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Autore: Noeru    27/09/2017    0 recensioni
"I BladeBreakers hanno un'amicizia in grado di fronteggiare le peggiori avversità, i cinesi sono una famiglia, gli americani si fanno reciprocamente il tifo alle partite e noi? Tentiamo di capire se una ragazza è fidanzata oppure no! è ridicolo!"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andrew McGregor, Gianni, Nuovo personaggio, Oliver, Ralph Jurges
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Henriette si guardò un'ultima volta nel grande specchio del lussuoso camerino, controllando il vestito non fosse spiegazzato.
Il corpetto nero senza maniche ricamato da fili dorati aderiva perfettamente all'esile busto e si schiudeva in vivaci veli gialli sovrapposti fra loro che le arrivavano alle caviglie.
Senza trucco addosso si sentiva molto più libera di esprimersi e comunicare con gli spettatori; polveri, creme, unguenti non le stavano bene addosso e non mantenevano le promesse annunciate nelle pubblicità.
Aveva già provato a giocarci nel camerino della mamma prima di alcune sue performance liriche, credendo di trasformarsi automaticamente in una modella dalle gambe lunghe e, soprattutto, i capelli di seta, ma i risultati l'avevano accomunata ad un piccolo panda con una scopa di saggina in testa.
Di fianco a lei Jens si allacciò il gilet argentato e diede un'occhiata alle scarpe da danza nelle quali poteva tranquillamente vedere la sua più piccola lentiggine: "Così oggi non siamo coordinati?"
Ricordava ancora la testa che la norvegesina gli aveva fatto sul completino pendant realizzato apposta per lo show di Copenhagen eccitata come una bimba sotto ai dieci anni all'idea della festa di compleanno.
il lavoro della sarta era stato ottimo, ma non lo aveva impressionato più di tanto vederglielo addosso; gli bastava fosse in forma e sarebbe potuta salire sul palco anche col pigiama infilato nei calzini decorati a faccine ridenti che indossava quando la stagione invernale raggiungeva la temperatura minima.
"Semplicemente preferisco questa mise" I capelli le ricadevano sulla schiena simili a fieno essiccato a dispetto delle numerose spazzolate, ma le andava bene così.
In campo sarebbe scesa la vera Henriette solare ed incontenibile, non la ragazzina che barcollava su tacchi troppo alti o mascherava il disagio dovuto ad una minigonna dietro ad una maschera di make up.
Aveva capito crearsi un alter ego per amore era sbagliatissimo e non avrebbe più messo da parte la sua personalità al fine di compiacere a qualcun altro.
La fata d'argento e la fatale seduttrice non sarebbero più esistite.

"Va tutto bene, Ralf?" Domandò Gianni, allacciando i calzari della sua armatura da gladiatore, ricostruzione del completo indossato dal capostipite dei Tornatore.
La preparazione era insopportabilmente lunga e la ferraglia addosso scomodissima.
Al contrario del capitano trovava già ridicolo dover giocare inscatolato come una sardina e si era accorto che gli altri bladers da stupore erano passati a chiamarli "European Freaks", ma i suoi compagni sembravano tenerci ancora asfoggiare antichi cimeli di famiglia.
"Sono pronto a fare secca quella Henriette!" Rispose per lui Andrew: "Penso sarà un giochetto facile, considerando è una femmina alla sua prima battaglia..." Secondo lui meritava una lezione per aver messo alla berlina un Cavaliere degno di rispetto, nonché amico dello scozzese.
Ferirlo nell'orgoglio significava guadagnare un nemico spietato; Kai Hiwatari, uno dei più forti Bladebreakers, poteva testimoniarlo.
"Non so voi, ma a me sembra un fuoco di paglia..." Osservò il romano: "Sicuro di conoscerla veramente? Può essere sia la mia versione al maschile! Ragione per cui ha così tanti corteggiatori!"
"E davanti a te ci sono altri quattro ragazzi..." Aggiunse Andrew, augurandosi quel giorno Ralf sarebbe rinsavito.
Il tedesco lo aveva nemmeno sfidato a scacchi sebbene una volta lo avesse sconfitto con 39 e mezzo di febbre; la sua lucidità, nota per non andarsene nemmeno quando era in malattia, si era presa un periodo di ferie proprio a ridosso di una sfida a beyblade.
"Tacete!" Stufo delle loro chiacchiere, Ralf si calcò bene in testa l'elmo ferreo senza nemmeno guardarli in faccia: "Vogliamo pensare a quello che ci aspetta?!"
Loro non sapevano niente sul suo conto; non le avevano mai parlato e soprattutto non avevano avuto l'onore di battersi al suo fianco per la salvezza del pianeta dai deliri di un folle smarrito nei meandri della sapienza un tempo amico degli Jurgens.
In tutto ciò Olivier si vestì evitando di intervenire, dispiaciuto per il compagno.
Come potevano gli altri due svilire una fase tanto delicata, trattandola senza il minimo tatto?
Chiaramente ancora non l'avevano vissuta e potevano solo sparare giudizi campati per aria o riderci sopra come se fosse una barzelletta squallida.
Mentre uscivano gli si avvicinò e gli posò delicatamente una mano sulla spalla.
Aveva provato a prenderlo da parte e confidarcisi, ma anche con lui Ralf era stato silenzioso e aveva cercato di fingere andasse tutto per il meglio.
Perché si chiudeva in quel modo?
Non gli faceva bene e prima o poi quel sentire sarebbe esploso, devastandolo emotivamente.
Gli applausi del pubblico scrosciarono a luci accese e l'insostituibile Dj-Man prese parola: "Benvenuti a tutti! è un onore essere di nuovo nel meraviglioso Stadio Jurgens, dove tra poco vedremo i campioni continentali, European Dreams, battersi contro i Northern Lights, squadra del Nord al primissimo incontro la cui presenza ha attirato l'attenzione di alcuni fra i più importanti nomi nel mondo del beyblade! Con noi ci sono anche Takao, Rei e Max dei Bladebreakers, Lai dei
White Tigers e dagli USA Emily e Michael"
Una telecamera passò svelta fra le file, riprendendo i volti eccitati dei campioni contenti di assistere: "Allora!" Il cronista allungò il microfono a Takao: "Abbiamo un team totalmente incognito! Cosa ti aspetti da loro?"
"Sugli ospiti ho zero idee, ma conoscendo gli European Dreams sono certo non hanno scelto dei dilettanti allo sbaraglio!" Era stato il suo team il primo a testare quello neonato del vecchio continente alla sua seconda dimostrazione a squadre.
"Non sono mai stato nel Nordeuropa" Prese parola Rei: "Si vocifera abbiano una concezione tutta loro del beyblade..." Girando il mondo aveva accumulato esperienza, misurandosi coi più disparati giocatori dall'amatoriale al campione nazionale, ma non era riuscito a filtrare i segreti gelosamente custoditi dai cinque venuti dal Settentrione.
"Che scopriremo solo dando il via alle danze!" Dj-man tornò carichissimo in postazione: "Pronti, Bladers?"

Andrew si precipitò a bordo campo, sperando Henriette facesse lo stesso.
Voleva dimostrare a Ralf quanto si stesse facendo male da solo a pensarle e credere ci fossero possibilità di piacerle.
Spesso gli consigliavano di essere meno ostinato, ma il suo amico era peggio di lui se si fissava su qualcosa; ne era la prova la sovrapposizione fra sfide a beyblade e duelli alla vecchia maniera faticosamente smantellata da Takao.
"Noi accettiamo" Dichiarò la bionda, tendendo l'archetto verso l'altra metà dello stadio: "Ma scenderemo in campo tutti insieme" non temeva il mazzafrusto,
l'alabarda, il fioretto e la spada dei suoi avversari e paradossalmente quell'asticella in legno e crine aveva trafitto il cuore di Ralf nonostante la dura scorza che lo avvolgeva.
"Così vedrete la forza dei Northern Lights" Jens tese le labbra nel suo iconico sorriso folle al fine di far vacillare il blader tedesco; sapeva già era lui il più forte dei quattro, ma anche del suo debole per la norvegese ed intuiva quanto si sentisse inferiore a lui; il rossore sulle sue guance e la frase spezzettata pronunciata in occasione del loro primo incontro avevano parlato da sole, provocando a lui e a Lars risate a non finire.
Davvero qualcuno credeva il danese stesse con Henriette?
Insieme non sarebbero stati neanche la coppia del millisecondo e dietro alle loro raffigurazioni dei sentimenti amorosi c'era un mare di battibecchi tempestoso e profondo.
La sintonia fra i ballerini giocava un ruolo fondamentale per l'andamento dello scontro.
"Insieme?!" Andrew era incredulo.
In Russia aveva visto le delegazioni di Cina e Stati Uniti scendere al completo in campo contro Kai e non se l'erano cavata affatto bene nonostante fossero fra le più forti ed affiatate presenti al mondo.
Figurarsi la confusione che avrebbero generato loro quattro, in un team da molto meno tempo.
Probabilmente si sarebbero autoeliminati desiderosi di prevalere l'uno sull'altro; avevano ancora parecchio da imparare e mancava la reciproca fiducia fra di loro.
"Io ci sto! Sarà un'ulteriore prova per il nostro spirito di squadra!" Gianni si fece subito avanti: "Non avendo partecipato ai mondiali sento un gran bisogno di scatenarmi!"
"Concordo pienamente!" Olivier, come nella maggioranza dei casi, era della stessa idea; insieme costituivano una diade interna agli European Dreams senza la quale la formazione non avrebbe retto nemmeno mezza giornata.
Le loro decisioni avevano un'influenza enorme su quelle di gruppo.
"Incredibile!" La cronaca ebbe inizio: "Assisteremo ad uno scontro multiplo! L'ultimo Bey a rimanere in gioco decreterà il team vincente!"

Dall'altra parte dell'arena, Lars agganciò il suo beyblade sopra al manico di una Gibson Flying V blu metallizzato senza perdere di vista gli aristocratici e cercando quale potesse essere alla sua portata.
Andrew, secondo classificato al torneo continentale, era molto forte, ma il suo elemento, il fuoco, non avrebbe retto a lungo la Tempesta Marina del Nord.
Jens gli si affiancò, osservando l'italiano Gianni Tornatore conversare fitto fitto col francese Olivier Boulanger.
Come li avrebbe accolti il pubblico? Era la primissima volta che prendevano parte ad un duello come quelli tanto di moda fra gli appassionati di beyblade senza particolari doti artistiche.
Dal mondo erano accorsi centinaia di migliaia di appassionati fra i quali spiccavano i più importanti team del mondo, ai quali era stata riservata una tribuna apposita che dava direttamente sul campo.
I biglietti per assistere all'incontro erano andati esauriti in pochissimi minuti, nemmeno fosse un festival musicale coi più famosi artisti della scena.
"Uno di noi dovrà stare fuori" fece notare Seyfrid, sperando di non doversi battere in quanto a più giovane del gruppo, ma venne preceduto da Tuomas, consapevole dell'arma letale in proprio possesso; non ci si doveva andare leggeri coi mezzi di controllo mentale.
Già una volta il suo Bit power aveva provocato un incidente: "Mi offro io"
"Seyfrid, chiamami se ci sono guai!" Dagli spalti, vlad era pronto all'intervento nel caso Ralf avesse approfittato di esperienza e dimensioni del grifone per prevaricare il piccolo islandese, ma era certo non lo avrebbe fatto.
Non di fronte ad Henriette perlomeno; si vedeva per lei avrebbe venuto tutti i suoi possedimenti terrieri e rinunciato al titolo nobiliare.
Sebbene la rivalità fra gli European Dreams e il Team delle Tenebre fosse terminata da tempo, vederlo così sotto pressione gli provocava una sensazione piacevole; nell'ottica di Ralf anche l'amore era una competizione e arrancava dietro a Tuomas e Jens nei quali Henriette aveva riposto le sue aspettative.
Quante volte se l'era sorbita bamboleggiare prima sul pianista, poi sul ballerino e ringraziato il cielo non seguisse The Vampire Diaries o Twilight.
Odiava lo svilimento della figura folkloristica del vampiro ad opera di qualche ignorantello che si spacciava scrittore, ma voleva solo fare soldi indirizzandosi ad un target ingenuo.

"Allora" Jens partì con le idee chiarissime: "Qui bisogna impedire a Ralf l'avvicinamento a Henriette"
"Ma siamo solo in tre e qualcun altro potrebbe essere incaricato del lavoro sporco...Quel Gianni in particolare...Vlad mi ha detto che adora collezionare flirt e ha persino creduto Lars fosse una femmina!" Mormorò Seyfrid; aveva memorizzato tutti i fatti sui bladers europei che gli erano stati raccontati e spulciato internet in cerca di ulteriori aneddoti.
Lars si sentì chiamato in causa: "Ecco, sorvoliamo! Però ad ammetterlo avrei meno paura se fosse lui ad andare dietro ad Henriette! Insomma, proprio l'attenzione di Ralf doveva attirare?!"
"Vedessi le ragazze che perdono la testa per me!" Il danese era ben memore degli appostamenti di Katerina, Jessica e Pandora, ribattezzate Pink Ladies per l'uniforme rosa della loro scuola di balletto.
E anche Agnetha Eriksson, sorella minore dello svedese, stravedeva per lui.
Peccato fosse l'opposto di suo fratello: tanto quanto il chitarrista era introverso e taciturno era lei indiscreta e incapace di discorsi intelligenti; una vera e propria piattola viziata dai suoi genitori totalmente ciechi davanti ad un vero tesoro di figlio tanto talentuoso e adorabile da meritarsi più d'un monumento.
Fortunatamente il ballerino era andato a trovare il suo amico quando lei era assente, ma a sentirlo parlare sembrava tenesse un quaderno segreto sul quale si appuntava storie in cui il danese era il principe mettendo cuoricini e disegni distanti dalla realtà ovunque.
"Pensa un po'" Sussurrò Jens per calmare un minimo Seyfrid: "A quell'orrido diario dove Ralf scrive le sue fantasie...Caro diario, stanotte ho fatto un sogno: Henriette mi stava guardando. Solo più tardi mi accorgevo..."
"Vogliamo piantarla?!" sbuffò la diretta interessata, stanca dell'immaturità mostrata dai ragazzi: "Sono in grado di difendermi da me!"
Il batterista in risposta si andò a nascondere dietro a Tuomas mentre Lars rise di gusto, pur consapevole avesse un che di grottesco.
Una volta aveva letto il diario di Agnetha e lo stomaco gli si era chiuso ancora di più.
"Ma quello è il campione continentale!" ribadì Jens: "Il Grifone misura tre volte i nostri!"
"Che hanno da ridere?" Si chiese Olivier; non era mai successo agli European Dream di ridere tutti insieme appassionatamente per la stessa cosa.
"Tranquillo! Ne avranno ancora per poco!"  Andrew nel suo profondo desiderava trovarsi dall'altra parte: "Non hanno capito con chi hanno a che fare!" I suoi problemi con la squadra erano dovuti al sentirsi spesso un alieno paragonato ai tre amici.
Se c'era qualche evento mondano in programma il francese partiva con mille film mentali coinvolgendo Gianni e Ralf si preparava cercando informazioni su invitati e luogo, ma al tennista di Glasgow non importava molto, preferendo trascorrere pomeriggi e serate tranquillamente dopo sfiancanti allenamenti sportivi.
"A proposito" il romano prese parola: "Dobbiamo fare in modo Ralf non si trovi solo contro Henriette o ci perderemo la faccia!"
"Ribadisco! Non sarà difficile da sconfiggere!"
Dall'angolo in panchina, Ralf rimase silenzioso a guardare i suoi compagni di squadra e poi Henriette accerchiata dai suoi fedelissimi.
Erano davvero suoi corteggiatori?
Non li conosceva così da vicino come Vlad; tutto era possibile fra i tentativi di acconciare Lars, lo stringersi forte a Jens, le occhiate dolci a Tuomas e gli scostamenti del ciuffo di Seyfrid, ovvero dinamiche da lui non concepite prima d'allora.
Il contatto fisico doveva esclusivamente essere con la fidanzata e lontano dalle altrui occhiate secondo le regole del galateo.
Le mura del castello lo avevano bloccato nel tempo rispetto alle tendenze ed uscirne era stato un pugno in faccia volto a distruggerlo il più possibile.
Quando Gianni mostrava immagini sul suo cellulare Olivier e, talvolta, Andrew ridevano e lui non capiva cosa ci trovassero di divertente.

Dj-man gettò un'occhiata ai due schieramenti diretti verso il terreno di gioco: "Quale team avrà la meglio? Ricordiamo gli European Dreams sono un marchio di garanzia nel beyblade di alto livello mentre i Northern Lights una novità assoluta! La fortuna del principiante li assisterà? Tre...Due...Uno...Pronti! LANCIO!"

Otto diverse trottole si scontrarono nello spazio concavo, alimentando la curiosità degli spettatori relativa alle creature del team ospite.
Il Grifone, la Salamandra, L'Anfisbena e l'Unicorno si erano già palesati durante le battaglie disputate dai loro possessori e le loro mosse erano risapute difficilissime da contrastare.
Perfino Takao aveva ceduto all'Attacco Alare di Griffolyon e Kai all'Onda di Fuoco di Salamalyon.
Si intuiva anche i nordici fossero in possesso di Bit-Power, altrimenti nemmeno sarebbero stati presi in considerazione dai loro avversari, noti per l'assenza di scrupoli nello sfruttare le bestie sacre contro gli inermi bladers delle tenebre.
Il primo a mostrarsi fu il cigno nero di Jens Christensen con lo scopo di parare l'attacco bifronte di Giancarlo Tornatore: "Specchio Lunare! Tutti dietro a me!"
Due luminescenti dischi si ingigantirono, facendo scudo contro le due teste del dragone, vicine come non mai alla cecità.
"Stai attento, Jens!" Gli ricordò Henriette: "è giorno!" Dal foro centrale alla cupola dello Stadio Jurgens si vedeva l'azzurro del cielo sereno, ancora lontano dalla notte alleata del biondo.
"Resistiamo insieme, Sortsvanen!" Il danese fece appello a tutte le forze che la Luna poteva fornirgli dall'altro emisfero terrestre.
Per giunta mancava un intero ciclo al prossimo plenilunio, momento in cui la forza del cigno nero era maggiore.
Doveva tenere duro per i suoi compagni e contrastare una doppia offensiva alla prima sfida ufficiale non era da tutti.
"Facile! Visto?" Gianni esultò un po' troppo presto; la collisione non risparmiò né il beyblade turchese né quello argenteo.
"Hai fatto comunque un ottimo lavoro!" Lo rassicurò Olivier, tenendo d'occhio i tre avversari restanti in cerca del più papabile.
L'islandese era molto insicuro, ma sparare sulla croce rossa rasentava la pura slealtà nel gioco.
Il bey dorato di Henriette era seminascosto da quelli appartenenti a Lars e Seyfrid, costituendo con essi una cellula difficile da destrutturare.
L'unione faceva la loro forza; Sortsvanen non aveva difeso esclusivamente sé stesso e perciò la sua tecnica gli aveva richiesto maggiore energia, sacrificandolo per i propri alleati.
Spazientito, Andrew si fece avanti: "Ancora un po' e si farà notte, Olivier!"
"Cerca almeno di comprendere la loro strategia!" Lo avvertì il francese nella vana speranza il rosso lo ascoltasse, ma era già partito in quarta come se non avesse imparato niente dallo scontro coi BladeBreakers, servitogli ad ampliare i propri orizzonti e comprendere ogni tanto un passo indietro andava fatto..
In verità era la rabbia verso chi aveva osato farsi beffa di Ralf il motore delle sue azioni: "Onda di fuoco!"
"Ci penso io!" Di fronte a lui, i capelli di Lars sventolavano selvaggi rivelandone lo sguardo inconsuetamente sicuro di poter vincere.
Il cuore di Jens ebbe un tuffo d'orgoglio nel vedere la determinazione dell'amico spesso vittima della propria timidezza e si sentì fiero di avergli aperto la pista.
Era un vero genio musicale meritevole di stare davanti a quella folla.
Impugnando la chitarra, generò una mastodontica colonna d'acqua che spense al volo ogni singola fiamma: "Tempesta marina del Nord!"
Dj-Man si tappò le orecchie tentando di invitare il pubblico a fare altrettanto, ma il microfono aveva smesso di funzionare; le finestre si incrinarono ed esplosero in una marea di schegge trasparenti.
Dalla spessa cortina idrica erano visibili i lunghi tentacoli di una piovra: "La potenza degli ultrasuoni e la pressione degli abissi!" Spiegò il Professor K: "Non oso immaginare voi nei panni degli European Dreams!"
"Molto incoraggiante come sempre!" Replicò Takao, spostandosi su Unicolyon che incespicava su un suolo in continuo mutamento.
E dire la sua mossa principale scuoteva il terreno al fine di rallentare il beyblade avversario e fargli perdere l'equilibrio.
Ovunque il mistico equino poggiasse gli zoccoli dorati spuntava una nuova roccia, ma non si lasciava intimorire dal nerboruto essere avvolto da un fumo denso e grigiastro i cui unici movimenti erano pesanti passi all'origine dell'instabilità terrena.
Fu a quel punto che Ralf decise era arrivato il suo turno: "Abbiamo visto abbastanza!" Dichiarò imperioso, agitando ulteriormente i presenti già eccitati dalla natura selvaggia del Nord.
Un potentissimo uragano si abbatté sui beyblade di Lars e Seyfrid, ma si dimenticò di risparmiare Olivier: "Unicolyon termina qui la sua partita!" Annunciò Dj-Man.
"Kranen ed Heklanen sono fuori combattimento" Riprese quando il vento si affievolì: "ma Kvitsvanen è ancora in gioco! Vincerà il miglior blader del vecchio continente o la stellina della Norvegia?"
"Esattamente quello che non volevamo!" Andrew scosse la testa impensierito: "Potevi fare quello sforzo in più, Olivier!"
"E tu non lanciarti contro al muro alla cieca!" Rispose aspramente il parigino, sedendosi di fianco a Gianni: "Questa volta non avevamo il vantaggio di conoscere i nostri sfidanti!"

"Ve l'avevo detto! Sta puntando ad Henriette!" Esclamò Seyfrid non appena la ferocia del Grifone spazzò via la sua trottola: "è finita!"
"Non perdiamoci d'animo!" Controbatté Jens: "Bisogna farle sentire che ci siamo!"
"Se fossi sceso in campo tu a quest'ora saremmo già a festeggiare!" Fece il più piccolo a Tuomas, intento a scrutare la lotta ad armi pari.
I due beyblade roteavano senza mai toccarsi; i giocatori erano tesi come le corde sul violino della norvegese.
Rimasta sola contro Ralf Jurgens le venne una sola idea in mente: "Kvitsvanen, vola in alto!" contro una creatura della portata di Griffolyon attaccare era una perdita di tempo: non aveva punti deboli evidenti come la Salamandra o l'Anfisbena.
Proprio faccia a faccia con lui si doveva ritrovare? Era bastato un tornado a spazzare via Lars, Seyfrid ed Olivier, ma lei gli era sfuggita.
Era stata la sua bravura a condurla fin lì?
E c'era la squadra; in quel momento come non mai necessitava il loro appoggio.
Ralf esaminò la situazione: sembrava Griffolyon fosse stato sostituito da una controparte malvagia; i suoi attacchi senza sosta tradivano gelo ed implacabilità, ma mancavano gli ordini sebbene fosse fra i bit-power più disciplinati in circolazione.
Il cigno bianco si alternava fra difensiva e agilità. Quanto avrebbe resistito?
"Forza, Ralf!"
"Attacca senza pietà!" I suoi compagni si sgolavano per lui, gli spettatori trattenevano il fiato, il peso sulle sue spalle aumentava.
Avrebbe voluto strapparsi i pezzi dell'armatura di dosso e correre al cospetto dell'avversaria, dichiarandole quel sentimento taciuto che gli aveva sconquassato l'anima solida come roccia.
Inutile tenerlo dentro oramai, era diventato incontenibile e spingeva per uscire dai suoi occhi focalizzati su di lei, dal rossore del suo volto, dal cuore sul punto di infrangere la cotta di maglia.
Centinaia di piume d'acciaio tagliarono il vento alla stregua di carta orientate verso Kvitsvanen, il quale iniziò a brillare di luce propria al fine di deviare l'attacco.
"La luce solare è fortissima! Conviene coprire gli occhi!" Nemmeno Dj-man riusciva a vederci chiaro, ma Ralf si accorse i pugnali alati avevano mancato il loro obbiettivo.
"Henrietteeeee!" Si udì solo il suo grido straziato dal dolore e dalla preoccupazione mentre correva a velocità massima verso l'altra parte dell'arena, gambali, bracciali ed elmo in caduta libera, avvertendo gli strati sottostanti il ferro lacerarsi, la schiena
riempirsi di lividi e i sensi abbandonarlo, ma la violinista era salva ed era ciò che gli importava.
"Ralf!" Gianni, Olivier e Andrew si fiondarono a controllare le condizioni del loro amico.
Lars, Jens e Seyfrid già chini sui due corpi stesi: "Siete soddisfatti adesso?!" Il danese si fece avanti, mani sui fianchi e sguardo furente.
"Questo è quello che succede a provocarci!" Ribatté Andrew: "Henriette se l'è cercata eccome!"
"Ti sbagli!" Gianni tentò di farlo ragionare: "Griffolyon era fuori controllo! Esattamente uguale ad Anfisbena durante il mio secondo match con Takao!"

Il cigno e il grifone si davano battaglia intenzionati a non fermarsi.

"Si riprenderanno" la voce di Tuomas sedò la lite fra le due squadre: "Fossi in voi mi preoccuperei per altro" incurante del caos intorno a sé si diresse a bordo campo, trasportando una grossa tastiera e si sedette a suonarla, silenziando perfino Dj-Man.
Gli incontenibili spettatori si trasformarono in automi completamente assoggettati ai tasti bianconeri.
Nessuno parve accorgersi di un terzo beyblade al centro dell'arena intorno al quale vorticavano suoni rimasti a lungo rinchiusi dentro di esso.
Il finlandese continuava a suonare imperterrito mentre la sua musica prendeva la forma progressivamente più definita di una delicata farfalla monarca nient'affatto spaventata dai due incontrollabili contendenti.
Lo sforzo aveva raggiunto il suo massimo: "Adesso!" Alzò lo sguardo senza fermare le dita: "Passionato oscuro!"
Solo lui era in grado di vedere i fili dai quali pendevano le note impossessarsi delle creature alate, inducendole a raggomitolarsi, chiudendo ali ed occhi; tutt'intorno si materializzavano visioni dagli inconsci altrui.
Nella mente di Gianni erano presenti lui ed un uomo apparentemente sua versione adulta.
Indossavano magliette bordeaux e gialle ed esultavano in mezzo ad una folla vestita uguale a loro con i volti colorati e migliaia di bandierine in movimento.
Andrew invece si trovava di fronte ad una giovane donna che supplicava a vuoto: "Ti prego! Non sei così! Perché? Perché è successo?" Aveva gli occhi arrossati dal pianto ed incolpava sé stessa di un misterioso errore compiuto nel passato.
Soffici ali violette le partivano dalla schiena, ma volare era l'ultimo dei suoi pensieri.
Tuomas avrebbe fatto volentieri a meno di rivelare quei segreti, ma la tessitura invisibile procedeva, rivelando sogni e ricordi inconfessabili.
"Mi rincresce dirlo. Silja Stefansdottir non ce l'ha fatta..." Comunicava un primario senza giri di parole a Seyfrid e suo padre.
"Non ora, Jens! Ho da fare!" replicava un ometto piccolo e secco mentre la sua muscolosa e abbronzata nemesi tarpava le ali di un bambinetto biondo avente un vistoso apparecchio odontoiatrico appena atterrato male dopo un complicato salto.
Il pianista fece giusto in tempo a voltarsi per sentire la familiare risata di una Henriette incorporea che occupava tutta l'immaginazione di Ralf.

"Cos'è successo?" Sbadigliò Olivier: "Mi sento come se fossi stato in letargo per mesi e mesi!"
"Semmai lo paragonerei ad un hangover!" Corresse Andrew, nel tentativo di nascondere quanto gli era rimasto impresso ciò che aveva appena visto.
Un angelo custode? Una fata? Una sua spasimante rifiutata?
"Scusate, ma Ralf ed Henriette?" Pensò Gianni a riportarli alla realtà.
"Ce lo stavamo chiedendo pure noi" Rispose Jens mentre Seyfrid gli si nascondeva dietro e Lars si scostava una ciocca castana dal viso
Il nobile tedesco e la violinista norvegese cominciarono lentamente a muoversi. Prima le dita, poi i legamenti indolenziti.
"Sei tutta intera?" domandò lui, mettendosi a sedere ed aiutandola a fare altrettanto, le mani scorrevano fra i suoi capelli biondi.
"Mi dispiace..." sussurrò lei sistemandosi il corpetto ed accorgendosi degli innumerevoli strappi della gonna. Si sentiva tremendamente in colpa: "Tu, piuttosto?"
I pochi pezzi di armatura rimasti erano tutti ammaccati e graffiati; la bestia lo aveva colpito in profondità ed erano visibili le ferite si era procurato al fine di proteggerla.
Un vero cavaliere disposto a sfidare qualunque ostacolo e sopportare giorni neri, notti bianche, delusioni e dolori nel nome dell'amore, culminato nel disperato ultimo sacrificio.
"Se ci sei tu non posso che stare bene!" D'istinto Ralf la prese fra le braccia; non gli importava cosa avrebbero detto i suoi genitori, i compagni di squadra, gli emeriti sconosciuti sputasentenze.
Solo lei esisteva, solo lei voleva.

Era dall'ultimo abbraccio di suo padre che Henriette non ne riceveva così avvolgenti.
Le parole paterne le risuonarono in mente alla stregua di una poesia memorizzata: "Dai tempo al tempo e avrai piacevoli sorprese..." Per un attimo vide Leif sorriderle, segno tutto stesse seguendo la giusta direzione.
Un istante dopo le loro labbra erano sigillate in un bacio tanto atteso quanto coinvolgente nel quale avvertì tutta la protezione che necessitava ed il vero significato della parola amore.
Ralf non aveva la bellezza di Jens o Tuomas,  ma non l'avrebbe mai abbandonata o maltrattata e con lui poteva essere sé stessa senza maschere.
Sembravano completamente dimentichi del mondo circostante, sotto ad una campana in vetro dorato costituita dalla gioia di essersi finalmente trovati dopo interminabili ricerche nei luoghi più assurdi, gli abiti laceri, i corpi segnati dai lividi, ma la consapevolezza di avercela fatta.
Tutt'intorno a loro gli spettatori esplosero in applausi entusiasti noncuranti dell'esito del match mentre Olivier tentava un timido approccio con i quattro ragazzi nordeuropei: "Direi ogni astio può essere neutralizzato, ammesso voi siate d'accordo"
Seyfrid rimase silenzioso, ma gli saltò letteralmente addosso dimentico dei numerosi pregiudizi sui quattro più forti d'Europa; alla fine erano stupide frasi fatte basate sul niente.
"Ben detto!" Approvò Jens, stringendo la mano di Gianni.
"Ricorda, se le ragazze ti infastidiscono io sono presente!" I due biondi si scambiarono un cenno d'intesa.
Il danese rise di gusto: "Prima dovrò insegnarti tour en air e spaccate come minimo! è quello il motivo per cui mi vengono dietro!"
Andrew non disse nulla, ma i suoi occhi di lavanda correvano lungo la chitarra di Lars, che abbracciò lo strumento sentendosi in soggezione.
Tuttavia sorrise dietro i lunghi capelli.



 
   
 
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