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Autore: Epic JP    07/09/2017    4 recensioni
Naruto si sveglia con una bellissima ragazza che dorme accanto a lui. E sono entrambi nudi! La cosa peggiore è che non riesce a ricordare come si è messo in questa situazione! Chi è questa splendida sconosciuta e perchè ha lasciato che un ragazzo come lui dormisse con lei? [Modern AU]
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Auguro una buona lettura con l'invito a lasciare una recensione. Se qualcuno notasse pecche nella trama, errori grammaticali, volesse solo farmi sapere che è piaciuto o addirittura consigliarmi su qualcosa... Le mie orecchie saranno aperte ad ogni consiglio e critica...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Tutta la giornata di sabato la passò chiusa in camera senza sentire i morsi della fame o la mancanza d'acqua sebbene avesse inondato il cuscino con le sue lacrime. Rimase sveglia fino a notte fonda guardando il soffitto ma senza vedere niente, un corpo vivo ma allo stesso tempo vuoto e morto. Fu la luce del sole della domenica che la risvegliò dalla sua trance ricordandole di essere ancora viva e perciò di doversi muovere per rimanerlo. Con fatica si alzò dal letto e si diresse verso il bagno senza preoccuparsi minimamente della finestra ancora chiusa. Forse ancora influenzata da quello che le era stato detto il giorno prima, Tenten non bussò alla porta per servirle il tè, Hinata sapeva di dover uscire da quel guscio e affrontare la realtà dei fatti.

 

Senza nessuna fretta indossò una camicia bianca e dei pantaloni lunghi blu navy. Quando si mise addosso anche una giacca dello stesso colore si accorse che il suo cartellino non c'era, si chiese che fine avesse fatto solo per un secondo prima di uscire dalla porta e dirigersi verso la sala da pranzo. La tavola era già stata preparata e la cameriera stava posizionando le tazze sul tavolo quando sentì la sua padrona arrivare. “Hinata! Finalmente sei uscita! Ero mortalmente preoccupata per te.” l'altra riuscì ad abbozzare un sorriso, alla fine Tenten si era dimostrata per quello che era: non solo una brava domestica ma anche una buona amica. “Mi dispiace per come mi sono comportata ieri, ma ho avuto una nottataccia. Scusami.”

 

“Non c'è niente da perdonare, Hinata. È tutto a posto ora.” si sedettero a tavola e, dalla mattina precedente, finalmente la Hyuuga diede al suo corpo del nutrimento.

 

- - -

 

Si rese conto di aver avuto un paio di colpi di fortuna, l'indirizzo del giornale presso cui lavorava la ragazza non era molto lontano, solo una corsa in macchina di 10-15 minuti, e quel giorno non sarebbe dovuto andare in nessuna aula di tribunale. Naruto si diede un'occhiata nello specchio, adesso aveva un aspetto quantomeno decente con la sua giacca arancione e la cravatta rossa sulla camicia bianca. Sottobraccio aveva ancora la blusa della ragazza, debitamente piegata. Ingoiò della saliva.

 

Il piano era di andare dove Hinata lavorava per restituirle la giacca e tentare di giustificarsi in qualche modo ma i dubbi erano sempre più demoralizzanti. Gli avrebbe dato retta? Se si fosse messa ad urlare vedendolo? Se non fosse riuscito a parlarci in privato? Dopo la sua fuga e quello che aveva ricordato con Tsunade non era tanto sicuro di sapere come agire con lei.

 

Comprendendo che rimuginandoci sopra non avrebbe risolto niente si decise ad uscire di casa e ad infilarsi in macchina per raggiungere la ragazza che aveva conquistato da sbronzo e perso da sobrio.

 

- - -

 

“Ed è così che ti giustifichi?!?” la voce del cugino risuonò nella stanza quasi come un boato. Fra una cosa e l'altra, Hinata era arrivata di nuovo in ritardo e Neji l'aveva convocata subito nel suo ufficio. “Ieri non ti sei fatta vedere né sentire, oggi ti ripresenti in ritardo e tutto quello che hai da dire è che venerdì sera hai avuto dei problemi?”

 

Hinata teneva lo sguardo inespressivo e basso. “È la verità, direttore. Venerdì ho incrociato dei delinquenti tornando a casa. Un uomo mi ha salvata e offerto di dormire a casa sua ma evidentemente mi avevano fatto più male di quanto pensassi perché ieri non sono nemmeno riuscita ad uscire dalla camera da letto una volta rientrata.” era la verità, forse non del tutto dettagliata ma era la verità. L'altro strinse gli occhi dandole un'occhiata glaciale. “E quest'uomo, chi sarebbe?” lei scosse il capo senza alzarlo. “Non lo so, non mi ha detto il suo nome.”

 

“Quindi, in sostanza, hai dormito a casa di un perfetto sconosciuto?” lei sapeva dove il cugino volesse arrivare ma, per una volta, fu in grado di contrattaccare il suo attacco verbale. “Non c'è da preoccuparsi, io non so chi fosse quell'uomo ma nemmeno lui...” inconsciamente soffocò un gemito di dolore. “...nemmeno lui ha idea di chi io sia, il nome della mia famiglia non corre il rischio di essere macchiato.” Neji la osservò con attenzione per alcuni secondi prima di sospirare e, finalmente, distogliere lo sguardo dalla cugina. “D'accordo, ieri Tenten mi aveva chiamato per avvisare che non ci saresti stata per motivi di salute, ora raggiungi la tua postazione e finisci i rapporti di oggi.”

 

“Sì, direttore.” da quando era entrata nell'ufficio il collo aveva rifiutato di sollevare il peso sopra di esso e anche una volta fuori resistette ai deboli tentativi della ragazza mentre si incamminava.

 

Ino stava lavorando al computer, concentrata. Nessuno avrebbe detto che due sere prima era sbronza e intenta a prendere in giro l'innocenza della sua amica. Affianco alla sua scrivania si trovava la ventiquattrore che la mora aveva abbandonato al bar, nonostante l'alcool in circolo aveva avuto la premura di prenderla e consegnarla alla proprietaria il giorno dopo, ma questo non era avvenuto e ogni suo tentativo di avere informazioni era fallito miseramente.

 

Distolse lo sguardo dallo schermo quando la sentì sedersi, ma quando si voltò lo spettacolo non era assolutamente piacevole: l'amica aveva la testa bassa e lo sguardo spento mentre iniziava ad avviare il proprio computer. Dubbiosa su come agire iniziò con cautela. “Buongiorno Hinata, come va oggi?” l'altra non rispose né distolse lo sguardo. Ino tentò di nuovo. “Ho qui la tua borsa, l'avevi dimenticata quando sei andata via venerdì.” ancora nessuna reazione da parte della collega. Intuendo che stesse ancora pensando alla sua sceneggiata al bar, la bionda si sporse in avanti abbassando il tono della voce. “Se sei ancora arrabbiata per quello che ti ho detto, mi dispiace. Non volevo ferire i tuoi sentimenti, era l'alcool a parlare. Io...” fu interrotta da quello che poteva essere definito un borbottio. “Sto cercando di lavorare, smettila!”

 

Ino sgranò gli occhi, Hinata non aveva distolto gli occhi dal monitor e le sue dita stavano picchiettando sulla tastiera in modo veloce. Poteva capire che l'avesse ferita, ma chiudersi in quel modo forse era esagerato. “Hinata, non pensavo quello che ho detto! Lo sai come sono, se vado fuori di testa non mi controllo più ma questo non vuol dire che pensi davvero quello che sbraito. Non intendevo mancarti di dispetto o imbarazzarti.” lo sguardo della Hyuuga si posò sugli occhi azzurri della collega. “Beh, lo hai fatto! Che ne avessi l'intenzione o no ha poca importanza. A causa tua ho fatto...” si interruppe, avrebbe forse voluto dire -un grosso sbaglio- ma non terminò la frase.

 

Invece si alzò in piedi e si mise in marcia lasciando Ino confusa. “E adesso dove vai?!?” l'altra rispose senza voltarsi. “In caffetteria, ho bisogno di un caffè!” lei non lo beveva mai, non le era mai piaciuta la bevanda preferendo invece il tè. Aveva bisogno di riordinare la mente, aveva bisogno di silenzio e di una tregua da tutto quello che la circondava e l'unico posto vuoto al momento era la caffetteria. Forse avrebbe anche preso il caffè, ma non era sicura di volerlo bere. Se avesse dovuto confessare i suoi pensieri avrebbe detto di non essere più sicura di nulla.

 

- - -

 

Erano almeno 10 minuti buoni che aspettava in macchina, era arrivato senza troppi problemi ma una volta giuntò lì non aveva fatto il passo successivo. Il biondo si decise ad aprire lo sportello. Si stava ancora chiedendo come lei avrebbe reagito vedendolo. Cosa lo aspettava? Uno schiaffo, un urlo, un'esplosione di lacrime? Oppure sarebbe stato denunciato per quello che aveva fatto? Più si avvicinava alla struttura del News in the news e più il suo corpo opponeva resistenza.

 

Tuttavia Naruto era deciso, non sarebbe tornato sui propri passi, si sarebbe dovuto scusare con la ragazza e spiegare la sua situazione, lei avrebbe potuto reagire in qualsiasi modo ma lui DOVEVA parlarle, almeno per rendere utile il sacrificio finanziario del suo portafogli. Le tornò in mente Tsunade, quella donna non aveva voluto sentire scuse, solo per dell'incenso e un appuntamento saltato gli aveva prosciugato la rana.

 

Smettendo di pensare alla tragedia del suo portafogli strinse un po' di più la giacca sotto il braccio e raggiunse la reception dell'edificio. Fu una ragazza dai capelli rosa e un curioso tatuaggio romboidale sulla fronte a dirgli a quale piano e in quale reparto si sarebbe dovuto recare. Per fortuna non aveva chiesto il motivo della sua visita, magari pensava fosse un nuovo impiegato o forse doveva parlare col direttore per qualche motivo, Naruto non ci rifletté sopra troppo ed entrò nell'ascensore.

 

Arrivato al reparto non seppe cosa fare, le scrivanie erano sistemate due a due e tutti sembravano indaffarati nei loro compiti. Nessuno si accorse di lui mentre il suo sguardo si spostava per la stanza alla ricerca della ragazza dagli occhi color lavanda senza successo. Alla fine sospirò rassegnandosi all'idea di dover chiedere indicazioni a qualcuno. Si mosse in direzione di una ragazza bionda con un ciuffo di capelli che le copriva l'occhio destro. “Salve, posso disturbare?”

 

La ragazza sollevò lo sguardo dal computer. “Oh, salve. Come posso aiutarla?”

 

“Sto cercando Hyuuga... Hinata. Sa dove si trova ora?” dire il suo nome ad alta voce gli dava ancora degli strani brividi, quasi come se non avesse il diritto di pronunciare quel nome, l'altra parve non farci caso. “Beh, la mia collega al momento è in caffetteria...” indicò una stanza oltre un corridoio alla sua sinistra. “...ma non so se ora sia un momento buono per parlarle.” Naruto non aveva bisogno di chiederne il motivo, sapeva bene perché la ragazza si sentisse male ma ebbe l'accortezza di non spiattellarlo ai 4 venti. “Non si preoccupi, devo solo consegnarle una cosa.” si incamminò nella direzione indicatagli. “Grazie dell'aiuto.” ancora una volta quella mattina, Ino rimase sbigottita, non sapeva chi fosse quell'uomo né cosa volesse o perché cercasse Hinata, l'unica cosa di cui era sicura era che fosse un bel bocconcino. Magari, quando la sua collega si fosse ripresa, le avrebbe potuto chiedere chi fosse quel bel fusto.

 

- - -

 

Hinata era seduta su una sedia ad un lungo tavolo con un bicchierino di caffè amaro in mano. Lo stava fissando da quando lo aveva preso senza fare altro, il fumo che risaliva dalla bevanda si era dissolto e il calore con lui ma la sua mente non si era mossa comunque.

 

Le sue pupille fissavano il cerchio scuro senza interesse e senza interesse in nessun'altra cosa. Se non fosse stato per cause di forza maggiore avrebbe anche smesso di respirare. Stare da sola non le aveva dato niente, la situazione era la stessa. Quello che era successo non poteva essere cancellato e la ferita che aveva subito non poteva essere rimarginata. A poco a poco i suoi occhi si fecero acquosi, la consapevolezza di aver dato tutta sé stessa per qualcosa di inesistente la stava distruggendo.

 

- - -

 

Naruto la vide lì, seduta su una sedia a fissare il caffè nelle sue mani. Aveva la testa bassa ed era chiaro che si trovava ad un passo dalle lacrime. Nella sua mente si formò di nuovo l'immagine di lei piangente che fuggiva da lui.

 

Strizzò gli occhi e scosse la testa con forza, LUI l'aveva messa in quella situazione e LUI avrebbe dovuto tirarla fuori... o almeno ci avrebbe provato. Tutto dipendeva da come avrebbe reagito la ragazza. Fece un passo avanti entrando nella stanza e aprì la bocca. “Hinata?”

 

- - -

 

Sentì chiamare il suo nome, la voce sembrava familiare ma non la riconobbe, forse un collega? Col dorso della mano cacciò via le lacrime sulla retina e si voltò verso l'ingresso della stanza.

 

“...!” i suoi occhi si spalancarono. Davanti a lei si trovava la causa di tutto questo, davanti a lei c'era l'uomo che aveva fatto quello che lei riteneva amore con lei solo per non riconoscerla il giorno dopo. Davanti a lei c'era l'uomo che l'aveva gettata in quell'abisso ma... l'aveva chiamata per nome? Era sicura di averlo sentito, o non si sarebbe mai voltata, e nella stanza non c'era nessun altro. Che si fosse ricordato? Magari era di nuovo sbronzo ed era arrivato lì per caso? Le domande si stavano ammassando nella sua mente mentre il cuore accelerava il suo ritmo e, meccanicamente, si alzava dalla sedia poggiando il caffè sul tavolo. Non avevano spiccicato parola e il silenzio stava dominando intorno a loro.

 

In qualche modo il suo cervello riprese il controllo della faccia, la sua espressione si fece più dura e la bocca emise di nuovo dei suoni. “Che cosa vuoi?!? Che ci fai qui?!?” lui fece un esitante passo avanti. “Hinata, io...”

 

“Come mi hai trovata?!?” lui abbassò lo sguardo abbattuto dalla sua scarica di domande e poggiò qualcosa che teneva in mano sul tavolo di fronte a lei. Una giacca e un cartellino. Sul cartellino vide la sua faccia. Quella era la sua giacca? Non ricordava se l'aveva presa insieme al resto quando era scappata, non ci aveva pensato più.

 

“È così che ho indovinato il tuo nome.” lei alzò lo sguardo incontrando il suo, i suoi occhi azzurri erano tristi, quasi come l'altra notte ma questa volta lei non si impietosì. “Sei venuto a dirmi solo questo?” nella sua voce c'era meno ostilità ma la rabbia era ancora presente. “No, io... mi dispiace.” la ragazza rise ironicamente, una corta e bassa risata. “Ti dispiace? Davvero? Però sono sicura che quando mi hai portata a letto non ti dispiaceva affatto!” alzò il volume della voce fino quasi ad urlare. “Almeno quello che mi hai dato è il tuo vero nome?!?” rimase per qualche secondo a boccheggiare dopo quello sfogo, per tutto il tempo l'altro aveva tenuto lo sguardo basso subendo tutto quello che lei gli aveva lanciato.

 

“...Ero ubriaco e ho fatto una cosa terribile, non avrei dovuto dirti di doverci sposare e la mattina dopo ero talmente confuso che non sapevo come comportarmi con te. Tu... tu sei... diversa dal tipo di ragazze che mi è capitato di frequentare, quel poco tempo che abbiamo veramente passato insieme mi hai fatto capire che tipo di persona sei. Nessuno mi aveva mai preparato la colazione e i tuoi modi di fare gentili ed educati mi hanno spiazzato. Quando poi mi hai chiamato per nome i dubbi sono solo aumentati ma, dopo un po'... dopo che abbiamo iniziato a parlare e scherzare insieme non ci ho pensato più. La tua compagnia è stata qualcosa che non avevo mai sperimentato con nessuno. Sei una persona unica...”

 

Fece una pausa per riprendere fiato. “E adesso ricordo esattamente come ho indovinato il tuo nome quando ho pestato quel teppistello.” poggiò un dito sul cartellino vicino al suo nome. “Non ho avuto nessuna illuminazione celestiale, credo di aver solo letto questo quando mi sono avvicinato a te.” lei guardò il dito sul suo nome, ancora elaborando quello che l'altro le aveva detto.

 

Naruto continuò. “E anche tu, malgrado io fossi, tutto sommato, uno sconosciuto mi hai dato fiducia, sei venuta da me, hai...” si interruppe per riformulare la frase. “...mi hai assecondato e il mattino dopo ti lei letteralmente presa cura di me finché non ho chiesto il tuo nome.” Hinata strizzò occhi e labbra senza alzare la testa. “Come si suppone che si comporti una moglie?”

 

L'altro spalancò gli occhi per la stoccata ma lei non si fermò e trovò anche la forza per guardarlo in faccia. “Tu mi avevi detto di essere tua moglie, e poi mi hai detto che se non lo fossi stata ci saremmo dovuti sposare. Ero confusa e sorpresa ma abbastanza cosciente da memorizzare tutto. Mi hai portata a letto e...” richiuse gli occhi pensando a quello che lui le aveva fatto provare, la sensazione di calore e sicurezza fra le sue braccia. “...mi ero convinta a seguirti, a stare al tuo gioco. Mi ero convinta che la sensazione che avevo provato non fosse stata vana e... e quando ci siamo svegliati mi sono comportata di conseguenza.” gli puntò un dito contro alzando nuovamente il volume. “Ti rendi conto del dolore che mi hai procurato?!?” le faceva male rammentare tutto, delle gocce si stavano formando agli angoli dei suoi occhi mentre anche il biondo si stava mortificando.

 

“No, non me ne rendo conto, non potrei mai capire quanto a fondo ti abbia ferita.” lei abbassò il braccio, almeno sembrava sincero e lei aveva recuperato un po' di energia.

 

Improvvisamente lui alzò la testa guardandola dritta negli occhi. “Ma voglio tentare di rimediare a ciò che ti ho fatto.” lei allargò gli occhi sorpresa. “C-che vuoi dire?” lui mise una mano nella tasca della giacca cercando qualcosa. “Voglio rivederti. Da sobrio.” la sorpresa della ragazza non fece che crescere. “R-rivedermi? P-perché?”

 

“Perché voglio farmi perdonare, Hinata.” questa volta il nome venne fuori naturalmente, senza dolore, non troppo. “Permettimi di rivederti, di farmi conoscere veramente da te, guarda...” tirò fuori un bigliettino arancione e lo pose davanti alla donna. “Questo è il mio biglietto, non voglio che risponda subito. Prenditi del tempo, tutto il tempo che vuoi ma ti prego...” il suo tono divenne quasi supplichevole. “...dammi una possibilità per farmi perdonare.”

 

Lei rifletté a lungo, guardando i simboli neri sulla plastica arancione, da una parte avrebbe voluto scaricarlo fuori e strappare quel foglio per non rivederlo mai più ma un'altra parte... In fin del conti lui l'aveva salvata ed era andato da lei per chiedere perdono. Hinata chiuse gli occhi ed emise un sospiro. “Va bene, ci penserò su.”
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Note d'Autore: Salve a tutti, chiedo scusa per l'attesa ma fra il "peso" del capitolo e le scocciature nella vita vera ci ho messo un pò a scrivere. Beh, alla fine (come avevo scritto ad alcuni) i due piccioncini mancati si sono incontrati e Naruto questa volta non ha fatto o detto stupidate. Penso che tutti quanti siamo d'accordo sul fatto che Hinata avesse tutto il diritto di attaccarlo in quel modo ma come vedete, sottosotto la nostra Hyuuga ha un cuore d'oro XD. Attendo visualizzazioni e recenzioni. Ci vediamo al prossimo capitolo!

   
 
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