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Autore: mugsy    17/06/2009    1 recensioni
"se ne dicono di stronzate da bambini. Stronzate in cui noi crediamo. Stronzate che abbiamo l’illusione che si avverino. Stronzate che chiamiamo sogni"
In un'anonima periferia di un'anonima città, si incrociano le strane vite di un omicida per hobby, una "sfigata" con un terribile segreto e una lesbica che vuol cambiare pagina. A far da contorno, le turbe mentali e le strane angoscie di Virginia, condite da sogni altrettanto bizzarri. Perchè quando perdi la tua strada, recuperarla richiede un prezzo elevato.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lavorare per quel bastardo del mio capo non è affatto facile: quello non fa altro che darci ordini, comandare a bacchetta e fracassare i coglioni a tutti. Ci da ordini strani, direttive assurde che capisce solo lui, e pretende che noi eseguiamo con la massima prontezza, destrezza e velocità, altrimenti sono cazzi nostri. Magari finivi in qualche pressa, o in qualche macchinario pericoloso, parassita umano. Ricordati che è solo grazie a tuo padre che sei qui, non certo per le tue scarse doti di imprenditore. Maledetta merda umana, non sai quanto vorrei picchiarti o ucciderti. Purtroppo, al di là delle offese verbali non posso andare, ed è gia tanto che posso farle, visto la tua posizione… e il mio perenne bisogno di soldi. Meno male che madre natura mi ha dato in dono una gran voglia di fare, se no sarei stato licenziato gia da tempo immemore.


La cosa più triste di tutta questa storia è che per colpa sua gli altri lavoratori mi odiano. Dicono che se ogni giorno licenzia un sacco di persone per i motivi più stupidi è perché ogni volta lo faccio incazzare. Ma è colpa mia se questo qui è un coglione? È colpa mia se vuole avere ragione anche quando ha palesemente torto? È colpa mia se la gente perde il lavoro? Evidentemente si, a detta degli altri. Maledetto capo di merda. Pagherai anche questa.



Quei cazzoni maledetti. Ahhhhhh. Li ucciderò tutti, uno per uno. Dannati bastardi.

Stavo tranquillamente dormicchiando sul mio banco, come sempre faccio dopo aver bevuto la mia grappa, quando all’improvviso… ho iniziato a sentire un odore strano, decisamente sgradevole. Ho cercato di capire da dove provenisse, e sapete da dove veniva? Dai miei capelli. Qualche bastardo mi aveva riempito i capelli di merda di cane. Ovviamente tutte le galline e i galletti della mia classe si sono messi a ridere come scemi, mentre la prof mi ha detto di andare in bagno. Sicuramente ora quei bastardi staranno subendo una bella ramanzina. Ma non basta. Non mi basta di certo. La devono pagare, uno dopo l’altro. La pagheranno tutti quanti.

“Ahah, hai visto come era riempita di merda quella sfigata?”. “Ho visto, Mary. Troppo forte la faccia che ha fatto. Sembrava davvero sul punto di piangere. Ahahahah”. “Che soggetta. Così  impara a voler mettere i bastoni tra le ruote a Tonio”. “Mamma mia, non nominarmelo sennò sborro nelle mutande. Quanto cazzo è figo, porca miseria. Me lo farei volentieri, cazzarola. Secondo me è anche bravissimo a letto”. “Non per niente è stato nominato rappresentante d’istituto. Uno così bello non poteva non essere eletto. Era impossibile”. “Non mi sorprende che quello scemo sia stato eletto rappresentante. D’altronde, con la schiera di fans che ha…”. “Chi cazzo… Erika Presta? E tu che fai qui?”. “Che domande fate? Lisa Simpson sta cercando di lavarsi dalla merda che qualche vostro amico mi ha gentilmente regalato. Ma tranquille, faccio subito. Il tempo di sciacquarmi i capelli”. “Sarà meglio che ti sbrighi, prima che ti facciamo male, sfigata del cazzo. Non ti vogliamo in questa scuola”. “Oh, che paura che mi fate. Fatevi sotto, ho messo apposto gente più grossa di voi”. Non è vero, ma dirlo fa scena. “Peccato che sei in inferiorità numerica. Non riusciresti mai a fare niente contro di noi, cretina. Ma tranquilla, ce ne andiamo. Non vogliamo infierire. Sarebbe come sparare sulla croce rossa”. “Ahahahahah”.

Non so se avete presente Battery dei Metallica. Se non l’avete presente, ve la spiego io. In pratica, quella canzone parte lenta, per poi esplodere all’improvviso in un velocissimo viaggio rabbioso. È  così che mi sento. Come Battery, sono pronta ad esplodere. E non credo sarà un bello spettacolo.





Quel giorno divenne tristemente famoso come “il giorno della violenza”. In tutta la scuola quel giorno si sentirono altissime urla, talmente alte che si racconta che le sentirono pure le classi che stavano facendo ginnastica in palestra, o le classi impegnate nei laboratori.
Quelle grida provenivano dai bagni numero 41, in cui furono trovate due ragazze esanimi a terra. Entrambe erano ricoperte di sangue, ed entrambe avevano gambe e braccia fratturate in più punti. Erano così rintronate, che quando chiesero loro chi era stato a ridurle così, risposero: “Cliff Burton”.




Tutto questo, mentre Virginia continuava a fare strani sogni.







  
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