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Autore: Mia addams    09/09/2017    1 recensioni
Harry, Ron ed Hermione abbandonano la scuola per partire alla ricerca degli Horcrux... ma la storia non finisce con la loro partenza, la storia continua con la rivoluzione di Ginny, Neville e Luna, con la rifondazione dell'Esercito di Silente, con un nuovo malvoluto Preside, con i fratelli Carrow nel corpo insegnanti, con una nuova Hogwarts, spaventosa, oscura... un'altra Hogwarts.
Genere: Avventura, Dark, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Carrow e guai... non mancano mai.


Era stata una mossa geniale quanto sbagliata quella del San Valentino di sangue e i due capi della rivoluzione, Esercito di Silente compreso, sapevano che avrebbero patito le conseguenze delle loro azioni. Il giorno successivo Neville udì personalmente Severus Piton fare una partaccia i Carrow: detestava le scritte canzonatorie sui muri, lo facevano andare su tutte le furie ed era disposto a porre resistenza a tutti i costi. I due fratelli erano così imbestialiti da quelle bravate e dal rimprovero del loro capo che aumentarono le punizioni e i controlli: ci diedero particolarmente dentro e in modo così violento che le bozze e i lividi facevano fatica ad andare via dai volti dei ribelli. I tagli, non più semplici taglietti inferti con un rapido e superficiale colpo di bacchetta, erano profondi e fatti in modo accurato, con l'intento non solo di punire ma di procurare più dolore possibile, di torturare.
Ci fu un cambiamento immediato, dunque, al castello.
Ai Carrow non era per niente piaciuto il fatto che l'Esercito di Silente si fosse preso il diritto di colpire loro personalmente. Non che non fosse capitato altre volte ma uno stormo di canarini era nulla in confronto allo scherzo progettato per San Valentino. A causa di ciò, la lista di studenti puniti aumentava ogni giorno di più. A molti ragazzi del sesto e settimo anno, tra cui i ragazzi dell'ES, fu ordinato di eseguire delle maledizioni sugli studenti in castigo e, naturalmente, il rifiuto costò loro punizioni e tempo extra con i Carrow.
Una mattina, Ginny uscì dall'aula di Alecto tenendosi un fazzoletto sulla guancia. I Carrow stavano ufficialmente diventando matti: nutrivano il costante desiderio di sapere con certezza informazioni riguardanti il famoso Esercito di Silente e chi ci fosse dietro, sapere come avevano fatto a trovare i prodotti dei Tiri Vispi e come riusciva l'ES a comunicare tra loro nonostante le aule separate. Inutile dire che le loro non risposte li stavano facendo impazzire.
« Sicura di stare bene? » le chiese Marie Black, affiancandola immediatamente dopo la lezione e offrendole l'ennesimo fazzolettino.
« Sicurissima. Non avresti dovuto intervenire, adesso sospetteranno di te... »
« Non mi piace quel che fanno e se posso esprimere un minimo di disappunto lo faccio. Non mi interessa un fico secco! » rispose in maniera testarda Marie, piuttosto determinata nel non darla vinta ai due insegnanti. « Non ti preoccupare per me, rossa, so cavarmela anche io. Guarda, arriva il tuo amico... Paciock, vero? Beh, ci si vede nella Sala Comune, stammi bene! » e corse via prima che la ragazza potesse avere il tempo di salutarla.
« Per tutte le Mimbulus! » esordì Neville, spaventato nel vederla in quelle condizioni; anche lui aveva una brutta cera. « Ti senti bene? »
« Sono stata meglio. » rispose Ginny, sinceramente.
« Ti hanno fatto l'interrogatorio, vero? A me e Seamus l'hanno fatto... e mi sa che sospettano molto anche di Michael. » disse in fretta Neville, guidando l'amica verso un corridoio deserto e guardandosi intorno come se si sentisse stranamente osservato.
« Sì... volevano informazioni sull'ES, che naturalmente non ho dato. È ufficiale, allora: sanno che ci siamo dietro noi. Dobbiamo fare qualcosa. »
« Che cosa facciamo? »
« Non lo so, ma qualcosa dobbiamo inventarci. Sanno di preciso che ci siamo dietro noi, no? Ci daranno la caccia tutti i secondi della nostra vita. Non possiamo affatto permettercelo, Neville: abbiamo un Esercito da portare avanti. »
« Qualcosa faremo, non preoccuparti. Dobbiamo solo tenere duro e continuare esattamente come stiamo facendo. » annuì Neville, con estrema convinzione o quasi come ad esortare l'amica che pareva piuttosto giù di morale. « Ti accompagno da Madama Chips, andiamo, hai bisogno di cure. »
E non ci fu Merlino e protesta spudorata che impedì a Neville di condurre l'amica dalla Guaritrice. Il ragazzo temeva molto per la salute dell'amica e, in quelle settimane in particolare, dopo l'espulsione dal Quidditch, il pensiero di dove fosse la cara Luna e la continua reclusione al castello, lei le era apparsa più stanca che mai: sembrava stesse soffrendo molto più di quanto non ci tenesse a dimostrare. Neville non avrebbe mai permesso che la sua migliore amica rischiasse un crollo di nervi o si abbattesse, ci teneva che continuasse a lottare insieme a loro.
I due Grifondoro furono in Infermeria in un baleno e la Madama fu così contenta nel vedere che avevano preferito correre da lei piuttosto che andarsene in giro con quegli orribili graffi e lividi.
« Madama Chips, sia delicata... » gemette Ginny, mentre la donna faceva il suo lavoro senza scendere nei particolari.
« Poche storie, signorina, suvvia. »
« Brucino all'inferno, quei due caproni! Forse il Torrone Sanguinolento non li ha prosciugati abbastanza! »
« Sssssssh! » fece Madama Chips, atterrita che qualcuno potesse udirla e portare spia ai Carrow.
Un veloce scarpettio familiare annunciò ai tre che qualcuno stava entrando in Infermeria: era la professoressa McGranitt, ed era visibilmente arrabbiata. I due ragazzi cercarono di evitare lo sguardo severo dell'insegnante e di concentrarsi su altro che non fosse il suo volto, ma non potettero farne a meno. La professoressa stava guardando dai graffi su tutto il corpo della ragazza per finire ai lividi violacei sul volto di Neville.
« Beh, vedo che si danno da fare i due cari insegnanti. » disse la McGanitt, piuttosto mestamente. « Santo cielo, voi due dovete stare attenti! Ho appena incontrato il signor Finnigann, e neanche lui sta benissimo. Dovete smettere di rischiare così! Non capite che le vostre vite sono preziose? Guardate come siete ridotti! I Carrow fanno sul serio, l'avrete notato. E noi non possiamo fare nulla per voi, per impedire loro di farvi del male... »
I ragazzi non l'avevano mai vista così addolorata.
« Professoressa... » cominciò Neville, con una nota di particolare urgenza nella voce.
« No, signor Paciock, non mi importa se siete nell'Esercito di Silente. » lo interruppe lei, riprendendo il tono spiccio e arrabbiato di prima.
« Ma professoressa, non vede che stiamo dando una speranza ai ragazzi? » intervenne Ginny velocemente, prima che la professoressa potesse interrompere anche lei. « Loro hanno davvero bisogno di speranza e noi abbiamo bisogno di combattere contro queste ingiustizie: ci fa sentire vivi, parte di qualcosa che solo noi possiamo cambiare. »
« Non ha ascoltato RadioPotter, ultimamente? Non possiamo fermarci, tutti contano su di noi per questa scuola. » ci tenne a dire Neville, con una fermezza che la McGranitt non aveva mai visto in sette anni che Paciock era lì; quasi si commosse nel constatare il cambiamento radicale del ragazzino buono a nulla che era stato ma, probabilmente, si disse, non c'era stato alcun cambiamento da parte sua... era solo riuscito a far emergere se stesso. « Silente sarebbe stato fiero di noi, se lo ricordi. »
Gli occhi della professoressa parvero lucidi di lacrime e il suo viso meno teso, più comprensivo ma sempre turbato; Madama Chips aveva tirato sul col naso, visibilmente in lacrime, e si era affrettata a pulire le ferite della ragazza senza guardare in faccia nessuno. Dopo qualche secondo, la McGranitt parve fare dietrofront per andare via, poi ci pensò un attimo su e tornò di nuovo a guardare negli occhi i due capi di quel famigerato Esercito di Silente con un'intesità mai vista.
« State attenti. » disse semplicemente, e uscì dall'Infermeria.
Ginny e Neville si scambiarono un'occhiata altrettanto intensa, interrotta solo dopo poco da un rumore proveniente da fuori: Hagrid stava facendo il suo teatrale ingresso in Infermeria, seguito dal suo grosso cane Thor, e i ragazzi furono parecchio entusiasti nel constatare che sorrideva.
« Santissimi numi, cosa avete combinato? Sembra che dobbiamo incontrarci sempre nell'Infermeria, eh? » fu il suo saluto, mentre Madama Chips osservava con diffidenza il cane che aveva cominciato a sbavare sulle lenzuola di un letto lì vicino.
« I cani non sono ammessi qui. » intervenne, apprensiva verso i malati.
« Anche i Mangiamorte non sarebbero ammessi, Madama. » fu la rapida risposta di Ginny, che sorrise come per allentare la tensione; Neville e Hagrid la guardarono con un'espressione di stupore mista ad ammirazione. « Non si preoccupi, non ci danno fastidio. I cani, intendo. I Carrow, invece, ci infastidiscono più del necessario. »
Madama Chips impallidì e corse via, borbottando: « Questi ragazzi non hanno paura di niente, benedetto il cielo! » mentre Neville scoppiava vivacemente a ridere.
« I Carrow ci stanno dando dentro, Hagrid. » disse quest'ultimo, battendo una lieve pacca sulla spalla dell'amica. « Cosa ti porta qui? Ci dispiace non essere più venuti a trovarti, c'è sicurezza in tutto il castello e i Dissennatori pascolano liberi per tutto il prato adesso. L'altra volta credevo stesse venendo a piovere... »
Hagrid annuì, comprensivo. « L'ultima volta che siete venuti ci eravate con la piccola Luna. »
« Sì, avete notizie di lei? »
« Nessuna notizia, per adesso. Sentite... » il grosso amico si guardò intorno, assicurandosi che Madama Chips non fosse in ascolto. « Sto mettendo su una festa pro Harry Potter. »
« CHE COSA?! » esclamarono i due, presi dall'improvvisa notizia.
« Una festa in favore di Harry, sapete, manca tanto a tutti quanti e con questo modo vorrei sentirmi più vicino a lui. »
Ginny non era molto convinta che una festa del genere avrebbe aiutato l'amico a sentirsi più vicino al ragazzo, al contrario, oltre al fatto che ad Hogwarts era diventato tutto proibito: feste, incontri non approvati, qualunque genere di cosa che infastidisse il sistema. E una festa a favore del Bambino Che Era Sopravvissuto non infastidiva il sistema, di più: avrebbero rischiato oltremodo dato che non si trattava di incontri top secret come quelli fatti dall'Esercito di Silente. Ma, infondo, e Neville era d'accordo, tutto quello che dava fastidio ai Carrow era musica per le loro orecchie.
« Chi hai invitato? »
« Un paio di studenti fidati e voi potete invitare altrettanto. Ci divertiremo tantissimo e faremo domande per vedere cosa pensano gli studenti di questa situazione, se vogliono bere alla salute del ragazzo che sta salvando le nostre vite! Glielo dobbiamo! » Hagrid fece un grande sorriso ai due e si avviò alla porta. « Per inizio marzo al massimo... diamine, come vola il tempo! » e uscì dall'Infermeria insieme al suo fidato cane.
Ginny fece una risatina che fu ricambiata da Neville.
« Cosa ne pensi? » chiese quest'ultimo, confuso dall'improvvisa organizzazione di Hagrid.
« Non saprei ma Hagrid sembra tenerci un sacco. Abbiamo sempre rischiato tanto... possibile accada il putiferio proprio durante la festa? »
Neville parve rifletterci su. « Ma no. » rispose, infine. « Non siamo così sfortunati! »





Passarono giorni e i ragazzi si premurarono di far circolare con discrezione la voce della festa solo a pochi studenti fidati. Parecchi accettarono volentieri, altri ebbero qualche dubbio evidente durante la risposta, così questi lasciarono perdere. Ginny lo disse a Marie Black che fu piuttosto convinta e contenta nell'accettare l'invito, con tanto di parolacce rivolte ai due insegnanti che stavano segnando la sua vita. Fu Seamus a portare più studenti fidati: Neville aveva chiesto il suo aiuto dato che Seamus era molto più popolare di lui. L'ES al completo, naturalmente, non sarebbe mancato, anche se Zacharias Smith accolse con un'alzata di spalle e un: « Bah! » assai sonoro la proposta.
Il giorno dell'attesa festa piombò su di loro come una scarica elettrica e in gruppetti divisi attraversarono il parco pieno di Dissennatori, evitandoli percorrendo una strada più lunga e scendendo la collinetta per essere da Hagrid. Chiunque fosse passato di lì non avrebbe avuto dubbi su quello che stava accadendo: l'orto delle zucche era addobbato a festa con foglie, fiori primaverili e un sacco di roba strana che di sicuro il gigante aveva trovato nella Foresta Proibita; foto enormi di Harry Potter, prese dalla Gazzetta del Profeta, li guardavano a sottecchi con aria spaesata ed erano sparse dappertutto; funghi dalle dimensioni giganti fungevano da sedie nella staccionata; cibi e bevande erano posti dentro alla capanna.
Accanto allo steccato vi era un cartello:

FESTA PRO HARRY POTTER.

« Ecco i nostri campioni! » esordì Hagrid eccitato, stritolando in un abbraccio omicida Ginny e Neville che si erano appena uniti al baccano di studenti, che applaudì al loro arrivo. « Credevo che non venivate, e non era carino da parte vostra! »
« Ma ti pare? » disse Neville con voce strozzata, facendo una piccola smorfia di sollievo quando l'amico li lasciò andare. « Abbiamo avuto solo qualche piccolo contrattempo e ci siamo divisi. Non volevamo che Gazza sospettasse, sai, non tutti ad Hogwarts sono contenti di uscire nel parco con i Dissennatori in giro. »
« Oh, sono così felice che ci siete pure voi! Venite, venite... ci sono i posti per sedere sui funghetti! »
Ginny sorrise e si sedette accanto ad un paio di studenti che aveva ritenuto opportuno invitare, scoccando un'occhiatina gioiosa ai membri dell'ES che sedevano poco lontano da lei e a Neville, che si era appena unito ad una imbarazzata Hannah Abbott.
« Sono contenta siate qui. »
« È un piacere e un onore per noi. » rispose una ragazza molto graziosa, accavallando le gambe e sorridendo radiosamente. « Siamo molto colpiti da quel che fate per la nostra scuola e siamo davvero grati a lui. » accluse, indicando la grossa foto del Prescelto piazzata accanto alla capanna. « Comunque, io sono Sophia, sono di Corvonero del quinto anno. »
Ginny aprì la bocca per presentarsi, ma lei la interruppe.
« Ovviamente so chi sei. » disse Sophia, sistemandosi la gonna e provocando la reazione dei ragazzi. « Parlano tutti di te a scuola. Avrei tanto voluto arruolarmi nel vostro Esercito ma non sono una ragazza particolarmente audace, devo ammetterlo: avrei paura, vi sarei solo d'intralcio. Sono dalla vostra parte, comunque. »
Ginny fece un gran sorriso a Sophia, ammirandola per la sua franchezza.
« E non dimenticarti di noi. » intervennero tre ragazzi del suo corso di Grifondoro che in passato avevano frequentato lei e le sue due amiche: Christopher Evans, William Todd e Ritchie Coote.
Demelza Robins e Victoria Frobisher erano care vecchie amiche della ragazza ad Hogwarts ma avevano deciso di non frequentare più la scuola per ovvi motivi: la prima era mezzosangue, la seconda purosangue. La madre di Demelza non era riuscita a dimostrare il suo stato di sangue e aveva lasciato il paese. La famiglia di Vick, invece, non era composta da cuor di leone e per quel motivo avevano deciso di andare via al sicuro fuori dalla Gran Bretagna, dai loro parenti americani. Quanto a Colin Canon e al suo fratellino Dennis, avrebbero permesso di frequentare ad Hogwarts tanto quanto avrebbero permesso all'Indesiderabile Numero Uno di diventare Ministro.
« Ho adorato lo scherzo del Torrone. » disse con una risatina Ritchie Coote, con cui Ginny aveva un buonissimo rapporto. « Ho visto i Carrow svenire per tutto il giorno, non ne potevo più di ridere. Era impossibile non farlo e per questo la Squadra d'Inquisizione ci ha pedinati tutta la giornata: credevano fossimo dei vostri! Siete stati geniali! »
Nel frattempo che la ragazza spiegava al gruppetto come avevano organizzato lo scherzo, Marie Black chiacchierava allegramente con Hagrid, che era circondato da studenti più piccoli ed ipnotizzati dai suoi racconti; Neville e Hannah bevevano Burrobirra e sembravano molto affiatati. Il resto dell'ES era sparpagliato in giro anche se la rossa sentiva sia lo sguardo di Michael sia quello di Zacharias Smith addosso.
« Comunque, ho saputo dell'incidente con Jennifer Plant e Alan Parker. » disse Sophia, sbuffando una risatina. « Io sto dalla tua parte anche per questo, naturalmente: detesto con tutto il cuore Romilda e le amiche, frequentano i corsi con noi. Sono felice non le abbiate invitate! »
Neville, impegnato a chiacchierare di piante con Hannah, intercettò lo sguardo dell'amica che lo fissava e sorrise, condividendo il suo stesso pensiero: la festa stava andando bene e presto sarebbe anche giunta al termine, lasciando i ragazzi con un ottimo ricordo da rivivere.
« METTERE DIECIMILA GALEONI SULLA TESTA DI UN RAGAZZO! » udirono Hagrid urlare, mentre i ragazzi che lo circondavano, presi anche loro dalla conversazione, annuivano con vigore e, seguendo l'esempio del gigante, smuovevano accuse contro l'intero Ministero. « Uno scandalo... un totale scandalo! »
Fu solo quando il loro grosso amico si scolò un'intera fiaschetta di Wiski Incendiario che Neville capì che la festa si sarebbe anche potuta concludere lì.
« A Harrì - hic - Potter! » esclamò Hagrid, alzando il settimo bicchiere al cielo mentre facevano l'ennesimo brindisi. « E cento di questi - hic - giorni! »
« La festa gli ha dato alla testa. » sussurrò Neville, tra una risatina e l'altra, nell'orecchio dell'amica.
« Almeno siamo stati bene. » disse Ginny contenta, facendo una piccola smorfia. « Sono davvero contenta del fatto che queste persone gli credano. Se solo lui fosse qui con noi, se solo sapesse che cosa stiamo facendo... questo potrebbe dargli tanta forza. »
« Ti deve mancare moltissimo. » intervenne Hannah, dolcemente.
Ginny annuì, facendo un mesto sorriso alla comprensiva e tenera Tassorosso. Neville fece lo stesso ma fu distratto dall'arrivo di Michael Corner, molto pallido in faccia e sudaticcio: non l'avevano mai visto in quello stato.
« Dovete venire con me. Immediatamente. » disse, senza preamboli.
Ginny, Neville e Hannah si scambiarono un'occhiata preoccupata e seguirono velocemente Michael al limitare della Foresta Proibita, chiedendosi cosa fosse accaduto. Non videro nulla fin quando due grossi occhi grigi penetranti non li scrutarono da dietro un albero: era Astoria Greengrass, e sembrava fuori di lei dall'agitazione.
« Astoria! » esordì Ginny, asiosamente. « Cosa diavolo... »
« Ascoltala, per piacere. » la interruppe Michael, con una certa fretta. « So benissimo che non sappiamo di chi fidarci ma io mi fidavo di Luna e di conseguenza mi fido di Astoria Greengrass. Non abbiamo abbastanza tempo, forza, Astoria! » incitava bruscamente il ragazzo alla Serpeverde, che pareva paralizzata.
« Che ci fai qui, Greengrass? » chiese Neville, cercando di suonare gentile. « Potresti cacciarti in grossi guai. »
« Più di quelli che spettano a voi? » rabbrividì Astoria, preoccupata. « Ascoltatemi, lo so che l'ultima volta che sono intervenuta sono accadute cose brutte ma ribadirò fino alla morte che non sono stata io a fare la spia. No, ascoltatemi! Mia sorella e alcuni Serpeverde stavano parlando con i Carrow perché hanno capito che qui ci sta una festa o qualcosa del genere, qualcosa di rivoluzionario. Non so cosa hanno in mente ma ve ne dovete andare. Subito! Mettete in salvo tutti, salvatevi, io cerco di recuperare tempo! »
« Cosa? » urlò la rossa, spaventata dall'impeto sfrontato della ragazza. « Astoria, no, non andare... ti scoprirebbero! »
Astoria non si mosse: la bocca spalancata, sbalordita. « Tu mi credi? »
Ginny arrossì: le parole le erano uscite fuori prima che potesse controllarle, e probabilmente le venivano dal cuore. Non aveva voglia di analizzare il tutto, era stanca marcia di analizzare le cose: Astoria era lì e li stava salvando davvero, tutto il resto non contava.
« Non ha importanza adesso! »
Astoria fece un accenno di sorriso. « Avvisate tutti e abbandonate la festa! » e corse via verso il castello.
« Forza, Neville, raduniamo tutti e andiamo via! »
Ginny, Neville, Hannah e Michael corsero verso la festa, annunciando la sua fine a causa di una soffiata ai Carrow. Si animarono immediatamente tutti e in gruppetti lasciarono il posto, evitando di fare la stessa strada. Alcune abili Corvonero fecero evanescere le ghirlande festose, il cibo e i manifesti mentre Hagrid ripuliva la sua capanna con goffi colpetti di ombrello rosa. Ebbero cinque minuti in più per portare in salvo gli innocenti, i ragazzini più piccoli che avevano preso parte alla festa. Passati i cinque minuti, fu il caos.
Improvvisamente, si udirono dei crac sommessi, come se qualcuno si fosse appena Smaterializzato fuori al confine del castello, e un rumore di passi pesanti provenienti da ogni dove: sconosciuti, Carrow e Squadra d'Inquisizione stavano piombando su di loro. I ragazzi si guardarono attorno, atterriti da quel che avevano appena udito, prima di scattare: rumori di voci e passi sempre più vicini giunsero alle orecchie dei presenti.
Un manipolo di Serpeverde si stava catapultando giù per la collina e tra loro c'era Astoria, tenuta ferma dalla sorella, cerea in volto: aveva appena capito che l'Esercito di Silente non era a conoscenza neanche remotamente del pericolo al quale andava incontro.
« Correte, correte! » urlò improvvisamente Astoria, e molte teste Serpeverde scattarono verso di lei. « Sono quelli del Ministero! »
« Quelli del Ministero? » esordì Seamus, spaventato.
E poi i ragazzi capirono: li volevano circondare. Quelli del Ministero correvano verso di loro dalla Foresta e i Carrow e la Squadra d'Inquisizione percorrevano velocemente la piccola radura. Astoria impallidì, cercando disperatamente una via d'uscita che non fosse la tortura.
« Andate al castello! Muovetevi! » disse Hagrid in direzione dei ragazzi, che presero a correre come matti verso la serra di Erbologia, l'unica scorciatoia che avrebbe permesso loro di non essere scoperti. « Forza, anche voi due! Andatevene via immediatamente! »
« NEVILLE! GINNY! » chiamava Michael, che aveva afferrato il polso di Hannah e la esortava a correre.
« Ma Hagrid! Non puoi restare qui e... »
I due Grifondoro non sapevano cosa fare: non volevano lasciare da solo l'amico a patire le pene dell'inferno per una festa. Ma Hagrid fece loro segno di andare via e disse che se la sarebbe cavata alla grande. Neville prese l'amica per una manica e la costrinse a muoversi, incitati da Michael, Hannah e Seamus.
Astoria, dal suo canto, non riusciva a liberarsi dalla presa ferrea di sua sorella: non aveva più vie di fuga e per salvare la pelle dell'Esercito di Silente era stata costretta a mostrarsi come spia davanti a coloro che la credevano dalla parte di Voldemort. Si era dimostrata audace, vincente... e fu con il cuore a pezzi che Ginny capì che quella stramba Serpeverde non avrebbe mai avuto la protezione che aveva tanto desiderato dall'ES, che era sempre stata dalla loro parte e lo era stata fino all'ultimo secondo.
« Tua sorella fa la spia! Fa la spia! »
« L'ho sempre detto che era una sporca spiona! »
Daphne Greengrass scosse la sorella, che cadde a terra come un burattino. « Brutta schifosa! Come hai osato? »
« Lasciate che la cruci per bene! » si udì la voce eccitata di Tiger, che da quando i Carrow gli avevano lasciato l'autorità di lanciare maledizioni cruciatus era diventato il primo della classe per la prima volta in vita sua.
« Dobbiamo fare qualcosa, ci ha salvati. » disse Ginny, disperatamente. « Non possiamo lasciarla lì! »
« Non possiamo fare nulla per lei, la metteremo solo in ulteriore pericolo se interveniamo in sua difesa! » disse Seamus, mentre le lacrime rigavano il volto pallido di Hannah.
« Seamus ha ragione. » disse Neville, angosciato. « Nascondiamoci qui dietro e scappiamo via appena possiamo. Non attaccate nessuno o ci tradiremo! »
Ubbidirono tutti, abbassandosi dietro un cespuglio di rose lì vicino, acquattati e pronti in caso dovessero darsela a gambe levate.
« Fine della festa! » accolse Amycus minaccioso, puntando la bacchetta contro Hagrid mentre la Squadra d'Inquisizione correva in suo aiuto. « Dunque, cosa abbiamo qui? Ah, sì: una sporca spiona, un grosso idiota e una festa ridicola. »
Alecto rise, di una risata rozza e tagliente. I membri del Ministero, che erano Mangiamorte, arrivarono armati sulla scena mentre i Carrow deridevano Hagrid e la sua festicciola. Astoria era trattenuta a forza dai suoi compagni Serpeverde e aveva la bacchetta della sorella puntata in gola, con tanta forza che quel punto era diventato quasi viola.
« Una festa? Oh, mi piacciono le feste! » disse un Mangiamorte, divertito.
« Prendetelo! » aveva ordinato Alecto imperiosa, indicando Hagrid con un cenno della mano.
I Mangiamorte del Ministero cercarono di ammanettare Hagrid ma quello si muoveva con così tanta forza che sarebbe stato capace di scatenare un terremoto. Ce l'avrebbe fatta e sarebbe scappato, nessuno poteva anche solo trattenerlo e nessuno poteva neanche Schiantarlo.
« Dobbiamo aiutarlo... » disse Hannah, terrorizzata. « Ne ha una ventina addosso. »
« Non possiamo! » rispose Seamus, con voce rotta. « Possiamo tentare ma cosa concludiamo? Dopo metteremo sia lui sia Astoria in guai ancora più grossi, siamo fortunati se non ci hanno visti! Non riusciremo ad uscirne vivi... siamo circondati da Mangiamorte. »
« PRENDETELO, FORZA! »
« MA PRENDETELO UN CORNO! » esordì Hagrid, scagliando per aria i Mangiamorte che tentavano di fermarlo.
« HAGGER! »
Una voce possente fece eco tra gli alberi e in un baleno ci fu un corri corri generale: Grop, il fratello di Hagrid alto quattro metri che viveva nella foresta, aveva gettato in aria un albero schiacciando due grossi Mangiamorte. Con uno scatto animalesco, si era fiondato tra i Mangiamorte, scatenando il panico. I Carrow e i Serpeverde schizzarono velocemente via, spaventati come non lo erano mai stati in vita loro. Hagrid, ridendo, si lasciò acciuffare dal fratello, che lo issò in spalla e si affrettò a correre goffamente verso i meandri della Foresta Proibita, lasciando i Carrow a sbraitare inutili ordini agli uomini del Ministero della Magia.




« Il Profeta di ieri non dice una parola, vero? » chiese Ginny mestamente, vicinissima a Neville, che scosse il capo mentre setacciava il giornale del giorno prima.
Poi rispose: « Neanche una parola. Non avevo alcun dubbio. »
I ragazzi si tormentarono per tutta la colazione: che fine aveva fatto il loro grosso amico? La sua unica speranza era l'enorme fratellastro e confidavano nel fatto che averlo in famiglia fosse un bene più che un male e che grazie a lui Hagrid non correva alcun pericolo. E che fine aveva fatto, invece, Astoria Greengrass? Al tavolo dei Serpeverde non c'era e anche sua sorella Daphne sembrava scomparsa. Che avessero torturato Astoria per essere stata una spia?
Fu con una faccia da funerale che i ragazzi affrontarono quella giornata di scuola. Ginny stava percorrendo il corridoio del sesto piano quando scorse Amycus Carrow, che le veniva incontro con una smorfia minacciosa sul volto largo.
« Seguimi. »
« Dove dovrei seguirla, professore? » chiese immediatamente la ragazza, sforzandosi di apparire educata ma tradendo una nota di panico e sfrontatezza nella voce.
« Taci e seguimi. Non una mossa falsa, ragazzina, o te la vedrai con me. »
Con un brivido che le percorse l'intera schiena, Ginny si fece forza e ubbidì, seguendo il Carrow in un'aula vuota dove Alecto li aspettava: aveva un'espressione concitata sul volto, quasi frenetica, che le metteva addosso una strana sensazione di disgusto. Sentendo che l'interrogatorio di quella volta aveva tutto a che fare con la festa messa su il giorno prima, Ginny si preparò psicologicamente a mentire.
« Bene, bene, bene... la ribelle innamorata. » la accolse Alecto, con una risatina infantile e avvicinandosi alla ragazza; era più bassa di lei di una testa.
« Innamorata? » ribatté Ginny confusa, fissando i due come se si aspettasse di veder comparire Neville da qualche parte. « Che significa? »
« Non fare la sciocca, Babbanofila, sappiamo benissimo che sei l'innamorata dell'Indesiderabile Numero Uno. » rispose Alecto, minacciosa. « È stato un vero peccato per noi esserne a conoscenza proprio dopo la festicciola organizzata in suo onore, vero? Saperlo prima ci avrebbe fatto risparmiare tempo. »
Ginny non capiva dove i Carrow volessero arrivare. « Tempo per cosa? »
Amycus trasse un profondo respiro: sembrava impaziente e decisamente più ostile della sorella. « Sei fortunata che non voglio versare troppo sangue puro. Il Signore Oscuro non vuole che vi uccida, penserebbe che sia uno spreco... ma io non sono di questo avviso. Ti conviene non porre resistenza: per me una sporca traditrice del suo sangue viene subito dopo un sangue sporco o un lurido Babbano. »
« Non si azzardi, non... »
Ginny fece per sfoderare la bacchetta ma Amycus fu più veloce. In un batter d'occhio, l'aveva afferrata per i capelli e la teneva stretta: non aveva alcuna voglia di scherzare, di lasciarla parlare o altro. Ginny ebbe come l'impressione che volesse agire subito e si sentiva in una trappola mortale.
« Sei già stata molto fortunata l'anno scorso, piccola idiota, ballavi ad ogni mio tentativo di ucciderti ma ho ordini particolari da seguire quest'anno, non farmi perdere la pazienza e rispondi: dove si trova Potter? »
« Non lo so. » rispose la Grifondoro, sperando che ogni sua lettera esprimesse tutto il disprezzo che provava per loro.
« Bugiarda! Crucio! »
Ginny si contorse, strillando di dolore.
« Dove si trova Potter, stupida ragazzina? Comunichi con lui? RISPONDI! » intervenne Alecto, furiosa.
« Noi non comunichiamo! »
« Non comunicate, eh? Voi marmocchi dell'Esercito di Silente credete di farla in barba a noi, ai Mangiamorte? » insistette Amycus, con occhi fuori dalle orbite e viso contorto in un'espressione di pura minaccia. Lui e la sorella si erano avvicinati pericolosamente alla ragazza, che non si mosse. « Dove si trova Potter? Comunicate anche con lui? »
Ginny non rispose e dalla bacchetta di Alecto fuoriuscì un'altra maledizione cruciatus. La ragazza stava tentando di resistere al dolore, di contrastarlo... i suoi tentativi erano vani ma resistette con onore alla tortura: non voleva darla loro vinta.
« Allora?! » strillò la donna, le mani sui fianchi e la bacchetta pronta. « Dove diavolo si trova quel dannato Potter, il tuo più grande amore? Possibile che non siete in contatto? RISPONDI, WEASLEY, TI HO FATTO UNA DOMANDA! »
« Non so dove sia e anche se lo sapessi non lo direi! »
« Non lo diresti, eh? Crucio! »
Il dolore era insopportabile e sembrava durare per anni, anni, anni...




Ginny fu abbastanza felice di lasciare Hogwarts per le vacanze di Pasqua il mattino successivo: la tortura ricevuta il giorno prima l'aveva disorientata, desiderava solo non rivedere più i Carrow per il resto dei suoi giorni. Non si era confidata ancora con Neville e probabilmente non l'avrebbe fatto. Non voleva terrorizzare l'amico anche se Ginny sospettava lui avesse capito qualcosa. Neville, infatti, non credeva che l'amica stesse semplicemente ricevendo una semplice punizione dai Carrow: le era apparsa troppo strana al suo ritorno, debole fisicamente. Era di sicuro accaduto qualcosa.
Era appena uscita dal bagno e percorreva la lunga locomotiva quando qualcosa catturò la sua attenzione: era la Gazzetta del Profeta tra le mani di una studentessa. Chiese con cortesia di prenderla in prestito e rimase sconvolta...

HERMIONE GRANGER, LA NATA BABBANA
NOTA PER ESSERE IN VIAGGIO CON HARRY POTTER.


Una grossa foto di Hermione riempiva la prima pagina e Ginny si sentì mancare: come diavolo avevano fatto a scoprirla? Hermione le aveva detto di aver fatto un incantesimo potente ai suoi genitori. Dovevano averla vista per forza, non c'era altra spiegazione... ma come? Chi l'aveva vista? E se avevano visto lei, avevano visto anche gli altri due?
Ginny era così presa dai suoi pensieri che non notò nemmeno che Tiger e il suo fedelissimo amico erano usciti dallo scompartimento quando l'avevano individuata e le avevano sbarrato la strada, ridacchiando stupidamente e indicandola col grosso dito.
« Oh-ho! Guardate chi si vede dopo il fiasco della festicciola. Non fare quella faccia, sappiamo benissimo che alla festa di quell'idiota brutto e peloso ci stavi anche tu e quel ganzo di Paciock. Non siamo stupidi come credi, sai? »
« Ho i miei dubbi. » rispose la ragazza, a denti stretti.
« Cosa hai detto? »
« Ho detto spostati che devo passare. »
Goyle rise, anche se non c'era assolutamente niente da ridere e la ragazza non si mosse quando entrambi avanzarono verso di lei coi pugni chiusi: non aveva paura di quei due armadioni, non avrebbero terrorizzato più nessuno, tanto meno lei. Aprì la bocca per pronunciare un incantesimo quando scorse sott'occhi Draco Malfoy, una smorfia disgustata e turbata sul volto pallido e appuntito: vederlo da vicino era impressionante, appariva malato con solchi viola sotto gli occhi e zigomi pronunciati.
« Chiedono di voi, dentro. » disse, semplicemente. « Non fate gli idioti qui fuori. »
Nonostante i due non prendessero più ordini da Draco, a quelle parole zittirono ed entrarono nello scompartimento, sbuffando e imprecando a voce bassa. Era certo che Draco esercitasse sempre del comando su di loro, anche se quell'anno non aveva preso parte alle loro azioni contro i ribelli. Ginny non aveva abbassato la guardia e stringeva ancora la sua bacchetta tra le mani, pronta ad attaccare, ma Draco non aveva intenzione di assalirla.
Poi il ragazzo parlò con voce bassa e roca: « Lei sta bene. » disse, per poi voltarsi ed entrare nello scompartimento.

   
 
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