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Autore: Carme93    16/09/2017    1 recensioni
Anno 2021.
I Dodici della Profezia si preparano ad adempiere al loro destino, mentre la comunità magica piomba nel caos; ma è il tempo anche di affrontare i problemi e le discriminazioni sociali ignorate per secoli. E ancora una volta toccherà ai ragazzi far aprire gli occhi agli adulti. Ragazzi che a loro volta sono alle prese con i problemi tipici dell'adolescenza e della crescita.
Inoltre si ritroveranno a interagire anche con studenti stranieri e quindi con civiltà e realtà completamente diverse dalla loro. Questo li aiuterà a crescere, ma anche a trovare una soluzione per i loro problemi.
Questa fan fiction è la continuazione de "La maledizione del Torneo Tremaghi" e de "L'ombra del passato", la loro lettura non è obbligatoria ma consigliata.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Nuova generazione di streghe e maghi | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo dodicesimo
 
Pozioni, stelle e duelli
 
«Avere come un insegnante un centauro è una cosa figa» esclamò Rose.
«Non so se sarà peggio o meglio di quando c’era la mia prozia» replicò Cassy preoccupata. Lo era sempre quando avevano lezione di Divinazione.
«Meglio di Solo-Io-So-L ’Ovvio sicuramente» disse Rose con sicumera.
Solo-Io-So-L ’Ovvio era il soprannome che l’anno prima gli studenti avevano dato al professor Solovyov, che aveva sostituito Sibilla Cooman.
«Forza, entriamo. In teoria siamo in ritardo» si limitò a ribattere Cassy.
«In pratica non ci interessa» sussurrò Rose, che, comunque, rimase senza parole quando vide com’era stata sistemata la classe. Se classe poteva essere definita.
Come c’era da aspettarsi tutti i loro compagni si voltarono a guardarle. Stupidi.
Rose li ignorò e scrutò il centauro, che in realtà aveva già avuto modo di conoscere. Unico problema era che tale conoscenza era avvenuta quando lei e i suoi amici si stavano facendo un giro, non autorizzato, nella Foresta Proibita e lei aveva insultato anche uno dei suoi compagni.
«Scusi il ritardo» mormorò Cassy, che chissà perché scrutava preoccupata l’insegnante.
Fiorenzo non commentò il loro ritardo, ma, dopo aver fissato entrambe con attenzione, tornò, come se nulla fosse, a quello che stava facendo prima che lo interompessero.
Quello che una volta era stato un normale pavimento, era ora un manto erboso e vi erano anche degli alberi, che ricordavano quelli della Foresta Proibita.
Le due Grifondoro presero posto ciascuna su un ceppo di legno, proprio come i compagni. 
«Adesso che ci siamo tutti possiamo iniziare» esordì Fiorenzo con semplicità.
«Che ci ha aspettate a fare?» sussurrò sorpresa Cassy. Rose fece spallucce.
Rose eseguì le istruzioni dell’insegnante senza grande entusiasmo. Bruciarono salvia e malva sul pavimento dell’aula.
«Vedete simboli o forme particolari nei vapori?» domandò Fiorenzo.
Le gemelle Danielson di Tassorosso intervennero eccitate, ma Rose era del parere che si stessero solo mettendo in mostra. Si voltò per commentare con Cassy, ma questa fissava il vapore immobile.
«Che c’hai?».
«Non mi piace» replicò lentamente l’amica.
«Cosa?» insisté Rose.
«Mi sembra di vedere delle figure… scure…».
«Neomangiamorte?».
«No… non credo… sembrano piccole… ma non le distinguo…».
«Come facciamo a predire il futuro?» chiese Destiny Danielson.
«Predire il futuro è una presunzione degli uomini. Noi vogliamo individuare l’insorgere di periodi di malvagità o di grandi mutamenti. Per interpretare con sicurezza ciò che vediamo alle volte ci vogliono anni» replicò pacatamente Fiorenzo.
«Quindi noi trascorreremo tutto l’anno a osservare il fuoco?» sbottò Cassy.
«La divinazione è un’arte che richiede pazienza» fu la risposta.
«Allora non serve a nulla» ribatté Cassy.
«Quindi non faremo nient’altro?» chiese perplessa Virginia. Odiava quella materia con tutto il cuore, ma sua madre si aspettava che prendesse dodici G.U.F.O. «Il programma per gli esami è molto vasto».
«Ma chissenefrega degli esami?» s’infervorò Cassy. «Nessuno di voi è dotato della Vista, che ve ne frega? Siete qui solo perché pensavate che questa materia sarebbe stata semplice e trovavate comica la mia prozia!».
Rose la fissò trasecolata: ma che le prendeva?
«Io voglio condividere con voi la saggezza dei centauri» rispose Fiorenze.
«Una saggezza che noi non sappiamo comprendere. Siamo solo presuntuosi, l’ha detto lei» replicò Cassy.
Virginia si morse il labbro per non intervenire nuovamente, non era da lei esporsi troppo con un docente pressoché sconosciuto.
«Che cos’hai visto?» domandò Fiorenzo a sorpresa.
Cassy, per un attimo, rimase senza parole, poi si alzò e disse: «Sono affari miei. Le consiglio di tornare dai suoi amici centauri, visto che noi non siamo alla sua altezza».
Rose, imbambolata, la fissò lasciare l’aula a grandi falcate. Si riscosse e la seguì.
«Buona giornata!» disse prima di seguirla.
La classe totalmente in silenzio attendeva la reazione di Fiorenzo, il quale riportò la sua attenzione sul fuoco.
Virginia per conto suo riteneva inutile continuare con le polemiche: decisamente quello non era un insegnante ordinario. Ma perché la Preside l’aveva assunto?
 
«Wilson, che intenzioni hai?» l’apostrofò una delle gemelle Danielson, mentre, dopo la lezione, si dirigevano verso la Sala Grande.
«Riguardo cosa?».
«Il ronzino» replicò una di loro.
«Sarà anche carino, ma è un centauro» disse un’altra.
«Suvvia, non passerai neanche tu gli esami in questo modo» la punzecchiò quella che aveva parlato per prima.
«Penso che andrò a parlare con il professor Williams questa sera» ammise infine Virginia.
«Ottimo! Allora tienici informate!».
Virginia rispose al loro saluto entusiasta con un gesto della mano e sedette al tavolo dei Corvonero con un sospiro. La Sala Grande era già abbastanza caotica.
«Eccoti!» disse Martha raggiungendola. «Tutto ok?».
«Sì, diciamo solo che ho avuto una lezione un po’ strana» rispose Virginia per poi raccontarle che cos’era accaduto. «Quindi secondo te, faccio bene ad andare da Williams?» le chiese, mentre, terminato il pranzo, si recavano alla prima lezione del pomeriggio.
«Sì, ma non fare riferimenti al fatto che è un centauro. Non penso che ne sarebbe felice».
«Però le Danielson non hanno tanto torto. Se mia madre sapesse che abbiamo un professore del genere, farebbe un macello!».
«E tu non glielo dire» replicò semplicemente Martha.
«Ma non posso mentirle! Non sono capace!».
«Non vedrai tua madre prima di Natale. Non si tratta di mentirle, ma solo di omettere un insignificante dettaglio» precisò Martha.
Entrarono in aula e furono sorprese nello scoprire di non essere le prime. Jonathan Goldstain fissava il paesaggio fuori dalla finestra con sguardo vacuo; Dexter Fortebraccio e Kumar Raj fecero loro un segno di saluto mesto.
Martha si avvicinò subito ai compagni e Virginia fu costretta a seguirla. Il fatto che un compagno fosse un lupo mannaro, era un altro grande dettaglio che avrebbe dovuto nascondere alla madre. Martha aveva avvolto le spalle del ragazzo con le sue braccia, costringendolo a prestar loro attenzione.
«Ciao» sussurrò Jonathan sorpreso.
«Ciao, pronto per la prima lezione di Babbanologia dell’anno?» chiese Martha liberandolo dalla sua stretta.
Virginia si domandò perché il Cappello Parlante non l’avesse smistata a Tassorosso, sarebbe stata perfetta per quella Casa.
«Mmm» fu l’unica risposta di Jonathan, confuso ma anche contento di quelle attenzioni. «Quindi a voi non interessa… se… insomma…».
«A me no. Mi dispiace non avertelo detto ieri, ma hai evitato tutti» rispose Martha.
«Non mi hai mai fatto nulla. Quindi non interessa neanche a me. Piuttosto forse siete voi a non volermi parlare. So che Chantal e Carole vi hanno raccontato che ho fatto la spia con Williams».
«L’hanno detto a tutti quelli del nostro anno» sottolineò Kumar Raj.
«Oh, Merlino come ti è saltato in mente?» domandò Dexter.
«Siamo Prefetti» replicò Virginia sostenendo il suo sguardo.
«Sì, ma…» iniziò il ragazzo passandosi una mano tra i capelli a disagio. «Insomma essere Prefetti non significa mettersi contro i nostri compagni. Chantal non ha fatto del male a nessuno copiando i compiti. Tu avresti potuto semplicemente ignorarla».
Virginia gonfiò il petto irritata. «Quindi le regole valgono a convenienza?».
«Non ho detto questo» replicò Dexter.
«Sì, invece».
«Chantal copia i compiti in continuazione… fin dal primo anno… Non perché non sia intelligente, ma per pigrizia. La punizione di Williams le farà bene» commentò, invece, Jonathan.
Virginia annuì soddisfatta delle sue parole, ma Dexter non lo fu altrettanto. «Se lo potrà anche meritare, ma adesso le ragazze non si fidano più di te e non sono le uniche».
«Forse devi farti un esame di coscienza ora che sei Prefetto» ribatté acida Virginia.
Dexter non ebbe la possibilità di ribattere a causa dell’arrivo del professore.
«Buongiorno a tutti!».
Non avevamo neanche fatto caso al fatto che l’aula si fosse riempita.
«Come sono andate le vacanze?» chiese allegro Finch-Fletchley. «Per caso avete fatto qualche vacanza alla babbana?».
«L’unico che ha potuto fare qualcosa di babbano è Hunter» rispose Annabelle Dawlish.
«Non vedo perché» ribatté il professore, nascondendo la sua irritazione.
«Grazie ai Neomangiamorte non abbiamo trascorso un’estate molto movimentate» intervenne Scorpius con serietà.
L’insegnante sospirò: «Su questo hai perfettamente ragione, purtroppo». Dopodiché prese il registro e chiamò l’appello. «Dove sono Cassy e Rose?» domandò ad Albus.
Il ragazzo arrossì e borbottò: «Saranno in ritardo». Non ne era pienamente convinto.
Finch-Fletchley roteò gli occhi fin troppo abituato al comportamento delle due. «Sentite» esordì sedendosi sulla cattedra. «Questo per voi è l’anno dei G.U.F.O., una tappa fondamentale della vostra istruzione. Immagino che in questi due giorni i miei colleghi ve l’abbiamo ripetuto fino alla noia. Lungi da me ripetervi le stesse identiche cose. Sono, però, consapevole che la disciplina che insegno, per certi versi, è meno utile di molte altre. Almeno apparentemente. Secondo me viene sottovalutata. Per esempio gli Auror a volte si ritrovano a indagare o fare appostamenti in luoghi prettamente babbani. Non avrebbero meno difficoltà a confondersi nella folla se fossero in grado di comportarsi proprio come un babbano? Secondo me sì, ma il mio parere non è importante. Sono sicuro che ognuno di voi sia in grado di ottenere un buon voto in questa materia agli esami. Cosa ne farete, sarà poi una scelta vostra».
«Professore» chiamò Noah Hunter di Tassorosso. «I maghinò che cosa vogliono dai Babbani? Il loro comportamento non è strano?».
«Sono dei traditori» sibilò la Dawlish.
L’insegnante rifletté sulla domanda di Noah. «No, non è tanto strano. Noi maghi abbiamo sempre avuto un comportamento ambiguo nei confronti dei maghinò. Non hanno garantiti molti diritti e spesso vengono emarginati dalla società. Certo è che la strada che hanno intrapreso per farsi valere è un’arma a doppio taglio».
«I Babbani non li appoggeranno mai, vero?» domandò Albus pensieroso.
«Ne dubito» ammise Finch-Fletchley.
«Quindi cosa accadrà?» chiese Virginia.
«Non lo so» ammise il professore. «Ma se non si fermano, ho paura che la situazione possa degenerare». Dopo un attimo di pausa, probabilmente in attesa di qualche altro commento da parte dei ragazzi, riprese a parlare: «Allora, avete qualche argomento da proporre per iniziare?».
«Potremmo tornare a parlare di vacanze» propose Scorpius con un grosso sorriso.
«Sai che alle prossime mancano ancora quattro mesi?» replicò divertito il professore.
«Oh, sì. Stiamo già facendo il conto alla rovescia però. Ma è crudele ricordarci che manca ancora molto» rispose altrettanto divertito il Serpeverde.
 
*
 
«Allora ti sfido, Scamander. Anzi, vi sfido tutti. Vi dimostrerò che noi Serpeverde siamo i migliori!» esclamò Mike Zender.
Brian alzò gli occhi dal libro che stava leggendo. Possibile che non si potesse stare un po’ in pace?
«Accetto. E ti dimostrerò il contrario» ribatté Lysander Scamander. E poi diceva che la testa calda era il fratello Grifondoro.
«Perfetto. Corvonero e Grifondoro non avete il coraggio?» sobillò Zender.
I Grifondoro insorsero all’istante.
«Ti sfido io» disse Valentin Flamel, dopo aver fatto al tocco con alcuni compagni.
Zender si voltò verso i Corvonero a quel punto.
Brian evitò i suoi occhi. Mai e poi mai avrebbe accettato una sfida con lui al buio.
«Ti sgonfierò, pallone gonfiato» intervenne Annika Robertson.
Louis tentò di dissuaderla, ma perse solo tempo.
«Allora qual è questa sfida?» chiese Valentin Flamel.
«Vediamo chi riesce a bere più acqua» rispose malizioso Zender. Al suo cenno il suo tirapiedi Edison Andersen tirò fuori dallo zaino quattro brocche di vetro vuote.
«Le hai rubate dal vostro tavolo?» chiese perplesso Louis.
«Non è un furto, è un prestito» rispose Zender. «Pronti?».
I suoi tre sfidanti annuirono e presero ciascuno una brocca.
«Aguamenti lo sapete usare, vero?» chiese Emmy Abbott che assisteva insieme ai compagni.
«Certo» sbuffò Valentin.
«Bene, allora la Parker può tenere il punteggio. Vediamo quante brocche riusciamo a svuotare prima di arrenderci. Chi ne beve di più vince, naturalmente» spiegò Zender.
«Che cosa ci giochiamo?» domandò Valentin.
Un ghigno sadico si aprì sul volto del Serpeverde. «Chi ne beve di meno sconterà una penitenza scelta dal vincitore».
Hellies Parker di Grifondoro prese piuma e pergamena e si disse pronta ad arbitrare la gara. «Pronti?».
I quattro ragazzini annuirono determinati e allora Andersen riempì le brocche d’acqua.
«Via!» esclamò Hellies Parker.
Brian trovava il tutto alquanto stupido, ma almeno non era pericoloso, così decise di godersi lo spettacolo.
Annika se la cavava molto bene e svuotò rapidamente la prima brocca, seguita da un agguerrito Valentin Flamel. Comunque neanche Lysander e Mike ebbero difficoltà.
La seconda brocca d’acqua fu affrontata più lentamente e i quattro mostrarono i primi tentennamenti.
Annika sembrava la più tranquilla. Beveva lunghi sorsi e poi faceva una pausa. Valentin fu il primo a mostrare segni di resa, ma non l’unico. Se Lysander, con l’impegno tipico della sua Casa si incaponiva a bere, Zender iniziava a esser molto più lento.
«Forse è meglio che smettiate» intervenne Louis pensieroso. «La pausa pranzo sta per terminare».
Ma non vollero ascoltarlo. Annika con caparbietà riempì la brocca per la quarta volta e iniziò a bere, proprio mentre suonava la campanella. Tutti si mossero a disagio, essendo in ritardo.
«La sfida finisce qui, direi» decretò Hellies Parker. «E la vincitrice è Annika Robertson».
«Va bene, ma vediamo chi ha perso» disse Zender.
Le brocche dei tre ragazzi furono avvicinate e dopo qualche polemica venne stabilita la classifica finale: Annika, Valentin, Mike e Lysander.
«Robertson devi scegliere la penitenza di Scamander» disse la Parker.
«Ci penserò» rispose la ragazzina con un ghignò. «Tieniti pronto, Scamander».
«Adesso dobbiamo andare a lezione! Abbiamo Pozioni! E siamo in ritardo!» disse Brian molto preoccupato.
«Vi propongo un’altra sfida» li fermò Zender. «Chi resiste di più senza andare in bagno».
Gli altri tre, troppo orgogliosi per rifiutare, accettarono.
Corvonero e Grifondoro si recarono a Pozioni il più velocemente possibile, ma ciò non li salvò dalla ramanzina di Mcmillan, che, per punizione, li assegnò compiti extra.
Brian, mogio per il pensiero di dover studiare Pozioni durante il week-end, si mise subito a lavorare alla sua Pozione Dilatante, sperando di non combinare pasticci e peggiorare la situazione.
«Non ce la faccio più» sussurrò Annika, circa a metà lezione.
Louis le rivolse un’occhiata severa. «Avevo detto che sarebbe stato meglio smettere».
La ragazzina gli rivolse uno sguardo di fuoco, ma non ebbe la forza di replicare.
A sorpresa, però, fu Valentin Flamel a sbloccare la situazione. «Professore, posso andare in bagno?».
«Sai benissimo che non si esce durante le lezioni» replicò Mcmillan esaminando la pozione di Sarah Burke.
«La prego, non resisto» lo supplicò Valentin Flamel, suscitando diverse risatine.
«Vai» rispose scocciato l’insegnante.
Sotto gli occhi stupefatti e divertiti dei compagni il ragazzino corse via.
«Professore, posso andare anche io?» intervenne Annika.
«Mi prendi in giro, Robertson?» ribatté Mcmillan.
«No. Me la sto facendo addosso» rispose lei candidamente. La classe scoppiò a ridere.
«Allora vai! E voi smettetela di ridere e rimettetevi a lavorare, se non volete altri compiti!» sbottò il professore.
Alla minaccia tutti ammutolirono.
 
 
«Ha vinto Lysander» comunicò Annika ai compagni con aria afflitta.
«Avete fatto incazzare Mcmillan!» sbottò Brian, ora più che convinto che nulla con i suoi compagni fosse privo di pericolo.
«Suvvia, la tua pozione non faceva così schifo» replicò incurante Annika.
«Grazie tante» sospirò Brian.
«Ma non sapete la parte migliore. Zender è stato il primo a cedere! E come! I Tassorosso mi hanno raccontato che praticamente si è messo a piangere supplicando la Shafiq di lasciarlo andare al bagno, perché lei all’inizio pensava che fosse solo una scusa! Porca miseria, avrei voluto vederlo!».
«Zender si è messo a piangere?!» disse fuori di sé dalla gioia Drew.
«Era prevedibile che sarebbe finita così. Lysander è quello che ha bevuto di meno. Sei stata fortunata che Mcmillan non sia cattivo. In caso contrario penso che anche tu ti saresti messa a piangere» commentò Louis severamente.
«Secondo voi ci saranno ripercussioni?» chiese Brian.
«In che senso?» replicò Annika.
«Nel senso che i professori parlano tra loro! E troveranno strano che ben quattro studenti abbiano avuto lo stesso problema! Faranno due più due, no?» rispose Louis.
«Non lo so… non hanno prove comunque. E comunque tre studenti. Lys è stato bravo e ha resistito fino alla fine dell’ora. Certo poi è schizzato via lasciando tutte le sue cose, ma la sostanza non cambia…».
Né Brian né Louis si presero la briga di replicare, così raggiunsero la Torre di Astronomia con, in sottofondo, il chiacchiericcio eccitato di Annika e Drew.
Brian non fece in tempo a entrare in aula, che cadde in avanti sbattendo contro qualcosa di duro. Si ritrovò seduto a terra, mentre i suoi compagni scoppiavano a ridere.
«Ti sei fatto male?».
Il ragazzino arrossì visibilmente nel comprendere che era andato a sbattere proprio contro il nuovo professore di Astronomia. E in effetti non capiva come avesse fatto a perdere l’equilibrio. Si alzò immediatamente, tentando di scusarsi ma barcollò di nuovo in avanti rendendosi conto di avere i lacci della scarpa destra e della sinistra legati tra loro. Ma come?!
«Attento» lo sorresse l’insegnante, ma non sembrava arrabbiato. «Dovresti scioglierli».
Brian, completamente rosso in volto, si chinò e tentò di sciogliere il nodo, ma per l’imbarazzo gli tremavano le mani e non vi riuscì suscitando lo scherno dei compagni.
«Non sai neanche legarti le scarpe, Carter» strillò ridendo Mike Zender.
«Sei stato tu!» sbottò invece Annika. «Sei un vile! Non hai il coraggio di vedertela direttamente con me!».
«Ora basta» li fermò con voce ferma ma pacata il professore. «Sedetevi» aggiunse rivolto a Drew, Louis e Annika rimasti vicini a Brian incerti su come aiutarlo.
«Ti aiuto io. Come ti chiami?».
«B-Brian» borbottò il ragazzino fissando l’insegnante chinarsi e industriarsi per scioglierli i lacci. Impiegò diversi minuti.
«Bene, Brian. Legale per bene e prendi posto» disse sollevandosi.
Il ragazzino biascicò un ringraziamento e obbedì il più velocemente possibile.
Solo quando egli ebbe preso posto, il professore riprese a parlare. «Sono una persona che apprezza l’umorismo, ma spero vi rendiate conto che questo è stato uno scherzo stupido e pericoloso». Nessuno proferì parola, perciò egli continuò. «Il vostro compagno avrebbe potuto farsi male seriamente e non credo che l’avreste trovato ancora divertente. Comunque per questa volta chiuderò un occhio, ma spero che in futuro ci penserete due volte prima di tirare certi scherzi. Allora io mi chiamo Constant Bulstrode e sono il vostro nuovo insegnante di Astronomia. Vorrei dedicare questa prima lezione a conoscervi». Si fermò e frugò in una borsa di pelle, appoggiata sulla cattedra. Tirò fuori quello che a tutti sembrò un peluche a forma di stella. «Voglio che vi presentiate dicendo il vostro nome, cognome, il modo in cui preferite essere chiamati, la vostra materia preferita, la vostra squadra del cuore di Quidditch o di qualunque sport babbano, e, per concludere la costellazione, la stella, pianeta o simili, a voi la scelta, che preferite. Comincio io e una volta terminato lancerò la stellina a uno di voi». I ragazzi lo fissarono stupiti: non avevano mai conosciuto un insegnante simile da quando avevano messo piedi a Hogwarts. «Il mio nome ve l’ho già detto. Temo che debbiate chiamarmi professore. Naturalmente la mia materia preferita è Astronomia. Fin da piccolo sono sempre stato affascinato dalla volta celeste e ancora oggi penso che sia piena di misteri, la maggior parte dei quali non scopriremo mai. Non amo lo sport, per cui non ho una squadra preferita. Infine adoro osservare il sistema doppio Sirio A e B. A te» concluse lanciando la stellina ad Annika.
«Mi chiamo Annika Robertson. Non sopporto il diminuitivi, perché il mio nome mi piace molto. I miei l’hanno scelto da un romanzo che adoro. La mia materia preferita è Difesa contro le Arti Oscure. A parte Corvonero, non tifo nessuna squadra di Quidditch; ma adoro il Chelsea, una squadra di calcio di Londra… e ehm la stella non so… forse la luna?».
«Va bene, lancia la stellina» disse Bulstrode sorridendo.
Annika, abbastanza colpita dalla stranezza dell’uomo, lanciò la stellina a una Serpeverde.
«Mi chiamo Selene Shafiq. La mia materia preferita è Difesa contro le Arti Oscure. Stravedo per le Holyhead Harpies. Mi ha sempre attirato molto la luna, per via del mio nome» disse rapidamente la ragazzina passando poi la stellina a un’altra compagna.
Brian ascoltò distrattamente, poco desideroso di presentarsi davanti a tutti, specialmente dopo la brutta figura fatta.
«Mi chiamo Mike Zender» esordì con sicurezza il Serpeverde appena Drew gli tirò la stellina con aria di sfida. «La mia materia preferita è Volo. Tifo per i Falmouth Falcons. Il mio pianeta preferito è Marte. A te Carter» terminò malevolo lanciandogli con forza la stellina.
Brian l’acchiappò per un pelo. «M-mi c-chiamo Brian Carter». Ma doveva proprio balbettare? «La mia materia preferita è Erbologia. Non tifo nessuna squadra in particolare, se non al massimo gli Appleby Arrows. Non ho una costellazione o una stella preferita».
Quella fu decisamente la lezione più strana, cui avevano mai partecipato.
«Per questa sera abbiamo finito. Dalla prossima settimana porterete il vostro telescopio. Tenteremo di dividere la lezione tra osservazione e teoria. Buona notte!».

*

Quel giovedì mattina James si sentiva molto assonnato. L’unico aspetto positivo è che avevano Cura delle Creature Magiche. L’aria era ancora piacevole e il freddo sembrava lontano, per quanto il ragazzo fosse consapevole che l’autunno non si sarebbe fatto attendere ancora molto.
Salutò allegramente Hagrid. A seguire il corso M.A.G.O. erano solo una decina.
«Benvenuti!» esclamò felice Hagrid. «Quest’oggi studieremo gli ippogrifi! Seguitemi!».
«Evvai, qualcosa di eccitante» sussurrò James agli amici.
Hagrid li guidò fino al limitare della Foresta Proibita, qui aveva costruito un recinto e all’interno si muovano quattro magnifici esemplari di ippogrifo.
«Qualcuno sa dirmi qualcosa sugli ippogrifi?» chiese felice Hagrid.
Com’era consueto i primi ad alzare la mano furono Corner di Corvonero e Fawley di Serpeverde. Quei due facevano costantemente a gara tra di loro.
«Fawley» disse Hagrid concedendogli la parola.
«L’ippogrifo è un animale di origine europea, ma oggi si può trovare in tutto il mondo. Ha la testa di un’aquila gigante e il corpo di un cavallo alato. Sono creature molto permalose. Non bisogna mai annullare il contatto visivo e inchinarsi in segno di saluto, se e solo se l’ippogrifo ricambia ci si può avvicinare; in caso contrario è meglio starne lontani perché sono molto pericolosi. Solitamente questa creatura si nutre di insetti, uccelli e piccoli mammiferi. Nel periodo della riproduzione depone un solo uovo, che si schiude dopo ventiquattr’ore. Solo dopo una settimana il piccolo sarà capace di volare, ma ci vorranno mesi perché possa compiere viaggi più impegnativi».
«Ottimo, quindici punti a Serpeverde. Chi si offre volontario per conoscere uno dei nostri amici?».
La maggior parte dei presenti aveva molto da ridire sul fatto che fossero amici, cosicché nessuno si fece avanti almeno in un primo momento. Poi Corner, probabilmente per rifarsi sul rivale, decise di provare per primo.
James si gustò la scena ridacchiando.
«Jamie!» lo richiamò Benedetta. «Potrebbe farsi male! Non è divertente!».
«Ma no, che vuoi che si faccia» replicò Robert. «Non è così imbranato».
Intanto il Corvonero si era inchinato a uno degli ippogrifo e tutti attendevano con il fiato sospeso la risposta della creatura. Dopo qualche minuto essa s’inchinò. I ragazzi esultarono, ma Hagrid li richiamò: non era il caso di far innervosire gli ippogrifi presenti.
«Oh, sì. Molto bene. Sembra che tu stia simpatico ad Alibianche!» commentò contento Hagrid. «Ora puoi accarezzarlo, ma sempre lentamente».
Gabriel Corner seguì le istruzioni, ma non sembrava molto entusiasta.
«E bravo Corner. Alibianche non gli ha staccato neanche un dito».
«James!» sbottò Benedetta. «Non sei divertente!».
«Scusa» sospirò James.
«Avanti, ora provateci anche voi» disse Hagrid, indicando gli altri tre ippogrifi.
«Jamie» lo chiamò Hagrid, avvicinandosi. «Vedi quello grosso, lì? Tutto bianco e con un po’ di piume grigie?».
«Sì, perché?».
«È il figlio di Alisecco! Tuo padre gli ha salvato la vita» spiegò eccitato. «Perché non provi con lui?».
«Magari dopo» borbottò il ragazzo. Non sopportava quando esageravano nell’associarlo al padre. Lui non era Harry James Potter, ma solo Jamie. Per questo non si era fatto avanti prima, sarebbe stato scontato. Quante volte suo padre gli aveva raccontato della sua primissima lezione di Cura delle Creature Magiche? Infinite. Quelle storie erano sempre piaciute a lui e ai suoi fratelli, ma una volta giunti a Hogwarts avevano toccato con mano la realtà e il peso della fama del padre si era sentito pienamente.
La lezione trascorse senza alcun incidente, perché nessuno dei ragazzi del sesto anno era abbastanza stupido da far infuriare un ippogrifo. Alla fine della lezione James si fermò per chiacchierare con Hagrid.
«Stai bene?».
«Sì. Volevo chiederti una cosa».
«Tutto quello che vuoi, Jamie!» rispose Hagrid tirandogli una manata affettuosa sulla spalla.
James dovette riprendere fiato prima di chiedere: «Le carrozze della Scuola da cosa sono trainate? Io ho visto dei cavalli alati neri, ma solo Adisa, il ragazzo nuovo, mi ha detto di vederli. Gli altri no. Com’è possibile?».
Hagrid s’incupì. «Harry non ti ha detto nulla? Sono Thestral».
«Non ricordo che me ne abbia mai parlato. Che cosa sono?».
«Cavalli alati. Neri. La gente ne ha paura, ma sono tutte scemenze».
«Sono pericolosi?».
«No. Superstizioni, tutte baggianate, naturalmente. Li possono vedere solo coloro che hanno visto morire qualcuno».
Un pugno in pieno stomaco probabilmente gli avrebbe fatto meno male. Avrebbe voluto Benedetta lì con lui o almeno Robert, invece tutti e due avevano deciso di seguire Storia della Magia.
Hagrid aveva un’espressione contrita. «Ti faccio una tazza di thè». James annuì meccanicamente.
«Com’è possibile?» chiese dopo aver bevuto dei lunghi sorsi di thè caldo. «Insomma come funzionano?».
«Non si sa» ammise Hagrid.
«Quindi alla gente non piacciono?».
«No, ma è stupidità».
«Di quella ce n’è fin troppa in giro» sospirò James, bevendo un altro sorso. «Tu che hai? Mi sei sembrato preoccupato stamattina a colazione».
«Ah, niente» borbottò incupendosi.
«E dai, a me puoi dirlo».
«I genitori si sono lamentati. Dicono che non sono qualificato come docente».
«Ma la Preside non può dare retta a certi deficienti!».
«No, no» rispose Hagrid scuotendo il testone. «Però ha detto che mi cerca un ragazzo che possa darmi una mano» spiegò torturandosi una ciocca di capelli ingrigita.
«Stai tranquillo, se non si comporterà bene lo faremo scappare a gambe levate» promise James.

*

«Per fortuna è venerdì» sospirò Roxi.
«Per sfortuna abbiamo Trasfigurazione» ribatté Gretel.
«Veramente molto meglio Trasfigurazione di altro» borbottò Frank, tirando le cinghie dello zaino nervosamente. «Siamo in ritardo. Ed è solo il terzo giorno di lezione con Teddy».
«Mi dispiace, non trovavo i miei orecchini a forma di cuore» disse Gretel.
«Non potevi cercarli dopo?» sbuffò Frank.
«Scherzi? Sono d’oro dei folletti! Se li avessi persi, mia mamma mi avrebbe uccisa!».
«Grande consolazione, visto che ci ucciderà Teddy».
«Entro io per prima» intervenne Roxi per mettere fine alla discussione. Aprì la porta e disse: «Buongiorno, professore. Scusi il ritardo».
L’occhiataccia che le rivolse Teddy, però, superò di gran lunga le loro aspettative. «Quindici minuti di ritardo» sibilò. «Complimenti! Fanno quindici punti in meno ciascuno. E vi conviene prendere posto velocemente».
Frank e Roxi si scambiarono uno sguardo rapido: Teddy aveva le occhiaie ed era molto nervoso.
«Non ripeterò quello che ho già spiegato» disse severo. E riprese a spiegare. Infine distribuì un porcospino ciascuno. «I vostri risultati li valuterò, così imparerete ad arrivare in ritardo».
Roxi lo fissò scioccata e con un enorme desiderio di prenderlo a pugni. Se aveva problemi, non doveva sfogarli su di loro!  Si morse il labbro per non replicare e si mise a lavoro, senza sapere realmente che cosa fare. Si voltò verso Frank, di solito era lui il migliore in quella materia.
«Ottimo, Gamal. Trenta punti a Grifondoro» esclamò poco dopo Teddy osservando la perfetta trasfigurazione di Afia.
Frank era in difficoltà, non solo perché si era perso gran parte della spiegazione ma anche perché si era si era lasciato prendere dal panico e non riusciva a concentrarsi.
«Allora, Paciock, Weasley, Finnigan, dimostrate che potete fare a meno della mia spiegazione» li redarguì avvicinandosi.
«Non l’abbiamo mai detto» sbottò Roxi. «Abbiamo fatto tardi».
«A meno che uno di voi non stesse male, il che non mi sembra, non esiste alcuna valida scusa per non arrivare in tempo a lezione» ribatté rigidamente Teddy. «Oppure avete una valida giustificazione?».
«È colpa mia» ammise Gretel. «Avevo perso una cosa».
«Pessima motivazione. Avresti potuto cercarla dopo le lezioni. E soprattutto i tuoi compagni non sarebbero dovuti rimanere con te. Adesso lavorate».
Frank tentò di immaginare il suo porcospino trasformarsi in un puntaspilli, ma il massimo che ottenne fu eliminare gli aculei. Poco prima che suonasse la campanella Teddy si avvicinò di nuovo a loro. «Ebbene? Questo è il massimo che siete riusciti a fare?».
Il porcospino di Gretel si era addormentato e quello di Roxi aveva assunto un colore rosaceo.
«Credo che vi siate meritati un’insufficienza tutti e tre» decretò.
Suonata la campanella, Frank uscì a testa bassa per evitare lo sguardo, sicuramente deluso, di Teddy.
«Frankie» lo fermò Gretel tirandolo per un braccio. «Perdonami».
«Non ce l’ho con te. Solo con me stesso. Andiamo? Non voglio arrivare in ritardo a Storia della Magia».
«Comunque Teddy si è comportato da stronzo» sbottò Roxi.
«Siamo noi in torto» replicò mesto Frank. «Ma avevi ragione prima: meno male che oggi è venerdì».

*

«Buongiorno a tutti» esordì il professor Williams scrutando i ragazzi del quarto anno. «Benvenuti a questo primo Torneo di Duello. Spero vivamente che ricordiate le regole che vi ho spiegato a lezione, perché vi assicuro che non mi farò scrupoli a squalificarvi in caso contrario. Vi invitò a comportarvi in maniera leale. Siete diciotto per cui nella prima fase si affronteranno nove coppie. Io valuterò il miglior combattente, che potrà riposare in modo che anche nella seconda fase sarete in numero pari. Emmanuel, viene a sorteggiare le coppie».
Emmanuel si avvicinò all’insegnante, sotto gli occhi attenti dei compagni.
«In questo calice ci sono i bigliettini con i vostri nomi. A te l’onore» aggiunse Williams, indicando il calice d’oro poggiato sul banco di legno.
Il Serpeverde era eccitato come tutti gli altri: quella non sarebbe stata un’esercitazione, ma un duello vero e proprio. E non vedeva l’ora. Inserì la mano nel calice e tirò fuori il primo bigliettino. Continuò così finché le nove coppie non furono tutte stabilite. Williams man mano aveva segnato tutti i nomi su un ampio foglio di pergamena.

Casella di testo: Jacob Lynch – Halley Hans
Lucy Weasley – Zacharias Lewis
Alcyone Granbell - Alexander Parker
Amy Mitchell – Roxanne Weasley
Lorein Calliance – Scott Bobbin
Saturno Pratzel – Urano Pratzel
Charles Calliance – Fabian Weasley
Edgar Calliance – Arianna Greengrass
Emmanuel Shafiq – Iris Tyler




 
 
 «Molto bene, Emmanuel, grazie. Si affronteranno quattro coppie alla volta. Gli arbitri saremo io, Gabriel Corner, Gabriel Fawley e Jack Fletcher. Vincerà chi riuscirà a disarmare l’avversario; inoltre chi esce della pedana di duello è automaticamente sconfitto. Il miglior duellante, che potrà riposare, lo sceglierò insieme ai vostri compagni. Tutto chiaro?».
I ragazzi assentirono sempre più eccitati e desiderosi di iniziare. Roxi gettò un’occhiata veloce a Frank, seduto in uno dei banchi in fondo. Aveva portato con sé il libro di Trasfigurazione per studiare, ma non aveva mancato di andare a fare il tifo per lei. Si sorrisero e poi si avvicinò a una delle pedane, sui cui era già salita la sua sfidante.
«Preparatevi» disse solennemente Corner, che a quanto pare avrebbe arbitrato il loro incontro.
Roxi fronteggio Amy Mitchell con determinazione.
«Inchinatevi» disse Corner.
Entrambe le ragazze eseguirono, senza, però, staccare gli occhi l’una dall’altra. Amy era arrivata a Hogwarts l’anno precedente e aveva subito fatto amicizia con Roxi, nonostante appartenessero alle due Case rivali per eccellenza. Un punto, però, le divideva: Frank. Infatti quest’ultimo era il cugino di Amy, che, anche se non l’avrebbe mai ammesso, era gelosa della sua amicizia con Roxi.
«Bacchette in posizione» continuò Corner. «Al mio tre. Uno… due…». Roxi strinse forte la bacchetta. «Tre!».
«Rictusempra!» gridò la Serpeverde.
«Protego!» si difese contemporaneamente Roxi. «Aguamenti» aggiunse subito dopo, inzuppando la Serpeverde dalla testa ai piedi.
«Idiota, non era necessario» si lamentò Amy. «Aqua eructo».
Roxi fu presa in contropiede dalla forza dell’incantesimo e scivolò fuori dalla pedana, sentendosi infinitamente stupida.
«La vincitrice è Amy Mitchell» decretò Corner.
«Chi di acqua ferisce, di acqua perisce» ridacchiò Amy, mentre Roxi si rimetteva in piedi. La fissò con sguardo cupo, ma non ribatté: si era fatta sconfiggere in modo stupidissimo.
Si guardò intorno e vide che anche Lynch e Hans avevano finito, e dalla faccia di quest’ultimo comprese chi dei due fosse il vincitore. A loro posto stavano già duellando Edgar Calliance e Arianna Greengrass.
«Forza, liberate la pedana per Shafiq e Tyler» le esortò Corner.
Roxi sbuffò e non si prese la briga di fargli notare che lei era già fuori dalla pedana.
Emmanuel prese il suo posto e fissò lievemente preoccupato la sua avversaria. Inizialmente si pose sulla difensiva, perché era pur sempre una ragazza e non voleva esagerare. Questa scelta gli permise di studiare le sue mosse e rendersi conto che non era molto brava.
«Glisseo» disse semplicemente, dopo aver parato l’ennesimo schiantesimo. La pedana dal lato della Corvonero si trasformò in uno scivolo e la ragazza finì a terra, tra le risatine degli studenti che avevano deciso di assistere al Torneo.
«Il vincitore è Emmanuel Shafiq» disse Corner, palesemente dispiaciuto per il fatto che la sua compagna di Casa non fosse stata in grado di imporsi.
Appena tutti i duelli terminarono, il professor Williams chiamò gli altri tre arbitri in disparte per decidere chi avesse duellato meglio.
«Molto bene» esordì infine Williams. «Il migliore fino a ora è stato sicuramente Zacharias Lewis. Ora sorteggeremo le coppie che si sfideranno nella seconda fase».
Roxi fissò la pergamena corretta, un po’ imbronciata.
«Dai, non è la fine del mondo» le sussurrò Frank.
«No, ma tua cugina me lo rinfaccerà in eterno» sbuffò lei in risposta.
Sicuramente molto più soddisfatto era Emmanuel, che tentava invano di concentrarsi per il duello successivo. Era troppo eccitato!

Casella di testo: Halley Hans – Emmanuel Shafiq
Amy Mitchell – Arianna Greengrass
Alexander Parker – Urano Pratzel
Scott Bobbin – Fabiana Weasley
 
 
 
 
 
Roxi decise di tifare per la cugina, mentre Frank tifò per Amy.
Emmanuel rimase deluso da quel secondo duello: Hans era stato un avversario più agguerrito della Tyler, ma comunque era riuscito a fregarlo facilmente. I suoi compagni di Casa lo acclamavano felici. Si sedette e osservò gli altri duelli, tifando silenziosamente per Fabi. Alla fine del duello, però, non riuscì a trattenersi e abbracciò felice l’amica.
«Abbiamo passato entrambi la seconda fase! Evviva!».
Anche Fabiana era molto felice, essendo riuscita a dimostrare che, a differenza di quanto credevano Roxi e Lucy, dare troppa attenzione alla teoria non rendeva necessariamente inabili a combattere un duello vero e proprio. Anzi, proprio la sua maggiore conoscenza degli incantesimi le aveva permesso di sconfiggere Calliance durante la prima fase.
L’ultimo duello a concludersi fu quello di Amy e Arianna Greengrass. Fu quest’ultima a vincere, con grande rabbia della prima.
«Siete state molto brave!» le elogiò Williams, che, conoscendo il loro carattere focoso, aveva deciso di arbitrare personalmente il duello. «Dieci punti a Serpeverde ciascuno». In gara erano ormai rimasti solo cinque ragazzi: Emmanuel, Fabiana, Arianna Greengrass, Alexander Parker e Zacharias Lewis. «Direi che è il caso di andare tutti a pranzare. Riprenderemo alle due con la terza fase. Questa volta riposerà Arianna. Prima di andare, però, sorteggeremo le coppie».
Casella di testo: Fabiana Weasley – Zacharias Lewis
Emmanuel Shafiq – Alexander Parker
 
 
Alle due meno cinque Emmanuel raggiunse la Sala Duelli. Non aveva mangiato troppo, ritenendo che non sarebbe stata una buona idea visto che avrebbe dovuto duellare. Voleva e poteva farcela contro Parker; ma il duello successivo sarebbe stato sicuramente più difficile. Naturalmente anche in questo caso tifava per Fabiana, ma aveva paura che avrebbero dovuto scontrarsi e non l’avrebbe sopportato.
Gli spettatori erano notevolmente aumentati, soprattutto quelli verde-argento. A pranzo, infatti, i Serpeverde avevano scoperto che i loro compagni si erano fatti valere. I più divertiti ed entusiasti erano sicuramente i ragazzi dal primo al terzo anno, che, non avendo l’età per partecipare, non potevano far altro che assistere.
Come aveva previsto, Emmanuel non ebbe difficoltà a sconfiggere Alexander Parker, perfetta immagine del Grifondoro borioso.
Il duello tra Fabiana e Zacharias fu, invece, molto emozionante e tenne la Sala con il fiato sospeso a lungo. Alla fine, con gran dispiacere di Emmanuel, il Corvonero disarmò la compagna di Casa.
«Ottimo, ragazzi. Siete stati molto bravi» esclamò Williams, mentre i due ragazzi si stringevano la mano. Anzi non solo, Lewis abbracciò Fabiana! Emmanuel avrebbe voluto schiantarlo. Cos’era tutta quella confidenza?!  I due Corvonero ottennero ben quindici punti ciascuno. «I finalisti, quindi, sono Zacharias Lewis, Arianna Greengrass ed Emmanuel Shafiq». I Serpeverde festeggiarono rumorosamente, ma Williams non li richiamò. «Adesso duelleranno uno contro l’altro. Chi vince due volte sarà il vincitore. I primi ad affrontarsi saranno Arianna ed Emmanuel».
Il ragazzo prese posto sulla pedana e sorrise all’amica, che ricambiò. Avrebbero giocato pulito e avrebbero dato il meglio di loro. In questo caso non aveva alcuna paura di esagerare con Arianna: lei lo avrebbe fatto sicuramente.
«Stupeficium!» esordì infatti la ragazzina.
«Protego! Petrificus Totalus!».
«Protego! Everte statim!».
Duellarono alla pari per quello che a Emmanuel parve un’eternità, stava lentamente perdendo la concentrazione.
«Senza rancore, Emma» disse a un certo punto Arianna. «Chiudiamola qui. Serpensotia!».
Il pubblico trattenne il fiato, mentre un serpente spuntava dalla bacchetta della Serpeverde. Emmanuel dapprima rimase senza parole, poi la rabbia s’impadronì di lui. Alla faccia dell’amica! Sapeva benissimo che era ofidiofobico! Fissò il serpente, che si avvicinava, con rabbia. Non voleva dargliela vinta così. Se avesse posto la sua attenzione su Arianna il serpente l’avrebbe raggiunto; in caso contrario, si vergognava anche solo a pensarlo, avrebbe dovuto, e voluto, scappare e avrebbe perso. Decise in fretta.
«Stupeficium!».
Arianna colta di sorpresa fu scaraventata con violenza fuori dalla pedana. Aveva scelto di superare la sua paura, la quale stava per assaggiargli una caviglia. Fortunatamente Williams la fece sparire.
«Emma, va tutto bene?» gli sussurrò Fabiana.
«No! L’ha fatto di proposito! È stata sleale! Ora tutta la Scuola saprà che un Serpeverde ha paura dei serpenti!» disse Emmanuel fuori di sé dalla rabbia.
«Emmanuel, dovresti combattere tu con Zac. Arianna ha bisogno di un attimo di pausa» lo chiamò Williams.
Il ragazzo strinse i denti, non del tutto sicuro che quella di Arianna non fosse semplicemente una tattica. Comunque la rabbia aveva prevalso sulla concentrazione e sul suo buon senso. Il Corvonero vinse facilmente. Dall’occhiata che Williams gli lanciò, comprese che all’insegnante non era sfuggito il suo stato d’animo.
«Molto bene. Ultimo duello. Zac contro Arianna».
Il duello fu abbastanza breve. A quanto pare Arianna era nervosa per quello che era accaduto prima e compì alcuni errori grossolani, regalando la vittoria al Corvonero.
Gli spettatori verde-argento furono molto delusi per la sconfitta dei loro compagni. Emmanuel sapeva che gliel’avrebbero fatta pesare a lungo.
«Molto bene. Grazie a tutti per aver partecipato e per il vostro impegno» esordì Williams. «Il vincitore è Zac, che conquista i cinquanta punti promessi e l’ammissione al duello finale in cui si scontrerà con i vincitori delle altre classi. Emmanuel, in quanto secondo classificato, ha anche diritto a partecipare. Lunedì pomeriggio si svolgerà il Torneo del quinto anno, se siete interessati ad assistere. Vi auguro un buon sabato pomeriggio».
Emmanuel era molto seccato, strinse la mano a Zac per congratularsi con lui, ma poi si lasciò condurre via da Fabiana. Pensandoci doveva recarsi al campo da Quidditch dove si stavano svolgendo le selezioni per la squadra della sua Casa.

*

Scorpius finì di stringere la protezione sul gomito sinistro e si avviò fuori dagli spogliatoi. In campo lo aspettava il resto della squadra di Serpeverde e coloro che aspiravano a entrarvi. Doveva scegliere tre cacciatori, visto che quelli dell’anno precedente si erano diplomati.
Sugli spalti vide la professoressa Shafiq. Figuriamoci se sarebbe mancata. La presenza della donna e la sua ingerenza, non qualificata e non richiesta negli affari della squadra della sua Casa, avevano portato Katie Baston, l’ex- Capitano, sull’orlo di una crisi nervosa. Per quanto lo riguardava Scorpius non gliel’avrebbe permesso. Era intenzionato a riportare Serpeverde alla vittoria e non sarebbe stata quella vecchiaccia acida a fermarlo. Senza contare che non poteva rischiare di perdere la prima partita contro Rose. In quel caso forse avrebbe fatto meglio a emigrare in qualche paese sperduto.
«Ciao!» iniziò fissando in modo critico i candidati. Erano poco meno di una trentina. I membri della squadra lo avevano raggiunto e affiancato: Augustus Roockwood, battitore, era insopportabile e se avesse potuto l’avrebbe sbattuto fuori senza troppi scrupoli; Annie Ferons, portiere, l’avrebbe sicuramente fermato se avesse tentato di affatturare qualcuno. Mancava solo Emmanuel Shafiq, l’altro battitore, che in quel momento stava partecipando al Torneo di Duello del suo anno.
«Bene, iniziamo o no?» disse Roockwood.
Scorpius lo fulminò con lo sguardo. Non poteva schiantarlo perché la Shafiq gli avrebbe strappato la spilla dal petto.
«Sì, fatemi vedere come volate» disse autoritario indicando il cielo.
Tutto sommato non volavano male, ma così era anche semplice: stavano passeggiando nell’aria.
«Roockwood, prendi un po’ la mazza. Vediamo un po’ se sanno schivare i bolidi. Annie liberane uno».
«Così mi piaci Malfoy» commentò Roockwood sollevandosi in aria.
L’arrivo improvviso del bolide fece urlare parecchi per la paura, altri imprecarono e maledirono Scorpius.
«E se si fanno male?» chiese incerta Annie.
«Li porteremo in infermieria» rispose asciutto. «Ne vedo alcuni veloci e con ottimi riflessi. Tu che ne dici?».
«Hai ragione. Ma quello lì secondo te di che anno è?» replicò ella indicando un ragazzino.
«Primo.  E non è l’unico».
«Te ne sei accorto?! E perché mai non li hai cacciati prima?».
«La Shafiq è mezza cieca. Insomma vecchia com’è non può distinguere perfettamente i volti di tutti i presenti dagli spalti e quei ragazzini avevano bisogno di una lezione». Attese ancora dieci minuti prima di far segno ai candidati di scendere. «Spero che abbiate capito che fare il Cacciatore non è semplice» iniziò. «In questa squadra saranno ammessi solo i migliori, perché aspiriamo a vincere. Inoltre, benché facciate finta di non saperlo, i bambini del primo anno non sono ammessi, quindi sparite prima che la Shafiq se ne accorga!».
«Bambino sarai tu!» reagì uno di loro.
Scorpius si avvicinò a grandi falcate e con il suo miglior sguardo minaccioso. E di certo la sua altezza, notevolmente aumentata durante l’estate, andava senz’altro a suo favore. «Obbedisci! O chiamo la professoressa» sibilò.
Il ragazzino s’intimidì e, con un cenno ai suoi degni compari, si avviò imbronciato verso l’uscita dello stadio.
«Bene. Torniamo a noi. Andersen, Granbell, Orion, Goyle, Mcnair, Collins, Roockwood, Warrington, Belby, siete fuori. Un cacciatore deve schivare, non farsi inseguire dai bolidi urlando in cerca di aiuto». Gli esclusi protestarono e Scorpius si sgolò per farli tacere. «Adesso, vediamo chi segna più goals al nostro portiere. Annie, tocca a te».
La ragazza raggiunse gli anelli e Scorpius, dopo essersi messo d’accordo con Roockwood per tenere lontani gli eliminati, si alzò in volo per assistere più da vicino. Alcuni non presero neanche un anello e li cacciò all’istante.
Terminata questa parte della selezione, Scorpius ridiscese e si confrontò con Annie e Roockwood. «Adesso faremo una specie di partitella. Voglio vedere come ve la cavate tra voi. I sei cacciatori selezionati sono Amy Mitchell, Lucy Weasley, Alex Dolohov, Selene Shafiq, Mark Parkinson e Mike Zender».
«Eccomi» disse Emmanuel correndo in campo e richiamando l’attenzione su di lui.
«Ehilà, com’è finito il Torneo?» chiese Scorpius.
«Secondo» replicò conciso Emmanuel. «Che cosa posso fare?».
«Il battitore, no?» replicò Scorpius.
Emmanuel non fece commenti e si sollevò in volo.
«Tu, stai con Alex, Selene e Mike. Roockwood con gli altri tre» ordinò Scorpius e poi raggiunse gli anelli opposti a quelli protetti da Annie. Giocarono così per una decina di minuti, in seguito scambiò i posti degli aspiranti cacciatori per valutare le varie combinazioni.
«Basta Scorpius, il sole sta tramontando e siamo stanchi!» lo chiamò Annie.
«Ok, ok». Lui, però, si stava divertendo un mondo. Pazienza.
«Zender è una piaga» disse subito Annie quando si riunirono. «Non ha fatto altro che criticare tutti per ogni cosa! Perché non l’hai zittito?».
«Perché devo vedere le persone come sono realmente per quello che è possibile. Se l’avessi rimproverato probabilmente lui avrebbe mostrato un volto più amabile. Siamo Serpeverde, Annie, non Tassorosso a ogni costo».
«Malfoy, mi meravigli sempre di più» ghignò Roockwood.
«E tu mi stai sulle pluffe» replicò con vocetta falsamente dolce Scorpius.
Discussero per almeno cinque minuti prima di prendere una decisione definitiva.
«Allora signori,» disse Scorpius attirando l’attenzione dei presenti. La Shafiq era già al suo fianco. Avrebbe dovuto cercare un modo per togliersela dai piedi in futuro. «abbiamo scelto. I tre cacciatori sono: Lucy Weasley, Mark Parkinson e Amy Mitchell. Lei è d’accordo, professoressa?».
«Ho i miei dubbi su Mitchell e Weasley, Malfoy. In realtà se fosse stato per me, non saresti tu il Capitano. Forse dovresti riprendere in considerare mia nipote Selene e Zender».
Scorpius dovette mordersi la lingua pur di non risponderle male e rivolse un’occhiata supplichevole a Emmanuel e Annie.
Il primo, però, non aveva la minima intenzione di far ragionare la prozia e teneva gli occhi fissi a terra.
La ragazza, invece, decise di intervenire: «Professoressa, non crede che magari il privilegio di far parte della squadra possa spronarle a migliorare e a impegnarsi di più nello studio?».
«Potrebbe» disse la donna stringendo le labbra.
«Quindi darà loro un’opportunità?» non demorse Annie.
«E sia, ma non dovranno avere nemmeno un’insufficienza o non giocheranno contro Grifondoro» sentenziò la professoressa. «E lo stesso vale per tutti voi. Mi aspetto che quest’anno Serpeverde vinca la Coppa delle Case, ma soprattutto che i miei allievi siano i migliori della Scuola! Buona serata!».
Scorpius sentì a malapena in sottofondo le imprecazioni dei compagni. «Stronza» sibilò infine.
«Scorp, che si fa?» lo riscosse Annie.
«Allenamento lunedì sera alle sei. Ho già prenotato il campo. Vedete di studiare» replicò, avviandosi verso il castello.
«Non ti cambi?» lo richiamò l’amica.
«Devo scrivere a Katie Baston» quasi ringhiò Scorpius.

*

«Non  posso credere che domani sia lunedì» si lamentò Gretel.
«Ed è passata solo una settimana!» soggiunse Roxi.
«Mi passi il budino al cioccolato?» le chiese Frank.
Roxi glielo porse, osservandolo con attenzione. «Saresti dovuto venire nel parco con noi. Avresti una cera migliore».
«Dovevo ripetere delle cose per domani».
«Perché non hai partecipato al Torneo di Scacchi?» gli domandò Gretel.
«Perché io faccio già parte della squadra olimpica. E per questo devo studiare anche cose extra di Storia della Magia».
«Hai detto a tuo padre di quello che è successo con Teddy?».
«Roxi, mio padre sa tutto quello che avviene qui dentro. Non posso non raccontargli le cose» replicò stancamente.
«Sì, ma Lupin è stato stronzo» borbottò irritata Gretel.
«Che ti ha detto?» domandò, invece, Roxi.
Frank fece spallucce. «Di stare più attento. Chi ha vinto a scacchi?».
«Hanno giocato solo i ragazzi dal primo al quarto anno. So che Louis è il vincitore del secondo anno, Hugo del terzo. Me l’hanno detto loro, poco prima che arrivassi. Sono felicissimi. Guarda Hugo» rispose Roxi indicando il ragazzo che chiacchierava allegramente con i suoi compagni. «Del nostro anno Arianna Greengrass. Louis mi ha detto che per il primo anno hanno vinto una Corvonero e un Serpeverde».
«Alcuni Corvonero hanno chiesto a Mcmillan di fondare un Club degli Scacchi. Che noia…» aggiunse Gretel.
«A me piacerebbe» commentò Frank. «Mcmillan che ha risposto?».
«Che chiederà il parere degli altri prof e della Preside» rispose Roxi. «In effetti sarebbe bello fare anche altre attività. È ingiusto che non possa disegnare in pace in questo posto».
«Certo che non fate altro che lamentarvi. Siete tutti dei viziati».
I tre fissarono Afia Gamal che ricambiò con espressione superba.
«Prego?» chiese Roxi con una punta di minaccia nella voce.
«Siete viziati» ripeté Afia con ovvietà. «Guardate» continuò indicando il tavolo imbandito. «Tutto questo cibo sprecato! E vi ho sentito lamentarvi se non avete trovato ciò che vi piace di più! Voi non sapete che cos’è la povertà, cos’è la sofferenza. Ci avete accolti nella vostra Scuola mettendo in mostra tutta la vostra ricchezza e ci fate l’elemosina. Ma non siete un granché».
«Ma come ti permetti!? Sei un’ingrata!» sbottò Gretel. «Ma che cavolo vuoi? Ti è stato concesso di avere tutto quello che non avresti potuto avere nel tuo paese!».
«Non mi mancava nulla» ringhiò Afia.
«Idiozie! Ti mancava tutto!».
«Chi credi di essere?».
«Smettetela, state attirando l’attenzione di tutti» le richiamò Frank preoccupato dai toni che si stavano alzando.
«Giusto, a voi interessano di più le apparenze» sibilò Afia.
«Non ha detto questo!» ribatté Roxi. «E comunque non siamo viziati come pensi. Ognuno ha i suoi problemi» aggiunse in tono conciliante.
«Problemi da smidollati» la provocò Afia.
«Sarò anche viziata, ma non smidollata» sbottò Roxi.
Afia sbuffò divertita. «Dimostramelo».
«Quando vuoi».
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti!
Sono tornata! Chiedo scusa per l’attesa lunga, ma proprio non sono riuscita a terminare prima questo capitolo, che in compenso è lunghetto.
Spero che la lettura sia di vostro gradimento ;-)
Come vedete i ragazzi sono pienamente immersi nella vita di tutti i giorni, ma la realtà esterna non viene dimenticata. Che ne di te della questione che Virginia ha sollevato con Dexter? Che ne pensate di Bulstrode? Brian sicuramente n’è rimasto sorpreso, come tutti i suoi compagni. Insomma ditemi un po’ voi cosa ne pensate ;-)
La descrizione dell’ippogrifo naturalmente viene un po’ da Animali fantastici e un po’ da Il prigioniero di Azkaban.
Ringrazio chi si è preso la briga di recensire (spero vivamente di sentire ancora il vostro parere ;-)), ma anche chi legge silenziosamente.

P.S. Vi chiedo scusa, ma nelle parti dove sono inseriti i nomi dei partecipanti al Torneo l'html mi ha dato qualche problema.

A presto,
Carme93
   
 
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