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Autore: livevil_99    29/08/2017    1 recensioni
"Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra. Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo."
-
"- Ci stiamo cacciando in qualcosa di grande, Dean. - mormorò Sam con lo sguardo perso nel vuoto.
Dean sospirò e chiuse con un tonfo l'enorme tomo che stava consultando.
[...]
- Grande quanto l'apocalisse o quanto l'Oscurità che voleva distruggere il pianeta? - chiese a Sam con un sorrisetto ironico."
-
(DESTIEL)
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ad un tratto Castiel si fermò, le voci si erano ormai identificate in cori che ripetevano una litania in una lingua arcaica.
- È aramaico. - Aveva detto l'angelo sottovoce. - Sembra un rito, ma non riesco a tradurre tutte le parole. -
I boschi e i cespugli si diradavano ad ogni passo. I tre si nascosero dietro due querce, ma sporgendosi riuscivano a scorgere una folla a pochi metri da loro.
Sam fece un cenno al fratello e si avvicinò. Nessuno sembrava essersi accorto della loro presenza. Oltre le persone ammassate, il cacciatore vide un blocco di marmo e un uomo di spalle con le braccia alzate.
Si accucciò tra i cespugli e avanzò a gattoni per riuscire a vedere meglio. Strizzò gli occhi. Adesso riusciva a vedere l'uomo di profilo, un volto magro e scarno, un naso sottile e aquilino. Aveva gli occhi chiusi e urlava a gran voce.
                       
- Han-noo dim-mi, d'dia-tee-qeh kha-tha, d-khlap saj-jayeh mith-ash-shid. -
 
Ora Sam riusciva a distinguere quei suoni. La folla lo seguiva, ripetendo ad alta voce quella stessa frase. Riuscì ad identificare i simboli incisi sul blocco di marmo. Erano scritti anche quelli in Aramaico, la lingua della Bibbia. Ne aveva studiato un po’ con Bobby qualche anno prima, ma non riusciva a ricordare molto. Quello, pensò Sam, doveva essere l'altare. E poi la vide. Nuda e piccola, raggomitolata su sé stessa ai piedi dell'uomo. Aveva i capelli rossi e lunghi, la pelle candida.
Non riuscì a vederla in volto ma capì immediatamente di chi si trattava.
- Cheryl. – Sussurrò. Appena la riconobbe, la piccola la ragazza fu presa per le spalle e sollevata.
- No, no, no… - pensò Sam. Le tagliarono la gola, senza esitazione e l’uomo che guidava il rito si bagnò le mani del suo sangue e ne benedisse i suoi seguaci. Sam vide la vita di quella ragazza passargli davanti, come un’altra povera vita innocente che se ne andava. Si precipitò sui suoi passi verso le due querce.
Non c'era più nessuno, Dean, Castiel, l'aria era ferma.
Sam tirò fuori la pistola. Era carica, tolse la sicura. Si guardò intorno, lentamente. Vista, udito, olfatto, non riuscì a sentire nulla. Soltanto i cori della folla, che gli apparvero così lontani che pensò di essersi perso. Eppure le querce erano quelle, Dean e Castiel li aveva lasciati lì. Si accucciò. L'erba fresca era ricoperta da tante piccole goccioline di rugiada. Afferrò un ciuffo d'erba che solleticava leggermente il suo palmo. Sam notò una goccia diversa dalle altre. Rossa, sangue. Scattò di nuovo in piedi. Avvertì una presenza alle sue spalle, un fruscio frastornante. Anche per i suoi riflessi allenati era troppo tardi. Qualcosa lo colpì alla testa. Un suono sordo rimbombò nel suo cranio e la sua visuale si annerì. Velocemente, il suo mondo divenne sfuocato e Sam scivolò nell'oblio.
 
Tum. Tum. Tum.
Il battito rimbombava dentro la sua testa. Sentiva caldo, ma aveva le mani gelate e tremava. Sentiva le palpebre pesanti, ricoperte di sangue fuoriuscito da un taglio sulla fronte.
Dean cercò di svegliarsi. Si sforzò di aprire gli occhi, aveva ancora la vista offuscata. Provò a muoversi, ma aveva le mani legate. Tirò uno strattone, i polsi bruciavano a contatto con la corda grezza. Era seduto, riusciva a sentire un supporto dietro di sé. Piano piano riuscì a mettere a fuoco le cose, e quello che prima gli si era presentata come una massa informe, iniziò a distinguersi in singole figure umane.
- Merda. - pensò.
A pochi metri da lui, vicinissimo, un uomo guidava il rito, pronunciando suoni che Dean non pensava nemmeno esistessero. Le corde erano strette.
Si voltò di lato e vide Sam, ancora incosciente, la testa a penzoloni.
Girò la testa in ogni direzione consentita dalle costrizioni che lo tenevano fermo, Cass non c'era e il suo cuore saltò un battito. Gioia? Paura? Preoccupazione? Ansia? Dean non riusciva mai a definire cosa provava quando si trattava di Castiel.
Ad un tratto cadde il silenzio più totale. Il cacciatore sentì il suo sangue gelarsi nelle vene. Lentamente si rivolse verso l'uomo in piedi davanti a sé. I loro occhi si incrociarono. Dean sentì il suo sguardo penetrante attraversarlo.
- Dean e Sam Winchester. - Disse con gli occhi azzurri illuminati da una scintilla inquietante. - Non vi aspettavo così presto. -
Dean sorrise - Ci siamo liberati presto e abbiamo pensato di fare una visita. -
In quel momento Sam stropicciò gli occhi e iniziò a riprendere conoscenza. Aveva i capelli scompigliati, ma non sembrava sanguinare.
L'uomo sorrise. - Non sono mai riuscito a capire perché voi Winchester vi sentiate sempre così speciali… Figli miei! - Urlò rivolgendosi alla folla. - Io, Canaan, vostro padre e protettore, dichiaro che il sacrificio abbia inizio. -
   
 
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