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Autore: _Bri_    20/08/2017    3 recensioni
[STORIA IN FASE DI REVISIONE]
Matilda è controversa, fredda e pragmatica. Il colore dei suoi occhi riflette quello del gemello ma nonostante l’aspetto, che rivela lo stampo della sua famiglia, la ragazza si sente distante anni luce da questa, trovando conforto solo nelle mura di Hogwarts. E proprio all’interno della scuola Matilda conoscerà l’amicizia e l’amore, per cui lotterà fino alla fine, dimostrando che non sempre la mela cade vicino l’albero.
[Dal capitolo 9]
-Mio padre mi ucciderà-
-Per cosa? Non hai fatto nulla, non ancora almeno-
Barcollò pericolosamente verso di lui, attirata da quelle dita impossibili da gestire
-Anche il solo fatto che mi piaccia un traditore del proprio sangue è un grande affronto-
Le labbra di George si incresparono in un ghigno divertito, e poi cominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore, gesto tanto eloquente e sfacciato, quanto irresistibile
-Quindi stai dicendo che ti piaccio-
-Mi sembrava lo avessi ammesso anche tu, signor Weasley-
-Oh…ma io sono stato decisamente più generico-
La mano di George passò dietro la schiena di Matilda
-E allora che ci fai ad un centimetro dalla mia bocca?- sussurrò leziosa lei
-Lo trovo un ottimo posto, dove tenere la mia-
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, George Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO II
Lemon Soda
 
La bocca umida di saliva si staccò da quella di Blaise per riprendere fiato; il primo bacio che si erano scambiati era stato giusto qualche mese prima a seguito del quale, di tanto in tanto, Matilda concedeva al ragazzo sporadici scambi passionali tipico dell’adolescenza. Ovviamente né Draco né nessun altro era a conoscenza di quella stravagante relazione, sempre se così si potesse definire, in quanto quello non era che un passatempo piacevole per la giovane serpeverde, per quanto non disdegnasse la compagnia di Blaise Zabini e, nello specifico, le sue labbra carnose.
 
-Dai Matt, vieni con me al ballo del Ceppo, ti tratterò come una principessa e non ti farò mancare il divertimento, dimmi di si!-
 
 Una smorfia comparve sul volto della ragazza nel sentire quell’appellativo: di certo non si era mai sentita una principessa e di questo, oltretutto, ne andava fiera. Cercò di soprassedere e  sistemò i lunghi capelli scarmigliati in una cipolla improvvisata
 
-Te l’ho già detto Blaise, i miei vogliono che mi faccia accompagnare da quel tipo lì, insomma, Poliakoff. Mi stupisci poi, conosci i miei genitori quasi meglio di me e sai bene quanto per loro sia importante mantenere i rapporti sociali- Matilda caricò un sospirò di teatralità -Per piacere smettila di chiedermelo, già sono demoralizzata di mio-
 
Il ragazzo mise il broncio e lei dovette ammettere di trovarlo estremamente carino quando metteva su quel faccino contrito. La prima volta si erano baciati a seguito di una delle ultime partite di Quidditch del terzo anno, durante la quale la sua casa sconfisse Corvonero; a seguito della vittoria dettero un party nella sala comune di Serpeverde e, merito dell’euforia incontrollata, Blaise colse Matilda in uno dei corridoi laterali alla sala e osò baciarla senza troppo indugiare. Quel bacio per lei fu di gran lunga migliore del suo primo bacio, scambiato con un ragazzino figlio di una coppia facoltosa durante una lunga visita da parte loro al maniero Malfoy, l’estate precedente. Matilda ricordava una forte dentata ed un frenetico frizionarsi delle lingue totalmente scoordinato e privo di compostezza. Al contrario l’incantevole Blaise le aveva afferrato il viso con le mani e si era insinuato nella sua bocca sì con passione, ma senza tralasciare il metodo.
Mentre perdeva tempo a ricordare quel primo bacio tutt’altro che spiacevole, si avvicinò al ragazzo e gli carezzò la guancia
 
-Dai non fare quella faccia, potrò sempre concederti un ballo, che ne dici?- disse canzonandolo un po’ e Blaise sbuffò appena guardandola torvo
 
-Si certo, un ballo. Comunque non insisterò più, ma sappi che se dovessi cambiare idea…-
 
Il bel serpeverde si accostò nuovamente a lei e sembrò avere tutta l’intenzione di strapparle un altro bacio quando il corridoio, fino a quel momento isolato e silenzioso, ridondò di un brusio sommesso, cosa che li fece allontanare all’istante. Draco svoltò l’angolo assieme a Vincent Tiger, fedelissimo quanto rintronato seguace del fratello e di tutta fretta i due si avvicinarono a Matilda e Blaise
 
-Ehi Zabini, ti ho cercato per tutta Hogwarts! Che fine avevi fatto?- Così gli occhi di Draco saltarono dall’amico alla sorella  -Ah Matt, ci sei anche tu, cosa fate qui da soli?-
 
Matilda sfoggiò il suo miglior sorriso e cinse le spalle di Draco con un braccio
 
-Niente di divertente purtroppo, stavo aiutando Blaise a memorizzare qualche appunto di pozioni per il compito in classe. Tu invece…- Draco passò un braccio dietro la schiena della sorella e poggiò la mano sul fianco, quindi si incamminarono verso l’entrata ai sotterranei e superarono Blaise, a cui il giovane Malfoy lanciò uno sguardo interrogativo e sospetto, ma Matilda lo distrasse con maestria  dai suoi pensieri
 
-…Non dovresti essere a studiare anche te per il compito? L’ultima volta il professor Snape stava per scoprirmi nel suggerirti, sappi che non ho nessuna intenzione di farmi mettere un brutto voto per la tua insolvenza nello studio!-
 
Il fratello ghignò beffardo
 
-Credi che non sia in grado di cavarmela da solo? Ma ora ho di meglio a cui pensare, sono ancora indeciso su chi portare al ballo, ma credo che alla fine concederò l’onore a Pansy-
 
Le labbra di Matilda si contrassero in una smorfia, connubio perfetto di divertimento e disappunto
 
-Addirittura non sai chi portare? Come vorrei che il regime maschilista che permea la nostra famiglia si dissolvesse e ci riservassero lo stesso trattamento! Non ho affatto voglia di accettare l’invito di quel tipo che nemmeno conosco…-
 
Sospirò poi con veemenza, la piccola strega, che accompagnò l’enfatico sospiro con un broncio molto realistico. Sapeva come intenerire il fratello il quale, sentendola così affranta, le strinse le spalle con il braccio
 
-Dai non fare così, si tratta solo di una sera. Comunque sai che non permetterei mai che qualcuno si comportasse in maniera sconveniente con te…- Draco lanciò l’ennesima occhiata dubbiosa a Blaise –Se solo si azzarderà a muovere un dito verso di te lo schianterò e lo rispedirò a calci nel suo paese!-
 
Matilda dovette trattenere una risata, seppur disapprovasse l’atteggiamento eccessivamente protettivo del fratello e quella sua affermazione, che sembrava proprio avere una sfumatura razzista; intanto l’intera combriccola serpeverde con cui Draco era solito passare il tempo li aveva raggiunti.
Entrarono nella sala comune tra le risate; il gemello sembrava davvero di buon umore e Matilda, conscia dei suoi repentini cambiamenti d’umore, ne approfittò all’istante
 
-Per Piacere Draco, smettila di far girare quelle stupide spillette, tutta la scuola ormai si sta prendendo gioco di te-
 
Le pupille algide di Draco si scontrarono con quelle della sorella; aveva assunto un’aria raccapricciata e tanto bastò per far calare un pietrifico silenzio nella sala comune
 
-Cosa hai detto?!-
 
Matilda sostenne lo sguardo senza fatica, allenata da anni di scontro costante; invero dovette trattenere una risata, in quanto ogni volta che Draco contraeva il viso in quel modo, involontariamente emergeva nella testa il ricordo di un episodio di un paio di anni prima quando, durante la pausa natalizia, era entrata in camera del gemello tutta trafelata senza bussare e lo vide davanti allo specchio, intento ad assumere espressioni che, Matilda suppose, avessero lo scopo ultimo di incutere timore negli altri. Lo aveva preso così tanto in giro, senza risparmiarsi in imitazioni ridicole, che dovette intervenire Narcissa, minacciandola di farle passare il resto delle vacanze con la vecchia prozia Lucrezia Tiger, incredibilmente ancora in vita e conosciuta per il suo piccante odore di gnomo da giardino.
Carezzandosi una riccia ciocca che era sfuggita all’acconciatura improvvisata, sfoggiò un limpido sorriso
 
-Esattamente quello che ho detto, stai diventando lo zimbello di tutta Hogwarts, Draco, è mio dovere avvertirti. Non che mi faccia piacere, ma se vuoi continuare a comportarti da cretino fai pure-
 
Pansy si frappose fra i due gemelli e riservò a Matilda uno sguardo cagnesco
 
-Non ti permetto di parlare in questo modo di Draco! Ha tutte le ragioni del mondo per infangare quel bugiardo di Potter!-
 
Matilda inarcò un sopracciglio, non si capacitava che quella mentecatta di Pansy avesse avuto il coraggio di intromettersi in una discussione tra lei e suo fratello
 
-Certo, quindi sarai tu ad impedire al mio gemello di cadere nel ridicolo? Sei davvero convinta? Sono certa che aggredendo il sangue del suo sangue guadagnerai punti preziosi agli occhi di Draco-
 
La serpeverde si coronò di un’espressione talmente frastornata che sembrò vittima di un incantesimo confundus e a quel punto Draco, punto nel vivo, la scostò stizzito
 
-So difendermi da solo da mia sorella, cosa credi?!-
 
Perfetto, aveva toccato il tasto dolente del fratello, la sua superbia. Per fortuna a mettere fine a quello che aveva tutta l’aria di uno scontro imminente a suon di bacchette fu Blaise, che pose una mano sulla spalla dell’amico
 
-Andiamo Draco, non lo capisci che Matilda è in buona fede? Lo dice solo per il tuo bene, non essere così suscettibile!-
 
La giovane Malfoy rivolse un sorrisetto al ragazzo per poi tornare a guardare Draco
 
-Già, forse dovresti riflettere prima di gonfiarti come un grifone-
 
Draco sembrò rilassarsi un po’, ma non riuscì ad evitare di domandarle seccamente –Forse hai ragione, ma dimmi un po’, anche tu pensi che mi stia mettendo in ridicolo?-
 
-In verità si, non ho problemi ad ammetterlo, qui davanti a tutti- Matilda si premurò di allargare le braccia per indicare tutti i presenti -ma sai che ti dico Draco? Fai pure quello che ritieni più opportuno, ma sappi che questa volta non sarò io a pulirti il moccio con la manica!-
 
Nell’uscire dalla sala comune sentì dei vaghi insulti da parte del fratello ma non gli dette nessuna importanza, sapeva che avrebbe raggiunto il suo scopo: difatti il giorno seguente tutte le spillette sparirono e dopo un paio di giorni Draco tornò da lei con la coda fra le gambe, ovviamente facendo finta che niente fosse mai accaduto, orgoglioso com’era.
Mentre si allontanava, tuttavia, si ritrovò a riflettere su quanto detto da Draco; era davvero infastidita dal suo comportamento ed arrivò ad accettare, non con scarsa difficoltà, che non trovava Harry Potter un idiota borioso; piuttosto gli faceva tenerezza: solo al mondo, senza nemmeno un fratello su cui appoggiarsi nei momenti di difficoltà. Capiva in un certo senso la solitudine che doveva provare e quando il pensiero fastidioso della propria famiglia arrivò a stuzzicarle la mente, dovette mordersi la lingua e cercare di scacciarlo via. Era davvero più fortunata lei di Potter? I suoi genitori erano temuti e rispettati solo per il loro sangue puro e la fama di ex Mangiamorte di suo padre, la sorella di sua madre rinchiusa ad Azkaban a scontare la pena per la sua totale devozione al Signore Oscuro (cosa che l’aveva resa totalmente fuori di testa), infine quasi l’intera famiglia Black si era macchiata di orribili delitti e nefandezze. Provò un forte senso di ribrezzo e non poté fare altro che correre nella sua stanza e gettarsi sotto la doccia, cercando di grattare via dal suo corpo pallido tutto ciò che non voleva essere.
 
L’ora di Storia della Magia doveva ancora iniziare, difatti non si stupì quando, come spesso accadeva, si ritrovò in netto anticipo davanti l’aula ad attendere che gli ultimi studenti partecipanti alla lezione precedente la liberassero
 
-Signorina Malfoy, come sempre il suo eccesso di zelo la porta qui con troppo anticipo! Mi faccia un piacere dunque, riporti il libro dimenticato involontariamente dal signor Weasley, sono certo che lui non riterrà necessario riaverlo con sé, ma temo che ne avrà bisogno se vorrà prepararsi dignitosamente per il prossimo compito-
 
Matilda mostrò un sorriso ed un cenno d’assenso al professor Ruf che fluttuava con aria annoiata, ma dopo aver afferrato il libro uscì rapidamente dall’aula sbuffando, in quanto non aveva assolutamente voglia di perdere tempo prezioso a causa della disattenzione di un altro studente.
Presa dalla fretta non aveva chiesto a quale Weasley fosse appartenuto il libro, anche se per esclusione pensò dovesse essere di uno dei gemelli, visto che in terza ora la classe frequentante era quella del sesto anno. Aprì la copertina e la scritta Proprietà di Fred Weasley comparve sulla seconda di copertina, seguita da uno scoppiettio fastidioso. Richiuse il libro con forza per evitare di finire nuovamente vittima di uno degli scherzi di quei due fratelli svitati e subito si guardò intorno scocciata: a causa del Torneo tre Maghi l’affluenza degli studenti della scuola era aumentata esponenzialmente.
Fra un viavai di ragazzi chiassosi, che per fortuna stavano defluendo verso le aule scorse, di spalle, un ragazzo decisamente slanciato con un’inequivocabile massa di capelli rossi e ribelli a dominarne il capo
 
-Ehi, Fred Weasley!-
 
Urlò per farsi sentire, ma quando lo raggiunse e quello si voltò nella sua direzione sospirò con disappunto
 
 –Ma no, cercavo tuo fratello, ha dimenticato il libro di Storia della Magia in aula-
 
George Weasley guardò la giovane serpeverde con stupore, prima di scoppiare in una fragorosa risata –Wow! Come hai fatto? Neanche nostra madre è in grado di riconoscerci con tanta facilità!-
 
Matilda si irrigidì imbarazzata, effettivamente come diavolo aveva fatto a riconoscerlo se lo chiedeva anche lei. Rimase quindi imbambolata con il libro stretto fra le mani a sbocconcellare qualche parola
-Allora Lemonsoda, come stai? Vuoi dare a me quel libro? Giuro solennemente di riconsegnarlo al legittimo proprietario senza indugio-
 
La ragazza contrasse bocca e sopracciglia in un’unica interdetta espressione –Lemonche?-
 
George passò un braccio intorno alle spalle della giovane decisamente più bassa di lui che, troppo spiazzata da quel gesto davvero inatteso, non riuscì a far altro che farsi trascinare da lui per il corridoio, non abbandonando  la faccia stupita
 
-La Lemon Soda è una bevanda babbana…- prese a spiegarle George che intanto salutava con la mano libera alcuni compagni che passavano di lì -…che di primo acchito ha un gusto decisamente acido, ma che alla fine scoprirai essere dolce, frizzante ed estremamente dissetante. Insomma: dopo averla bevuta non se ne può più fare a meno!-
 
Matilda sgranò gli occhi e, come risvegliatasi d’improvviso da un torpore atavico, si divincolò da lui, assunse una minacciosa posa portando le mani ai fianchi e si rivolse al ragazzo con la vocina acuta ancor più alterata dal disappunto
 
–George Weasley! Come ti permetti di darmi dell’acida?! E poi si può sapere dove mi stai trascinando?! Ho una lezione da seguire io, anche se mi piacerebbe oziare, da brava nullafacente come te!-
 
Il giovane Weasley afferrò al volo il libro che Matilda gli aveva lanciato contro non riuscendo a trattenere la risata
 
–Come sei suscettibile Malfoy, secondo me ti serve una boccata di aria fresca, che ne dici di saltare quella noiosissima lezione e venire a fare due lanci a Quidditch? Vedo che te la cavi bene come battitore!-
 
Matilda non voleva crederci, ma George la stava imitando. Davanti a tutti. Ne scimmiottava il lancio in maniera grottesca e questo rese la ragazza sempre più sgomenta, ma stava davvero per cedere davanti a quel teatrino ed abbandonarsi così ad una risata di cuore, quando un gruppo di ragazzi della Durmstrang attraversò il corridoio; Poliakoff che, nello scorgerla rallentò il passo, si frappose fra lei e George ancora intento ad imitarla con goffaggine
 
-Matildi Malfoy, è un mio piacere trovarti. Ricevere il tuo gufo e sapere che verrai con me al ballo di Ceppo mi rende esaltato-
 
La giovane Malfoy si irrigidì, lanciò un’occhiata a George che osservava la scena basito, poi tornò a concentrare la sua attenzione sul ragazzo davanti a lei
 
Matild-A- sottolineò
 
Quello la guardò con cipiglio
 
-Come?-
 
-Matild-A. Mi chiamo Matild-A-
 
Il ragazzo sembrò non capire e lei, nel percepire George trattenere le risa, decise di lasciar perdere
 
-Non importa. Comunque ora devi davvero scusarmi ma ho una lezione che mi attende, mi piacerebbe taaanto continuare a parlare ma sai, così vanno le cose…-
 
Così come non aveva compreso il proprio errore di pronuncia, lo studente della Durmstrang non colse l’ironia di Matilda
 
-Non preoccuparti, spero avremo altra occasione di parlare, a presto Matildi- e con un sorriso si congedò.
La serpeverde lo seguì con lo sguardo, in seguito scrollò sconfitta il capo e solo allora tornò a puntare le iridi chiare su George, che stava platealmente trattenendo l’aria con la bocca, per poi sputarla fuori ridendo di gusto
 
 –Davvero? MATILDI?!-
 
Quello non smetteva di ridere e lei roteò d’stinto gli occhi al cielo
 
-Ti prego di non essere così infantile, è già un miracolo sia riuscito a comunicare con frasi di senso compiuto!-
 
La risata del ragazzo non sembrava affatto diminuire–E tu andresti al ballo con quello lì? Per tutti i maghi, Matildi!-
 
Ormai un intenso color peperone si era esteso su tutto il viso di lei
 
–Sei davvero divertente George Weasley. Per fortuna tua tu puoi scegliere, a differenza mia, chi portare a quel maledetto ballo! Buona giornata…di futile ozio, razza di Murtlap!-
 
Si voltò stizzita e corse verso l’aula del Professor Ruf.
Cosa voleva dire con quella frase? Era forse stata spinta ad accettare quell’invito? Chissà come mai, ma questo freddò la risata di George che, dopo aver perso di vista la ragazza, si avviò verso l’esterno della scuola con una buona dose di spensieratezza in meno.
 
Quando la mattina seguente un grande pacco rettangolare si frappose fra lei e la colazione, Matilda non poté fare a meno di ingoiare l’ultimo boccone di torta di zucca ed osservare quel peso ingombrante di fronte a lei, che tra l’altro aveva attirato l’attenzione di tutta la tavolata. Daphne si sporse dalla sua sinistra
 
–Che cosa pensi che sia?-
 
La giovane Malfoy sapeva benissimo cosa contenesse quella pomposa scatola e, prima che la sua vicina potesse poggiare una mano curiosa sula carta color argento, con un solo colpo di bacchetta fece fluttuare via il pacco. Solo quando in solitudine, durante una pausa dalle lezioni se ne era tornata al dormitorio, scartò il pacco e con estrema cura scostò la delicata carta velina che copriva un meraviglioso tessuto verde smeraldo. Richiuse tutto con delicatezza e non si premurò di leggere il biglietto posto sopra la carta; sapeva perfettamente cosa fosse: sua madre le aveva appena mandato il vestito per il ballo.
Con un sospiro pesante si abbandonò sul letto e per un momento si trovò a pensare che non sarebbe stato poi così brutto, essere un Weasley.
 
 
 
(CAPITOLO REVISIONATO)
 
Ciao a tutti voi! Siamo al secondo capitolo, devo quindi fare una giusta premessa: come avrete potuto constatare questa storia attraverserà i libri dal quarto al settimo, quindi non ho la minima idea di quanti capitoli scriverò, ma posso dirvi che i capitoli che riguarderanno il quarto libro saranno principalmente utili a scoprire il personaggio e ad inserirlo nel contesto giusto (vi prometto di non dilungarmi troppo). Perciò saranno sicuramente più noiosi, ma spero avrete la pazienza di aspettare, appena scavalleremo a “L’ordine della Fenice” le cose inizieranno a farsi molto più interessanti! Intanto mi piacerebbe sapere le vostre opinioni, vi siete già fatti qualche idea? Ringrazio chi ha aggiunto la mia storia fra le seguite e preferite, o semplicemente chi ha iniziato silenziosamente a leggerla. Grazie grazie grazie!
 
D.
   
 
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