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Autore: lady capuleti    23/09/2017    1 recensioni
31 ottobre 1981, Godric's Hollow.
Ormai da mesi James e Lily Potter, protetti dall'Incanto Fidelius, si nascondono da Lord Voldemort insieme al loro piccolo Harry. La notte di Halloween qualcosa sembra andare storto. Qualcosa sembra precipitare.
Paura, terrore, scompiglio. E' davvero la fine di tutto?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Non-con, Triangolo, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Capitolo quarto – Vecchie e nuove fatture
 

3 Novembre 1972, Hogwarts



« Dove ti nascondi? » una pausa. « Avanti, vieni fuori. Non puoi sottrarti al tuo destino » ancora una pausa.

Il ragazzo scivolò lungo la parete, il polso a mezz'aria, guardando a destra e a sinistra come se temesse un attacco da un momento all'altro. Osservava lo spazio circostante con fare sospetto, strisciando silenziosamente lungo scaffali ricolmi di libri tentando di fare meno rumore possibile.

Fuori, il buio, il vento soffiava così forte da buttar quasi giù i vetri delle finestre.

Alle sue spalle un fruscio attirò la sua attenzione.

Si voltò di scatto, agitando il polso un secondo prima che la ragazza alle sue spalle potesse fare lo stesso.

« Crucio » pronunciò lui, vedendola contorcersi sotto i propri occhi.

Un attimo dopo, scoppiarono a ridere entrambi.

« Se avessi davvero la bacchetta in questo momento, vorrei provarlo su Potter »

« Sev... » lo riprese la ragazza, scuotendo la testa con aria di disapprovazione.

Il ragazzo esibì un sorriso, appena accennato, poi tornò a darle le spalle prendendo una pila di libri tra le mani. La sentì camminare dietro di lui, ma in silenzio.

Il moro era capace di rabbuiarsi quando Lily Evans difendeva a spada tratta i suoi compagni Grifondoro. Apparivano come i paladini della giustizia, come i difensori dei più deboli dai crudeli Serpeverde. La verità era che, con lui, si comportavano esattamente come i peggiori dei bulli. Si sentivano autorizzati solo perchè vestiva i colori verde argento della casata avversaria, ma Severus si ostinava a pensare che fosse solo una scusa. La peggiore.

« Mi dispiace che tu sia nei guai per colpa mia »

« Colpa tua? Colpa loro, vorrai dire... »

« Sì, ma sarei dovuta rimanere con te e prendermi la metà della colpa. Non è giusto che tu sia qui a scontare questa punizione... »

« Ehi, Lil, tranquilla. Si tratta solo di sistemare queste pile inutili di libri sugli scaffali, non è niente di grave! » tentò di rincuorarla lui, voltandosi dopo aver sistemato 'Storie di Hogwarts' nello scaffale immediatamente di fronte.

Non voleva che si sentisse troppo in colpa per l'accaduto.

Quando aveva detto ai quattro grifoni che avrebbero passato la serata di Halloween insieme non avrebbe di certo potuto immaginare che avrebbero fatto di tutto per rovinargliela.

O meglio, Severus ci aveva pensato. Severus conosceva il ribrezzo che il gruppetto provava nei suoi confronti, ed era certo che non sarebbe mai mutato quel loro rapporto.

Intercorsero attimi di silenzio, finché Lily non lo raggiunse nuovamente sedendosi su uno dei tavoli in legno, proprio accanto allo scaffale ancora mezzo vuoto.

« Però devo ammettere di esser stata brava con questo... » commentò orgogliosa, allungando una mano fino a sfiorare il suo volto e spostando i polpastrelli in direzione del suo naso che quella notte aveva preso a sanguinare per il forte impatto col pavimento.

Severus abbozzò un sorriso senza smettere di armeggiare con i tomi, tenendo gli occhi bassi.

« Beh, l'avrei giudicata una smidollata se non se la fosse cavata con un banale incantesimo di guarigione, signorina Evans. Un 'Epismendo', poi... » biascicò il ragazzo, assumendo un finto tono autoritario, come se stesse in qualche modo giudicando la sua prestazione.

Lily ridacchiò, sollevando un sopracciglio.

« Mi stai forse dando della smidollata? »

« Non mi permetterei mai, signorina Evans, nonostante ammetto di essere stato in pena per il mio setto nasale... » ma fu costretto ad interrompersi, bloccato da uno scappellotto di lei che gli arrivò dritto sulla testa.

Rise, sollevando le spalle e cercando di difendersi.

Poi, di nuovo il silenzio. Lily stringeva nervosamente il bordo del tavolo in legno, guardandosi intorno, come se avesse voglia di dire qualcosa. Qualcosa che, tuttavia, avrebbe fatto meglio a serbare. Poi, si decise e parlò senza peli sulla lingua.

« Gliele ho cantate, lo sai? »

« In che senso? »

« Ho preso da parte Potter e Black, ieri sera... »

« Perché l'hai fatto? Non era necessario... » la interruppe lui, volgendosi a guardarla con un sospiro seccato.

Odiava quando Lily lo faceva. Questo non faceva che alimentarli ancora di più, era già successo. In più detestava quando era lei a prendere le sue difese, voleva essere in grado di poterlo fare da solo. Di difendersi da solo. Nonostante il suo concetto di 'difendersi' contemplasse la trasgressione di parecchie regole della scuola.

Lily si zittì improvvisamente, piegando il capo in avanti e mordendosi il labbro inferiore nervosamente. Annuì brevemente, come assecondando la richiesta del suo amico, poi si alzò nuovamente tornando a dargli le spalle.

« Lil... » la richiamò lui. Si bloccò, poi sospirò grattandosi la nuca con la punta delle dita. « Grazie » sussurrò semplicemente.

La rossa si voltò, piegando il capo di lato. Si scambiarono un sorriso complice, ma non ci furono altre parole.

In lontananza si udirono un insieme di risolini, l'uno accavallato all'altro. Severus sollevò il capo, interrompendo quello che stava facendo per capire chi fosse. Lily si voltò, trovandosi di fronte Remus, Minus, e Marlene McKinnon.

Sorrise alla sua amica sollevando la mano per accennare un saluto.

Minus la guardava. Continuava a guardarla seccato, smettendo immediatamente di ridere. Il fatto che non la sopportasse le era giunto alle orecchie, e per tutta risposta faceva di tutto per ignorarlo.

« Eccoti! Ti stavamo cercando » esordì Marlene.

« Per cosa? »

« Ma come, ti sei già dimenticata? Sirius. Il suo compleanno. La sorpresa... » cercò di ricordarle la sua amica. Lily lo aveva completamente dimenticato, e senz'altro non avrebbe potuto ricordarselo se fosse rimasta tutta la notte insieme a Severus a fargli compagnia.

Si voltò a guardarlo, sospirando brevemente.

« Vai. Tranquilla. Io qui ho quasi finito » mentì lui con un breve sorriso, agitando la mano per farle capire che fosse tutto a posto.

Lily continuò a fissarlo, fingendo di crederci, poi piegò il capo in avanti e sorrise appena. Si sporse in sua direzione, appoggiando una mano sulla sua spalla e posando un lungo bacio sulla sua guancia.

« Mi dispiace » si scusò, il tono di voce basso e sinceramente dispiaciuto. Severus fece spallucce.

Prima di allontanarsi con gli altri gli scompigliò amorevolmente i capelli.

Severus rimase lì, i libri ancora sparsi sul tavolino alle sue spalle. Sollevò le dita per sistemarsi le ciocche, poi con un sospiro tornò al lavoro, soffocato dal silenzio troppo assordante della stanza.

 

*******


« Sei sordo? Il tuo Signore ti ha fatto una domanda »

« Non. E'. Il. Mio. Signore »

La voce di James Potter era ormai ridotta ad un flebile sussurro. L'interrogatorio andava avanti già da un po', senza successo. Le urla dell'uomo erano echeggiate fino a quel momento tra gli spessi muri in pietra, restando solo rauchi gemiti di dolore.

Severus era rimasto lì, dietro il Signore Oscuro, le braccia conserte. L'espressione vuota.

Si era pentito di non aver cancellato loro la memoria prima di abbandonare Godric's Hollow, ma in un angolo della sua mente era convinto che non lo avrebbero tradito. Tenevano troppo alla vita del loro unico figlio per rivelare la sua posizione.

Assisteva a quella tortura senza muovere un muscolo, tenendo gli occhi fissi sul corpo agonizzante di James Potter. Non poteva dire di non provare, nel suo inconscio, almeno un bricidolo di soddisfazione. Da ragazzo non aveva fatto altro che procurargli l'inferno, sollevandolo a mezz'aria, incantandolo, sfidandolo.

Severus Piton aveva perso le mutande, la bacchetta, la dignità. E tutto questo nel più religioso silenzio.

James Potter gli aveva rubato la possibilità di passare gli anni ad Hogwarts con serenità. James Potter gli aveva rubato la gloria, gli aveva rubato la donna, un futuro felice.

James Potter, sotto sotto, meritava quelle sofferenze.

Non disse una parola, restando solamente a guardare.

Le torture fisiche di Antonin Dolohov si mescolavano a quelle incantate, inflitte da Voldemort in persona.

La bocca di Lily era spalancata, ma da essa non fuoriusciva alcun suono.

Bellatrix Lestrange l'aveva incantata; quando la tortura su James era iniziata, le urla della donna erano echeggiate senza alcun filtro, infastidendo il Signore Oscuro. Le dita della Mangiamorte si erano strette con forza intorno alla chioma rossa della prigioniera.

Voleva che guardasse, che non si perdesse neanche un momento.

« Basta, Dolohov. Ci conviene cambiare strategia » sibilò Voldemort.

Le dita del Mangiamorte abbandonarono la carne di James, che ricadde in terra con un tonfo sordo. Restò in terra, accovacciandosi e lamentandosi ancora per qualche attimo.

Voldemort spostò la propria attenzione dall'uomo alla donna, piazzandosi di fronte a lei ed osservandola a braccia conserte. Il volto di Severus si tese improvvisamente, i suoi occhi vacillarono prima di incontrare il corpo di Lily disteso poco lontano.

« Dov'è il bambino? » domandò a voce bassa dopo aver sciolto l'incanto che aveva tenuto serrate le sue corde vocali.

Lily tentò di riprendersi; lo sforzo di urlare e l'impossibilità di farlo l'avevano indebolita parecchio. Respirò convulsamente senza mai incrociare lo sguardo di Voldemort e mantenne il silenzio, aumentando di contro la preoccupazione di Piton.

Bellatrix si scansò, lasciando che fosse lui ad occuparsene, senza tuttavia abbandonare la sua posizione accanto all'Oscuro. Quest'ultimo, di contro, schiaffeggiò la prigioniera in pieno volto subito prima di afferrare a sua volta i suoi capelli tra le dita, lunghe e scheletriche.

Severus ebbe un fremito, socchiudendo le labbra per lasciar fuoriuscire il fiato che altrimenti l'avrebbe soffocato.

« Dove. E'. Il. Bambino » ripeté stavolta, scandendo attentamente ogni parola per fare in modo che capisse. Pretendeva una risposta, e la pretendeva subito. Bellatrix, al suo fianco, appariva impaziente.

Lily non rispose.

Menti, Lily. Menti, dì qualcosa.

« Agisci »

« Subito, mio Signore » rispose prontamente la Lestrange, puntandole contro la bacchetta. « Crucio » sibilò con un sorrisetto sadico in volto.

Il corpo di Lily fu attraversato da una serie di scariche. Il suo corpo tremava con forza, le gambe calciavano l'aria, i polsi si muovevano convulsamente stretti da pesanti catene. La Cruciatus non era altro che abominio. Nulla appariva così tremendo, se paragonato alla Cruciatus.

Un tempo giocavano a lanciarselo, tra i corridoi della scuola, senza bacchetta alla mano. Un tempo ridevano, con ingenuità, prendendolo come uno scherzo.

Ma quello non era uno scherzo. Non lo era più.

Severus serrò la mascella, sentendo quasi proprio quel dolore, sentendolo scorrere lungo la schiena, martoriargli la mente. Vessarla. Strinse una mano a pugno, trattenendo il respiro ed assistendo inerte a quella tortura.

Non poteva far nulla. Non poteva.

« Il bambino » ripetè Voldemort quando il movimento di polso di Bellatrix si fu interrotto.

Lily non rispose. Ancora.

James poco lontano gemette come per opporsi, ,ma neanche lui poteva far nulla.

Lily, quella notte, fu colpita dalla Cruciatus più volte. Non parlò.

Severus non le contò, ma gli erano sembrate quattro. O forse cinque.

Solo quando ne ebbe abbastanza, lord Voldemort sollevò una mano e frenò la pazzia della sua seguace. Bellatrix si fermò, voltandosi a guardarlo come incantata e aspettando un suo ordine.

« Lasciamo che si chiariscano le idee » disse con diplomazia, voltandosi.

I suoi occhi incontrarono quelli di Severus, che furono costretti a sollevarsi dal corpo agonizzante di Lily per intercettare quelli del suo Signore.

La maschera gelida era ancora sul suo volto. Non si era mossa di un millimetro.

« Odio utilizzare la magia su questa inutile Mezzosangue » si lamentò l'Oscuro, dandole le spalle e continuando a guardare il suo sottoposto.

Severus sospirò, senza dire una parola. Mezzosangue. L'ultima volta che aveva usato quella parola, poi, se n'era pentito per tutta la vita. 

« Ti dispiace continuare, Severus? Detesto non ricevere una risposta » proferì, facendo un cenno agli altri due perché lo accompagnassero. « Raduno gli altri. Continueremo a cercarlo, non può essere sparito nel nulla » continuò a voce bassa in modo che lui fosse l'unico ad ascoltarlo.

« Farò del mio meglio, mio Signore »

« Oh, Severus... è meglio che tu lo faccia sul serio... » rispose senza mezzi termini. « Sono merce preziosa. Bada a quanta fiducia sto riponendo in te » biascicò con voce mellifua, superandolo immediatamente seguito da Dolohov e dalla Lestrange.

Rimase solo. Solo con i due prigionieri. Il silenzio appariva assordante.

James aveva perso i sensi, e giaceva disteso in un angolo del pavimento. La pancia premuta sul pavimento, il viso rivolto in direzione del muro, il braccio piegato... sembrava fosse morto, ma respirava ancora.

Lily era distesa su un fianco, con un braccio si teneva il ventre. Gli occhi erano spalancati, immobili. Non batteva mai le palpebre.

Severus le si avvicinò, mettendosi in ginocchio alla sua altezza. Neanche questo servì ad attirare l'attenzione della donna, che continuava a fissare un punto indefinito della stanza.

Sembrava morta anche lei, e forse dentro lo era per davvero.

Piton estrasse la bacchetta dall'abito nero, stringendo il manico. Il respiro di Lily accelerò, e il suo corpo prese a tremare senza sosta.

Aveva paura. Anche di lui.

Severus trattenne il respiro, deglutendo brevemente.

« Vulnera sanetur » sibilò piano, spostando la punta della bacchetta dalle spalle di lei, fino al ventre, fino alle gambe. Ripetè la formula una, due, tre volte.

Gli occhi di Lily si inumidirono, il suo corpo continuava a tremare. Serrò la mascella e le lacrime le bagnarono le guance, scendendo copiose.

« Vulnera sanetur... vulnera sanetur »

In passato un semplice Epismendo sarebbe servito a guarire tutto.

Ma quello non era più il passato.

E loro non erano più bambini. Non più. 

 

***************


Angolo autrice
Ciao cari.

Inizialmente ringrazio ancora chi ha inserito la mia storia tra le sue seguite, sono molto contenta che la storia vi stia piacendo. Spero di non deludervi!

In secondo luogo, sono ripresi i parallelismi col passato, i flashback. Mi piace andare a scoprire cosa può essere successo nel periodo Hog, cercando di interrogarmi come possano essere andate le cose. Ho legato tutto alla figura del Crucio, legando passato e presente, e ho cercato di giocare sul binomio infanzia/vita adulta di Lily e Sev. E poi, la tortura.

Vi informo da subito che cercherò comunque di seguire gli avvenimenti narrati dalla Rowling, andando avanti con la storia, ma ovviamente modificando tutto in base alle esigenze della storyline che ho deciso di inventare.

Intanto vi saluto, e ci vediamo al prossimo capitolo. Un abbraccio. 

   
 
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