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Autore: Lightvixx    23/08/2017    0 recensioni
VIXX inspired series
"Lasciami andare"
"Ti prego"
"Voglio tornare a casa"
"Mi piace stare qua"
"Sto bene"
"Non voglio andarmene"
"Ti amo"
"Sono tuo."
Genere: Dark, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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[Trigger warning: questo capitolo contiene riferimenti/scene di stupro]

●○

Tic.

Tic.

Tic.

L'acqua che gocciola dai tubi sopra alla mi testa fa

Tic.

Tic.

Tic.

Un suono ripetitivo.

Occupa la mia mente.

Mi distrae dal dolore.

Non posso muovermi.

Non é il freddo che me lo impedisce.

Le botte me lo impediscono.

Il mio stomaco é una costellazione di orrori.

Giallo, viola, blu, nero.

Non posso toccarlo.

Mi toglierebbe di nuovo il respiro.

Non posso urlare.

La gola brucia.

La mia voce é un sussurro, la mia voce é roca, carta vetrata.

Il mio braccio si é gonfiato.

Fa male.

Fa tanto male.

Lo sento pulsare.

Sento il filo segarmi la pelle da dentro.

Fa male.

Tutto fa male.

Il mio corpo é in agonia.

La mia mente é in agonia.

Il pavimento gelido sembra scottare le mie gambe.

La luce rossa confonde le mie idee.

Ma nonostante questo,

Nonostante il dolore,

Non devo perdermi.

Devo resistere.

Io...

Mi chiamo...

02?

No.

Non é quello il mio nome.

Non lo é.

Non lo sarà mai.

Io...

Baekhyun?

Mi chiamo Baekhyun.

E ho...

Ventidue anni.

Sono ancora me stesso.

Sono ancora io.

Di nuovo, lui mi ha lasciato solo per il resto della giornata.

Lui...Chanyeol.

Fa male solo pensarci.

Fa male anche solo il suo nome.

Odio come mi guarda.

Lo...Lo odio.

Mi guarda con una luce strana negli occhi.

Adorazione e follia.

Amore e risentimento.

Lo odio...

Lo...

Mi fa...

Mi fa paura.

Mi terrorizza, le mie mani tremano.

Cosa vuole da me?

Ancora non me lo ha detto.

Ha forse senso saperlo a questo punto?

Forse... Forse é inutile.

Non posso fare altro che pensare.

La penombra ed il freddo pungente, le sbarre ed il sangue.

Non posso fare altro che pensare.

Si prenderà la mia vita?

Mi torturerà fino alla fine?

E allora come farò a restare me stesso?

Dopotutto,

ai cadaveri non serve un'identità.

Dopotutto,

ormai io sono solo questo.

Un cadavere che respira.

Chiudo gli occhi.

Come negarlo?

Prego, prego e spero e credo.

Ma so già quello che mi aspetta.

Lo...

Lo so.

Non sono... stupido

Non sono così...

così...

Innocente.

Chiudo gli occhi.

Per me é finita, vero?

Nessuno verrà a riprendermi.

Resterò qui con lui.

Chiudo gli occhi.

Sento le lacrime solcare le mie guance.

Piango in silenzio.

Che senso ha urlare?

A cosa serve disperarsi?

Chiudo gli occhi.

Ed inizio a sentirli.

I passi pesanti che si fanno sempre più vicini,

sempre più,

sempre più.

Uno dopo l'altro, uno dopo l'altro, raggiungono la porta.

Apro gli occhi.

É qui.

Chanyeol è qui.

Sorride, sorride come un bambino di fronte al suo giocattolo preferito.

Avanza lentamente, studiandomi, divorandomi con lo sguardo.

Non posso smettere di piangere.

Ma a lui non importa.

Il suo sguardo mi trafigge.

"Mi sei mancato, piccolo... Come stai? Hai dormito?"

Non rispondo, come dovrei rispondere?

Lui si inginocchia di fronte a me, poggia le sue mani sulle mie ginocchia.

Traccia arabeschi immaginari sulla mia pelle con le sue dita, così lunghe, così delicate.

Tremo sotto il suo tocco.

Vorrei allontanarmi, indietreggiare.

Ma ogni movimento,

ogni singolo movimento,

é una nuova pugnalata.

Si sporge in avanti con il capo, osservando il mio viso.

Lo lascio fare.

A che serve nascondersi?

A che serve opporsi?

A che serve resistere?

I suoi palmi iniziano a scorrere sulle mie gambe, su e giù, su e giù, ed iniziano a bruciare ancora di più.

Corruga le sopracciglia.

"Guarda che occhiaie... Non hai dormito, eh? Ma devi dormire, tesoro. Non ti fa bene stare sempre sveglio, lo sai, no?"

Deglutisco a fatica.

L'affetto e la premura nella sua voce sono così...

così...

rivoltanti.

Voglio tornare a casa.

Non voglio che quest uomo mi tocchi ancora.

Non voglio vederlo più.

Non voglio più sentire la sua voce.

Voglio solo...

Andarmene.

Singhiozzo, e subito, spalanco gli occhi.

Il dolore si diffonde nel mio addome.

Premo un braccio contro al mio stomaco, la mascella serrata, non riesco a respirare.

Ma Chanyeol,

Chanyeol continua ad osservarmi, ed un lampo di rimorso illumina le sue pupille.

"Ti fa male? Forse ieri sarei dovuto essere più delicato. Mi dispiace..."

Con delicatezza, sfiora il mio gomito, come se avesse paura di rompermi, come se fossi porcellana.

E per un istante, per un istante solo, Chanyeol non fa così paura.

Per un istante solo, Chanyeol sembra pentito.

Per un singolo istante, Chanyeol sembra umano.

Per un istante.

Per un istante, prima che i suoi occhi si posino sulle cuciture.

Prima che i suoi occhi si posino sul taglio che mi ha procurato.

Prima che i suoi occhi si posino sui marchi che mi ha impresso.

Ed il suo sorriso ritorna.

"Wow... Guarda come si é gonfiato... Ti sta così bene... Non posso crederci, tu... finalmente sei davvero mio."

Con il suo pollice, preme sul filo, ripercorrendo la scritta.

"Ah... sono così felice..."

E dai punti che tocca, il sangue inizia a colare.

"Sei talmente bello... e sei mio... solo mio..."

Il suo guardo non abbandona le mie ferite nemmeno per un secodo.

Mi mordo la lingua,

non voglio urlare,

devo resistere.

Chanyeol sembra così assorbito, così affascinato, così...

"Finalmente... Non vedevo l'ora... Ah, non sai per quanto tempo ho aspettato questo momento..."

All'improvviso, le sue mani lasciano andare il mio braccio, e le sue labbra si posano sul mio collo.

Cosa...

Cosa sta facendo?

Cosa sta succedendo?

Perché...

Perché ha smesso...

Cosa vuole fare?

Un leggero "click" risuona contro alle pareti della stanza.

No...

No.

Non può...

Non é possibile...

Dio, no, no, no.

Inizia a leccare la mia pelle, mordendo, succhiando, il suo respiro affannosso, e... e...

"Non posso più resistere, piccolo."

E...

Abbasso lo sguardo.

La cintura slacciata,

I jeans sbottonati,

i boxer spinti giù, quel tanto che basta.

Le sue mani si muovono verso di me, verso i mie pantaloni, e io... io...

Urlo.

Semplicemente, urlo.

Ignoro il dolore alla gola.

Ignoro il dolore che ricopre il mio corpo come un sottile strato di aghi.

Ignoro tutto.

"No... No... Smettila! Stammi lontano! Smettila, non voglio, non voglio!"

Un calcio, tento di allontanarmi.

Fa male, fa così male, ma non posso stare fermo,

non posso,

non devo,

se si avvicina,

se lui...

se lui...

"Smettila di dimenarti, non serve a nulla. Fai il bravo. Vieni qui."

Un secondo.

Un secondo é tutto quello che gli serve per spingermi nuovamente a terra.

Un secondo é tutto quello che gli serve per voltarmi.

Un secondo é tutto quello che gli serve per bloccare le mie braccia dietro alla mia schiena.

Un secondo é tutto quello che gli serve per incinocchiarsi sulle mie gambe.

Un secondo é tutto quello che gli serve per levarmi i pantaloni.

Un secondo, nonostante le mie grida, nonostante le mie proteste...

Un secondo é tutto quello che gli serve.

"Non ti farò del male, piccolo."

Le lacrime si mischiano alla piccola pozza di sangue che mi circonda.

Le mie urla, attutite dal pavimento.

Ho paura.

Non voglio.

Ho paura.

Ho così tanta paura...

Io...

Io...

Per quanto mi agiti...

La sua presa é troppo stretta.

Non sento più nemmeno la mia gola, non sento più nulla, tutto é semplicemente scomparso.

Il mio corpo é intorpidito.

Non voglio...

Non voglio

Non voglio

Ti prego,

No

No

No

No...

Ed un dolore lancinante mi squarcia dall'interno.

"Non ti farei mai del male."

●○

 



 

 

   
 
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