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Autore: saffyj    10/09/2017    7 recensioni
Bella, dopo aver scoperto il soprannaturale a Forks decide di fuggire per avere una vita normale a Los Angeles... lavorando al LUX!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ciaooo! Dato che alla fine è piaciuta, continuo a condividere con voi questa storia!!

E domani, giurin giuretta, aggiornerò "Cotta"...


Los Angeles

Sono passati mesi ormai da quel maledetto giorno.
Molte cose sono cambiate, ma non la tristezza e la costante voragine che Edward ha lasciato nel mio petto dopo la sua partenza.
Ho cercato di riprendermi seguendo i consigli di mio padre e ho iniziato a frequentare la riserva. Volevo stare in mezzo alle persone, ma non riuscivo a legare con i miei compagni di scuola. Ho provato a frequentarli e capirli, ma i loro problemi futili, le loro battute scontate, il loro seguire solo gli ormoni… non mi aiutava a dimenticare e non rimpiangere le giornate passate con i vampiri.
Alla riserva, invece, era diverso. Mi piacevano tutti e i loro racconti mi rapivano esattamente come quelli che mi raccontavano Carliste e Jasper. Erano divertenti, mai scontati e anche un po' folli. C’era sintonia tra noi e credevo di aver trovato il mio posto nel mondo. Un luogo nel quale rifarmi una vita e colmare il vuoto che mi aveva lasciato Edward.
Purtroppo però, dopo soli pochi mesi, giusto il tempo di rilassarmi e ricominciare a vivere, i miei amici hanno iniziato ad ammalarsi. Prendevano una forte febbre che li costringeva a letto per giorni e quando si riprendevano erano diversi. Non parlo solo dell’aspetto fisico, dato che guarivano diventando più muscolosi e maturi nei tratti, ma anche nel carattere. Mi evitavano e quando provavo ad avvicinarli, mi allontanavano con scuse improbabili. Mi era rimasto solo Jacob, il mio migliore amico, colui che mi promise un’amicizia eterna… fino a quando anche lui si ammalò.
A differenza degli altri, non gli permisi di tenermi lontana con stupide scuse e volli a tutti i costi sapere la verità. La discussione si accese e, quando lo schiaffeggiai dicendogli che era un bugiardo quanto Edward, Jacob si trasformò in un enorme lupo, mostrandomi la verità. Rimasi senza parole, ma non mi spaventai. Mi avvicinai con cautela e lo accarezzai. Aveva il pelo morbido e i suoi occhi erano dolci e umani. Gli parlai dicendogli ogni cosa e lui mi ascoltò mugolando in risposta fino a quando arrivò Sam e lo aiutò a ritrasformarsi.
Non mi importava che fossero licantropi o muta forma… la situazione, però, si complicò quando Jacob mi dichiarò il suo amore.
Non volevo legarmi ad altri non umani. Già un essere soprannaturale mi aveva fatto soffrire, non volevo correre nuovamente il rischio, il mio cuore non avrebbe retto.
Non ero degna di un vampiro, come potevo esserlo di un licantropo?
Così presi l’unica decisione possibile: me ne andai…
Trovai l’annuncio di un medico forense della LAPD di nome Ella Lopez che cercava una coinquilina con il quale condividere le spese e mi rifugiai a Los Angeles, la città delle nuove occasioni…
 
Andai subito d’accordo con lei. Forse perché mi ricordava molto Alice con il suo essere molto espansiva e amante della vita.
In queste poche settimane di convivenza non l’ho mai vista senza il sorriso. Ha sempre una parola buona per tutto e tutti ed è un vulcano che riesce a capirti con un solo sguardo.
Come ieri sera, quando mi ha trovata intenta a fissare la valigia, ormai decisa a tornare a casa. Mi dispiaceva lasciare Los Angeles, iniziava a piacermi, ma, anche se avevo cercato ovunque, non ero riuscita a trovare un lavoro ed i pochi risparmi che avevo stavano finendo troppo velocemente. Ella ha chiuso la valigia e mi ha abbracciata, capendo i miei pensieri. Siamo rimaste in silenzio per alcuni minuti e poi, sorridendo sicura, mi ha dato il biglietto da visita del Lux, un locale di cui conosce il proprietario.
 
Mentre cammino verso il Lux molti dubbi mi riempiono la mente. Ella non mi ha spiegato bene cosa intendesse con “locale notturno” ed essendo a Los Angeles, non sono sicura di volermi presentare al colloquio che mi ha fissato.
Mi piace Los Angeles e sogno di rimanerci per tutto molto tempo, ma non sono sicura di voler accettare certi compromessi. Quando ero piccola ho sempre sognato di diventare una scrittrice, o un’insegnante di lettere… poi, dopo aver conosciuto i Cullen, ho sognato di diventare una vampira… non ho mai pensato di fare la spogliarellista e credo che non mi abbasserò mai a fare un lavoro del genere. Mi guardo riflessa nelle vetrine e sorrido serena: non ho un corpo adatto, sono troppo bassa e troppo piatta… adoro il mio corpo!
 
Quando arrivo di fronte al locale non posso fare a meno di rimanere a bocca aperta. È imponente, elegante e spicca come una torre surreale in mezzo al traffico della città.
Deglutisco pensando che Ella mi conosce e sa che non accetterei certi tipi di lavori. Mi faccio coraggio ed entro.
Il locale all’interno è immenso, raffinato, e non si può non ammirare il pianoforte che svetta al centro, anche se le luci sono ancora basse. Faccio un profondo respiro e mormoro un grazie a Dio scendendo le scale, felice che non sia un night club.
“Non ti conviene nominare il padre del capo se vuoi lavorare qui” esclama una donna di colore vestita in pelle nera avvicinandosi mentre asciuga un bicchiere.
La sua camminata è decisa e sensuale, lo sguardo è penetrante ed il ghigno malizioso… mi ricorda Rose…
“Sono Isabella Swan” mi presento allungando la mano. Lei la osserva e fa una smorfia, continuando ad asciugare il bicchiere e, dandomi le spalle, ritorna verso il bar.
“Sei l’amica di Ella. La ragazza del nord che cerca un lavoro.” Dice posando il bicchiere e riempiendolo con del rhum. “Quali lavori hai svolto prima di questo?” mi chiede sedendosi su uno sgabello.
“Nessuno” ammetto sincera.
Lei mi guarda stupita e poi scoppia a ridere. “E allora perché dovrei assumerti? Mica sono una scuola di bartender?”
“Imparo in fretta” rispondo avvicinandomi e lei mi squadra alzando un sopracciglio. “Mettimi alla prova” continuo sicura.
“Voglio un Angel Face” ordina mettendosi comoda ed appoggiando il viso sulle mani incrociate sotto il mento.
“Un Angel Face” ripeto cercando di ricordare cosa sia. Mi avvicino al bancone e prendo il Gin, il gin c’è quasi sempre nei cocktail. La ragazza sorride ed io continuo la ricerca. Prendo il Calvados, l’unico alcolico che ho assaggiato nella mia breve esistenza, e con la coda dell’occhio la vedo annuire. Faccio alcuni passi e sto per prendere il maraschino, ma lei si schiarisce la gola. Faccio scorrere la mano davanti alle bottiglie e prendo l’Apricot Brandy quando noto un suo movimento.
Li scechero con energia, proprio come mi ha spiegato Peter della riserva, e lo servo senza aggiungere decorazioni, dato che odio gli ombrellini.
Lei sorride compiaciuta e lo assapora ad occhi chiusi. Rimane per alcuni secondi in silenzio ed io inizio a sudare freddo. Forse ci voleva qualche altro ingrediente… forse ho sbagliato le dosi…
“Buono” esclama aprendo finalmente gli occhi “Sei assunta”
Batte la mano sul bancone facendomi sobbalzare. “Impara tutti gli altri cocktail entro stasera. Ti aspetto alle sei…”
“Sono assunta?” chiedo incredula conferma e lei annuisce.
“Ma devi venire vestita meglio. Non siamo a Forks, sei al Lux.”
Si alza e svanisce dietro una porta per tornare dopo pochi secondi con una divisa.
“Questa dovrebbe essere della tua taglia.” Mi guarda il seno e annuisce sicura. “Per le scarpe, ti conviene cercarne di comode… ma comunque adeguate” mi porge il vestito e si risiede per finire di bere il cocktail che ho preparato.
Rimango interdetta per la velocità con il quale si è svolto il colloquio, ma il tempo di immagazzinare la notizia, che ringrazio la donna e corro fuori dal Lux per poter esultare adeguatamente alla bellissima notizia!


 
** ATTENZIONE SPOILER **
“E dimmi.” Riprova Lucifer mettendosi più comodo e avvicinandosi pericolosamente al mio viso “Ti manda per caso mio Padre?” la sua domanda pare più una minaccia ed io nego con decisione scuotendo il capo.
“Non conosco vostro padre. Sono arrivata da Forks da poco e non conosco nessuno oltre Ella.” 

 
   
 
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