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Autore: Sora_D_Aoi    18/09/2017    2 recensioni
Sono trascorsi due anni dalla fine della sanguinaria Guerra dei Vertici, scontro epico che ha visto affrontarsi i più grandi esponenti della Marina Militare e le flotte del pirata conosciuto come l'uomo più forte del mondo, l'Imperatore Edward Newgate, giunto fin lì per soccorrere il suo amato figlio nonché Comandante della sua Seconda Divisione Portgas D. Ace. In quella battaglia di smisurate dimensioni entrambe le fazioni hanno subito innumerevoli e dolorosissime perdite, di cui la più clamorosa è stata costituita dalla dipartita dello stesso Imperatore Bianco, che con la sua morte ha inaugurato l’inizio di una Nuova Era.
Tuttavia, questo violento conflitto non ha portato solo sofferenze, ma ha anche spinto dei giovani a compiere delle scelte necessarie per realizzare i loro sogni e soprattutto per proteggere le persone a loro care.
Per una di loro, la 'Vendicatrice degli Abissi' Sora D. Aoi, sarà l'inizio di una grande avventura, ma anche il momento di affrontare un doloroso passato intriso di sangue e morte...
[Sequel di "Cronache di un'Assassina - La Vendicatrice degli Abissi Sora D. Aoi": per comprendere appieno le vicende e soprattutto la caratterizzazione della protagonista ne è caldamente consigliata la lettura.]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Rivoluzionari, Sabo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NEL CAPITOLO PRECEDENTE...
 
Dopo un lungo viaggio, i due fratelli D. giungono assieme alla Prima Flotta di Barbabianca sull’isola del Nuovo Mondo dove il loro Capitano e padre è stato sepolto e dove il resto dell’equipaggio è rimasto ad attenderli, pronto a riaccogliere Hiken no Ace e soprattutto a celebrare l’ingresso di Sora D. Aoi in qualità di nuovo Comandante della Quarta Divisione.

In seguito al caloroso benvenuto a sorpresa con la nuova nave, la ‘Moby Dick Jr.’, i festeggiamenti dei Pirati di Barbabianca hanno subito inizio, e l’attenzione è rivolta soprattutto alla nuova arrivata, che seppur inizialmente stupita e imbarazzata dalla grande accoglienza riesce a farsi coinvolgere nel clima gioioso dei suoi nuovi nakama, accettando ufficialmente il ruolo che è stato scelto per lei.

Tuttavia, prima di ritirarsi nella sua stanza per riposare, Aoi chiede agli altri Comandanti di organizzare il prima possibile un’assemblea per spiegare la situazione attuale e discutere sul da farsi, in quanto intenzionata a rivelare loro tutti i dubbi che l’angosciano e soprattutto ad essere informata su tutti gli avvenimenti che hanno scosso il mondo dalla morte di Barbabianca e dalla fine della Guerra dei Vertici.

Ciò che però non sa è che i pericoli sono già dietro l’angolo, e che la resa dei conti sta già per avere inizio.
 
- LOBBIETTIVO È AOI!
OSCURE PRESENZE A PEACE ISLAND

Continuò a guardare lassù, a circa quattro metri di altezza, quasi sentisse la sua voce calda e un po’ burbera risuonare dalla cima della grande stele marmorea davanti a lei.

Sorrideva.

Strano ma vero si era ritrovata a sorridere, quando invece era stata certa che non sarebbe stata capace di trattenere qualche lacrima; non sapeva se doverlo reputare un buon segno o un cattivo presagio, ma in quel momento si sentiva davvero bene, a dispetto di tutti i dubbi e i dissidi emotivi che l’avevano tormentata fin da quando era partita con Jinbē verso Sabaody per recuperare Ace. Lì, sulla cima di quel promontorio verdeggiante e pacifico, tutti i suoi problemi parevano essere spariti, come cancellati dallo spirito dell’Uomo più Forte del Mondo che, ne era certa, non avrebbe mai smesso di vegliare né su di lei né su tutti gli altri suoi figli.

Prese un grande respiro, prima di proclamare con voce calma e serena: “Sono tornata, Babbo... come avevo promesso. Ok, so che ti avevamo garantito che saremmo tornati qui assieme, ma purtroppo non c’è stato verso di svegliare quello stupido Succo di Frutta... Sai com’è: con tutta la baldoria che lui e tutti gli altri hanno fatto ieri notte si era ridotto ad uno straccio! In ogni caso sono sicura che appena si sveglierà correrà subito qui a salutarti, abbi ancora un po’ di pazienza.”  

In risposta alle sue parole una lieve brezza marina scosse con dolcezza i rami di un grande albero poco lontano portando con sé tutti i profumi dell’isola, primo fra tutti il frizzante odore salmastro dell’immensa pozza cristallina che tanto amava. Il cielo era di un azzurro così intenso da sembrare irreale, mentre il sole già alto intiepidiva l’aria senza renderla eccessivamente umida, invitandola a sdraiarsi sull’erba verde e morbida e concedersi una piacevole pausa, nonostante la notte precedente le avesse finalmente concesso il tanto cercato e meritato riposo.

Non le sembrava poi così strano che il vero nome di quell’isola fosse Peace Island, e nemmeno sapere che nessuna nave della Marina aveva mai avuto motivo di attraccare: quel posto era una sorta di paradiso selvaggio e incontaminato; Shanks non avrebbe mai potuto scegliere luogo migliore da concedere al Babbo per poter riposare in pace.

Probabilmente sarebbe potuta rimanere immersa in quella quiete fiabesca per ore, se la smania di avventura tenuta a freno per oltre sei anni non si fosse fatta prepotentemente spazio in lei. Certo, molte delle sue insicurezze non l’avevano ancora abbandonata, ma la consapevolezza che la sua vita avesse già preso una piega del tutto diversa e che in ogni caso non avrebbe mai più dovuto combattere da sola era sufficiente a farle credere che alla fine tutto si sarebbe risolto per il meglio; lo stesso spirito con cui si era destata quella mattina era pressoché opposto a quello con cui aveva vissuto i precedenti, perciò le veniva ingenuamente facile pensare che sarebbero dovute trascorrere almeno alcune settimane prima di imbattersi in pericoli degni di quel nome.

Riempiendosi i polmoni di quell’aria fresca e pura Aoi riprese il suo monologo, sicura che lo spirito dell’anziano pirata fosse lì ancora lì, in attesa di ascoltarla: “Come hai potuto constatare alla fine sono entrata a far parte della tua ciurma... anche se in tutta onestà avrei fatto a meno di diventare il nuovo Comandante della tua Quarta Divisione! Non che non ne sia onorata, anzi, i suoi membri mi sembrano tutti tipi in gamba e mi hanno accolta in maniera fin troppo calorosa, solo che... per farla semplice, avrei voluto iniziare con qualche incarico più da novellina, visto che effettivamente io sono l’ultima arrivata...! Il tuo dannato vice però non ha voluto sentire ragioni, quindi... diciamo che farò del mio meglio per soddisfare le sue aspettative e soprattutto le tue e quelle di Satch, che purtroppo non ho mai avuto il piacere di conoscere. Confido di fare un buon lavoro.”

Il lieve venticello di poco prima sembrò aumentare, scompigliandole le ciocche di capelli che le incorniciavano il viso e producendo tra le fronde della stessa pianta lì vicina un fruscio vagamente simile ad un sussurro; a modo suo Aoi interpretò quel suono come una risposta, e il suo sorriso si allargò ulteriormente.

Ad un tratto, però, un istantaneo quanto acuto senso di inquietudine la fece tendere e rimanere immobile, in ascolto.

Nessun rumore oltre a quello del vento e delle onde in lontananza giunse alle sue orecchie ben allenate, eppure la certezza che fino a pochi istanti prima lì vi fosse stato qualcuno non l’abbandonò; non era soltanto il suo ormai affinato Kenbun-Shoku ad assicurarglielo, ma anche il suo sesto senso le stava suggerendo che qualcosa non andava.

In verità quella non era stata la prima volta che aveva avuto un simile sentore: nell’esatto istante in cui aveva messo piede sulla terraferma assieme ad altri pirati di diverse Divisioni, quella mattina, aveva percepito una specie di tensione nell’aria, che però era durata soltanto pochi istanti per poi scomparire senza lasciare più traccia. Ovviamente non ne aveva fatto parola con nessuno, soprattutto perché concretamente non aveva visto né sentito nulla di sospetto; tuttavia, il fatto di aver avuto quegli strani presentimenti già due volte in un solo giorno la inquietava non poco, soprattutto considerando che la sua preoccupazione più grande non era più sapere se loro sarebbero mai venuti a cercarla, bensì quando. Madame Shirley era stata chiara sulla natura delle sue previsioni: esse erano destinate a manifestarsi, ma la tempistica e anche la modalità con cui si sarebbero verificate erano inconoscibili anche per lei.

Una domanda sorse spontanea alla Vendicatrice degli Abissi: avrebbe fatto bene ad avvertire Marco e gli altri Comandanti? Era stata lei stessa a richiedere la sera prima una ‘riunione tra soli colleghi’ proprio per spiegare loro tutta la situazione e poter prendere le precauzioni necessarie, ma sarebbe stato saggio allarmarli dopo nemmeno un giorno dal suo ingresso nella ciurma solo perché aveva avuto due scatti di improvvisa tensione?

Istintivamente scosse la testa: no, sarebbe stato come gridare ‘al lupo, al lupo’ senza averne nemmeno intravisto la coda; eppure era certa di aver sentito qualcuno lì vicino, e il fatto che in entrambe le occasioni quel qualcuno si fosse volatilizzato subito dopo essere stato percepito rendeva abbastanza palese che il suo obiettivo fosse proprio lei.
 
Che stesse aspettando le circostanze più favorevoli per poterla attaccare?

“Se davvero avesse voluto attaccarmi senza correre il rischio di essere interrotto da Ace o da qualcun altro della ciurma questo sarebbe stato il momento più propizio... È vero anche che l’ho notato subito, e che quindi in caso di un’imboscata mi sarei certamente saputa difendere...” iniziò a meditare mettendosi nei panni del suo presunto nemico “Però... la regola fondamentale nell’assassinio di individui particolarmente forti è ‘attaccarli quando sono soli’, e anche se ovviamente sarebbe meglio che il bersaglio non si accorgesse di nulla la possibilità che si renda conto di essere braccato e cerchi di contrattaccare è sempre tenuta in considerazione, anche negli omicidi più semplici... In fin dei conti gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo... Perciò... o questa persona non ha cattive intenzioni nei miei confronti o, più probabilmente, vuole cogliere l’attimo perfetto per assicurarsi la riuscita della missione.”  concluse poi con un sospiro, il buonumore di quella mattina ormai divenuto un ricordo “Scusami, Babbo. Avrei voluto parlare ancora un po’ con te, ma come avrai intuito pare che sull’isola ci sia un ospite sgradito, e vorrei indagare sulla questione prima che possa coinvolgere anche gli altri. Tornerò sicuramente a salutarti prima di partire. Scusami ancora!”

§
 
Quando Aoi tornò alla Moby Dick Jr. si era già fatto pomeriggio, per cui non si sorprese di scoprire che nell’immensa sala sottocoperta adibita a mensa erano rimasti solo Marco, Ace, Izou e Halta più altri pochi pirati trattenutisi per bere qualcosa o per giocare a carte. Da un lato le dispiacque di essersi persa il primo pranzo con la sua nuova famiglia, ma dall’altro fu lieta di potersi godere un po’ di tranquillità, visto che anche la colazione assieme ai più mattinieri si era rivelata già piuttosto vivace; oltretutto non aveva per niente fame in quel momento.

“Bentornata, Aoi-chan!” l’accolse con un sorriso Izou mentre lei si accomodò al tavolo riservato a lei e ai suoi ‘colleghi’ in fianco ad Ace, il quale stranamente era accasciato sul ripiano di legno con la testa nascosta tra le braccia “Sei stata fuori parecchio! Speravamo di fare colazione insieme per vedere come sei la mattina, ma Marco ci ha detto che appena ti sei svegliata sei subito voluta scendere dalla nave assieme agli addetti alle commissioni... Che cosa avevi da fare di così importante?”

“Nulla di particolare... Semplicemente volevo andare a salutare il Babbo e anche dare un’occhiata al paese... Oggi pomeriggio invece credo che andrò ad esplorare la foresta e la spiaggia dell’isola.” spiegò la biondina prima di aggrottare la fronte “Comunque, sorvolando sull’ambiguo commento inerente al volermi vedere appena sveglia, cosa ho detto ieri a proposito di usare quel dannato -chan...?!”

“Su, non essere antipatica! Suona così bene!” si giustificò il Comandante della Sedicesima Divisione arricciando le labbra in un’espressione che forse avrebbe voluto essere supplice.

“Non m’interessa! Dacci un taglio o troverò il modo per costringerti a smetterla!” lo minacciò lei, prima di notare che Pugno di Fuoco non aveva ancora alzato il capo dalla tavola “E tu che hai, Succo di Frutta?”

In risposta la biondina udì soltanto un leggero grugnito, indice che la sua narcolessia cronica non l’aveva risparmiato nemmeno quel giorno: “Ovviamente. Non avrei nemmeno dovuto chiedere...”

“Dopo la sbornia i suoi attacchi narcolettici si acuiscono molto.” la informò Halta sorridendo appena “Oggi a pranzo è caduto con la faccia nel piatto per cinque volte. Credo che rimarrà fuori combattimento ancora per un po’!”

“Buono a sapersi!” commentò ironicamente lei “Piuttosto, Pennuto... Ci sono novità?” domandò poi al Comandante della Prima Divisione, fino a quel momento rimasto in silenzio leggendo un giornale che probabilmente gli era stato consegnato quella mattina da un News Coo.

“Novità riguardo a cosa?” chiese lui di rimando sbirciandola da dietro le grandi pagine inchiostrate.

“Non so... Magari sul mio fratellino o su qualcuno che conosco...” la buttò lì l’ex assassina, ancora indecisa se confessare loro i suoi presentimenti oppure attendere fino a quando non si fossero concretizzati in qualche modo.

Fino a poche ore prima Aoi aveva tentato in ogni modo di convincersi che non ci fosse nulla di cui allarmarsi e che le brutte sensazioni che aveva provato per pochi istanti fossero state il frutto della stanchezza arretrata, tuttavia il dubbio di essere seguita si era trasformato in realtà una volta lasciata la tomba del Babbo e raggiunto il microscopico centro abitato dell’isola: per tutto il tempo si era sentita pedinata, ma sebbene avesse provato prima a seminare e poi ad inseguire il suo presunto persecutore i suoi sforzi non avevano portato a nulla; forse era riuscita ad intravedere un’ombra scomparire in uno degli strettissimi vicoli che costituivano le strade del paesino collinare, ma non era sicura nemmeno di quello.

Sembrava quasi che, proprio nel momento del bisogno, i suoi sensi le stessero giocando dei brutti tiri.

“Beh, tuo fratello e la sua ciurma si erano accordati per riunirsi a Sabaody tra pochi giorni e partire per il Nuovo Mondo subito dopo, no? Credo tu sappia meglio di me che quando questo accadrà i giornali non parleranno d’altro, soprattutto visto che in molti attualmente li danno per morti...” un sorriso divertito si dipinse sulle labbra del biondo “Per quanto riguarda altre conoscenze... pare che Trafalgar Law sia diventato un nuovo membro degli Shichibukai, assieme a Bagy il Clown.”

“Ah, sì. Questo lo sapevo già, e la cosa mi puzza. Passi per quel pagliaccio incapace, ma sicuramente quello spocchioso chirurgo sadico ha qualcosa in mente e vuole approfittare di quella posizione per fare i suoi comodi. Non che lo possa biasimare: è proprio per questo che molti pirati ambiscono a quella carica e se la tengono stretta.”

“Sì, non hai tutti i torti... però il Chirurgo della Morte non era un tuo amico? È stata la prima persona che hai incontrato dopo aver mangiato il tuo Frutto del Diavolo ed essere fuggita da Marijoa, se non sbaglio... Invece da come ne parli...”-

Gli occhi del nuovo Comandante si accesero: “Non per questo è mio amico! È un depravato e un dittatore, che prima ti salva la vita senza che tu glielo chieda e poi ti costringe a sgobbare per una settimana intera sul suo sottomarino per farsi ripagare, continuando peraltro a molestarti sessualmente con la scusa di essere un dottore! E anche quando pensi che in fin dei conti sia una brava persona lui ti dà subito un buon motivo per ricrederti e farti desiderare di vederlo morto! Ecco chi è Trafalgar Law!” sputò acidamente battendo infine un pugno sul tavolo, mentre il viso del Capitano di Heart si fece prepotentemente spazio nella sua testa, con tanto di ghigno sadico e piccole corna da diavolo che magari aveva anche nella realtà nascoste sotto il cappello.

“Perché parli di quel chirurgo da strapazzo, sorellina...?” biascicò a fatica Ace, che si era svegliato a causa della piccola scossa che la ragazza aveva prodotto sulla tavola, prima di prendersi il capo dolorante tra le mani “Ahhh... La testa...!”

“Gli effetti della sbronza si fanno sentire, eh Succo di Frutta?” ghignò la minore “Ben ti sta, così ci penserai due volte prima di bere come una spugna!”

“Ma era per festeggiare il tuo ingresso nella ciurma...” si giustificò lo zolfanello imbronciandosi “Piuttosto... avresti potuto aspettarmi per andare dal Babbo...! Avevamo promesso che ci saremmo andati insieme!”

“Guarda che ho provato a svegliarti, cosa credi? Sono rimasta in camera tua per quasi venti minuti provando tutti gli stratagemmi possibili, ma anche colpendo quella tua zucca vuota e scaraventandoti fuori dal letto tu non hai battuto ciglio! Namyuul e Blenheim che passavano di lì ne sono testimoni! Prova a chiedere a loro!” incrociò le braccia al petto lei, seria.

A quell’affermazione lo sguardo di Pugno di Fuoco si fece vispo, colto da un’improvvisa rivelazione: “Ecco perché quando mi sono svegliato mi sono ritrovato per terra e con un bernoccolo in testa...! Possibile che per te ogni motivo sia buono per picchiarmi...?! Mi hai fatto male, senza contare che una signorina non dovrebbe essere così manesca!” si offese guardandola male.

“Non è colpa mia se tu e Rufy capite quasi tutto solo con le maniere forti! E poi ricordati che io sono un pirata e soprattutto una discendente della tribù delle Kuja, che a parte in rari casi sono completamente ostili agli uomini! In confronto a loro io sono un angioletto!”

“Su questo ho i miei dubbi...” mormorò a bassa voce Izou venendo istantaneamente fulminato con lo sguardo dalla diretta interessata “S-scherzavo! Scherzavo!”

“Comunque sia ho già detto al Babbo che saresti andato a salutarlo non appena ti fossi ripreso, e conto di passarci un’ultima volta prima di partire, quindi se proprio ci tieni ad andare insieme sarà prima di levare l’ancora! Ora se non vi spiace vorrei andare ad esplorare la foresta dell’isola prima che il sole inizi a calare: se aveste bisogno mi trovate lì.” concluse la Vendicatrice degli Abissi alzandosi e dirigendosi verso la porta.

“D’accordo. Se qualche animale ti attaccasse cerca di farlo scappare senza ucciderlo: gli abitanti dell’isola tengono particolarmente alla fauna e alla flora del posto.” l’avvertì la Fenice “Fai attenzione.”

“Sì, sì. A dopo!” li salutò frettolosamente lei uscendo dalla grande stanza ed evitando per poco di scontrarsi contro un corsaro che invece era arrivato lì quasi correndo.

Ace lo riconobbe subito come un ex membro dei Pirati di Picche: “Ehi, Saber! Che ti è successo?” gli chiese, mentre il castano con il cappello da cowboy bianco dovette prendere un paio di respiri profondi prima di poter rispondere.

“T-ti stavo cercando, Ace... Ecco... non so se Marco-san e gli altri te l’hanno detto, ma... Pochi giorni fa sull’isola sono arrivati quattro soldati dell’Armata Rivoluzionaria, e...”-

“Che?! A-Armata Rivoluzionaria...?! Intendi quella con a capo il padre di Rufy?!” lo interruppe il fiammifero profondamente sorpreso, prima di voltarsi verso il Comandante della Prima Divisione con espressione decisamente contrariata “Perché non ci avete detto nulla?!”

“Perché sapevamo che si sarebbero fatti vivi loro e soprattutto non volevamo mettere in agitazione Aoi, visto che questi ultimi giorni per lei sono stati snervanti e pieni di sorprese.” replicò paziente la Testa d’Ananas “Calmati: i Rivoluzionari sono nemici giurati del Governo, e oltretutto ti ricordo che due di loro hanno aiutato tuo fratello sia ad Impel Down che a Marineford per permettergli di salvarti. La Terza e la Quinta Divisione li hanno tenuti d’occhio per tutto il tempo, e fino ad ora non hanno fatto nulla di male. Credo che possiamo fidarci.”

Il pirata lentigginoso corrugò la fronte, evidentemente teso per quella notizia inaspettata, ma poi rilassò l’espressione e sospirò: “... Va bene, diciamo che mi fiderò. Quindi, che c’entro io con loro?” chiese comunque sospettoso al suo sottoposto.

“Uno di loro ha chiesto di parlare con te... Ha detto che probabilmente sarà una cosa lunga e che quindi vorrebbe discutere in privato.” spiegò Saber leggermente a disagio.

“Ah, ma davvero?” il tono dello zolfanello si fece sempre più scettico “E sentiamo, quale sarebbe il luogo scelto per questo ‘colloquio’?”

“... Davanti alla tomba del Babbo.” rivelò il pirata sudando freddo “Ho provato a dirgli che sarebbe stato meglio altrove, ma...”-

“No, non fa nulla. Grazie per essere venuto ad avvertirmi, Saber!” ghignò tiratamente il Comandante della Seconda Divisione scattando in piedi facendo scrocchiare le nocche “I Rivoluzionari potranno anche non essersi mai messi contro i pirati, ma avere il coraggio di volermi incontrare davanti alla lapide di nostro padre senza nemmeno essersi prima presentato adeguatamente per me è un motivo più che buono per andare ad insegnare loro le buone maniere!”

“Ohi, Ace...!” lo richiamò Izou preoccupato “Ci vuoi davvero andare...?! Da solo?!”

“Certamente! Andrò a questo ‘incontro’ e scoprirò che cosa vuole da me questo tizio. Non preoccupatevi, se arriveremo a combattere non sarà di certo lì: la scogliera dove riposa il Babbo è un luogo sacro.” promise Pugno di Fuoco sorridendo fiducioso “Posso, Marco?”

La Fenice sospirò pesantemente e gli rivolse uno sguardo per metà afflitto e per metà rassegnato: “Tanto anche se ti dicessi di no tu ci andresti lo stesso... Vai, ma vedi di ascoltare quello che ha da dirti prima di lanciarti in azioni insensate, intesi? Manda una fiammata al cielo e noi correremo ad aiutarti.”

“Non preoccuparti, non ce ne sarà bisogno!” assicurò il corvino prima di seguire l’esempio di sua sorella e lasciare a grandi falcate la sala mensa “Allora io vado! A dopo!”

“Sei sicuro che andrà tutto bene, Marco...?” non poté evitare di chiedere Halta.

“Oh, questo non lo so... Ho passato gli ultimi due giorni a scervellarmi per capire chi potessero essere quei due Rivoluzionari, e le conclusioni a cui sono arrivato, se fossero veritiere, credo che costituirebbero un duro colpo sia per Ace che per Aoi; tuttavia, proprio perché la faccenda esclusivamente loro noialtri non abbiamo il diritto di intrometterci più del dovuto, anche se siamo loro compagni: mio malgrado, credo che al momento stare a vedere come si evolveranno gli eventi sia la cosa migliore che possiamo fare. Dobbiamo avere fiducia in entrambi.”

§
 
*PEACE ISLAND, FORESTA - DIVERSE ORE DOPO*

Non avrebbe saputo dire con esattezza quanto tempo fosse trascorso da quando aveva nuovamente lasciato la nave per continuare l’esplorazione dell’isola. Sebbene l’abbassamento di temperatura indicasse che il sole stava probabilmente tramontando lasciando spazio alla sera, il fatto che gli alberi di quella foresta fossero così alti e fitti da non far filtrare nemmeno un raggio di luce dava quasi l’illusione che in quel luogo la distinzione tra giorno e notte non esistesse né fosse mai esistita.

Aoi era però sicura che fossero già passate alcune ore da quando si era inoltrata in quella selva, e il suo ‘spirito di avventura’, sfortunatamente, aveva già lasciato spazio ad un nervosismo non indifferente causato più che altro da un’amara constatazione: “Come diamine ho fatto a perdermi?!” 

Oggettivamente la ragazza non se la sarebbe presa più di tanto, soprattutto perché avrebbe potuto tranquillamente arrampicarsi in cima ad un albero per monitorare la zona dall’alto o ancora meglio usare il ‘Geppo’ per tornare alla nave spostandosi nel vuoto, ma il fatto che fino a quel momento non si fosse mai persa in vita sua rendeva quella situazione inconcepibile.

“È tutta colpa di quel Pennuto di Marco! Sicuramente lui conosce l’isola come le sue tasche, ma nonostante questo non mi ha detto che questa stupida foresta è una sorta di labirinto al buio! Giuro che appena torno alla nave...!”-

Il suo corpo s’irrigidì improvvisamente, d’istinto, in risposta ad un presentimento molto simile a quelli già avuti quel giorno ma allo stesso tempo diverso: qualcuno era lì, molto vicino a lei, ma non era la stessa persona che l’aveva pedinata quella mattina.

Subito aguzzò tutti i sensi, trattenendo il fiato quando il suo Kenbun-Shoku le rivelò un dettaglio preoccupante: “Non è uno solo... Sono almeno in due.”

Un brivido le corse lungo la schiena, e quella sensazione tanto negativa quanto familiare le tolse ogni possibile dubbio sulla loro identità, anche a distanza di anni: erano sicuramente loro, e probabilmente l’avevano osservata per tutto il tempo sfruttando il suo presunto disorientamento.

“Devo farvi i miei complimenti: non pensavo che mi avreste trovata così presto, soprattutto dopo che me ne sono stata nascosta per ben due anni... Oltretutto mi sembra evidente che non siate apprendisti in prova, bensì membri ufficiali... non credevo che avrei ricevuto fin da subito un trattamento tanto speciale!” esclamò stringendo i denti in un sorriso forzato.

“Sono cambiate molte cose nella nostra organizzazione da quando te ne sei andata, e comunque non è poi così speciale considerando che ci hai trovate quasi subito... C’era da aspettarselo viste le voci sul tuo conto, Vendicatrice degli Abissi Sora D. Aoi-chan.” rispose calma una voce femminile, apparentemente divertita “Anche se il fatto che tu abbia girato in tondo per più di un’ora mi fa intuire che il mio trucchetto per disorientarti abbia funzionato.”

Il ghigno tirato dell’ex mercenaria si ampliò fino a diventare inquietante: “Ah, ora capisco...! Mi sembrava strano che mi fossi persa, visto che fino ad ora ho sempre potuto vantare un ottimo senso dell’orientamento... L’ammetto, anche se non ho ancora capito come me l’avete fatta.”

Un’altra voce femminile, così acuta da sembrare quella di una bambina, scoppiò in una particolare risata: “Ghih, ghih, ghih...! Non potevamo certo rischiare che scappassi o che qualcuno dei tuoi amichetti ti raggiungesse per aiutarti! Ora nessuno può entrare o uscire da questa foresta! Sei in trappola!”

“Però non temere, non siamo venute per tenerti bloccata qui. Infatti tu hai due opzioni tra cui scegliere per poter lasciare questa foresta.” l’informò la voce più adulta mantenendo la sua compostezza.

“Nonostante siano vicinissime non riesco ad individuare la loro posizione neppure con il Kenbun-Shoku... In fin dei conti stiamo parlando di due assassine scelte.” constatò con irritazione la bionda “Ah, sì...? E quali sarebbero?” chiese a quel punto, scrutando con attenzione gli alberi attorno a lei nel tentativo di localizzarle con la sua vista acuta.

“Molto semplice, mia cara. La prima, la più pratica, è seguirci senza opporre resistenza...”

“Seguirle...? Quindi non sono venute qui per farmi fuori? Immagino che il loro capo voglia fare quattro chiacchiere con me, considerando che ai tempi fu ‘grazie’ a lui che non tornai ad essere una schiava dei Draghi Celesti...” ragionò “E la seconda?”

“La seconda è la più divertente: romperti qualche osso e portarti via con la forza!” sghignazzò la voce infantile palesemente divertita “Ho sempre voluto vedere i poteri del Mizu-Mizu no Mi dal vivo: quale altra migliore occasione potrei avere?!”

“Capisco... Trovo entrambe le vostre proposte davvero allettanti, però... Io ne avrei una terza.” i suoi occhi, ormai del tutto abituatisi al buio, si concentrarono in un punto ben preciso, intravedendo su un ramo quelle che parevano essere due sagome incappucciate.

Le spille che tenevano chiusi i loro mantelli e che recavano l’inconfondibile disegno di tre teste di cane le provocarono un immediato senso di nausea. 

“Ah, ma davvero?” ridacchiò appena la donna “E quale sarebbe questa terza opzione?” 

Molto semplice, mia cara.” ripeté la stessa frase pronunciata poco prima da una delle sue nemiche, mentre il suo sguardo si illuminò di una luce folle e omicida come il suo bianchissimo sorriso “Vi ucciderò entrambeDark Step* (Passo Oscuro).”

In un battito di ciglia la Vendicatrice degli Abissi scomparve dal punto in cui era rimasta fino a quel momento, ma ancora prima che le sue avversarie potessero reagire ricomparve alle loro spalle, colpendole violentemente con due calci potenziati con l’Haki.

La figura più alta riuscì a parare il colpo per un pelo attivando il suo Busou-Shoku, per poi rimbalzare contro un tronco e trovare appiglio su un altro ramo, ma la più piccola non fu altrettanto reattiva, schiantandosi di conseguenza al suolo e creando con l’impatto un grosso cratere nel terreno e una nube di terra.

“Oh, no! Mefe!” la chiamò preoccupata la sua compagna, rendendosi conto troppo tardi che la loro ‘preda’ si era catapultata davanti a lei, con un pugno proteso davanti al suo stomaco.

“Non dovresti distrarti, assassina.” mormorò a voce bassa la neo-pirata di Barbabianca “Gyojin Karate: Karakusa-Gawara Seiken (Karate degli Uomini-Pesce: Tecnica del Pugno Spaccategole)!”

Una potentissima onda d’urto si sprigionò dalla sua mano, colpendo in pieno la giovane donna e scaraventandola via per centinaia di metri tra i rami.

“D-dannazione...!” imprecò a fatica mentre stava ancora volando, prima di allargare le braccia e muoverle in avanti con uno scatto, intrecciando tra loro le dita di entrambe le mani “Branch Web (Tela di Rami)!”

A quelle parole Aoi, nel frattempo scesa a terra per finire subito la ragazzina apparentemente svenuta, alzò gli occhi, rimanendo esterrefatta nel vedere che i rami di alcuni alberi si erano annodati tra loro formando una vera e propria rete che aveva interrotto il volo della donna: “M-ma quello...!”-

“Sbaglio o sei stata tu a dire di non distrarsi?!” esclamò la più giovane, che nel frattempo si era ripresa ed era scattata in piedi “Shigan!”

Colta di sorpresa l’ex mercenaria fece appena in tempo a spostarsi di lato per proteggere i punti vitali, venendo tuttavia perforata nel braccio sinistro dall’indice della ragazzina e indietreggiando di riflesso con un paio di balzi. Subito un dolore atroce accompagnato da un intenso formicolio si propagò per tutto l’arto, atrofizzandoglielo completamente: “C-che cosa mi hai fatto...?!”

“Ghih, ghih, ghih! Pensavi davvero che con te mi sarei limitata ad una normale Rokushiki? Io ho ingerito un Frutto del Diavolo, per la precisione il Para-Para** no Mi, grazie al quale posso ospitare e manipolare infinite specie di microrganismi parassiti!” spiegò soddisfatta la ragazzina alla quale nel frattempo era calato il cappuccio, rivelando così un viso fanciullesco incorniciato da un caschetto di capelli color pesca e nel quale spiccavano due grandi occhi rosa “In breve tempo i miei adorabili parassiti si moltiplicheranno e dal braccio si diffonderanno in tutto il tuo corpo, fino ad immobilizzarti completamente!”

“Ah, sì...? Molto interessante...!” sorrise la Vendicatrice degli Abissi senza perdere la calma “Peccato che non abbia più il braccio di cui parli!”

“E-eh...?! Che cosa stai dicendo...?!” s’innervosì leggermente la rosa, non potendo trattenere uno strillo quando la sua avversaria trasformò la mano sana in un artiglio d’acqua col quale tranciò di netto l’altro arto “Gyaaa!!!” T-t-t-tu sei pazza! Ti sei staccata il braccio senza la minima esitazione!!!”

“Un arto che non risponde più agli stimoli è inutile, dovresti saperlo. Comunque non è un problema: a me ricrescerà.” la provocò allora la biondina, spiccando subito un salto appena le radici sotto i suoi piedi iniziarono a muoversi cercando di stritolarla “Piuttosto... i vostri poteri sono davvero fastidiosi! Tu puoi manipolare le piante e gli alberi a tuo piacimento, immagino!” alzò la testa rivolgendosi all’altra.

“Esatto. I poteri del Frutto Shoku-Shoku*** mi permettono di manipolare la crescita e i movimenti di qualunque pianta! Questa foresta è il mio ambiente ideale, non hai possibilità di battermi!” dichiarò quella dall’alto ramo di un albero, agitando braccia e mani come un direttore d’orchestra.

Fronde e radici iniziarono ad agitarsi come impazzite, costringendola ad usare il ‘Geppo’ e a trasformare sia il braccio rimasto che le gambe in lame d’acqua per poterle tagliare prima di venire colpita. Tuttavia, era evidente che anche in quel modo non sarebbe mai riuscita a far cessare l’attacco: “Maledizione...!”

“Vai così, Miriam-nee! Falle vedere chi sei!” iniziò a tifare da terra la ragazzina, nel frattempo messasi al riparo dalla furia degli alberi.

“Non fai più tanto la sbruffona, eh? Sono certa che tu abbia già capito quale sarà l’esito di questo scontro, Vendicatrice degli Abissi! Ti conviene arrenderti!”

“Come se bastasse così poco per mettermi in difficoltà! Non ho trascorso gli ultimi due anni ad allenarmi per essere sconfitta al primo combattimento serio! Se perdessi ora sarebbe offensivo nei confronti della mia nuova ciurma, che mi ha addirittura scelta come nuovo Comandante della Quarta Flotta!” ruggì fieramente dando all’acqua che costituiva il suo braccio la forma di un enorme shuriken e lanciando quell’ultimo come un boomerang “Mizushuriken (Shuriken d’Acqua)!”

Le grosse lame d’acqua affettarono senza pietà una grande quantità di rami, ma anche così la Vendicatrice degli Abissi non poté comunque gioire, in quanto dai monconi vegetali ricrebbero subito nuove fronde che la colpirono in pieno: “Merda!”

“Niente male... ma come ti ho già detto il mio potere mi permette di controllare la crescita delle piante, e quindi anche la loro rigenerazione! Non importa quanti rami, radici o alberi interi tu possa abbattere: fino a che ci sarò io questi continueranno a ricrescere e ad attaccarti senza sosta!”

“Ha ragione, purtroppo questa foresta è l’ambiente più favorevole sia per lei che per la mocciosa dei parassiti... Oltretutto, anche se mozzare il braccio infetto è stata la soluzione migliore ho comunque perso una quantità di sangue non indifferente nel farlo, senza contare che non ho acqua a disposizione per rigenerarmi, visto che con i suoi poteri la ragazza che controlla le piante ha trasformato le cime degli alberi in un vero e proprio tetto privo di spiragli... Potrei anche provare a creare una breccia, ma oltre a consumare energie sarei comunque una preda facile, visto che anche loro sanno usare le Rokushiki compreso il ‘Geppo’... Che cosa posso fare...?!”

Ad un tratto un nuovo senso di tensione la pervase nel captare la stessa presenza che aveva avvertito più volte quella mattina: “Merda, ci mancava anche questa! Non potrò mai farcela contro tre nemici di questo livello contemporaneamente!”

“Hai abbassato di nuovo la guardia, Vendicatrice degli Abissi!” urlò l’altra assassina parandosi davanti a lei “Questa volta i miei parassiti non ti lasceranno scampo! Shigan!”

“Diamine! Non riuscirò a...”-

Prima che il colpo potesse trafiggerla Aoi vide la sua avventrice venire spazzata via da una potentissima onda d’urto, che oltre a sbalzarla lontano ridusse in polvere tutti gli alberi della zona circostante, rendendo finalmente visibile una piccola porzione di cielo nel frattempo copertosi di nubi plumbee: “Ma che...?!”

“Mefe!” chiamò agitata l’assassina più grande, interrompendo l’attacco e usando i suoi poteri per fermare la sua partner “Branch Web (Tela di Rami)!”

Come prima molteplici fronde s’intrecciarono tra loro creando una fitta tela che intercettò prontamente la rosa, ma fu subito evidente che nell’impatto la più piccola avesse davvero perso conoscenza.

“Maledetto... Come hai potuto fare questo a Mefe?!” urlò iraconda la giovane donna alla quale nella foga era calato il cappuccio, dando modo alla sua avversaria di vedere uno splendido viso niveo ornato da morbidi boccoli color melanzana e due occhi smeraldini dalle lunghe ciglia.

Il Comandante della Quarta Divisione rimase immobile su uno degli alberi che si erano salvati da quella sorta di tifone, rabbrividendo nell’individuare in mezzo al grande spiazzo che era stato creato una figura alta e robusta vestita di nero, chiaramente mascolina: “E adesso quello chi è...?! Mi ha salvato da un colpo che non avrei potuto evitare, però...”

Il misterioso personaggio sospirò, calandosi sul viso un cappello a cilindro vagamente familiare per poi proclamare: “Se avessi potuto l’avrei evitato volentieri, signorina. Non mi è mai piaciuto combattere contro le ragazze e i bambini, ma non mi avete lasciato altra scelta: stavate combattendo in due contro la Vendicatrice degli Abissi, che si dà il caso essere una delle due persone per cui sono venuto fin qui. Non potevo starmene lì a guardarvi mentre provavate a portarmela di nuovo via, soprattutto perché sicuramente questa volta non sarei mai stato perdonato né dai suoi fratelli né da me stesso.”

“Quindi questo qui è davvero lo stesso dannato che mi stava pedinando questa mattina! Non sembra avere cattive intenzioni nei miei confronti, però sa un po’ troppe cose su di me e sui miei fratelli, e la cosa non mi piace!” corrugò le sopracciglia lei “Ehi, bellimbusto! Chi accidenti ti credi di essere per parlare in questo modo della sottoscritta?! Per tua informazione me la sarei cavata benissimo da sola!”

“Potremmo rimandare a più tardi le discussioni, piccola? Nel caso non te ne fossi accorta siamo nel bel mezzo di un combattimento. Dopo avremo tutto il tempo per parlare con calma.” le rispose a tono il ‘bellimbusto’, facendola diventare paonazza per la rabbia e per l’imbarazzo.

P-piccola...?! MA COME TI PERMETTI, BRUTTO STALKER BASTARDO CHE NON SEI ALTRO?! IO NON HO NULLA DA SPARTIRE CON UNO COME TE!!!” gridò con tutto il fiato che aveva in gola, quasi dimenticandosi della battaglia in corso.

Lo sconosciuto ridacchiò, apparentemente per niente sorpreso dalla sua reazione: “Anche ‘Succo di Frutta’ ha detto la stessa cosa, ma alla fine abbiamo ‘chiacchierato’ per quasi tre ore! Fidati, avremo molto di cui parlare una volta terminato questo scontro!”

Aoi non poté non sgranare gli occhi nel sentire quel soprannome: “T-tu... C-come fai a conoscere quel...”-

“Basta, mi avete stancata!!! Non soltanto avete osato colpire Mefe, ma ora avete addirittura il coraggio di ignorarmi...?! Non vi perdonerò mai, soprattutto tu!!!” strillò la giovane donna muovendo di nuovo le braccia “Plant Spear (Pianta-Lancia)!!!”

Tutte le radici e i rami degli alberi limitrofi vennero indirizzati contro il ragazzo con l’evidente intenzione di trafiggerlo, e la Vendicatrice si ritrovò a chiamarlo preoccupata nel vedere che quell’ultimo non aveva la men che minima intenzione di spostarsi: “Ohi, bellimbusto! Spostati da lì o diventerai uno spiedino!!!”

“Non succederà! Mi sottovaluti, cara la mia Vendicatrice degli Abissi!” le assicurò lui senza perdere il sorriso, per poi divaricare le gambe e piegare le dita delle mani in un modo che la biondina non aveva mai visto, ovvero fino a formare tre uncini che avrebbero potuto somigliare alle zampe di un drago “Ryuusouken (Pugno dell’Artiglio di Drago****)...”

“MUORI!!!”

“Attento!!!”

Ryuu no... Kagitsume (Artiglio Uncinato del Drago****)!”

Le ‘lance’ vegetali si avventarono su di lui, ma sorprendentemente il misterioso personaggio le afferrò tutte insieme, stringendole con talmente tanta forza da bloccarne completamente i movimenti.

“... I-incredibile...” mormorò il nuovo Comandante della Quarta Divisione rimanendo esterrefatto “C-chi... chi accidenti è quel tipo...?”

“C-che cosa...?! Non è possibile!!!” inveì l’assassina cercando di riprendere il controllo delle fronde e rimanendo ancora più allibita nel rendersi conto che quella stretta era talmente salda da rendere i suoi sforzi del tutto vani “Dannazione... LASCIALE!!!”

“Speravo che prendessi la tua amica e te ne andassi, anziché rimanere qui e tentare questo misero attacco...” commentò quasi sconsolato il giovane continuando a stringere sempre più forte, fino a ridurre tutti i tralci in schegge di legno “Mi spiace, ma le mie dita possono frantumare anche l’acciaio e le ossa con la facilità di un uovo... per cui capirai che spezzare qualche ramoscello non sia affatto un problema, per me. Hai bruciato la tua unica opportunità di sopravvivenza.”

“N-non è possi...” perse la voce la giovane donna, rabbrividendo quando sentì una goccia di pioggia cadere dritta sul suo viso.

Subito alla prima goccia ne seguirono una seconda e una terza, e in pochi istanti un violento acquazzone si abbatté sul campo di battaglia, rendendo subito consapevole la giovane assassina che ormai, come aveva detto il ragazzo, non aveva più possibilità di scampo.

Infatti una mano piccola e gelida la strinse per la gola, sollevandola dal ramo su cui era rimasta fino a quel momento. Degli occhi azzurri e vuoti la scrutarono: “Prima regola dell’assassino: mai perdere la calma e la concentrazione durante una battaglia, anche contro il più debole dei nemici. Una qualunque distrazione potrebbe rivelarsi fatale.” mormorò solenne la Vendicatrice degli Abissi tramutando l’altro braccio rigeneratosi grazie alla pioggia in una falce “Addio.”

La ragazza dai boccoli viola chiuse gli occhi, rassegnata al suo triste destino, ma esattamente un istante prima che Aoi potesse infliggerle il colpo di grazia successe qualcosa di tanto improbabile quanto stupefacente: un enorme fulmine nero si abbatté con violenza proprio sull’albero su cui si trovavano, costringendo l’ex assassina a mollare la presa sulla giovane donna e a saltare per schivarlo.

La luce generata dall’assurdo fenomeno durò per qualche secondo, e quando il nuovo Comandante di Barbabianca e il suo misterioso alleato riaprirono gli occhi che avevano chiuso senza essersene nemmeno accorti tutto quello che trovarono fu l’enorme tronco in preda alle fiamme e in procinto di schiantarsi a terra.

Delle due assassine non c’era più traccia: avevano sfruttato quel momento per scappare senza lasciare traccia.

 “C-che... che diamine è stato...?” farfugliò confuso il giovane osservando la grossa pianta perdere il sostegno delle proprie radici e rovinare con un forte tonfo nel grande spiazzo, mentre la pioggia iniziava lentamente a spegnere il fuoco.

Il suo sguardo si spostò poi sulla ragazza, che aveva il capo rivolto al cielo e un’espressione frustrata in volto, le mani chiuse a pugno: “Maledizione... Se solo fossi stata più veloce...!”

“E-ehi, non te la prendere... Sei stata solo sfortuna”-

“Ma quale sfortuna?! È evidente che quel fulmine fosse opera di uno di loro!” sbottò lei guardandolo in cagnesco e intravedendo il suo viso sotto il cappello “Però io non ho sentito nessun’altra presenza...”

“Eri presa dal combattimento, per cui probabilmente non te ne sei accor”-

“Non scherzare! Il mio Kenbun-Shoku è così affinato che mi sono accorta di te ancor prima che attaccassi la mocciosa dei parassiti: non esiste che me lo sia lasciato sfuggire per ‘distrazione’!” strinse talmente i pugni da far divenire le nocche bianche “Chiunque sia deve avere un controllo del suo potere tale da poter attaccare anche da enormi distanze... Ah, dannazione! È mai possibile che non me ne vada bene una?! E dire che stamattina ero così serena...”

Il misterioso personaggio sospirò, portandosi una mano dietro la nuca in modo molto simile ad Ace: “Beh, se io non avessi procrastinato forse le cose sarebbero andate meglio... Scusa, sarei dovuto intervenire prima...”

“Che ti scusi a fare...? Io nemmeno l’ho chiesto il tuo aiuto, idiota...” mormorò afflitta la biondina agitando mogiamente una mano in segno di rassegnazione, prima di sgranare gli occhi e puntargli contro un dito accusatore “Giusto! Io non so nemmeno chi tu sia, bellimbusto! Prima parlavi come se sapessi tutto di noi, senza contare che stamattina mi hai pedinato per tutto il tempo in cui sono stata nel paesino di quest’isola, non provare a negarlo! Chi diamine sei, e come fai a sapere che il soprannome di Hiken no Ace è ‘Succo di Frutta’?! Sputa il rospo o ti costringerò a suon di pugni e calci dove non picchia il sole!”

Il giovane alzò le braccia in segno di resa, visibilmente teso: “N-non ce n’è bisogno! Ti avevo detto che finito il combattimento avremmo parlato, no...?! Ti assicuro che non ho intenzioni ostili!”

“Questo sarò io a deciderlo, sottospecie di stalker pervertito! Ora parla!” ordinò lei.

“Stalker pervertito...?” ripeté leggermente perplesso il suo interlocutore, prima di rabbrividire sotto il suo sguardo minaccioso “Ho capito, ho capito...! Saranno anche passati anni ma vedo che il tuo temperamento è rimasto lo stesso di quando eri una bambina... Aoi.” affermò accennando ad un sorriso e togliendosi il cappello a cilindro dalla testa, mostrandole così il suo volto “Forse così ti sarà più facile capire chi sono.”

Aoi corrugò la fronte, studiandolo dalla testa ai piedi.

Era alto all’incirca come Ace, e anche la sua corporatura era pressappoco la stessa. I capelli biondi e mossi gli arrivavano circa a metà collo, incorniciando un viso dai tratti mascolini ammorbiditi dal naso dritto e sottile e dai grandi occhi neri dallo sguardo gentile e quasi malinconico, così come le labbra sottili rivolte verso l’alto; a spiccare in quel volto era però una vistosa cicatrice, che dalla parte sinistra della fronte correva giù fino a alla guancia.

I suoi occhi attenti scesero poi al suo abbigliamento, costituito da una lunga giacca nera che gli arrivava fino alle ginocchia, una camicia blu, dei lunghi pantaloni azzurri, degli stivali neri e una semplice cintura del medesimo colore; al collo aveva legato un grosso foulard bianco, mentre le mani erano coperte da un paio di guanti marroni. Sulla schiena portava un insolito bastone di ferro usato probabilmente come arma, sebbene nel combattimento appena terminato non avesse avuto bisogno di usarlo.

Lo sconosciuto si lasciò osservare in silenzio, piegando appena la testa di lato quando i suoi occhi incrociarono nuovamente quelli dell’ex assassina. Il suo sorriso si ampliò ulteriormente, trasmettendole un’insolita dolcezza: “Allora, non ti ricordo proprio nessuno...?”

La Vendicatrice degli Abissi si sentì arrossire, non comprendendo come mai quello sconosciuto si stesse rivolgendo a lei in maniera tanto intima e quasi affettuosa; tuttavia non poté negare che il suo viso avesse qualcosa di vagamente familiare, così come il suo abbigliamento, il suo sorriso e la sua presunta arma.

Ad un tratto l’immagine di un bambino balenò nella sua testa, sovrapponendosi per un istante a quella dell’uomo davanti a lei; un bambino biondo dall’espressione amorevole e il sorriso sdentato, perennemente armato di un bastone di ferro, per il quale si era ripromessa, durante la sua seconda permanenza a Marijoa, di non dimenticare mai il calore insostituibile della famiglia e di poter un giorno viaggiare libera per i mari, portando avanti la sua volontà.

Il suo corpo iniziò a tremare, e il nome di quel bambino, senza che se ne accorgesse, sfuggì dalle sue labbra in un flebile sussurro: “... Sa... bo...”
 
Angolo Autrice (*):
Ben ritrovati, cari lettori! Come avrete letto in questa parte sono successe davvero molte cose, ma visto che nelle ultime non c’era stata molta azione ho voluto ‘sbilanciarmi’ e riempire questa pagina di eventi, dei quali il più importante è certamente l’arrivo di un ‘certo biondino Rivoluzionario’ che forse io stavo aspettando più di voi ^//^!
Questo è stato inoltre il primo capitolo dove i nemici principali della nostra eroina, i Cavalieri Fantasma, hanno fatto la loro apparizione, nonché il primo in cui ho descritto da zero un combattimento lasciando a ruota libera la mia fantasia (nei precedenti invece potevo ancora contare sulle ‘impostazioni’ date da Oda-sensei)... Spero di averlo reso abbastanza ‘alla One Piece’ e soprattutto comprensibile ^^”! Finalmente ecco qui la fanart delle due bellissime (?) assassine... Non era così che avevo pensato di farla, ma dato che il disegno digitale non è il mio forte e soprattutto costa molta fatica ai miei poveri occhi già miopi stavolta ho optato per il disegno interamente a mano e in bianco e nero, cercando di essere fedele ai disegni cartacei di Oda-sensei... è stato anche uno dei miei primi tentativi di inchiostrazione (con pennino, china e tutto il resto): spero perdonerete eventuali sbavature!






Senza indugiare oltre passiamo all’analisi dei *, che in questo capitolo sono ben quattro:
*: questa tecnica altro non è che l’interpretazione di Aoi della nota Rokushiki chiamata ‘Soru’ (
剃る), con la quale lutilizzatore sfrutta la forza delle gambe per muoversi ad una velocità impressionante, utile sia per schivare i colpi che per infliggerli. Tuttavia esiste una ‘variante’ più potente del ‘Dark Step’, a cui ho accennato nel lontano capitolo 3, ispirandomi invece al ‘Passo Felpato’ del Capitano Kuro: essa prevede appunto l’utilizzo del ‘Soru’ combinato alla trasformazione delle mani di Aoi in grossi artigli liquidi potenziati con il Busou-Shoku (Haki dell’Armatura), con i quali colpire i punti vitali dell’avversario o (sempre nel capitolo 3) ‘limitarsi’ ad infliggere loro profonde lacerazioni.
**: il nome di questo Frutto del Diavolo (pensato anche da altri fan oltre a me) deriva come si può intuire dal sostantivo inglese ‘parasite’, ovvero parassita. All’inizio avevo pensato di chiamarlo ‘Kise-Kise no Mi’, derivante dalla traduzione giapponese di ‘parassita’, Kiseichū (
寄生虫), ma alla fine ho trovato la traduzione dallinglese molto più orecchiabile (oltre al fatto che kise mi fa venire in mente lomonimo personaggio del manga/anime Kuroko no Basket -//-...)  
***: so che questo Frutto del Diavolo è stato usato da un personaggio del Film ‘Z’ con il nome di ‘Mosa-Mosa no Mi’, ma essendo i film non canonici e quindi non facenti parte della storia principale ho voluto inserirlo con un altro nome. Nello specifico esso prende il nome da Shokubutsu (植物), che significa appunto pianta. Direi non servono altre spiegazioni a riguardo.
****: ho deciso di dare una spiegazione unica per due termini, visto che rientrano entrambi nello stesso campo semantico. Onestamente ho avuto una leggera difficoltà a trovare una traduzione soddisfacente, in quanto nell’anime sottotitolato (da cui prendo spunto) essi non vengono tradotti, mentre nel sito dal quale mi informo di solito (
it.onepiecewiki.com) viene data una traduzione che  è giusta ma si riferisce allo stile di combattimento in generale anziché alla mossa, per cui ho cercato di adattarle rispettando il significato dei diversi caratteri e prendendo spunto dalla descrizione delle mosse dello stesso sito in inglese (onepiecewiki.com). ‘Ryuusouken’ (竜爪拳), è costituito dai kanji ryuu (drago), tsume (artiglio) e ken (pugno), quindi traducibile con Pugno dellArtiglio di Drago, mentre il termine ‘Kagitsume’ (鉤爪) usato nella mossa è costituito dal kanji di artiglio e da quello di gancio, quindi traducibile appunto con Artiglio Uncinato del Drago (con il quale il sito italiano si riferisce però allo stile di combattimento in generale e non alla tecnica)... Spero di essermi spiegata chiaramente e che i miei goffi tentativi di traduzione ‘amatoriale’ siano stati apprezzati -//-“...
Con questa lunga lista di chiarimenti vi lascio (per la vostra gioia), nella speranza che il capitolo sia stato di vostro gradimento e che mi farete sapere il vostro parere con una recensione.
Alla prossima!
Sora_D_Aoi 
  
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