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Autore: _niallsbreath    06/09/2017    0 recensioni
'You were my cup of tea, now I drink champagne'
Bella è una ventitreenne di Edimburgo.
Per lavoro deve trasferirsi nella grande città di Londra, dove vivrà a casa della cugina Jessica.
Ma il suo giovane capo, Harry Styles, le renderà la sua permanenza difficile... o quasi.
*Dal capitolo 3*
"Così lei è la Signorina Adams" rispose abbassando il foglio, inchiodando le sue iridi verdi nei miei occhi azzurri. "Io sono il Signor Styles, e lei è in ritardo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*1 anno dopo*

25 Dicembre

Avevo finito di apparecchiare la grande tavola rotonda.
Avevo addobbato tutto perfettamente di rosso e di bianco per riprendere il tema natalizio, e dopo essermi assicurata che tutto fosse sistemato come volevo andai nella mia camera ed iniziai a prepararmi.

Per il pranzo di Natale, mamma e Robert sarebbero venuti a casa nostra.
Avevo invitato anche Charlotte, ma da lei Natale era l'unico giorno per potersi riunire con la sua famiglia, ma mi aveva promesso che sarebbe passata nel pomeriggio.
Ma quel giorno anche per noi sarebbe stata una festa in grande, perché anche Harry aveva invitato sua madre e sua sorella Gemma.
Era un'occasione speciale da passare tutti insieme.
Il primo Natale tutti insieme con la piccola Abigail.

Io e Harry, pochi mesi prima della nascita della bambina avevamo deciso di andare a vivere insieme.
Dopo essere ritornata a casa, io e Harry avevamo mantenuto comunque i contatti.
Per lui era difficile aiutarmi e starmi vicino vivendo così distanti, ma tutti i giorni ci sentivamo in videochiamata, fino a quando non decidemmo di trasferirci.
Harry aveva lasciato definitivamente Londra e mi raggiunse qui, ad Edimburgo, dove affittammo una piccola villetta a pochi isolati da casa di mia madre.
Avevamo così l'opportunità di costruire finalmente la nostra famiglia e di stare insieme, ma di poter contare ugualmente sull'aiuto di mia madre e della mia famiglia, al momento della nascita della bambina.

Finalmente, la nostra vita aveva preso una piega normale.
Eravamo una famiglia come tutte le altre, non eravamo più qualcosa di sbagliato.
Jared aveva lasciato Edimburgo e la nostra vecchia casa era stata venduta ad un'altra famiglia.
Harry, invece, impiegò più di sei mesi per divorziare definitivamente da Jennifer.
Lei si era rivolta agli avvocati per la separazione dei beni e per un risarcimento, che riuscì ad ottenere.

Io e Harry, così, potevamo ricominciare tutto da capo.
Lui aveva trovato lavoro in una agenzia di viaggi dove, grazie alla sua esperienza passata, occupava il ruolo di direttore di marketing.
Mentre io facevo la commessa nella biblioteca in centro di Edimburgo.
Certo era un lavoro umile e poco redditizio, ma mi dava la possibilità di rimanere a contatto con la mia passione, la scrittura e i libri.
La biblioteca, inoltre, aveva approvato il mio progetto ed ogni mercoledì sera, mi intrattenevo per condurre un corso di scrittura aperto a chiunque.
Era bello vedere come le persone trovavano il modo di esprimere i propri sentimenti usando le parole.
C'era chi si esprimeva con poesie, racconti, storie. Chi semplicemente si fermava ad ascoltare.
Mi piaceva dare la possibilità a chiunque di sfogarsi, e mi rendeva orgogliosa vedere come il gruppo si allargasse di settimana in settimana.
Ero così fiera di me e di quello che avevo costruito.
Finalmente ero realmente felice, con la persona che amavo davvero e, nonostante l'arrivo della piccola Abby non fosse programmato, lei rendeva più piacevoli le mie giornate ed ogni suo sorriso mi dava la gioia e la forza di vivere la mia vita giorno dopo giorno con il sorriso sulle labbra.

Alzai la zip laterale del vestito che avevo comprato appositamente per quella giornata.
Era un semplice ed anonimo tubino nero, con una cintura di lustrini sotto il seno.
Non era per nulla particolare, ma volevo essere elegante per quella giornata così importante. Non vedevo l'ora.
Stavo indossando i miei soliti bracciali e un paio di orecchini di perle davanti al comò, quando il ragazzo mi raggiunse nella stanza, chiudendo la porta alle spalle.
"È già arrivata tua mamma" disse lui avvicinandosi a me.
Si posizionò dietro di me rimanendo a fissare il mio riflesso nello specchio.
Mi allacciò le braccia attorno alla vita e mi stampò un bacio sulla guancia.
"Sei molto bella vestita così" sussurrò lui.
Io sorrisi imbarazzata.
Non mi ero ancora abituata ai suoi complimenti. 
Mi voltai verso di lui, notando il suo completo nero abbinato ad una camicia bianca, che aveva lasciato aperta nei primi due bottoni.
Mi avvicinai alle sue labbra stampandovi un piccolo bacio mentre gli allacciai quel bottone che lasciava intravedere troppo il suo petto.
"Sei troppo sbottonato per i mie gusti" sussurrai ridendo sulle sue labbra.
Lui alzò gli occhi al cielo sbuffando, poi rise insieme a me.

Mi prese per mano, e insieme tornammo in salotto, dove la mamma stava già coccolando la piccola Abby.
Non appena mi vide mi venne subito incontro, abbracciandomi.
"Mamma ci siamo viste due giorni fa, sembra che tu non mi veda da secoli" scherzai.
Poi mi lasciò fra le braccia la bambina, che subito allungò le braccia verso di me.
Inutile dire che era adorabile.
Poche settimane prima le avevo comprato insieme a Charlotte un bellissimo vestitino rosso a maniche lunghe, con una renna a Babbo Natale stampato sul davanti.
Era davvero carina vestita così.

Harry subito si avvicinò, accarezzando la testa della bambina stampandole poi un bacio sulla fronte.
Era la sua fotocopia.
Aveva preso tutto da lui: gli occhi verdi, il colore dei capelli e i primi ciuffetti che le stavano crescendo erano già dei bellissimi ricciolini come quelli del ragazzo.
L'unica cosa che aveva preso da me era il piccolo naso all'insù, che purtroppo era un tipico tratto delle mie origini francesi.

Mia madre, in quel momento, tirò fuori dalla borsetta la macchina fotografica.
"Come siete carini! Mettetevi lì, affianco all'albero di Natale che vi faccio una bella foto" disse la donna, entusiasta.
Io ed Harry ci guardammo un po' esasperati. Poi scoppiammo a ridere.
Ogni volta che mia madre veniva a casa nostra doveva scattare una fotografia.
Così, ci mettemmo in posa davanti all'albero.
Harry mi attirò a se mettendomi un braccio dietro alla schiena, mentre io reggevo la bambina.
Ma non aveva molta pazienza di stare ferma immobile, così iniziò a dimenarsi e mia madre riuscì a scattare solo una fotografia.
Ma quando ci sedemmo sul divano mentre aspettavamo la madre di Harry, lei continuò a scattare foto.
"Mamma, mi hai fatto più foto in questi 4 mesi che in 24 anni di vita" scherzai.
"Non è assolutamente vero! A casa sono piena di album di tue fotografie di quando eri piccola così" rispose lei.
Ma quando suonarono al campanello, presi di nuovo in braccio la piccola, che avevo messo seduta affianco a me sul divano, e andai ad aprire la porta, dietro la quale trovai Gemma ed Anne, che mi salutarono con un bacio prima di farle entrare in casa nostra.
In meno di un minuto, entrambe si gettarono sulla bambina, che immediatamente allungò le braccia verso la nonna. Così, gliela lasciai, lasciando che anche la loro la coccolassero come aveva fatto mia madre poco prima.
Finalmente eravamo tutti.
Così, andai in cucina iniziando a servire le prime portate.

Non erano nemmeno le otto, ma la piccola Abigail era già crollata da una ventina di minuti.
Quel giorno tutti l'avevano tenuta sveglia, scartando i regali e giocando insieme, e quando tutti se ne andarono lei crollò definitivamente fra le braccia del papà dopo averle dato il biberon, mentre io sistemavo la cucina.
Anche io ed Harry eravamo sfiniti.
Quella giornata era stata davvero stancante ed era una fortuna che la bambina si fosse addormentata così presto.
Così, dopo averle infilato il pigiama e messa nella sua culla, ci sedemmo insieme sul divano con una tazza di latte caldo fra le mani.
Harry aveva il braccio attorno alle mie spalle, quando si alzò dal divano lasciandomi lì.
"Aspetta un attimo" disse poi andando in camera.
Io mi sedetti a gambe incrociate sul divano, rimanendo lì come mi aveva chiesto, ma ero un attimo confusa.
Poi lui tornò con una piccola busta in mano, porgendomela.
"Aspettavo di essere da soli per darti il mio regalo".
Si sedette di nuovo davanti a me, ed io iniziai a scartare il mio regalo sciogliendo il fiocco della bustina.
Curiosa, tirai fuori la piccola scatola al suo interno, e quando la aprii trovai un bellissimo bracciale con un cuore d'argento.
"Giralo" mi disse poi.
Dietro erano incisi i loro nomi in corsivo.

Harry & Abigail

Sorrisi dolcemente, accarezzandolo con la punta delle dita.
Poi lo infilai, facendolo scivolare lungo il mio polso.
"Mi piace tantissimo" ammisi, arrossendo ancora una volta.
Poi mi avvicinai a lui stampandogli un bacio sulle labbra "grazie" sussurrai.
Poi mi alzai dal divano, e dietro all'albero tirai fuori un'altra scatola.
"Anche io ho un regalo per te" dissi ritornando al mio posto di fronte a lui.
Appoggiai il pacco sulle sue ginocchia e lasciai che lo aprisse.
Quando aprì la scatola al suo interno e tirò fuori la camicia rimase quasi senza parole, e io sorrisi soddisfatta.
"Ma sei pazza, veramente Bella?" 
Ridacchiai alla sua reazione.
Gli avevo preso da Prada una camicia azzurra, come quella che l'anno prima stava cercando a Manchester.
Certo, non era lo stesso modello ed era sicuramente meno elegante, ma sapevo che gli sarebbe potuta piacere.
"Ti piace? So che non è come quella che hai visto, ma ho pensato che..."
"Mi piace molto" disse interrompendomi.
Poi accarezzò la mia guancia.
"È un regalo magnifico, ma il regalo più bello di questo Natale sei tu" sussurrò.

Mi sciolsi letteralmente alle sue parole.
Mi gettai così di nuovo fra le sue braccia, avvicinandomi piano alle sue labbra.
Lui sorrise quando le unii, muovendole dolcemente sulle sue.

Ero così felice che ora quei baci, quelle carezze potessero essere dedicate solo a me.
Che tutto quello che avevo fosse finalmente mio e che mi appartenesse.
Ero così felice di aver ritrovato dopo tanto tempo la pace e la tranquillità, quella vera.

È proprio vero che i viaggi cambiano le persone.
Sono partita come una semplice ragazza ambiziosa, e sono tornata insieme alla mia anima gemella.
Non avrei potuto chiedere di meglio.

Fine

  
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