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Autore: MalessereBlu    20/08/2017    8 recensioni
L'inverno è arrivato e Sansa governa il Nord insieme al nuovo Re, Jon.
Il Mastino giunge a Grande Inverno dopo mesi di solitudine.
Sandor e Sansa si rincontrano, più arrabbiati, più consapevoli. Più forti.
SanSan ambientata dopo la Sesta Stagione.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo XII

La bellezza di Sansa Stark non era mai cambiata. Aveva sempre creduto che fosse troppo bella per tutti, ancor di più per lui.L'immagine di quella bambina spaesata che vagava tra gli accampamenti Lannister sulla Strada del Re lo colpì all'improvviso.
Dèi, quanta tenerezza una sola donna poteva trasmettere.
Poi la tenerezza era diventata terrore, disgusto, rabbia. Forza.
Era lì accanto, addormentata sotto le sue stesse coperte.
Non riusciva a distogliere lo sguardo dai capelli sciolti e aggrovigliati dalla notte.
Il volto non era rilassato, bello sì, ma tremendamente serio.
Sembrava ancor più nobile nell'abbraccio del sonno.
Non si meritava quella felicità, non si meritava di riposare le membra nello stesso letto di Sansa, rilassato e docile, privato di ogni armatura e dignità.
"Sei bellissima." Le sussurrò nell'orecchio mentre le dita scorrevano tra le ciocche.
Sorrise per un attimo e si voltò con lentezza verso di lui. "Non avrei mai pensato che saresti stato così dolce."
"Posso tornare a essere detestabile quando voglio." Disse piano cercando di sembrare offeso.
"Non ne sarei così sicura."
"Che vuoi dire?" Tornò serio.
"Sei cambiato." Puntò gli occhi nei suoi puntellandosi su un gomito. "Una volta avevo paura di te.”
"Forse non sono io quello che è cambiato, uccelletto."
Sospirò. "Forse siamo cambiati entrambi."
Le prima luci del mattino penetravano intense e gelide. Ormai la dolcezza calda del sole era una ricordo lontano, il mondo adesso oscillava tra il bianco e il grigio per spegnersi nel nero più profondo.
"Non me ne frega più niente, uccelletto."
"Che intendi?"
"Ho sempre pensato che sarei morto giovane, magari nel tentativo di uccidere quel bastardo di mio fratello." Rise amareggiato. "Ed ero anche convinto che tu saresti morta prima di me."
"Non siamo al sicuro nemmeno ora."
"No, non lo siamo." Sospirò pesantemente "Che succederà quando arriveranno?"
Sansa si adagiò nuovamente sul cuscino "Non ne ho idea. Forse moriremo, forse sopravviveremo."
"Sansa." Risuonò estremamente serio.
Lo guardò in attesa che proseguisse.
"Combatterò se sarà necessario."
Anche i suoi sospiri divennero pesanti "Lo so."

Grande Inverno era sempre stato un luogo silenzioso, anche nei suoi momenti più gioiosi. Il popolo del Nord non era educato e attento all'etichetta, ma sicuramente non poteva essere considerato festaiolo o rumoroso. Quella sera la sala dei banchetti rimbombò di voci e grida come mai prima di quel momento.
Voci infantili, voci adulte, anziane, abbrutite, arrochite. Il disappunto riecheggiava alto tra le fila dei signori fedeli alla casa Stark.
Il re del Nord aveva deciso di prendere parte al piano più folle che fosse stato mai concepito e il malcontento aleggiava ingombrante.
La breve assenza di Jon non era stata problematica, il castello aveva proseguito tranquillamente con la propria vita. Il ritorno di Jon, le sue parole, quelle erano state il problema.
Sarebbe andato a Nord, nel vero Nord, con un pugno di uomini per seguire le strategie che Tyrion Lannister e Daenerys Targaryen gli avevano indicato.
C'era chi esprimeva il proprio disappunto per il piano in sé, chi temeva per l'incolumità del proprio re e chi, legato alle antiche tradizioni, ripudiava la collaborazione con le casate del Sud.
"Basta così!" La voce di Jon riuscì ad emergere con fatica. "Miei signori, mie signore! So benissimo che è una follia, che tutto questo è assurdo. Ma è l'unico piano che abbiamo." Abbandonò la sedia patronale per camminare tra i presenti "se rimaniamo fermi qui, verremo presto schiacciati, non importa da chi, forse dagli estranei, forse dall'esercito Lannister." Si fermò per un attimo. "Abbiamo bisogno di ogni uomo, donna e bambino del continente per battere il Re della Notte. E se questo è l'unico modo, allora rischierò la vita."
Sansa era immobile, il Mastino dietro di lei.
Jon sarebbe andato al di là della barriera.
Jon sarebbe andato da solo contro l'esercito dei non-morti.
"È una follia" sbiascicò. Si sentiva confusa.
Jon la notò insieme a pochi altri.
"Sansa." Si avvicinò
Indietreggiò senza pensarci. "Come puoi fare una cosa simile?" Lo guardò come se le avesse piantato un pugnale nel petto "Come puoi farmi questo?" Percepiva gli occhi inumidirsi.
"Non ho scelta." Le disse carezzandole una guancia. Si volse nuovamente verso i lord e le lady "andrò con pochi uomini scelti. Tormund e Ser Davos mi hanno preceduto al Forte Orientale dove l'esercito dei non-morti si sta dirigendo." Deglutì, conscio delle parole che si accingeva pronunciare "Partirò prima del crepuscolo. Lascio a voi, voi tutti, il Nord. Proteggetevi l'un l'altro. Se non dovessi farcela, sarà mia sorella a guidarvi. Spero che possiate perdonarmi, lo faccio per tutti noi."
Piombò il silenzio.
Jon abbandonò la sala lasciando che l'angoscia attanagliasse il cuore di tutti.

Sansa gli corse dietro.
Jon aveva appena spalancato la porta delle sue stanze quando lo raggiunse.
"Non farlo" disse con il respiro affaticato "Non farlo, Jon."
La guardava severo.
"Non puoi lasciarmi, non ora che siamo a casa, insieme!" Una lacrima sfuggì al suo controllo "Non, ti prego! Io non-"
Le parole le morirono in gola quando la strinse. Quell'abbraccio sapeva di paura, paura di perdere e paura di perdersi.
"Perdonami" le sussurrò mentre le afferrava il volto con entrambe le mani. "È il mio dovere."
Sansa sapeva bene cosa implicasse il dovere, lo capiva ma non lo voleva accettare.
"Sarai bravissima a governare."
"Non è quello che mi preoccupa."
"Lo so." Il dolore gli oscurava gli occhi "Tornerò."
"Non è vero."
"Tornerò, Sansa." Le bisbiglio con quanta più dolcezza potesse prima di posarle un bacio leggero sulle labbra.
Fu un attimo, un tocco fugace.
Non c'era malizia, si trattava di amore profondo, indefinito e carico di sofferenza. Amore fraterno e amore intimo.
Jon distolse lo sguardo dalle labbra schiuse di Sansa poco prima che una voce rauca e bassa li raggiunse.
"Verrò con te."
Sandor Clegane li stava fissando da lontano.
Mosse qualche passo verso di loro.
Ancora una volta le emozioni di Sansa rimasero taciute.
"Devi rimanere qui con lei." Risposte Jon allontanandosi dalla sorella.
"Non dirmi quello che devo fare." Ringhiò stizzito.
"Sandor."
"Non provare a convincermi del contrario, Lady Stark." La guardò reprimendo un moto di rabbia che non le sfuggì.
Sospirò. "Mi troverai ai cancelli al calar della notte." Jon diede un ultimo sguardo a Sansa prima di ritirarsi.

Raggiunsero le loro stanze in silenzio.
Sansa non lo guardò nemmeno una volta.
"Vuoi dirmi qualcosa prima che vada a farmi ammazzare?" disse il Mastino.
"Vuoi che ti implori, Sandor?" Lo guardò gelida. "Vuoi che ti preghi di non partire?".
Rise con amarezza. A Sansa parve di risentire quella risata tanto simile a un latrato che l'aveva terrorizzata in troppe occasioni.
"Vorrei solo che fossi chiara. Non capisco se mi prendi per il culo da quando ho messo piede in questo fottuto posto o se devo credere a ogni stronzata che mi hai detto."
"Smettila."
"Smettila di fare cosa? Di pentirmi di ogni cazzo di momento che ho passato con te? Di aver speso le ultime ore su questa rottura terra con una puttana bugiarda?"
Lo schiaffo arrivò repentino.
"Sei odioso, lo sei sempre stato." Sbottò con le lacrime agli occhi. "Non avrei mai dovuto aprirti le porte della mia casa."
"Hai ragione, uccelletto. Ecco perché me ne vado." Disse piano.
"Sandor."
"Che altro vuoi?"
"Riportami Jon." Disse seria.
Sorrise infastidito. "Sì, uccelletto.".
"E non provare a lasciarmi sola in questo mondo." Gli afferrò la mano.
Sandor la ritirò immediatamente.
Si voltò a guardarla prima di cadere con le spalle sul muro retrostante.
"Perché dovrei crederti, Sansa?"
"Perché io sono tua." Si avvicinò posandogli le mani intorno ai fianchi in un tocco possessivo. "E tu sei mio."


Eccoci qui. Sono stata molto indecisa sullo svolgimento di questo capitolo, principalmente perché non so quale piega prenderà la storia visto che cercherò di basarmi sul prossimo episodio :')
Ho cercato di riportare un po' tutti con i piedi per terra prima di scadere nelle romanticherie estreme che poco si addicono a tutti questi idioti che fanno piani di merda ( peto veniam, piccolo sfogo dopo la 7x05 ) <3
Passiamo ora a questioni più serie: i ringraziamenti. Chiedo il vostro perdono per non avervi dedicato il giusto spazio negli ultimi capitoli ma ho sempre pubblicato tutto con una certa fretta. Vorrei ringraziare per le splendide e costruttive recensioni x_LucyW, SaphiraLupin, leila91, AliceSanSan, Stellina1990, Dahu, sarab22, Wolly, DollParts e ghim92. Mi avete aiutata tantissimo e, soprattutto, incoraggiata a continuare a scrivere, non vi sarò mai abbastanza grata.
Vorrei anche spendere due parole per coloro che hanno inserito la storia tra le preferite, siete silenzios* ma mi avete regalato tanti sorrisi, ringrazio dunque AlephBlack, Andreade1503, bekkuzza_chan, Breedadi1, Gaia Bessie, GaiaJackson2, Gotlover, Grr21, Houndmoon, HypnosBT, Lestrange_88, mik_hewer, Missmodette1989, Roxane999, Shanna_RenicoBOO, sofiasmilers e _grifone31.
Un abbraccione a tutt*
<3Malessere

  
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