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Autore: alessandroago_94    07/09/2017    11 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La canzone della notte

LA CANZONE DELLA NOTTE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mesto, mesto,

il buio arriva presto;

il gallo non canterà

per ore e ore,

il mondo si fa nero,

un nero accumulo di desiderio;

l’uomo e la sua realtà

nascosti in casa, a sognare.

 

È la canzone della notte

quella che rimbomberà

tra le porte

di una casa che, col buio,

si riempie di fantasmi del passato,

un passato sciagurato,

un passato che non è ancora passato,

un passato che non sa d’amato.

 

È la notte, che ci lascia soli

con i nostri sogni,

con i nostri desideri folli,

e l’incubo del sonno si tramuta

in grandi ragni,

in ragni neri,

in ragni come oscuri monili

che s’incendiano alla luce del sole.

 

La canzone della notte

non risuona nelle radio;

i mezzi ad elettricità giacciono

spenti, non sono più desti;

se cade la pioggia

sulle tegole si crea

un bassofondo che sa d’indefinito,

che sa d’infinito.

 

È l’infinito del buio,

è il buio che affonda l’universo,

è il cibo dei buchi neri,

è l’altra faccia della Luna,

quella che noi non vediamo mai,

destinata ad essere immaginata,

o ad essere coi satelliti osservata.

 

Ci sono quelle notti in cui nevica,

e il mondo par ovattato;

se si guarda dalla finestra,

parrà che il ciel d’un rossore arda,

e la terra che ormai è sepolta,

da una coltre bianca,

sembra che sia anch’essa stanca,

e che sotto una coperta riposi.

 

C’è la notte degli animali,

della schiera delle creature notturne;

oh, Dio, che paure.

Bestiole nell’ombra,

nella penombra

di un faro solitario acceso,

che di buio vivono,

e nel frattempo si lamentano.

 

La notte degli spettri

è l’incubo dei viventi; mani,

corpi inconsistenti,

rumori molesti

e casuali, che obbligano gli

occhi a stare aperti,

a stare svegli,

a stare attenti.

 

C’è la notte delle auto,

dei bolidi che sfrecciano solitari

lungo le strade,

di chi si schianta, poi,

e di chi piangerà l’indomani.

Di chi i capelli si strapperà,

e che il dolore maltratterà.

 

La canzone della notte

accumuna tutte queste sorti;

oltre al buio, oltre alla natura,

qualcosa resta, qualcosa dura;

il seme del nuovo giorno germoglia

con il canto del gallo alle cinque di mattina,

e allora il lato del mondo al buio sospira,

addio agli spettri, ma buongiorno alla fatica quotidiana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Anche questa volta, una piccola poesia senza pretese. Spero vi sia piaciuta.

Vi ringrazio di cuore, tutti quanti. Grazie!

 

 

   
 
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