Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Spark of Shadow    27/07/2017    1 recensioni
Dopo la Quarta Grande Guerra Ninja, il mondo è in pace.
Sono finiti i tempi in cui i villaggi si davano battaglia per prevalere l’uno sull’altro.
Ora si può guardare al futuro con più serenità, all’insegna della cooperazione e nel rispetto di ciascuno.
Vero?
Nei Paesi si sta spargendo la notizia.
Bambini stanno scomparendo da tutto il mondo ninja e riappaiono misteriosamente.
Nessuno riesce a trovare una spiegazione, nè un colpevole.
Quando ad essere rapita sarà una piccola Hyuga, saranno gli Shinobi di Konoha a dover intervenire.
Le domande sono queste:
Perché i bambini vengono rapiti?
Perché semplicemente riappaiono?
Chi si cela dietro a questo mistero?
Perchè quando Sasuke Uchiha vede Hinata Hyuga si sente come se il cielo gli sia caduto addosso?
Cosa succederà quando assieme ai loro compagni dovranno indagare sul sequestro di quei bambini?
Sasuke e Hinata.
Shikamaru e Temari.
Spark of Shadow
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke, Shikamaru/Temari
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Petrichor  
 
 
 
Prima una scintilla, poi un'altra e in una frazione di secondo, tutta la mano di Sasuke era avvolta dall'accecante e meraviglioso bagliore dei fulmini che andavano riscaldando la fredda aria autunnale.

- Chidori! -

Di fronte a lui, un Naruto, per niente spaventato, gli faceva cenno con la mano di attaccarlo, mentre con l'altra preparava il suo Rasengan.

Un ghigno malefico si era stampato sulle labbra del moro.
Sasuke amava il momento subito antecedente all'impatto tra il suo colpo e la tecnica del suo migliore amico.

Chidori contro Rasengan.

Una combinazione quasi scontata, ma l'energia rilasciata dal loro scontro faceva rizzare i capelli dietro la nuca di chiunque, nel raggio di chilometri.

I due colpi avevano lasciato parecchie lesioni alle mani di entrambi e la luce provocata, come al solito, li aveva accecati per qualche istante, ma nessuno sembrava voler cedere.

Con un balzo Sasuke atterrò sul ramo di un albero, lasciando Naruto da solo sul campo.

Con un sorrisetto stampato sul volto, entrambi cercavano di riprendere fiato.
Quell'allenamento stava andando avanti da un paio d'ore, a giudicare dallo spostamento del sole.

- Mi mancavano i nostri allenamenti! Gaara è sicuramente un incredibile avversario, ma non c'era modo di scollarlo dalla scrivania -  con il broncio, il biondo si grattò il naso.
 - Praticamente le uniche volte che ci vedevamo, parlavamo solo di politica -  sospirò afflitto.
 - E ancora non ho capito tutto, sarebbe stato un problema, se non ci fosse stato Shikamaru. - Annuì con la testa. 
Terminò le ultime parole, mentre un centinaio di cloni correvano verso il moro e salendo uno sulle spalle dell'altro, creando una catena umana, raggiungevano ad uno ad uno ogni ramo dell'albero, per circondarlo.

- Beh! Mi sembra ancora impossibile che una testa quadra come la tua abbia spazio per pensare a qualcosa di diverso dal Ramen. - Disse ironicamente Sasuke, mentre roteando su sé stesso, colpiva con la gamba sinistra due cloni, facendo perdere loro l'equilibrio e facendoli sparire in una nuvola di fumo.
Passò poi alle altre copie, per le quali estrasse la Kusanagi, andando a trapassarle una per una.

Tre di loro lo intrappolarono: uno prendendolo al collo e gli altri due fermandogli le braccia.

- Amaterasu! -

Velocemente, scagliò le fiamme nere sui tre che lo trattenevano e sentì un Naruto, rosso in viso, esplodere alla sua precedente provocazione.

- Non è vero che penso solo al Ramen, altrimenti non avrei mai avuto il tempo di cercarti, non trovi? Dannazione! - gli fece una smorfia.

Sasuke, ormai libero, evocò, dai simboli sui polsi, shuriken a ripetizione e li lanciò verso il Naruto che sembrava ancora offeso.
Questo li scansò tutti.

Il moro saltò fino a trovarsi dietro l'altro, facendo cadere molto fogliame secco dagli alberi.

- Katon! - creò diverse sfere di fuoco, che Naruto riuscì a deviare.

 
Le fiamme andarono a colpire il fogliame a terra, facendolo bruciare e provocando alte torri di fumo.

- Tutto qui quello che sai fare? Sei tutto fumo e niente arrosto! -

Sasuke si fermò un istante, allibito.

- L'hai capita? Era una battuta, per tutto il fumo che hai provocato! -
Scoppiò in una fragorosa risata.

L'Uchiha gli scagliò addosso un'altra palla di fuoco.
Non riuscendo a deviarla, il biondo tentò di schivarla, spostandosi all'indietro, tra il misto di polvere e cenere.
Nell'atto di spostarsi, però, inciampò negli shuriken precedentemente tirati e cadde per terra.

Un secondo dopo, il fumo si diradò e Naruto si ritrovò la spada di Sasuke alla gola.
Entrambi avevano il fiatone.

- Pari anche questa volta eh, Teme? -

- A quanto pare, Dobe. – Rispose Sasuke.

Entrambi, lentamente, allontanarono rispettivamente, la katana e il kunai dalla gola dell'avversario.

- Bello scontro! E questa volta non abbiamo nemmeno distrutto niente! -
Naruto sembrava radioso.
 
 
 
-  Quella missione è stata sfiancante! Non andrò mai più a Suna nel momento più caldo dell'anno. -
Naruto continuava a gridare e a lamentarsi da quando lui e Sasuke avevano smesso di allenarsi, un paio d'ore prima.
Il moro, stanco, avrebbe voluto con tutto sé stesso tappargli la bocca per sempre.

Quella mattina si era svegliato male e si era trovato più irritato del solito.

L'allenamento era stato utile per distrarsi.
Naruto, infondo, era l'unico sfidante valido ai suoi occhi, ma appena apriva bocca, ecco che rimpiangeva di averlo seguito quella mattina.

- Gaara, almeno, è riuscito a velocizzare le cose, dannazione! Quegli anziani non sembrano sentire caldo o freddo! - Sembrava tremare al solo pensiero.
 - La stavano tirando davvero troppo per le lunghe... - Continuò il discorso, ridacchiando e grattandosi sopra l'orecchio con un dito.

Sasuke si sfiorò il polso sinistro.
L'Uchiha perse, dopo pochi secondi, l'interesse per l'argomento e preferì continuare a guardarsi intorno, notando, per la millesima volta, come tutto fosse cambiato da quando aveva dodici anni.

La noiosa routine quotidiana di quelle persone, che, ancora oggi, dopo tanto tempo, continuavano a temerlo, sembrava comunque più interessante del discorso del biondo che gli camminava a fianco.
C'erano bambini che si rincorrevano , anziani sulle panchine che sbriciolavano del pane per i piccioni e ancora cameriere che gli facevano l'occhiolino o arrossivano, mentre sistemavano i tavoli.

-  ...Sakura...? - a quel nome Sasuke parve rinsavire.

-  Come? -

- Ti ho chiesto come sta Sakura, sai, con la gravidanza e tutto il resto... -
Naruto sembrava parecchio nervoso.
Ancora non aveva accantonato i suoi sentimenti per la Kunoichi.

Sasuke sbuffò e si toccò il polso sinistro.

- Aveva un'ecografia, questa mattina. - Indugiò sul polso.

A questa risposta l'Uzumaki sgranò gli occhi, ricominciando a blaterare concitato:

- Cosa? E tu non sei andato con lei? Se mi avessi detto dell'ecografia, non avrei mai proposto di allenarci! -

L'Uchiha si limitò ad alzare pigramente le spalle e ad emettere un suono simile ad un grugnito, che doveva significare qualcosa come un "non mi interessa".

Naruto non ci diede molta bada e continuò allegro:

- Tra poco nascerà, eh? -  La forza portante sembrava proprio al settimo cielo.

- Così sembra. -

- Non sei emozionato? Finalmente stai ricostruendo il tuo clan! -

- Già... -

Il biondo capì che quella mattina  il suo amico era più disturbato del solito, ma non capiva cosa potesse avere.
Sakura era sua moglie, lei e il loro bambino erano sani e stavano bene; non avrebbe dovuto avere nulla a tormentarlo.

Il sole di mezzogiorno batteva sulle loro teste, mentre i due ninja passeggiavano per le vie di Konoha, per far riposare i muscoli indolenziti.
Naruto già pregustava una porzione extra-large di Ramen e stava cominciando a mandare messaggi subliminali (o almeno ci provava) a Sasuke, per farlo acconsentire a cambiare strada e ad entrare nella bottega di Teuchi.

Il moro si strofinò col dorso della mano un occhio stanco.
Gli era sembrato che l'amico blaterasse qualcosa a proposito di un buono sconto, quando arrivarono davanti alle porte del villaggio. Zona sempre affollata.
Alcune squadre andavano in missione, altre, invece, tornavano.

Vi era una specie di massa brulicante di shinobi, alcuni entusiasti, altri stanchi, alcuni in missione ufficiale, altri con compiti diversi.
C'erano visi coperti di lividi e altri freschi, come appena lavati. Tutti però avevano in comune il coprifronte del villaggio ad ostentare, con orgoglio, l'appartenenza alla foglia.

Tra i tanti ninja esausti c'erano anche volti familiari, amici d'accademia o compagni di una sola missione.

Mentre fissava qualcuno di loro, non si accorse che Naruto si era allontanato e quando lo trovò con lo sguardo, si fermò.
Sasuke si sentì paralizzato.
Portò la mano destra a stringere il polso sinistro e fissò l'amico che correva in direzione di una kunoichi dai capelli scuri.

- Hinata! - Il ragazzo era sempre stato espansivo. (A volte anche troppo per i suoi gusti.)

Sasuke non riusciva a muoversi dal punto in cui si trovava.
Con occhi sbarrati e con la mano che stringeva convulsamente il polso, osservava la scena.

Naruto salutava la Hyuga con un sorriso abbagliante, mentre lei, timida, rispondeva alle sue domande con il solito rossore sulle gote.

Hinata indossava la solita uniforme ninja e dei pantaloni scuri, strappati in più punti e rimborsati.
Molti graffi e tagli più profondi erano visibili sulle braccia lasciate scoperte dalle maniche a tre quarti.
Scalando con gli occhi la esile figura della ragazza, si poteva notare come altre ferite avessero preso posto sulla sua pelle bianca; non erano certo ferite che un qualsiasi ninja medico non potesse curare, ma quelle scie di sangue, pulite rozzamente, sotto gli occhi della ragazza, lasciavano un gusto amaro in bocca.

Per un secondo, la ragazza guardò dietro Naruto e intrecciò lo sguardo con l'Uchiha e il suo volto sbiancò, come se avesse visto un fantasma.

L'Uzumaki continuava a porle domande a raffica:
- Com'è andata la missione? -
- Dov'era la missione? -
- Qual era la missione? -
Hinata, socchiudendo gli occhi, disse velocemente:

- Scusa, Naruto, ora... - Si fermò come se stesse pensando.
- ... Devo fare rapporto. È stato un piacere incontrarti. – Si inchinò.

Fece cenno a Kiba e Shino dietro di lei e con passo deciso e sguardo basso, si allontanò.

Il biondo si avviò verso il moro, con le mani dietro la testa, ridacchiando spensierato.

- Era un secolo che non vedevo Hinata! - Sorrise.

Sasuke rabbrividì e si limitò a rispondere con un flebile "già", senza mai spostare la mano dal polso e fissando, intensamente, la strada che la mora aveva appena percorso.
 
 
Sakura si era ritrovata ad aspettare Tsunade (ancora a capo dell'ospedale) nella sala ecografie.

Era nervosa.
Quella certo non era la prima volta, ma ad ogni seduta, aveva il terrore che il bambino potesse stare male.

Fissò le pareti chiare della stanza, notando quanto questa fosse spoglia.
Non c'era altro se non il lettino, il macchinario per le ecografie e uno scaffale per tenere stracci e gel.

Non c'era nulla a metterti a tuo agio.
Ma lei era una kunoichi, una delle migliori, non aveva bisogno di palliativi.

Così, almeno, era quello che continuava a ripetersi.

- Eccomi. - Tsunade, finalmente, entrò, chiudendosi la porta alle spalle.

- Stenditi sul lettino. - La rosa ubbidì.

Vide l'ex-hokage prendere una bottiglia di gel e scoprì la pancia.
Rabbrividì, come sempre, quando il gel le toccò la pelle.
Tsunade rimase in silenzio per qualche minuto, mentre guardava il monitor del macchinario.

La vide annuire e spostare la sonda lungo il ventre.
Ad un certo punto si alzò e le diede uno straccio per pulirsi.

- È tutto nella norma: dimensioni, battito cardiaco, tutto a posto! -

Sakura si sentì rincuorata.

- Vedo che stai facendo molte ecografie, molte più di quante realmente servirebbero... - La bionda domandò curiosa, fissando una Sakura che posava lo sguardo su ogni millimetro della stanza, pur di non incontrare i suoi occhi.

- Lo so. - Sospirò afflitta.  - Ma è il primo figlio di Sasuke… - Fece una pausa  - E non mi perdonerebbe mai se succedesse qualcosa al bambino. -

Tsunade portò l'indice a sfregarsi il mento.
Non voleva stressare Sakura, soprattutto per la salute del piccolo, ma il comportamento di Sasuke era davvero intollerabile.
Il ninja medico teneva molto a Sakura, era stata sua allieva e non voleva che soffrisse; sapeva quanto amasse l'Uchiha, ma lui non la meritava affatto. Se il bimbo era davvero così importante per lui, avrebbe dovuto fare molto di più.

- Dì a Sasuke di presentarsi alla prossima visita. Questo è anche figlio suo! - Disse irritata.

La ragazza si fece scura in volto per un attimo.
Finì di sistemarsi e si avviò alla porta.

- Cercherò di convincerlo, grazie signorina Tsunade. - Aprì la porta e se ne andò, richiudendola alle sue spalle.

Una volta sola, nella stanza, un'espressione turbata si impadronì del volto dell'ex-hokage.
 
 
 
Note:
Bene, eccoci qui, questo è il primo capitolo di Petrichor.
Mi sono cimentata per la prima volta nella scrittura di un allenamento/scontro e Hinata ha fatto la sua prima comparsa.
Se ve lo state chiedendo… Ebbene sì, Sasuke e Sakura, in questa storia, sono marito e moglie e aspettano addirittura un figlio, ma non dimenticate l’avvertimento “tematiche delicate”.
La faccenda è più complicata di quanto sembri.
Alla prossima!
 Spark of Shadow             
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Spark of Shadow