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Autore: _Bri_    23/08/2017    3 recensioni
[STORIA IN FASE DI REVISIONE]
Matilda è controversa, fredda e pragmatica. Il colore dei suoi occhi riflette quello del gemello ma nonostante l’aspetto, che rivela lo stampo della sua famiglia, la ragazza si sente distante anni luce da questa, trovando conforto solo nelle mura di Hogwarts. E proprio all’interno della scuola Matilda conoscerà l’amicizia e l’amore, per cui lotterà fino alla fine, dimostrando che non sempre la mela cade vicino l’albero.
[Dal capitolo 9]
-Mio padre mi ucciderà-
-Per cosa? Non hai fatto nulla, non ancora almeno-
Barcollò pericolosamente verso di lui, attirata da quelle dita impossibili da gestire
-Anche il solo fatto che mi piaccia un traditore del proprio sangue è un grande affronto-
Le labbra di George si incresparono in un ghigno divertito, e poi cominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore, gesto tanto eloquente e sfacciato, quanto irresistibile
-Quindi stai dicendo che ti piaccio-
-Mi sembrava lo avessi ammesso anche tu, signor Weasley-
-Oh…ma io sono stato decisamente più generico-
La mano di George passò dietro la schiena di Matilda
-E allora che ci fai ad un centimetro dalla mia bocca?- sussurrò leziosa lei
-Lo trovo un ottimo posto, dove tenere la mia-
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, George Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo Revisionato

CAPITOLO III
Il ballo del Ceppo
 
 
Hogwarts era nel pieno del fermento per i preparativi del ballo. Durante la lezione di trasfigurazione, la professoressa McGonagall aveva dato agli studenti una lezione di ballo, in modo che non si trovassero eccessivamente impreparati: sembrava tenere realmente molto a quell’evento. Matilda provava una forte ammirazione per quella donna che, in ogni occasione, dalla lezione più complicata ad un semplice ballo scolastico, pretendeva disciplina ed impegno e nonostante fosse la direttrice della casa di Grifondoro, da sempre in competizione con la sua casa, Matilda rivedeva in lei un modello da seguire. Quando la professoressa chiese di formare delle coppie per esercitarsi nel ballo, la giovane Malfoy si guardò intorno e vide uno spavaldo Blaise Zabini avvicinarsi a lei con aria ammiccante; purtroppo per lui fu ostacolato da Draco, che si pose davanti a Matilda e la afferrò con decisione, lasciando Blaise sconfortato e costretto a scegliere un’altra compagna. Da quando erano piccoli ai gemelli Malfoy erano state impartite lezioni delle più svariate arti, dallo studio della musica al ballo, per cui i ragazzi sapevano bene come muoversi e di lì a poco attirarono l’attenzione di tutta la classe, dando prova di eleganza e maestria. Draco la faceva volteggiare con disinvoltura e Matilda seguiva il fratello senza sforzo, risultando fluida ad ogni passo; sorrise al gemello percependolo fiero e appagato dall’attenzione che stavano ricevendo in quel momento, attenzione che sapeva avrebbe ottenuto se avesse dato prova delle proprie capacità assieme a lei. Ricevettero anche un applauso alla fine della performance, fragoroso dagli studenti serpeverde, decisamente più quieto e trattenuto da parte di quelli delle altre case. Proprio a seguito di quella performance, una settimana dopo, mentre godeva di un pallidissimo sole che si era affacciato timido sui giardini di Hogwarts, Hermione Granger si avvicinò a lei allegra, affiancata da Neville Longbottom, un goffo e dinoccolato grifondoro. Alla vista dei due chiuse la sua copia di “Animali Fantastici: dove trovarli”, una delle sue letture preferite, così puntò le iridi quel giorno particolarmente plumbee sulla strana coppia in piedi davanti a lei
 
–Scusaci Matilda non volevamo disturbarti, se sei impegnata torniamo più tardi-
 
La ragazza incuriosita da quella visita scosse appena il capo
-Nessun problema, tornerò alla lettura più tardi, vi serve qualcosa?-
 
Hermione osservò il suo amico che aveva iniziato a balbettare parole confuse e, volendolo tirare fuori da quell’impasse, prese velocemente la parola –Neville vorrebbe chiederti qualcosa, sai ti ha vista ballare quel giorno a lezione dalla McGonagall e…-
 
Matilda interruppe l’amica con fare imbarazzato e guardò Neville –Mi spiace ma sono già impegnata per il ballo-
 
Il viso del ragazzo si colorì istantaneamente di rosso mentre Hermione sembrava trattenere una risata. Non si aspettava quel genere di reazione da una come lei, una persona che riteneva comprensiva delle esigenze altrui, accorta e leale; perché invece in quel momento le veniva da ridere? Come mai vedere il suo amico rifiutato le scatenava ilarità? Addirittura Matilda si stava risentendo di quella reazione ed era pronta a dire qualcosa alla grifondoro quando finalmente Neville riuscì a balbettare una frase di senso compiuto –No no, ve-veramente vo-volevo chiederti se...saresti disposta a da-darmi qual-ll-che lezione di ballo-
 
Matilda provò un forte senso di imbarazzo per essere giunta a conclusioni tanto affrettate, capendo tra l’altro perché all’amica venisse così tanto da ridere. Si affrettò a scusarsi e con riluttanza accettò infine di insegnare al ragazzo qualche passo di danza.
Trovarono un’aula libera ed Hermione, munita di giradischi, fece partire la musica. Neville era pietrificato davanti Matilda, che stava raccogliendo i capelli sopra la testa e lo guardava con un sopracciglio inarcato
 
-Beh, direi che dovresti fare un lieve inchino ed invitarmi a ballare, ora-
 
-S-s-si ok- Ma visto che non aveva mosso nemmeno un passo nella sua direzione, fu lei a prendere l’iniziativa.
Dopo un’ora di continui calpestamenti di piedi e una buona dose di pazienza della ragazza, finalmente Neville parve sciogliersi un po’ ed iniziò a dare un senso ai passi incerti –Bene, un due tre, tieni dritta la schiena, non startene così ingobbito, forza ancora!-
Nel mentre qualcuno fece capolino nell’aula: Harry Potter si arrestò all’ingresso di questa e nel volteggiare, Matilda scorse un’occhiata divertita che il grifondoro stava lanciando all’amica a seguito del quale subito si arrestò, rischiando di far cadere rovinosamente a terra il povero Neville
 
-Scusate non volevo interrompervi- Matilda provava sempre un forte senso di soggezione davanti ad Harry Potter, non poteva farci niente, motivo per cui le risultò difficile non fermarsi del tutto. Hermione si avvicinò frettolosamente all’amico e presero a sussurrare fra di loro, all’inizio con sguardo rivolto verso Neville e Matilda, poi escludendoli completamente; dopo un paio di minuti i ragazzi della casa rossa ed oro si avvicinarono ed Harry puntò le iridi smeraldine negli occhi di Matilda –Posso parlarti un momento?-
Non si aspettava di certo nulla del genere, dato che le occasioni per scambiarsi qualche parola con il ragazzo che è sopravvissuto erano state ben poche nel corso degli anni passati, spesso sfociate in battibecchi piccati. Matilda lanciò uno sguardo a Neville e mormorò parole di scuse, per poi allontanarsi con Harry Potter.
Camminavano lungo il corridoio, lei di tanto in tanto lanciava uno sguardo a quel ragazzo occhialuto dai capelli impossibili da gestire, per poi tornare a guardare a terra, confusa
 
-Come stai?- Harry interruppe così le domande che stavano sommandosi nella sua testa
 
-Non penso che tu mi abbia mai chiesto come sto in tutti questi anni. Dimmi cosa vuoi, Harry-
 
Era stata fin troppo rigida e le dispiacque, ma effettivamente era così che stavano le cose, loro due non avevano mai avuto niente a che fare e non credeva che sarebbero cambiate le cose di lì a poco. Harry rallentò il passo e la fissò
 
-Hai ragione, ma come sai non scorre buon sangue fra me e tuo fratello…-
 
Stava per andare su tutte le furie: per l’ennesima volta i suoi rapporti sociali erano intaccati dalla presenza di Draco e si domandò ancora una volta perché diavolo il cappello parlante avesse deciso di smistarla in Serpeverde. Sarebbe stato tutto più semplice se avesse fatto parte di un’altra casa, magari Corvonero, almeno avrebbe avuto la possibilità di essere vista con occhi un pochino diversi. Non voleva rinnegare la sua casa a cui era indubbiamente legata e di cui andava fiera, ma la sua appartenenza ai serpeverde ed il suo cognome le stavano mettendo in continuazione i bastoni fra le ruote. Harry pose fine a quel frullato di pensieri
 
-Scusami, so come ci si sente ad essere vittima della propria fama, non dovrei essere proprio io a fare di tutta l’erba un fascio-
 
Matilda corrucciò la fronte –Già, ma evidentemente non puoi proprio farne a meno, non è così?-
 
-Ascolta non sono venuto qui per discutere ma…ecco volevo solo dirti grazie-
 
La ragazza non riuscì a trattenere lo stupore, perché mai la stava ringraziando?
 
-Hermione ha il forte sospetto che sia stato merito tuo, se Draco ha smesso di farmi rivoltare tutta la scuola contro-
 
Sentì le orecchie andare a fuoco
 
-Ho solo detto a mio fratello quello che pensavo-
 
Harry accennò un sorriso sghembo –Ok, ma sai meglio di me che Draco Malfoy non avrebbe mai smesso di prendere di mira Harry Potter, non di sua spontanea volontà almeno, perciò ecco…grazie-
 
Matilda nascose l’imbarazzo dietro un gesto della mano, come a voler scacciare l’aria
-Invece di pensare a queste sciocchezze vedi di concentrarti su la prossima gara, Potter. Con la prima prova sei stato fortunato, quei draghi erano decisamente minacciosi, ma non è detto che questa volta te la caverai altrettanto bene. Quindi mettiti d’impegno-
 
Harry sorrise davanti a quel tentativo di sembrare distaccata e rigida
 
-Allora alla prossima, Malfoy. Meglio che vada prima che Ron o Draco ci scorgano qui insieme-
 
Il pensiero della lunga manfrina che suo fratello avrebbe portato avanti nel vederla chiacchierare con Harry Potter la fece salutare frettolosamente quest’ultimo, per poi tornare nell’aula dove Neville ed Hermione la stavano aspettando.
***
 
Se ne stava davanti allo specchio ad appuntare delle piccole sfere d’argento alle orecchie ed in seguito allacciò un semplicissimo girocollo del medesimo materiale. Daphne uscì dal bagno portando con sé una nuvola di denso vapore ed ancora avvolta nell’asciugamano guardò la compagna di stanza con sguardo sgomento
 
–Per tutti i maghi Matt! Questo vestito è meraviglioso!- Una raffinata decorazione ricopriva la parte superiore del vestito color smeraldo che, superato il seno, andava a dissolversi lasciando traspirare il tessuto che, delicatissimo, cingeva il decolté con uno scollo a barca e scendeva lungo le maniche a tre quarti, lasciando la schiena scoperta fin sotto le scapole, mentre la gonna, ricoperta dal tulle dello stesso colore scendeva lungo i fianchi morbida, per lasciare scoperte solo le caviglie cinte da un tacco color argento dalla punta tonda
 
-Grazie Daphne, ma è merito di mia madre, è stata lei a sceglierlo per me, ovviamente- In disarmonia con la faccina pulita, Matilda storse la bocca -Non poteva essere più prevedibile di così. Verde? Indosso il verde ogni maledetto giorno e lei cosa fa? Tra tutti i meravigliosi e costosi vestiti che poteva permettersi ne ha scelto uno verde. Che palle, ecco-
Un trucco appena accennato illuminava gli occhi color tempesta e le labbra già naturalmente rosse, piegate in una smorfia cupa. Aveva acconciato i capelli in uno chignon morbido e alto, molto classico ma decisamente efficace, che non faceva affatto dimenticare della massa voluminosa e movimentata, ma che lasciava scoperto il viso dando spazio ai lineamenti, su cui Matilda sapeva di dover contare, vista la sua ridicola altezza e il corpo troppo esile, che la facevano sempre sembrare una bambina di dieci anni
 
-Beh, non si può dire che tua madre non abbia buon gusto, comunque tu sei già pronta, io invece devo sbrigarmi e non so ancora che vestito indossare! Ti prego aiutami a scegliere fra questi tre-
 
Astoria, la sorella minore di Daphne, irruppe nella loro stanza con fare molto agitato –Daphne ti imploro, prestami il tuo vestito ciliegia! Ho provato e riprovato quello turchese, hai presente? Quello con le balze, ma ora mi sembra orribile!-
 
 Le due si voltarono per guardare la ragazzina –Scordatelo, sei troppo piccola per metterti quel colore, già è tanto che verrai al ballo e solo perché Blaise ti ha invitata!-
 
Matilda si irrigidì: di fatto non era gelosa, ma avrebbe preferito di gran lunga essere accompagnata al ballo da Blaise che da quel tipo con l’aria cupa che non sapeva nemmeno pronunciare il suo nome. L’immagine di George Weasley che la canzonava passò fugace nella sua mente, ma si sbrigò a cacciarla via e mentre osservava i vestiti sul letto di Daphne si rivolse con discrezione ad Astoria, che intanto sembrava incantata nel guardarla
 
–Senti, ma a te piace Blaise?- La ragazzina piegò le labbra in un sorriso imbarazzato, per tornare subito ad un’espressione offesa rivolta alla sorella -Ma non lo so, è dal mio primo anno che stiamo sempre tutti insieme, se proprio devo dirti la verità non so nemmeno se mi sia mai piaciuto realmente qualcuno. Però…-
 
Matilda intanto aiutava Daphne a sistemare quel bel vestito avvitato che tanto desiderava la sorella, così Astoria proseguì –Sicuramente è un bel ragazzo, poi è…tranquillo ecco, inoltre è un bravissimo giocatore di Quidditch e questo è sicuramente un punto a suo favore, anche se certe volte gioca davvero troppo sporco-
 
Le ragazze risero, concordarono con la più giovane delle Greengrass. Un lieve senso di colpa si instillò in lei: se Astoria credesse di avere delle possibilità con Blaise Zabini? Era consapevole che il ragazzo avesse chiesto alla giovane moretta di andare al ballo con lui solo perché lei stessa non aveva potuto accettare l’invito; avrebbe dovuto dirglielo? Dopo una rapidissima riflessione decise che non era più il momento di tali confessioni e che avrebbe lasciato che le cose si evolvessero naturalmente; si ripromise, comunque, di tenere Blaise il più lontano possibile da lei, quella sera, onde evitare spiacevoli inconvenienti. Quando anche le due sorelle furono finalmente pronte, l’una con il vestito ciliegia tanto conteso, l’altra con il più sobrio turchese, presero un gran respiro e si avviarono verso la sala dove si sarebbe tenuto il ballo.
Doveva ammetterlo, faceva la sua figura acconciata in quella maniera; non solo perché era una Malfoy, non solo perché quello che indossava era effettivamente un vestito splendido: era merito anche suo se l’attenzione di molti presenti era rivolta a lei con ammirazione od invidia. Ringalluzzita da quel picco d’autostima, dimenticò per un attimo che stava per incontrarsi con quello strano tipo della Durmstrang. Nello scorgerla Poliakoff, vestito con un abito impeccabile ed elegante che richiamava la tradizione del suo istituto, mostrò un sorriso limpido e si inchinò per poi porgerle il braccio
 
-Tu sei bella come la luna di questa notte, Matildi-
 
Niente, non ce la poteva fare a pronunciare il suo nome in maniera corretta; tra l’altro, Matilda  era abbastanza convinta che quella fosse una notte nuvolosa e che, della luna, non ci fosse che una triste sagoma coperta da minacciosi nuvoloni carichi di pioggia; comunque conscia del fatto che non avrebbe mai imparato la pronuncia corretta del suo nome rinunciò immediatamente a correggerlo, limitandosi quindi a sorridere in maniera forzata ed a cinguettare qualche parola di ringraziamento.
I campioni del torneo Tre Maghi aprirono le danze come da tradizione e poco dopo tutte le coppie si unirono al primo ballo.
Hermione era meravigliosa, altrettanto belle ed affascinanti erano le altre ragazze che accompagnavano i campioni del torneo e fra tutte spiccava Fleur Delacour, campionessa di Beauxbatons. Dovette ammettere che il ragazzo della Durmstrang che l’accompagnava al ballo era decisamente abile, sicuramente al pari di suo fratello che sembrava non essere particolarmente preso da Pansy Parkinson, al contrario totalmente catturata dal biondino serpeverde
 
-Ti vedo distratta Matildi, ti piace di ballare o no?-
 
Immediatamente Matilda tornò a guardare il suo accompagnatore ed accennò una risata
 
-Si certo, ma non sono abituata a tutto questo: vedere tutti i miei compagni senza divisa mi incuriosisce, capisci?- Spiegazione accompagnata da movimenti bislacchi delle braccia e delle mani, come se enfatizzando il gesto, quello potesse comprendere meglio; beh, il ragazzo annuì e la strinse ancora un po’ a sé, trasportandola con grazia da un lato all’altro della sala.
Dopo due brani classici passati a volteggiare con Poliakoff, quest’ultimo chiese a Matilda se avesse voglia di bere qualcosa e lei non perse l’occasione per accettare, sperando che per almeno un po’ di tempo si potesse divincolare da quell’appuntamento obbligato. Non fece in tempo a mettersi in disparte che Blaise, scorgendola sola, abbandonò istantaneamente Astoria e si avvicinò rapidamente a lei; era davvero bello, pensò
 
-Matt, sei…bellissima, wow!-
 
Matilda tirò un sorriso, mentre con la coda dell’occhio spiava la piccola Greengrass che sembrava osservarli incuriosita
 
-Grazie Zabini, anche tu non sei niente male. Ma dovresti tornare dalla tua accompagnatrice, non mi sembra carino lasciarla lì, sola-
 
Il ragazzo la guardò torvo –Mi avevi promesso almeno un ballo, hai intenzione di non rispettare la parola?-
 
Matilda si guardò intorno notando con piacere che il suo accompagnatore non era ancora tornato, quindi acconsentì.
Tra una giravolta e l’altra la giovane Malfoy si rivolse a Blaise con tono posato e vocina acuta
 
 –Senti Blaise, secondo me Astoria si aspetta qualcosa da questa serata, sai?-
Un sorriso compiaciuto illuminò il volto del ragazzo, che la guardava dall’alto
 
-Dici? E tu cosa ne pensi? Ti dispiacerebbe se ci provassi con lei?-
 
Matilda non sapeva cosa rispondere. In cuor suo sapeva che effettivamente no, non le sarebbe importato, ma non voleva dispiacere Blaise, sapendolo molto attratto da lei; evidentemente il suo volto tradì la risposta e lui si scostò un po’ da lei, con cipiglio
 
-A te non importerebbe proprio nulla, dico bene?-
 
Matilda si accostò nuovamente a lui, non voleva di certo dare spettacolo
 
-Ora non fare così, penso solo che se hai chiesto a lei di venire al ballo con te ci sia un motivo e non voglio essere io a mettermi in mezzo-
 
La giovane Malfoy venne scostata quasi con forza da Blaise; risentito, molto risentito, il bel serpeverde assottigliò ancor più gli occhi naturalmente oblunghi
 
-Ma ancora non l’hai capito che se ho chiesto a lei di venire al ballo con me è solo perché tu mi hai rifiutato? Ma forse sono stato troppo stupido da pensare che avresti scelto di venire con me, se avessi potuto. Evidentemente quello che c’è fra noi per te non conta proprio niente-
 
Blaise si allontanò frettolosamente da Matilda e lei non fece nemmeno in tempo a replicare
 
-Matildi! Stavi ballando con tuo amico? Non volevo interrompere-
 
Rieccolo. Inspirò un grande quantitativo di ossigeno e si voltò verso di lui, i sorrisi che gli rivolgeva erano sempre più forzati
 
-Tranquillo non hai interrotto proprio niente, grazie per la burrobirra, buona scelta-
 
Voleva liberarsi di lui, aveva bisogno di riflettere e non voleva farlo con quel ragazzo in mezzo ai piedi, che intanto aveva iniziato una digressione sulle proprietà che la sua famiglia purosangue possedeva. La giusta occasione per ritirarsi per fortuna non tardò ad arrivare: dei compagni della Durmstrang si avvicinarono ai due, regalando complimenti alla giovane serpeverde con estrema compostezza, dimostrandosi decisamente diversi dagli studenti di Hogwarts; le sembrava di essere stata catapultata all’interno di una delle odiose cene di gala a cui partecipavano di tanto in tanto i suoi genitori ed il pensiero la nauseò all’istante. Nel vedere Hermione accanto al tavolo delle bevande colse l’occasione per congedarsi dal gruppo e si avvicinò a lei con passo svelto, oltrepassando Ron Weasley che indossava un orribile vestito, probabilmente risalente alla prima guerra magica
 
-Bel vestito Weasley, la mia bisnonna ne aveva uno uguale uguale!- non trattenne una risata quando il ragazzo le inveì contro
 
-Hermione, sei…fantastica sai?-
 
La giovane grifondoro sorrise all’amica con entusiasmo, sembrava davvero molto felice –Non posso dire meno di te, questo vestito è splendido! Ti stai divertendo?-
 
Matilda ingollò l’ultimo goccio di burrobirra frettolosamente e senza uno straccio di eleganza subito chiese un altro bicchiere –Diciamo che poteva andare peggio, ho giusto qualche problemino a far capire al mio accompagnatore come mi chiamo, per il resto…- sbuffò e si riempì la bocca di una fresca sorsata – Sto combinando un pasticcio, ma nulla a cui non si possa rimediare, ecco –
 
 Hermione la scrutò con sospetto –Hai bisogno di una mano?-
 
Scrollò il capo e accennò un sorriso –Non preoccuparti, vedrò di risolvere in un modo o nell’altro. Invece dimmi un po’…- Matilda sorrise malandrina –Vedo che te la passi bene con Viktor Krum, ha altre qualità oltre essere il miglior cercatore al mondo?-
 
Hermione diventò incredibilmente rossa e non riuscì a mascherare l’imbarazzo –Mi trovo bene con lui, è attento e cortese, non mi…dispiace insomma-
 
 La serpeverde sorrise complice all’amica e quando le due vennero raggiunte da Viktor Krum pensò di doverli lasciare soli
 
-La vuoi piantare di parlare con quella sanguemarcio?-
 
Matilda si voltò di scatto e guardò il fratello inorridita –Draco, non permetterti mai più di usare quel termine in mia presenza, sono stata chiara?-
 
Il fratello la guardava torvo –Stai passando troppo tempo con la Granger, nostro padre non sarebbe affatto contento, lo sai?-
 
la gemella assottigliò lo sguardo –E quindi? Sarai tu a fare la spia? Comunque tu lo sai come la penso, questa storia della purezza del sangue mi fa venire il voltastomaco: Hermione è una bravissima strega, decisamente migliore di molti di noi e questo è quanto, mi meraviglio di te!-
 
Draco alzò gli occhi al cielo –Dai, lo sai che non sono davvero serio, però non mi piace che ti mischi con quella gente, odio quel gruppetto di grifondoro sottuttoio. Allora come sta andando la tua serata?-
 
 Matilda, ancora infastidita dalla terminologia usata dal gemello, gli rispose con un secco bene e si allontanò presto da lui. Stava passando la serata ad evitare praticamente ogni essere vivente conosciuto in quella sala, ma proprio quando aveva deciso di defilarsi, la musica classica lasciò il posto a quella live di “Le sorelle Stravagarie” ed una folla scalmanata di studenti adolescenti la trascinò nella bolgia. In realtà era ben felice che quella noiosissima musica classica avesse trovato fine e prese a scatenarsi, ben contenta di non notare intorno a sé la presenza di Poliakoff, di Blaise o di Draco; venne raggiunta presto da Daphne ed assieme si lanciarono in un ballo sfrenato. Tra una spallata e l’altra quasi finì addosso a Lee Jordan, grifondoro e fedele amico dei gemelli Weasley che la afferrò per le spalle e la rimise in sesto
 
 –Guarda chi c’è qui Georgie, la più simpatica dei fratelli Malfoy!-
 
Il ragazzo dai capelli rossi si era liberato presto della giacca ed aveva arrotolato le maniche della camicia bianca fin sopra i gomiti. Spiccava in altezza rispetto alla media quindi non fu difficile notarlo
 
-Ehi, Lemonsoda! Ti sei liberata del fardello di Durmstrang, vedo!- i due ragazzi si strinsero attorno alle due serpeverde, con visibile disappunto di Daphne che non sembrava affatto contenta di quella compagnia
 
–Come ti ha chiamata?- urlò la bionda per farsi sentire dall’amica
 
 –Lascia perdere, George Weasley è convinto di essere simpatico!-
 
I due ragazzi iniziarono a ridere sguaiatamente; intorno ai quattro, intanto, gli studenti continuavano a ballare, fischiare e gridare canzoni
 
 –Oh, ma io sono simpatico, nonché bellissimo!- -E anche modesto!-  -Vi unite a noi, graziose fanciulle?-
 
-Neanche foste gli ultimi ragazzi nel mondo magico!- Daphne arricciò il naso tentando di mantenere il punto
 
 –Andiamo Greengrass, questo ballo serve per stringere amicizia con le altre scuole, che brutto esempio daresti se fossimo i primi a tenerci a distanza?-
 
Il sorriso di Lee parve far crollare un minimo il muro di rigidità che la giovane serpeverde manteneva con costanza nella quotidianità; dopo aver lanciato un’occhiata all’amica, sbuffò
–E va bene Jordan, ma prenditi poca confidenza e portami qualcosa da bere almeno-
 
 Matilda osservava Daphne  divertita, intanto che armeggiava con l’acconciatura nel vano tentativo di ricomporla un minimo, quando un voce arrivò al suo orecchio
 
 –Vedo che l’irresistibile fascino di Lee Jordan colpisce anche la più algida dei serpeverde-
 
 Piroettò su se stessa, scorgendo George raddrizzare la schiena e mantenere un sorriso serafico sul volto. Continuava a scombinare, più che ricombinare i capelli che sembrava non volessero tornare al proprio posto, ma almeno aveva qualcosa da fare nell’attesa del ritorno della sua amica e dell’altro grifondoro; rimanere sola con quel dannato ragazzo Weasley la agitava non poco
 
 –Guarda che la stessa cosa vale per te George Weasley, poca confidenza! E poi non hai portato nessuna al ballo? Che ci fate qui tutti soli?-
 
Il ragazzo ridacchiò spensierato –Certo che ho portato una ragazza al ballo, ma non ho mica fatto un voto infrangibile. Poi senti chi parla! Sei la prima ad essere sfuggita al tuo accompagnatore o sbaglio?-
 
Cosa poteva rispondere? Quella non era che la verità e di conseguenza non aveva più armi per tenere lontano quel ragazzo così maledettamente impertinente. Fece una smorfia e proprio quando stava per dirgli che sarebbe andata a prendersi da bere, George le afferrò la mano
 
 –Dai Matildi, balla con me così che serata diventa più magica di tutto mondo magico!-
 
La giovane Malfoy, finalmente, si liberò di quella risata che per giorni le era rimasta incastrata in gola e senza pensarci troppo iniziò a ballare con George. Di lì a poco tornò una più sciolta Daphne seguita da Lee Jordan; a completare il quadretto fu Fred Weasley, che strabuzzò gli occhi alla vista di quella scena inaspettata e prese a dare gomitate al fratello
 
 –Vedo che vi state divertendo ragazzi, pare che le serpeverde regalino grandi soddisfazioni!-
 
Le due ragazze si guardarono con aria complice, quindi fu Daphne a parlare
-Che c’è Weasley, vuoi passare alla casa migliore di Hogwarts? Di certo ci guadagneresti!-
George e Lee scoppiarono a ridere
 
-Ci sanno fare con le parole, eh Freddy? Sembrano addirittura simpatiche quando non indossano la divisa!-
 
Il bislacco gruppetto prese a canzonarsi con reale spensieratezza, ma quando Matilda scorse fra la folla scatenata il suo accompagnatore, abbassò la testa sperando di non essere vista. George si chinò a sua volta, dovendosi però piegare molto più di lei
 
–Tutto bene Lemonsoda? Hai deciso di trasformarti in uno struzzo?-
 
Matilda sciolse frettolosamente i capelli e poi tirò George ancora più giù –Non voglio farmi vedere, quel tipo è troppo noioso, non voglio passarci un solo altro istante!-
 
George ghignò –Ti stai divertendo troppo qui con noi, ammettilo!-
 
Matilda lo spintonò appena –Chiunque sarebbe più divertente di quello lì, non montarti la testa! Comunque ora scusami ma devo proprio scappare-
 
Ancora china in quella posizione ridicola strattonò il braccio dell’amica che sembrava ormai totalmente rapita dall’allegria dei due ragazzi grifondoro –Ehi Daphne! Mi sto dando alla fuga, se Poliakoff ti chiede di me digli che qualcuno mi ha lanciato per sbaglio un incantesimo tarantallegra, o che ho mangiato qualcosa di disgustoso che mi ha provocato forti attacchi di vomito, insomma inventati qualcosa che lo persuada dal cercarmi!-
 
 Iniziò a passare con difficoltà in mezzo alla folla mantenendo la postura ricurva, dietro di lei George la seguiva divertito
 
–Scusate, permesso, scusate!-
 
rischiò di scontrarsi con Pansy Parkinson, intenta a raggiungere il fratello circondato da quattro o cinque ragazzine, distratto a tal punto da non fare caso a lei, quindi.
Finalmente fuori, percepì l’aria pungente schiaffeggiarle il viso; affrettò il passo per finire in una zona in ombra che sperava non avrebbe dato la possibilità a nessuno di trovarla, se non allo stesso George, che l’aveva seguita
 
-Questa si che è una fuga di classe! Non potresti semplicemente dirgli che ti scatena la stessa reazione di una lezione del professor Ruf?-
 
Matilda ravvivò i capelli ormai esplosi in tutta la loro lunghezza
-Non posso farlo! I miei genitori…e comunque non sono affari che ti riguardano. Tu perché mi hai seguita? Torna dentro!-
 
Il ragazzo con le mani in tasca si guardava intorno sornione –Quindi è vero che i tuoi ti hanno obbligata ad accettare l’invito di quello lì, mi dispiace-
 
Aggrottò le sopracciglia chiare –Se è un altro modo per prendermi in giro, sappi che non lo trovo affatto divertente-
 
Gli occhi nocciola di George guizzarono immediatamente nella sua direzione, per scontrarsi con quelli di lei
 
 -Sono davvero dispiaciuto per te, deve essere difficile vivere in una famiglia che ti obbliga a fare qualcosa che va contro la tua natura-
 
Quest’ultima affermazione la colpì allo stomaco come una lama bollente: più passava il tempo, più la consapevolezza di essere la mela della sua famiglia che pian piano marciva si faceva evidente. Il suo sangue era una perfetta amalgama di quello Malfoy e Black, eppure ogni elemento che caratterizzava la sua famiglia la disgustava e la allontanava sempre più, nonostante la sua giovane età. Abbassò gli occhi sconfortata mentre le dita tiravano i capelli ribelli dietro le orecchie
 
-Dai non fare così ora, posso permettermi di dirti come la penso? Credo che dovresti essere come ti senti di essere. Certo dovrai agire con intelligenza ed astuzia, ma sono sicuro che ad un certo punto riuscirai a scrollarti di dosso il buon nome della tua famiglia senza soffrirne-
 
Tornò a guardare quel ragazzo che la osservava, mani in tasca e sorriso rassicurante
 
-Ah, quindi sei qui-
 
I due si voltarono  e si trovarono davanti Blaise Zabini; sembrava su tutte le furie
 
-Si, non avevo voglia di stare dentro, che ci fai qui Blaise?-
 
Ed ecco spuntare anche Draco che lanciò uno sguardo di disprezzo verso George
 
-Vattene da qui Weasley!-
 
George inarcò un sopracciglio senza che il suo sorriso abbandonasse il volto
 
-Se non sbaglio questo è territorio comune Malfoy. Perché non impieghi le tue energie in maniera più costruttiva? Non ti fa bene arrabbiarti così-
 
Blaise si avvicinò minaccioso a George
 
-Sarebbe meglio per tutti che te ne tornassi dentro con i tuoi amichetti grifondoro, non pensi?-
Draco spalleggiò l’amico e si avvicinò anche lui a George, puntandogli la bacchetta contro
 
-Esatto Weasley, gira al largo!-
 
Matilda si frappose fra i due e George, ritrovandosi la bacchetta di Draco davanti alla faccia
-Abbassala immediatamente Draco- Il tono era impassibile, ma sentiva di stare per esplodere
 
-Ma che ti sta succedendo Matt? Non ti riconosco più! Ora ti metti a difendere questo straccione traditore del suo sangue?!-
 
Non poteva credere che Blaise avesse detto quelle parole. Il ragazzo sensibile che credeva di conoscere sembrava essere scomparso, lasciando il posto ad un fiero purosangue. Presto il gruppo fu raggiunto da Fred, Lee e Daphne che evidentemente avevano osservato il viavai sospetto dei loro conoscenti fuori dalla sala da ballo
 
-State dando un party alternativo? Georgie mi meraviglio di te, dovevi invitarci!-
 
-Niente affatto Fred, pare che i serpeverde si siano risentiti di qualcosa, magari il catering non è stato gradito dalle loro boccucce di figli di papà-
 
Draco scattò in avanti scostando violentemente la sorella, per ritrovarsi a puntare la bacchetta davanti a George che, impassibile, continuava a stuzzicarlo con lo sguardo
 
-Andiamo Malfoy, forse è davvero il caso che torni dentro, facciamo finta non sia successo nulla, che dici?-
 
-Non azzardarti a dirmi cosa devo o non devo fare Weasley!-
 
-Basta Draco!-
 
-Si fatela finita ragazzi!- la voce di Daphne si unì a quella di Matilda, ma non ottennero nessun risultato. I grifondoro cominciarono a spintonarsi con i serpeverde, non riuscendo più a resistere alle provocazioni. Prima che qualche professore potesse accorgersi di quello che stava accadendo fuori dalle mura, Matilda decise di prendere in mano la situazione e di spintonare via prima Blaise, poi il fratello. Il primo guardò Matilda con occhi sgranati, ma lei fu così dura da non permettergli di proferire parola
 
 –Mi fate vergognare di essere una serpeverde, siete così puerili da non rendervi conto di esservi messi in ridicolo! Ve lo dico ora e non mi ripeterò mai più: io non sono una vostra bambola, sono stata chiara? Decido io con chi passare il tempo, io con chi studiare, io come gestire la mia vita! Queste scene da maschi testosteronici non devono mai più capitare davanti ai miei occhi, avete capito?!-
 
Afferrò il fratello per un braccio e, dopo aver concesso a George uno sguardo ricco di scuse, lo trascinò via.
Una volta dentro, Draco si liberò dalla presa della sorella, dietro di loro Blaise e Daphne li seguivano torvi. Una volta trovato un corridoio isolato Matilda sbottò –Non permettetevi mai più!-
 
Blaise era risentito –Guarda che se non te ne fossi andata con quel Weasley non sarebbe successo niente!-
 
Le pupille chiare gelarono il giovane Serpeverde –Trova il coraggio di dire a Draco come mai non sarebbe successo niente, forza!-
 
Draco, che fino a quel momento ribolliva di rabbia nei confronti della gemella, spostò rapidamente la sua attenzione sull’amico –Cosa dovrei sapere?-
 
Blaise girò la testa alla sua sinistra e mantenne lo sguardo basso, rimanendo in silenzio. A quel punto Matilda, stanca di quella situazione, sbottò
 
 -È geloso! Per questo mi ha seguita quando mi ha vista uscire! Non ha potuto fare nulla nei confronti di Poliakoff solo perché sa che sono stata obbligata ad accettare il suo invito dai nostri genitori! Per questo è uscito di senno quando mi ha vista parlare con George Weasley-
 
 Daphne e Draco osservavano gli altri due sgomenti, fu la bionda a parlare –Ma quindi voi due…- Matilda concentrò la sua attenzione su Blaise –Noi due niente. Ti credevo diverso Blaise, ma sentirti dire quelle cose su George…me lo sarei aspettato da mio fratello, non certo da te. E tutto questo solo perché stavamo parlando. Sono io a non riconoscerti più!-
 
Nel correre verso i sotterranei non badò alle richieste da parte dei due ragazzi di fermarsi. Era giunto il momento di smetterla di giustificarsi per ogni cosa.
Sbatté con fragore la porta della sua stanza dietro di sé, ma questa quasi immediatamente si riaprì lasciando spazio a Daphne che cercò di placare la crisi isterica dell’amica, intenta a schiantare qualsiasi cosa all’interno del dormitorio
 
-Per piacere Matt, adesso calmati-
 
La giovane e furiosa Malfoy si voltò verso Daphne –Sono stanca di stare sempre calma! Maledetti loro! Maledetti tutti!- Con un altro colpo di bacchetta sfilò l’abito da dosso e lo scaraventò nell’armadio. Poi con ampi respiri si calmò e le lacrime sostituirono la rabbia; crollò sul letto ed iniziò a singhiozzare con la faccia immersa nel cuscino. Daphne sedette accanto a lei e con rispetto e delicatezza le pose una mano sulla spalla scossa dal pianto convulso. Solo dopo un tempo difficile da stimare, Matilda si calmò e Daphne le rimase accanto, pronta ad ascoltare il rigurgito di quel cuore triste.
 
 
 
Buon caldissimo pomeriggio! Lo so questo è stato un aggiornamento lampo, ma sono tristemente malata a casa (già, mi sono raffreddata con 35 gradi) e quindi ho avuto un bel po’ di ore a disposizione per dedicarmi alla stesura del terzo capitolo. Difficili gli adolescenti con le bacchette in mano, eh? Aspetto i vostri commenti con ansia e vi anticipo che prossimamente allegherò un disegno di Matilda che sto preparando. Ogni genere di recensione è gradita, ovviamente.
Vi abbraccio.
 
D.
   
 
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