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Autore: Gremilde    31/08/2017    1 recensioni
Onestamente, le introduzioni non sono il mio forte. Corro sempre il rischio di dire troppo o troppo poco e, in entrambi i casi, perdo l'attenzione di un potenziale lettore. Vabbeh... Ci provo...
Cosa sarebbe successo se Harry avesse avuto una sorella gemella, Elizabeth. E se, con un gesto d'amore incondizionato, avessero sconfitto Voldemord salvando la vita ad entrambi i genitori...?
E... Cosa sarebbe successo se... uno dei due fratelli fosse finito tra i Serpeverde? Come sarebbe cambiata la storia?
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo Otto:


Il mattino dopo, il sole trovò Severus e Remus teneramente abbracciati nel grande letto del Pozionista.
Il primo a svegliarsi, colpito in viso da un raggio di sole, fu Remus che resosi conto di essere in un luogo a lui sconosciuto si tirò a sedere nel letto svegliando bruscamente l’uomo che gli dormiva accanto.
- Buongiorno. – biascicò Severus – Non amo i bruschi risvegli. – lo avvisò girandogli le spalle.
Remus lo guardò sgranando gli occhi: aveva realmente dormito con lui. Si erano realmente baciati. Non era stato solo il frutto della sua immaginazione.
- Lupastro! – mugugnò il mago – Fai troppo rumore quando pensi.
- Severus. – lo chiamò passandosi una mano sul viso – Cosa è successo ieri sera?
- Sei svenuto per abuso di magia. – si girò nuovamente, fissando i suoi occhi neri in quelli di lui – Da quanto tempo è che non mangi adeguatamente e che non prendi le pozioni che ti ho dato?
Una luce colpevole illuminò gli occhi del Licantropo, Severus non riuscì a trattenere una smorfia.
- Sempre il solito supponente, vero Lupin? – la voce tremava per la collera – Mi chiedo cosa mi preoccupo a fare.
- Ti chiedo scusa. – mormorò Remus alzandosi, un sorriso triste sulle labbra – Lungi da me crearti tanto disturbo, sai?
Il serpeverde, fulmineo, prese il polso del grifondoro un attimo prima che si alzasse dal letto.
- Ti sei pentito di avermi baciato? Ti sei accorto che, in realtà, faccio schifo come ha sempre detto il tuo amichetto del cuore Potter? – la sua voce era uscita più fredda e graffiante di quanto in realtà non avesse voluto.
- No. – Remus puntò i suoi occhi in quelli di Severus – Mi sono pentito di essere scappato dopo che mi hai baciato la prima volta. E… - distolse lo sguardo – Di aver fatto passare tutti questi anni per darti il primo bacio. – sorrise quando sentì la presa sul polso diventare più leggera, simile ad una carezza.
- E allora perché stai scappando ancora? – domandò.
- Perché non so cosa frulla in quella tua testa verdeargento. – ammise.
- Non ti permetterò di leggere la mia mente. – rispose dentro il suo orecchio – In questo momento è piena di immagini sconvenienti e di “cosa ti farei” …
Remus arrossì davanti a quella confessione; ma si girò per incontrare le labbra di Severus in lungo e torrido bacio che lasciò entrambi senza fiato.

Alla fine del bacio, il Licantropo strinse il corpo di Severus contro il proprio, accarezzandogli dolcemente la schiena nuda.
- Non scapperò più. – promise dopo un lungo momento di silenzio.
- Non posso prometterti la stessa cosa. – sospirò Severus – Sai che…
- Lo so. – lo zittì con un bacio a stampo – Ma non voglio parlare né dell’Ordine della Fenice né dei piani dell’Oscuro Signore. – lo pregò – Non adesso. Non oggi per lo meno.
- Concesso. – annuì il Pozionista mettendosi comodo – Sei un po’ troppo magro per i miei gusti. – lo prese in giro, ma senza cattiveria – Non sei granché come cuscino.
- Hai ragione. – rise Remus, rilassandosi sotto le carezze del Pozionista – Dovrei decidermi a mangiare regolarmente.
- Già. – biascicò Severus – Cosa vorresti per colazione?
- Una cioccolata calda e muffin al cioccolato. – rispose di getto.
- Tutta questa cioccolata… - iniziò, ma non riuscì a proseguire davanti agli occhi “da cucciolo” esibiti dall’uomo – Sei impossibile. Il tuo sguardo non attacca con me. – sbuffò – Ti ricordo che sono il terribile professore di Pozioni. Non una balia disposta a viziarti.
- Mh. – gli fece la linguaccia Remus – Sei antipatico.
- È da mezz’ora che mi accarezzi… Mi baci… - replicò – La lista dei “cosa ti farei”, si è spaventosamente ampliata. È bene che vada a farmi una doccia. Gelata. – biascicò alzandosi dal letto, allontanandosi faticosamente da quelle braccia calde.
Remus sorrise alzando solo un angolo della bocca, la schiena di Severus era ampia e calda. Aveva sentito sotto le dita i segni di vecchie cicatrici. Senz’altro cinghiate. Ma non aveva chiesto niente e l’aveva lasciato andare quando aveva sentito che a crescere era l’imbarazzo del Pozionista anziché la sua eccitazione.
- Hai un corpo magnifico. – gli disse facendolo bloccare sulla porta del bagno – Quelle inutili tuniche che indossi, nascondono troppo.
- Diciamo che è fatto apposta. – rispose a disagio – Mi piace tenermi in forma. Ma senza esagerare. – spiegò – Penso che dell’esercizio fisico e disciplina, siano importanti per noi maghi. – si strinse nelle spalle – Ma Silente mi ha chiesto di fingere di essere “meno in forma” e meno potente di quando realmente io sia. – fece una smorfia e continuò – Mi ha detto che, in questo modo, non avrei insospettito né gli altri Mangiamorte né l’Oscuro Signore. Mi ha chiesto di fingere di non essere fisicamente prestanti. Almeno non così tanto. – sorrise.
- Mi parlerai mai del tuo ruolo di spia, o del perché sei entrato nell’esercito di…?
- No. – rispose secco, e non aggiunse altro, chiudendosi la porta alle spalle.
Remus sobbalzò, si alzò con un sospiro dal letto e si diresse verso l’armadio del Pozionista. All’interno c’erano solo abiti neri, ed erano tutti troppo grandi per lui.
Mugugnando prese dei pantaloni neri e una camicia grigio fumo. Con un colpo di bacchetta, ridimensionò gli abiti rendendoli adatti al suo fisico, schiarì la camicia facendola prendere la sfumatura della luna; poi li indossò avendo cura di piegare il pigiama e di metterlo nella cesta della biancheria da lavare. Soddisfatto del risultato che gli rimandava lo specchio, decise di fare un giro per gli appartamenti del Pozionista, osservando la cura posta da Severus nell’arredare le proprie stanze.
Dalla collezione di libri antichi, alle ampolle contenenti pozioni. L’uomo lo raggiunse dopo alcuni minuti, vestito di tutto punto e con un odore di muschio a riempire l’aria.
- Ti piace quello che vedi? – gli domandò abbracciandolo da dietro – Le mie stanze, sono di tuo gradimento, lupastro?
- Troppo verde e nero per i miei gusti. – ridacchiò appoggiandosi contro il suo petto Remus – Ma hai buon gusto, Potion Master. – si girò a baciarlo languidamente, togliendogli il fiato.
- Puoi vivere qui, se lo vorrai. – gli mormorò sulle labbra Severus.
- È un’offerta generosa ma…
- Ma io sono il migliore pozionista di sempre. Insieme troveremo la pozione giusta per te.
Gli occhi chiari di Remus si riempirono di lacrime di meraviglia, si strinse con forza al petto di Severus lasciandosi abbracciare e cullare per lunghi interminabili minuti.
- Rem… - lo baciò tra i capelli – Ho una serie di pozioni pronte per te. Sei debole. Ti sei lasciato andare troppo.
- Non ho avuto molto tempo per prendermi cura di me. Soprattutto perché…
- Lo so. – annuì irrigidendosi – E non ero d’accordo con quella parte del piano.
- Mi è stato riferito da Jamie. – insinuò il naso nel collo dell’altro uomo ispirandone l’odore – Non chiudere tanto il colletto della camicia. – lo pregò sganciando un paio di bottoni, l’odore di Severus gli riempì le narici facendogli dilatare gli occhi – Così va meglio… - mormorò assaggiando quella carne delicata con la lingua.
- Remus… - ansimò Severus – Se continui così… Non credo che raggiungeremo mai la Sala Grande per la colazione.
- Colazione? – il licantropo fece un passo indietro e lo guardò con uno sguardo talmente carico di desiderio che tutti i buoni propositi del Pozionista si dissolsero come neve al sole -Sei tu la mia colazione. – ringhiò avventandosi contro le sue labbra, stringendolo con forza contro di sé.

Severus si lasciò travolgere completamente dal desiderio dell’altro uomo, perché era lo stesso che sopiva dentro di lui da anni.
Disseminando gli abiti sul pavimento, strappandoli e gettandoli a terra, raggiunsero la camera da letto.
- Sei bellissimo. – mormorò Remus baciandogli il petto.
- Rem… - Severus affondò una mano tra i capelli setosi di lui, incapace di aggiungere altro.
- Ti desidero tanto. – confessò il licantropo facendo scivolare una mano fino ai boxer scuri che il pozionista indossava – È da quando sono arrivato in questa scuola che sogno di te… Sei stato il mio tormento.
- E tu il mio. – ridacchiò imbarazzato Severus inarcandosi contro la sua mano – Eri sempre tra i piedi, anche quando non avevo voglia di vederti. Sempre con quegli idioti di amici a prendermi in giro.
- Era l’unico modo che avevo per vederti… - lo disse a mo’ di scusa, dispiaciuto per tutto il dolore che gli avevano causato – Ma non ho mai apprezzato la loro idiozia.
- Hai molto di cui farti perdonare. – voleva suonare come una minaccia, ma entrambi sapevano che era tutt’altro e Remus arorssì fino alla radice dei capelli sentendo il desiderio nella voce di quell’uomo che aveva scelto come suo compagno.
Severus ribaltò le posizioni, facendo affondare il licantropo nel materasso sotto il peso del proprio corpo.
Ripreso a baciarsi ed accarezzarsi dolcemente, languidamente, imparando a conoscere l’uno il corpo dell’altro.
Si tolsero i boxer e si fissarono per un lungo momento, in silenzio, occhi negli occhi.
- Non credo di avere ancora sufficiente forza di aspettare Remus… - ansimò continuando ad accarezzare l’erezione dell’altro.
- Non ho più voglia di aspettare Severus. – ansimò il licantropo tendendosi verso la mano che lo stava torturando in modo così piacevole – Fammi tuo… - lo pregò, li occhi liquidi di passione.
- Sei mio! – lo baciò, fino a farlo restare senza fiato.
- E tu sei mio. – ringhiò l’altro prendendolo per i capelli.
Si sorrisero, sarebbe stato sempre così tra loro ne erano certi. Ma la cosa non dispiaceva a nessuno dei due.
Piton si staccò per un attimo dal corpo del compagno per prendere un lubrificante nel cassetto del suo comodino e, stappando il tubetto, disse:
- Sei sicuro Remus?
- Sicuro. – annuì il licantropo – Ho bisogno di essere tuo. Di averti dentro di me. Di sentire il tuo odore invadermi… - arrossì – Ma tu dovrai essere mio allo stesso modo. – lo guardò in cerca di una risposta.
- Sì. – mormorò Severus troppo scosso dalle parole dell’uomo per articolare qualcosa di più di un semplice “sì”.
Remus si alzò per baciarlo, prese dalle sue mani il lubrificante e se ne versò un po’ nella mano.
- Tu prepara me… Io mi occuperò di te… - gli sorrise e l’erezione di Severus tremò d’aspettativa.
Continuarono ad accarezzarsi e baciarsi fino a quando si sentirono pronti. Severus entrò lentamente nel corpo gemente di Remus che sembrava creato appositamente per accoglierlo.
Si amarono famelici, voraci, urlando l’uno nella bocca dell’altro il proprio piacere e raggiunsero l’apice insieme chiamandosi languidamente per nome.

Severus si accasciò sulla schiena di Remus, gli baciò la spalla e gliela morse con dolcezza. Il licantropo ridacchiò e rabbrividì sentendo il fiato del suo compagno sulla pelle accaldata.
- Ti amo Severus Piton. – ammise stringendosi a lui.
Il Pozionista si irrigidì leggermente, poi sorrise contro la spalla del Licantropo ma non rispose, lasciando che l’udito fine del mago che teneva stretto sentisse il battito impazzito del suo cuore.
- Ho avuto paura per tutta la vita. – continuò Remus girandosi per guardarlo negli occhi – Voglio iniziare a vivere.
- Anch’io. – sorrise ancora Severus e si chinò a baciargli dolcemente le labbra.
Le loro effusioni furono interrotte da un deciso bussare alla porta. Piton sbuffando, lasciò il suo giaciglio e, avvolgendosi un asciugamano sui fianchi, raggiunse la porta d’ingresso.
- Sì? – parlò con la sua voce strascicata – Chi è?
- Sono Albus, Severus. – parlò il Preside al di là della porta – Posso entrare?
- Non sono solo.
- Ooh ma lo so! – ridacchiò – Ho chiesto agli elfi della cucina di preparare qualcosa da mangiare per noi.
- Silente. – sbuffò aprendo la porta, gli occhi dove brillava una tempesta di rabbia – Possibile non poter avere un minino di privacy?
- È una scuola questa. Non la tua abitazione privata, professore. – gli fece notare il Preside entrando.
- Touché… - brontolò il professore di Pozioni – Si accomodi, signore. Il tempo di vestirci e saremo da lei.
- Certo, certo. – Silente si accomodò su una delle poltrone di pelle davanti al caminetto; con un gesto elegante della mano fece comparire un tavolino dove gli elfi appoggiarono i vassoi con il pranzo.
Severus, borbottando insulti irripetibili, raggiunse Remus in bagno.
- È il Preside, vero? – domandò il Licantropo che era fresco di doccia – Ho percepito l’odore non appena hai aperto.
- Sì, è lui. Mi ha detto che non posso avere più privacy di così perché questa è una scuola. – gli occhi neri di Severus erano tempestosi.
- Va bene così. Finirà questa maledetta guerra, Sev. Avremo tempo per noi. – lo rassicurò Remus con una carezza gentile sul viso, si scambiarono un bacio e l’uomo lo lasciò in bagno per finire di prepararsi.
Il Pozionista sospirò dandosi mentalmente dello stupido, Remus aveva ragione ovviamente ma quel giorno si sentiva particolarmente egoista e non avrebbe voluto condividerlo con nessun altro, nemmeno con il Preside della scuola.
Rapidamente si lavò e si vestì, raggiungendoli nel salottino dove stavano parlando tranquillamente.
- Oooh caro ragazzo. – lo accolse con un sorriso il Preside.
- Signore, per favore, la smetta di chiamarmi così. – arrossì leggermente Severus – Mi sembra di essere sempre un suo studente.
- Eheheheheh… - ridacchiò lisciandosi la barba bianca l’uomo – Resterete tutti miei studenti. – ammise – E così… Finalmente…
- Come finalmente!? – sbiancò pericolosamente Remus – Lei…
- Lo sospettavo. – ammise osservandoli con attenzione – Sentivo che le vostre magie erano…
- Complementari? – lo aiutò Severus a trovare la parola più adatta.
- Sì, esatto. – annuì – Complementari. Vi siete studiati da lontano per moltissimi anni.
- Anni sprecati. – borbottò Remus puntando i suoi occhi in quelli del suo compagno.
- Anni che vi sono serviti a crescere. – lo contraddisse – Avete affrontato dei percorsi di crescita molto duri. Forse, e dico forse, se foste diventati coppia prima, nessuno dei due avrebbe fatto determinate scelte.
- Senz’altro è così, signore. – ammise Severus – Se fosse stato il mio compagno, non avrei mai permesso a Remus di trasformarsi in Licantropo per un periodo così lungo. – era una velata accusa al Preside che incassò il colpo con un sorriso colpevole.
- E tu non saresti di certo diventato un Mangiamorte. – ringhiò a bassa voce Remus – Non ti avrei mai permesso né di diventarlo né di fare il doppiogioco.
- Visto? – ridacchiò Albus – Avevo ragione.
- Già. – borbottarono all’unisono i due uomini che sorrisero al vecchio Preside.
- Adesso mangiamo, ragazzi miei. Abbiamo molte cose di cui parlare. Dobbiamo continuare a preparare i nostri Gemelli.
- Anche durante il pranzo dobbiamo parlare dei Potter, signore? – domandò arcuando un sopracciglio Severus – Non potremmo discutere di cose più piacevoli, tipo la vacanza dagli O’Hurn?
- Perché, ragazzo mio, le due cose non sono correlate secondo te?
- Purtroppo sì. – sospirò il Pozionista, Remus sorrise, versò del vino nei calici e ne passò uno a ciascuno.
- Mangiamo chiacchierando. – li pregò – Di qualunque argomento ci venga in mente. – i due annuirono – Basta non entrare troppo nel personale, Preside. – concluse.
- Oh non temere, - rise Albus capendo dove voleva andare a parare il Licantropo – non son affatto curioso di conoscere i dettagli scabrosi del vostro rapporto.
Il professore di pozioni e quello di difesa contro le arti oscure arrossirono di colpo, Albus li osservò dal bordo del proprio calice felice che, finalmente, quei due si fossero messi insieme.
Pranzarono parlando del più e del meno, il Preside li ragguagliò su come si sarebbe svolto il Torneo Magico di Surf; disse loro che in America la fama dei gemelli Potter era molto meno forte rispetto all’Inghilterra e che, con le dovute protezioni magiche, se Elizabeth ed Harry non avessero usato in modo sconsiderato la loro magia, non avrebbero corso alcun rischio.

Alla fine del pasto, Albus si congedò dai professori salutandoli con affetto. Gli uomini ricambiarono i saluti e restarono per alcuni minuti sul divano in silenzio mentre gli elfi domestici mettevano in ordine gli appartamenti di Severus.
- A cosa pensi, Remus? – domandò d’un tratto il Pozionista.
- A niente. – scosse la testa, i capelli biondi catturarono la luce delle candele – Stavo rilassandomi. Non mi ero reso conto di essere così stanco.
Severus annuì, chiedendogli scusa si alzò dal divano e raggiunse il proprio laboratorio tornando nel giro di qualche minuto con una cassettina tra le mani.
- Non è romantico come regalo. – biascicò – Lo so. Però è utile. – gli sorrise mettendogli tra le mani la cassettina.
- Cosa…? – domandò il Licantropo non capendo.
- Sono pozioni per te. – aprì il coperchio spiegandogli come erano state divise e a cosa servivano.
Gli occhi di Remus si spalancarono per la sorpresa.
- Da quanto stai lavorando a questo? – chiese commosso.
- Da quando il Preside mi ha detto cosa ti ha chiesto di fare per l’Ordine. Ho immaginato che saresti tornato stravolto. – gli dette un bacio a fior di labbra – Ti prego, inizia a prenderle subito.
- Io… - ma Severus lo baciò nuovamente, impedendogli di continuare.
- Non accetto un “no” come risposta, Lupin. Non fare il lupastro testardo. – gli sorrise – Devi essere in forma. A luglio dovrai tenermi lontano dalle grinfie di una Veela alla quale non sono così indifferente.
- Non è saggio, professore, far ingelosire un Licantropo. – replicò con finta calma Remus, nei suoi occhi si accesero dei lampi.
- Lo so. – Severus fece un sorriso ferino, che fece perdere alcuni colpi al cuore dell’insegnante di difesa.
- Ma non potevo innamorarmi di qualcuno meno stronzo di te? – domandò alzandosi dal divano.
- Non ti saresti divertito abbastanza. – replicò ridendo Severus affatto offeso dalle parole del suo compagno.
Remus alzò gli occhi al cielo sospirando teatralmente, poi appoggiò la cassettina sul tavolo e prese una fialetta per tipo. Girandosi verso Severus domandò:
- Ne devo prendere una per tipo, ho capito bene?
- Sì. – il Pozionista lo raggiunse alzandosi dal divano con un movimento fluido – E, mi raccomando, una volta al giorno.
- Ok… - gli sorrise dolcemente – Devo seguire un ordine preciso?
- Mmh… - fece alcuni passi verso di lui – Una pozione, un bacio a me. – propose.
- Sev! – squittì, aveva iniziato a bere e la sua voce così roca e dannatamente sexy stava per farlo strozzare.
- Ci ho provato! – lo prese tra le braccia e lo baciò – Non mi sembrava una pessima proposta.
- Sei impossibile. – scosse la testa Remus, felice per la prima volta dopo anni.
Severus avrebbe voluto rispondere per le rime, ma l’arrivo di una candida civetta alla finestra del salottino glielo impedì.
- Edvige? – domandò alzando un sopracciglio.
- No, è Ruby. – lo corresse Remus bevendo l’ultima fiala – Harry non ti avrebbe mai scritto. – concluse con un sorriso sulle labbra.
- Oooh già. Harry preferisce lo zio Remus.
- Non fare il geloso. Non preferisce me, ma Sirius. – si strinse nelle spalle osservandolo mentre apriva alla civetta per prendere la pergamena.
- Chi sei, Ruby? – domandò all’animale che emettendo un verso acuto mostrò l’anellino alla propria zampa dov’era inciso il suo nome e il nome del suo proprietario “Ruby di Elizabeth Willow Potter”.
- Perché hai scelto per lei il nome Willow? – chiese curioso Remus.
- Perché, di solito, nelle famiglie purosangue si usano nomi di costellazioni o floreali. Mi piaceva il suono del nome Willow. Non ti piace?
- Molto. – annuì – Il salice piangente è una pianta molto bella.
- Già… - sorrise Severus.
La lettera che aveva tra le mani era da parte di Lily ed era indirizzata ad entrambi.
- È Lily. – annunciò il Pozionista.
- Ah sì? – si irrigidì il Licantropo – Cosa dice?
- Vuole sapere di noi. – fissò i suoi occhi scuri in quelli ambra di lui – Perché vuole sapere di noi, Rem? Cosa non mi hai detto?
- Che dopo il nostro primo bacio sono scappato a casa Potter. Ho parlato con Lilian, raccontandole tutto. – rispose di getto, poi chiuse un attimo gli occhi, aspettandosi la sfuriata di Severus che, sorprendentemente, non arrivò sostituita da una lunga risata.
- Ha scritto se stavamo bene. Se eravamo insieme. – disse alla fine della risata.
- Dovresti farlo più spesso. – mormorò il Licantropo gli occhi che brillavano.
- Mh?
- Ridere. – gli sorrise – Anche se prendi in giro me. – lo raggiunse e lo baciò dolcemente sulle labbra, poi prese la pergamena dalle sue mani e lesse con attenzione il messaggio.
- Rispondi tu. – lo baciò dietro l’orecchio – E ringraziala per averti spinto a venire a parlarmi.
- Mh mh… - mormorò lui.
Remus scrisse un breve messaggio a Lily dicendole che era andato tutto ancora meglio di quanto poteva immaginare, dicendole di parlare con il resto della famiglia per prepararli al fatto che adesso erano una coppia e non solo due professori antipatici.
- Coppia eh? – borbottò lui che aveva letto dalla spalla del suo compagno.
- Non ti va? – chiese Remus girandosi a guardarlo.
- Devo pensarci. Coppia significa che sei mio e che qualcuno ti guarda e non mi piace posso lanciargli addosso una maledizione?
- Severus!? – sobbalzò il Licantropo capendo troppo tardi che lo stava bonariamente prendendo in giro – E questo Pozionista scherzoso dove lo tenevi nascosto? – domandò dopo aver mandato via Ruby con la risposta.
- Dentro il mio baule. – ammise – L’ho chiuso l’ha dentro quando avevo 11 anni e la casa dei Serpeverde mi ha accolto. – gli sorrise.
- Vederti sorridere e fare battute destabilizzerà un po’ tutti, sai? Me compreso.
Severus rifletté un momento sulle parole del suo compagno, poi annuendo lentamente replicò:
- Non voglio cambiare il mio modo di essere. Soprattutto con i ragazzi in classe. Non sopporto che venga presa sottogamba la mia materia. – spiegò – Per questo sono molto duro e severo.
- Per questo sei il migliore. – si strinse nelle spalle lui – Abbiamo due modi diversi di gestire le lezioni. Ma entrambi sono corretti. A me piace stare in mezzo agli studenti. Sentirli ridere. Vederli interessati.
- A me piace leggere il terrore nei loro occhi. Ed è bellissimo quando sono concentrati sui loro calderoni a fare pozioni.
Si scambiarono un bacio tenero, che venne interrotto da entrambe le civette delle nevi dei gemelli Potter.
- Ora è troppo! – bofonchiò Severus aprendo nuovamente la finestra.
Remus prese entrambe le pergamene, erano dei gemelli una per ciascuno. Harry aveva inviato un biglietto d’auguri perfino allo zio Piton, dicendosi felice che finalmente aveva incontrato qualcuno in grado di farlo sorridere.
Severus rilesse più e più volte il biglietto di Harry, stupendosi dell’interessamento e della dolcezza che il ragazzino aveva messo nello scrivere quelle parole. Parole usate in modo migliore e più articolato dalla gemella che aveva scritto una lunga pergamena allo zio preferito, troppo felice di sapere che non era più solo.
- Sono due ragazzini dolcissimi. – mormorò commosso Remus, a lui avevano inviato delle lettere molto lunghe, dove non solo si erano congratulati per aver catturato il cuore sfuggente dello zio “pipistrello” ma dove gli raccontavano le ultime novità apprese da Robert e dal clan O’Hurn.
- Siamo fortunati. – approvò Severus – Ci vogliono bene. Tutta la famiglia Potter ci è vicino. – biascicò – Anche quello scemo del tuo amichetto.
- Non definire James “mio amichetto”, che è disgustoso. – inorridì Remus – Devi imparare ad usare meglio la lingua! – concluse non rendendosi conto del doppio senso.
- Ah sì? – gli occhi di Severus si erano assottigliati – Non mi sembravi dispiaciuto dall’uso della mia… lingua… stamattina!
Le guance di Remus diventarono scarlatte, sgranò gli occhi urlandogli contro che era un assatanato.
Il Pozionista, stringendosi nelle spalle, replicò che aveva molti anni da recuperare e che i doppi sensi lo avevano affascinato sempre tanto. Soprattutto se condivisi con il proprio compagno.
Il suono tipico della smaterializzazione interruppe i loro discorsi, tra loro era apparso uno degli elfi della scuola.
- Míriel si scusa. – parlò inchinandosi – Il Preside Silente mi ha inviato per aiutarvi con la preparazione dei bagagli. – Míriel era un elfo femmina, indossava un abitino lilla ed un fiore di magnolia le abbelliva una delle lunghe orecchie.
- Grazie infinite Míriel, - sorrise Remus – aiuta Severus a sistemare le sue cose. Le mie sono nella mia camera sulla Torre di Grifondoro.
- Sì padron Remus. – annuì la piccola elfa inchinandosi.
- Ci vediamo a cena? – domandò Remus a Severus.
- Sì. – annuì il Pozionista – Riposati un po’ Rem. Le pozioni che hai preso potrebbero farti venire sonnolenza.
- Stai tranquillo. – si scambiarono un bacio davanti alle risatine soddisfatte dell’elfa domestica che felice raggiunse la camera da letto di Severus per iniziare a sistemare i bagagli per il mese di vacanza.
Il resto della giornata trascorse serenamente, Míriel si prese cura egregiamente sia di Severus sia di Remus; sistemando ad arte i bagagli di entrambi e mettendo in ordine al meglio i rispettivi alloggi per farli sentire il possibile a loro agio. La cena si svolse in Sala Grande al tavolo degli insegnanti, alla presenza di Minerva; Hagrid e Silente.
- Remus, - parlò Minerva dopo essersi sistemata il tovagliolo sulle gambe – ti vedo meglio.
- Grazie Minerva. – sorrise il Licantropo – È merito di Severus. – spiegò.
- Veramente? – il tono sorpreso della professoressa di Trasfigurazione fece sorridere il Pozionista.
- Sì, mi ha dato alcune pozioni ricostituenti. – spiegò prendendogli la mano – E non solo quelle. – sorrise con un solo angolo della bocca facendo arrossire la donna.
Severus strinse la mano di Remus nella sua, poi si chinò per rubargli un bacio lì davanti a tutti.
- Ma… Ma… - sobbalzò Minerva sgranando gli occhi azzurri – Albus, tu sapevi?
- Sì, mia cara. – le dette dei colpetti affettuosi sulla mano.
- Che c’è. – ringhiò il Pozionista – Il pipistrello non può amare? – domandò.
- Mai pensato una cosa del genere. – scosse la testa emozionata lei – È che sono felice! – ammise – Finalmente avete trovato chi completa il vostro cuore. – li guardò – Averlo saputo…. Avrei chiesto un dolce speciale agli elfi!
- Lo mangeremo alla fine della guerra, professoressa. – ridacchiò Hagrid imbarazzato ma felice per quei due giovani maghi che aveva visto crescere.
- Hagrid ha ragione. – annuì Remus – Non possiamo permetterci di perdere di vista la fine della guerra. Avremmo tempo dopo di mangiare tutti i dolci di cui avremmo voglia.
Poi propose un brindisi, alla luce generata dal cuore perchè era in grado di sconfiggere anche la più profonda oscurità. Severus sorrise a mezza bocca alzando il calice, facendolo tintinnare dolcemente contro quello di Remus e degli altri presenti a tavola. Ma non disse nulla, non era così convinto che un sentimento come “l’amore” potesse sconfiggere realmente il buio.
Quando gli elfi iniziarono a sparecchiare la tavola, decretando la fine del pasto, i maghi e il mezzo gigante, si alzarono da tavola, dirigendosi ognuno presso il proprio alloggio.

Il Licantropo e il Pozionista, camminarono vicini lungo il corridoio silenzioso. Ognuno perso nei propri pensieri.
- Va tutto bene, Severus? – domandò d’un tratto il professore di difesa.
- Sì. – biascicò continuando a camminare rigido.
- Qualche ripensamento? – gli chiese prendneodlo per una spalla.
- Come? – solo in quel momento Severus sembrò rendersi conto di non camminare da solo lungo il corridoio che conosceva a menadito, e che la persona che era in sua compagnia non era né uno studente né un collega; ma quello che poteva definirsi suo “compagno”.
- Dopo il mio brindisi, ti sei come chiuso in te stesso. – sorrise, ma senza tracce di gioia – Ho detto o fatto qualcosa che ti ha ferito?
- No. – lo rassicurò sospirando – Ho molti pensieri che mi affollano la testa.
- Non sei il solo. Abbiamo un compito arduo. – annuì intuendo dove era andato il pensiero del Pozionista – Dobbiamo allenare, proteggere e aiutare due ragazzini che sono figli di James Potter.
- E di Lily. – ghignò Severus passandosi una mano tra i capelli.
- Già… - Remus lo prese per mano, costringendolo ad alzare lo sguardo – Non devi fare più tutto da solo. Nessuno ti noi ti ha mai voltato le spalle.
- Ora è più complicato. – ammise guardandolo, imprimendosi nella memoria ogni particolare di quel viso che gli faceva battere forte il cuore.
- Perché? – domandò il Licantropo.
- Perché ti amo. – rispose chiudendo gli occhi.
Remus lo baciò, spingendolo contro il muro, stringendosi contro quel corpo che aveva imparato a conoscere attraverso le mani non più tardi di alcune ore fa.
Severus rispose al bacio duro, esigente, vorace del suo compagno, ricambiandolo; stringendoselo contro con passione, toccandolo dove capitava.
- Ah ah ah! – li interruppe Pix – Beccati i due porcellini professori! – li derise – E voi, non dovreste dare il buon esempio?
Severus stava per rispondere per le rime al fastidioso fantasma del castello, ma l’arrivo dello spettro del Barone Sanguinario, fantasma della casa Serpeverde, glielo impedì.
- Pix. – lo richiamò e lo spettro dispettoso tremò impallidendo, se possibile – Sei l’esempio di come niente a questo mondo, o a quello, sia perfetto. – guardò la coppia di professori continuando – Mi dispiace, signori, che questo impiastro vi abbia interrotti. Vi consiglio, però, di evitare simili atteggiamenti in futuro. Settembre si avvicina. – fece svolazzare il mantello e prese Pix per un braccio, conducendolo lontano da loro.
- Il fantasma della tua casa è inquietante. – mormorò Remus ritrovando la voce.
- Meglio del vostro lamentoso e con mezza testa.
- Già… - ridacchiò il Licantropo tornando ad avventarsi sul collo profumato del suo compagno.
Severus si appoggiò al muro dietro di lui chiudendo gli occhi. La bocca e la lingua di Remus lo stava facendo impazzire di piacere.
- La mia classe non è lontana… - mormorò senza staccare la bocca dal suo pomo d’Adamo – Togliamoci da qui… - e lo trascinò senza fiato fino all’aula di Difesa contro le Arti Oscure.
Il Pozionista, lanciando un incantesimo non verbale, bloccò le porte dell’aula e seguì il compagno fino alla camera lasciando una scia di vestiti sul pavimento.

Remus lo aspettò sulla porta della camera ringhiando a bassa voce, l’odore di Severus lo stava facendo impazzire di desiderio.
- Ti voglio Piton! – mormorò tra i denti buttandolo sul letto.
Severus alzò un sopracciglio e sorrise, poi si perse tra i baci e le carezze del suo compagno pronto a donarsi completamente a lui.
- Rem… - ansimò quando i boxer caddero sul pavimento – Ti prego…
- Quanta impazienza, professore… - ridacchiò mentre gli mordicchiava il ventre muscoloso e teso.
- Non farmi cambiare idea. – lo pregò prendendolo per i capelli – Non ho mai desiderato tanto appartenere a qualcuno. – ansimò dichiarando la propria volontà di lasciarsi prendere dal Licantropo.
- Sei sicuro? – domandò Remus che si era allontanato da lui come se lo avessero scottato.
- Mai stato più sicuro in vita mia come in questo momento. – ringhiò Severus avventandosi su di lui.
Ridendo, Remus riprese a baciare, mordere ed assaporare il corpo maschio di Severus, donandogli piacere, portandolo fino alle più alte vette di godimento che il Pozionista avesse mai provato finora.
Lo preparò con attenzione, senza mai smettere di baciarlo e, quando lo sentì pronto, scivolò piano dentro il suo corpo.
- Fa piano… - lo pregò accarezzandogli il viso – È…
- Non voglio farti male, Severus. – lo rassicurò lui – E ciò che mi stai facendo è un regalo enorme.
- Ti amo. – mormorarono l’uno sulle labbra dell’altro, poi Remus riprese a spingere contro l’apertura del Pozionista, entrando lentamente in lui.
Dopo il primo momento di dolore, per Severus esplose un universo sconosciuto fatto solo di piacere e sensazioni che mai, fino a quel momento, aveva avuto modo di provare.

Si amarono senza fretta, vogliosi di provare sensazioni che li spingessero sempre oltre il limite fino a quando raggiunsero il culmine, venendo insieme. Urlando di piacere l’uno dentro la bocca dell’altro.
Ansimando, senza più forze, Remus uscì dal corpo di Severus stendendosi sul letto.
Il Pozionista, cercando di frenare i battiti del proprio cuore impazzito, si girò verso il compagno per osservarlo.
- Non sei tipo da coccole… - ansimò il Licantropo – Oppure vuoi stupirmi ancora?
- Non sono un tipo da coccole. – ridacchiò Severus – Ma non ti mordo se vuoi abbracciarmi. O se vuoi essere abbracciato. – concluse prendendolo tra le braccia.
Remus sorrise stanco, appoggiò il viso nel petto di Severus e chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalla potenza delle emozioni che aveva appena vissuto con lui.

Si addormentarono abbracciati, lasciando che la giornata scorresse placida e lenta fuori dalla porta della loro camera da letto.
Avrebbero avuto tempo domani per completare tutto per l’imminente partenza. Avevano impiegato anni per trovarsi, quel giorno potevano dedicarlo interamente a loro stessi.

 

 

Angolo dell’Autrice:

Questo capitolo, ho voluto dedicarlo interamente alla coppia più “strana” che mi sia mai capitato di raccontare… Non so perché, ma Remus e Severus insieme (almeno per il momento) mi sta piacendo molto.
Hanno due caratteri diversi. Avranno, credo, molti contrasti… però… come ha detto Albus… sono “complementari” (o almeno lo sono nella mia testa pazzoide)…
Comunque, vedremo come prenderà questo cambio di direzione la mia Veela… Non credo sarà molto contenta di essere stata scaricata da Severus per Remus. Non sarà, diciamo così, molto sportiva.
Ho già iniziato un altro capitolo, devo solo fare delle correzioni. Chissà che non riesca a pubblicarlo presto, presto…

Vorrei, dal cuore, ringraziare chiunque passa da qui per leggere… Chi ha inserito la mia FF in qualcuna delle categorie… Chi trova il tempo per recensire e farmi sapere cosa ne pensa…

Grazie, grazie… È bello sapere che ci siete!

 

   
 
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