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Autore: armony_93    17/06/2009    2 recensioni
Era conosciuta da tutti e ammirata da tutti. Melanine era la persona più popolare della sua scuola, ovunque si sapeva di lei e della sua bravura. Quando passava tra la gente, il silenzio era sovrano accompagnato da sguardi sognatori o indagatori, innamorati o deliziati. Tuttavia con il passare degli anni vederla girare con tenerezza tra le persone era diventato abitudine ma restava per tutti la ragazza più bella che avessero mai visto.
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Era sempre silenziosa e sorrideva di rado, con sorrisi che regalava per lo più agli uccellini che si poggiavano ingenui sul cornicione della sua finestra, ma si trattava solo di sorrisi tristi e malinconici. Il suo guardaroba al contrario della sorella era composto solo da lunghe e sottili vestaglie bianche pallide, regalo di una madre che non avrebbe mai potuto vedergliele indosso. Era dolce, e affabile vedeva nella sorella la perfezione e per lei era sempre consiglio.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Leonardo

Melanine girò su se stessa mentre con leggiadria la gonnellina lunga fino a metà coscia fucsia a pieghe, decorata con milioni di piccoli cristalli, girava seguendo i movimenti della ragazza. I capelli lisci e lunghi ramati, raccolti in una coda alta si muovevano anch’essi accompagnando il viso pallido e liscio mentre la ragazza con gli occhi aperti e gioiosi, velati da soddisfazione scrutavano tutto lo spazio attorno a lei girare vorticosamente. Con un saltello si ritrovò ferma mentre gli occhi smeraldo fissavano il ragazzo a pochi passi da lei che le rivolse un sorriso perfetto, dalla dentatura splendida e i capelli neri come la pece. Due occhi grigi come perle la scrutavano pensierosi e anche divertiti mentre due rughette espressive ornavano quell’espressione celestiale mentre la pelle abbronzata e il fisico scolpito rendevano il corpo del ragazzo da paragone con statue marmoree.

Il nuovo giocattolo di Melanine: Leonardo.

-Leo ti piace la mia gonna nuova? Un amico di mio padre me l’ha fatta apposta per me…è uno stilista!-

Disse con voce soave la ragazza mentre le parole che pronunciava uscivano dalle labbra fini e piene come una dolce canto di una sirena. Il ragazzo inarcò un sopracciglio e si separò dal muro contro il quale era posato avvicinandosi alla ragazza e stampandole un bacio sulla fronte mormorandole.

-Sei bellissima con tutto…ma non ti sembra eccessiva? Voglio dire, con qualcosa di più semplice saresti sempre magnifica…-

Disse con tono dolce e profondo, affettuoso e caldo. Ma Melanine sospirò e si lisciò la gonnellina dalla quale le sue gambe fine e pallide nude spiccavano mostrando la loro esile lunghezza. Leo tenne la mano posata sul suo fianco e la fissò leggermente curioso non capendo cosa passava per la testa alla ragazza. Melanine si separò da lui bruscamente facendo alcuni passi mentre la maglietta bianca con le pailettes che indossava rifletteva la luce del caldo sole che la avvolgeva completamente e i sandali bianchi come la maglia brillavano sotto al sole. Si voltò verso di lui e il suo dolce viso si tese in un espressione corrucciata e anche infastidita mormorando.

-Non è giusto…io mi sono vestita così bene per poterti apparire almeno bella e tu mi dici che dovrei essere più semplice…-

Leo inarcò sorpreso le sopracciglia e a passo lento le si avvicinò posandole nuovamente le mani sui fianchi e dicendole con il tono rilassato e tranquillo.

-Melanine, non giocare a questo gioco con me. Sai perfettamente che sei bellissima sempre…mi sembra esagerato solo tutto questo luccichio…quando ti abbraccio mi sembra di stringere il sole.-

Melanine lo fissò stupita: nessuno le aveva mai detto cose simili, ne contestato il suo modo di vestirsi. Nessun suo precedente ragazzo aveva mai osato dire nulla contro di lei, era sempre stata assecondava e secondo la sua modesta idea lei aveva sempre ragione.

-Stai dicendo che…non ti piace?-

Domandò lei con voce leggermente più acuta ma pur sempre melliflua e affabile. Leonardo si separò da lei leggermente titubante, sbuffò un poco e allungò una mano afferrando con delicatezza un ramo fino e basso di un albero sopra di loro. Sorrise notando il verde intenso delle foglie e poi voltandosi verso gli occhi della sua ragazza.

-No, dico solo che è esagerato Melanine. Dovevamo fare una passeggiata nel giardino di casa tua, non c’era bisogno di mettersi una gonna con intarsiati dei Swarovski. Se si dovesse sporcare con dell’erba?-

Chiese lui sorridendole con dolcezza mentre lei troppo presa da quel pensiero assumeva un tono acidulo e grazioso e un espressione iraconda ma contenuta. Leonardo fece qualche passo padroneggiando il silenzio che regnava in quel momento tra loro due dopo la sua domanda caduta nel vuoto. Si voltò verso l’antica villa della sua ragazza e la fissò affascinato. Era bellissima e molto moderna. Il suo sguardo percorse le ampie vetrate del salone e poi alle finestre più piccole. Fu lì che però una visione lo raggelò: una figura esile e pallida con due occhi verdi penetranti e i capelli definiti in teneri boccoli coloro rame. Rimase basito domandandosi come facesse Melanine ad essere lì. Si voltò di scatto e vide che Melanine stava giocando a calciare un sasso mentre con le mani dietro la schiena attendeva le sue scuse con un visino falsamente imbronciato.

Senza badare più di tanto alla muta richiesta della ragazza posò nuovamente il suo sguardo sulla finestra e vide che era vuota e come un sottile filo d’acqua lasciava intravedere all’interno.

Scosse la testa stupito e tornò a fissare l’erba verde del prato mentre un brivido gli percorreva la schiena: era stata un allucinazione o quella ragazza era davvero lì?

Si voltò verso Melanine che sbuffò e lo prese per mano unendo le loro labbra senza però mormorare nessuna scusa, ancora convinta che il suo compagno le dovesse delle scuse per aver osato contestare anche solo il suo abbigliamento. Leonardo ricambiò distrattamente il bacio mentre stampata nella mente l’immagine di quel viso uguale nella sua muta diversità a quello della ragazza che stringeva tra le sue braccia.

 

Selene respirava affannosamente posata con la schiena contro il muro, mentre accucciata al suolo vedeva la luce penetrare da sopra la sua testa dalla finestra ampia. L’aveva vista, aveva incontrato il suo sguardo ne era sicura. Si sentì mancare la terra sotto i piedi: sua sorella si sarebbe arrabbiata. Con il cuore che batteva a mille sentiva il sangue pulsarle nelle vene con forza: come era potuta essere così incosciente?

Sospirò e non appena udì i passi della servitù allontanarsi si mise seduta e si sporse nuovamente per poter vedere. Quello che vide le strinse il cuore in una piccola fitta di gelosia. Vide Melanine tra le braccia di quel ragazzo così bello mentre si scambiavano un tenero bacio. Sorrise appena felice per la sorella e si alzò in piedi in fretta allontanandosi rapidamente mentre si dirigeva verso la propria stanza in un’ala della villa. Percorse a piedi scalzi il corridoio mentre il parquette tiepido sotto i suoi piedi le donava sollievo. Sorrise mentre dentro di se sentiva un vortice di emozioni. Probabilmente quel ragazzo avrebbe pensato che lei fosse un allucinazione ma era così bello pensare che il suo sguardo dolce si era posato su di lei. Un tiepido rossore imporporò affettuosamente quelle guance diafane e quando la ragazza raggiunse la sua stanza si chiuse dentro con un sospiro di sollievo. Si poggiò contro la porta e scivolò fino ad accasciarsi a terra mentre subito la sua gattina le correva vicina ai piedi carezzandoglieli con tenerezza e strusciandovisi contro con affetto.

Selene sorrise divertita e rise di una risata timida e cristallina stringendo la piccola micia contro il suo petto e carezzandola.

-Oggi ho visto il nuovo ragazzo di Melanine, lo sai Akij?-

La micetta mentre faceva affettuosamente le fusa tra le braccia della sua padrone miagolò in risposta alla domanda di Selene che rise e si alzò stendendosi su un piccolo divanetto mentre prendeva tra le mani il suo libro preferito senza dimenticare però quello sguardo rapido che l’aveva sconvolta nella sua semplicità.

 

“Quel giorno lo ricorderò per sempre, quello sguardo seppur fugace e quasi insignificante mi aveva fatto battere il cuore di emozione, percepivo le gambe tremarmi e la testa girarmi. Un solo sguardo di quegli occhi grigi mi aveva sconvolto non osavo immaginare quello che mi avrebbe fatto un contatto con quel ragazzo. Non avevo mai provato nulla di simile nel guardare di nascosto e da lontano gli altri ragazzi che Melanine si portava a casa, ma per Leo…Leo era diverso…”.

 

 

Continua…

  
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