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Autore: Fred511    31/08/2017    1 recensioni
Leonard Locke, 18 anni, nato e cresciuto a Youngstown, OH. Famiglia di ceto medio, buon rendimento scolastico, un normalissimo studente della Chaney High School con tanti amici e una vita sociale abbastanza attiva; nulla di particolare caratterizzava la sua vita, o almeno questo voleva far vedere al mondo. Erano tanti i segreti che portava sulle spalle, tra propri e altrui: gossip vari, relazioni finite in disastro o nate nello stupore dei corridoi scolastici, guai e avventure indimenticabili. Praticamente, la classica vita di un teenager. Ma mai si sarebbe aspettato che proprio uno di quei segreti l'avrebbe così tanto cambiato dentro.
_Era paradossale. Avete presente quei cliché di Hollywood, che solo a guardarli vien da dire "Ma dai, quando mai può succedere una cosa del genere."? Ebbene era successo. Il ragazzo che aveva sempre la soluzione del problema, ora ne aveva uno che non sapeva risolvere. Di tanti che aveva aiutato a risolvere, questo riguardava proprio lui. E l'unica persona capace di aiutarlo a districarsi, era proprio la radice di quel problema._
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva. Una pioggia leggera, cominciata da pochi minuti, quasi come se il mondo volesse sottolineare ciò che stavamo provando in quel momento. Ci eravamo rifugiati sotto l'entrata di un piccolo tempio massonico a nemmeno 500 metri dal parco dove amavamo sdraiarci e parlare del più e del meno, stretti in un abbraccio che ci scaldava dal lieve freddo di quella giornata. Eravamo in silenzio, entrambi con la paura di parlare, perché sapevamo che ormai ogni frase avrebbe solo fatto più male di quanto ce ne eravamo già fatti: non un male cattivo, come un insulto o una parola di troppo; un male d'amore, di quelli che si provano quando ormai tutto era destinato a finire. Ebbi il coraggio, anche se la mia gola non aiutava, di dire quelle poche parole che prima o poi dovevano essere dette: -E' questa, quindi, la tua scelta?-

Mi guardò con gli occhi di una persona che sapeva di aver appena perso una parte di sè. In quel momento, ebbi il dubbio se fossero più le gocce di pioggia a cadere dal cielo o le lacrime a scendere sulle sue guance. Non rispose, ma disse tutto quello che aveva da dire stringendomi ancora più forte e lasciandosi scappare qualche singhiozzo. Erano ormai le 12.30, tempo che io partissi per il lungo viaggio di ritorno verso casa. Non volevo andarmene, e tantomeno lei voleva sciogliere quell'abbraccio, forse unica cosa che al momento ci impediva di morire dentro. -Capisco- risposi senza aspettarmi suoi altri commenti: ormai così era andata, e dubito qualcosa potesse cambiare le carte in tavola. Le lasciai un bacio sulla fronte. -Non è l'ultima volta che ci vedremo, ma ho bisogno di tempo. Lo sai.- I singhiozzi divennero ancora più forti e numerosi. Mi fingevo, forte; sembrava non necessitassi nemmeno di piangere, ma dentro qualcosa si era frantumato in verità; cosa, non lo sapevo: il sogno di un noi, portato avanti per anni? tutte le promesse che ci eravamo fatti? sapere che mai più avrei provato il dolce sapore dei suoi baci? Forse tutto.

-Devo andare, piccola. So bene che non vorresti, e tantomento lo vorrei io. Ma si è fatto tardi.- Lasciò leggermente la stretta dell'abbraccio, per poi far cadere le sue mani nel vuoto. Feci lo stesso, ma nel far un passo indietro ripresi la sua mano destra da quella che era probabilmente un'incapacità di fare altri movimenti. -Tornerò, promesso.- Tenni la sua mano mentre mi allontanavo leggermente, per poi doverla lasciare facendola scivolare sulle mie dita. Scoppiò nuovamente a piangere: il mio cuore si spezzò proprio in quell'istante. Sapevo però che restare ancora avrebbe solo reso più difficile andarsene poi. Misi il cappuccio della mia felpa e, con lo zaino in spalla, tirai fuori le chiavi dell'auto parcheggiata a pochi metri da noi: inserite nella serratura, non resistetti a girarmi per guardarla ancora. Era così bella, Dio. Nessuna era come lei. Nessuna era capace di essere così dannatamente bella ed innocente allo stesso tempo. Non era un bello strumentalizzato, come se parlassimo di una ragazza alta con un bel fisico e gli occhi chiari. Era un bello canonico, che nella sua statura minuta e nei suoi occhi scuri ti rubavano il cuore e ti facevano pensare unicamente “cazzo, voglio baciarla un'altra volta”. Era però impossibile. Per quanto fossi innamorato di lei, e dico veramente innamorato, ormai il mio tempo era finito. Nessuno dei due sarebbe riuscito a stare completamente senza l'altro, ma il suo cuore non era più mio. E fu come sentire di aver perso tutto.



 

S.P.M
Piccola storia di un piccolo ragazzo di provincia.
Sono presenti tratti veritieri e altri dediti all'inventiva narrativa.
I luoghi descritti sono il più possibile presi dalla realtà,
per rendere tutta la storia ancora più veritiera.
Spero possiate apprezzare l'operato di uno scrittore in erba
che da tanto, ormai, non si siedeva più davanti un computer per raccontare
qualcosa al prossimo.
Buona lettura, e fatemi sapere che ne pensate!
Grazie in anticipo, Fred511

   
 
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