Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: momoallaseconda    15/09/2017    3 recensioni
Zoro scosse il capo. “Il sesso risolve qualsiasi problema! Un atto fisico puro e semplice senza complicazioni fa stare subito meglio! Pensi che se mi si presenti l'occasione io non la colga? Diavolo Sanji, ho visto dozzine di ragazze farti il filo negli anni, palesemente interessate anche solo ad una botta e via, ma tu lasciarle sempre perdere solo perché già impegnato o perché il tuo manuale da gentleman ti impone di portare una donna fuori a cena almeno tre volte prima di fartela! Se una mi si presenta davanti visibilmente interessata ad accompagnarmi sul tetto, sarei un idiota a non approfittare della cosa, ti pare?”
Sanji si appoggiò alla parete sbuffando piano. “Già mi stupisco che tu riesca a trovare la strada verso il letto di una ragazza, con il senso dell'orientamento che ti ritrovi... ma il sesso non risolve sempre tutto!”
Zoro ghignò sadico. “Si vede che non ne fai abbastanza...”
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le sei ore di volo teorizzate da Zoro come massimo momento di attrito da tenere sotto controllo furono meno problematiche di quanto ciascuno dei quattro improbabili compagni di viaggio avrebbe mai potuto immaginare.

Se non contavano Nami che tramortiva Sanji con un pugno dopo il racconto di come aveva trattato Viola, Rufy che si strafogava ogni volta che il carrello passava davanti al suo campo visivo fosse stato in coda all'aereo o all'inizio della fila, gli improvvisi e frequenti attacchi di glicemia di Sanji alla vista delle strepitose minigonne delle hostess, Rufy ancora che gonfiava il giubbotto salvagente e lo faceva scoppiare nelle orecchie di uno Zoro dormiente, Zoro che si svegliava in panico ed estraeva una delle katane per affettare Rufy sotto gli sguardi atterriti di passeggeri e personale di servizio, Nami che tentava di convincere il pilota a farsi pagare per far posare l'arma al suo amico, Zoro che si infuriava anche con lei, Sanji che la difendeva a suon di calci, Nami innervosita che stendeva entrambi e Rufy che entrava in bagno solo e ne usciva trenta minuti dopo insieme ad una delle hostess visibilmente accaldato e soddisfatto, allora era stato un viaggio rilassante e incredibilmente celere.
In men che non si dica le porte dell'Europa si spalancarono davanti ai loro occhi affascinati e carichi di aspettative o, per lo meno, così presupponevano quelli esaltati di Rufy. Nami lo afferrò per la collottola un istante prima che si azzardasse a correre via verso le porte automatiche che conducevano all'esterno dell'aeroporto.
Molto bene a Prodence ci siamo arrivati, ora io e te andiamo immediatamente a farci prenotare un volo di ritorno per mercoledì sera e prega per la tua collezione di conchiglie che sia economico!”
Rufy tentò di controbattere ma venne trascinato a forza verso la biglietteria sotto gli sguardi divertiti di Zoro e Sanji.
Ha preso la forza da papà...” mugugnò depresso.
Nami si appoggiò al bancone esibendo il suo sorriso cordiale da trattativa. “Buongiorno! Vorrei acquistare due biglietti in classe economy per mercoledì, destinazione...”
Una mano elegante la bloccò con garbo, facendole cenno di attendere un istante senza staccare gli occhi dal computer che aveva davanti. Ci vollero solo pochi secondi dopodichè la bionda addetta le dedicò tutta la sua attenzione esclamando candidamente che non c'erano voli disponibili per nessuna destinazione in quel momento e non sapeva quando sarebbero tornati.
Nami sbiancò vistosamente mentre al suo fianco Rufy si illuminava d'immenso a quelle parole, già perso in un paradiso di opportunità infinite servitegli su un piatto d'argento, soprattutto perché non imputabili ad una sua colpa diretta stavolta.
Mi dispiace signorina...” continuò la donna e sembrava sinceramente in pena per quella ragazza dai capelli rossi il cui morale era appena finito sotto ad un treno. “...il fatto è che dal weekend è in corso una... manifestazione particolare lungo le strade di questo paese e durerà per altri due giorni. Viene fatta ogni tre anni ed è molto famosa, attira persone da tutto il mondo che si riuniscono qui e... manifestano...” cercò di spiegarsi.
Nami non era certa di aver compreso. “Cosa ha a che fare questa... manifestazione...” mimò le virgolette con le mani “...con il fatto che io voglio partire mercoledì?”
L'addetta sorrise pratica sistemandosi gli occhiali da vista sul naso aristocratico. “La festa termina mercoledì, i partecipanti tornano a casa e sono in molti, non c'è più un posto disponibile su nessun volo fino alla settimana prossima.”
Ma questo è assurdo! Io devo tornare ad ogni costo!” Nami sembrava una caldaia a cui avevano sigillato la valvola di sfogo. “Non mi muoverò di qui fino a quando non mi avrà trovato un volo di ritorno!” sarebbe potuta scoppiare da un momento all'altro e la donna sembrò intuirlo.
Rufy posò rapido una mano sulla spalla della ragazza con una finta aria comprensibilmente afflitta. “Nami dai, non si può fare lascia perdere... non è il caso di esasperare così questa povera ma meravigliosa signorina.” e le lanciò un'occhiata allusiva strizzandole l'occhio, lasciandola inebetita a fissarlo. “Si vede che sta facendo del suo meglio! Probabilmente era destino che andasse così...” sospirò teatralmente. “Dovremo proseguire il viaggio fino in Spagna. Che ci vuoi far...”
Forse... forse possiamo fare un tentativo!”
Nami, il pugno già caricato e pronto per essere fracassato sulla faccia tosta del fratello, si voltò a guardarla speranzosa. “Dice davvero??”
Quella si assestò gli occhiali elegantemente squadrando Rufy con un sorriso seducente che faticava a mantenere contenuto. “A quanto ho capito è molto importante per voi tornare a casa entro mercoledì...”
Rufy deglutì. “Ma in realtà...”
Si assolutamente!” si intromise Nami euforica, abbassando poi la voce di un ottavo. “Mio fratello ed io dobbiamo obbligatoriamente tornare.”
La donna si animò entusiasta alle sue parole. “Oh! Beh allora se anche per... suo fratello è così importante...” e lo guardò da sopra le lenti degli occhiali battendo le ciglia e cominciando rapida a pigiare sui tasti. “Farò quanto in mio potere per farvi tornare a casa per mercoledì!”
Sarebbe fantastico! Mio fratello le sarebbe eternamente grato, vero Rufy?” esclamò con un sorriso affabile scrutando il moro sempre più sconvolto per la brutta piega che stavano prendendo gli eventi.
Pochi passi più indietro sia Sanji che Zoro seguivano la scena con sconcerto crescente, anche se per motivi opposti. Zoro, che non si era mai soffermato a pensarci più di tanto, si stupiva di quanto Nami fosse brava a sfruttare le doti innate di Rufy per un proprio tornaconto mentre Sanji era semplicemente invidioso dell'abilità che aveva il moro di farsi amare incondizionatamente da qualsiasi donna. Perché tutte a lui le fortune?
Nami si avvicinò saltellante ai due trascinandosi dietro il fratello con ancora gli occhi dolci della hostess fissi su di lui.
Quella tizia ha detto che ci vorrà un po' e ci chiama se trova qualcosa, le ho lasciato il numero di Rufy, ne era fin troppo felice... che ne dite di andare a fare compere intanto? Mi ha detto che c'è un centro commerciale con un sacco di bei negozi accanto all'aeroporto!”

*

Io non voglio tornare a casa così presto!”
Sanji sbuffò da dietro la tenda del camerino. “Smettila Rufy, Nami ha ragione! Rischi di comprometterti il futuro per la tua cocciutaggine!” mormorò apatico, più concentrato sull'ardua scelta di abbinare la camicia che aveva deciso di comprare ad un paio di pantaloni adeguati. Nella fretta di fare la valigia si era scordato di portarsi un completo elegante per il momento in cui avrebbe finalmente visto Viola. Quel negozio d'alta sartoria inglese era capitato a fagiolo, aveva corso il serio rischio di presentarsi a lei vestito da pezzente. “Anche a me sarebbe piaciuto che foste venuti insieme a noi, ma se trovano due posti disponibili sarebbe più saggio per te tornare!” ammise sincero, omettendo che se fosse rimasta con loro solo Nami lo avrebbe senz'altro preferito.
Rufy si afflosciò depresso su un divanetto portandosi dietro tutte le giacche eleganti che Sanji gli aveva messo in mano quando aveva deciso di usarlo come portantino.
Il biondo uscì soddisfatto dal camerino con gli indumenti scelti e si guardò attorno. “Ma Zoro non era qui fuori con te?”
Il moro alzò piano la testa dai cuscini cercando il verde con gli occhi e fece spallucce non vedendolo da nessuna parte.
L'amico digrignò i denti. “Se si è perso ancora è la volta buona che lo scuoio!”
La speranza di Sanji era ovviamente vana. Da una buona mezz'ora ormai la crapa verde si aggirava per gli scaffali cercando i suoi amici, chiedendosi al contempo come fosse possibile che vendessero così tante pile di calzini identici. Ogni volta che girava un angolo ne trovava di uguali! Non lo sfiorò nemmeno per un istante l'idea che potesse trattarsi sempre della stessa pila, era più probabile che fosse finito nella zona adibita ai feticisti. Quegli inglesi erano davvero strani, c'era appena entrato in quel paese e già non vedeva l'ora di uscirci.
Innervosito cambiò strada nuovamente e si trovò davanti, come un faro nella notte, una commessa con il sorriso in volto. “Posso aiutarla?”
Si!” proruppe sollevato. “Dove si trova il reparto uomo?” gli scaffali erano tutti uguali!
Lei sorrise affabile indicando un punto alla sua destra. “Deve seguire questo corridoio sempre dritto per qualche metro e si troverà il reparto proprio di fronte.”
Zoro memorizzò l'informazione come un assetato e la ringraziò cominciando ad avviarsi. La donna sorrise e si allontanò in direzione opposta. Se si fosse girata fatti pochi passi forse avrebbe potuto accorgersi di quello strano cliente che improvvisamente cambiava rotta senza motivo apparente e svoltava a sinistra invece di proseguire dritto come gli era stato detto. Zoro proseguì convinto di essere sulla strada giusta per arrivare dagli altri.
Ormai dovrei esserci...” mormorò a sé stesso, fermandosi al centro di quello che avrebbe dovuto essere il posto indicato e guardandosi attorno.
La totale assenza di cravatte e completi non lo toccò più di tanto ma cominciò ad insospettirsi quando notò la presenza di vestiti, foulard e reggiseni sgargianti dove avrebbero dovuto esserci pantaloni da uomo, camicie e maglie sportive, facendogli presupporre di essere nel reparto sbagliato. Con uno sbuffo irritato, bestemmiando in turco contro le commesse che non sapevano fare il proprio lavoro, ripercorse i suoi passi trovandosi faccia a faccia con un muro. Si grattò la testa stupito, non c'era un corridoio qui? Sempre più nervoso proseguì lungo il muro verso destra, da qualche parte sarebbe pur saltato fuori! Si trovò di fronte i camerini, probabilmente quelli delle donne, quindi posto sbagliato.
Stava per fare dietrofront di nuovo quando qualcosa di morbido e setoso cadde dall'alto e gli atterrò dritto in testa. Stupito, si trovò per le mani una gonna rosa semi trasparente, probabilmente volata via da uno dei camerini.
Schioccò la lingua seccato poggiandola su un ripiano a caso lì vicino e decidendo di lasciar correre. Non era proprio il caso di mettersi a discutere con una sconosciuta se fosse o meno appropriato lanciare vestiti dai camerini addosso agli ignari passanti, men che meno aveva intenzione di perdere altro tempo in un reparto con cui non aveva nulla a che fare. Ergo, era ora di ritrovare gli altri ed andarsene velocemente da quel labirintico negozio prima di esaurire la pazienza.
Si girò deciso a proseguire quando altri indumenti atterrarono all'improvviso davanti ai suoi piedi bloccandogli la strada ed uno particolarmente morbido gli finì in braccio. Con la voglia di andarsene magicamente passata, Zoro ghignò alla vista dei due abbondanti reggiseni di pizzo nero ai suoi piedi, allargando poi il ghigno ancor di più quando capì di tenere in mano un perizoma, anch'esso nero, di mirabile fattura e morbidezza. Tutti e tre emanavano un dolce ma delicato profumo fruttato che non riconobbe ma gli arrivò presto alle narici inebriandolo e facendolo vacillare per un istante, perso.
Si voltò verso destra, sentendo dei chiari mugugni provenire dal camerino al centro dove una tenda chiusa si muoveva lieve. Si guardò attorno cauto controllando che non ci fosse anima viva nei paraggi, né negli altri camerini. Soddisfatto, si avvicinò piano senza far rumore, ben conscio di stare per fare un'azione eticamente scorretta e piuttosto stupito per la sua stessa intraprendenza. Lui era un uomo d'onore, aveva un'integrità ferrea, una morale indiscutibile e in una qualsiasi altra occasione non avrebbe mai fatto qualcosa che fosse andato a danneggiare la sua retta via o, peggio, la privacy di una donna. Mai avrebbe fatto un'azione così sconsiderata, ma quel profumo celestiale lo attirava come una calamita, lo aveva assuefatto del tutto in pochi secondi e sapeva che non sarebbe mai riuscito ad allontanarsi da lì senza aver dato una sostanza concreta all'immagine della donna nel camerino che si era formata nella sua testa.
In fin dei conti si parlava solo di una piccola sbirciata giusto per vedere come fosse fatta, non si sarebbe nemmeno avvicinato, non l'avrebbe mai saputo nessuno e quel profumo avrebbe avuto un adeguato accompagnamento visivo nei suoi pensieri.
Si sentiva tremendamente il Sanji dei tempi d'oro in quel momento e la voglia di fare dietrofront ed impedirsi di fare una sciocchezza, di cui si sarebbe senz'altro pentito, era forte... però era anche vero che nessuna donna che teneva alla sua privacy avrebbe mai lanciato in aria dei completini intimi con così tanta tranquillità da non preoccuparsi di dove finissero. Lui era solo un onesto cittadino che si era avvicinato esclusivamente per riportarle gli indumenti, avrebbe potuto convincere così sia lei che sé stesso. Ergo, non c'era nulla di male nel passare lentamente e con circospezione davanti al suo camerino e lanciare casualmente una fugace occhiata attraverso la fessura nella tenda come si era già adoperato a fare, anche se la fugace occhiata si era trasformata ben presto in uno sguardo compiaciuto e, soprattutto, prolungato fisso sul fondoschiena ben tornito della ragazza in questione che gli dava le spalle.
L'Inghilterra stava iniziando decisamente a piacergli di più.
Senza staccare mai lo sguardo, con la stessa occhiata proseguì l'ispezione a partire dalle lunghe gambe abbronzate che scalpitavano irrequiete, passando per il già citato e ammirato sedere, fasciato in un candido perizoma bianco che lasciava ben poco all'immaginazione, e si muoveva in sincrono con le gambe, proseguendo lungo la linea della schiena nuda fino alle spalle che si muovevano a scatti e alla testa coperta completamente da una micro maglia che non accennava a volersi togliere nonostante i numerosi tentativi della donna per cercare di sfilarla facendo forza con braccia e mani.
Il suo sedere che ondeggiava a ritmo con le spinte aveva un che di ipnotico per Zoro che si ritrovò a deglutire sommessamente, cercando di imporre alle sue gambe di girarsi e tornare da dove erano venute. Aveva visto abbastanza, più di quanto avrebbe dovuto, e gli era venuto pure un gran caldo, eppure non accennava a muoversi.
Se si fosse guardato allo specchio in quel momento si sarebbe fatto schifo da solo. Fissare una ragazza per la sua bellezza gli era già capitato, ma questa chiaramente non si stava mettendo in mostra appositamente per farsi guardare da lui, questa si stava solo cambiando in un camerino ed aveva pure problematiche a farlo, senza contare che c'era un tizio strambo che la fissava da una fessura. Altro che Sanji, era lui il vero maniaco.
Nonostante tutti i buoni propositi, le gambe sembravano non rispondere alla sua volontà e continuavano a mantenerlo fermo in quella posizione, così come i suoi occhi non osavano staccarsi dalla figura armonica che aveva a nemmeno mezzo metro da sé, al di là di una tenda chiusa.
I mugugni soffocati della ragazza non aiutavano il già precario stato in cui versava, facendogli venire in mente ben pochi casti pensieri e l'irrefrenabile voglia di entrare in quel camerino per toglierle direttamente lui quella maglia irritante e magari anche il perizoma senza tante cerimonie.
Ma per quanto l'idea fosse allettante non era un animale. Chiuse gli occhi e prese a fare silenziosi respiri profondi cercando di calmarsi e al contempo di trovare la forza per riuscire ad andarsene da lì, il problema stava aumentando così come il rigonfiamento nei pantaloni. Doveva decisamente andarsene prima di raggiungere il punto di non ritorno! Ma cosa gli era venuto in mente??
La ragazza misteriosa intanto c'era quasi, con un ultimo verso strozzato di enorme sollievo riuscì a togliersi l'indumento fastidioso, liberando testa e braccia e lanciando con stizza la maglia in un angolo. Con gesto automatico si ravvivò i capelli e una zaffata di profumo paradisiaco raggiunse le narici di Zoro che deglutì con l'acquolina in bocca.
Riaprì gli occhi deciso a guardarla un'ultima volta nella completezza della sua figura per poi andarsene con silenziosa rapidità ma il respiro gli si mozzò in gola non appena una cascata di ricci rossi entrò nel suo campo visivo, coprendo qualsiasi altra cosa.
Zoro sgranò gli occhi incredulo arretrando di due passi, rosso in faccia e con il respiro affannato.
La ragazza dava ancora le spalle alla tenda ma sembrò captare un movimento brusco dietro di lei e voltò il viso di tre quarti. Pensando di esserselo immaginato fece spallucce, recuperando i suoi vestiti e apprestandosi ad uscire dal camerino con le cose scelte.
Se avesse prestato più attenzione forse si sarebbe accorta di un ragazzo dai capelli verdi che fuggiva via imboccando un corridoio a caso mentre si dava dell'idiota per aver permesso alla sua impulsività di avere la meglio sulla ragione e tutto pur di non ammettere con sé stesso che conosceva perfettamente quei capelli rossi.

*

Con aria affamata Rufy si lanciò sull'invitante e strabordante terzo piatto di frittura di pesce che una solerte cameriera gli aveva messo sotto al naso con un sorriso dolce.
A stomaco pieno l'Inghilterra sembrava ancora più bella.
Con la bocca colma di totani prese a guardarsi attorno, cercando gli amici e la sorella con gli occhi, aspettandoli pazientemente al ristorante del centro commerciale come da accordi. Mezz'ora prima Sanji aveva deciso di abbandonarlo là per tentare il recupero di Zoro, dovunque fosse finito. Fino a quel momento non c'era alcuna traccia di loro ma poco male, aveva la frittura a tenergli compagnia. Le cose belle però hanno lo svantaggio di non durare in eterno ed anche quel piatto finì veloce nel suo stomaco insieme agli altri due e ad un rilevante quantitativo di patatine fritte.
La noia arrivò presto, il cellulare non dava segni di vita, aveva già avvertito Chopper del loro arrivo come gli era stato chiesto da Sanji ed ora non aveva più nulla da fare!
Fosse stato per lui non c'avrebbe pensato due volte ad uscire da lì per immergersi nella vivacità di una città tutta da scoprire come Prodence. Sembrava fantastica da quel poco che aveva visto fuori dall'aeroporto prima di doversi chiudere nel centro commerciale per necessità di Nami. Aveva sentito dire da due tizi che un lontano parente della Regina l'aveva scelta come propria dimora anni prima e da allora la governava in serenità. Un re con un nome strano, qualcosa tipo Elisello o Elizabello... non se lo ricordava ma non era importante, tanto gli stava già simpatico!
Lasciò nuovamente vagare lo sguardo. Un bambino e la madre che passeggiavano, due nonnini che si fermavano a prendere un caffè al bar, un tipo che camminava veloce verso le porte... Rufy seguì con lo sguardo interessato l'uomo per qualche attimo, finché anche questo uscì dalla sua visuale e lui tornò mesto a fissare le persone attorno nel ristorante. Lanciò un'occhiata distratta al bancone dove si accorse casualmente della cameriera che lo aveva servito nell'ultima mezz'ora. Lo stava guardando con insistenza da chissà quanto tempo e Rufy non distolse lo sguardo, incuriosito.
Era una gran bella ragazza, capelli azzurri raccolti in una lunga coda di cavallo, fisico asciutto, seno abbondante e viso dolce... il mix perfetto.
Accortasi di aver attirato la sua attenzione, lei gli sorrise accattivante poggiandosi al bancone e lasciando intravedere la scollatura prorompente dalla divisa.
Rufy batté gli occhi un paio di volte, chiedendo chiarimenti con lo sguardo. Lei non si fece attendere, con le labbra socchiuse e un cenno sensuale del capo mimò un chiaro invito a seguirla sul retro.
Di Rufy si potevano dire tante cose ma non che avesse il prosciutto sugli occhi quando si trattava di ragazze e, proprio come Zoro, se gli si presentava l'occasione non aveva alcun problema a coglierla e a goderne, dimenticando tutto il resto.
Sanji la pensò un po' diversamente e quando, quindici minuti dopo, tornò al ristorante con uno Zoro insolitamente pensieroso al seguito che evitava come la peste Nami, dovette prendere atto che Rufy se n'era fregato delle sue raccomandazioni ed era sparito nel nulla.
Dove diavolo si è cacciato adesso quell'altro imbecille?” il biondo agitò iroso i pacchi con gli acquisti di Nami che teneva lui perché 'una signorina non può portare tanto peso addosso'. “Gli avevo detto di non muoversi da qui!”
La sorella dell'imbecille si accasciò sconsolata su una sedia, chiedendosi se il masochismo che aveva dimostrato di possedere quando l'adesione a quel viaggio era stata definitiva era paragonabile a quello dell'ovulo di sua madre nel momento in cui aveva accettato di contenere anche lo spermatozoo di Rufy oltre al suo.
Zoro si guardava intorno senza reale interesse, più per nervosismo che per cercare l'amico sparito. Da un po' la sanità mentale delle sue sinapsi dipendeva da quanto tempo c'avrebbe messo a dimenticare quello che era successo nei camerini delle donne e concentrò quindi tutte le sue energie sul fissare il pesce rosso sopra il bancone del bar. La cosa funzionò per qualche memorabile secondo, prima che un reggiseno bianco malamente coperto da una camicetta blu gli passasse davanti oscurando la boccia di vetro e rovinando il suo casto stratagemma.
Zoro strabuzzò gli occhi quando, allargato il campo visivo, si ritrovò a fissare una bella ragazza dai capelli azzurri sistemarsi frettolosamente i bottoni della divisa da cameriera, prima di correre dietro il bancone e iniziare a smaltire le ordinazioni rossa in volto. Subito dopo di lei, baldanzoso e affannato, c'era il suo migliore amico che cercava di chiudersi la zip dei pantaloni senza dare troppo nell'occhio.
Zoro sospirò rassegnato, ormai non si stupiva più delle doti sovrumane da latin lover involontario che aveva dimostrato di possedere Rufy. Il verso strozzato che gli arrivò alle orecchie gli fece intuire anche di non essere stato l'unico ad averlo notato uscire furtivo dal retro in compagnia, Sanji però non aveva intenzione di prenderla con filosofia come lui.
Tu... tu... tu... ancora??” lo sentì esclamare oltraggiato quando Rufy sorridente si fu avvicinato a loro. “Non hai nessun contegno!!”
Zoro non avrebbe saputo dire se Sanji era più indignato per il poco rispetto che Rufy dimostrava continuamente di avere per il corteggiamento e le relazioni stabili in sé, o se lo era perché senza fare sforzi il loro amico era una calamita irresistibile per le donne.
Come diavolo fa un babbeo come te a farsi ragazze come quella?? Non è una cosa normale!!”
Zoro alzò gli occhi al cielo. D'accordo, mistero risolto.
Rufy si mostrò particolarmente interessato a quella domanda. “Sai che me l'ero chiesto anch'io tempo fa? Però non sono riuscito a trovare una risposta e quindi ho deciso di non pensarci più. Alla fine ci ho fatto l'abitudine!” ammise rassegnato, ricambiando il saluto dolce della cameriera con la mano. Sanji venne trattenuto a forza.
Un trillo improvviso nella tasca di Rufy catalizzò l'attenzione. Nami fu lesta a recuperare il suo cellulare prima di lui e, dopo aver visto il display, rispose con un sorriso raggiante mentre Sanji non smetteva di fissarlo torvo.
...non si preoccupi, è perfetto! Mio fratello ed io la ringraziamo infinitamente per il suo zelo...” stava dicendo Nami al telefono. Fece una pausa prima di annuire alzando gli occhi al cielo. “Si, certo che può conservare il numero per le evenienze...” vide Zoro trattenere un ghigno e Sanji sgranare gli occhi. “...va bene, può salvarlo come preferisce... si, lui la salverà come Califa la bambolona... si... beh, non sono certa il nome ci stia in rubrica, ovviamente proverà... si, in caso solo Califa va bene... già... si, beh di solito non sono la sua segretaria e non posso annot... si...” innervosita Nami si premette il ponte del naso con le dita respirando piano. “...no... le assicuro che la sua non è assolutamente una molestia sessuale... no di certo... si, è maggiorenne...”
Zoro ormai ghignava senza ritegno cercando di trattenere Sanji dallo scagliarsi contro un ingenuo Rufy che dava costantemente prova della propria intelligenza ignorando del tutto l'identità della persona dall'altra parte dell'apparecchio.
Si, lo farò... si... grazie... si, arrivederci anche a lei...”
Nami fulminò il fratello riconsegnandogli il telefono. “Le tue doti innate ci sono tornate utili ma la prossima volta ci penserò due volte prima di accettare di fare un viaggio con te!”
Rufy prese il cellulare sempre più confuso. “Ma chi era??”
Nessuno si stupì più di tanto che non avesse afferrato ma, sorprendendo gli altri, Nami gli sorrise.
La risposta alle mie preghiere!” rispose e prese ad incamminarsi verso l'uscita tallonata dal fratello.
Sanji e Zoro li raggiunsero fuori giusto in tempo per sentire le imprecazioni di Rufy urlate al cielo.
Cosa vuol dire che ha trovato solo un volo per domani mattina e tu hai accettato??”

   
 
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