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Autore: Elly_46    17/09/2017    1 recensioni
Prima long su questo fandom (siate clementi). E' una Thiam, ragazzi. Quei due sono il massimo dell'ispirazione.
Tratto dal capitolo 3
"Dire che aveva corso era praticamente un eufemismo. Non guardò nemmeno se qualcuno potesse averlo visto, semplicemente i suoi occhi divennero gialli e a velocità mannara si lanciò nel bosco, dal momento della telefonata di Stiles non aveva nemmeno respirato, e se ne stava rendendo conto solo ora. Il suo lupo era irrequieto da giorni, non si spiegava il perchè, ma in quel momento si stava agitando come un matto, tanto da farlo incazzare. E la ragione era solo una. Liam".
Thiam!centric Accenni!Sterek
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Stiles Stilinski, Theo Raeken
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Senti, io nemmeno ci volevo venire a questa festa >> sbottò Liam voltandosi a guardare Mason che sbuffò per l’ennesima volta stringendo le mani sul volante.

<< Oramai ci stiamo già andando, e poi devi distrarti un po'. E’ da quando se ne è andata Hayden che non fai niente di divertente >> gli rispose l’amico, mentre Corey seduto dietro ridacchiava roteando gli occhi all’ennesima discussione.

<< Se cerco di evitare luoghi affollati è perché ultimamente ho un problemino o l’hai dimenticato? >> gli fece presente il biondo guardandolo male.

<< Ma qui nessuno è in pericolo perché: A) Non ci farai del male e B) ci sono Scott, Theo, Malia e Derek pronti ad afferrarti se succedesse qualcosa >> rispose Mason indicando i punti con le dita.

<< In ogni caso non credo serva lamentarsi ancora, Liam – fece Corey – perché siamo già arrivati >>

<< Fantastico >> borbottò il biondo. Corey sorrise e scese appena la macchina si fermò facendo segno al fidanzato che li avrebbe aspettati dentro. Mason spense il motore e scese seguito dopo un paio di secondi dal migliore amico.

<< Senti, prova a divertirti. Se davvero non ce la fai possiamo andarcene, ma almeno provaci. Sono mesi che ti vedo fissare il vuoto e respirare a fatica per calmarti. Non ne posso più >> cercò di ragionare il moro.

<< Mi dispiace se ti faccio stare in pensiero, ma il problema è un altro, Mason. A discapito di quello che tu e Stiles pensiate, perché sì, lo so che ne avete parlato non sono stupido, non dipende da Hayden >> gli disse Liam.

<< Allora cosa diavolo ti succede? Perché non ti controlli? >> disse Mason alzando le braccia al cielo.

<< Non ne ho idea. E' questo il punto. Quello che so è che non è per Hayden. Ho iniziato a sentirmi di nuovo così irascibile prima che Hayden se ne andasse >> gli disse Liam. Mason annuì e sembrava star pensando a qualcosa, quando Corey spuntò dal cancello di casa di Lydia richiamandoli.

<< Beh? Vi muovete o no? >> chiese il ragazzo, al che i due annuirono e lo seguirono. Appena entrarono Liam fu investito da mille odori diversi, tutti provenienti dalla calca di persone che si muoveva a ritmo di musica attorno alla piscina della banshee. Si chiedeva sempre a quale poveraccio sarebbe dovuto toccare di pulire e ringraziò di non dover essere lui. Vide a qualche metro di distanza il branco parlare frenetico, erano tutti intorno a Derek, che in quel momento seduto attorno all’isolotto della cucina stava parlando con Theo. Sembrava che i due andassero d’accordo, o forse era la prima volta che Liam vedeva Derek sorridere a qualcuno. Stiles stava seduto accanto a Theo e aveva una bottiglia tra le mani. Appena varcò la soglia della cucina i tre si voltarono verso di lui e Liam sorrise a Derek che ricambiò.

<< Liam >> fece il moro. Il biondo gli si avvicinò abbracciandolo e quello ricambiò la stretta sotto lo sguardo della chimera che li osservava, o meglio, osservava Liam.

<< Allora, che hai combinato in tutto questo tempo? >> gli chiese il biondo sedendosi accanto a lui.

<< Ricerche. Poi sono stato un po' da Cora. Ti saluta, a proposito >> gli fece l’occhiolino Derek e Liam ridacchiò.

<< Sì, beh, è bello riaverti con noi sourwolf, ma adesso bisogna ballare. Andiamo, Theo >> fece Stiles afferrando il biondo che prese a ridacchiare della situazione e si lasciò trascinare fuori dal figlio dello sceriffo.

<< Non cambia mai >> sospirò Derek facendo ridere Liam.

<< E’ Stiles >> rispose il biondo scrollando le spalle.

<< Già, ma Scott ha ragione. E’ strano >> continuò il moro.

<< Ultimamente non sono stato molto attento al branco, quindi non posso dirti gran che >> gli disse il più piccolo. Derek si voltò a guardarlo cercando di scrutarlo.

<< In che senso? >> chiese infatti l’ex alpha.

<< Sto avendo di nuovo problemi di rabbia, come all’inizio. Solo più forti, molto più forti >> gli spiegò Liam.

<< Come mai? >>

<< Non lo so. Mason e Stiles credono sia per il fatto che la mia ex è partita, ma non è per quello >> disse Liam. Derek parve stargli per chiedere qualcosa, ma l’entrata di Lydia lo bloccò.

<< Che fate qui seduti? Si stanno divertendo tutti, e lo so, Derek che la parola divertimento ti è oscura, ma vi ordino di uscire fuori. C’è tempo per le chiacchiere >> ordinò la rosso fragola, al che i due si dileguarono immediatamente. Derek emise un sospiro appena uscì fuori seguito dal più piccolo che come lui non era proprio il tipo da feste scatenate. Si guardò intorno adocchiando Scott seduto su un divanetto intento a parlare fitto con Malia, forse un po' troppo fitto pensò Liam. Mason e Corey stavano ballando abbracciati, mentre Stiles era a poca distanza da loro che si scatenava con altri due ragazzi, probabilmente era un po' alticcio. Prese a guardarsi ancora un po' intorno vedendo Lydia aprire l’ennesima bottiglia di champagne e ridacchiò. Quante ne aveva aperte in meno di due ore? Poi una scia che stava diventando fin troppo familiare lo colpì all’improvviso come un pugno nello stomaco, portandolo in automatico a voltarsi in quella direzione. L’odore pungente di lime lo fece scattare e adocchiò Theo dall’altra parte della piscina che parlava con un ragazzo, a giudicare dall’altezza doveva avere un anno in meno di lui quindi era del terzo anno. Aveva i capelli neri e gli occhi color caramello, ma la mano che aveva appena posato sul braccio di Theo non sembrava un gesto da amici, o almeno, era quello che pensava Liam. Vide il biondino mordersi il labbro inferiore e sorridere al ragazzo, cosa che fece attorcigliare lo stomaco di Liam in un modo che probabilmente non era possibile neppure nella natura soprannaturale. Sentì di colpo il suo lupo agitarsi e le unghie iniziare a crescere. Chiuse gli occhi di getto, e si voltò di nuovo distogliendo lo sguardo per cercare l’aiuto di Derek, ma il lupo non era più dove l’aveva visto l’ultima volta. Sapeva che i suoi occhi erano gialli, e approfittando del casino causato dalla musica e dalla folla, trattenne un ringhio correndo via.

 

 

 

 

 

 



<< Ragazzi, avete visto Liam? >> chiese Mason quando entrando nella cucina di Lydia si rese conto che era rimasto solo il branco. Osservando l’orologio realizzò che erano le quattro del mattino, e per fortuna non avevano scuola l’indomani.

<< Io non lo vedo da quando siamo arrivati >> disse Corey massaggiandosi le tempie. Gli sembrava di sentire ancora il rimbombo delle casse suonargli nelle orecchie come un martello.

<< Non era con te? >> chiese poi Theo a Derek, mentre una strana sensazione iniziava a farsi strada dentro di lui. Perché nessuno lo vedeva da ore? E se avesse avuto un altro dei suoi attacchi?

<< Sì, ma quando siamo usciti fuori si è allontanato >> rispose Derek.

<< Forse si sarà annoiato e sarà tornato a casa >> disse Stiles mezzo addormentato sul divano.

<< Casa sua è a più di quaranta minuti a piedi da qui. E Liam è pigro >> disse Scott all’amico.

<< Sì, Scotty, ma è un lupo. Potrebbe aver corso >> continuò il moro mettendosi più comodo.

<< Nessuno di voi ha provato a chiamarlo? >> chiese Lydia. Mason a quelle parole tirò fuori il cellulare e compose il numero del migliore amico, ma era staccato.

<< E’ staccato >> disse il moro fissando il cellulare preoccupato.

<< Se avesse avuto un attacco di rabbia? >> disse Theo alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso l’uscita.

<< Dove vai? >> gli chiese Malia.

<< A cercarlo. Controllo a casa sua, se non è lì dovremmo dividerci >> disse il biondo.

<< Fammi sapere >> gli disse Scott, e il biondo annuì. Theo uscì da casa di Lydia velocemente e iniziò a correre in direzione di quella del beta, a quella velocità in dieci minuti sarebbe stato lì. Non l’avrebbe fatto capire agli altri, ma era preoccupato. Non era stata una buona idea lasciare Liam in mezzo a tutta quelle gente, soprattutto con i problemi che aveva ultimamente. Sospirò pesantemente fermandosi davanti casa del ragazzo e con passo leggero si avvicinò per poi iniziare ad arrampicarsi su per la finestra della camera di Liam. Una volta lì si appoggiò al davanzale, e lo vide. Emise un sospiro di sollievo quando la figura addormentata del più piccolo si girò con il viso dal lato della finestra. Era addormentato, dai battiti regolari poteva intuire che dormiva da almeno un paio d’ore. Aveva i lineamenti del volto stesi e rilassati, e Theo pensò per la seconda volta che fosse tenero. Sorrise prima di tirare fuori il cellulare.

“Sta bene. E’ a casa sua che dorme.”

“Grazie”

Dopo aver letto la risposta di Scott si voltò a guardarlo un’ultima volta e poi con un salto leggero si lasciò cadere a terra, prima di prendere a camminare verso casa sua.

 

 

 

 

 

 

 

 



<< Quindi il sourwolf ti è simpatico >> disse Stiles rivolgendo un’occhiataccia a Theo.

<< Non è male, ma tu dovresti parlarci >> fece il biondo, ma l’altro scosse il capo. Iniziava a capire cosa intendesse Scott. Stiles era davvero testardo come un mulo.

<< Senti, ho notato che ti preoccupi parecchio per Liam >> buttò lì Stiles.

<< Dove vuoi arrivare? >> chiese subito Theo alzando un sopracciglio.

<< Quel ragazzo alla festa – lasciò in sospeso – ci stava provando >> disse il moro.

<< Lo so >> rispose Theo.

<< Beh, ti ha chiesto di uscire? >> fece Stiles fermandosi a pochi passi dall’entrata del parco.

<< Questo che centra con la domanda su Liam? >>

<< E’ che come ho detto mi sembra che tu ti preoccupi per lui. Scott mi ha detto che ha mandato te a cercarlo nel bosco un paio di settimane fa, e la sera della festa non ci hai pensato due volte ad andarlo a cercare >> disse il figlio dello sceriffo.

<< E’ che i suoi scatti di rabbia sono pericolosi. Se facesse del male a qualcuno sarebbe un casino, Stiles. E anche se lui non lo dice, è terrorizzato all’idea di poter fare del male a uno di noi >> gli spiegò Theo.

<< Già, lo capisco. Allora, quel ragazzo? >> cambiò argomento Stiles.

<< Niente da fare. Se vuoi sapere dovrai aspettare >> rise quello.

<< Ma sei ingiusto >> sbottò il figlio dello sceriffo prima di partire con le domande a raffica.

 

 

 

 

 

 

 

 



<< Scott, perché siamo qui? >> chiese Malia rispondendo ai dubbi di tutti. Erano stati convocati dall’alpha con estrema urgenza e si erano precipitati tutti tempestivamente a casa di quest’ultimo, che però sembrava non voler parlare.

<< Vi ho chiamati perché ho ricevuto una chiamata da parte di Peter >> disse Scott.

<< Perché è vivo? >> sbottò Lydia.

<< Mio zio non muore facilmente >> le sorrise Derek.

<< Beh, che voleva lo psicopatico? >> chiese Stiles facendo ridere gli altri.

<< Ha detto che c’è un branco di cacciatori che sta facendo il giro delle città in cui si trova un nemeton >> disse l’alpha.

<< Quindi sanno dove si trovano le creature soprannaturali >> dedusse Lydia.

<< Esatto. E da quello che dice Peter una delle prossime tappe sarà Beacon Hills, quindi dovremmo tenerci quanto più nell’ombra per i prossimi tempi >> continuò Scott.

<< Lo sapevo io che dovevamo restare un altro anno >> borbottò Stiles.

<< Dovremmo tenerci pronti. E’ molto probabile che loro già sappiamo del branco, Scott. Sono preparati, sanno dei nemeton, si saranno informati anche su ciò che è successo in quelle zone negli ultimi anni >> disse Derek. Lydia annuì a quelle parole evidentemente d’accordo.

<< Ok, allora dovremmo riprendere gli allenamenti, e anche a voi serviranno lezioni di autodifesa. Devo parlare con Chris >> disse l’alpha.

<< Bene. Quando cominciamo? >> fece Mason portandosi alla bocca il bicchiere con il succo.

<< Sourwolf, ti giuro che se dici sabato mattina a villa Hale ti lancio qualcosa addosso >> fece Stiles appena vide Derek intenzionato a dire qualcosa. Il beta lo guardò male, possibile che ce l’avesse con lui?

<< Come ha detto Stiles, sabato mattina >> disse Derek facendo ridacchiare gli altri,e rivolgendo un ghigno in direzione dell'umano.

<< Bene, allora è tutto. Vi va di rimanere per una pizza? >> chiese Scott, al che tutti annuirono tranne Theo.

<< Io non posso, ho un appuntamento >> disse il biondo, e Liam per poco non si strozzò con l’acqua. Il suono venne coperto dalla voce squillante di Stiles.

<< Ci esci stasera? Perché non me l’hai detto? Dove andate? >> sbottò il moro a raffica.

<< Con chi esci? E’ carina? >> chiese Scott curioso.

<< Ma che dici, Scotty, non è una lei >> sbottò Stiles e Scott così come gli altri nella stanza spalancarono gli occhi. Liam per poco non soffocò di nuovo quando l’immagine del tizio della festa gli ricomparve dinnanzi, sempre che Theo uscisse con quello lì. Ma che Theo fosse gay non l’avrebbe mai immaginato, insomma, quello alla festa gli aveva dato fastidio, ma non sapeva i gusti del biondo.

<< Bene, ora che Stiles vi ha reso partecipi della mia vita sessuale, io andrei >> fece la chimera roteando gli occhi.

<< Ehi, fammi sapere come va >> urlò Stiles prima di sentire la porta d’ingresso chiudersi. Scott parve riprendersi solo in quell’istante scuotendo il capo.

<< Beh, questo non me l’aspettavo proprio – disse pensieroso – allora, quante pizze ordino? >>

<< Già, a chi lo dici >> borbottò Mason stupito.

<< Non ci avrei mai scommesso >> disse Lydia prima di voltarsi verso Liam. Sentiva una strana sensazione.

<< Io ho fame – disse ancora Scott – allora? >>, gli altri alzarono la mano. Tutti tranne Liam.

<< Liam, non hai fame? >> chiese l’alpha al suo beta accigliandosi. Il biondino si voltò verso di lui e abbozzò un sorriso.

<< No è che devo studiare. Non ho finito trigonometria quindi non posso restare >> disse il beta alzandosi.

<< Oh, d’accordo. Allora ci vediamo >> disse Scott. L’altro annuì e dopo un breve cenno a tutti si diresse verso l’uscita. Quando si chiuse la porta alle spalle l’odore di lime lo investì nuovamente come la sera della festa e lo stomaco fece di nuovo un movimento strano, mentre sentiva il lupo agitarsi nuovamente. Quella situazione non andava affatto bene, cercò di trattenere il respiro il più a lungo possibile, almeno fino a che la fragranza di lime non fosse stata abbastanza lontana.

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Liam, ascoltami – disse Scott – va tutto bene >>

<< Non riesco a farlo smettere >> disse Liam stringendo gli occhi. Il casco da lacrosse gli stava solo succhiando via aria, ma il fatto che aveva gli occhi gialli era un motivo più che giusto per continuare a tenerselo addosso.

<< Liam, non posso aiutarti se non mi ascolti. Siamo nel mezzo di una partita, non puoi trasformarti qui >>

<< Credi che non lo sappia? >> ringhiò il biondo. Scott gli districò le mani notando i guanti bucati e il sangue fuoriuscire.

<< Dannazione. Ok, facciamo così. Chiamo il cambio, non posso fermare il gioco una terza volta per calmarti. Dirò che non stai bene >> disse l’alpha. Il biondo annuì e si scostò da lui allontanandosi dal campo velocemente, mentre Scott avvertiva il coach e il suo sostituto entrava in campo. Corse immediatamente nello spogliatoio e si tolse in fretta il casco e i guanti prendendo dei respiri profondi poggiando le mani contro il suo armadietto. Stava cercando di calmarsi, doveva calmarsi. Non poteva esplodere, non durante una partita di campionato. Sentì un rumore alle sue spalle e si voltò vedendo un ragazzino del primo anno che gironzolava con una mazza da lacrosse tra le mani. Perché era nello spogliatoio? No accidenti, no. Non doveva essere lì. Un ringhio gli uscì involontario dalle labbra e sentì il rumore della mazza cadere a terra e poi dei passi accelerare correndo. Ringhiò di nuovo e fece per partire all’inseguimento, mentre la rabbia prendeva completamente il controllo di lui quando qualcosa, o meglio, qualcuno gli si piantò addosso bloccandolo contro la parete di piastrelle bianche della doccia aprendo l’acqua gelida. L’impatto con il freddo lo fece ringhiare, prima che un profumo di lime lo avvolgesse completamente stonandolo. Avvertì la rabbia defluire via insieme all’acqua e gli artigli ritirarsi, mentre rilassava il corpo e i muscoli ancora in tensione. Aprì piano gli occhi trovando un paio di gemme blu fissarlo duramente. Provò a muoversi, ma si rese conto che Theo lo teneva bloccato alla parete con entrambe le mani premute sulle sue spalle. Liam lo fissò qualche secondo, prima di sospirare e rilassarsi completamente, solo allora il più grande lo lasciò andare e rilassò i lineamenti del viso, ora coperti dall’acqua. Liam parve rendersi conto solo in quel momento che erano bagnati fradici e che l’acqua della doccia continuava a scendere fredda picchiettando su di loro.

<< Stavi per uccidere quella matricola >> disse Theo fissandolo negli occhi.

<< Io non posso più stare qui. Non riesco più a controllarlo >> disse il più piccolo.

<< Siamo un branco, cucciolo. Se hai un problema lo risolviamo assieme, ma non devi scappare >> disse la chimera.

<< Ti ho detto di non chiamarmi così. E poi perché diamine continui a salvarmi? Io non ho bisogno di te, Raeken >> sbottò poi Liam arrabbiandosi, ma stavolta in maniera umana. Perché tutta la rabbia di prima spariva ogni volta che c’era la chimera? Perché in sua presenza la furia cieca non si palesava mai?

<< Scusa tanto se ti ho impedito di uccidere quel ragazzino, soprattutto con dei cacciatori che potrebbero arrivare all’improvviso >> disse Theo.

<< Non centra questo. Che fai mi segui? Mi pedini? Perché cavolo spunti sempre fuori tu? >> urlò Liam.

<< Scusa se volevo aiutarti. Scusami se per una volta in vita mia me ne fregava qualcosa di qualcuno che non fosse me stesso. Non lo so perchè continuo a salvarti il culo quando non me ne viene in mano assolutamente niente. D'altronde io sono solo l'egoista bastardo di tutta la situazione. Sai che c’è? Va al diavolo, Liam >> sbottò Theo e si voltò mollando il beta ancora sotto l’acqua che scorreva, e uscendo dagli spogliatoi più in fretta che poteva. Liam rimase sotto il getto freddo ancora qualche minuto, incapace di muoversi. Perché finiva sempre per comportarsi da idiota? Theo lo aveva solamente aiutato per l’ennesima volta senza chiedergli nulla in cambio, e lui per tutta risposta lo aveva cacciato via tirandogli addosso colpe che non aveva. Si sentiva talmente cretino che voleva prendersi a pugni da solo, e se non si calmava in fretta probabilmente l’avrebbe fatto sul serio. Chiuse il rubinetto alle sue spalle e uscì da lì cercando i vestiti puliti all’interno del suo armadietto e provando a darsi un contegno prima di poter filarsela a casa. Non aveva voglia di dover sentire anche le prediche di Scott a fine partita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


<< Ok, adesso piantala >> sbottò Stiles seduto al volante della sua Jeep. Theo si voltò a fissarlo come se fosse impazzito.

<< Che ti prende? >> disse infatti il biondo.

<< Che mi prende? No, a te che diamine prende. Sono dieci giorni che non guardi nemmeno in faccia Liam e lui ha la faccia da cucciolo bastonato e si rifiuta di dire a chiunque cos’ha, anche a Mason. Scott non sa più come prenderlo, e io sembro essere l’unico ad aver notato che non ci sono nemmeno sguardi tra voi due. O meglio, tu fai finta che non esista >> disse Stiles facendogli un resoconto dettagliato, e Theo lo odiò un po' per quel suo dannato spirito di osservazione che unito al suo essere un gran ficcanaso diventava un'arma micidiale.

<< Senti, non faccio finta che non esista >> disse la chimera beccandosi un’occhiataccia da Stiles.

<< Ma davvero? >> fece quello ironico.

<< Ok, il punto è che durante la partita dell’altra settimana ha avuto uno dei suoi scoppi di rabbia >> iniziò Theo.

<< Sì, Scott me l’ha detto >> fece il moro.

<< Io sono andato lì e l’ho aiutato evitando che sbranasse una matricola, e lui mi ha persino rimproverato che gli salvi la pelle ogni volta. Allora gli ho detto di andare al diavolo >> spiegò il biondo.

<< Oh – fece Stiles – questa non me l’aspettavo >>

<< Cosa? Che Liam fosse un cretino? >> sbottò quello.

<< No. Che ti importasse di lui tanto da prendertela >> disse Stiles sorridendo.

<< Io non me la sono presa >>

<< Si invece. Sei scappato mandandolo al diavolo. E comunque ti assicuro che Liam se ne è pentito due secondi dopo, è fatto così. E se tu ti degnassi di guardare la sua faccia da cucciolo abbandonato te ne renderesti conto da solo, perché sul serio, non puoi resistere a quella faccia >> disse Stiles.

<< Io resisto >> disse la chimera alzando gli occhi al cielo.

<< Solo perché non lo guardi nemmeno >>

<< Sì, certo – fece Theo – io l’ho aiutato, ok? Senza pretendere nulla, ma almeno un grazie credo di meritarlo e non di dovermi sentire trattato in quel modo. Io ho fatto molti errori, molte cazzate e ho chiesto scusa, ma non ho mai negato di essere egoista, ma con lui non ci riesco. Quando lo vedo in quel modo non posso non aiutarlo, ma non mi aspettavo un trattamento del genere >>

<< Senti, noi ormai possiamo considerarci amici, ma quello che hai fatto per Liam è una cosa bella, e lui lo sa. Lo conosco e posso assicurarti che è davvero dispiaciuto per quello che è successo. Io non so cos’è accaduto coi ghost riders perché ero fuorigioco in quel momento, ma Scott mi ha detto che tu e Liam avete fatto squadra alla grande, che lui ti ha riportato indietro perché credeva in te quando nessun alto lo avrebbe fatto. Quindi, credo che quello che è successo qualche giorno fa era dovuto anche al fatto che si trova in una situazione difficile al momento >> disse Stiles. Theo annuì pensandoci su, e poi sospirò tornando a guardare fuori.

<< Sai – disse ancora Stiles facendolo voltare verso di lui, prima di parcheggiare nel cortile del liceo – Liam non lo ammetterebbe mai, ma quando abbiamo scoperto che eri andato via qualche mese fa, lui ci era rimasto male. Per un secondo ho letto tristezza nei suoi occhi. Non ha commentato o altro come hanno fatto gli altri, ma ho visto chiaramente che gli dispiaceva che tu fossi andato via >>. Theo fissò il figlio dello sceriffo stupito. Liam. Di certo non si aspettava quello che Stiles gli aveva appena detto. Erano giorni che ci pensava su, e le parole del ragazzo più piccolo lo avevano ferito, ed era stato strano e doloroso realizzarlo, anche perché lui non era mai stato ferito con le parole, non in maniera così intima. I tagli, le cicatrici, quelle erano altre cose. Forse Stiles aveva ragione, forse era solo arrabbiato, eppure, faceva male lo stesso. Il fatto è che non si spiegava il perché facesse così male. Scosse il capo evitando di pensarci, e aprì lo sportello vedendo i ragazzi uscire dal portone principale, sentendo la campanella suonare.

<< Grazie del passaggio >> disse a Stiles.

<< Tranquillo – sorrise il moro – fammi sapere come va con Alex >>. Theo scosse il capo sorridendo e si allontanò raggiungendo il ragazzo che si era fermato poco più in là vicino a una macchina nero metallizzata. Il moro gli rivolse un sorriso a trentadue denti che lui ricambiò appena gli fu a pochi centimetri di distanza.

<< Allora, com’è andata la giornata? >> gli chiese Theo con le mani nelle tasche del giubbotto di pelle.

<< Una noia come al solito, tranne che per letteratura. Quella è decisamente interessante >> disse Alex ridacchiando e facendosi più vicino. Stava per chiedere al moro dove volesse andare quando un suono che conosceva benissimo gli giunse alle orecchie. Un ringhio, basso e roco, talmente basso che era impercettibile alle orecchie umane. Si girò di scatto vedendo Liam a una ventina di metri di distanza, aveva gli occhi azzurri fissi su di lui e sembravano infinitamente tristi, tanto che Theo dovette deglutire, perché dannazione, Stiles aveva ragione. Non potevi resistere a vedere quegli occhi così, e per la miseria, davvero Liam lo guardava così da più di una settimana? Il suo istinto gli stava suggerendo di andare da Liam, perché sul serio, si sentiva in colpa a vederlo così e un nodo gli si formò nello stomaco.

<< Ehi, tutto bene? >> lo chiamò Alex riportandolo alla realtà. Lui si voltò a guardarlo, e il suo lupo protestò in maniera funesta quando distolse gli occhi da Liam, tanto che si sforzò per non dar a vedere apertamente il fastidio quasi fisico che stava provando.

<< Ehm, sì, tutto bene >> abbozzò un sorriso che parve convincere l’altro. Si voltò un secondo nuovamente, ma non c’era traccia del beta. Si guardò intorno, ma era come sparito.

<< Allora, dove ti va di andare? >> chiese Alex.

<< Al cinema, ti va? >> chiese Theo, e quello annuì entusiasta dando le chiavi della sua macchina al biondino.

 

 

 

 

 

 

Lydia lo stava osservando da quelle che sembravano ore, tanto che a un certo punto mise giù il telefono e la fissò sbuffando.

<< Ok, sputa il rospo, Martin >> disse Stiles.

<< Se dici così vuol dire che sei consapevole che c’è qualcosa che devi dirmi >> disse la ragazza.

<< Io non devo dirti niente, Lyds. Sei tu che continui a fissarmi >> fece il moro.

<< Bene, allora andrò dritta al punto. Volevo solo che ne parlassi spontaneamente – fece lei alzando gli occhi al cielo – cosa succede con Derek? >>

<< Niente >> disse Stiles scrollando le spalle.

<< Lo ignori, Stiles. Fai solo finta di dargli ascolto come un tempo, ma non è così. L’ho capito io e l’ha capito anche Derek, non è uno stupido. E quando verrà a chiederti di persona che succede poi non venire da me a piangere >> disse Lydia spostandosi i capelli da un solo lato, per poi giocherellare con le unghie luccicanti di rosso sul tavolo della sua cucina.

<< Senti, è una lunga storia. Ma non c’è niente di strano >> disse ancora lo Stilinski convinto, ma la faccia che gli rivolse Lydia gli fece chiaramente capire che non se la sarebbe bevuta, non in questo modo.

<< Io non so perché ce l’hai con lui, anche perché non ne hai più parlato da quando è andato via. Ma, dannazione Stiles, sembravi un morto quando se n’è andato, e sebbene Scott non sia una cima e non se ne sia accorto, non sei un così bravo attore, non con me. Credevo che una volta passato un po' di tempo me ne avresti parlato, ma non l’hai mai fatto e io ho preferito tenere il discorso lontano perché credevo fosse meglio così. Ma quando Scott ha detto che stava tornando non potevo più evitare la cosa. E’ un mese che è qui, Stiles, ma per te è come se non esistesse >> disse lei duramente sbattendogli in faccia ciò che pensava e che aveva capito. Il moro ingoiò il groppo che aveva in gola, per quanto assurdo fosse, ne aveva parlato solo con Theo, e a quanto poteva capire, di sicuro Lydia gli avrebbe detto le stesse cose del biondino.

<< Non mi sono tenuto dentro tutto questo perché volessi, semplicemente se non lo dicevo non sarebbe stato reale >> disse Stiles.

<< Quindi hai parlato con qualcuno? Sarà meglio che tu mi dica che ne hai parlato con Scott, o mi riterrò offesa >> fece presente la Martin con uno sguardo di fuoco. Stiles deglutì e ridacchiò divertito.

<< Non è Scott. Ti sembra il tipo che possa capire così all’improvviso? >> fece lui ovvio.

<< Allora chi? >> sbottò la rosso fragola.

<< Theo >> disse solamente Stiles.

<< Theo >> ribeccò lei alzando un sopracciglio. Il moro annuì nuovamente, facendole segno che sì, aveva capito benissimo.

<< Già >> rispose lui.

<< Quindi almeno con lui hai ammesso la verità >> disse lei strofinando le mani l’una contro l’altra.

<< La verità? >> fece Stiles poco convinto, e lei sorrise entusiasta.

<< Che sei innamorato di Derek, Stiles. L’ho capito quando se n’è andato >> disse Lydia spiegandosi, prima che al moro venisse un ictus per la posizione che aveva assunto.

<< Non provare a dirmi di parlare con lui >>

<< Devi parlare con lui, Stiles >> disse lei. Ecco. Appunto. Proprio quello che voleva evitare.

<< Anche Theo dice che dovrei, ma non posso e non voglio, Lydia >> disse lui.

<< Io sono tua amica, la tua migliore amica. E più che darti un consiglio e dirti ciò che credo sia giusto tu faccia non posso fare. Non posso certo obbligarti, quello tocca solo a te. Ma sappi che mi sento ancora profondamente offesa che tu abbia parlato prima con Theo che con me, anche se avrei dovuto immaginare che tra tutti tu avresti parlato con lui >> fece la Martin.

<< Perché? Avrei potuto parlarne con chiunque >> fece lui.

<< Lo so, ma Theo è in una situazione simile alla tua, quindi la scelta più ovvia era lui >> disse Lydia scrollando le spalle.

<< Scelta ovvia? Ma di che stai parlando? >> disse Stiles osservandola con cipiglio.

<< Oh, andiamo. Non hai notato che sono quasi due settimane che lui e Liam non si rivolgono la parola? >> fece lei.

<< Hanno avuto una discussione, ma questo che centra? >> fece il ragazzo.

<< Non conosco il motivo della discussione, ma sai bene che sono un’ottima osservatrice. La sera che abbiamo ammesso Theo nel branco, quasi un mese e mezzo fa, quando ci siamo spostati nella stanza accanto Liam era nervoso, ne sono sicura. Quando siamo rientrati però era calmissimo, e lui non si calma mai così velocemente. Quando c’è stata la riunione per la telefonata di Peter e tu hai sganciato la bomba che Theo stesse per uscire con un ragazzo, Liam è passato dall’essere tranquillo all’essere in agitazione, e infatti si è dileguato subito dopo non volendo rimanere qui con noi >> spiegò Lydia.

<< Ok, Sherlock, tutto ciò che vuoi. Ma Liam aveva detto di dover studiare >> fece presente Stiles, ma all’occhiata annoiata di Lydia si sentì stupido.

<< Trigonometria. Liam non ha nemmeno la minima idea di cosa sia, e secondo te ne sarebbe andato a casa a studiare? >> chiese la rosso fragola con fare ovvio.

<< Okok, hai ragione. Ma non ha senso comunque. Io ho parlato con Theo, ma tu mi hai parlato di atteggiamenti riguardanti Liam >> gli fece notare il moro.

<< E’ ovvio, Stiles. Il comportamento di Liam, il suo controllo, dipendono da Theo. Credo che il nostro nuovo amico sia l’unico in grado di calmarlo >> disse lei.

<< Ora che mi ci fai pensare, quando Theo qualche giorno fa mi ha parlato della loro litigata, ha detto di aver fermato Liam dallo sbranare un primino, quindi per impedirglielo deve averlo calmato. Dopo che nemmeno Scott, che è il suo alpha, ci è riuscito >> ragionò Stiles.

<< Esatto >> fece lei battendo le mani allegra dell’aver fatto centro come sempre.

<< Sì, ma anche se fosse non capisco cosa centri questo con la mia situazione. Theo può aiutare Liam a calmarsi, beh tanto di guadagnato >> disse lui.

<< Sì, certo, ma tu credi che sia solo questo? Quando Theo ha detto di avere un appuntamento ci mancava poco che Liam si strozzasse, ma quando tu hai sottinteso che fosse con un ragazzo sono sicura che volesse morire. Magari non se ne rende ancora conto pienamente, ma sono piuttosto certa che nel prossimo futuro ne vedremo delle belle >> disse lei convinta.

<< Quindi secondo te, a Liam piace Theo e viceversa? Intendo, in quel senso? >>

<< Beh, di certo se il nostro stato emotivo dipende da una persona è abbastanza ovvio svilupparvi un attaccamento. Viceversa se ci sentiamo responsabili di qualcuno aiutandolo sempre >> commentò la ragazza.

<< Sei un genio, davvero. Ma non credo che vedremo qualcosa del genere. Ti ricordo che Liam era fottutamente innamorato di Hayden >> disse Stiles.

<< Era il suo primo amore, Stiles. Molti dei primi amori li dimentichiamo anche. Sembra sempre importante quando finisce perché crediamo che non proveremo più qualcosa di simile, e in un certo senso è vero, ma questo solo perché non si ama mai allo stesso modo. Chi verrà dopo sarà sempre più importante e più forte, tranne per alcune eccezioni, certo >>

<< Parli di qualcuno in particolare? >> le chiese con cautela. Lei scosse il capo in segno di diniego, e il moro non fece altre domande. Ma sapeva benissimo, che una piccola parte di Lydia sarebbe stata sempre di Jackson.

 

 

 

 

 

 

Si sentiva un cretino, un emerito cretino. Davvero, qualcuno più scemo di lui sull’intero pianeta non c’era. Erano due settimane che si ostinava ad ignorare Theo dopo la loro discussione, ma se ne pentiva. Se ne era pentito dieci secondi dopo, appena la figura del ragazzo aveva lasciato lo spogliatoio, ma era troppo orgoglioso anche solo per chiamarlo e dirgli di fermarsi. Erano state due settimane di inferno, aveva avuto più scoppi e scatti d’ira di quanti ne aveva avuti negli ultimi mesi, e come se non bastasse il suo lupo era diventato instabile, lo sentiva ringhiare di continuo e agitarsi di più ogni secondo che passava. Non ne aveva ancora parlato con Scott, in realtà non ne aveva parlato con nessuno, non voleva. Si sentiva già abbastanza stupido e nervoso per tutto ciò che era successo, senza contare il pericolo che i cacciatori potessero comparire da un momento all’altro. Se avesse detto che oltre alla rabbia ci si metteva anche il suo lupo era la fine. Come se non bastasse poi, qualche giorno prima Theo lo aveva finalmente degnato di un’occhiata, ma ovviamente non l’aveva fatto apposta. Non era lì per chiarire, ma solo per andare a prendere quel tizio a scuola. Da quanto gli aveva detto Mason, si chiamava Alex. Un nome stupido, o almeno così pensava, sebbene non ne avesse motivo. L’unica cosa che sapeva era che a vederli assieme un ringhio gli era fuoriuscito dalle labbra, incapace di trattenerlo, e appena l’altro si era voltato ne aveva approfittato per volatizzarsi. Era corso nel bosco e lì la rabbia lo aveva travolto, mentre il suo lupo era più arrabbiato di lui, e si era sfogato contro un albero nella stessa radura dove Theo lo aveva trovato tempo prima. Una piccola parte di lui o del suo lupo sperava che il ragazzo ricomparisse per calmarlo, ma stavolta non sarebbe successo, così come non accadeva da giorni, e allora il suo lupo aveva ululato quasi ferito, sconvolgendo Liam. Scosse il capo ricordando quel giorno, e prendendo un sospiro aprì la porta del bagno della scuola uscendo sul corridoio principale, vedendo Mason e Corey chiamarlo da lontano. Si stava avvicinando quando vide in lontananza Alex, e si voltò a fissarlo un secondo. Capelli neri, occhi caramello. Niente di speciale, eppure a Theo piaceva. Ma poi a lui cosa importava?

<< Quindi ieri sera sei uscito con Theo? >> stava dicendo un ragazzo coi capelli rossi e ricci ad Alex. Liam si immobilizzò a quel commento, e cercò di scuotere il capo ignorandolo, ma la curiosità era più forte di lui.

<< Sì, siamo andati a fare una passeggiata al parco. Mi piace molto, e credo di piacergli tanto anch’io. Sono stato davvero bene >> rispose Alex con un sorrisone all’amico. Liam raggiunse velocemente Mason e Corey che lo fissavano accigliati.

<< Che c’è? >> sbottò allora.

<< Hai una brutta cera, sembri pallido. Ma non mi pare che i lupi si possano ammalare >> disse Mason squadrandolo, poi spostò lo sguardo su Alex alle spalle di Liam e tornò a fissare l’amico.

<< Quello non è il tipo con cui esce Theo? >> chiese Corey al proprio ragazzo che annuì.

<< Sì, è lui >> fece il moro.

<< Oggettivamente è molto carino >> commentò allora.

<< Ci sono ragazzi più carini >> sbottò Liam, sentendo il lupo agitarsi nuovamente.

<< Non sapevo che ti interessassi di parerei maschili >> disse Corey.

<< Già, questa mi è nuova >> fece Mason osservandolo.

<< Sì, beh, non centra nulla. Io vado in classe >> disse il biondo dileguandosi in meno di un secondo e facendo accigliare il migliore amico e Corey, che ora lo guardavano allontanarsi più preoccupati di prima.

 

 

 

 



Ed eccomi di nuovo qui con il secondo capitolo! Ringrazio infinitamente tanto coloro che hanno recensito il primo capitolo di questa storia, e chi di voi l'ha inserita tra le seguite, ricordate e preferite. Mi fa davvero piacere sapere che l'inizio della storia vi sia piaciuto, e spero che sarà così anche per quanto riguarda il seguito. Spero che anche questo capitolo possa interessarvi, aspetto come sempre una vostra recensione per sapere che ne pensate. Alla prossima, Baci

Elly

  
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