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Autore: _Bri_    04/09/2017    3 recensioni
[STORIA IN FASE DI REVISIONE]
Matilda è controversa, fredda e pragmatica. Il colore dei suoi occhi riflette quello del gemello ma nonostante l’aspetto, che rivela lo stampo della sua famiglia, la ragazza si sente distante anni luce da questa, trovando conforto solo nelle mura di Hogwarts. E proprio all’interno della scuola Matilda conoscerà l’amicizia e l’amore, per cui lotterà fino alla fine, dimostrando che non sempre la mela cade vicino l’albero.
[Dal capitolo 9]
-Mio padre mi ucciderà-
-Per cosa? Non hai fatto nulla, non ancora almeno-
Barcollò pericolosamente verso di lui, attirata da quelle dita impossibili da gestire
-Anche il solo fatto che mi piaccia un traditore del proprio sangue è un grande affronto-
Le labbra di George si incresparono in un ghigno divertito, e poi cominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore, gesto tanto eloquente e sfacciato, quanto irresistibile
-Quindi stai dicendo che ti piaccio-
-Mi sembrava lo avessi ammesso anche tu, signor Weasley-
-Oh…ma io sono stato decisamente più generico-
La mano di George passò dietro la schiena di Matilda
-E allora che ci fai ad un centimetro dalla mia bocca?- sussurrò leziosa lei
-Lo trovo un ottimo posto, dove tenere la mia-
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, George Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO REVISIONATO
CAPITOLO IV
Volpi e pozioni

I giorni del torneo scorrevano veloci: la seconda prova si era tenuta, sospendendo a tutti il fiato ma portando, comunque, un lieto fine sul lago di Hogwarts. I campioni del torneo avevano dato prova di saper padroneggiare gli incantesimi e di fronteggiare le creature acquatiche di cui il lago nero era abitato, tranne la povera Fleur che dovette abbandonare la prova a metà percorso per colpa di un incontro poco piacevole con gli Avvincini. Comunque l’intera scuola sembrava nient’affatto interessata alle lezioni canoniche, troppo concentrati a scoprire chi sarebbe stato il vincitore del torneo.
Matilda si sentiva più sola del solito, una strana aura negativa aleggiava per i corridoi della scuola anche se sembrava percepirla solo lei; sicuramente non era in grado di farsi coinvolgere dall’euforia generale, visto l’episodio spiacevole avvenuto durante il ballo del Ceppo che da un lato, l’aveva allontanata dai suoi amici, tra cui dal suo gemello di cui sentiva tremendamente la mancanza, dall’altro l’aveva fatta sprofondare in una spirale di malessere da cui era difficile uscire. Da quel giorno rifiutò ogni genere di contatto con Blaise, che aveva tentato di riconciliarsi con lei più volte, giurando e spergiurando che non si sarebbe mai più comportato in quella maniera tanto ignobile; eppure Matilda non aveva voluto sentire ragioni, convinta del fatto che il ragazzo avesse solamente tirato fuori la sua vera indole. Inoltre, ogni qualvolta si era incontrata con il fratello, non esitava a cambiare strada, nonostante lui avesse tentato un paio di volte di rivolgerle la parola; nonostante tutto Draco rimaneva un mago troppo orgoglioso e quindi quei futili tentativi sprofondarono nel dimenticatoio. Inoltre mai più ebbe il coraggio di scambiarsi anche solo un cenno di saluto con George Weasley ed ogni volta che vedeva una testa rossa sbucare da un corridoio scappava via senza indugio. Insomma, Matilda era sola, anche se Daphne cercava di starle accanto a modo suo e di sostenerla come poteva.
Presa dallo sconforto, un giorno qualunque, decise di cercare l’unica persona che sarebbe stata in grado di darle manforte senza giudicarla, d’altronde sapeva dove trovarla: la biblioteca era come al solito immersa in un silenzio profondo e non fu difficile individuare una matassa di capelli confusi tra i banchi vuoti

-Hermione- sussurrò.
La giovane grifondoro alzò il naso immerso, fino a quel momento, in una lettura che sembrava decisamente impegnativa
-Matilda!-

Madama Pince, La bibiotecaria di Hogwarts, nel percepire il tono alto ed inappropriato di Hermione fulminò le ragazze con lo sguardo, intimandole poi di fare silenzio con un gesto plateale della mano

-Scusami…- sussurrò Matilda con aria decisamente imbarazzata –ho bisogno…ecco, faresti due passi con me?-

Hermione lanciò un ultimo sguardo al libro, che in seguito ripose e seguì l’amica fuori dalla biblioteca

-Se hai bisogno di un po’ di privacy so io dove andare, seguimi!-

Il bagno delle ragazze al secondo piano era, come del resto la Granger si aspettava, totalmente vuoto e le due si accasciarono a terra rannicchiando i loro corpi

-Hermione ho fatto un casino. Non so più niente, mi sento totalmente svuotata-

La serpeverde raccontò all’amica cosa era successo durante il ballo del Ceppo, titubando inizialmente nel descrivere le espressioni usate da  Blaise e Draco; Hermione strinse le labbra in una linea dura, quando Matilda utilizzò l’appellativo sanguemarcio, ma si limitò ad ascoltare il racconto senza intervenire fin quando Matilda, che giocava nervosamente con i propri capelli, non ebbe finito

-Mi spiace davvero, posso immaginare come ti senti, vedi…io non mi rivolgo la parola con Ron, si è comportato da vero idiota anche lui-

Quelle confidenze private si diffusero in quel bagno deserto e crearono un’atmosfera particolarmente intima, che contribuì a stringere il legame delle due giovanissime streghe

-E poi…non ho il coraggio di parlare con George, vorrei potergli chiedere scusa per quanto successo, ma proprio non ci riesco…sono maledettamente orgogliosa- concluse sbuffando
Hermione sospirò, ma concesse un sorriso rassicurante all’amica, così poggiò la mano sulla sua spalla in segno di comprensione

-Credo che la prima cosa che dovresti fare sia parlare con Draco. Per quanto non lo stimi affatto rimane pur sempre tuo fratello e lo vedo quanto tu ci stia male-

-Hermione, Draco non è cattivo. Purtroppo è l’ennesima vittima della nostra famiglia; tutta colpa della visione distorta che ha di mio padre e dell’eccessiva volontà di protezione di mia madre. Potessi passare anche un solo giorno a casa mia lo capiresti, te lo assicuro. Comunque…- sospirò affranta -…non voglio giustificare mio fratello: anche lui sta crescendo ed è ora che si prenda le sue responsabilità e capisca cosa sia giusto e cosa non lo sia; però hai ragione, devo assolutamente parlarci. Grazie davvero, Granger-

La giovane grifondoro scrollò il capo –Non devi ringraziarmi, dobbiamo cercare di sostenerci a vicenda se vogliamo uscire vive da questa scuola piena di cretini!-

Mentre si alzavano per uscire dal bagno Hermione aggiunse –Un’ultima cosa: George non è stupido, è vero che passa la maggior parte del suo tempo ad ingegnare stupidi scherzetti, però sono sicura che avrà capito la situazione, non preoccuparti-
 
Matilda alzò appena le spalle –Questi Weasley, che disastro!- le risate delle due ragazze colmarono il vuoto del bagno del secondo piano.

Scesi i sotterranei mise piede nella sala comune, dove il solito gruppetto si trovava riunito, tra cui Blaise Zabini e Draco, che nel vederla scostò subito lo sguardo e tornò a parlare con i suoi amici come nulla fosse

-Matt- sussurrò strozzato Blaise e fece per alzarsi, ma Draco lo bloccò con un gesto della mano –Dove credi di andare Zabini? Stavamo finendo un discorso, mi pare-

Matilda raccolse tutta la calma e la pazienza che da qualche parte erano nascoste dentro di lei e si avvicinò ai due, con sguardo incredulo degli altri serpeverde che, era evidente, temevano quello scontro tra fratelli dal giorno del ballo del Ceppo

–Draco, ho bisogno di parlarti, vieni con me?-

Il gemello puntò le iridi chiare su di lei: eccola di nuovo quell’espressione che doveva, teoricamente, incuterle timore –Se hai da dire qualcosa puoi farlo anche davanti a loro-

Mantieni la calma, mantieni la calma, mantieni la calma
-Preferisco risolvere questa cosa con te e non mettere in mezzo altre persone…te lo chiedo per l’ultima volta, puoi seguirmi per piacere?-

In realtà Draco conosceva la sorella più di chiunque altro e sapeva benissimo quanto quella fosse l’ultima possibilità che avevano di parlare, prima che lei sfoderasse la bacchetta e lo riempisse di pustole maleodoranti. Si alzò mantenendo una smorfia costante sul viso

-E va bene, ma solo perché qui stava diventando di una noia mortale-

Matilda, prima di allontanarsi con il fratello, lanciò uno sguardo ai ragazzi che li stavano fissando in silenzio, per ultimo si soffermò su Pansy che al solito la guardava con aria di disappunto; proprio a lei rivolse un sorriso davvero molto impertinente

-Allora cosa vuoi? Non ho tempo da perdere con te!-

-Allora che mi hai seguita a fare? Smettila di comportarti sempre come un moccioso capriccioso, lo sai che questo atteggiamento con me non funziona!-

Draco sbuffò e si appoggiò al muro del corridoio, scartò una cioccorana e prese a sgranocchiarla con aria sprezzante, ma dopo poco ne estrasse una seconda e la lanciò alla sorella, che lo seguì nel gesto

-Ti rendi conto di come ti sei comportato? Stai ledendo la mia libertà personale, sai?-

Draco tirò via dalle labbra i rimasugli di cioccolata con la lingua

-Sto solo cercando di proteggerti, fra i due quella che si comporta da stupida sei proprio tu-

-Draco, quei ragazzi sono più grandi e capaci di te, se avessero voluto ti avrebbero mandato KO senza possibilità di replica, lo capisci o no? Ma per fortuna non sono dei cretini e hanno mantenuto la calma, a differenza tua che non sei in grado di startene da una parte senza combinare guai!- Inizialmente restia, si avvicinò poi al fratello –Non mi piace sentirti dire quelle cose! tu non sei stupido, perché ti comporti così?-

Draco si scontrò con lo sguardo della gemella –Stai sporcando il buon nome della nostra famiglia, te ne vai in giro con quei…- sembrò trattenersi -…grifondoro senza pensare alle conseguenze. Nostro padre non manderebbe mai giù questa cosa, vuoi rovinarti?-

-Ma non l’hai capito che a me di quello che pensa nostro padre importa meno di zero? Tu lo sai cosa ha fatto in passato, lo sai da che parte sta- Sibilò a bassa voce –Era un Mangiamorte Draco, come puoi stare dalla sua parte?-

-Stai zitta, non dirlo un’altra volta oppure…-

Lo afferrò per un polso –Ma è la verità! E tu lo sai! Per piacere torna in te, il suo è stato un errore imperdonabile, seguire Tusaichi…non voglio nemmeno immaginare a quale nefandezze…- Con un movimento nervoso, Matilda scrollò il capo facendo schizzare la nuvola di capelli tutt’intorno a lei, così tornò a fissare il gemello -Draco te ne prego, se non vuoi darmi retta e farlo per me fallo almeno per te stesso, hai tutto il tempo per capire che quello non è un esempio da seguire!-

Draco non rispose, si limitò a guardarla lungamente. Quelle pupille proprio identiche alle sue tremolavano impazienti e apprensive; Matilda aveva paura davvero, questo era più che chiaro a Draco, che decise dunque di cambiare argomento –Non ti sei comportata bene con Blaise, quello è cotto di te-

Matilda alzò gli occhi al cielo –Non puoi essere te a farmi la morale, Blaise sapeva dal primo momento che per me le cose non sarebbero cambiate…- Tornò poi a guardare il fratello di sottecchi -E va bene, ci parlerò, contento?-

Draco ghignò e cinse le spalle della sorella con un braccio in segno di riconciliazione –Mi sembra un buon compromesso, io cercherò di…lasciarti stare, ma tu vedi di non strapazzare più i miei amici, da quando lo hai trattato in quel modo non è più lo stesso ed io non sopporto quando si distoglie l’attenzione da me-

 Matilda scoppiò a ridere per la sfrontatezza del fratello e contenta di aver fatto finalmente pace con lui, nonostante avesse dovuto muovere il primo passo, si strinse intorno al suo braccio e con lui si avviò verso la sala comune dei serpeverde. Erano ragazzini, è vero, ma avrebbe fatto il possibile per fare in modo che il fratello non ricadesse nella rete malsana della sua famiglia; lo sentiva suo più di qualsiasi altro essere vivente al mondo e quando si strinse ancor più a lui, Draco percepì l’esigenza della gemella di un lungo, fortissimo abbraccio, che gli concesse senza sforzo.

-Esigo silenzio- Il professor Snape sibilò quelle parole che misero a tacere il marasma confuso che si era creato nell’aula di pozioni

-Il professor Moody oggi sarà occupato con l’organizzazione dell’ultima prova del torneo; ragion per cui, per mia sfortuna, sarò costretto a impartire a voi tutti una lezione di due ore. Per non rendermi la cosa ancora più snervante non voglio sentir volare una mosca, riunitevi in gruppi da 3 intorno ai tavoli-

Quando Matilda, dalla sua postazione in prima fila volse lo sguardo verso le due classi che avevano appena invaso l’aula, notò prima con piacere che la classe del sesto anno dei corvonero si era unita a loro, ma poi realizzò con orrore che l’altra non era che quella dei grifondoro, sempre del sesto anno. Fu inevitabile scorgere quelle due teste rosse che non riuscivano a trattenere gli sghignazzi e sperò con tutta sé stessa che né l’uno né l’altro finisse vicino a lei, se non altro per avere la possibilità di avere come compagno di lezione qualche corvonero da cui, ne era sicura, avrebbe appreso qualcosa di interessante ed utile. O almeno questa era la spiegazione che aveva deciso di raccontare a se stessa.
Fu accontentata: due ragazze corvonero si avvicinarono a lei e, dopo averle accennato un sorriso, si posizionarono al suo fianco

-Signori Weasley, accomodatevi pure lì, non ho dubbi che avrete molto da imparare dalla signorina Greengrass, anche se dovrebbe essere il contrario-
 
No no e poi no! Proprio vicino a Daphne?

L’amica era infatti nel banco posto subito dietro di lei e questo avrebbe significato passare due ore a dare le spalle ai due gemelli grifondoro. Perché il destino si prendeva gioco di lei?

-Da quanto tempo Lady Greengrass!-

Non riusciva ad ignorare le voci che tanto spesso si esprimevano all’unisono. Pensò che questa cosa, con Draco, non le era praticamente mai successa e questo la indispettì

-Per non fare torto a nessuno useremo il testo del quinto anno, per la lezione di oggi. Sono sicuro che a voi del sesto anno non farà male una ripassata, mentre spero che la classe del quarto non mi deluda. Sapete quanto detesti, essere deluso-

Il professor Snape fece fluttuare i testi del quinto anni sui banchi –Prendete il libro e andate a pagina 215: Pozione Occhiopallato altresì detta Pozione Risvegliante. Avete tutti gli ingredienti a disposizione per realizzarla, mi aspetto da voi una preparazione mediocre se non totalmente invalidata. Stupitemi-

Matilda tentò di mantenere la concentrazione e si affacciò alla destra della corvonero che teneva saldamente in mano il libro di testo

-Zanne di serpente, pungiglioni di celestino essiccati…-

-Psss, Lemonsoda!-

Tirò su di scatto la schiena e girò il viso quanto bastasse per guardare dietro di sé; mentre Daphne, con aria infastidita preparava gli ingredienti utili all’elaborazione della pozione, che puntualmente Fred Weasley le strappava di mano asserendo che non erano quelli giusti, George lanciò un’occhiata malandrina alla giovane Malfoy, il sopracciglio destro inarcato in maniera eccessiva verso l’alto

-Pensavo fossi stata risucchiata da un buco nero, che fine hai fatto?-

Matilda balbettò qualcosa di poco comprensibile (il suo risultò più un farfugliò molto confuso), infine riuscì ad estrarre dalla bocca qualche parola di senso compiuto

–C..ciao George, come vedi le tue aspettative non sono state soddisfatte- Il viso arrossato dalla vergogna tradiva, con evidenza, la spocchia ostentata dalla risposta della ragazza

-Silenzio Weasley!-

Proprio dietro George il professor Snape cacciò un urlo che fece sobbalzare il ragazzo, che iniziò a ridacchiare appena il professore di pozioni riprese a girare per i banchi. Matilda colse l’occasione per tornare ad aiutare le due ragazze di fianco a lei, che non sembravano felici di quell’elemento di distrazione sito alle loro spalle.
La prima ora passò più o meno serenamente, anche se il vociare continuo di quella classe troppo affollata rompeva, di tanto in tanto, la sua concentrazione. Quantomeno ritenne le due ragazze di fianco a lei (che aveva scoperto poi chiamarsi Elize Hughes e Fara Freeman) davvero capaci e non perdeva occasione per rubare con gli occhi ogni gesto ed intuizione delle due.
Sfortunatamente l’armonia si spezzò nel momento in cui Matilda percepì qualcosa incastrarsi fra i suoi capelli; si voltò e rivolse ai gemelli uno sguardo particolarmente brusco, notando con dispiacere di non essere la sola vittima dell’iperattività dei due Weasley, in quanto la povera Daphne la guardò con sguardo implorante mentre i suoi capelli, sempre perfettamente in posa, si erano ridotti ad un pastrocchio informe; ritenne dunque di essere stata sicuramente più fortunata dell’amica e mentre tornava con gli occhi sulla pozione in fermentazione, disincastrò dai capelli un piccolo origami di carta a forma di volpe, che rigirò fra le dita con espressione accigliata

-Ma cosa…-

Il piccolo oggetto di carta mosse il muso e scrollò la coda, per poi scartarsi davanti ai suoi occhi increduli

Signorina Malfoy, quell’espressione concentrata non frega nessuno! Sappiamo che non vedi l’ora di lasciare quest’aula puzzolente, ragion per cui dopo la lezione esci nel chiostro e preparati al divertimento!

Per fortuna, prima che il professor Snape potesse avvicinarsi al suo tavolo, l’origami si era ripiegato e Matilda lo infilò frettolosamente in tasca. Si voltò ancora una volta a guardare George con espressione incredula, prima di tornare definitivamente concentrata sulla pozione.
Finalmente quella lezione ebbe fine: con l’aiuto delle due ragazze corvonero, Matilda riuscì a realizzare una pozione quasi perfetta, a differenza di quella della sfortunata amica Greengrass che sembrava avere la consistenza di una grande gomma da masticare ed un odore decisamente poco rassicurante. Aveva il sospetto che i due gemelli sapessero perfettamente come realizzare quella pozione, anche se avevano fatto di tutto per boicottarne la riuscita; eppure non disse nulla a Daphne, già fuori di sé dalla rabbia e dopo averla salutata rivolgendole uno sguardo ricco di comprensione, corse fuori dall’aula.
Mentre camminava per il corridoio infilò una mano nella tasca ed afferrò quell’origami che le aveva fatto rischiare un bel rimprovero dal professor Snape; indecisa sul da farsi, con la testa tutta dedicata alla piccola volpe di carta, si scontrò con Hermione ed Harry sul corridoio

-Matilda! Dove stai andando?-

La serpeverde fece correre gli occhi cerulei prima sull’amica e poi su Harry che, dal giorno in cui l’aveva ringraziata, aveva trovato decisamente più simpatico e piacevole

-Ah. Ehm, ciao Hermione. Harry…- poi lanciò uno sguardo complice all’amica e scusandosi con il grifondoro la tirò da una parte –Ho condiviso la lezione di pozione con la classe del tuo sesto anno…-

Hermione sorrise complice all’amica –Hai rivisto i gemelli quindi!-

-Sssshhh, abbassa il tono…guarda qui- Matilda tirò fuori l’origami che, una volta nelle mani di Hermione si scartò; la ragazza nel leggere il biglietto ridacchiò –Non presagisce nulla di buono! Comunque se può consolarti anche io ho ricevuto la stessa richiesta, vogliamo andare insieme?- Hermione abbassò molto il tono,  lanciando occhiate qua e là -pare che Harry non sappia nulla di questa cosa-

 Matilda si sentì confortata, quindi con una scusa si congedarono da Harry, il quale a sentir parlare le ragazze a proposito di un’intensa sessione di studio di pozioni, parve avere un forte attacco di nausea e fu ben lieto di allontanarsi da loro.
Arrivate al chiostro, le due si ritrovarono in un gruppetto di una quindicina di persone tra le quali spiccava Ron, accompagnato da un altro grifondoro, che Matilda  aveva riconosciuto essere Seamus Finnigan; Hermione lanciò ai due solo un fugace cenno di saluto per poi dargli le spalle; per fortuna quel momento di imbarazzo fu interrotto  dall’ingresso dei gemelli Weasley ed il loro inseparabile amico Lee Jordan

-Ben arrivati, vi ringraziamo per aver accolto il nostro appello!- Dissero i gemelli in coro

-Se vi state chiedendo come mai vi abbiamo fatti venire qui, vi accontentiamo subito! Vogliamo organizzare una sorpresa per la fine del torneo. Ormai l’ultima prova si avvicina ed il vincitore si merita una festa di tutto rispetto!- Fred attirava gli sguardi dei presenti come il miele le api; quei ragazzi avevano un potere incredibile quando si trattava di catturare l’attenzione

-Noi abbiamo già qualche idea- George intervenne a sostenere il fratello –Ma chiediamo la collaborazione di voi tutti; più siamo e meglio riuscirà la festa! Allora possiamo contare sul vostro aiuto?-

Gli studenti sembravano entusiasti di quella che rappresentava l’ennesima occasione di distrazione dagli studi. Matilda si sentì particolarmente noiosa, quando vide persino la sua amica Hermione elettrizzata dalla proposta dei Weasley e non volendo fare la maestrina rompiscatole come suo solito, acconsentì ad unirsi al gruppo organizzativo.
Una volta messi a punto un paio di dettagli importanti, gli studenti cominciarono ad avanzare delle proposte, alcune davvero interessanti, altre decisamente da scartare, come ad esempio quella di una giovane corvonero che proponeva una battaglia tra vermicoli, che nella sua testa stava a rappresentare lo scontro epico che i campioni avrebbero affrontato, per ottenere la vittoria

-Uno...scontro tra vermicoli? Ehm…sono sicuro che ci tratterrebbe tutti con il fiato sospeso- intervenne George, intento a trattenere una risata  -talmente tanto che l’attenzione sarebbe tutta sullo scontro all’ultimo sangue, senza lasciare spazio al nostro campione! Questo non possiamo davvero permetterlo, prossime proposte?-

Nel cogliere l’ironia di George tutti i presenti scoppiarono a ridere, tranne la ragazzina Corvonero che aveva avanzato la proposta, la quale arricciò il naso infastidita e non aprì più bocca.
Prima che l’ora della cena arrivasse portando i ragazzi a separarsi, Matilda si fece coraggio e dopo aver riempito i polmoni di un cospicuo quantitativo d’aria, mosse dei passi verso George, intento ad analizzare una proposta con Ron e Seamus

-Scusami George, ti posso parlare un attimo?- pigolò lei

Il ragazzo cinse le spalle di Matilda, con un braccio –Scusatemi ragazzi, quando una ragazza del genere ti chiede udienza non gli si può proprio dire di no!-

Lo aveva rifatto, si prendeva tutta quella confidenza senza motivo, eppure davanti allo sguardo di protesta di Ron, Matilda assecondò il gesto, contenta invero di creare del fastidio al suo coetaneo.
Quando furono sufficientemente distanti (e solo dopo avere attirato un bel po’ di sguardi su di loro), Matilda si divincolò dalla stretta e si affrettò a posizionarsi davanti a lui, che al solito sembrava sempre molto divertito dall’atteggiamento della serpeverde.

–Senti George, non voglio girarci intorno ma…-

-Ti sono mancato eh?- 

Non voleva dargliela vinta, sapeva che la sua non era che una provocazione

-Maledizione George Weasley, possibile mai che tu non riesca ad essere serio in nessuna occasione?-
La tipica risata di cuore uscì dalla bocca del ragazzo -Va bene va bene Matildi, ti ascolto-

Sbuffò nel risentire la storpiatura del suo nome. Pensò fugacemente al povero Poliakoff, l’ennesima persona che si era trovata ad evitare con impegno dopo il ballo del Ceppo. Resasi conto che come suo solito i pensieri avevano preso il sopravvento e l’avevano distratta lungamente, scrollò il capo e tornò a puntare le iridi grigie in quelle calde di George

-Volevo, insomma anche se con un po’ di ritardo…volevo chiederti scusa per quanto successo al ballo del Ceppo-

-Scusa? E per cosa?-

-Beh Blaise Zabini e…mio fratello. Si sono comportati malissimo, non dovevano permettersi di fare quella scena, sono sinceramente dispiaciuta!-

George appariva incredulo. Matilda si affrettò a concludere la frase -Comunque sappi che ci ho parlato e gli ho fatto una bella lavata di testa ad entrambi, farò in modo che una cosa del genere non si ripeta più, scusami ancora-

Come suo solito George reagì con una risata, cosa che lasciò perplessa la ragazza, anche se avrebbe dovuto aspettarsi quella reazione

-Ti fai troppi problemi, sai? Perché ogni tanto non provi a fregartene un po’ di più? Devi abbandonarti alla spensieratezza! Se la cosa può tranquillizzarti comunque ci siamo dimenticati di quei due l’attimo dopo che siete andati via-

Non ne capiva il motivo, ma provò una forte rabbia. Lei aveva passato tutto quel tempo a rimuginare su quanto accaduto al ballo e a loro…era scivolato via come acqua fresca? La rabbia montava, il viso si coloriva di rosso e il labbro iniziava a crepitare nervoso

-Hai ragione…sono proprio una stupida, io che mi preoccupo senza motivo per uno…insensibile come te!-

Stava per andarsene, la serpe, quando la mano di George le bloccò il polso

-Ehi, aspetta un attimo! Non giungere a conclusioni affrettate. Sono contento che ti sia preoccupata, davvero, però quello che voglio dirti è che l’importanza che do al tuo simpatico gemello e al suo amichetto borioso è la stessa che do ad una lezione della Trelawney-

Matilda cercò di frenare l’impeto di rabbia che montava in lei e con non poco sforzo rimase ad ascoltarlo, nonostante ogni parte del suo corpo la stesse implorando di andarsene subito, o quantomeno sotterrarsi per la vergogna

-Matilda, tu non sei loro e spero per te che non diventerai mai così. Quello che combinano non ha nulla a che fare con te! Non devi giustificarti per qualcosa che non è una tua responsabilità, tutto qui. Guarda Percy: è mio fratello, eppure non tollero niente di lui; ma non mi importa niente di quello che fa, per quanto mi riguarda l’importante è che non si intrometta nella mia vita più del dovuto. Sono stato più chiaro ora?-

Si sentiva più calma, perché si era resa conto di essere saltata subito a conclusioni affrettate, con il risultato di sprigionare quella stupida reazione da ragazzina. George sorrise nel vedere il suo viso imbronciato

-Per quel che vale, comunque, grazie per esserti prodigata tanto contro l’onta inferta al mio onore! Ti assicuro che lo apprezzo davvero-

Matilda rimase imbronciata, ma più per infastidire il ragazzo che per reale disappunto. Perché, in realtà, quel maledetto sorrisetto e quegli occhi tanto caldi, le facevano perdere le staffe tanto quanto riuscivano ad acquietarla

-Ah, Ah. Sei davvero molto maturo George; la prossima volta ti lascerò in pasto ai lupi e stai pur sicuro che rimarrò a guardare la tua disfatta, mentre mi strafogherò di gelatine tutti gusti più uno!-

-Io invece sospetto proprio che saresti pronta ad un sanguinoso duello in onor di giustizia!-

-Chi di speranza vive disperato muore, non lo sai? Ora è meglio che vada, ho perso fin troppo tempo oggi-

Nell’allontanarsi da George, che le gridò dietro “a presto Lemonsoda!”, un sorriso trattenuto le increspò le labbra e quando fu abbastanza vicina ad Hermione (che aveva osservato tutto il tempo i due), Matilda fece cenno all’amica di andare

-Perché ti ha chiamata così? Lo sai che è una bevanda babbana?-

-Già, pare che a George Weasley piaccia particolarmente, Granger!-

Ed eludendo con maestria le domande curiose dell’amica grifondoro, con lei si avviò alla sala grande, dove una cena tanto agognata le stava aspettando.



   
 
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