LA CANZONE DELLA NOTTE
Mesto, mesto,
il buio arriva presto;
il gallo non canterà
per ore e ore,
il mondo si fa nero,
un nero accumulo di desiderio;
l’uomo e la sua realtà
nascosti in casa, a sognare.
È la canzone della notte
quella che rimbomberà
tra le porte
di una casa che, col buio,
si riempie di fantasmi del passato,
un passato sciagurato,
un passato che non è ancora passato,
un passato che non sa d’amato.
È la notte, che ci lascia soli
con i nostri sogni,
con i nostri desideri folli,
e l’incubo del sonno si tramuta
in grandi ragni,
in ragni neri,
in ragni come oscuri monili
che s’incendiano alla luce del sole.
La canzone della notte
non risuona nelle radio;
i mezzi ad elettricità giacciono
spenti, non sono più desti;
se cade la pioggia
sulle tegole si crea
un bassofondo che sa d’indefinito,
che sa d’infinito.
È l’infinito del buio,
è il buio che affonda l’universo,
è il cibo dei buchi neri,
è l’altra faccia della Luna,
quella che noi non vediamo mai,
destinata ad essere immaginata,
o ad essere coi satelliti osservata.
Ci sono quelle notti in cui nevica,
e il mondo par ovattato;
se si guarda dalla finestra,
parrà che il ciel d’un rossore arda,
e la terra che ormai è sepolta,
da una coltre bianca,
sembra che sia anch’essa stanca,
e che sotto una coperta riposi.
C’è la notte degli animali,
della schiera delle creature
notturne;
oh, Dio, che paure.
Bestiole nell’ombra,
nella penombra
di un faro solitario acceso,
che di buio vivono,
e nel frattempo si lamentano.
La notte degli spettri
è l’incubo dei viventi; mani,
corpi inconsistenti,
rumori molesti
e casuali, che obbligano gli
occhi a stare aperti,
a stare svegli,
a stare attenti.
C’è la notte delle auto,
dei bolidi che sfrecciano solitari
lungo le strade,
di chi si schianta, poi,
e di chi piangerà l’indomani.
Di chi i capelli si strapperà,
e che il dolore maltratterà.
La canzone della notte
accumuna tutte queste sorti;
oltre al buio, oltre alla natura,
qualcosa resta, qualcosa dura;
il seme del nuovo giorno germoglia
con il canto del gallo alle cinque di
mattina,
e allora il lato del mondo al buio
sospira,
addio agli spettri, ma buongiorno
alla fatica quotidiana.
NOTA DELL’AUTORE
Anche questa volta, una piccola poesia senza pretese. Spero
vi sia piaciuta.
Vi ringrazio di cuore, tutti quanti. Grazie!