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Autore: Thilwen    19/04/2005    11 recensioni
“Mio padre è chiuso ad Azkaban”. Questo è ciò che sussurra Draco Malfoy fra le ombre, consapevole che nulla potrà mai essere come prima, che il suo status sociale è stato rovesciato, che tutto ciò in cui ha sempre creduto non è più esule dai dubbi. Vale la pena rischiare la vita, finire in un inferno come Azkaban, per inseguire ideali che, tutto sommato, non sente propri? Tocca quindi a Draco occuparsi di se stesso e della madre, di tentare di riportare a galla la nave naufragata dall’ambizione paterna, solo e, soprattutto, consumato da una passione impossibile, fuori dalla sue mire, nata dal bisogno di amare e di essere amato.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Parte Quarta: Primavera

 

Capitolo XIV- Fuoco dal Cielo

***

Di magni facite ut vere promittere possit

atque id sincere dicat et ex animo

ut liceat nobis tota perducere vita

aeternum hoc sanctae foedus amicitiae

 

O grandi Dei, fate che lei possa promettere veramente

e dica ciò spontaneamente dal profondo dell’animo

perché ci sia concesso di perseverare l’intera vita

in questo nostro eterno patto d’amore sacro.

 

(Catullo, Carme 109 vv. 3-6)

***

 

 

- Va’ via Weasley.-

Ella è qui, sola, con i suoi capelli ignei e quei suoi occhi di cielo, le labbra strette per non permettergli di tremare.

Le candele con le loro fiamme danzanti creano ombre sinistre sulle spoglie mura di pietra di questo corridoio.

Fa freddo, è tardi.

La notte ha ingoiato la terra con il suo manto di buio, in silenzio,  rendendosi complice di questo giuramento fra anime.

Ma ella è qui  e sul suo volto lentigginoso dall’espressione bambinesca si legge determinazione.

Si leggono tutte le certezze che non ho mai avuto, tanto solide da scacciare ogni paura ed ogni ansia.

E così, vagando come un’anima in pena in questo corridoio, lo stesso che mesi prima ha ascoltato l’eco della nostra risata, l’ho vista, con le spalle attaccate al muro e l’aria di chi attende da tempo qualcuno.

O qualcosa.

Ho sentito una stretta forte al mio stomaco. Una miscela inorganica di sensazioni mi ha offuscato la mente.

Mi sono avvicinato a lei, con passo fermo, dignitoso, convinto nella mia insicurezza.

Le ho guardato l’anima attraverso la trasparenza dei suoi occhi, il tutto senza scambiarci una parola.

Ed ho avuto la certezza che ormai è mia, senza clausole, senza scambi, senza rate.

E mi sono sentito, in fondo, molto in fondo, un bastardo.

Perché portandola con me, nella mia confusione, nella mia degradazione, nel mio dolore, la farei perdere.

La ucciderei, come mio padre  ha ucciso mia madre.

Ed allora, una parte di me, quella piccola parte nascosta fra le pieghe del mio orgoglioso essere, ha parlato:

- Va’  via, Weasley- ho detto scostandola e provando a passarle accanto.

Ma Ginny non si  muove.  È rimasta ferma, immobile, lo sguardo fisso avanti a sé, incrollabile.

Mi blocco respirando pesantemente, tentando di attutire i battiti eccessivi del mio cuore, le pulsazioni dirompenti della mia anima.

La sua mano si posa sul mio braccio, leggera come una piuma. Mi volto piano, sentendo  le sue braccia gracili stringersi al mio torace, mordacemente, e la sua testa affondare sul mio petto, pesantemente.

L’odore dei suoi capelli mi stordisce i sensi. La mia voglia di lei preme inarrestabile.

Affondo le mani fra quelle fiamme senza fuoco, la spingo forte contro di me.

-Va’ via, ti prego- mormoro senza convinzione –non ucciderti in me.-

Lo dico con il tono di chi supplica di restare, mentre appoggio la mia guancia su quel tessuto rosso.

-No- la sua voce, vibrante, giunge ovattata dal mio petto – non m’importa di altro ormai.  Non me ne frega nulla.-

Alza la testa per baciarmi.

La debole, gracile, inerme, parte di me che ha lottato per fare la cosa giusta, la cosa corretta, cede, muore, s’ingoia nel mare in tempesta della mia voglia.

Non so in base a quali istinti finiamo dentro ad un aula libera.

Non so fra quanti baci ci ritroviamo stesi a terra, sul mio mantello.

Sento solo il suo sapore, il suo odore, la furia rossa della sua testa.

L’oscurità della camera preme su di noi, ci accarezza fra le nostre carezze, ci scivola come i nostri vestiti.

Il suo corpo sotto il mio è morbido, è teso, è mio. Lo sento attraverso la mia pelle, attraverso i pori della mia anima.

Le mie carezze si spingono verso luoghi inesplorati, con una dolcezza che non ho mai avuto. Non riesco a vedere l’azzurro dei suoi occhi aperti a guardare il buio, ma riesco ad immaginarlo, nuotandoci attraverso, naufragando sul suo corpo cedevole, perdendomi fra le mille sfumature del suo essere.

Disegno arabeschi di baci su quella pelle di pesca, mangiando un po’ del suo corpo nudo, incapace di appagarmi.

Racchiudo il mio spirito in ogni soffio sulla sua pelle, respiro lei donando me. Sfioro ogni sua parte, ormai non più nascosta,  me ne approprio con voracità.

 E  poi, dopo aver a lungo straziato le nostre voglie, scivolo in lei, come un fuggiasco nella notte, come un maratoneta al suo faticoso traguardo. 

Come la fine nebbia dell’alba acceca con dolcezza gli occhi al mattino, fragilmente, con timorosa devozione, così, si appende a me, con le sue unghie deboli, incapaci di perforarmi la carne.

Sono io a perforarle l’anima, sciogliendo il casto nodo della sua verginità, irrompendo con disarmante grazia oltre la barriera della sua psiche.

Mi eclisso da me e mi perdo dentro di lei, disperdendo le molteplici spire delle mie sensazione, crollando in  un orgasmo sconosciuto, mai provato, che attraversa anima, mente e corpo trasversalmente in un singulto affannato fra i suoi seni.

Non sono più Draco Malfoy, sono Ginny Weasley. Esco dai miei confini ed entro nei suoi, dimentico dove finisco io ed inizia lei.

Cedo ad occhi aperti, non vedendo altro che buio. Con una mano cerco il suo volto. Sento le sue guance bagnate dalla rugiada delle sue lacrime.

Bacio la turgidità delle sue labbra tremanti.

E come uno schiaffo in pieno volto, come una pugnalata ad un corpo moribondo, come un frammento di ghiaccio sulla schiena, sfugge fra il mio respiro ed il mio bacio una cosa che non ho mai pensato.

-Ti amo.-

Sento le sue labbra sulle mie sorridere.

.

La finestra è aperta. C’era qualcosa di troppo soffocante in quest’aria. L’ho dovuta aprire per sentire il gelo della notte sulle mia pelle nuda ed in più punti arrossata.

Hogwarts dorme, ignara che un Malfoy ed una Weasley si sono amati scambiandosi le anime ed intrecciando le loro vite, inevitabilmente.

Il cielo è buio, qualche stella balugina raramente, rischiarando la notte, mentre l’argento della luna è sulla via del declino oltre i monti.

Tutto tace, nulla s’ode oltre al fischio dei gufi, un’eco lontano nel silenzio,  ed il respiro delle tenebre.

Vedo il mio fiato condensarsi davanti al grigio dei miei occhi, mentre poggio le mie mani, quelle mani che fino a pochi minuti fa sono state sulla pelle calda di Ginny, sulla fredda pietra della finestra.

Inspiro la notte, inspiro quest’aria intrisa di troppe sensazioni sconosciute. Accolgo quella debole fiammella di gioia che si è accesa da qualche parte nascosta di me.

Ho affittato un angolo di paradiso dal quale rischio di essere presto sfrattato.  Ho fatto lo sbaglio più dolce e più bello della mia vita.

Disarmante, come un colpo alle spalle, giunge fra i miei pensieri rilassati, il ricordo delle mie parole, soffiate bocca contro bocca.

Ho detto a Ginny di amarla.

Le ho detto “Ti amo”.

Io ho detto “Ti amo”.

Una sensazione inedita, che sono incapace di registrare come piacevole o spiacevole, si appropria con violenza di me, facendo barcollare il mio stabile orgoglio.

Facendo barcollare i pochi punti solidi della mia vita.

Mi sono innamorato.

Io. Draco Malfoy.

No, forse mi sono sbagliato.

Che cos’è l’amore, d’altronde? Chi lo conosce, chi me lo può descrivere?

Io non so cos’è l’amore, come faccio a dire di essermi innamorato? Potrei  sbagliarmi, sicuramente mi sono sbagliato.

Perché caspita mi sono scappate quelle due parole inutili, perché non sono stato capace di trattenerle fra le labbra,  perché le ho dette senza intermezzo di pensiero?

Io non amo Ginny Weasley. Me la volevo fare. Avevo voglia d’infilarmi dentro di lei da mesi, avevo voglia di fare del sesso.

È stato del sesso diverso, d’accordo.

Ho provato qualcosa che non avevo mai provato, va bene.

O forse non è stato sesso.

Adesso che mi sono tolto la voglia di lei tornerà tutto come prima.

Uscirà dai miei pensieri.

No, invece, io vorrei averla di nuovo, subito, ora, domani, per sempre, vorrei specchiarmi nella fragilità del suo sguardo, perdermi nella sua debole forza, lasciarmi attraversare dal suo spirito.

Morire crocifisso su quel suo corpo che è mio.

È questo l’amore? Il desiderio morboso, viscerale, carnale, di un qualcosa? Questo desiderio perverso che poi trascende la carne e s’impossessa con violenza inaudita dell’anima? Una presenza perenne che respira attraverso i pori della pelle, che s’insinua come veleno negli umori del corpo? Che vive nel sangue, che muore in un orgasmo lento ed imperituro?

Cazzo.

Ho fatto il più grande errore della mia vita.

Mi sono innamorato.

Ed anche della persona sbagliata.

Ginevra Weasley.

Ma che colpa ne ho adesso? Questa forza metafisica agisce irrazionalmente, non ti lascia spazio di scelta o possibilità d’evasione. O l’appaghi o ne muori, inchiodato ad un’infinita sofferenza.

L’unica cosa positiva è che, forse, non si ama se non si è un po’ amati. Può nascere questo sentimento vigoroso nel nulla? Può basarsi sul niente?

Guardo alle mie spalle, accendendo un po’ la bacchetta per rischiarare appena l’ambiente.

Ginny dorme, coperta dalla mia camicia, le ginocchia al petto, abbracciata in un sonno senza innocenza.

La osservo  nella semioscurità, perdendomi in quelle forme  minute, riassaporando sulle labbra ciascuna di queste.

Io amo Ginny Weasley.

E, per sua enorme disgrazia, Ginny Weasley ama me.

È un bel pasticcio.

Eppure, per la prima volta dopo tanto, troppo, tempo, mi sento felice.

Angosciato, spaventato,  disorientato, ma felice.

Buffo.

Spengo la bacchetta e guardo nuovamente fuori.

Adesso, forse, ho finalmente trovato qualcosa che mi faccia continuare a vivere. Una ragione da trascinarmi con il lento andamento dei giorni, qualcosa al quale aggrapparmi con tutto il vigore che la mia disperazione permette.

Qualcosa che rischia di piombare nel vuoto con me.

Forse dovrei rivestirmi ed andare via, lasciandola sola in questa stanza, nuda come lei.

Piangerebbe, starebbe male per un periodo, ma dopo, fra tanto tempo, mi ringrazierebbe.

Sarebbe la cosa migliore da fare per lei.

Ma io sono ormai troppo debole. Il dolore mi ha divorato dentro, rendendomi un fragile riflesso del ragazzo che ero.

Non ho il coraggio di abbandonare questa fiammella di gioia. Non ho il coraggio di oscurare la pallida luce di sole primaverile.

Non ho il coraggio di restare nuovamente solo.

Guardo il cielo oscuro della notte fonda riflettere i miei pensieri.

La sento dietro di me muoversi.

-Draco?-

La sua voce giunge dal buio, spaventata, come quella di una bambina svegliatasi in una notte di temporale.

-Sono qui, Ginny- la tranquillizzo dalla finestra.

I suoi passi  nudi mi raggiungono.

Rabbrividisce stretta nella mia camicia e si stringe al mio fianco.

Istintivamente l’abbraccio forte, facendole sentire la mia presenza, fuori e dentro lei, affogando nella sua marea color sangue.

-Fa freddo- la sua voce accarezza il mio orecchio- che fai qui?-

Fisso il paesaggio addormentato fuori dalla finestra qualche secondo.

D’un tratto, improvvisamente, una  stella attraversa il cielo con una scia fiammeggiante.

-Guardo il fuoco cadere dal cielo.-

Mi abbandono alla dolcezza del suo bacio.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Allora posto questo capitolo di fretta, sono con l’acqua alla gola!

Che ve ne pare? Non ci crederete ma è stata una faticaccia scriverlo, non volevo essere oscena così ho utilizzato la poesia, poi non volevo entrare nei particolari perché mi sembrava di violare l’intimità dei miei personaggio (e per una ragione inspiegabile, la mia) così è venuto fuori questo capitolo ed io… non so, a voi il verdetto.

Adesso avrete n periodo di pausa perché parto e non potrò postare prima di mercoledì 27. Ma vi raccomando, commentate in tanti, così quando torno mi fate felice!  Almeno vi ho lasciato con un capitolo positivo!

Invito a recensire anche tutti coloro che seguono questa fanfiction ma non lasciano mai un salutino… so che sono tanto perchè le miei pagine sono lette da molti!

Un bacio enorme a tutti! Grazie!

 

Adesso le risposte alle passate recensione (perdonatemi se ho scritto stupidate, non ho riletto!)

 

 

Sabry_Slytherin:  Grazie, sono felice di essere riuscita a trasmetterti delle emozioni forti. Il precedente capitolo era un po’ diviso in due parti, la prima triste ed angosciante, la seconda…beh, la seconda era diversa! Draco, poveraccio, meritava qualcosa di più e mi sono intenerita, così in questi due capitoli ho deciso di dargli una tregua…! Draco che manda Potterino Salvatore di Tutti i maghi a farsi una sega tirando da una sigaretta? La Rowling ama troppo il suo Harry difensore dei deboli per scrivere una cosa del genere! Quanto a Zabini… si rivedrà, non prestissimo ma si rivedrà! Grazie!

 

Meimi: Grazie, sono felice che continui a leggere  e che la mia ff ti piaccia! I complimenti a Draco ed alla mia introspezione psicologica mi fanno sempre piacere. I discorsi prima e dopo il bacio sono stati difficili da scrivere, non volevo cadere né nel banale, né nel delirio. Sono felice che ti siano piaciuti! Grazie per il commento!

 

Tink: Andiamo, non essere troppo crudele nie confronti di te stessa. Te l’ho già detto, non fa nulla! Sì, Potter dovrebbe pensare di più a come salvare il mondo e distruggere Voldemort anziché posare i suoi quattro occhi su argomenti che non lo riguardano! Come avrà fatto poi ad arrivare proprio sul più bello (e se non lo so io chi lo dovrebbe sapere? Mah…). Era da tempo che volevo che qualcuno mandasse Potter a farsi una sega, più di una volta leggendo i libri mi sarei accontentata di uno più ordinario Vaffan…Ma come sempre La cara Bowling deve sempre fargliela passare liscia al bambino sopravvissuto… Uffa! Lucius… andiamo, lo sai che non te lo posso dire! Certo, non l’ho fatto evadere per fargli fare una nuotata dall’Isola di Azkaban alla Gran Bretagna… ma lo saprai non appena torno, non preoccuparti! Grazie per la recensione!

 

Patty: sono felice che ti sia piaciuto il mio capitolo, temevo di essere stata un tantino banale, ma se a voi e piaciuto…! La Rowling è partita con un personaggio appena undicenne ed adesso si ritrova fra le mani un sedicenne, ma si ritrova logorata da un problema: l’aumento dell’età di Harry ha fatto aumentare anche l’età media dei lettori? Per non finire in incresciosi problemi ha fatto in modo che la crescita di questo personaggio sia stata relativa; insomma, non mi pare che fra un Harry undicenne ed uno quindicenne (quasi sedicenne alla fine di OotP) ci sia stato un grande cambiamento! Grazie mille!

 

Ida59: Mi auguro davvero che ti piaccia e che tu trovi un po’ di tempo per leggerla, anche se è molto diversa da Snake’s Whistle (ho ritagliato un po’ di spazio per Piton qua e là…). Anche io devo chiederti perdono, ho visto che sta pubblicando un altro lavoro, ma non ho avuto tempo di leggerlo per bene…. Mi sono comunque ripromessa di farlo non appena avrò un pomeriggio libero, promesso! Grazie comunque!

 

Iago: ah, ah, San Potter Vergine e Martire! Ho riso fino alle lacrime! Certo che gli dona davvero! Sì, è un ingiustizia, adesso che finalmente potevamo concludere qualcosa, meno male che Ginny (la mia, più silenziosa e sottomessa della tua ma in fondo all’anima caparbia fino a farsi male) ha pensato a sistemare la situazione! Quanto al buon vecchio caro Blaise, si rivedrà. In principio non doveva avere più parti in questa ff, ma c’è stata un’occasione che me l’ha fatto uscire dall’armadio….sempre utile quel benedetto ragazzo! Quanto all’accenno al suicidio nel tuo passato commento… brava la mia lettrice attenta… ma non fare indispettire gli altri, shhhhhh….Grazie mille, come sempre!

 

Kyomi89: Draco ha messo il suo cuore su di un piatto d’argento e l’ha offerto a Ginny, senza riserve. Era…beh, sì, un po’ romantico c’era in effetti,anche se io sono restia ad ammetterlo! Quanto a Potter, è pazzesco come quel ragazzo faccia sempre le figure più belle! Sì, dovrebbe pensare a Voldemort piuttosto che a Ginny! Grazie per il commento!

 

Yeran: Che bello, allora siete tutti d’accordo con Draco! Evviva, mi sento soddisfatta! Grazie per i complimenti sono lusingata! Potter come ho già detto, ha tante cose alle quali pensare, invece mette il naso in affari che non lo riguardano… finisce che ci rimette le penne quel rompiscatole! Dovrebbe dorarsi qualcosa di serio da fare accidenti a lui! Grazie mille!

 

Seyenne: beh, coloro che vivono al mio fianco ne sanno qualcosa delle mie frasi, di tanto in tanto mi scappano cose del genere mentre faccio discorsi tranquilli con i miei amici! Mi vengono spontanee, non so! Nel passato capitolo draco si è spogliato davanti a Ginny, e rimasto nudo solo con il suo essere, per la prima volta a buttato via la maschera ed abbattuto la muraglia fra lui ed il resto del mondo. Si è aperto ad un’altra persona. Forse è per questo che l’hai sentito più vicino, più vivo. Grazie per la recensione.

 

Lollo: effettivamente non è fra i migliori che ho scritto o forse è quell’alone di romanticismo che mi da fastidio, non so… Eppure sono felice che ti è piaciuto, sia a te che agli altri! In questo capitolo Potter non è spuntato, hai visto (ci mancava, credo che Draco avrebbe ucciso l’autrice….!)? Allora buon viaggio, quando torno spero di vedere anche un tuo commento! Grazie tantissimo!

 

Byakko: Sì, me la potevo evitare, ma non ho resistito all’idea di Potter che spunta come un fungo e Draco che si vendica utilizzando tutto il sui crudele sarcasmo. Sì, lo so, sono sadica, ma devo sfogarmi in qualche modo, no?

 

Sissichi: Non sei l’unica alla quale è piaciuta quella frase ed io sono felice di averti colpita, sono espressioni che mi nascono spontanee, così, scrivendo, è la storia a dettare i suoi tempi e le sue parole. Grazie per la recensione sempre puntuale!

 

 

 

  
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