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Autore: layla84    17/06/2009    12 recensioni
Buon compleanno Annaly, questa ff è tutta per te :) “Non sto scherzando Harry, non sai quanto mi dispiace dirtelo ma… a quanto pare hai perso tutti i ricordi legati a questi ultimi 5 anni” Un Harry Potter che cerca di rimettere insieme i ricordi di cinque anni spariti nel nulla.. ma che ci fa Malfoy al suo capezzale?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi finalmente con un nuovo capitolo.. con un ritardo mostruoso, lo so da sola :(
Spero comunque che questo nuovo chap valga l’attesa e spero di poter postare con più frequenza da adesso in poi.
Mi scuso con tutte le persone che hanno commentato la fic, l’hanno inserita tra le preferite o le seguite o semplicemente la seguono, ma per diversi problemi che non sto qui ad elencarvi, tra cui anche un cambio di lavoro, non ho avuto molto tempo per dedicarmi alle mie storie.

Al solito un grazie speciale ad Annaly, la mia stupenda beta^^

Ps: Un grazie immenso a tutte le persone che hanno commentato l’ultimo chap.. non avete idee di quanto faccia piacere ricevere un commento e vedere che il proprio lavoro piace^^

Alla fine dal capitolo ci sono le risposte ai vostri commenti ^^
Layla84

 

 

No. No!
Il suo cervello aveva avuto un black out iniziale a quella rivelazione, ed allo stesso modo anche il suo cuore aveva deciso di dimostrare il suo dissenso per quell’assurdità, fermandosi giusto quei pochi secondi  necessari a farlo smettere di respirare.
Non seppe con esattezza quando passò: prima che fosse di nuovo in grado di formulare una frase di senso compiuto, potevano essere passati pochi istanti o, più probabilmente, parecchi minuti.
Eppure Malfoy era sempre lì, che alternava lo sguardo tra lui e quell’anonima stanzetta di ospedale in cui si trovavano, senza parlare… senza chiedere… fermo sulla sedia.
“No!”
Si rese conto solo quando quella sillaba aleggiò tremante e silenziosa nella stanza, che forse sì, era di nuovo in grado di formulare dei pensieri ma, a quanto pareva, non riusciva a pronunciarli ad alta voce, visto che quello che si era riproposto di dire, ovvero: “E’ assurdo, Malfoy, non può essere. Piantala con questo scherzo idiota!” era stato tutto condensato in quell’unica parola.
Eppure Malfoy dovette ugualmente coglierne il senso, perché lentamente si voltò verso di lui: lo sguardo semi nascosto dalla lunga frangia di capelli color luna, prima che la sua nuova e sconosciuta voce da adulto arrivasse alle sue orecchie.
“E’ così, Harry. Stiamo insieme. Capisco che possa essere incredibile per te, ma le cose stanno esattamente in questo modo.”
E non seppe mai se fu il tono stanco dell’altro, o le leggere occhiaie sotto lo sguardo grigio, che Harry scorse nel momento in cui il biondo puntò gli occhi su di lui, eppure si ritrovò a credere alla sincerità di quelle parole.
Alla sincerità di Malfoy.
Assurdo.
Eppure era così: credeva a quello sguardo argentato così serio e triste, a quelle parole disperate, anche se non riusciva ancora a capacitarsi di come di come si fosse cacciato in un guaio simile.
Tutte le idee che gli erano passate per la mente in quei pochi istanti, di essere finito in un universo alternativo, in un incubo, o di essere sotto qualche strano tipo di incantesimo, si andarono a scontrare e a frantumare come fragile cristallo, contro quella che sembrava essere invece la solida realtà.
Lui. E. Malfoy.
Malfoy, cazzo: proprio lui, tra tutti.
Aveva voglia di urlare, di prendere a pugni chiunque gli fosse capitato a tiro.
Magari proprio colui che si divertiva a prendersi gioco della sua vita: non bastava aver perso i ricordi legati ai suoi ultimi cinque anni di vita… ma no, era troppo poco per Harry Potter, vero? Perché non aggiungere a quel casino colossale che si stava delineando essere la sua vita, anche un fidanzato ex Mangiamorte di nome Draco Malfoy?
Ed aveva voglia di piangere. Piangere, si.
Come un ragazzino; lo stesso ragazzino che pensava di essere fino a quando pochi minuti prima non aveva scoperto che gli avevano portato via i suoi ricordi e, con essi, le sue certezze.
Perché non puoi odiare Draco Malfoy fino ad un momento prima, per poi ritrovarti fidanzato con lui, dopo quello che nella tua testa è un solo istante, ma che per resto del mondo è un intero lustro.
Si portò una mano alla tempia, mentre una profonda fitta si estendeva fino all’occhio e gli strappava un gemito frustrato.
Era stanco, confuso e disperato, eppure voleva capire come fosse potuto accadere.
Puntò di nuovo lo sguardo su Malfoy e vide il biondo pronto a rispondere alle sue domande, come se già sapesse che voleva saperne di più. Come se lo conoscesse così bene, da poter indovinare cosa gli fosse passato nella testa, in quei minuti.
E la testa prese a girargli ancora più intensamente.
Assurdo.

Lo pensò, di nuovo, pochi istanti dopo, quando Draco gli si avvicinò, mani in tasca e occhi nervosi che si spostavano da un punto all’altro della coperta, senza alzare lo sguardo.
Effettivamente, dovette ammettere Harry almeno con se stesso, quel Draco Malfoy sembrava decisamente
più umano e meno stronzo, anche se è noto, le apparenze spesso ingannano e - ma a questo
pensiero non volle dare un seguito - notevolmente carino.

Il pensiero che lo sconvolgeva maggiormente era l’idea di essere fidanzato con un ragazzo… che fosse Malfoy non aiutava certo.
Ovviamente sapeva di essere gay: era dalla fine della guerra che quella consapevolezza si era fatta strada in lui, portandolo a dare un taglio netto alla relazione con Ginny.
Eppure non aveva mai fatto pensieri di quel genere su Malfoy, o almeno, non che ricordasse.
In realtà non ricordava di aver mai fatto pensieri del genere su nessuno anche se, sicuramente, non era stato così.
L’ultimo suo ricordo risaliva all’inizio del settimo anno, quello che aveva dovuto ripetere dopo la caduta di Voldemort e i suoi rapporti con il biondo, a quel tempo, erano di profonda indifferenza.
Stava iniziando finalmente a vivere e, fino a quel momento, non aveva avuto molto tempo per l’amore.
Tentò un’occhiata in direzione dell’oggetto dei suoi pensieri, proprio mentre questi lasciava vagare lo sguardo per la stanza a disagio: l’illuminazione artificiale sul soffitto creava strani giochi di luce con i suoi capelli argentati, rendendoli quasi eterei.
Il silenzio si dilatava tra loro, scandito solo dai loro respiri e dai pensieri che vorticavano furiosi nella testa di Harry, creando rabbia e disperazione.

Rimasero così, in silenzio, per diversi minuti, prima che il moro si decidesse a parlare.
“E quindi… stiamo assieme. Eppure non ricordo nulla” e la frustrazione di cui erano intrise le sue parole, stupì anche se stesso.
Il biondo non si mosse, né parlò. Si limitò a spostare il peso da un piede all’altro, le mani visibilmente strette a pugno, all’interno dei jeans: quando parlò, la voce era un’eco lontano della sua.
“Tutto questo non ha senso. Non so come comportarmi con te, Harry, non so come fare in questa situazione.”
Malfoy sembrava nervoso ed arrabbiato, ma Harry non riusciva a capire se con lui o semplicemente con se stesso, o magari con il destino, che li aveva messi in quella situazione.
Cercò volutamente di ignorare che il suo nome, pronunciato da Malfoy, aveva decisamente qualcosa di strano, eppure allo stesso tempo era estremamente familiare alle sue orecchie.

Proprio in quell’istante la porta si aprì, mentre Hermione faceva il suo ingresso nella stanza: sembrava tranquilla mentre rivolgeva un piccolo sorriso in sua direzione, eppure Harry leggeva chiaramente la preoccupazione dietro quelle iridi dorate.
“Scusate ragazzi, ma volevo controllare che Harry fosse sveglio, per poter procedere ai test magici. Tutto bene?” chiese lei, lanciando poi un’occhiata perplessa alle loro facce.
“Malfoy mi ha spiegato la situazione” rispose di getto Harry.
La riccia lo fissò un attimo, stupita, per poi rivolgere una rapida occhiata a Malfoy, che alzò un sopracciglio come risposta.
Quello strano scambio di sguardi lo turbò, non tanto per l’intesa tra i due, ma quanto perché quei due erano “Furetto Malfoy” e “Mezzosangue Granger” e tra loro non era mai corso buon sangue.
Poi si ricordò che nemmeno tra lui e Malfoy era mai corso buon sangue, eppure si ritrovava ad averlo come fidanzato e capì che non se ne doveva stupire più di tanto.

Fu un attimo, una frazione di secondo, in cui il suo cervello formulò una domanda che gli gelò il sangue nelle vene, poi il suo sguardo saettò in fretta verso quello di Hermione, agitato e disperato assieme, ricevendo tutta l’attenzione della ragazza.
“Ron? Sta bene? Perché non è qui?” disse, mentre si accorgeva, nello stesso istante, che Ron non era mai stato lì, da quando si era svegliato.
E per un attimo, l’idea che Ron sapesse di lui e Malfoy, l’idea che magari non volesse più rivolgergli la parola per essersi messo col nemico, con un ex Mangiamorte, gli bloccò il respiro in gola e gli fece andare in fiamme gli occhi.
Aveva perso quasi tutta la sua vita. Non Ron. Non anche lui.
Ti prego.
Hermione gli sorrise, rassicurante, prima di fargli una piccola carezza sui capelli.
“Ron sta bene Harry. Era in missione con te ed è rimasto leggermente ferito. Niente di grave, solo una piccola contusione ad una spalla, ma non può muoversi dalla sua stanza, al momento. Anche se ha cercato in tutti i modi di convincermi a farlo venire da te, una volta che avrà finito gli esami.”
Harry sorrise a quella risposta e si rilassò impercettibilmente, mentre Hermione si schiariva la voce e prendeva a parlare.
“Allora Harry...”, dal tono in cui pronunciò il suo nome capì che doveva parlare in veste di Medimago, perché era lo stesso tono che l’Hermione dei suoi ricordi usava per spiegare loro le lezioni più difficili. “Ho parlato con un Medimago specializzato in casi di Amnesia come questo e mi ha consigliato di non utilizzare incantesimi di guarigione sulle tue ferite, perché sono magie molto potenti e potrebbero bloccare il ritorno dei tuoi ricordi, oltre a influenzare i test a cui dovrai sottoporti. Ovviamente dovrai utilizzare i metodi babbani per curare la frattura della gamba e la lussazione della spalla, quindi dovrai tenerle immobilizzate per un certo lasso di tempo. Il fatto che Draco ti abbia spiegato del vostro rapporto, semplifica tutto però...” venne interrotta da un colpo di tosse proveniente dal biondo, mentre lui inarcava un sopracciglio, in una muta domanda.
Che diavolo voleva dire? Tutto, cosa?
Un fremito gli corse lungo la schiena, mentre il pensiero che ci fosse ancora qualcosa che gli era stato taciuto gli balenava nella mente.
Poteva forse esserci qualcosa di più scioccante, che lo scoprire di essere fidanzato con Malfoy?
Hermione li osservò per un attimo, perplessa e poi, un istante prima che Malfoy iniziasse a parlare, riprese il discorso: “Intendevo dire che è un bene che tu sappia già tutto, perché il Medimago mi ha detto che la vicinanza di Draco potrebbe stimolare il ritorno della memoria e visto che in questo periodo tu non riuscirai ad essere pienamente autosufficiente ed avrai bisogno dell’aiuto di qualcuno, per fortuna voi due vivete assieme, perché altrimenti sarebbe stato ancora più problemat...”
“Cosaa?”
Più che un’esclamazione ad Harry uscì un vero e proprio urlo, che ebbe come effetto quello di spaventare Hermione e di far uscire uno sbuffo irritato a Draco.
“Non gli avevo ancora detto che vivevamo insieme, visto che sei stata proprio tu a dirmi di andare per gradi, con lui.”

In quel momento Harry si rese conto che si, poteva esistere qualcosa di peggio che stare con Draco Malfoy: il viverci assieme.
E quello era troppo, anche per lui.
Alzò gli occhi verso il soffitto, in una muta preghiera verso chi si prendeva così beffe di lui e si chiese se fosse tanto divertente, rovinargli la vita. Poi riportò lo sguardo sui due accanto al letto, che stavano ancora discutendo tra loro e, finalmente, scoppiò:
“Furetto scordati che io viva con te. Non so come tu mi abbia convinto in passato, ma io non verrò mai ad abitare con te. Mai!”
Vide l’espressione dell’altro ragazzo cambiare: prima apparire leggermente scioccata, poi man mano che la consapevolezza delle parole di Harry si faceva strada in lui, sempre più sconvolta.
“E perché, se è lecito saperlo?” Freddo e tagliente, come solo un Malfoy poteva esserlo.
“Perché il Malfoy che conosco io è stronzo, altezzoso e ipocrita, e mi pare che non ci sia tanta differenza da quello che ho davanti adesso. Non ho alcuna intenzione di abitare con qualcuno di cui non mi fido.” rispose, cercando di mantenere un tono simile.
“Harry, anche per Draco è una situazione difficile, ma passare del tempo con lui, potrebbe aiutarti a ritrovare più facilmente i tuoi ricordi” s’intromise Hermione, cercando di farlo ragionare.
“Hermione” e la sua voce vibrò su una nota bassa che nemmeno sapeva di possedere, ma che ebbe l’effetto di zittire l’amica, “l’ultima cosa che ricordo di Malfoy è che cercava di farmi cadere dalla scopa a  venti metri da terra. Puoi ripetermi all’infinito che per lui sia una situazione difficile, che anche per te sia una situazione difficile… Ma tu non hai idea di cosa voglia dire svegliarsi e vedere sparita nel nulla la propria realtà. Non avere certezze, se non quella che la tua vita non ti appartiene più. Che le persone che conoscevi non sono più le stesse e che, tu stesso, non sei più la persona che pensavi di essere. Non puoi pretendere che in cinque minuti accetti di stare assieme a Malfoy, quando sai benissimo quali sono stati i nostri rapporti, a scuola. Non puoi davvero pensare che io andrò a vivere con lui.”
Hermione lo fissò per un attimo, attonita, prima che gli occhi le diventassero lucidi e una lacrima facesse capolino dispettosa sulla guancia.
Harry si sentì pateticamente in colpa ed ingiustamente più leggero in quel momento, come se l’essere riuscito a far capire come si sentiva all’amica, gli togliesse un peso dal cuore.
Nemmeno si accorse che, nel frattempo, quel peso sembrò essersi posato a forza su Malfoy, visto che il ragazzo vacillò per un istante, prima di buttarsi a peso morto su una poltrona, prendendosi la testa tra le mani.

Non seppe dire se fu la posizione desolata che l’altro assunse o la consapevolezza, nel profondo, di averlo ferito in maniera devastante; ma lui era Harry Potter e odiava sentirsi colpevole del dolore altrui, fatto sta che si comportò, come suo solito, di conseguenza.
Alzò gli occhi su Hermione, che si stava asciugando prontamente le lacrime con la manica delle veste da Medimago, come un tempo faceva a Hogwarts, con la divisa. Solo che allora era Malfoy a farla piangere, mentre adesso era colpa sua. Ulteriormente in colpa a quel pensiero prese fiato, sapendo già, non appena le parole iniziarono a uscire dalle sue labbra, che stava decretando la sua fine.
“Però, se davvero sei convinta che lo stare vicino a lui mi possa in qualche modo aiutare a recuperare i miei ricordi, lo farò.”
Una frazione di secondo dopo gli occhi grigi del biondo furono su di lui e si ritrovò a mettere in chiaro le cose, sperando di non sembrare nuovamente troppo brusco.
“Non ho intenzione di dormire con te, Malfoy, né di giocare alla coppietta felice. Voglio solo recuperare i miei ricordi e se questa è la maniera migliore secondo Hermione, seguirò il suo consiglio. Ciò non toglie che considero tutto questo un’assurdità”, concluse, aspettandosi una qualche risposta dai due.
Alla fine aveva ceduto, sì, ma solo perché voleva sapere cosa diavolo gli era passato per la testa, per potersi mettere con il biondo e soprattutto per uscire il prima possibile da quella situazione.
Per quanto riguardava il fatto di farsi aiutare... col cavolo! Era un mago, avrebbe usato la magia.
Vide con la coda dell’occhio Malfoy accostarsi a lui e una mano diafana avvicinarsi alle coperte leggere del letto.
Il biondo fece scorrere le dita sulla ruvida coperta, i polpastrelli che a stento ne toccavano la consistenza, come in una leggera carezza, stando ben attento a non avvicinarsi troppo alla sua mano poggiata giusto a qualche centimetro di distanza.
Non parlò, né alzò gli occhi su di lui: si limitò a scrollare la testa permettendo così alla frangia di andare a coprire parte del suo viso.
Si accorse dell’insistenza con il quale lo stava fissando solo quando la voce di Hermione arrivò alle sue orecchie e lo riscosse.
“Non sarà semplice Draco…”
“Lo immaginavo”, fu la risposta dell’altro, la voce leggermente roca e gli occhi che ancora si nascondevano ad Harry.
“Harry ha ragione, siamo stati troppo precipitosi. Ha perso tutti i suoi ricordi recenti su di noi e non possiamo rivolgerci a lui come se fosse l’Harry che conoscevamo fino a poche ore fa, né possiamo mantenere gli stessi comportamenti, soprattutto tu, ma nemmeno l’ essere troppo freddo e scostante lo aiuterà. Devi trovare una via di mezzo che vi permetta di comunicare.”
Malfoy asserì con la testa per poi, finalmente, alzare il suo sguardo argentato in quello di Harry, che sussultò a quel contatto.
“E’ più difficile di quanto pensassi” disse infine, rivolgendosi a lui direttamente ed Harry non poté far altro che annuire, stancamente, mentre Hermione riprendeva il suo solito modo di fare.
“Direi che per oggi ha subito fin troppi shock. Tornerò domani a fare i test per la memoria, nel frattempo dormi e tu”, disse con un tono di rimprovero misto a dolcezza a Draco puntandogli un dito contro, “fila a casa a cambiarti e a mangiare qualcosa. Pensavo che indossare per più di dodici ore gli stessi vestiti fosse contro l’etica dei Malfoy e invece ti trovo vestito così da ben tre giorni.”
Malfoy come risposta alzò un sopracciglio, seguendo però il consiglio della riccia.
“Si, penso sia meglio. Notte Hermione.” Disse, avvicinandosi alla ragazza e, passandole una mano sulla spalla in segno di saluto, mentre lei sorrideva di rimando, si allontanò fino ad arrivare davanti alla porta chiusa, per poi voltarsi leggermente nella sua direzione.
“Notte, Harry”
Fu poco più di un sussurro, eppure il tono che usò, dolce e malinconico, ebbe il potere di scuoterlo e di farlo rispondere.
“Notte Mal… Draco”
Si sforzò di mantenere la voce ferma, ma il tremolio con cui pronunciò il nome dell’altro fu ben evidente, cosi come fu evidente lo sguardo che Draco gli lanciò: stupito, confuso, sollevato ed Harry si sentì in dovere di spiegare il suo comportamento, per non alimentare false illusioni.
“A quanto pare vivremo insieme. Mi sembra inutile continuare a chiamarti per cognome visto che, di sicuro, non ti chiamo più cosi da parecchi anni”
Arrischiò un timido sorriso, per rafforzare quelle parole e si stupì quando Ma... Draco, in risposta, distese leggermente le labbra e fece un cenno del capo verso di lui, prima di lasciare la stanza.
Hermione seguì il biondo dopo pochi minuti, augurandogli la buona notte ed Harry finalmente rimase solo con i suoi pensieri, che, fondamentalmente, dopo tutta la confusione che aveva in testa, erano soltanto due: il perché il nome Draco, sebbene non ricordasse di averlo mai pronunciato prima di allora, suonasse così familiare sulle sue labbra e poi, cosa ancora più importante, perché a risposta del sorriso del biondo il suo cuore avesse aumentato i battiti.
Sprofondò la testa nei cuscini, sperando che un bel sonno ristoratore si portasse via, oltre ai suoi dubbi e domande, anche quello strano senso di fastidio allo stomaco che provocava in lui l’immagine di Draco ogni volta che i suoi pensieri si soffermavano troppo a lungo su di lui.

La mattina dopo, appena sveglio, Harry si sentì leggermente più lucido e tranquillo, almeno finché Hermione non fece irruzione nella sua stanza per eseguire i suoi test: dovette rispondere a diverse domande, alcune delle quali senza senso, poi osservò l’amica pronunciare diverse complicate formule su di lui, ma nessuna sembrava dare i risultati sperati.
Quando con l’ultimo svolazzo di bacchetta anche l’ultimo incantesimo fu lanciato, un’affaticata Hermione gli disse che avevano finito.
“Niente di rilevante. Per me puoi anche tornare a casa oggi stesso” disse sorridendo, per poi andare a preparare i documenti per dimetterlo.

Poche ore dopo, seduto sul letto, mentre aspettava Hermione osservando il gesso candido che ricopriva la sua gamba dal ginocchio in giù, vide la maniglia della porta abbassarsi leggermente seguita da un leggero cigolio dei cardini in funzione.
Un attimo dopo una testa di capelli rossi arruffati e una faccia piena di lentiggini entrarono nel suo campo visivo e le labbra di Harry si distesero in automatico in un sorriso, verso il suo migliore amico.
Ron si mise ad osservarlo: gli occhi chiari che indugiavano sulla sua figura, prima che si decidesse a fare un passo incerto all’interno della stanza.
“Hey, amico... Come ti senti?”
Harry era così preso dal notare i cambiamenti avvenuti nell’altro - era diventato ancora più alto, aveva una leggera barbetta sul mento e le lentiggini erano molto più evidenti - che quasi si perse quella domanda.
Ma Ron dovette male interpretare il suo silenzio, perche si portò una mano dietro il collo, spaventato.
“Miseriaccia. Non ricordi chi sono?”
Harry fece per aprire la bocca, quando una voce sarcastica alle spalle del rosso, catturò la sua attenzione: “Certo che ricorda chi sei, Weasley... chi mai potrebbe dimenticarsi la tua brutta faccia? Anche se in molti capisco che lo vorrebbero... me compreso!”
“Furetto, al solito le buone maniere sono di troppo per te eh? Stavo solo chiedendo, non si sa mai. E poi, parla per te, anche io vorrei tanto dimenticare la tua faccia. E anche tutto il resto, possibilmente…”

Harry rimase in silenzio ad osservarli battibeccare per diversi minuti, notando come, nonostante le battutine acide da parte di entrambi, i due ragazzi fossero stranamente a loro agio, come se il prendersi in giro a vicenda fosse il loro unico modo di comunicare.
“Ron” tentò, cercando di interrompere l’ennesima sequela di botta e risposta.
Il rosso si voltò di scatto, zittendosi di colpo: era un passo avanti, almeno.
“Mi ricordo di te, tranquillo. Mi ero solo perso nell’osservare quanto fossi diverso dal Ronald che conoscevo”
Finalmente vide il viso dell’altro distendersi in un sorriso, prima che a grandi passi si avvicinasse al letto e
vi ci sedesse sopra con un tonfo, senza troppi complimenti. “Miseriaccia, amico, mi hai fatto prendere un colpo!”

“Weasley, sempre il solito buzzurro”, fu il commento acido di Draco, che andò a sedersi sulla solita poltrona vicino al letto.
“E dire che Hermione ti ha avvisato di andarci piano con lui. Non puoi arrivare qui e…”
“E perché no?” chiese Harry, sinceramente stupito. “Per quelli che sono i miei ricordi, il Ron del passato avrebbe fatto esattamente la stessa cosa, anzi mi sono stupito ieri nello svegliarmi e nel non trovarlo qui.”
Ron sorrise, per poi sbuffare subito dopo: “Hermione non ne voleva sapere finché non mi avessero rimesso in sesto”, disse e senza dare il tempo ad Harry di aggiungere altro si voltò verso Draco sorridendo vittorioso. “Come vedi, il mio comportamento è esattamente quello che Harry si aspettava!”
“Ciò vuol dire solo che non sei mai cresciuto e che hai la maturità di un diciottenne... non ne andrei molto fiero, fossi in te”, disse stizzito Malfoy, leggermente irritato.
Prima che riuscissero a riprendere a battibeccare, Hermione fece il suo ingresso nella stanza, i moduli per dimetterlo sotto braccio, ma il sorriso sul suo volto svanì non appena vide la figura del rosso.
“Ronald! Ti avevo detto di non alzarti dal letto.”
“Ops, beccato”, fu la risposta divertita del rosso, che sogghignò verso Harry: a quel punto entrambi si misero a ridacchiare e la faccia furiosa di Hermione si dissolse nel nulla.
Ad Harry sembrò di essere tornato alla normalità: ringraziando il cielo, almeno Ron era rimasto lo stesso.
Che fosse perché non era cresciuto o maturato, o tutto quello che vuoi, era un sollievo sapere che il suo migliore amico c’era e che tra loro le cose erano esattamente come cinque anni prima.
“E dai Herm, lo sai che mi ha fatto piacere vederlo”, disse quindi, anche se ormai la Medimaga sembrava essersi arresa all’evidenza che loro due non la prendessero sul serio nel suo ruolo.
In tutto quello scambio di battute l’unico che era rimasto in silenzio era Draco, che se ne rimase seduto, una mano a sorreggere il mento, il gomito su di un ginocchio e gli occhi fissi su di lui, a studiarlo.
Ricambiò lo sguardo, notando solo in quel momento l’abbigliamento dell’altro: indossava una camicia nera sopra un paio di jeans chiari; i primi bottoni del colletto che lasciavano scoperta una porzione di petto, fino al collo candido.
Deglutì, ammettendo con se stesso che, per lo meno, aveva avuto buon gusto nello scegliersi il ragazzo.

Poi l’attenzione tornò su Hermione, che gli annunciò ufficialmente di averlo dimesso e finalmente Harry si rese conto del perché Malfoy fosse lì: vivevano assieme, era ovvio che da quel momento in poi sarebbero stati a stretto contatto tutti i giorni.
Valutò per un attimo l’idea di darsi alla fuga ma, la gamba ingessata e la spalla immobilizzata, non giocavano a suo favore, quindi si ritrovo a dover accettare il suo bizzarro destino.
“Ok” disse, cercando di mettersi in piedi ed accettando di buon grado l’aiuto che Ron gli porgeva.
Fu grato all’amico quando questi non commentò, circa il suo non riuscire a stare decentemente in equilibrio.
“Direi che dovreste smaterializzarvi direttamente a casa vostra da questa stanza, non è sicuro che Harry si muova troppo, almeno per i primi giorni. Ah, Harry ascolta, ho già spiegato tutto a Draco ma lo dico anche e soprattutto a te: niente magia, di nessun tipo, almeno per un paio di settimane… sei troppo debilitato; la tua bacchetta l’ho data a Draco e per qualsiasi cosa io sono qui, basta che mi chiami.”
Harry, troppo sconvolto dalla notizia di non poter usare la magia - quello decisamente non lo aveva calcolato -, quasi non si accorse del movimento alle sue spalle, finché il braccio di Ron non venne sostituito da uno più magro e un leggero profumo di gelsomino gli invase le narici.
Vide il profilo di Draco sporgere oltre la sua testa, mentre con una presa decisa sulla sua vita lo strinse a se.
Si rese conto di essere arrossito e ascoltò distratto le ultime raccomandazioni di Hermione e i saluti di Ron, capendo che si sarebbe dovuto smaterializzare con il biondo.
“Pronto?” disse ad un certo punto Malfoy e, dopo un suo imbarazzato balbettio in risposta, sentì il ben noto strappò all’ombelico prima che i contorni della stanza del San Mungo sfumassero, per ricomporsi in quelli di un elegante salotto di appartamento che Harry capì essere casa sua… casa loro

Che Merlino mi aiuti!

 

 

 

Ecco le risposte ai vostri commenti:)

Per cipri: Grazie, spero che anche se in ritardo il capitolo ti piaccia ugualmente^^

Per emogirl in pink: Mmhh.. no comment, ma gia da questo chapter dovresti intuire un po’ di cose^^ E ovviamente più andremo avanti, più scopriremo assieme ad Harry la relazione tra lui e Draco..

Per iana_gabrielle: Grazie per i complimenti^^ E si, povero Draco, ma anche povero Harry..

Per PAMPAM: Eh si, per Draco sarà dura^^ Per fortuna che hai pazienza, perché l’aggiornamento è arrivato un po’ dopo il previsto.. spero che anche questo chap ti piaccia^^

Per Myriam Malfoy: Io perfida?? Io far penare questi due poveretti??? Nooooo.. come ti viene in mente??:P Sono contenta che ti piaccia la storia, davvero:) Fammi sapere che ne pensi di questo nuovo capitolo^^

Per Angel_Silver: Grazie mille per i complimenti ^^ Spero davvero seguirai la fic è mi farai sapere cosa ne pensi^^ Sempre che il ritardo nell’aggiornamento non ti abbia fatto passare la voglia, ma a volte la vita è così incasinata che non ho proprio il tempo materiale per scrivere con calma..

Per sguby89: Chissà se dopo questo cap preferirai dare le mazzate all’autrice piuttosto che ad Harry.. fammi sapere se devo prepararmi alla fuga^^

Per Azzusam: Ho adorato la tua recensione, davvero, soprattutto perché abbiamo la stessa percezione del personaggio di Draco: anch’io leggendo i libri di HP ho avuto l’impressione che tra lui ed Harry ci fosse molto, molto di più di quello che la Rowling ci ha mostrato.. e che lui fosse molto più che un ragazzetto viziato che segue solo le idee del padre.. peccato che il suo personaggio non abbia avuto nella storia lo spazio che meritava. Anche se il solo fatto che Harry abbia sconfitto Voldemort con la bacchetta di Malfoy, la dice lunga, su quello che sarebbe potuto essere il rapporto tra loro..
Comunque grazie mille, spero che anche questo chap ti piaccia^^

Per sssweety: Si disperati, e ognuno ovviamente lo dimostra a modo suo.. Harry è più estroverso e fa capire subito cosa passa nella sua testa, ma il fatto che Draco sia più riservato, non vuol dire che soffra di meno..

Per Ocatarinetabelasciscix: Noooo, ferma lì, che se mi uccidi il personaggio principale io come mando avanti la fic???:P Apparte gli scherzi, penso che a curiosità non sia passata e che questo chap ti piaccia^^

  
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