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utta
la stanza era divenuta fredda, scura, cupa. Le pareti sembravano
stringersi
intorno a me inesorabilmente e sempre con maggior velocità,
tutto aveva perso luce
e mi sentivo smarrito. Mancava ciò che da sempre le aveva
caratterizzate che
conferiva loro quella bellezza da cui è quasi impossibile
staccarsi senza
lasciare delle tracce permanenti nell’animo. Serrai gli occhi
nel disperato
tentativo di abituarmi a ciò che era destino dovesse
succedere, mi sarei dovuto
abituare all’imminenza dell’oscurità. Il
sole mancava già da troppo tempo e
all’orizzonte del mio cuore si prospettava solo una vana
speranza di rivedere
quella scintilla che mi aveva accompagnato nel corso del tempo,
lasciata la
quale mi sarei dovuto convincere definitivamente ad abbandonarmi nel
torpore
del buio.
Avevo
capito finalmente, soprattutto grazie ai miei fedeli sogni, cosa avrei
dovuto
fare da quel momento in poi: vivere la vita accettandola per come
sarebbe
venuta, rassegnandomi e abbandonando il mio cuore all’oblio,
non cercare di
sopravvivere e sforzarlo più di quanto sia capacitato a
fare. Il limite era
stato raggiunto, i miei tentativi vani. Il buio che ormai mi circondava
sovrano
mi stava schernendo, riproducendomi vivido nella mia mente
l’ultimo dei miei fugaci
sogni, finito il cui avrei dovuto vivere per sempre nella
realtà, amara e
crudele. Ero comunque cosciente che assecondandolo avrei finito per
creare una
voragine irreparabile dentro di me, ma non potevo non pensarla. A sua
insaputa
era diventata parte di me, di una persona che vedeva tutto a colori e
si
sbagliava di grosso. Noi sogniamo per essere felice e di conseguenza i
nostri
desideri ci portano a veder concludere in positivo le nostre vicende,
quindi a
pensarci bene non era un sogno. No, era decisamente una visione degna
di un
ottimo veggente. Per una volta, però, la visione era
completamente errata.
Da
persona stupida quale sono avevo dimenticato quale fosse
l’obbiettivo, avevo
compiuto tutte le mie azioni nella direzione giusta, ma non avevo
imboccato il
giusto vicolo. Il sentiero in cui mi ero addentrato infatti
all’apparenza era
magnifico, il massimo che si potesse desiderare, ma guardandolo
profondamente
mi resi conto che non faceva per me. Troppo tardi. Non volevo e non
voglio tutt’ora
cercare di condizionare una persona a mio piacimento e così
non mi sono mai
esposto più di tanto. La considero anche adesso
un’azione giusta, ma il
desiderio è troppo grande e ogni tanto qualche piccola
imperfezione si
commette, inevitabilmente. Con la mia mente ho sempre cercato di vagare
in
ambiti e luoghi per lei sconosciuti, finendo così per
perdermi. Avevo percepito
qualcosa, l’inizio di un nuovo corso, tutto differente e
migliore, ma non avevo
preso in considerazione la realtà.
Infatti
avevo preso in considerazione un solo sentiero, quello che nei sogni
uno si
augura di intraprendere, ma ciò che avevo visto mi aveva
colto alla sprovvista
e lasciato di sasso. Per fortuna avevo distolto lo sguardo appena in
tempo. Fu
terribile benché io sapessi già da molto tempo
che era inevitabile, che io non
potevo e non volevo fermare il corso di una nuova avventura per una mia
illusione mentale. Siamo tutti di passaggio in questo mondo e ognuno ha
il
diritto e il dovere di cercare di lasciare una propria traccia o almeno
di fare
ciò che nella vita lo accontenta di più, quindi
chi ero io per fermarli?
Non
rivelerò ciò che ho visto fino a quando la
situazione non mi sarà realmente
riportata dai diretti interessati, troppo facile nascondersi dietro un
pezzo di
carta scritto male, certe cose bisogna assolutamente affrontarle con
forza e
decisione, benché io sappia che si stanno già
sviluppando e per il verso
giusto. Non per quello che intendevo io, almeno. Amen. Penso che non
sarò mai
un buon fidanzato, perché sono troppo poco possessivo, non
riuscivo a non
essere felice per lei, che stava bene ed era felicissima, ma provavo
rassegnazione al pensiero che stesse fra braccia sconosciute. O forse
no.
Ciò
mi
era divenuto stranamente chiaro e dettagliato all’imbrunire,
quando tutto cominciava
a prendere un senso, i pezzi del puzzle iniziavano ad incastrarsi per
formare
quello che sarebbe stato il sogno di ogni ragazza. Pensare a questo
episodio non
è la miglior cura per me, ma devo ammettere che il ricordo
di quella visione a
tratti meravigliosa mi ha dato una carica immensa che dura ancora oggi.
Perché
non sono capace di accettare la realtà e di conviverci?
Perché sono così
testardo? Ovviamente non rientra nei miei privilegi accorgermi anzi
tempo delle
cose ovvie, e lo pago sempre salato, ma è anche vero che
cambiare il tempo è
concesso solo agli Idoli.
Certo sono sempre gli idoli a riservarsi un posto d’onore al
centro del palco,
ma è ugualmente esatto che sono fatti per essere battuti e
per far si che un
altro prenda il posto loro: è solo questione di tempo.
Purtroppo avevo un
rapporto sempre migliore con lei e la regola dell’amico in
questi casi è
talmente ferrea che servirebbe solo l’eccezione per
confermarla definitiva.
Penso di averla trovata, l’eccezione.
Siamo
in molti, ognuno ha i suoi difetti e pregi e tutti provano a conseguire
la loro
missione con il massimo impegno possibile. Ma chi la
spunterà, chi riuscirà a
non perdersi sulla scala dell’impossibile? Non è
una guerra combattuta ad armi
pari, visto che le armi non le abbiamo potute scegliere noi, ma
è così che
funziona la vita e quindi la prendiamo per quello che è, che
ci piaccia oppure
no. Ovviamente io ero caduto subito dalla scala, ero ruzzolato per vari
ed
indistinti metri che a me sembravano chilometri, perso nel mio dolore,
mentre
qualcuno era riuscito ad arrivarvi in cima, a vedere la tanto amata
luce.
Destino, forse. Più probabilmente, la fortuna di non essere
me.
Termino
questo stupido racconto dicendo che certamente sono felice della vita
che mi è
stata donata con tanto amore, ma proprio in questo non potevo essere
più
fortunato. Infatti probabilmente non riuscirò a fare quello
che i miei genitori
stanno facendo ed hanno fatto per me, ma anche se non avrò
la fede al dito
potrò sempre essere fiero di me stesso e di quello che
sarò. Il mio cuore
infatti mi ha dato il massimo, si è spinto ai suoi limiti
per accogliere
l’amore che provo per lei, amore vero, non da ragazzino di
quindici anni.
(anche se non ho mai capito perché secondo molte persone
Cupido non può
colpirti con i suoi dardi infuocati in giovine età). Proprio
di questo vengo
accusato di non riuscire a godermi la vita, visto che sono ancora
acerbo
dentro, ma non riuscirò mai a cambiare il mio modo di
essere. Io l’amore l’ho cercato,
trovato e lo porterò sempre nel cuore, qualunque possa
riservarmi il proseguo
sul mio tortuoso cammino. Non chiedo quindi di più, anzi
chiedo scusa a coloro
che hanno provato ad essere gelosi di me e del mio cuore pieno
d’affetto e
passione. Avevano ragione, è unico il mio cuore.
Penso
che farò il bidello, perché sei tu il mio sogno
più bello. In parte ti sei
avverata. Grazie. (chi ha orecchie per intendere, intenda)
THE
END