Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Giuls17_    25/09/2017    1 recensioni
[Storia ispirata alla settimana stagione del Trono di Spade, contiene Spoiler per chi non ha ancora visto la serie: c'è sempre qualcosa che vorremo vedere e che in realtà non accade, qualche scena che desideriamo o qualche parola che se detta ci riempirebbe il cuore di gioia, questa ff parte prorpio da questo.]
2:ma gli occhi di Jon Snow riuscivano ad arrivare al suo cuore e a trascinarla in luoghi che non conosceva...là dove il suo cuore di drago giaceva.
3: Li ho persi.
Li ho persi entrambi.
‹Se il Drago deve avere Tre teste ed io sono sola, Jon, allora vuol dire che un altro dei miei figli dovrà morire?-
5:-Tu mi appartieni Jon Snow.-
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daenerys Targaryen, Drogon, Jon Snow, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Love and honor
 
Jon rimase fermo, lo sguardo ancora fisso nell’esile figura di Daenerys che in quel momento sembrava tutt’altro che esile, il respiro di Drogon gli arrivava alle spalle e lo fece rabbrividire.
Come lui però nessuno si era mosso, Tyrion e Jaime erano ancora fermi, Brienne poco distante mentre il resto delle persone tra cui le guardie, Daario e alcuni contadini non avevano mosso un muscolo, troppo terrorizzati dal drago sopra le loro teste per potersi muovere.
-Sto aspettando, Primo Cavaliere.-
La voce della Regina era gelida, il sorriso amaro e folle per la delusione, in cuor suo capiva cosa stesse provando, era stata tradita da chi era a lei più vicino, da chi aveva promesso lealtà e alleanza, era successo anche a lui nei Guardiani della Notte, lo avevano tradito alla prima occasione e lo avevano ucciso.
-Daenerys ascoltami… Drogon…-
-E`lì perché gli ho chiesto di stare lì, Jon. Non farà niente a meno che io non glielo chieda.- sussurrò, senza però voltarsi verso di lui.
-Va bene Drogon è sotto controllo, ma tu?-
-No. Per niente.-
-Daenerys ero sicuro che ci avrebbe dato il suo appoggio. Non ti ho mentito, e lei aveva promesso, credevo che per una volta fosse stata sincera, credevo che per una volta Cersei avesse detto la verità.-
-Cosa le hai promesso?-
Il volto della Targaryen s’indurì ancora di più dopo che ebbe pronunciato quella frase, Jon l’osservò con attenzione, ma si rese anche conto che il Folletto era sbiancato, Tyrion si stava torturando le mani e aveva smesso di guardarla in faccia, come se temesse la sua reazione ed in quel momento capì che lei aveva avuto ragione.
Aveva promesso qualcosa a Cersei per ottenere il suo esercito ma lei aveva fatto di nuovo il doppio gioco, si era presa la ricompensa e aveva annullato la promessa.
-Ti ho chiesto: che cosa le hai promesso!!- urlò, non riuscendo più a trattenere la tensione.
-Il Trono. Le ho promesso il Trono.- ammise, Tyrion guardandola.
-Cosa?!-
-Lei aspetta un bambino ed ho promesso che il figlio avrebbe avuto il Trono.-
Dany fece un passò avanti ma poi si fermò, Jon avrebbe voluto aiutarla, e fare in modo che quella situazione potesse risolversi ma non riuscì a fare niente, non riuscì a dire niente, sapeva quanto quel Trono fosse importante per lei, e per la famiglia Targaryen, e in fondo era importante anche per lui, voleva che tornasse a chi spettava di diritto, voleva che lei potesse realizzare il suo desiderio e avrebbe mosso mari e monti per aiutarla a fine guerra ma quella promessa rendeva tutto più difficile.
-Hai complottato contro di me, quando avevi promesso che saresti stato al mio fianco, sempre e comunque… Hai…- Jon percepì il dolore nella sua voce, Daenerys era una donna forte, estremamente forte, ma quanto poteva sopportare in un’intera giornata, quanto?
 
Devo portarla dentro o…
“Non sai ancora se è davvero incinta…”
E se lo fosse?
 
-Hai complottato con tua sorella e alla fine ti sei fatto prendere in giro come se fossi un ragazzino, come se fossi ancora dalla loro parte, come se non contassi niente.
Mio figlio è morto per quella spedizione Tyrion, ho perso un figlio per recuperare quel Non-Morto e convincere tua sorella e non è servito a niente.
La sua morte è stata inutile per colpa tua.-
-Credevo di fare la cosa più giusta, credevo che ci avrebbe aiutato, credevo che così facendo avremmo vinto la guerra.-
-E cosa speravi che succedesse a fine guerra? Che io morissi così tuo nipote avrebbe avuto il Trono tutto per sé? O che morisse Jon? Il legittimo erede al Trono? O…?- si portò una mano alla pancia e lui poté leggere tutto il dolore di quel gesto, tutto il dolore che aveva provato perdendo il suo primo figlio, il dolore che le avrebbe causato se non fosse stata veramente incinta.
Solo allora Jon le posò una mano sulla schiena, aveva bisogno di lei e lei di lui e lo percepiva, riusciva a percepire ogni fibra del cuore di Daenerys come non gli era mai successo con Ygritte e poco gli importò della plateale dichiarazione che stava dando.
Lei era sua, le apparteneva in questa vita e in quella dopo ancora e non l’avrebbe mai lasciata sola ad affrontare la tempesta.
-Io non lo sapevo.- ammise Tyrion guardandola negli occhi.
-Ti sei tanto preoccupato per la mia successione ma non ti sei mai davvero chiesto cosa volessi io, forse non avevi davvero così tanta fiducia in me e nelle mie capacità di riuscire a prendere quel Trono, o forse sei sempre stato solo un Lannister.-
La Regina distolse lo sguardo e guardò il drago sopra la sua testa, poco dopo Drogon batté le possenti ali e andò a cercare il fratello, lontano dalla madre e della possibile esecuzione.
-Mi hai deluso.- sussurrò la ragazza, voltandogli le spalle.
-Daario portalo via, non voglio vederlo.-
-Maestà…-
-Ser Jaime se hai davvero giurato di seguirmi, di proteggermi non darmi un buon motivo per darti in pasto al mio drago, lascia stare tuo fratello, non gli sarà fatto alcun male, per il momento.- gli disse, guardandolo e sfidandolo.
-Si mia regina.-
Dany annuì brevemente e si voltò verso di lui, i suoi occhi adesso erano supplicanti e lui annuì silenziosamente, l’avrebbe confortata e portata lontana da tutto quello, l’avrebbe salvata ancora una volta.
-Sei come lei.- sussurrò Jamie mentre si allontanarono.
-Come?-
Daenerys si voltò a guardarlo e quando lo fece anche Jon notò gli occhi del Lannister persi nel passato, in qualcosa che non avrebbe più rivisto o protetto, in qualcosa in cui credeva fermamente ma che si era spezzato.
-Sei come tua madre, Daenerys Targaryen Nata dalla Tempesta, sei come Rhaella. Non sei come Aerys e so per certo qual è il lato della moneta che gli dèi hanno scelto per te.-
 
***
 
Sansa ancora una volta era rimasta spiazzata dagli avvenimenti della giornata e ancora una volta Cersei aveva un vantaggio su di loro, un vantaggio non indifferenze, anche se non conosceva molto bene la storia di questa Compagnia Dorata, ma da quello che Arya le aveva riferito erano i mercenari della peggior specie e loro li avrebbero dovuti fronteggiare prima o poi.
-Cosa ti preoccupa uccelletto?-
Sandor Clegane aveva la capacità di apparire all’improvviso e di lasciarla senza parola ma nonostante ciò questo non la infastidì, né le diede da pensare, cominciava anzi ad apprezzare quella compagnia, per quanto strana e vecchia fosse.
-Non riusciremo mai a batterli.-
-Brutta cosa la Compagnia Dorata, siamo fottuti.-
Sansa lo guardò con ammonimento, ma in quel momento si rese conto che il Mastino si era dato una ripulita, la lunga barba era sparita, i capelli erano puliti e gli abiti non puzzavano più, la faccia bruciata restava al suo posto ma era sempre la stessa faccia che conosceva e di cui non aveva più paura.
-Immagino che dovremo trovare un modo per farli passare dalla nostra parte, un piano efficace o ci ritroveremo assediati una volta conclusa la guerra.-
-Credi che la vinceremo, questa guerra?-
Sansa ci pensò su e nonostante le previsioni non fossero delle migliori, nonostante ogni giorno qualcosa andasse storto e i loro piani fallissero, nel suo cuore era dannatamente positiva, non era sopravvissuta a Joffrey, alla Regina, a Ramsay e Ditocorto per lasciarsi uccidere da un qualsiasi Non-Morto e aveva ancora troppe cose da fare per dichiararsi sconfitta.
-Sì. Vinceremo la guerra.- disse, guardandolo.
Sandor non rispose ma si sedette accanto a lei sulla panca della Sala Grande, accavallò le gambe e si versò del vino che bevette in un sol colpo e poi la guardò.
-Mi piace questo nuovo uccelletto.-
-Lo sai che non lo sono più.-
-Lo so ma non mi dispiace chiamarti così e poi Sansa… suona strano.-
-Sansa è il mio nome e a me piace essere chiamata così, anche da te.- rispose, sorridendo lievemente.
-Non ti faccio più paura, Sansa?-
-Ho visto cose peggiori, mostri, tu non sei come loro, come quello che ho visto. Non avrei mai dovuto avere paura di te.-
-Ero il cane del Re una volta, era per questo che avevi paura di me.-
-E adesso chi sei, Sandor? Sei ancora il Mastino?-
-Di nome ma non di fatto.- disse guardandola negli occhi.
Sansa stavolta sorrise apertamente, capendo di non essersi sbagliata sul suo conto; non era più quel mostro che aveva conosciuto, era più umano e la sua presenza era stranamente piacevole, e per la prima volta si stupì lei stessa di desiderarla così tanto.
 
“Cosa ti prende? Adesso il Mastino ti interessa?”
Forse sì.
Forse adesso lo vedo con occhi diversi, forse adesso posso davvero guardarlo in faccia e trovarvi un uomo.
Ma a cosa sto pensando? Non riuscirei mai a relazionarmi con lui in quel senso e lui non mi vedrebbe mai in quel modo, come una donna, vedrebbe sempre e solo una bambina, l’uccelletto di Approdo del Re.
“Tu non sei una bambina e credo che si sia accorto del tuo cambiamento, ti guarda quando tu non te ne accorgi e ti guarda con attenzione.”
Io… Forse sto solo vaneggiando…
 
Sansa si alzò non aggiungendo altro e percependo i propri pensieri andare alla deriva, preferì separarsi dal Mastino prima che facesse qualcosa di stupido o dicesse qualcosa di stupido.
In fondo cosa ne sapeva lei del suo cuore? Quell’organo le era sempre stato inutile e il più delle volte l’aveva portata sulla strada sbagliata e forse l’avrebbe rifatto quella volta e poi cosa ne sapeva Sansa dell’amore?
Non era mai stata amata da nessuno e lei credeva di aver amato, ma ad oggi si era resa conto che non era mai successo.
Nessuno si era mai interessato a lei per amore, ma solo per il titolo che rappresentava.
Quando fu vicina alla porta però sentì la voce di Sandor e si girò per guardarlo, era ancora seduto con il bicchiere di vino tra le mani ma gli occhi la stavano puntando, bramando.
-Quando arriverà la guerra Sansa non permetterò che ti accada niente.-
-Ci penserà Brienne.-
-Non metterò la tua vita nelle mani della cagna di Tarth, spero di essere stato esaustivo.- disse, prima di bere ancora.
-Molto esaustivo, Sandor.- rispose, non riuscendo a reprimere il brividio che le passò la schiena.
Forse non aveva vaneggiato poi così tanto.
 
***
 
-Bisogna trovare una soluzione.-
Dany alzò il viso per osservare Jon poco distante da lei, stavano di nuovo parlando nel solarium, un’altra riunione, un’altra assemblea che non avrebbe portato a niente e di questo ormai ne era sicura.
-A quale problema? I Non-Morti avanzano e la Compagnia Dorata sarà a Westeros prima di quanto pensiamo.- gli fece notare Davos, con calma.
-Troviamo una soluzione per entrambe le cose.- suggerì la Regina, allontanandosi dallo schienale.
-Come? Il tempo stringe e il nostro esercito così ammassato non ci permetterà di combattere quando arriverà l’orda.-
Daenerys si passò una mano tra i capelli e li liberò dall’acconciatura, anche quella ormai le dava troppo fastidio, come tutti quei pensieri, quei problemi e quelle strategie, avrebbe preferito il silenzio e bramava il cielo da quella mattina e si ripromise che a qualsiasi costo quella sera sarebbe andata via con Drogon per qualche ora e magari Jon l’avrebbe accompagnata.
-Dobbiamo dare più importanza al Re della Notte, adesso non possiamo soffermarci sui Sette Regni, se noi falliamo chi governerà non avrà più importanza.-
-Avrà importanza.- disse lei invece, -Non intendo lasciare alcuna speranza a Cersei Lannister, nessuna.-
-Cosa intendi fare?- chiese Daario, seguendo il suo ragionamento.
-Hai un piano.- gli fece eco Jorah e in quel momento lei non riuscì a non sorridere, erano le uniche persone che la conoscevano da tanto tempo e che sapevano come ragionava.
 
-Voglio combattere su più fronti.- disse con calma e finalmente percepì i suoi pensieri ordinarsi e permetterle di vedere il quadro generale, il disegno più grande cui stava mirando da giorni, -Non lascerò approdare la Compagnia Dorata, io e Drogon distruggeremo le navi prima che arrivino a Westeros, nel frattempo ci servono altri alleati, Delta delle Acque per esempio, ci dovrebbe essere ancora qualche Tully, ma non possiamo più fare affidamento su Alto Giardino, né sulle Torri Gemelle, gli eserciti sono dispersi, possiamo mandare un corvo a Dorne ma non credo che ci risponderanno e non credo che ci sia qualcuno al potere in questo momento, ma abbiamo anche Nido dell’Aquila come alleato.- Dany si alzò e guardò con attenzione tutti i membri presenti, -Spostiamo l‘esercito dove avremo un enorme vantaggio, non possiamo lasciarci sopraffare dall’orda, a costo di riunirci a Roccia del Drago e combattere da lì, ma non siamo nella posizione di perdere nessun uomo.-
-Tu vuoi davvero volare via da Grande Inverno, raggiungere Essos, da sola, e sbarazzarti di Euron?-
-Sì.- disse, guardando Jon.
-Non credere che ti permetterò di farlo.-
-Non resterò qui in attesa di Viserion, non resterò qui in attesa che ci uccidano senza lottare e non intendo lasciare a Cersei alcun vantaggio, anche se dovrò morire in questa guerra non intendo lasciarle il Trono e i Sette Regni!-
-Come pensi di occuparti di lei?- chiese Jaime, guardandola negli occhi.
-Dovrà morire lo sai vero? È solo questione di tempo, prima o poi se non io qualcuno la ucciderà, mi dispiace per il bambino. Lui è innocente ma sua madre no.-
-Lo so, l’ho capito nel momento esatto in cui le ho voltato le spalle. Sapevo che non l’avrei più rivista.-
-La cosa non ti disturba?- chiese di rimando.
-Non quanto dovrebbe, per anni ho cercato il suo amore e la sua approvazione ma lei mi ha sempre rimpiazzato facilmente per poi chiedermi l’impossibile o chiedermi di combattere. Il suo non era amore, forse non mi ha mai amato.- disse, liberandosi per la prima volta di quella verità che pesava sul cuore come un macigno.
-Bene. E credo di sapere anche chi sarà a farlo.- disse guardando Arya Stark negli occhi.
-La Regina ha forse chiesto a questa ragazza di prendere un nuovo volto?-
-Sai perfettamente che so, cosa sei capace di fare, quindi sai anche cosa dovrai fare.-
-Sì lo so, lei è ancora nella mia lista.- disse, tranquillamente.
-Vuoi mandare Arya ad Approdo del Re? Da dola? Ma questo piano da dove ti è uscito scusami?- le urlò contro Jon, la cui calma era andata persa già da qualche minuto.
-Questo è il miglior piano che abbiamo.- disse Ser Davos, guardandolo con attenzione.
-Lo credi veramente?-
-Daenerys ha ragione.- la voce di Bran li fece girare verso di lui, -Per vincere il Re della Notte bisogna cambiare le carte in tavola, e se non lo farete ci ucciderà tutti.-
-Devo pensarci.- rispose il Re del Nord, sconfitto dopo quelle parole.
Daenerys si rimise seduta e si permise qualche minuto per riprendersi e soprattutto mettere in ordine le poche idee che le erano rimaste.
-Bran ho bisogno di chiederti una cosa.- disse, lo guardò attentamente e percepì il proprio cuore perdere un battito ma si fece forza ed andò avanti, -Puoi dirmi che nome ha dato mio fratello a Jon?-
Quella domanda colse tutti di sorpresa, tra cui lo stesso interessato, Davos e Jorah si scambiarono uno sguardo veloce, mentre Arya parve la meno interessata, Jaime invece li guardò con interesse e vide nei suoi occhi farsi strada quella che era la risposta alla sua domanda.
-Perché ti interessa?- le chiese, posandole una mano sulla sua.
-Ho solo bisogno di sapere.- ammise.
Dany era stata da sempre una persona curiosa e da quando aveva scoperto che Jon, la persona cui apparteneva, era il figlio di suo fratello non si era mai posta quella domanda, fino alla scorsa notte ed adesso aveva un disperato bisogno di sapere, di conoscere quella verità che Rhaegar non gli avrebbe mai narrato.
-Aegon. Aegon Targaryen.-
-Grazie.- sussurrò, si ritirò sulla sedia e il peso si quel nome le si insinuò nel cuore.
Forse non se l’era aspettato, sapendo per certo che anche l’altro figlio che aveva avuto con la Martell era stato chiamato in quel modo, ma Aegon era un nome potente, il nome di un conquistatore e Jon non era stato da meno.
La sua famiglia sceglieva i nomi con saggezza, lei era stata chiamata come un’altra Daenerys, sposata con un Martell da cui scaturì una ribellione, forse anche il suo nome era abbastanza appropriato.
-Jon non sempre quello che vedo è chiaro e non sempre posso vederlo in tempo.- Bran aveva ripreso a parlare con molto calma, catturando l’attenzione di tutti, -Non posso prevedere se il piano andrà a buon fine o se vinceremo al Guerra, posso dirti che il piano di Daenerys è buono.
Il Re della Notte sa che ci troverà qua ed essere meno prevedibili possibili è la scelta più sensata per rimanere vivi.-
-Credi che non lo sappia?- gli chiese, sorridendo amaramente, -So che questo piano è l’unico piano che abbiamo, so che in qualche modo dobbiamo prevenire anche il dopo guerra anche se non riesco neanche a vederlo in questo momento, ma ci servono alleati, ci serve un posto sicuro, qua giochiamo sul loro terreno e siamo in svantaggio.-
-Un piccolo gruppo partirà per ottenere gli alleati, mentre tu Jon…-
-Lo so Daenerys, io resterò qui a guidare l’esercito verso un posto sicuro, a prepararli, le armi col vetro di drago sono quasi pronte ma armare un esercito sarà difficile, ma non intendo arrendermi.-
-Mi dispiace di aver coinvolto Arya in tutto questo ma lo sai anche tu che è l’unica che può portare a termine questa missione. Cersei deve morire.- affermò guardando la sorella poco distante da loro, la quale non aveva replicata a quell’affermazione.
-Mi ricordo di una bambina che non sapeva neanche brandire una spada ma che amava mettersi in mostra davanti nostro padre… davanti Eddard Stark.- disse muovendosi sulla sedia come se quella verità fosse scomoda, e sorridendo verso la sorella più piccola -Non potrò mai accettare del tutto cosa è diventata ma so per certo che porterà a termine la sua missione.
Sia lei che Sansa sono riuscite a raggirare Ditocorto e per farlo devono essere state davvero brave.-
-Lo credo anche io.-
Dany era stanca, stanca di quella giornata infinita, stanca di parlare e stanca di pensare a tutte le possibile implicazioni, il solo fatto che Viserion fosse vivo e che Jaime Lannister avesse deciso di giurarle fedeltà non faceva altro che metterla di cattivo umore o lasciarla in uno stato catatonico.
E non aveva ancora risolto la situazione con Tyrion, non sapeva neanche cosa fare con lui; e non poté nascondere a se stessa il bene che provava verso il nano, era stato con lei a Meereen, l’aveva aiutata, l’aveva protetta ed era diventato la sua Mano ma adesso tutto era perduto, aveva perso anche lui in quella guerra.
Un altro dolore da aggiungere alla sua lista infinita.
-Vorrei congedarmi se non vi dispiace.- poggiò le mani sul tavolo e si fece forza per alzarsi, aveva bisogno di andare dai suoi figli, aveva bisogno di carezzare Drogon e di trovare in quegli occhi rossi il suo riflesso, solo in quel momento si sarebbe sentita capita e poi avrebbe voluto guardare attraverso quelli di Jon e leggervi la casa che aveva tanto cercato.
-Ti accompagno.-
-Bene.- rispose, sorridendogli.
Si alzarono ma quando mise la mano sulla porta per uscire la voce di Bran la fece di nuovo bloccare, come se fosse stata congelata.
-Riesco a vederla.-
Daenerys percepì il proprio cuore rimbalzare dentro il petto, il rumore sordo si propagò anche nelle orecchie, un suono costante che le faceva capire quanto avesse compreso quelle parole.
-Riesco a vederla, non ho dubbi in merito ma non riesco a vedere te, la tua immagine è sfocata. Il tuo destino è incerto.-
Dany si voltò con le lacrime ormai lungo le guance e le mani sul ventre, stringevano forte, stringevano perché era vero, stringevano perché aveva spezzato il cerchio e la maledizione, stringevano perché sarebbe diventata di nuovo madre se fosse vissuta abbastanza.
-Grazie Bran.- sussurrò prima di uscire fuori con Jon, il cui viso era una maschera di paura e di terrore.
 
***
 
L’aria era decisamente più fredda e la neve scendeva senza sostanza da quella mattina, il freddo le si era insinuato nelle ossa ma in cuor suo sapeva che non dipendeva unicamente dal tempo, si sentiva una statua di ghiaccio, inumana.
Quanto ancora avrebbe dovuto subire? Quanto ancora avrebbe resistito a tutto quello?
 
Prima o poi mi spezzerò, prima o poi mi guarderò indietro e in quel momento sarò perduta.
Prima o poi morirò.
“Non ne sei sicura, ha detto che il tuo futuro è incerto.”
Questo vuol dire solo una cosa, morirò e forse non riuscirò neanche a vedere mia figlia crescere.
Forse non riuscirò neanche a guardarla negli occhi.
“Troppi forse, il destino è incerto.”
 
Dany si strinse la pelliccia sulle spalle ma quando Drogon le si avvicinò tutto il freddo che aveva patito in qualche modo venne spazzato via, e si ricordò che lei era il sangue di Drago, scorreva il suo sangue nelle vene, non era una persona comune, era straordinaria e nonostante quello non riuscì comunque a riprendersi.
La mano si poggiò con naturalezza sul muso dell’animale e Drogon rimase fermo a guardarla; in quegli occhi rossi vide la sua anima, così simili eppure così diversa, vide se stessa e il viaggio che avevano fatto per arrivare in quel momento, vide la morte attraverso la pira e la vita attraverso il giorno ma vide anche il nulla, il suo destino non era certo ma avrebbe dato alla luce una figlia, avrebbe dato una figlia a Jon e un erede al Trono di Spade e una nuova madre per i suoi figli, in qualche modo il cerchio si sarebbe chiuso con lei e in qualche modo avrebbe spezzato la ruota, avrebbe dato a tutti un motivo per essere felici nonostante la sua morte.
Li aveva sistemati senza rendersene conto, non li avrebbe mai lasciati soli.
-Non voglio che tu muoia.-
La voce di Jon era solo un sussurro alle sue orecchie ma quando si voltò il ragazzo la stava guardando con gli stessi occhi che aveva visto mentre avevano fatto l’amore, erano gli occhi della sua casa, erano il suo posto del mondo.
-Neanche io lo vorrei, ma se è così che deve andare, non posso oppormi.-
-No dirai sul serio, Daenerys.-
-Jon…- la ragazza gli prese una mano e gli tolse il guanto pesante, lentamente lo avvicinò a Drogon così come aveva fatto a Roccia del Drago e suo figlio si lasciò toccare da lui, di nuovo.
-Ti darò una figlia.- disse guardandolo con amore e devozione, -Non credevo che sarebbe mai successo, non credevo che sarei stata di nuovo madre ma è così.- gli passò una mano sul viso e strinse gli occhi per evitare alle lacrime di scendere.
-Avrai qualcuno cui badare, da amare anche se io non ci sarò, il destino è incerto e non so qual è il giusto significato della frase ma è normale pensare al peggio.-
-Se il destino è incerto allora permettimi di renderlo più reale, più vero possibile.-
-Come?-
-Sposami.-
Dany lo squadrò senza capire e stupita da quella proposta, ma quando lo guardò negli occhi non c’era ironia in quelle iridi, erano decise e ferme, erano come quelle di un Targaryen anche se di colore totalmente diverso e fu meravigliata di non essersene accorta prima, così simili alle sue eppure così diverse.
-Sposami Daenerys Targaryen e rendimi felice. Senza di te mi sento incompleto, sono incompleto, sei riuscita a mettere ordine solo dove prima regnava il caos, sei riuscita a rendermi uomo in un modo che non credevo neanche possibile, mi hai dato uno scopo e mi ha fatto trovare la retta via, mi hai dato tutto nel momento esatto in cui mi sono presentato alla tua porta e mi hai chiesto di inginocchiarmi, mi hai dato te stessa e il tuo amore e io spero di poter ricompensare tutto questo.
So che sposandomi però renderò te la mia regina ogni giorno, per il resto delle nostre vite e se esiste una vita al di là di questa ti amerò anche in quella, non intendo passare più un giorno separato da te.
Voglio che tu sia mia e voglio poter dire a tutti che lo sarai per sempre.-
-Non hai paura di quello che diranno su di noi?-
-No.- disse guardandola negli occhi, Jon allungò la mano libera verso il suo viso e la strinse forte così come stava facendo lei e avvicinò le lori fronti, fino a sfiorarsi.
-Mi appartieni Dany, ed io ti appartengo e non mi interessa cosa la gente penserà di noi, me ne sono preoccupato per tutta una vita e questo dove mi ha portato? Alla morte. Ecco dove e non ho mai capito perché la Donna Rossa mi avesse riportato indietro, la questione degli Estranei ha un suo perché ma dovevo ancora incontrare te.
Dovevo ancora conoscere te.
Ed adesso che ti ho conosciuto, che ti ho amato, non ho intenzione di lasciarti andare e farò in modo che il tuo destino non sia incerto.
Questa è una promessa.-
Dany strinse la mano attorno al collo di Jon e come quella volta percepì il suo cuore pieno di gioia, colmo di quel sentimento che aveva provato solo una volta nella vita e che le era stato strappato via troppo presto e troppo dolorosamente, adesso però aveva avuto di nuovo quella possibilità, poteva essere felice, poteva essere felice con Jon, poteva amarlo e poteva dargli una famiglia.
Poteva avere tutto, anche solo per un po’.
 
Al diavolo e perché no?
Perché non prendersi tutto per una volta, perché non essere egoisti almeno per una volta?
Se poi dovrò morire perché non prendere tutto prima che sia troppo tardi? Prima che per me sia la fine?
“Puoi farlo, puoi essere felice con lui, puoi avere tutto a prescindere dalle parole di Bran, siete tu e lui in questo mondo, questo è ciò che conta.”
 
-Sì Jon. Ti sposo.
Una sola volta mi sono arrogata il diritto di chiedere qualcosa per me, e mi è stato portato via e così non ho mai più chiesto niente, ho solo dato, dato e dato, finché non mi sono consumata, spezzata, poi un giorno tu sei comparso e quel dare aveva avuto un senso perché mi aveva portato da te, mi aveva fatto conoscere te.
Non credevo che sarei stata capace di amare ancora, non credevo che ci sarei riuscita né che mi sarebbe stato concesso, ho dato per scontato che sarei rimasta sola per sempre ma mi sono sbagliata. E tu ne sei la prova, mi ha sfidato, quando nessuno ha mai avuto il coraggio di farlo e mi ha guardata negli occhi e mi hai visto per quella che sono, per quella che sono sempre stata, senza maschere e senza bugie, sei arrivato al mio cuore e non ho più intenzione di riprenderlo.- gli portò la mano all’altezza del petto, si soffermò per qualche secondo e poi la scesa sulla pancia.
-Non mi hai solo resa felice in un mondo in cui questo sentimento è sopravvalutato, non mi hai dato solo l’amore in un mondo in cui ce n’è così poco, ma mi hai dato una famiglia, quella famiglia che non credevo di poter più avere, mi hai dato la possibilità di diventare madre quando credevo che non lo sarei più stata, mi hai dato tutto Jon, ed io voglio darti altrettanto, da adesso, fino alla fine dei miei giorni.-
Dany percepì il proprio cuore ricolmo di gioia, di felicità e di amore, amava quel ragazzo di cui non conosceva l’esistenza fino a qualche mese fa, amava suo nipote ma questo era il minor problema, i Targaryen lo avevano fatto per secoli, forse loro non erano tanto diversi da gli altri ma sapevano per certo che si amavano
E nonostante sapesse che l’amore fosse una debolezza, in un mondo in cui la guerra era l’unica costante per la prima volta non gli importò, aveva tutto e avrebbe difeso il suo tutto a tutti i costi.
Ecco perché doveva partire con Drogon, ecco perché lui doveva occuparsi dell’esercito, si erano trovati ma si sarebbe dovuti separare per salvarsi a vicenda.
Una lacrima le scese lungo il viso ma lui l’asciugò con il pollice e poi la baciò in quell’esatto punto.
-Domani sera sarai mia moglie.-
Lui si abbassò per baciarla e Daenerys allungò la mani per stringerle attorno al suo collo, lo attirò a se, le sue labbra, il suo corpo era tutto suo, Jon la strinse forte e la baciò come l’aveva baciata in camera sua la sera di tante settimane fa, la baciò come aveva fatto tutte le altre volte ma lei riuscì benissimo a cogliere quel qualcosa in più.
Quel qualcosa che li avrebbe uniti per sempre.
Quando si separarono le sembrò che fossero passate ore ma non le importò più di tanto, chiuse gli occhi appoggiando la fronte al suo petto, percepì la sua casa in quelle braccia che la stavano stringendo di rimando, percepì il suo cuore dentro quel petto, percepì la vita dentro la sua pancia, era completa per la prima volta da quando aveva ucciso Drogo, era a casa e quella casa l’avrebbe difesa con la vita.
-Voglio che tu faccia una cosa per me.- gli chiese, staccandosi lentamente.
-Cosa?-
Dany indicò il drago ancora accanto a loro, li stava osservando assieme a Rhaegal, erano stati gli unici testimoni della loro proposta ma quando guardò Drogon non vi lesse più il nulla in quelle iridi, ma solo la sua anima.
-Vieni con me.- gli porse una mano, spostando la schiena in direzione dell’animale che ancora li stava guardando.
-Vuoi che salga con te su di lui?-
-Sì.-
-Non credo che sia il caso, non voglio che pensi che sia un cavallo…-
-Jon è tutto a posto, lo da chi sei, lo sa che hai sangue di drago, riesce a percepirlo e lo sa che mi ami e che non mi faresti mai del male.- si avvicinò a Drogon e iniziò a salire sulla sua schiena, quando si fu sistemata gli allungò una mano e in quel momento rivide la scena oltre la Barriera.
I Non-Morti, le fiamme, la paura e la morte di Viserion, un’altra lacrima le scese lungo il viso e solo in quel momento lui prese la sua mano, così come avrebbe dovuto fare quella volta e salì sulla schiena del drago, si avvicinò a lei e strinse le mani contro i suoi fianchi.
Daenerys sorrise e come ogni volta Drogon percepì il suo pensiero e batté le ali, Rhaegal urlò poco distante e prese anche lui il volo; in pochi secondi si stavano librando nel cielo e quando si voltò per guardare Jon vide il suo sorriso.
E per un solo momento ebbe l’impressione che le sue iridi fossero viola, esattamente come le sue, esattamente come quelle di Rhaegar.
 
 


∞Angolo Autrice: Buonasera a tuttii!! Chiedo intanto scusa per il mio piccolo ritardo ma ieri sera non ho trovato la forza di correggere il capitolo, ed ho preferito rimandere :/
Inizio col dire un grazie infinito a tutti voi che leggete la mia storia, che l'avete aggiunta nelle preferite, ricordate e seguite, la vostra dedizione per me è la cosa più importante e mi sprona ad andare avanti, mentre faccio un altro ringraziamento a voi che recensite, che mi sostenete, perchè senza i vostri commenti non riuscirei ad andare avanti.
Il capitolo forse è un pò lungo ma pone un primo punto tra Dany e Tyrion, la ragazza ha ancora il cuore a pezzi e non se la sente di prendere una decisione definitiva.
E per la prima volta Dany sente la necessità di creare un piano, di risolvere un vero problema.
Non vuole lasciare Westeros alla Comapgnia Dorata né a Cersei e sa che per farlo dovrà lottare e combattere anche quando tutti le diranno di no e sa che Jon dovrà lottare per salvare il loro popolo, ecco perchè la scelta di sposarsi rende più luminosa la vita immersa nelle tenebre.
Spero che la loro dichiarazione vi piaccia, a me personalmente ha fatto molto emozionare <3
Vi lascio allo spoiler:
-Credevo che ti avrei già trovato ubriaco.-
-Mi hanno proibito il vino, fratello o sarei già così ubriaco da non riuscire a risponderti.-
-Tyrion…-

*

Daenerys aveva già indossato un abito da sposa, ma non aveva provato niente in quel momento.
Solo la paura di ciò che sarebbe successo dopo.
Solo paura.
 
Se mi guardo indietro sono perduta.

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