato essere lì, ma non aveva avuto tempo, o forse voglia, o forse non voleva andarci da solo.
“Togli le scarpe e le calze” disse lo scrittore mentre si piegò a togliere le sue.
In un attimo, una soffice e fresca superficie venne a contatto con il loro piedi, ogni piccolo granello si era insinuato tra le dita.
A Yixing piaceva quella sensazione, e ancor più gli piaceva la calma circostante. Lì in quella spiaggia non c’era nessuno a parte loro. L’unico suono che si sentiva era quello delle onde che si infrangevano dolcemente sulla riva.
I due non dissero nulla, mangiarono la loro cena apprezzando quello che la natura gli stava regalando in quel momento.
Quando ebbero finito, il più piccolo dei due alzò lo sguardo verso il cielo guardando le stelle che illuminavano quella grande distesa di cielo. Ne era del tutto attratto.
Gli occhi di Joonmyeon, invece, erano attratti sulla figura che gli sedeva accanto, pensava che quella visione valeva molto di più di qualsiasi cosa. Studiava attentamente il profilo del più piccolo, ogni espressione che quel meraviglioso volto dipingeva.
In quel momento il volto del più piccolo si corrugò, imbronciando impercettibilmente il labbro.
“Qualcosa non va?” domandò lo scrittore.
“Eh?” il biondo distolse lo sguardo da cielo puntandolo sul volto dello scrittore.
“Non so…hai cambiato espressione tutto ad un tratto. Qualcosa ti preoccupa?”
Per qualche secondo Yixing non proferì parola, continuò a guardare il volto di Joonmyeon, lasciando andare un sospiro.
“Non è nulla.”
“Non ti credo.”
“Non so spiegarti, Joon.”
E Joonmyeon amava quando il più piccolo lo chiamava in quel modo. Era successo qualche giorno fa e aveva sorpreso i due ma lo scrittore incitò il più piccolo di chiamarlo “Joon”.
Si sentiva più intimo, più confortevole.
“Prova. Sono qui per ascoltarti, non ho intenzione di giudicarti. Voglio solo sentire i tuoi pensieri e se posso aiutarti a risolvere qualsiasi cosa che ti disturba, voglio farlo.”
“Io…” iniziò, mordendosi leggermente il labbro cercando la forza di esprimere quello che provava “Io adoro guardare il cielo.” Disse guardando la reazione dello scrittore, con la paura di ricevere qualche espressione di divertimento.
Ma no, il più grande lo guardava come se fosse davvero interessato a quello che aveva da dire.
“Beh, si mi piace il cielo soprattutto di giorno quando si specchia nell’oceano sembra due volte più grande. Ma lo guardo con una sensazione strana che mi crea un vuoto nel cuore.”
“Tristezza? Malinconia? Nostalgia?”
“S-si”
Era davvero sorpreso di come Joonmyeon trovasse sempre le parole adatte ad ogni cosa. Forse era una caratteristica degli scrittori avere sempre le parole giuste a portata di mano ma a Yixing sembrava qualcosa in più. Credeva che lo scrittore lo riuscisse a capire, come se lo conoscesse da molto tempo.
E per quanto potrebbe spaventare, Yixing imparò, in quel poco tempo, invece che era confortevole.
“Mi tranquillizza, mi conforta ma poi…” si blocca per un attimo “Ti capita mai che ti manca qualcosa?” domandò ma senza aspettarsi nessuna risposta del più grande e continuò “È come se mi mancasse qualcosa. Ho la sensazione che il cielo sappia cos’è. E cerco delle risposte da esso. Ma so che non arriveranno mai…” sospirò beffandosi di sé stesso “È da stupidi.”
“No, non lo è. Hai passato tante di quelle cose, Yixing, negli ultimi mesi quindi è normale che cerchi risposte alle sensazioni che provi. Magari ti manca casa…la Cina.”
“Casa?” domandò riportando lo sguardo verso il cielo notturno. “Non credo che sia questo…voglio dire non ricordo nulla della Cina. Non ho nessun ricordo”
“Mi dispiace” lo scrittore si ritrovò a scusarsi non sapendo bene di che cosa. Ma vedere Yixing così combattuto, tormentato e confuso non gli piaceva.
“Non esserlo non è colpa tua se non ricordo nulla.” Disse regalandogli uno dei suoi sorrisi che tanto amava lo scrittore “E sinceramente, Joonmyeon io vorrei dirti grazie.”
“Eh? Ma non ho fatto nulla.” Disse confuso.
“Invece lo fai…Sai quando ti dissi che la tua presenza non aiuta?” domandò.
Joonmyeon non diede voce alla sua risposta perché aveva paura che qualcosa sarebbe andato storto da li a poco. Aveva paura che Yixing provasse ancora quel fastidio in sua presenza che in quei giorni solo lui aveva cominciato a provare sensazioni piacevoli in presenza del più piccolo.
“Beh, ad essere sincero lo fa ancora ma…” si affrettò ad aggiungere “è diverso. Quando provo queste sensazioni di tristezza, nostalgia…basta solo guardarti e tutto cambia. Come in questo momento…ed è strano.”
Quelle parole colpirono a fondo il cuore e lo stomaco di Joonmyeon. Non riusciva a capire esattamente cosa il più piccolo volesse dire. Qualsiasi passo falso avrebbe potuto rovinare quello che si era creato con fatica in quei giorni.
Ma Joonmyeon, aveva da tempo realizzato qualcosa.
Che tutte le sensazioni che provava in presenza dell’altro non erano altro che sentimenti per quella meravigliosa creatura.
“Yixing non ti muovere, voglio provare una cosa” disse inghiottendo il groppo che si era formato in gola.
Così, lo scrittore si avvicinò lentamente al volto del cinese. Il cuore tremava, la paura era tanta, ma per qualsiasi spiegazione se ne sarebbe preoccupato più tardi.
Le sue morbide mani avvolsero delicatamente il volto di Yixing e in un frangente le sue sottili labbra toccarono quelle carnose del ragazzo lasciando sentire la leggera pressione sulle sue labbra. Non osò chiedere l’accesso per approfondire il bacio, sapeva che quello per adesso era già tanto.
Yixing rimase lì immobile per tutto il tempo, incredulo di quello che stava succedendo. Gli occhi erano rimasti aperti testimoniando che tutto quello che stava accadendo era reale e non era un sogno.
Tremanti le mani si appoggiarono sulle spalle dello scrittore spingendolo lontano da quel contatto.
“Y-Yixing”
“N-no, no” disse il cinese portando una mano tremante sulle sue labbra calde “Non possiamo. Joonmyeon sei un uomo e i..” non sapeva cosa dire.
Tutto era confuso, non voleva questo. Lui non sapeva cosa provava per lo scrittore, quello che aveva detto in precedenza erano parole di gratitudine, non pensava di certo di innescare qualcosa del genere.
“Mi dispiace Yixing” mormorò pauroso quando percepì l’ansia e lo sgomento nelle parole e nelle azioni del più piccolo.
“ D-devo andare” si affretto a dire alzandosi, afferrando la sua roba e correndo via.
“No Yixing lasciami spieg..”
Tutto stava succedendo così in fretta, lo aveva baciato e adesso lo stava perdendo senza aver avuto l’opportunità di spiegare sé stesso.
Yixing corse ma non ebbe tempo di uscire dalla spiaggia quando Joonmyeon lo vide fermarsi ad un tratto.
Anche se in lontananza poteva percepire che qualcosa non andava con Yixing, notò che in una mossa repentina il ragazzo portò le mani alla testa e si piegò su sé stesso cadendo sulle sue ginocchia.
Joonmyeon in preda al panico si affretto a raggiungerlo, inginocchiandosi vicino a lui. Yixing era in preda al dolore, si agitava e gridava dalla disperazione.
“Y-Yixing?
“J-Joon” piangeva. Il suo volto era pieno di lacrime e doloro “p-per f-fa-favore. Fallo sme-smette…Fallo smettere!”
“Shh sono qui. Sono qui.” Disse il più grande cullando il corpo del ragazzo.
Non sapeva cosa stesse succedendo, ma quello che sapeva era che doveva portarlo in ospedale quando vide del sangue uscire dal naso e il cinese perdere i sensi.
La corsa in ospedale sembrava infinita, la paura che fosse successo qualcosa di grave gli procurava sensazioni di nausea.
Il dottor Wu, prese in consegna subito Yixing quando arrivarono, Joonmyeon capì che quell’uomo doveva essere il suo medico. Gli vennero fatte domande a cui lo scrittore non riusciva a dare delle risposte, sull’accaduto, che fu facile rispondere ommettendo le cose private, se fosse successo altre volte, o se Yixing stesse prendendo le sue medicine.
Ormai era da più di 15 minuti che era in sala d’attesa, aspettando una qualche notizia sulla salute di Yixing.
“Oddio che cosa è successo?” una voce resa stridula dal panico si propagò all’interno della sala mentre si avvicinava frettolosamente alla figura dello scrittore
“Luhan calmati” ammonì un'altra voce molto più tenue.
“C-come posso calmarmi? Il mio caro Yixing sta male…dopo tutto quello che ha passato.” Le lacrime stavano cadendo “S-Suho dimmi cosa è successo? Come sta?” domandò rivolgendosi allo scrittore.
“Eravamo in spiaggia e…”
“Signor Kim Joonmyeon”
La voce del dottor Wu richiamò la sua attenzione quando uscì dalla stanza di degenza. In quel momento ringraziò Dio per l’intervento del dottore perché sinceramente non sapeva come spiegare cosa era successo.
“Dottor Wu.” Chiamò Luhan prima che lo scrittore potesse rispondere “Come sta?”
“Oh, Luhan sei qui. Sta bene, è stabile. Lo tratterremo qui per una notte sotto osservazione. Non c’è nulla che non va con Yixing. Penso proprio che è dovuto tutto ad uno stress emotivo.”
Stress emotivo.
Quella parola colpì duramente Joonmyeon facendolo sentire in colpa.
“Grazie a Dio non è nulla” disse il cinese mentre si lasciò cullare dall’abbraccio del suo fidanzato.
Joonmyeon si ritrovò ad assistere a quell’atto di affetto tra i due e si ritrovò a pensare se avrebbe mai avuto questo tipo di opportunità con Yixing.
Il mattino dopo Yixing era sveglio, Luhan era stato nella sua camera a coccolarlo e dirgli che grosso spavento gli avesse fatto prendere.
Mentre Joonmyeon era fuori dalla stanza a parlare con il dottor Wu sulle condizioni del ragazzo.
“Come si sente il mio paziente preferito?” domandò il dottore mentre entrò in stanza seguito dallo scrittore.
I loro sguardi si incontrarono e chiaramente dicevano “mi dispiace”.
“Meglio, dottor Wu”
“Bene. Stavo parlando con il signor Kim delle tue attuali condizioni, Yixing. Esigo assoluto riposo per qualche giorno, non voglio che tu stia da solo per un eventuale ricaduta.”
“Posso stare con lui non è un problema” disse Luhan.
“Perfetto!”
“In realtà…” pronunciò Yixing con una debole voce che fece stringere il cuore dello scrittore “vorrei rimanere con Joonmyeon”
Quelle parole lasciarono in turbamento sia lo scrittore che l’amico, l’uno e l’altro per diverse ragioni.
“Ma Yixing…”
“Luhan, sarai impegnato con la libreria e hai una casa e un ragazzo di cui prenderti cura. Non voglio che ti aggravi con altri impegni. Se per Joonmyeon va bene vorrei rimanere con lui.”
Ovviamente per lo scrittore andava più che bene, era sorpreso dalla decisione di Yixing ma non disse nulla.
Quel giorno lo portò con sé, avrebbe soggiornato con lui nella sua camera. Joonmyeon aveva pensato che sarebbe stato meno stressante sia per lui che per Yixing. Lì l’aria era molto calma ed era quello che serviva al più piccolo.
Quando bussò alla porta della camera da letto, per riprendere il vassoio del cibo che aveva ordinato, trovò Yixing dormire beatamente. Avanzò silenziosamente, si avvicinò al corpo disteso sul suo letto e sistemò il lenzuolo che copriva malamente il biondo.
Con delicatezza passò una mano sulla fronte del più piccolo spostando la frangia biondiccia e lì, su quella pallida pelle posò un leggero bacio.
“Mi dispiace” mormorò.
Gli dispiaceva di amarlo? Gli dispiaceva di averlo baciato? Gli dispiaceva dello stress emotivo che gli aveva procurato? Gli dispiaceva che Yixing non avrebbe ricambiato i suoi sentimenti?
Tante domande gli invadevano la mente mentre chiudeva la porta della stanza dietro di sé, pronto a tornare a scrivere quel romanzo che di certo avrebbe avuto qualche nota amara tra le sue pagine, qualche lacrima di tristezza intrisa nell’inchiostro.
Quello che non sapeva era che all’interno di quelle camera qualcun altro era dispiaciuto, e stava versando silenziose lacrime.
“Mi dispiace”.
 
  
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