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Autore: Le_FF_di_Max_Casagrande    01/09/2017    0 recensioni
Quello che è successo quando ho incontrato la Rowling, 19 anni dopo il suo successo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era strano essere lì. Dopo tutto quello che avevo vissuto, ero tornato alla mia realtà, ancora con quei vestiti. Quel cappotto nero, per quanto leggero, non sembrava consono quel primo di Settembre. E invece, eccomi lì, mentre nessuno era in grado di vedermi. Ero insieme a lei, ovviamente. Pensavo di doverle stare vicino. Le avevo raccontato tutta la storia, storia che lei, in fondo, sapeva già. Le avventure di Sebastian e di come quelle avventure stavano per distruggere la realtà. Non una delle tante, la realtà.
-E adesso sei venuto qui per...-
-Volevo vedere Harry... il vero Harry.-
-E così noi due saremmo dei...-
-Real-maker.- confermai.
-Ok... ci sarà un momento in cui mi spiegherai tutto?-
-Forse, in questo momento io sono in Italia. Devo tornare nel mio tempo...-
-Si può viaggiare nel tempo?-
-Lo hai detto tu, un giorno ti spiegherò tutto.- sogghignai. -Tu, invece? Cosa farai?-
-Lo sai, adesso mi occupo di Newt.-
-Certo che lo so, speravo nella trilogia dei...-
-Non farò una trilogia dei malandrini, tu lo sai meglio di chiunque altro!-
-Ok, ho capito!- mi alzai, lasciando una banconota da dieci sterline sul tavolo e osservandola un ultima volta negli occhi. -Tu hai cambiato l'infanzia di oltre tre miliardi di persone, lo sai?-
-E sono certa che Sebastian farà lo stesso.-
-Sebastian Black non diventerà mai un best-seller ai livelli di Harry Potter, ma mi auguro che possa battere Twilight...-
Mi fermo un attimo ad osservare i suoi occhi, perdendomi in essi, per poi parlare appena li vedo stringersi in un sorriso.
-Per me è stato un onore poter parlare con lei, signora Rowling. Un giorno le sarà tutto molto chiaro, ma, per il momento, deve attendere il successo dei miei libri. Le devo spiegare quando altri sapranno del nostro incontro.-
-E per allora?-
-Credo che le cancellerò la memoria. Essenzialmente dimenticherai di me e di tutto quello che ti ho raccontato con il mio inglese pessimo.-
-Ok.-
Joanne aveva detto quell'ultima parola senza un motivo logico. Era sola, in cucina. Sua figlia si sarebbe svegliata a breve, quindi, non c'era tempo da perdere. L'unica cosa che non capiva erano quelle sette sterline che aveva in tasca.
 
Era lì. Lì insieme a lui, perché gli era rimasto al fianco fino alla fine. Tutte le estati, tutti gli anni. Era lì mentre proteggeva la pietra, apriva la camera, salvava il prigioniero, vinceva il torneo, diventava parte dell'ordine, scopriva il principe e raccoglieva i doni. Perché non serviva una lettera o una bacchetta per far parte di qualcosa del genere. Non era dove erano tutti i fan, ma dove era lui. Non visto, nascosto, mentre correva con la sua famiglia tra il binario nove e dieci.
Tutti erano felici, e lui doveva tornare a lavoro. Perché lo sapeva, e il resto non importava. Sapeva che erano diciannove anni che la cicatrice non faceva più male. Andava tutto bene. 
   
 
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