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Autore: Walt96    17/09/2017    5 recensioni
Seguito della storia "Kingdom Hearts W".
Dopo una serie di peripezie nella regione di Sinnoh, fortunatamente i Referenti risultarono vincitori: Malefica era scomparsa, Voldemort aveva abbandonato tutti ancor prima di venire sconfitto, Doflamingo volò in un'altra dimensione ancora in groppa al Pokemon leggendario e Magneto intraprese una fuga che durò quelle due settimane; furono Walt e Sora la più grande perdita, scomparsi in un tunnel oscuro.
Troppe persone in differenti mondi erano venute a conoscenza delle molteplici realtà e la lotta per il potere sembrava imminente.
I Referenti non sapevano dove si trovava Doflamingo, cosa stesse tramando ora l’Oscuro Signore, quale fosse la prossima mossa di Malefica, se stesse succedendo qualcosa di oscuro negli altri mondi e nemmeno a chi appartenesse la voce che aveva attratto in trappola il giovane Referente e il prescelto del Keyblade.
La partenza alla ricerca di Walt era imminente.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Re Topolino, Sora
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kingdom Hearts W'
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Capitolo 8
 
Door to Darkness
 
 
 
 
La gummyship attraversò la serratura e, già prima di uscirne, fu investita da un ondata di aria fredda che venne trasmessa, tramite le bocchette di areazione, nell’abitacolo dove sedevano i Referenti.
Capirono immediatamente il motivo di questo abbassamento di temperatura, in quanto sbucarono sopra una città posta in un anfratto di mare, completamente congelata e ricoperta di neve.
Benché il paesaggio fosse suggestivo, lo spettacolo che si parò davanti a loro era dei più preoccupanti: la città fortificata si stava chiaramente preparando ad essere assaltata da numerose navi da guerra d’acciaio.
«Beh, questa volta non posso lamentarmi, siamo già nel mezzo dell’azione» disse l’ex grand’ammiraglio Sengoku, osservando strategicamente la situazione.
«Sembra che qui si stia per scatenare una guerra» aggiunse Topolino stabilizzando la navicella in maniera che potessero osservare la scena dall’alto prima di intervenire.
«Almeno questa volta non avremo dubbi sulla parte da cui schierarci, è evidente chi stia compiendo un’invasione» osservò Silente facendo riferimento alle spartane navi da guerra che si stavano avvicinando minacciosamente alle mura della città.
La cenere delle ciminiere di quest’ultime invadeva l’aria purissima della zona, sporcando il candido manto bianco che copriva quel paese dall’aspetto antico.
Sotto di loro numerosi abitanti con un pesante cappotto blu scuro stavano iniziando ad occupare le mura di ghiaccio formando la prima linea di difesa, avevano tutta l’aria di essere soldati addestrati.
«Atterriamo!» disse Topolino, dirigendosi con la gummyship verso un anfratto nella montagna dietro la città.
«Non credo ci facciano caso più di tanto, vista la situazione di emergenza» aggiunse il re mentre scendevano dal boccaporto rosso della navicella, che effettivamente con i suoi colori sgargianti era un pugno in un occhio in quel paesaggio bianco «però forse conviene incantarla ugualmente, Albus».
«Ma certo, non si sa mai» rispose Silente compiendo l’incantesimo di disillusione.
«Ci conviene muoverci! A giudicare dalla distanza delle navi nemiche l’attacco dovrebbe iniziare a momenti» comunicò Sengoku facendo affidamento alla sua esperienza militare.
I tre Referenti si diressero verso il centro della città. Se non ci fosse stato quel clima di emergenza ed agitazione si sarebbero volentieri fermati per una visita turistica: era architettonicamente meravigliosa, piena di costruzioni bianche in pietra candida, strade innevate e numerosissime fontane ad ogni angolo, da cui sgorgava un’acqua fredda ma purissima.
Giunti in una piazza geometricamente centrale, che avevano notato anche dall’alto, cercarono di individuare una specie di generale o qualcuno che detenesse il comando.
Riuscirono velocemente a trovare quello che sembrava il capo delle forze armate e Topolino ci si avvicinò: «Scusi, potremmo sapere cosa sta succedendo? Abbiamo abilità che potrebbero esservi d’aiuto» disse il re con un aria decisa e convincente.
L’uomo a cui si era rivolto aveva una barba e i capelli bianchi anche se non era troppo vecchio. Indossava una spessa tunica blu in tessuto pesante, che gli copriva tutto il busto e le gambe.
«Siete forestieri anche voi, vero? Benvenuti nella Tribù dell’Acqua del Nord. Come è evidente stiamo per subire un attacco, un tentativo di invasione da parte della Nazione del Fuoco. Se volete combattere vi consiglio di prestare la massima attenzione contro di loro» spiegò alla bell’è meglio. Era di fretta e il tempo stringeva. Fortunatamente non si era posto domande troppo scomode.
«Perché vi stanno invadendo?» chiese Sengoku.
«L’Avatar ha fatto ritorno e loro lo cacciano da quasi un secolo».
«Chi è l’Avatar».
«Un ragazzino a quanto pare. L’unico al mondo in grado di governare tutti e quattro gli elementi. Si è rifugiato qui per imparare il dominio dell’acqua».
«Voi sapete manipolare gli elementi?» chiese Silente che trovò particolarmente interessante questa informazione.
«Noi sappiamo manipolare unicamente l’acqua in tutte le sue forme, loro solo il fuoco» disse facendo riferimento agli invasori «ma lui può apprendere tutti i domini».
«Questo ragazzo allora è una risorsa fondamentale! Dove si trova adesso?» chiese Topolino.
«È andato a meditare al Tempio dell’Oceano e della Luna» disse il capo della città.
«Meditare?! Dovrebbe essere in prima linea a combattere!» lo schernì Sengoku, ma in quel momento una grossa palla di fuoco fu catapultata da una delle navi e, oltrepassando le mura ghiacciate, atterrò vicino a loro: l’attacco era iniziato.
 
 
 
 
Il capo della Tribù dell’Acqua del Nord, senza allarmarsi, compì dei gesti con il proprio corpo: mosse le gambe accarezzando il suolo, ondeggiò braccia e mani con movimenti fluidi e lisci.
Subito i Referenti non capirono cosa stesse facendo poi, osservando meglio, videro che la neve che copriva il manto stradale stava seguendo i movimenti del dominatore dell’acqua e, sollevandosi, andò a spegnere la sfera di carbone incendiato che si era fermata vicino a loro.
«I dominatori non possono creare il proprio elemento dal nulla, perciò spegnete tutti i fuochi che vedete e respingete i signori del fuoco» disse, poi si voltò e andò a raggiungere i suoi uomini.
Topolino si rivolse verso i suoi colleghi: «Purtroppo questa volta non abbiamo alcun indizio sulla fonte di Oscurità di questo mondo. Dovrebbe essere qui da qualche parte, ci conviene cercarla mentre combattiamo».
«Mi chiedo se possiamo fare davvero affidamento su questo Avatar, a meno che non sia troppo impegnato a meditare» commentò Sengoku aspramente.
Un'altra palla di fiamme era stata lanciata e stava per raggiungerli, Silente la intercettò con la bacchetta pronunciando «Aguamenti» e la spense con un getto d’acqua «Ci conviene aspettarlo sul campo di battaglia mentre affrontiamo i dominatori del fuoco e cerchiamo la fonte Oscura».
I due colleghi furono d’accordo e si diressero insieme verso le mura della città, pronti a combattere.
Alcuni dominatori del fuoco, a cavallo di grossi rettili simili ad iguane gigantesche, avevano raggiunto la cima delle mura e le stavano scavalcando.
Topolino notò che non tutti gli abitanti della Tribù dell’Acqua sfruttavano l’elemento per difendersi e combattere.
«Non credo che tutti sappiano esercitare il dominio» disse «Dovremo concentrarci a proteggere i più deboli» si concordò con gli altri.
Evocò il suo Keyblade e iniziò a tramortire i dominatori nemici seguito a ruota da Silente.
Sengoku, invece, utilizzava il suo potere sprigionando l’Ambizione del Re Conquistatore e facendo svenire in un istante la maggior parte dei nemici circostanti in un colpo solo.
Fortunatamente, anche se il fuoco era un elemento pericoloso anche al minimo contatto, i dominatori combattevano in maniera abbastanza schematica e facilmente prevedibile.
La loro necessità di trovarsi vicino ad una fonte di fiamme per attingere al fuoco non li aiutava, in quanto, una volta estinte le fonti, era difficile procurarsene altre.
I dominatori dell’acqua, invece, erano approvvigionati, dalla neve, dal ghiaccio e dalle fontane, presenti in ogni angolo della loro città in maniera inestinguibile.
Tra gli alleati più capaci alcuni gruppetti si rifornivano direttamente dalle acque dell’oceano.
I primi effettuavano gesti fluidi, lenti, calmi ma molto precisi; i secondi invece ne compivano di più veloci, più confusionari e complessi, simili ad arti marziali.
Silente pensò che se fosse stato giovane gli sarebbe piaciuto impararli, anche se lui non avrebbe mai controllato un bel niente.
Notò ancora che a seconda di gesti più secchi o più morbidi, i dominatori dell’acqua controllavano anche il ghiaccio.
In alcuni casi i nemici venivano intrappolati in prigioni dalle sbarre di ghiaccio in altri casi, più efficaci, venivano ibernati in lastre.
L’attacco della Nazione del Fuoco si fece più intenso quando, per un inspiegabile motivo, la luna divenne rossa
«Ma cosa sta succedendo?» chiese Topolino spaventato dal fenomeno.
«Deve essere qualche tipo di mossa spirituale» ipotizzò Sengoku che aveva iniziato a scazzottare i nemici con una combinazione della sua grande forza e velocità, senza però assumere la sua forma dorata «I Chitauri erano molto più forti» disse ripensando a quando si trovò per la prima volta a New York.
«Stupeficium!» esclamò Silente scagliando un incantesimo rosso contro il un flusso di fiamme di un dominatore del fuoco.
Ovviamente fu quest’ultimo ad esaurirsi per primo e il colpo di Silente andò a segno, schiantandolo.
«Effettivamente… anche io noto una certa mancanza di preparazione tra i nostri nemici» disse.
«Meglio! Concentriamoci di più sulla fonte Oscura allora!» incoraggiò Topolino.
Ma della fonte di Oscurità non c’era traccia…
La luna ritornò fortunatamente alla normalità con il suo solito bagliore bianco e la minaccia della Nazione del Fuoco sembrava decrescere nonostante la moltitudine di navi che aveva raggiunto la base delle mura ghiacciate.
 
 
 
 
Mentre i tre Referenti sconfiggevano altrettanti dominatori del fuoco, una folata di vento più intenso del normale sferzò via il quarto nemico che si era deciso a combattere.
La spinta dell’aria era stata generata da un ragazzo, aveva la testa rasata e con un incredibile numero di tatuaggi che formavano una freccia, sia sul capo che sul dorso delle mani.
«Chi sei tu, ragazzino?» chiese Sengoku.
Il giovane si fermò, guardò i Referenti con aria curiosa e sembrò capire al volo che erano persone straordinarie tanto quanto lui.
«Il mio nome è Aang, e sono l’Avatar!» si presentò lui con un misto di audacia e timore.
Silente, che era abituato a vedere crescere i suoi studenti ad Hogwarts anno dopo anno, capì subito che il giovane Aang, pur essendo l’Avatar, era ancora molto inesperto ma lo contraddistingueva quello sguardo di chi ha un vero motivo per cui combattere.
«Hai finito di meditare?» lo canzonò Sengoku.
«Sì» gli rispose il ragazzo «E sono pronto ad accettare il mio ruolo nel mondo» e poi, con la leggerezza che solo i dominatori dell’aria come lui possedevano, compì un salto altissimo, avvicinandosi alle mura.
Topolino sconfisse gli ultimi due dominatori nemici: «Ci conviene seguirlo ragazzi, intanto sembrano sforniti di uomini lì sulla cinta muraria» disse, e si avviarono.
Raggiunsero la cima del muraglione giusto in tempo per vedere l’inizio dello spettacolo.
Perché sì, da lì la scena risultò spettacolare.
Sotto di loro c’era una grande distesa d’acqua scura e gelida, le cui onde si infrangevano placide contro la città.
Sulla superficie poggiavano una trentina di navi da guerra della Nazione del Fuoco, cariche di soldati.
Aang iniziò a muovere le braccia e le gambe assumendo specifiche posizioni che pochi sarebbero stati in grado di capire.
In un istante, tutti i suoi tatuaggi si illuminarono di un’intensa luce azzurra e un forte suono riempì l’aria.
Topolino salì sul battipetto delle mura per avere una visuale migliore sugli eventi.
I movimenti di Aang non avevano sortito alcun effetto particolare anche se continuava a compierne sempre di nuovi, ma in realtà il mare si stava ritirando.
Il mare si ritira solo per ritornare indietro, ed è quello che fece.
Attraendolo a sé, Aang generò un’onda molto forte che andò a sbattere contro le mura e proseguì la sua corsa, salendo verticalmente e superandoli, rimanendo sospesa in aria.
Sengoku acchiappò Topolino al volo prima che fosse investito dall’acqua che risaliva la parete, si era sporto troppo.
Lo spettacolo adesso era talmente mozzafiato che la maggior parte di dominatori smise di combattere: una nuova muraglia d’acqua separava la Nazione del Fuoco dalla Tribù dell’Acqua del Nord, e se ne stava lì, minacciosa di cadere sulle navi nemiche, che infatti batterono in ritirata.
Tutti quei milioni di litri di acqua erano magicamente appesi alle mani di Aang, che adesso si era fermato in una posizione statica.
Fu un secondo.
Una luce fortissima investì tutto.
Proveniva dalla base del muro d’acqua che aveva creato l’Avatar.
A Topolino bastò uno sguardo per riconoscerla: «È lei! Finalmente l’abbiamo trovata! Ecco perché non trovavamo Oscurità in questo mondo!».
«Chi è lei?» chiesero Sengoku e Silente che non avevano afferrato il concetto, ancora rapiti dalla magia del domino.
«È la porta dell’Oscurità! La porta che conduce al Regno dell’Oscurità!» esclamò il re, poi corse verso Aang e sperando di non interrompere la sua concentrazione, gli chiese se potesse congelare la base del mare per loro.
Cambiando solo la posizione delle mani con un gesto rapido, lui lo accontentò.
Scesero rapidamente verso la base delle mura, questa volta dal lato esterno, e raggiunsero la lastra ghiacciata.
Il loro obiettivo apparve chiaro: un’altissima porta bianca e sottile era comparsa sulla colonna d’acqua che stava facendo allontanare i dominatori del fuoco.
Era davvero maestosa, al centro, in un punto in alto, c’era anche un rosone con i vetri tutti colorati.
Topolino si voltò verso i suoi amici prima di entrare: «Non sappiamo dove entreremo, è molto probabile che ci sia da combattere» avvertì i suoi compagni.
«Era ora! Iniziavo ad essere stufo di questo riscaldamento!» disse Sengoku mostrandosi pronto alla battaglia.
«La mia bacchetta è al vostro servizio, Maestà» aggiunse Silente sorridendo.
«Ottimo!» rispose il re, fiero di avere dei colleghi fedeli come loro.
Si allontanò di qualche passo dalla porta, puntò il Keyblade verso la serratura che venne colpita dal solito fascio di Luce e scattò, sbloccandosi.
Tutti diedero un’ultima occhiata al Regno della Luce alle loro spalle, poi si addentrarono nell’Oscurità.
 
 
 
 
 



 
 
Angolo dell’autore:
Eccomi a proporvi un nuovo capitolo!
Finalmente i nostro Referenti hanno trovato la porta del Regno dell’Oscurità, che in vero stile Kingdom Heartsiano, si è presentata da sola.
Ma andiamo con ordine!
Di idee per il terzo mondo visitato nel passato ce n’erano tante: Merlin, Game of Thrones, la saga di Lorien ambientata nel passato di Pittacus Lore, un episodio nel mondo di Naruto ambientato magari durante la Terza guerra Ninja… insomma avevo molte idee ma alla fine Avatar ha vinto. Voi cosa ne pensate, vi è piaciuto questo mondo? Lo conoscevate?
Ho voluto cambiare un po’ gli schemi, cercando di introdurre il momento dell’apparizione della porta in maniera improvvisa e non a fine battaglia come ci si sarebbe potuto aspettare.
Cosa vi aspettate nel prossimo capitolo? Siete contenti che sia arrivato il momento di entrare nel Regno dell’Oscurità oppure preferivate un altro mondo ancora?
La Gummyship è rimasta nel mondo dell’Avatar: questo bloccherà tutti dall’altro lato della porta?
Fatemi sapere cosa ne pensate in un commento!
 
Critiche, recensioni e nuove idee sono sempre ben accette!
La prossima pubblicazione sarà domenica 24 con un nuovo capitolo di “Kingdom Hearts Before W”! Non mancate!
 
See you next time!
   
 
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