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Autore: emme30    04/09/2017    8 recensioni
"Il bacio è un espediente geniale per impedire agli innamorati di dire troppe stupidaggini." (Anonimo)
1. [Kuroo/Kenma] Tetsurou
2. [Daichi/Suga] Sawamura
3. [Bokuto/Akaashi] Keiji
4. [Tsukishima/Yamaguchi] Kei
5. [Iwaizumi/Oikawa] Tooru
6. [Kageyama/Hinata] Tobio
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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4.
Kei


E delle volte non è proprio un bacio, se chiudi gli occhi è un viaggio.
(Anonimo)

 

Tsukishima corruga le sopracciglia quando vede le luci della palestra riaccendersi. Guarda davanti a sé Hinata e Kageyama allontanarsi parlottando e si domanda genuinamente chi altro possa essere così persistente da volersi allenare dopo un pomeriggio così intenso e faticoso.

Ha un’illuminazione nel momento in cui si rende conto che Yamaguchi non è ancora andato a cambiarsi ed è letteralmente sparito da quando hanno finito gli ultimi esercizi e si sono avviati alla stanza del club.

Sospira e abbandona la sacca coi libri, prendendo le scarpe che usa in palestra per giocare e avviandosi mollemente verso il grande edificio illuminato di fronte ai propri occhi.

Capisce di aver avuto l’intuizione giusta nell’istante in cui scorge una palla colpire la rete e cadere nella parte di campo da cui è venuta.

Entra in palestra e guarda irritato il suo migliore amico nell’area di battuta.

Yamaguchi fa quasi un salto quando lo nota, visibilmente sorpreso.

“Tsukki!” esclama, arrossendo imbarazzato come un bambino beccato con le mani dentro il barattolo dei biscotti. “Cosa ci fai qui?”

Tsukishima non si scompone. “Questo dovrei chiederlo io a te.”

Yamaguchi si porta una mano a grattarsi il capo e abbassa lo sguardo sul parquet. “La battuta flottante non mi riesce ancora come voglio,” spiega. “Ho bisogno di allenarmi di più.”

Tsukishima è stanco, vorrebbe solo andare a casa e cacciarsi nel letto, però l’unica cosa che si ritrova a fare è infilarsi le scarpe da ginnastica e andare a posizionarsi dall’altro lato della rete rispetto a dove sta battendo Yamaguchi.

Tira su le maniche della felpa e piega le ginocchia, mettendosi in posizione per ricevere e ignorando lo sguardo confuso del proprio migliore amico.

“Forza,” gli dice con il suo solito tono monocorde. “Non ho tutta la sera.”

Yamaguchi sbatte le palpebre confuso per un paio di attimi. “Ma non ho bisogno che tu-”

“Forse avere qualcuno da questo lato del campo ti spronerà di più.”

Yamaguchi non replica, ma Tsukishima lo vede arrossire un poco.

Il ragazzo si prepara, concentratissimo, e lancia la palla per battere. Il silenzio riempie la palestra quando il pallone scontra la rete di nuovo e finisce dal lato da cui è venuto.

“Un’altra,” incalza Tsukishima, fissandolo intensamente.

Il ragazzo obbedisce: prende un altro pallone per il servizio, eppure è visibilmente nervoso. Anche questo finisce dal suo lato del campo.

“Un’altra,” ripete Tsukishima, senza spostarsi di un solo millimetro dalla propria posizione.

Yamaguchi serve un’altra palla, ma si tratta di una battuta normale che viene ricevuta senza alcuno sforzo.

“Un’altra!”

Yamaguchi batte altri cinque palloni; tuttavia, nessuno ha l’effetto sperato.

All’ennesima esclamazione di Tsukishima, Yamaguchi non si muove e non si avvicina neanche alla cesta. Rimane con lo sguardo fisso sul parquet, come se fosse in trance.

“Oi, Yamaguchi, sveglia!”

Il ragazzo è immobile, però Tsukishima riesce ad avvertire il suo sconforto anche se sono lontani e dai due lati opposti del campo.
A quel punto, si mette dritto e si sistema gli occhiali sul naso. Fissa il suo migliore amico, ma Yamaguchi non sembra intenzionato a dargli la sua attenzione.

“Già ti arrendi?”

A quella provocazione, il ragazzo alza il volto. Tsukishima capisce dalla sua espressione che tutti quegli errori consecutivi stanno pesando sulle sue spalle più di quanto dovrebbero. Lo conosce come le sue tasche, sa benissimo cosa gli sta passando per la testa in quel momento.

“So di non essere il miglior esempio da seguire per quanto riguarda questo club, ma tu…” Fa una pausa e lo guarda in modo penetrante con la propria espressione più seria dipinta in viso. “Pensavo che tu ci tenessi.”

“Infatti ci tengo!” è la replica che giunge alle sue orecchie.

“E allora, se ci tieni, fa’ un’altra battuta e dimostra di essere indispensabile e prezioso come quello stupido re e il suo nano da giardino.”

Yamaguchi lo squadra in silenzio per qualche attimo, poi si accosta alla cesta e recupera un pallone.

Tsukishima si mette in posizione per ricevere e attende, attende pazientemente che le proprie parole sortiscano l’effetto desiderato.

Yamaguchi serve e la palla non solo finisce dall’altro lato della rete, ma addirittura sul parquet, visto che Tsukishima non riesce a prenderla in tempo.

Vede un sorriso stupito spuntare sul volto del proprio compagno e si rimette in posizione. “Un’altra!” urla, facendo un piccolo ghigno.

Yamaguchi batte tre palloni e lui non riesce a difenderne nemmeno uno.

Al quinto servizio efficace, Tsukishima si rimette in piedi con un’espressione soddisfatta, senza aspettarsi ovviamente di tornare a dare una botta sul parquet nel momento in cui si ritrova Yamaguchi davanti e, più precisamente, addosso.

Cade di schiena sul pavimento e fa un verso strozzato nell’istante in cui avverte le labbra del ragazzo premere contro le proprie in un bacio incredibilmente inaspettato.

Ci mette un paio di attimi per ricambiare, dischiudere la bocca e far scorrere le dita tra i capelli scuri del giovane sopra di sé.

Si baciano sul pavimento per un paio di attimi finché Yamaguchi non si allontana, evitando imbarazzato i suoi occhi. Il rossore sulle sue guance gli nasconde tutte le lentiggini e Tsukishima non smetterà mai di trovare la cosa adorabile.

“Grazie,” mormora il ragazzo, mordendosi il labbro inferiore.

Tsukishima fa un sospiro e gli accarezza la guancia, prendendolo per il mento e obbligandolo a incrociare lo sguardo col proprio. “Devi solo credere in te stesso quanto ci credo io,” gli dice senza nemmeno una punta di imbarazzo. “Vedrai che riuscirai a fare qualunque cosa tu voglia.”

A quelle parole, Yamaguchi sembra sul punto di scoppiare in un pianto a dirotto, ma Tsukishima non glielo permette. Intreccia le dita tra i suoi capelli e lo trascina verso il basso, verso la sua bocca, in un bacio che ha il sapore di fiducia e ammirazione.

Quando si allontanano, Yamaguchi ha le guance rosse, eppure non evita i suoi occhi. Si rimettono in piedi e si scrollano via la polvere dai vestiti.

“Dai, fanne altre cinque di seguito e poi andiamo a casa,” lo sprona Tsukishima, sistemandosi gli occhiali sul naso.

Fa per voltarsi e tornare al centro del campo, ma uno strattone alla felpa e un altro bacio a sorpresa lo fanno fermare sul posto e gli tolgono il respiro.

“Okay,” sussurra Yamaguchi una volta staccatosi dalle sue labbra. “Ti sfido a prenderle tutte.”

Tempo prima, Yamaguchi gli ha detto che le sue parole lo fanno sempre sentire invincibile e, ogni singola volta che Tsukishima vede quel sorriso onesto, sincero e pieno di forza di volontà che è destinato solo ed esclusivamente a lui… beh, ci crede davvero.

 
Grazie grazie grazie a chi continua a seguire questa raccolta, siete adorabili ♥

Beta reading: Ilaria
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