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Autore: Spark of Shadow    18/08/2017    2 recensioni
Dopo la Quarta Grande Guerra Ninja, il mondo è in pace.
Sono finiti i tempi in cui i villaggi si davano battaglia per prevalere l’uno sull’altro.
Ora si può guardare al futuro con più serenità, all’insegna della cooperazione e nel rispetto di ciascuno.
Vero?
Nei Paesi si sta spargendo la notizia.
Bambini stanno scomparendo da tutto il mondo ninja e riappaiono misteriosamente.
Nessuno riesce a trovare una spiegazione, nè un colpevole.
Quando ad essere rapita sarà una piccola Hyuga, saranno gli Shinobi di Konoha a dover intervenire.
Le domande sono queste:
Perché i bambini vengono rapiti?
Perché semplicemente riappaiono?
Chi si cela dietro a questo mistero?
Perchè quando Sasuke Uchiha vede Hinata Hyuga si sente come se il cielo gli sia caduto addosso?
Cosa succederà quando assieme ai loro compagni dovranno indagare sul sequestro di quei bambini?
Sasuke e Hinata.
Shikamaru e Temari.
Spark of Shadow
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke, Shikamaru/Temari
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
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Petrichor
 





Sentendo il secco suono di pugni che cozzavano contro una superficie solida, Sakura non poteva fare a meno di pensare, mentre apriva il cancello di casa, a quanto fossero fortunati che il distretto sorgesse lontano dal centro abitato.

Non era tanto l'allenamento di Sasuke che avrebbe potuto dare fastidio, infondo erano in un villaggio ninja, quanto il fatto che fosse proprio l'Uchiha l'artefice di quel fracasso.
Gli abitanti avevano ancora paura di lui e sarebbe bastata una sciocchezza, un disguido e non lo avrebbero mai accettato di nuovo al villaggio, vanificando tutti gli sforzi di quegli anni.
"Ritornare a Konoha, essere di nuovo uno shinobi della Foglia, sposarsi addirittura."
Tutto questo sembrava far parte di una strategia ben studiata per poter finalmente vivere in pace.
Tranquillo e senza preoccupazioni.

Sakura era felice di far parte del suo piano, ma a volte, le sembrava che qualcosa non andasse.
Era abituata ad essere trattata in maniera rozza (non si era certo scordata del duplice tentativo di omicidio), ma, al contrario, c'erano dei giorni in cui era quasi gentile, fin troppo per i suoi standard.
Ovviamente, qualcosa non andava.
Era come se si sentisse in colpa.

Poi tutto tornava alla normalità, stava zitto e non l'accompagnava alle visite di controllo.
Tutto era, di nuovo, come al solito.

Sasuke non era mai stato facile da capire.
Anche in quel momento, mentre colpiva con forza un albero, come se ne andasse della propria vita.
Aveva un'espressione illeggibile e sembrava gli luccicassero gli occhi.
Sudore, pensò.
Non potevano essere lacrime.
Sasuke non piangeva. Mai.

Il moro si era tolto la camicia e ad ogni movimento Sakura si trovava, ammaliata, a fissare i muscoli che guizzavano e le gocce di sudore che schizzavano via, in ogni direzione.
Si fermò per un attimo e ruotò la testa verso di lei.
Gli sorrise, ma lui riportò l'attenzione sull'imbottitura sporca e lacerata davanti a sé.

La rosa sospirò, rendendosi conto che quella guaina era praticamente inutile per proteggere quella quercia secolare.

Sasuke la seguì con lo sguardo e la vide sedersi su una panchina a qualche passo di distanza.
Poteva chiaramente scorgere indecisione nel suo modo di muovere la gamba su e giù, ripetutamente.
Non smise, però, di allenarsi.

Un colpo.
Due colpi.

Alla fine la sentì parlare:

-Ho fatto l'ecografia, oggi...-
Sasuke riprese a tirare pugni contro la corteccia.

-Sta bene?- La interruppe, brusco, andando dritto al sodo.

-Si, Ichirou sta bene.- Si accarezzò il grembo, sorridente.

-Ichirou?- Si incuriosì lui, fermandosi e inarcando un sopracciglio, infastidito.

-Penso potrebbe stare bene come nome al bambino e poi non lo trovi adorabile?- Portò una mano a soffocare un risolino.

Sasuke parve pensarci un momento.
Gli sembrava un nome banale e non ebbe paura di esprimere la propria opinione:

-No. Cerca qualcos'altro. Questo bambino non si chiamerà "Primogenito".-

Sakura sbuffò e si avviò per entrare in casa, con passo veloce, senza ribadire.
Ma si fermò sulla soglia, proprio mentre il moro sfilava con eleganza la katana dal fodero.

-Devi venire la prossima volta- Si fece scura in volto.
Continuò con voce incrinata:

-Vado sempre da sola e la signorina Tsunade si chiede il perché.  Vuole che mi accompagni e...-

-Odio gli ospedali.- La fermò, nuovamente, lui.

Ma c'era qualcosa di più.  Sakura lo sapeva, lo intuiva.
E questo la faceva arrabbiare.
Sentiva i nervi a fior di pelle, l'irritazione fagocitarla.

-Se ci sono altri motivi, me lo devi dire, sono tua moglie!- Sakura urlò.

Sasuke strinse il polso sinistro.
Serrò gli occhi e si morse un labbro.
La rosa si portò le mani a coprire la bocca, sconvolta. (Non aveva mai urlato contro di lui, prima d'ora).

-Lo so. Perfettamente.- Sibilò a denti stretti.

Sakura si strinse nelle spalle.

-Sasuke...-

-Entra in casa. Al bambino lo stress non fa bene.-

La ragazza, con l'ombra di una lacrima sull'angolo sinistro dell'occhio destro, ubbidì.

L'Uchiha fissò, per un attimo, l'albero di fronte a sé, come in trance.
Strinse con rabbia l'elsa dell'arma e la scagliò, violentemente, contro la corteccia, infilzandola.

Occhi rossi, iniettati di sangue, osservavano il profondo solco lasciato dalla spada.

-Dio...- sussurrò, in preda alla rabbia, mentre estraeva la katana dal legno.

Appoggiò la fronte, grondante di sudore, alla quercia.
Chiuse gli occhi e dopo un istante di tenebra, uno sguardo perlato, pieno d'amore, si formò tra i suoi pensieri.

Si morse, si nuovo, il labbro inferiore, frustrato, senza rendersi conto che questo, ora, sanguinasse.

 

 
 
- Credete ci vorrà molto?- Domandò Kiba, esasperato, mentre spostava il peso da un piede all'altro, saltellando.

-Smettila, stiamo aspettando solo da dieci minuti!- Shino lo osservò con irritazione da dietro le lenti scure.

L'Aburame lasciò perdere il suo compagno di squadra, che si stava lamentando più o meno da quando erano arrivati e spostò lo sguardo su Hinata.

Si trovavano nella sala d'attesa nel palazzo dell'Hokage, mentre aspettavano il proprio turno per fare rapporto.

La ragazza era seduta composta su una piccola sedia di legno che aveva tutta l'aria di essere estremamente scomoda.

Shino la fissava preoccupato.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto e la testa abbassata.
Hinata non aveva proferito parola nemmeno per calmare Kiba e questo lo preoccupava un po'.
Era chiaro quale fosse il problema.
Stava per aprire bocca e rivolgerle la parola quando Shizune aprì la porta e con sguardo severo fece loro cenno di entrare nell'ufficio.

-Grazie, Shizune, puoi andare.- Disse il sesto Hokage.

L'ufficio dell'Hokage era una stanza circolare abbastanza spoglia.
A parte la scrivania, la sedia e qualche armadio pieno zeppo di cassetti, contenenti relazioni di missioni ancora in corso, l'unica vera decorazione in quella stanza era data dalle foto dei precedenti Hokage, incorniciate e attaccate alla parete in ordine numerico.

-Siamo qui per fare rapporto, Signore.- Esclamò Kiba e Akamaru sottolineò, abbaiando.

-Molto bene, Hinata Hyuga, Shino Aburame e Kiba Inuzuka.- Prese un profondo respiro e cominciò, mentre concludeva di sistemare delle carte sul tavolo:

-Riassumiamo.- L'Hokage intrecciò le mani e vi posò sopra il mento.

-Due mesi fa viene dato l'allarme per la scomparsa di Hana Hyuga, cinque anni, membro della casata cadetta.- Si fermò.

-Esatto.- Risposero i tre in coro.

-Circa tre settimane dopo, la bambina viene rinvenuta alle porte del villaggio, addormentata.- Continuò Kakashi.

-Hana raccontò di ricordare solo di stare giocando e di essersi addormentata ad un certo punto.
Al suo risveglio, la prima cosa che vide fu uno dei medici dell'ospedale.- Completò Shino, sistemandosi gli occhiali con un indice.

L'Hokage annuì, pensieroso.

-Esattamente tre giorni dopo l'accaduto, arriva una lettera dal paese della terra e una dal paese dell'acqua: anche da loro si era verificato il rapimento di alcuni bambini, con la richiesta di proteggerli, se trovati.
E di nuovo, qualche settimana più tardi ci viene notificata la loro ricomparsa e la faccenda è stata archiviata.-

Kakashi si alzò dalla sedia e camminò toccando con un dito il muro, fino a che non incontrò quello che stava cercando, una cartina geografica.

-Nessuno dei bambini sembrava ricordare nulla del rapimento.
Eppure, Hana manifestava parecchio interesse per una zona in particolare, che certo non poteva conoscere.- L'ex-ninja copiatore fissò intensamente i tre shinobi per un istante, aspettando che uno di loro parlasse.

Di solito era Hinata a iniziare, complice la sua buona educazione, ma ora, sembrava ancora in trance e non era mai una buona idea far parlare l'Inuzuka in un'occasione formale.
Shino tossì per schiarirsi la voce e cominciò:

-Abbiamo appurato che quel luogo si tratta di un villaggio di civili nel paese della cascata.
A quell'altezza non ci sono villaggi ninja per chilometri e chilometri.
Abbiamo chiesto in giro nei negozi, negli alberghi e agli abitanti. Nessuno sembrava aver visto degli Shinobi e nessuno ricorda una bambina dagli occhi bianchi.-

Kiba consegnò a Kakashi, ancora in piedi, un rotolo contenente il verbale della missione.

-Abbiamo pensato che i rapitori fossero, quindi, più di uno e che se alcuni di loro erano passati di lì, Hana non doveva essere presente.
Abbiamo dato un'occhiata nella foresta.-
Hinata si avvicinò alla cartina e mise una puntina sul nome della cittadina.

Dolcemente, ma con tono deciso, aprì bocca e proferì parola:

-Abbiamo perlustrato la zona e ci siamo addentrati nella foresta.
Infine Akamaru ci ha portati verso una costruzione in rovina. Il Byakugan rivelò esserci qualcos'altro sotto terra.

-Cosa c'era lì sotto?- Chiese il Sesto con impazienza.

-Un rifugio, qualcosa di estremamente simile ad un laboratorio.-

Kakashi aggrottò le sopracciglia e si morse un labbro dietro la maschera.

-Non c'era nulla dentro, però. Nessun macchinario, nessuno strumento- Aggiunse l'Inuzuka, grattandosi il mento.

L'uomo riportò lo sguardo verso la mora, che pareva turbata e aveva iniziato a tremare.
 
Per Hinata era facile ricordare quello che aveva visto, non altrettanto semplice era trovare le parole per esprimere l'orrore che aveva provato.
 
[Flashback]

Non c'era attrezzatura di nessun genere.
Solo alti armadi di grigio ferro che occupavano tutta la parete.
Avevano perlustrato tutto il rifugio, ma non consisteva che in poche stanze: tutte occupate solo da armadi e tavoli traballanti, pieni di tagli e graffi.
Che fossero segni di coltelli o di unghie umane, non avrebbe saputo dirlo.
Il pavimento era sudicio e chiazzato di liquido ormai seccato, rosso scuro.
I muri erano impregnati di un soffocante odore di marcio e putrefazione, che inibiva l'olfatto di Kiba e Akamaru.
Ma non c'era nulla. Non c'era nessuno.

-Byakugan!-

Tutto si colorò di bianco e nero.
E ancora non c'era nulla.
Girò la testa per poter vedere nel punto che era rimasto cieco.
E lì, qualcosa c'era.
Dietro le ante di uno degli armadi vi era un cassetto segreto.
E dentro il cassetto un plico di fogli.

Hinata, velocemente, aprì l'armadio.
Trovò lo scomparto, in un doppio fondo.

Afferrò la maniglia e tutto diventò nero per un secondo.

Strizzò gli occhi, come per disappannare la vista e quando li riaprì, si ritrovò legata ad un tavolo.
Un'enorme cinghia le teneva stretti il corpo e le braccia in un'unica morsa.

Cercava di divincolarsi, ma più si dimenava e più la cinghia sembrava diventare stretta.
Cercò di attivare la sua abilità innata, ma non ci riuscì.
Ansiosa, continuò a muoversi per tentare di liberarsi, mentre gocce di freddo sudore scendevano lungo il suo viso e giù per l'incavo del collo.

Si guardò attorno, in panico e vide alti cilindri pieni di fluidi ribollenti.
E nei contenitori, centinaia di bulbi oculari.
Le pupille si muovevano vorticose, dilatate, in tutte le direzioni possibili, fino a fermarsi di colpo.

Concentrate tutte a guardare una sola cosa. Lei.

Hinata ansimava sempre più forte. Presto sarebbe entrata in iperventilazione.

'SBAM!'

Una porta si chiuse con un sonoro scatto.
Qualcuno chiuse diverse serrature su quell'uscio e in un attimo una luce, bianchissima e intensa l'abbagliò e una mano nodosa e artritica si avvicinò ad uno dei suoi occhi, con un ghigno malefico e pazzo. E lei urlava e si dimenava, terrorizzata.
Sentì quelle dita sudate toccare palpebre e cornea dell'occhio e poi...



-HINATA! HINATA! Svegliati!!-

Sudatissima, la ragazza si mise seduta.
Tremando, si abbracciò le ginocchia e cercò di ritrovare il fiato.
Si guardò attorno, smarrita, respirando affannosa.

-Genjutsu...-
-Genjutsu- Confermò Shino, mentre l'aiutava ad alzarsi.

Riuscirono a rompere il jutsu, con non poca difficoltà tecnica, ma alla fine poterono mettere le mani su quel plico di fogli.

Hinata gli diede un'occhiata.
Sfogliò pagina dopo pagina.
Lesse ogni parola e osservò ogni raffigurazione.

-Sono... relazioni! Ipotesi, teorie. Ci sono pagine e pagine di dati su qualche esperimento.- Informò gli altri, mentre ancora ansimava.

-Che tipo di esperimento?- Chiese Kiba, mentre fissava Akamaru annusare qualcosa sul pavimento.

Shino si sistemò gli occhiali sul naso con l'indice e attese la risposta della mora.
Se avevano protetto quei fogli con un genjutsu, doveva essere qualcosa di importante.

-Si direbbero- deglutì.  -Esperimenti umani-.

I due ragazzi aggrottarono le sopracciglia.

-È Orochimaru?- Chiese l'Inuzuka.

La Hyuga scosse la testa: -No, questo non è lo "stile" di Orochimaru, ho studiato bene il suo caso.-

-Kabuto?- Ci riprovò.

-No, nemmeno. Questi dati, queste teorie, sono troppo grezzi, rozzi quasi.
Orochimaru e Kabuto sono pazzi e fanatici, ma sanno sempre, perfettamente, quello che fanno.
Questi fogli, invece, sembrano essere stati scritti da qualcuno che non sa di cosa stia parlando.
Questi sembrano essere dati casuali e informazioni sulle varie abilità innate.-

 Hinata rabbividì nel ricordare l'illusione in cui era stata rinchiusa.

-Qui si parla del Ketsuryugan, dello Sharingan e anche del Byakugan, ma...- Si interruppe nel constatare qualcosa.

-Ma cosa?- Shino invitò la compagna di squadra a continuare.

-Sono sbagliati. So poco dello Sharingan e ancora meno del Ketsuryugan, ma le informazioni sul Byakugan si direbbero quasi totalmente errate.-

-Allora, probabilmente si tratta solo di qualche studioso...- Akamaru abbaiò nel confermare la sentenza del suo padrone.



[Fine Flashback]

Kakashi appoggiò il mento su una mano e nel fissare Hinata, ragionò:
-È tutto troppo ambiguo e anche il ritrovamento stesso di queste carte è stato troppo facile.-

Kiba non era d'accordo, ma non si espresse.

-Da quello che vedo sono tutte informazioni basilari sulle varie abilità oculari, ma in effetti ci sono errori anche per lo Sharingan.- Disse, sfogliando il verbale.


-Penso che tu abbia ragione, Hinata. Ma dovremmo accertarcene.
Non posso rintracciare qualche utilizzatore del Ketsuryugan, ma per informazioni più approfondite su Sharingan e Rinnegan, sappiamo a chi rivolgerci.-

Hinata deglutì e nascose gli occhi dietro la frangetta.

-Almeno ora siamo sicuri del perché quella bambina, tua parente, sia stata rapita, Hinata.
Anche se devo ammettere che era abbastanza scontato fosse per il Byakugan.- Asserì l'Hokage con tono piatto.

-La cosa strana è che l'abbiano rilasciata subito e senza un graffio.- Aggiunse.
-Sembra quasi... no, non penso.- Rimuginò ancora un po'.

Kakashi ritornò verso la sua sedia dietro la scrivania con passo strascicato.

-Contatterò Sasuke Uchiha e deciderò il da farsi.- Fissò ad uno ad uno tutti e tre gli shinobi negli occhi.

-Questa faccenda non è affatto archiviata.-

I tre annuirono e dopo un veloce "per ora è tutto", si avviarono alla porta.
Nel momento esatto in cui la Hyuga afferrò il pomello d'ottone della porta per chiuderla dietro di sé, fu fermata dalla voce dell'Hokage.

-Vorrei parlare un momento con te, in privato.-

Hinata tornò nella stanza, con aria interrogativa.
Per qualche istante il silenzio calò tra i due.
La ragazza posò gli occhi un po' ovunque, per nascondere l'imbarazzo.

-Sta cominciando a piovere.- Notò, fissando gli occhi sulla finestra dietro le spalle dell'uomo.

Kakashi indirizzò la coda dell'occhio ad accertarsi della cosa.

-È vero! Naruto non ne sarà molto felice.-

-Temo di no.- Ridacchiò la Hyuga.

-Quel ragazzo... Non avrei mai pensato si sarebbe accollato un compito così arduo come tenere insieme l'intero mondo ninja.- Sospirò lui.

-Naruto è sempre stato pieno di sorprese, ma può contare sull'aiuto di tutti.- Sorrise.

-È vero.- Concluse il ninja dai capelli argentati, esibendo un'espressione fintamente rilassata.

Kakashi sembrò, improvvisamente, ricordarsi di qualcosa.
Schiacciò un pulsante e chiamò Shizune.
Questa, un minuto dopo entrò e dopo che l'Hokage le ebbe sussurrato qualcosa nell'orecchio, così come era arrivata, in un attimo, sparì.

Hinata cercò di richiamare la sua attenzione:

-Voleva parlarmi di Naruto, Signore?-

-No, Hinata, non esattamente.-

Un brivido corse lungo la sua spina dorsale; sapeva cosa stava per succedere.

-Si tratta di Sasuke...- Sospirò.

Un'espressione leggermente mesta si formò sul viso fanciullesco di lei.

-C-che cosa c'è?- Balbettò, tentando in ogni modo di sciogliere il nodo che le si era formato in gola.

-È probabile che servirà anche una squadra d'attacco per la vostra prossima missione.-

-Vuole assegnare anche Sasuke alla nostra squadra per le ricerche?- Chiese incredula.

- Come protezione, Hinata!-

-Non ce n'è bisogno, siamo in grado di badare a noi stessi.- Hinata alzò la voce, arrabbiata, per celare un altro tipo di disagio, ma fu interrotta bruscamente dall'Hokage:

-Hinata!- Kakashi sbattè una mano sul tavolo.

La ragazza si rabbuiò per un secondo e un istante dopo si scusò con un inchino.

-Chiunque abbia rapito Hana Hyuga e abbia scritto queste relazioni- Alzò il plico di fogli in aria, mostrandoglielo, come se non lo avesse mai visto prima, -Vuole il Byakugan e tu ne sei un'esperta utilizzatrice.- Sospirò ancora una volta.
-Per questa missione devo tutelarti e il modo più veloce e sicuro è che con la squadra di ricerca ci sia qualcuno che sia in grado di difendervi e che abbia familiarità con laboratori ed esperimenti umani.
Sasuke Uchiha è l'unico shinobi al villaggio che risponda a questi requisiti.-

-Ma Sakura...- Si morse il labbro inferiore, presa da una rabbia che non avrebbe mai dovuto mostrare -Sakura è incinta!-

L'Hokage non ebbe il tempo di risponderle che un toc-toc si sentì battere sulla porta di mogano.

-Avanti!-

Kiba e Shino rientrarono, scortati da Shizune e dietro di loro, torreggiava, imponente e fiero, Sasuke Uchiha, che prese la parola:

-Perché mi hai convocato?- Burbero, come sempre.

Nell'aspettare la risposta, roteò gli occhi e con la coda di quello destro incontrò la minuta figura di Hinata.

Si strinse, rapido, il polso e il suo cuore perse un battito.
 
 
 
Note:
Eccoci qua col capitolo 2.
Cosa mai sarà successo alla piccola Hana Hyuga e agli altri bambini rapiti?
Cosa vorranno questi misteriosi individui, colpevoli di un atto tanto orribile?
Se vi va, potete provare a formulare ipotesi e raccontarmi quello su cui avete rimuginato, mi piacerebbe davvero sapere la vostra opinione.
Se qualcuno se lo stesse chiedendo: Ichirou in Giapponese significa Primogenito.
 
Al prossimo capitolo!
Spark of Shadow
 
  
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