LA MAGIA DEL NATALE PRESENTE
Come avevano potuto non dirle
nulla? Come? Loro sapevano quanto lei amasse Harry e quanto ci tenesse a
rimettere insieme i pezzi della loro storia…Ginny era
sicura che un giorno sarebbe riuscita a convincere Harry che loro due non
potevano stare separati, che il loro destino era stare insieme..per sempre.
Invece Ron ed Hermione cosa avevano fatto? Avevano taciuto e le avevano tolto
forse la sola possibilità che aveva di parlare faccia a faccia con Harry! Non
li avrebbe mai perdonati per quello!
Ginny si materializzò
nell’ingresso del San Mungo. Era deserto. Evidentemente la maggior parte del
personale e dei pazienti dovevano essere a casa a festeggiare il Natale.
“Meglio così” pensò Ginny. Non voleva che ci fossa troppa gente ad ascoltare
quello che avrebbe detto ad Harry. Dovevano essere solo loro due. Così si era
immaginata il loro chiarimento durante le freddi notti in giro per
l’Inghilterra con Luna. Non aveva pensato ad altro i quei giorni. E il fatto
che il ragazzo ora fosse disteso immobile in un letto la avvantaggiava: Harry
non avrebbe potuto scappare. L’avrebbe ascoltata fino in fondo. Fino all’ultima
parola.
Con la gambe che le tremavano per
l’emozione e il terrore Ginny si diresse verso la reception all’ingresso.
-Mi scusi…potrei
sapere in quel stanza è ricoverato il signor Potter?- chiese la rossa sicura e
determinata.
-Lei sarebbe?- l’infermiera di
turno, evidentemente scocciata di non essere tra i dipendenti a casa con la
famiglia, aveva alzato lo sguardo su quella ragazza. Il tono non era dei più
amichevoli ma a Ginny non importava. Avrebbe rivoltato l’ospedale come un
calzino se fosse stato necessario per trovare Harry. E non sarebbe stata una
infermiera nervosa a fermarla.
-Ginevra Weasley…
-Non mi interessa il suo nome…voglio sapere a che titolo lei pretende di vedere il
signor Potter. Non lo sa che questo non è orario di visite?- l’infermiera si
dimostrava ad ogni parola più indisponente e Ginny, che non era mai stata abile
con la diplomazia, dovette far ricorso a tutta la sua forza di volontà per non
schiantarla contro il muro bianco. Si sforzò di sorridere con apparente
tranquillità.
-Sarei la fidanzata del signor
Potter. E oggi è Natale..non vorrà che il ragazzo che ha salvato il mondo
magico resti solo il giorno di Natale, spero…
L’infermiera stava già per
controbattere. Evidentemente che Harry fosse il ragazzo che è sopravvissuto non
le importava poi molto. Aprì la bocca per rispondere a tono a Ginny, ma una
voce dietro di lei la fermò.
-Andiamo Sybilla…è
Natale! Falla salire!- una giovane dottoressa era arrivata dalla sala visite e
mise mano al registro dei ricoveri.
-Vediamo…eccolo qui!
Il signor Potter è nella stanza 1711. Primo piano, corridoio di sinistra,
ultima porta sulla destra.
-Grazie mille!- rispose Ginny
ringraziando la dottoressa con un enorme sorriso. E ora non le restava che
andare da lui. Non aveva più scuse per rinviare quel momento. Ora doveva solo
parlare con Harry e chiedergli perdono per la sua enorme stupidità! E aspettare
che il ragazzo che amava più della sua stessa vita emettesse la sua sentenza.
Il corridoio era illuminato e
deserto, come tutto il resto dell’ospedale. Era un’atmosfera surreale quella
che avvolgeva Ginny. Tutto così bianco, così freddo…così
silenzioso. Un momento, no. Non era tutto silenzioso. Dalla stanza in fondo al
corridoio sulla destra provenivano delle voci che Ginny conosceva molto bene.
-Che ci fai tu qui?- chiese Harry
al suo interlocutore. Ginny si avvicinò alla porta senza farsi vedere e si
nascose ascoltando quel colloquio.
-Io…io…volevo
sapere come stavi…
-Bene grazie, ora te ne puoi
anche andare, Cho- la voce di Harry era stranamente
fredda e crudele. Ginny non poté fare a meno di sorridere pensando che tanto
odio era riservato alla sua rivale. Mai Harry aveva usato quel tono con lei,
nemmeno quando si erano lasciati.
-Harry…non fare
così! Io volevo solo scusarmi per come mi sono comportata!
-Tu vuoi scusarti? Ma ti senti
quando parli? Come puoi pensare che io accetti le tue scuse? Hai distrutto
l’unica cosa bella della mia vita…e mi hai fatto finire
qui!
-Non…non è colpa
mia Harry…
-Oh sì che lo è! Perché se io
sono a pezzi è solo e soltanto colpa tua! Quindi la prossima volta che pensi di
essere innamorata di qualcuno pensa a me in questo letto…così
capirai quanto il tuo amore può essere distruttivo!- Harry era davvero perfido.
Non sembrava nemmeno lui. Ma Ginny poteva capirlo. Anche lei avrebbe aggredito
Cho in quel modo al suo posto.
-Harry…-
disse in un soffio Cho, ma il ragazzo non la sentì.
-Ora vattene e non farti più vedere…se non sbaglio Kingsley dovrebbe averti cacciato dal
Ministero…
-Sì…
-Allora sei pregata di andartene
e tornartene in esilio.
-Harry….
-VATTENE!- urlò il moro con tanto
odio nella voce. Cho non accennava a muoversi dalla stanza. Fu in quel momento
che Ginny decise di entrare.
-Credo che Harry ti abbia chiesto
di andartene…- disse la rossa cercando mantenere il
controllo. Al suo ingresso nella stanza fredda e impersonale Harry e Cho si
voltarono e la fissarono stupiti. Non pensavano che ci fosse un terzo che li
ascoltava di nascosto. Cho divenne improvvisamente rossa in volto: l’idea che
alla sua umiliazione avesse assistito anche Ginny le dava immensamente
fastidio. Come osava quella piccola vipera a presentarsi lì?
-E tu che ci fai qui?- chiese
acida. A Ginny sfuggì un sorriso compiaciuto. Era arrivato il momento di
chiarire che Ginny non era una stupida e che nessuna Cho Chang avrebbe potuto metterle
i piedi in testa.
-Non sono io quella che sta nel
posto sbagliato…Harry non ti vuole qui- rispose
calma, cosa che fece infuriare ancora di più Cho.
-Non credo che voglia vedere
nemmeno te..visto che vi siete lasciati, da quanto mi risulta- la moretta non
era intenzionata a fare la figura dell’idiota.
-Purtroppo i tuoi informatori
fanno pena Cho…come te del resto. Io e Harry ci siamo
rimessi insieme qualche giorno fa…ci siamo incontrati
a Diagon Alley, nel negozio
di mio fratello...ti ricordi di George vero?- chiese Ginny fingendo di
chiacchierare del più e del meno come con una vecchia amica.
-S…sì…certo che
mi ricordo di George,ma…- Cho balbettava incredula.
Si era attirata l’odio di Harry senza ottenere il risultato desiderato.
Separarlo da Ginny.
-Ci siamo incontrati…e
c’era anche Teddy…e allora…sai
come succede…una parola tira l’altra e quando ci si
ama così tanto…beh alla fine si torna sempre insieme.
Lo sai anche tu no? Ops..scusa…anche
tu e Harry vi siete già lasciati in passato…e non
siete mai tornati insieme…si vede che non ti amava
poi così tanto…quantomeno non come ama me…- Ginny ora sorrideva beffarda davanti a Cho che tremava
dalla rabbia. Cosa poteva ribattere a questo punto? Era stata ferita, umiliata…aveva perso l’amore e l’amicizia di Harry, l’unico
ragazzo che amasse davvero. Aveva perso il lavoro e stava per essere trasferita
nei luoghi più impensati del globo terrestre. Che altro poteva succederle?
-Tu…tu…-
disse Cho in un soffio fissando malvagia Ginny che sostenne il suo sguardo senza
problemi.
-La porta è da quella parte-
concluse Ginny indicando la porta della stanza e avvicinandosi al letto di
Harry.
Il ragazzo non aveva detto nulla.
Si era limitato a fissare la scena senza aprire bocca. Vide Cho andarsene senza
dire una parola, senza nemmeno salutare. Probabilmente se avesse aperto la
bocca avrebbe cominciato a piangere come una fontana.
Quando la moretta se ne fu
andata, Harry cominciò a fissare Ginny che ora era molto vicina.
-Le hai mentito…-
disse il ragazzo rompendo il ghiaccio.
-Lo so…potevi
intervenire se volevi e dirle che stavo bluffando- rispose pronta la rossa. Il
fatto che Harry non avesse detto la verità a Cho le aveva fatto sperare che
forse aveva una possibilità di conquistarlo di nuovo.
Harry sorrise debolmente. Ginny
era troppo sveglia per prenderla in giro con stupidi scherzi.
-Come…-
cominciò lui.
-Come ho saputo? Ron ed Hermione…anche se in realtà è stato Teddy a confessare…ovviamente non si è nemmeno reso conto di quello
che diceva.
-Come sta Teddy?- chiese Harry.
-Bene…è
convinto che tu sia qui per riposare e basta. Ti ha fatto un disegno per Natale…te lo porterà più tardi…
-Bene…sono
contento che non senta troppo la mia mancanza…
-La sente Harry…la
sente eccome! E anche io…- aggiunse Ginny dopo una
breve pausa si silenzio in cui si decise a confessare il reale motivo della sua
visita.
-Ginny…-
disse Harry che evidentemente voleva dire qualcosa. Ma la ragazza lo
interruppe.
-No, Harry, lasciami parlare
altrimenti non trovo il coraggio…- Harry le sorrise
dolcemente come faceva sempre un tempo.
-Bene…dopo che
ti ho incontrato a Diagon Alley
me ne sono andata…
-Te ne sei andata?- chiese Harry.
–Ron non mi ha detto nulla…
-Lo so…non
lo sapeva quasi nessuno…non volevo che pensassi che
sono una debole, che davanti ai problemi scappa.
-Non l’ho mai pensato, lo sai…
-Sì…beh…comunque mi è
stato molto utile. Ho avuto modo di pensare…sai, Luna
era sempre alla ricerca di Gorgosprizzi…o cose del
genere e io, beh…io pensavo…a
te…a noi…
Pausa di silenzio in Ginny
analizzò i movimenti impercettibili del volto di Harry. Impercettibili e
insignificanti per chiunque ma non per lei che conosceva quel ragazzo come le
sue tasche.
-A farla breve…ho
capito che la mia vita senza di te non ha un senso, Harry. L’ho sempre saputo…anche quando tu te ne eri andato per cercare gli Horcrux io sapevo che se tu non fossi tornato la mia vita
sarebbe finita all’istante. E quando mi hai lasciata…ad
ottobre…il mondo mi è crollato addosso. Persino il Quiddith non mi interessa più Harry! faccio schifo come
cercatrice!
-Questo lo trovo impossibile…ho sempre letto recensioni positive su di te
nella Gazzetta del Profeta…
Harry aveva appena ammesso di
aver comunque seguito la carriera di Ginny. Questo non poteva che essere un
ottimo segno secondo Ginny. Che sorrise visibilmente sollevata da quelle parole
come se Harry le avesse appena detto di amarla.
-Davvero? Beh…ma
non ero ai miei soliti livelli…comunque quello che ho
cercato confusamente di dirti è…
-Ti amo- concluse Harry lasciando
Ginny a bocca aperta e senza parole. Non si aspettava che Harry reagisse in
quel modo. Si era aspettava urla e grida e pianti…ok,
forse quello no. Ma si era aspettata di dover combattere per lui, di doverlo convincere…e invece…
-Ginny? Mi
hai sentito? Ho detto che ti amo…
-Ti ho sentito…ma
che significa? Cioè…anche io…anche
io ti amo…ma pensavo che tu fossi furioso con me! per
quello che ho detto e fatto, per quanto sono stata stupida…
Harry scosse la testa e allungò
la mano verso Ginny. La ragazza la prese e la strinse forte nella sua.
-Sì…sei
stata stupida, ma anche io! Non dovevo permettere che le cose con Cho
arrivassero fino a quel punto. Non dovevo. Sono stato un ingenuo a pensare che
sarebbe bastata una lettera per convincerla…
-Sì…beh..in
effetti, non sei mai stato molto sveglio in queste cosa!- scherzò Ginny che per
la prima volta dopo tanto tempo rise davvero.
-Già…mi ci
vuole sempre qualcosa che mi scuota davvero…anni fa
mi è servito Dean per capire che ti amavo alla follia. Ora mi è servito questo-
e dicendo questo indicò il letto.
-Che vuoi dire Harry?
-Ho rischiato di morire Ginny…non è che non riuscivo a difendermi…è
che non volevo farlo…non trovavo nulla per cui
valesse la pena di vivere…sì…c’è Teddy, ma sapevo che
sarebbe stato in buone mani con te! Io invece…non
vedevo speranza per me. tu mi avevi lasciato e..
-Tu mi avevi lasciato Harry- precisò Ginny. Ma
non c’era astio nella sua voce. Stava solo chiarendo come erano andati i
fatti, senza un’ombra di rabbia. Consapevole che una buona parte di colpa era
sua in quella faccenda.
-Sì…beh….ho
sbagliato Gin! Ho sbagliato e ti chiedo scusa. Mi sono sentito ferito…la donna che amavo pensava che io potessi tradirla così…io…non so come spiegartelo Ginny…mi
sono sentito crollare il mondo addosso! Quella sera…io…io
avevo in mente una cosa…
-Volevi chiedermi di sposarti-
disse Ginny concludendo la frase che Harry aveva cominciato. Il ragazzo la
fissò stupito.
-Ron?-
chiese poi.
-Ron-
confermò la ragazza.
-Dovevo immaginarmelo…tuo
fratello non sa tenere un segreto per più di due ore! Comunque…io
volevo chiederti di sposarmi e mi sono sentito dire che tu pensavi di essere un
ripiego per me. Ho detto a me stesso che non avevi capito nulla…che
non potevi pensare davvero quelle cose orribili…ma
non potevo, non riuscivo a fingere che tu non le avessi dette. La mia testa
continuava a tornare incessantemente su quelle immagini e io…non
riuscivo più a provare nulla! Ero morto dentro…Ma ora…ho capito che non mi importa quello che è successo…ho capito che io dovevo farti sentire al sicuro e protetta…invece ho fallito, perché se tu hai pensato quelle
cose orribili vuol dire che io non sono stato capace di farti capire quanto
conti per me…
-Harry…non è
così e lo sai…so benissimo quanto mi ami e che
faresti di tutto per me! Sono stata una sciocca a pensare di essere un ripiego…è solo quello che ho sempre temuto! Diciamo che ho
dato voce al mio incubo peggiore…ma non lo penso sul
serio!- cercò di giustificarsi la ragazza con le lacrime agli occhi.
-Sì..beh…voglio
che tu sia sicura di non aver più questo genere di incubi…non
mi importa quello che dovrò fare…mi importa solo di
te, di noi…di averti accanto quando apro gli occhi la
mattina…e quando li chiudo la sera…cancelliamo
tutto ti va? Ricominciamo. Da oggi! Che ne dici?
Ginny non riusciva a dire nulla
in quel momento. Stringeva convulsamente la mano di Harry e lasciava che calde
lacrime solcassero il suo viso.
-Io…ero
venuta qui per farti una dichiarazione meravigliosa…una
di quelle che tu non avresti mai potuto dimenticare. Dovevo convincerti a
tornare con me! E invece…sei stato tu a fare la
dichiarazione a me…io non so cosa dire Harry!
-Dì che mi ami e che vuoi tornare
con me…mi basta…- rispose
il moro sorridendo e sforzando di alzarsi dal letto.
-Sì…certo…ti amo
Harry, ti amo!- e Ginny si gettò addosso a Harry abbracciandolo con forza e
baciandolo. La sue labbra tremavano, come se quello fosse il loro primo bacio.
Sentì le labbra di Harry schiudersi contro le sue e Ginny seguì istintivamente
quel movimento. Il bacio che all’inizio era timido e delicato si trasformò in
qualcosa di più. Harry strinse Ginny contro di sé per quanto la sua condizione
glielo permettesse.
-Così non va- bisbigliò il
ragazzo sulle labbra di Ginny.
-Cosa…cosa c’è
che non va?
-Non posso baciarti come vorrei…e non posso stringerti…e
non desidero altro in questo momento. Solo fiondare le mie mani nei tuoi capelli…e non solo…- concluse
Harry diventando improvvisamente rosso in volto.
-Harry! sei
ancora convalescente!
-Sì…ma…
-Cosa ti passa per la testa
Potter?
-Portami a casa…-
disse il moro prendendo le mani della ragazza e guardandola fissa negli occhi
cioccolato.
-Cosa? ma non posso!
-Sì che puoi…smaterializzamoci
alla Tana…voglio passare il Natale con voi…con la mia famiglia e con Teddy…ti
prego Gin!
-Non posso dirti di no quando mi
guardi così!- protestò debolmente Ginny con un candido sorriso disegnato sul
volto. I suoi lineamenti si erano improvvisamente addolciti e i suoi occhi fino
a qualche ora prima spenti avevano ricominciato a brillare.
-Lo so…
-E sia…avanti
ti aiuto ad alzarti!
-Harry! Che
diavolo ci fai tu qui? Non dovresti essere ancora al San Mungo?- chiese
Hermione vedendo arrivare il ragazzo sorretto da Ginny.
-Beh…sì…ma ho
preferito così. Andiamo…è Natale non mi andava di
restare solo il quel posto orribile!
-Harry ha
ragione, Mione! Dovevamo pensarci noi!- rispose Ron
andando ad aiutare la sorella con Harry. Lo adagiarono sul divano del salotto e
gli portarono qualcosa da bere e da mangiare. Tutto quel trambusto aveva spaventato
gli altri abitanti della tana che si precipitarono nel salotto.
-Harry
caro! Che gioia averti tra noi…- disse Molly.
-Ma tu che ci fai qui?- chiese
George stupito. Poi voltandosi verso la sorella che si fissava la punta delle scarpe
capì.
-Dobbiamo festeggiare?- disse poi
ironicamente.
-Sì…-
rispose Harry. –Voglio festeggiare…ho avuto un’altra
possibilità con Ginny e non voglio sprecarla!
A queste parole Molly abbracciò
il ragazzo stritolandolo proprio dove le ossa ancora gli facevano male.
-Mamma stai attenta!- disse Ginny
allontanando la madre e sostituendosi a lei.
-Ma guarda quanto è carina la mia
sorellina- rincarò Bill arrivato con in braccio Victoire.
-Zio Harry!- Teddy si era fatto
largo tra tutte quelle teste rosse e era arrivato ai piedi del divano con in
mano il suo regalo per Harry.
-Cosa hai per me Teddy? Non dirmi
che ti sei dimenticato del mio regalo…
Il bambino scosse la testa e
porse il foglio al moro che lo aprì e ide lo stesso disegno che c’era sul
regalo di Ginny. Guardò la ragazza che gli aveva raccontato del suo regalo.
-E’ bellissimo Teddy! Credo che
uno lo possiamo lasciare qui a Molly e Arthur no?
-Perché? Non ti piace zio?
-Sì certo…ma
noi ne abbiamo già uno a casa…quello di zia Ginny.
Tutti si voltarono verso Harry.
-Sì…stasera zia
Ginny torna a casa con noi…sempre se le va ancora di
vivere a Grimmauld Place…
Ginny non se lo fece ripetere.
Abbracciò il ragazzo e gli diede un nuovo bacio.
-Certo che mi va Harry! che
domande fai!
Teddy corse verso gli zii e li
abbracciò con tutta la forza che aveva. La sua famiglia si stava ricomponendo e
anche se lui non poteva ancora capirlo perfettamente, sentiva che quello era un
momento speciale. Era felice. Così felice che i suoi capelli assunsero uno
strano colore…un misto perfetto tra il rosso Weasley
e il corvino Potter…
Ciao
a tutti!
Finalmente
il problema tra Harry e Ginny si è risolto…che
succederà ora?
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto!
A
presto!!!
Ringrazio
tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite o le seguite, chi ha
recensito o chi ha solo letto!
Un
bacio a tutti!