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Autore: Amy2205    24/08/2017    3 recensioni
La guerra è finita e tutti sono cambiati. Draco Malfoy convive con dei vecchi compagni di Hogwarts e tutto sembra andare per il meglio. Finchè un giorno, a un matrimonio, Draco perde la testa per Ginny Weasley. Da quel momento in poi inizieranno le migliaia di peripezie. Riuscirà il bel biondo a conquistare la fredda e ritrosa Ginny?
Leggete e scoprirete.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Matrimonio con sorpresa

In cui Draco si sfoga, Ginny si sposa e la morte svolge il suo doloroso compito



Quando Draco si era svegliato e si era ritrovato Ginny Weasley rannicchiata contro di lui, per poco non gli era venuto un infarto. Come era possibile che fossero andati a letto insieme? Insomma.. un attimo stavano parlando e l’attimo dopo si stavano baciando. Non che gli fosse dispiaciuto, ma si aspettava di concedersi a lei in tutt’altra maniera.
Così tra quei pensieri nella mente si era alzato cercando di non svegliarla e poi aveva cominciato a vestirsi, i suoi occhi saettavano da un posto all’altro, non sapeva dove posare lo sguardo, così finiva sempre per guardare la ragazza che giaceva mollemente sul divano rosso. Quando finì di allacciarsi il colletto della camicia, sbuffò e si smaterializzò. Ma nel momento esatto, prima di sparire lo sguardo grigio e sconvolto del biondo incontrò quello colmo di lacrime di Ginny.
Draco arrivò nella sua camera da letto e ringraziò il cielo che Neville stesse ancora dormendo. Ginny stava piangendo, ma per quale motivo? Infondo lui non l’aveva violentata, era stato al suo gioco. Non aveva alcuna colpa, la sua coscienza era pulita. Si sdraiò scompostamente sul letto sfatto e cominciò a giocare con la bacchetta, creando tanti piccoli folletti fatti di luce aurea che ballavano tenendosi per mano. Draco li osservava e li faceva volteggiare secondo un preciso ritmo, ma la sua mente era ferma a Ginny.
Cosa stava succedendo? Avrebbe dovuto chiamarla? Farsi sentire? Tornare da lei la sera stessa con vino bianco e pasticcini?

Insomma... cosa cavolo si aspetta da me?

Ma a questa domanda nemmeno la stessa Ginny sapeva rispondere.

 
Un mese dopo

Draco stava studiando come un matto da due settimane. Doveva dare l’esame di trasfigurazione, materia che aveva sempre odiato sin dai tempi di Hogwarts. Si passò una mano tra i capelli e inforcò gli occhiali dalla montatura sottile e blu scuro, che indossava raramente. Sbuffò un’altra volta, gli stava venendo un mal di testa micidiale, gli mancavano soltanto pochi esami e poi sarebbe diventato un avvocato in tutto e per tutto. Dopo la guerra, dentro di lui era nato un bisogno urgente di fare giustizia ed aiutare il mondo a diventare un posto pulito e pacifico.

Chissà cosa direbbe mio padre...

Pensò sorridendo amaro ed alzandosi la manica della felpa osservò il tatuaggio ormai sbiadito che decorava l’avambraccio. Si tolse gli occhiali e si massaggiò le tempie.

-Draco!! È pronta la cena!- urlò Luna, entrando in quel momento in camera con un enorme vassoio tra le mani.

Con non poca fatica arrivò alla scrivania del biondo e cercò di appoggiare il piatto e le posate la dove non ci fossero libri o fogli volanti. Nel periodo sotto esame nessuno cenava o pranzava con gli altri, ognuno aveva i propri orari e Luna, che lavorava presso il Cavillo e quindi era più rilassata degli altri, si era presa l’impegno di cucinare per tutti.

-I toast sono un po’ bruciati- disse Luna, inciampando in  un cuscino che giaceva per terra e facendo cadere la bottiglia di birra sulla felpa del ragazzo.

Draco inspirò profondamente e con un colpo di bacchetta, ripulì il danno fatto. Luna non sembrò farci troppo caso.

-Oh! Oggi è arrivata questa..- cinguettò la bionda, porgendo un invito rosso al biondo ed osservando i libri del ragazzo.

Draco la tenne d’occhio per un po’, aveva paura che potesse distruggere i rari ed antichi libri che conservava con tanto amore e dedizione. Quando vide che Luna si limitava soltanto ad osservare i tomi con la sua aria svampita si rilassò e cominciò a leggere il biglietto rosso.

-Oh no... un altro matrimonio- mormorò Draco, bevendo un piccolo sorso di birra.

Aprì il biglietto. Chi poteva essere?  Luna lo ignorò e cominciò a saltellare per la camera.

-Sai Draco Malfoy... oggi al Cavillo ho scritto un articolo sull’importanza delle gonne fatte con le squame di drago. Sono molto pratiche, se ti si rovesci qualcosa addosso, questo cade direttamente sul pavimento e non ti macchia la gonna... non capisco gli animalisti che sono contro questi capi di abbigliamento- disse tutta felice, ignorando le occhiate confuse ed omicida che Draco le stava riversando.

Tornò a leggere i biglietto e quello che vide per poco non gli provocò un infarto.

 
Siamo felici di invitarvi al matrimonio di Harry  James Potter e Ginevra Molly Weasley.
Vi aspettiamo sabato 13 Dicembre all’abbazia di Saint Thomas.
Testimoni: Hermione  Jane  Granger e George Weasley
 

-Luna... lo sapevi che la Weasley si sposa?- chiese profondamente confuso il biondo.

La bionda ci impiegò un po’ a rispondere.

-No.. ma era scontato Draco Malfoy che si sposasse con Harry Potter, si amano dal loro primo incontro- cantilenò, facendo crescere una certa rabbia nel ragazzo.

-Loro non si amano!- scandì bene il mago, prima di smaterializzarsi e lasciare Luna sorridente nella camera.

-Sento puzza di gelosia...- cinguettò uscendo dalla camera.
 
Draco si era smaterializzato alla Testa di porco, il bar che dirigeva Aberforth. Quando lo vide arrivare verso il bancone, il vecchio non perse tempo e si procurò due calici e un vecchio liquore, alquanto forte.

-Malfoy! Ti vedo sconvolto, cosa ci fai qui? Non sono i locali che frequenti...- disse il mago, facendo riferimento ai bar d’elite che frequentava il biondo.

Draco si guardò attorno, ignorando l’uomo. Il locale era sporco e polveroso e la maggior parte dei clienti non era certo gente lodevole. Si voltò per osservare Aberforth che lo guardava sospettoso. Allora il biondo passò silenziosamente il biglietto rosso al mago.

-Ginny Weasley... me la ricordo, niente male, una gran bella ragazza...-

Draco lo guardò incenerendolo e cominciò a chiedersi il perché fosse andato proprio da lui e non da Hermione.

-Malfoy... è sempre stata innamorata di Potter e con lui, senza offesa, ma non puoi competere- mormorò il vecchio, cominciando a farsi delle treccine lungo la folta barba.

Ci fu un attimo di silenzio e poi Aberforth cominciò a tossire forte e lanciò un calcio potente a Draco, che prontamente si lamentò.

-Ma cosa fai?!- disse quasi urlando.

-Ciao!- una voce dolce, fece voltare il biondo.

Non è possibile...

Ginny lo stava osservando sorridendo. Indossava un cappotto rosso fuoco che si mimetizzava con i lunghi capelli, una berretta nera brillantina e dei jeans neri aderenti. Draco la mangiò con lo sguardo e poi la osservò negli occhi. Se fino a un momento prima, non sapeva cosa provare per la ragazza, ora ne era profondamente certo: era incazzato nero. Come osava baciarlo, portarlo a letto e poi ignorarlo, per poi saltare fuori con la notizia che si sarebbe sposata?!
La guardò con uno sguardo duro, arrabbiato che non lasciava trasparire alcunché. Era tornato il Draco Malfoy dei tempi di Hogwarts. Ginny che inizialmente sorrideva dolcemente, cominciò a sentirsi a disagio e profondamente colpevole. Deglutì vistosamente e poi si sistemò una ciocca dietro l’orecchio.

-Allora Aberforth... tutto bene?- chiese, cercando di ignorare il biondo.

Il vecchio intanto si stava divertendo da matti e annuì alla voce zuccherina della ragazza.

-Mi è giunta voce che tra poco diventerai la signora Potter...- disse ingenuo.

La rossa sorrise, poi spalancò la bocca per dire qualcosa ma subito la richiuse ed osservò Draco, che la stava  per assassinare con le pupille. Ginny si mangiucchiò un labbro e si torturò le mani.

-Si infatti... era venuta qua per darti l’invito, ma vedo che qualcuno mi ha preceduto- disse poi amara al biondo, che contrasse la mandibola.

Aberforth si alzò e tornò dietro il bancone, da cui poteva osservare la scena senza essere di troppo. Ginny, ancora in piedi cominciò ad osservare tutto il locale, ma sapeva che Draco la stava guardando. Sospirò forte e poi guardando un punto oltre le spalle del biondo si decise a parlargli.

-Senti Malfoy... dobbiamo parlare, possiamo uscire?-

Draco non disse nulla e uscì dal locale, passandole accanto tirò una spallata abbastanza forte contro quella della ragazza che per poco non perse l’equilibrio. La rossa si scambiò uno sguardo di aiuto e disperazione con Aberforth e poi uscì dal locale, dove trovò il ragazzo ad aspettarla con lo sguardo rivolto verso il cielo.

-Avanti dillo..- disse Ginny, che gli stava fissando la schiena fasciata da un cappotto nero.

Draco non disse nulla però e continuò ad osservare il cielo su cui era incastonata la luna piena.

-Dillo Draco! Dillo che ti faccio schifo, che sono una sgualdrina, che non merito l’amore di nessuno, forza dillo!- urlò Ginny, improvvisamente fragile.

Draco..? strano che non mi chiami Malfoy

-Sai che cosa mi dispiace? Mi dispiace per le migliaia di uomini presenti al mondo, che non potranno più andare a letto con te o che non potrai più baciare. Eri abbastanza brava... niente male per essere etichettata come l’eterna innamorata di Potter- cominciò Draco, voltandosi verso Ginny e notando i suoi occhi arrossire.

Fece una pausa per darle l’occasione di calmarsi e poi rincarò la dose.

-Ma mi dispiace soprattutto per Potter. Lui ti ha sempre amato, ti è sempre rimasto fedele, ha sempre creduto in te. E tu cosa fai? Ad Hogwarts ti sei fatta passare metà dei grifondoro e dei corvonero e d’ora non oso pensare con quanti tu sia stata, mentre Potter ti giurava amore eterno. Mi dispiace per lui... solo questo, per te onestamente non provo nulla... nemmeno pena, non te lo meriti. Non ti meriti proprio nulla, mi hai deluso e sai cosa? Che io ora, mi sento un perfetto cretino. Sono mesi che io penso a te, pensavo ci fosse qualcosa tra noi, ma a quanto pare sono solo uno dei tanti-

Draco avrebbe tanto voluto andare avanti, ma si accorse di aver toccato il fondo. La sua voce si era scollegata dalla mente e dal cuore e aveva detto tutto ciò che l’orgoglio calpestato le suggeriva. Ginny lo osservava annuendo e tirando su con il naso, non piangeva ma non osava nemmeno parlare. Probabilmente aveva esagerato.

No Draco! Lei si è presa gioco di te...

Suggerì una voce dentro di sé.

-Draco.. io non ho mai tradito Harry, se non con te. Tu sei l’unico a cui mi sono concessa...- disse, sospirando e cacciando indietro le lacrime.

-Lo dici a tutti questo?- chiese duro Draco.

Ginny fece di no con la testa e deglutì un’altra volta. Draco la scrutò e capì che non stava mentendo, ma l’aveva ferito e doveva pagare.

-Weasley... tu mi piacevi, ma ora non so nemmeno chi tu sia..-

La rossa lo guardò come una bambina guarda le caramelle e si avvicinò a Draco.

-Ma io sono sempre la stessa Ginny Weasley che hai conosciuto ormai dieci anni fa, sono la Weasley che prendevi in giro, la rossa con cui flirtavi al matrimonio di Ron e con cui hai fatto l’amore a quello di George..-

Draco negò con la testa.

-No Ginny. Tu sei cambiata. La Ginny che conoscevo io era un osso duro, era forte, gentile, altruista, dolce ma determinata e pronta a morire per ciò che credeva... ora guardati... ti sposerai tra due settimane e sei qui, a convincermi di qualcosa che non esiste... riprenditi-

-Ma Draco... quella Ginny è morta da tempo, la guerra mi ha cambiato..- provò la rossa, ma subito fu zittita da un’occhiata di Draco.

-La guerra ha cambiato tutti! Ma tu Ginny... non ti rendi nemmeno conto di quanto tu sia fortunata! Hai una famiglia che ti ama, una casa tutta tua, studi e sei mantenuta dai tuoi, le persone ti vogliono bene e hai una reputazione impeccabile e osi lamentarti e fare la preziosa! Ti basta dire che sei una Weasley, amica della Granger e di Potter, per trovare qualsiasi tipo di lavoro! Guarda me! Non ho più una madre, mio padre è ad Azkaban e non vedrò mai più, ogni volta che esco di casa qualcuno mi punta contro il dito e mi accusa della morte di Silente, non hai un tatuaggio indelebile sul braccio che ti ricorda sempre chi eri e cosa hai dovuto fare! Perciò non osare essere infelice, non osare lamentarti!- urlò Draco, prima di smaterializzarsi e lasciare Ginny in lacrime accucciata contro l’ingresso del bar.

In fondo perché piango? Malfoy ha ragione... mi faccio schifo da sola

Pensò alzandosi e sistemandosi il trucco colato e cercando di calmarsi. Poi come non fosse successo nulla, si avviò verso casa. Ma ormai la consapevolezza delle parole di Draco non l’avrebbero mai più abbandonata.

 
13 dicembre

Il giorno del matrimonio tanto atteso era arrivato. Tutta la casa di Malfoy era in piena forza, Neville e Luna erano estremamente felici per gli amici, mentre Blaise compativa Draco che quella mattina non voleva proprio alzarsi.

-Avanti Draco... arriveremo tardi- provò Astoria, sedendosi accanto a lui nel letto.

Quel giorno Astoria era particolarmente felice. Finalmente Ginny si sarebbe accasata e così tolta dalle mire romantiche di Draco.
Draco però negò con la testa, così gli amici senza speranza, andarono via lasciandolo solo. Quando sentì la porta sbattere, il biondo si decise ad alzarsi e osservò sulla scrivania il biglietto rosso che faceva bella mostra di sé. Draco sospirò e si stropicciò gli occhi, poi si mise a pensare.

-Oh al diavolo!- imprecò e corse nell’armadio a recuperare l’abito d’occasione.

Quando arrivò nella chiesa, il matrimonio era ormai finito e si stavano scambiando le fedi. Draco osservò come Harry guardava Ginny e ne trovò le pupille traboccare d’amore. Ginny invece osservava sorridendo tirata, la mano ingioiellata. Quell’anello sarebbe stato il suo marchio da quel momento in poi.
Era sera quando fu servita la cena nuziale e Draco osservava da un angolo in disparte tutto lo spreco di decorazioni e luci di cui il Prescelto aveva fatto uso.

-Porca puttana...- sussurrò tra sé Draco, allentandosi il nodo della cravatta.

-Eh già! Un matrimonio da re, ruberei un po’ di cibo fossi in te- disse amichevole Aberforth, apparso in quel momento.

Intanto arrivarono pure Astoria con Luna, Blaise, Theo e Neville. Aberforth rubò una bottiglia di vino bianco e cominciò a versarla ai presenti.

-Cari amici miei- esordì il vecchio troppo felice –Come ben sapete sono sempre stato orgoglioso del fatto che nessuno di voi avesse un fidanzato o una ragazza, ma con il passare degli anni sto cominciando seriamente a preoccuparmi. Mi piacerebbe andare al matrimonio di qualcuno a cui tengo, almeno una volta nella vita-

I ragazzi si guardarono tra loro colpevoli, Aberforth era stato come un papà negli ultimi anni e sapevano bene che il suo unico desiderio era quello di vederli tutti felicemente accasati.

-Non per togliermi dal gruppo- incominciò Blaise, noto donnaiolo –Ma io ho chiesto di sposarmi a tutte le ragazze che ho conosciuto-

-A me non l’hai chiesto!- si lamentò Luna, bevendo un piccolo sorso di vino.

Neville incenerì con lo sguardo Blaise che stava per dire qualcosa a Luna. Il moro ammutolì all’istante e richiuse immediatamente la bocca.

-Allora giovanotti! Questo è un ordine!- urlò Aberforth, attirando l’attenzione di molti invitati –Andate tra la folla e trovate mariti e mogli!- cantò, improvvisando una voce baritonale.

I ragazzi si misero sull’attenti e formularono un saluto militare, mentre Aberforth se la squagliava sorridendo.

-Ottimo! Allora Astoria hai trovato marito?- chiese Blaise, mettendo un braccio attorno la sua vita.

Astoria si staccò immediatamente ed infilò il tacco a spillo sulla scarpa elegante e impeccabilmente nuova del moro, che mugugnò e si portò la mano al piede. Intanto pure Astoria si staccò dal gruppo e andò a congratularsi con gli sposi. Aberforth nel frattempo era tornato con la pipa accesa e il bicchiere colmo di qualche super alcolico.

-Propongo un brindisi- disse, mettendosi al centro degli amici, che levarono il calice verso l’alto.

-Al vero amore, in qualunque forma o dimensioni si presenti a voi. Con l'augurio che un giorno possiate dire con orgoglio: "Anch'io una volta sono stato amato follemente!"- recitò Aberforth, prima di trangugiare in un sol sorso, la sostanza scura.

E così il matrimonio e la caccia al vero amore ebbe inizio.
Theo si concentrò sulle damigelle d’onore, che però reputandolo troppo strano e timido lo ignorarono pesantemente.
 

Blaise aveva cominciato un interessante conversazione con una cugina veela di Ginny.

-Lo sai, molte coppie sposate incontrano i propri partner ai matrimoni, non le sembra una strana coincidenza?-

La veela sorrise e fece ondeggiare i lunghi capelli biondi.

-Proprio vero! Infatti io ho conosciuto mio marito, al matrimonio di mia sorella Fleur- disse con un accento francese molto forte.

Draco che accanto a Blaise stava ascoltando tutto, scoppiò a ridere beccandosi un coppino da parte dell’amico.
 

Neville nel frattempo si era avvicinato lentamente a Luna, che osservava gli ospiti ballare.

-Ciao...- disse Neville, offrendole un sorso di vino.

Luna lo ringraziò e gli sorrise. Quel sorriso fece sciogliere e perdere il senno al moro.

-Sei uno schianto ‘sta sera- le sussurrò all’orecchio.

Luna scoppiò a ridere e lo prese per mano, con la sua solita ingenua.

-Grazie Neville... andiamo a cena, dai!- cinguettò, trascinandolo per la mano verso la sala da pranzo.

Neville strinse la sua mano in quella di Luna e si godette quel forte contatto di pelli.
 

Draco stava osservando la scena sorridendo dolcemente quando accanto a lui si mise Pansy Parkinson.

-Come stai Draco?- chiese, con una voce calda e sensuale, che stupì il ragazzo.

Draco indietreggiò e Pansy intuì, così lo prese per il braccio e gli intimò di fermarsi.

-Draco, stai tranquillo.. ti ho superato, sto bene adesso. Non avere paura di me- sussurrò ancora.

Il biondo la osservò, sicuramente era cambiata dal matrimonio di George Weasley. Portava un rossetto rosso fuoco e gli occhi leggermente truccati, risaltavano il colore scuro delle pupille. I capelli erano intrecciati in un elaborato cucù. Il vestito verde scuro aderente, risaltava le curve, ma non in maniera volgare.

-Effettivamente ti trovo bene- ammise Draco, finendo di osservarla.

Pansy scoppiò a ridere e poi gli si avvicinò ancora.

-Ho perso un sacco di chili e ho trovato un ragazzo che finalmente mi ama veramente, lavora con me per la Gazzette del Profeta...- disse sorridente.

Draco non poté che essere veramente felice per lei. Poi la mente del biondo cominciò a dare faville.

-Forse avevi ragione... dovevamo sposarci- disse serio, osservandola.

Lei scoppiò a ridere nuovamente.

-Oh no! Sposando te, avrei sposato anche i tuoi amici, non credo che avrei sopportato Astoria..-

-Astoria ti trova adorabile- mentì il ragazzo, Astoria non sopportava Pansy dai tempi di Hogwarts, quando si era fidanzata con il biondo.

-Astoria mi chiamava ‘Ippogrifo obeso’...- mormorò non troppo convinta la ragazza.

-Io non gliel’ho mai sentito dire- ammise il biondo, alzando le braccio e mostrando i palmi dellemani alla ragazza.

Nel frattempo Draco tornò indietro con i ricordi e si ricordò di quando al terzo anno, aveva raccontato ad Astoria di essersi fidanzato con Pansy. La mora non l’aveva presa molto bene e  aveva cominciato a farfugliare un centinaio di motivi del perché non dovevano stare insieme, tra cui il suo essere ‘un ippogrifo obeso’. Draco rise sotto i baffi e poi tornò a concentrarsi su Pansy.

-Tesoro ci vediamo una volta a pranzo, telefonami- lo sbolognò però lei, dandogli un piccolo bacio sulle labbra.

Pansy scomparve nella folla e Astoria si avvicinò a Draco, con un’aria serpentesca, tipica della sua casata di Hogwarts.

-Come sta l’ippogrifo obeso?- chiese la sua voce squillante.

Draco la osservò e si mise a ridere.

-L’ho trovata in ottima forma, oscilla tra il depresso e l’agitato- ammise il biondo, a cui non era sfuggito il tono di voce con cui gli aveva parlato Pansy.

Astoria stava per dire qualcosa a Draco, ma fu interrotta dal vocione profondo di Hagrid che annunciò l’arrivo dello sposo e della sposa. La ragazza vide lo sguardo vuoto che Draco stava lanciando a Ginny e notò come la rossa aveva guardato immediatamente per terra, quando aveva incrociato lo sguardo del biondo. In poco tempo, tutti gli invitati vollero sentire il discorso e così Ginny si mise a sedere su una sedia, per farsi vedere da tutti, anche se il professor Vitious lamentava alcuni problemi. La rossa inspirò profondamente e poi sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori, che fecero sciogliere l’intero pubblico maschile.
 
-Se il mio amato fratello Fred fosse qui oggi so perfettamente quello che mi direbbe: "Eccellente abito, Ginny mia, ma  perché diavolo ti sposi quell’Harry che attira sempre i guai?" Ed io gli direi la stessa cosa che dico a voi adesso: perché io, questo Harry che attira sempre i guai, lo amo. Come disse John Lennon, uno dei cantanti preferiti della nostra Hermione: "La risposta a tutto è l'amore."-

Ginny scese dalla sedia e baciò Harry e tutti si misero ad applaudire sospirando. La musica cominciò ad avvolgere i presenti e ben presto tutti gli invitati cominciarono a ballare. Draco rimase dove si trovava prima, osservava Ginny sorridere alle parole di Harry, ma ci leggeva tanta falsità, tante forzature. La rossa occasionalmente posava lo sguardo sulla figura di Draco, a cui riservava sempre una faccia titubante e piena di rimorsi. Astoria aveva notato quegli scambi di occhiate, apparentemente silenziose, ma che nascondevano un caos totale.

-Ti piace molto non è vero?- chiese, sconsolata.

Draco sospirò e si ritrovò ad annuire. Perché per quanto Ginny fosse stata stronza e cattiva, lui l’amava e nulla e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.

-Si, mi piace... è così strano ammettere che ti piaccia qualcuno, comunque... lei ha sposato un altro e io sono rimasto fregato- ammise il biondo mettendosi le mani in tasca.

Sentì la presa di Astoria sciogliersi dal suo braccio e la vide andar in un’altra sala, triste. Draco si accigliò e dando un’ultima occhiata alla rossa, seguì l’amica. La trovò ad ammirare un enorme quadro appeso alla parete. Era strano vedere Astoria giù di morale, in genere lei non si lasciava abbattere mai da nulla.

-Allora com’è andata la caccia? Sei riuscita a trovare il futuro compagno della tua vita?- chiese il biondo, pensando alle parole di Aberforth.

-Non mi serve, io l'ho già incontrato. Sono innamorata di un ragazzo da molti anni...- ammise la ragazza, voltandosi ed osservando il ragazzo.

-Davvero?! E chi è?- domandò, improvvisamente curioso il biondo.

Ci fu un attimo di silenzio, che sembrò durare anni.

-Tu.. Draco..- dichiarò la ragazza, osservandosi le pieghe dell’abito.

Draco si accigliò e cercò immediatamente una sigaretta nelle tasche. Si mise vicino alla finestra e la spalancò, l’accese e cominciò a consumare la nicotina. Si sentì improvvisamente più calmo e padrone della situazione. Astoria allora continuò a parlare.

-Sì, ti ho sempre amato. Da quando ci siamo conosciuti. Sono anni ormai. L'ho capito fin dal primo momento. Eravamo in una classe ad Hogwarts e mi aiutasti a tenere testa alle prepotenze del professor Piton... – osservò lo sguardo confuso del biondo e si sentì morire -Nessuno dei due può farci niente purtroppo, è la vita. Essere amici non è male sai, essere amici è sempre meglio di niente!-

Draco finì di fumare in silenzio e poi corse ad abbracciare Astoria, che non rispose però all’abbraccio.

-Non ti merito...- le sussurrò all’orecchio.

Ed Astoria annuì, staccandosi dolcemente da lui. Poi decisero di tornare dagli amici, anche se entrambi erano ancora profondamente scossi da quella dolce e tenera verità appena rivelata.
Quando arrivarono Neville fece segno ai due amici di guardare Aberforth, che sembrava alle prese con un’impegnativa chiacchierata con la zia Muriel.


-E mi dica .. lei lo conosce Gilderoy Allock?-

Lo scrittore, ora al San Mungo, era da sempre l’idolo della vecchia strega.  E come darle torto? Infondo era un mago di bell'aspetto, con fluenti e biondi capelli ondulati e un sorriso seducente.

-Non personalmente, purtroppo... Ma conosco una persona che potrebbe procurarmi il suo numero di fax, se le interessa!- rispose per le rime, Aberforth.

E così, dopo aver congedato l’anziana signora, il vecchio mago cominciò a ballare come un ossesso, beccandosi gli applausi e i fischi da parte dei giovani amici. Agitava le braccia e le gambe in una maniera strane ed unica, imitava gli uccelli volare e poi le rane saltare. Era un tutt’uno con la musica. Cominciò poi a fare il verso di tutti gli animali più strani e curiosi che popolavano il regno magico. Ciò fece subito riacquistare il buon umore ad Astoria. Di colpo la musica cessò e Harry richiamò l’attenzione dei presente. Aberforth si unì a Draco e gli passò una delle sue sigarette, che contenevano di tutto tranne che tabacco. Draco sorrise grato.

-Ahh Ginny... proprio un incanto quella ragazza..- disse Aberforth, porgendogli l’accendino.

Draco sorrise e Aberforth gli tirò una pacca consolatoria sulla spalla. Harry cominciò a fare il suo discorso e ricordò a tutti come lui e Ginny si conobbero e di come si innamorarono. Draco continuava a fumare e Aberforth improvvisamente si accasciò per terra e lanciò un grido di dolore. L’intera assemblea si voltò e Draco, con Neville e Blaise accorsero sul corpo di Aberforth che si contorceva dal dolore. Cercarono di farlo calmare, ma non riuscirono, si agitava in continuazione. Draco allentò il nodo della cravatta e cercò di scostargli la barba per farlo respirare meglio, Neville intanto da bravo futuro Medimago cominciò a fargli alcune manovre per farlo calmare e fargli passare il dolore. Neville passò poi le dita sul collo del mago e sbiancò di colpo. Alzò lo sguardo verso gli amici e cominciando a piangere annunciò la triste verità:

-È morto-

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